comunicato stampa - Galleria Carla Sozzani

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comunicato stampa - Galleria Carla Sozzani
COMUNICATO STAMPA
ARAKI AMORE
a cura di Filippo Maggia
Inaugurazione giovedì 17 novembre 2016
Dalle ore 18.00 alle ore 21.00
In mostra da venerdì 18 novembre 2016 a domenica 12 febbraio 2017
Tutti i giorni, 10.30 – 19.30
Mercoledì e giovedì, 10.30 – 21.00
Questa mostra è inserita nelle celebrazioni ufficiali del
150° Anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia.
Galleria Carla Sozzani
Corso Como 10 – 20154 Milano, Italia
Tel. +39 02.653531 fax +39 02.29004080
[email protected]
www.galleriacarlasozzani.org
ARAKI AMORE
La Galleria Carla Sozzani presenta a Milano una mostra di Nobuyoshi Araki uno dei più
grandi e controversi fotografi giapponesi contemporanei. Una selezione di più di ottanta
opere, in gran parte inedite e realizzate negli ultimi due anni, dall’emblematico titolo
“Araki Amore”, a cura di Filippo Maggia.
Nobuyoshi Araki è un artista generoso, infaticabile esploratore delle umane passioni e fine
ritrattista, capace di mettersi in profonda relazione con il soggetto. In mostra i temi classici
della sua fotografia - i nudi, il ritratto, le composizioni floreali, la caotica eppure ordinata
città metropolitana - riletti e rielaborati col recupero dei negativi realizzati nei decenni
passati.
La figura femminile appare nei suoi lavori più recenti meno ostentata e come evocata: nelle
figure di danza della ballerina Kaori e nell’utilizzo di bambole e pupazzi che da sempre
popolano il mondo onirico del fotografo, come fossero ricordi, o memorie o appunti lasciati
sul diario sentimentale di una vita spesa a celebrare la bellezza e la caducità di ciò che è
destinato a sfiorire.
L’universo femminile resta un mistero che Araki non si stanca di esplorare come dice al
curatore: “Ti dirò una cosa che potrà sembrare estrema, assurda: io non so nulla sulla
natura delle donne. Attraverso l’obiettivo cerco di arrivare all’essenza delle cose e, nel caso
delle donne, di ciò che sono, il loro vivere quotidiano oppure la loro sessualità. Tutte però
sono diverse l’una dall’altra, per questo continuo a scattare”.
Nei suoi lavori i temi dell’eros e della morte tornano costanti: “Dopo la mia reincarnazione a
mia nuova vita, fotografia sarà la prima parola che pronuncerò. La fotografia è stata per me
come un contratto lungo quasi sessant’anni. “La fotografia è amore e morte” - sarà il mio
epitaffio.”
Araki appartiene a una generazione di artisti nipponici emersa dagli anni 1960, mentre il
Giappone stava sperimentando uno sviluppo economico radicale e un’urbanizzazione
senza precedenti a seguito del dopoguerra.
Le trasformazioni sociali e i cambiamenti culturali hanno influenzato il suo sguardo; per
esempio, nei bar karaoke, nei giocattoli giapponesi e nelle scene di strada a Tokyo. Molte
delle sue fotografie evocano i mostri mitici giapponesi, tratti dal genere cinematografico del
Kaiju (film di fantascienza come Godzilla), che attaccano le città giapponesi.
In mostra alla Galleria Carla Sozzani anche tre nuove opere uniche, composizioni di più di
100 polaroid ciascuna, a colori e in bianco e nero, scelte e accostate dall’artista e un videodocumentario che presenta, per la prima volta in Italia, Nobuyoshi Araki al lavoro in una
sessione di nudo con la danzatrice Kaori, realizzato nel luglio dello scorso anno a Tokyo.
Nobuyoshi Araki nasce il 25 maggio del 1940 a Tokyo. Diplomato in fotografia e cinema
presso il Departement of Engineering della Chiba University, lavora per un decennio, fino al
1972, alla Dentsu Advertising Agency, realizzando la sua prima mostra personale nel 1965
nello Shinijuku Station Building e vincendo due importanti concorsi fotografici. Nel 1971
sposa Yoko Aoki, figura centrale nella sua vita privata e nel suo percorso artistico. Negli
anni Ottanta documenta i locali hard di Tokyo, che pubblica nel volume Tokyo Lucky Hole.
Nel 1990, anno della morte della sua compagna, Araki pubblica la serie Sentimental
Journey / Winter Journey, sul suo rapporto personale con lei. Da allora innumerevoli sono
le pubblicazioni e le esposizioni nelle gallerie e nei musei internazionali tra cui: il Musée
National des Arts Asiatiques Guimet, Parigi (2016); Foam Photography Museum,
Amsterdam (2014);The Barbican Art Gallery, London (2005); Tokyo Metropolitan Museum
of Photography (2003); Museo Pecci, Prato (2002); Stedelijk Museum voor Actuele Kunst,
Gent (2000); Wiener Secession, Vienna (1997); Fondation Cartier pour l’art contemporain,
Parigi (1995).
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