Kathmandu

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Kathmandu
© Lonely Planet Publications
Kathmandu
% 01 / POP. 1 MILIONE / ALT. 1337 M
Che cosa vedere.............. 63
Attività............................. 85
Corsi................................ 87
Feste ed eventi................ 87
Pernottamento................ 88
Pasti................................101
Locali............................. 108
Divertimenti.................. 109
Shopping.........................111
Dintorni di Kathmandu 119
Swayambhunath............ 119
Dintorni di
Swayambhunath............123
Il meglio –
Ristoranti
»» Or2K (p101)
»» Third Eye (p101)
»» K-Too Steakhouse (p101)
»» Delices de France (p101)
»» Kaiser Cafe (p105)
Il meglio – Hotel
»» Hotel Ganesh Himal (p98)
»» Dwarika’s (p100)
»» Kantipur Temple House
(p97)
»» International Guest
House (p95)
»» Hotel Tibet (p99)
Perché andare?
Dopo essere atterrati a Kathmandu, molti restano colpiti
dal guazzabuglio di immagini, suoni, colori e odori che può
rapidamente mandare i sensi in corto circuito. Che sfrecciate
in risciò per i caotici vicoli della città vecchia, contempliate
i bellissimi templi medievali di Durbar Sq o tentiate di schivare gli imbonitori delle agenzie di trekking nel quartiere di
Thamel, questa città è inebriante, meravigliosa e al tempo
stesso estenuante.
Per cogliere l’anima autentica di Kathmandu fate una
passeggiata lungo le vie secondarie, dove il suo prezioso
patrimonio artistico e culturale si rivela in templi nascosti
coperti di tageti, cortili pieni di riso e peperoncini posti a
essiccare e minuscoli laboratori.
Questa città sempre affascinante, talvolta snervante,
potrà tenervi impegnati per una settimana, ma sarà bene
abbandonare le comodità della capitale ed esplorare ‘il vero
Nepal’ prima di tornare a casa.
Quando andare
Kathmandu
°C/°F Temp
Precipitazioni pollici/mm
40/104
40/1000
30/86
32/800
20/68
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panorami montani,
giornate calde fino
a dicembre e tanta
folla.
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Marzo-mag A
marzo si tiene
la festa di Seto
Machhendranath,
a maggio fa molto
caldo.
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Giu-set Mesi caldi
e piovosi per il
monsone, ma con la
spettacolare festa
di Indra Jatra.
Storia
1768 l’invasione della valle da parte di Prithvi
63
Narayan Shah.
La dinastia Shah unificò quindi il Nepal e
fece della città di Kathmandu, nel frattempo
ingranditasi, la sua nuova capitale – un ruolo
che da allora ha sempre rivestito.
Nel 1934 un violento terremoto distrusse
buona parte della città, dando così luogo
alla costruzione di una rete di viali moderni
come New Rd. In tempi recenti Kathmandu
è stata risparmiata dai risvolti più cruenti
della rivolta maoista (1996-2005), ma la città
è stata comunque teatro di frequenti scioperi
e manifestazioni. Per sottrarsi alla furia
della violenza politica, decine di migliaia di
nepalesi si sono riversati nella capitale in
rapida espansione e l’amministrazione locale
sta ancora facendo grandi sforzi per cercare
di adeguare le infrastrutture cittadine alle
esigenze della popolazione.
Kathmandu C he cosa vedere
La storia di Kathmandu coincide in realtà
con quella dei newar, il gruppo etnico più
numeroso della Valle di Kathmandu. I primi
documenti relativi alla valle risalgono al
VII secolo a.C., con il popolo dei kirati, ma
la fondazione di Kathmandu risale invece
al XII secolo d.C., epoca in cui regnava la
dinastia Malla.
Gli insediamenti originari di Yambu e
Yangala, alla confluenza dei fiumi Bagmati
e Vishnumati e nella zona meridionale
dell’odierna città vecchia, si svilupparono per
servire le rotte commerciali che conducevano
in Tibet. Mercanti e pellegrini pernottavano
in ricoveri come il Kasthamandap, da cui
Kathmandu avrebbe in seguito preso il nome.
Nota in origine come Kantipur, la città
fiorì durante l’era Malla e gran parte dei suoi
magnifici templi, palazzi e altri monumenti
risalgono a questo periodo. In principio Kathmandu fu una città indipendente, ma nel XIV
secolo la vallata fu unificata sotto il dominio
del re Malla di Bhaktapur. Nel XV secolo la
regione si divise nei tre regni indipendenti di
Kathmandu, Patan e Bhaktapur. La rivalità
fra le tre città-stato sfociò in una serie di
guerre che le indebolì tutte, favorendo nel
1Che cosa vedere
Quasi tutti i luoghi interessanti si trovano
nella zona vecchia di Kathmandu e sono
concentrati soprattutto intorno alla maestosa
Durbar Sq e alle vie che da essa si diramano.
KATHMANDU E DINTORNI IN…
Due giorni
Cominciate con l’itinerario a piedi di due ore di p80. Pranzate in un locale affacciato
su Basantapur Sq o nella vicina Freak St e quindi trascorrete il pomeriggio ammirando
le meraviglie architettoniche di Durbar Sq. Concludete la giornata bevendo una birra
fresca e poi cenando nella zona di Thamel.
La mattina del giorno successivo raggiungete Swayambhunath in bicicletta e nel
pomeriggio fate shopping a Thamel. Per la vostra serata finale concedetevi una ricca
cena in uno dei ristoranti newari come Bhojan Griha o Thamel House.
Quattro giorni
Se avete a disposizione altri due giorni, raggiungete in taxi Patan (p140): in un giorno
riuscirete a visitare Durbar Sq, il Museo di Patan (il migliore del paese) e le sue affascinanti viuzze. Cenate in uno degli ottimi ristoranti di Jhamsikhel.
Il quarto giorno prendete un taxi per Pashupatinath (p128) e poi fate una breve
passeggiata fino a Bodhnath (p132), abbinando la cultura tibetana allo spettacolo del
tramonto.
Una settimana
Con una settimana di tempo avrete modo di trascorrere un’intera giornata (fermandovi
preferibilmente anche per una notte) a Bhaktapur (p156). Quando la fatica comincerà
a farsi sentire, potrete rilassarvi nell’incantevole Giardino dei Sogni.
In sette giorni potrete inoltre deliziare il vostro palato con la cucina thailandese
(Yin Yang), indiana (Third Eye), coreana (Hