Scheda di sala
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Scheda di sala
I C O N C E R T I A P E R I T I V O SoleVoci DOMENICA 24 FEBBRAIO 2013 ORE 11 PICCOLO REGIO PUCCINI 2 0 1 2 - 2 0 1 3 SoleVoci Gruppo da camera del Teatro Regio Cristiana Cordero soprano Angelica Buzzolan contralto Pierangelo Aimé tenore Franco Rizzo baritono Marco Sportelli baritono Davide Motta Fré basso John Lennon (1940-1980) Paul McCartney (1942) Ob-La-Di, Ob-La-Da Arrangiamento di Bill Ives Randy Newman (1943) Short People Arrangiamento di Simon Carrington John Lennon - Paul McCartney When I’m Sixty-Four Arrangiamento di Paul Hart Franz Campi (1962) Maurizio Minardi (1963) Banane e lampone Arrangiamento di Mario Allia John Lennon - Paul McCartney Penny Lane Duke Ellington (1899-1974) The Creole Love Call Arrangiamento di Paul Kuhn Billy Joel (1949) She’s Always a Woman Arrangiamento di Philip Lawson Fabrizio De André (1940-1999) Mauro Pagani (1946) Don Raffaè Arrangiamento di Davide Motta Fré John Lennon - Paul McCartney Yesterday Arrangiamento di Bob Chilcott Freddie Mercury (1946-1991) Seaside Rendezvous Arrangiamento di Paul Hart Arrangiamento di Bob Chilcott Tradizionale gospel Down to the River to Pray Arrangiamento di Philip Lawson Al termine del concerto, aperitivo offerto da I Concerti Aperitivo sono realizzati con il sostegno di una Fondazione privata. Restate in contatto con il Teatro Regio: facebook.com/TeatroRegio| @TeatroRegio Voci, soltanto voci, senza bisogno d’altro: accompagnamenti strumentali qui non ne servono. Voci che scioglieranno ogni dubbio sulla bellezza e sul valore squisitamente musicale delle canzoni, le melodie dei Beatles, di Billy Joel, Duke Ellington, Fabrizio De André, passando anche da una hit quale Banane e lampone. Canzoni che hanno un posto preciso fra le nostre corde – tasselli di una storia della musica, a torto considerata “minore” – e gesti creativi che nella trascrizione per sole voci ci daranno occasione di cogliere nuove sfumature, e certamente di sorridere e ricordare. Sono ondate di pittura fresca, dalle timbriche smaglianti, dotate talvolta d’ironia sagace, come nei brani firmati Lennon-McCartney, Ob-La-Di, Ob-La-Da (1968) e When I’m Sixty-Four (1969): il primo pare una filastrocca dove la buffa vita amorosa di Desmond e Molly sconfina in un ritornello (espressione gergale yoruba) che inneggia alla filosofia della “vita va avanti”; il secondo riporta alle atmosfere da music-hall inglese d’anteguerra, e ci regala una bella cartolina, quella di un giovane innamorato che immagina di invecchiare con la sua amata, tra passeggiate in giardino e serate davanti al caminetto, con un buon bicchiere di vino. Randy Newman, poi, è artefice di atmosfere agrodolci e scanzonato cinismo; osservatore attento della sua “Amerika” – il paese dalle grandi contraddizioni – la racconta dicendo cose terribili con il sorriso. Short People (1977) infatti, sbeffeggiando le persone di bassa statura, in realtà riecheggia un pregiudizio diffuso per screditarlo. Con le gelosie e schermaglie d’amore di Banane e lampone (1992) – un esilarante cocktail di disco-music e ballabile casalingo portato da Gianni Morandi in vetta alle classifiche – le SoleVoci cambiano registro. Poi tocca alle insidie sentimentali di un brano come Penny Lane (1966) che, ricordiamo, è una strada suburbana di Liverpool, un luogo caro ai ricordi d’infanzia di Paul e John: mentre le strofe scorrono tra personaggi e vetrine, forse capiterà di ricordare qualche strada della nostra infanzia rimasta «nelle orecchie e negli occhi». Un tuffo improvviso e ci ritroviamo nello spiritual che commenta la scena clou del film O Brother, Where Art Thou? (di Joel Coen), Down to the River to Pray, un brano tradizionale dei Monti Appalachi. E il fiume dove pregare è il fiume della libertà. Altro tuffo e siamo in una nuova pagina della musica afro-americana, quella di Duke Ellington, al secolo Edward Kennedy, che con lo standard da lui inciso nel 1927 The Creole Love Call, ci trascina fra le tinte blu e viola del blues. Billy Joel, nato nel Bronx, pare invece l’ultimo dei romantici. Sempre al pianoforte, una gloriosa carriera costellata di hit da classifica, è un vero paladino del pop, e la sua She’s Always a Woman (1977) è un ritratto di donna a tinte malinconiche e cullanti. Irriverente, ma sempre poetico, è il Fabrizio De André di Don Raffaè (scritta con Mauro Pagani e Massimo Bubola nel 1990): nel suo campionario umano di emarginati, prostitute e borderline, entra anche un esponente delle istituzioni, il brigadiere Cafiero Pasquale del carcere di Poggioreale, qui ritratto nel suo goffo servilismo al potere malavitoso. Di Yesterday (1965), la «canzone più bella del ventesimo secolo» secondo la Bbc, «di tutti i tempi» secondo Mtv e la rivista «Rolling Stone», si contano oltre 1.600 versioni “cover”, a dire del Guinness Book of Records: e nel numero c’è anche quella di ciascuno di noi. Il programma si conclude con Seaside Rendezvous (1975), un brano di Freddie Mercury che ironicamente ci conduce, attraverso una dolcissima storia d’amore balneare, alle atmosfere ritmate e spensierate della Belle-Époque. Monica Luccisano © Copyright, Fondazione Teatro Regio di Torino Prezzo: € 0,50 (iva inclusa)