Acqua significa vita - Il Santo dei Miracoli

Transcript

Acqua significa vita - Il Santo dei Miracoli
IMP. ITALIA FEBBRAIO_italiano.qxp 18/01/16 16.05 Pagina 22
LE OPERE DI MISERICORDIA
Paola Zampieri
Acqua significa vita
Scarsità, inquinamento, diseguale distribuzione fanno dell’acqua
un’emergenza che si intreccia e alimenta la piú generale crisi
ecologica, rendendo sempre piú vulnerabile la vita sul pianeta.
N
el luglio del 2010 l’Assemblea
generale delle Nazioni Unite ha
approvato una Dichiarazione
che riconosce l’accesso all’acqua potabile pulita, sicura e igienica come un diritto umano essenziale per il
pieno godimento della vita e degli altri
diritti umani e ha richiamato gli Stati e
le Organizzazioni internazionali a impegnare fondi, tecnologia e altre risorse
per sostenere i Paesi piú poveri nei loro
sforzi per raggiungere l’obiettivo di garantire acqua potabile per tutti.
Ogni giorno nel mondo la mancanza
di acqua pulita e di servizi igienici uccide piú bambini di qualsiasi altra causa, anche piú delle guerre: un quarto
della popolazione mondiale (un miliardo e mezzo di persone) non ha accesso
a una quantità minima di acqua pulita,
mentre due miliardi e mezzo di persone
(metà della popolazione dei paesi del
Sud del mondo) non ha accesso ai servizi igienico-sanitari di base.
Oggi l’acqua è una delle questioni allarmanti per il futuro del pianeta e le
prospettive non sono piú rosee del presente. Secondo il rapporto World Water
Development delle Nazioni Unite «per il
2025 si stima che 1,8 miliardi di persone
risiederanno in nazioni o regioni con assoluta scarsità d’acqua, mentre due terzi
della popolazione mondiale (5,3 miliardi
di persone) dovrà fronteggiare difficoltà
nell’approvvigionamento idrico».
Bene primario insostituibile per la
vita dell’uomo e del pianeta, l’acqua è
l’“oro blu” la cui scarsità accentua i
sanguinosi conflitti che si combattono
Il portico dell'Ospedale del Ceppo di
Pistoia è decorato da un magnifico fregio
in terracotta colorata, illustrante le opere
di misericordia corporali, realizzato da
Santi Buglioni nel 1526-28, ad eccezione
di “Dar da bere agli assetati”: aggiunta
di Filippo di Lorenzo Paladini nel 1586.
per conquistare il potere sui territori
che ne sono piú ricchi. Il nostro pianeta
è composto per il 71% di acqua, ma solo l’1% delle risorse idriche prelevabili
da fiumi, laghi, falde, precipitazioni è
accessibile all’uomo; sembra poco, eppure basterebbe per soddisfare i bisogni
del doppio della popolazione mondiale.
Responsabile della crescente mancanza
d’acqua è l’intervento umano e il suo
modello di sviluppo produttivo e consumista, che sempre piú negli ultimi
cinquant’anni ha violentato la natura,
stravolgendo gli equilibri biologici del
pianeta e alterando il ciclo naturale.
Ad amplificare le criticità interviene
anche il cambiamento climatico, «un
moltiplicatore di minacce per tutte le
questioni ambientali», come lo definisce Matteo Mascia, coordinatore del
progetto Etica e Politiche ambientali
della Fondazione Lanza (organizzazione sorta nel 1988 a Padova con lo scopo
di favorire la riflessione su princípi e
valori etici comuni), che spiega: «Il costante innalzamento delle temperature,
effetto del riscaldamento globale, acuisce i processi di desertificazione e riduce ulteriormente l’accesso all’acqua. Lo
scioglimento dei ghiacciai artici e il
conseguente innalzamento del livello
del mare crea sempre maggiore criticità
per alcuni paesi costieri, destinati a essere parzialmente sommersi e a diventare invivibili, con conseguenti migrazioni della popolazione, i cosiddetti “rifugiati climatici”. I sempre piú frequenti
IMP. ITALIA FEBBRAIO_italiano.qxp 18/01/16 16.05 Pagina 23
eventi meteorologici estremi e le catastrofi ambientali mettono a repentaglio
la stessa vita dell’uomo: nel 2012, ad
esempio, nel mondo 32,4 milioni di persone sono state costrette a migrare a
causa di disastri naturali e il 98% di
queste si è trovato senza casa per circostanze legate al clima; in Africa alluvioni, siccità e altri eventi meteorologici
estremi hanno causato la migrazione di
8,2 milioni di persone. Va sottolineato
che questi processi non si svolgono senza proteste e contestazioni e quindi rappresentano un rischio anche per la tenuta della democrazia nei Paesi coinvolti.
Il cambiamento climatico ha avviato un
processo di trasformazione troppo rapido per l’ambiente che da sempre è abituato a mutare, ma in tempi molto piú
lunghi. Ora occorre frenare e contenere
l’aumento delle temperature al di sotto
dei due gradi».
Papa Francesco parlando all’Ufficio
delle Nazioni Unite a Nairobi ha esortato ogni governo ad «adempiere al proprio e non delegabile dovere di preservare l’ambiente e le risorse naturali del
proprio Paese, senza vendersi ad ambigui interessi locali o internazionali. (...)
Sarebbe catastrofico che gli interessi
privati prevalessero sul bene comune».
Lo scenario è drammatico, però questo può e deve diventare una grande
opportunità di cambiamento, di mettere in campo risorse per un modello di
sviluppo integrale piú rispettoso delle
persone e del creato, piú equo e sostenibile, per un’economia piú giusta e
una migliore gestione delle risorse ambientali. A proposito dell’acqua, Matteo Mascia afferma: «Ci sono le conoscenze, le capacità, le tecnologie e i
mezzi finanziari per garantire a tutti
l’accesso all’acqua. Ciò che manca è
una concreta e decisa azione politica a
livello nazionale e internazionale per
orientale tali risorse verso l’obiettivo.
L’impegno della società civile, l’azione delle organizzazioni non governative nella cooperazione allo sviluppo, il
coinvolgimento degli enti locali e regionali nei processi di cooperazione
decentrata, l’impegno delle chiese, l’emergere di movimenti per la ricerca di
nuovi stili di vita, l’affermarsi nel
mondo delle imprese di princípi, valori, pratiche di responsabilità sociale e
ambientale, sono segnali importanti di
un impegno a tutti i livelli per dare risposte ai bisogni vitali e ai diritti fondamentali delle persone. E per garantire la continuità della vita sulla terra anche per le generazioni future».
l
2
AG- DA
LI R
AS DA
SE B
TA ER
TI E
OCCORRE CAMBIARE PASSO
La crisi idrica squilla come un campanello di allarme e denuncia l’insostenibile peso che le società umane esercitano sugli ecosistemi e sull’ambiente naturale globale nel quadro piú ampio del cambiamento climatico e delle problematiche che esso comporta. La criticità della situazione non può lasciare nessuno di noi indifferente. Occorre un cambio di passo nella vita quotidiana: oggi dare da bere agli assetati significa metterci in gioco personalmente.
A darci la rotta è l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco: «Nulla sarà
possibile - scrive - se le soluzioni politiche e tecniche non vengono accompagnate da un processo educativo che promuova nuovi stili di vita. Un nuovo stile
culturale. Ciò richiede una formazione destinata a far crescere nei bambini e
nelle bambine, nelle donne e negli uomini, nei giovani e negli adulti, l’assunzione di una cultura della cura: cura di sé, cura degli altri, cura dell’ambiente,
al posto della cultura del degrado e dello scarto: scarto di sé, dell’altro, dell’ambiente. La promozione della coscienza di un’origine comune, di una mutua
appartenenza e di un futuro condiviso da tutti. Questa consapevolezza di base
permetterebbe lo sviluppo di nuovi atteggiamenti e stili di vita. Emerge cosí
una grande sfida culturale, spirituale ed educativa che implicherà lunghi processi di rigenerazione».
Matteo Mascia, della Fondazione Lanza, ci suggerisce alcune parole dell’etica che ci possono guidare nella conversione dei nostri stili di vita: responsabilità e corresponsabilità, cura, cooperazione, partecipazione, condivisione...
«Di fronte alla non-volontà dei poteri forti di intraprendere la strada del bene
comune - spiega - dobbiamo agire dal basso per fare pressione sui governi e
sull’economia. Ad esempio, l’adesione a un gruppo di acquisto solidale e la
scelta di prodotti provenienti da aziende con marchi di qualità ambientale e sociale ci permette di mangiare meglio e di contrastare l’economia globale consumista. Se poi la scelta del singolo viene condivisa con amici, colleghi, comunità parrocchiale, allora si crea un circolo virtuoso. Acquistare meno cose, riscoprire la sobrietà nel mangiare, nel vestire, nell’usare i beni ci porta a sviluppare una maggiore attenzione verso la salute, l’attività fisica, la vita spirituale, le relazioni. La condivisione di beni e servizi come l’auto (car sharing),
gli spazi di lavoro e di vita (co-working, co-housing), l’uso dei mezzi pubblici e
della bicicletta, la riparazione anziché la sostituzione di un oggetto... diventano
tutti piccoli tasselli di un’economia sostenibile e, pian piano, scavano nella società e costringeranno la politica a prendere atto di questi cambiamenti che si
alzano dal basso. Dal bambino all’anziano - conclude Mascia - tutti dobbiamo
educarci a cambiare e diventare testimoni credibili e coerenti di scelte personali e comunitarie, fatte con speranza e con gioia».
«Non bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo - scrive
Papa Francesco nella Laudato si’, n. 202 -. Tali azioni diffondono un bene nella società che sempre produce frutti al di là di quanto si possa constatare, perché provocano in seno a questa terra un bene che tende sempre a diffondersi, a
volte invisibilmente. Inoltre, l’esercizio di questi comportamenti ci restituisce il
senso della nostra dignità, ci conduce ad una maggiore profondità esistenziale,
ci permette di sperimentare che vale la pena passare per questo mondo».
n
23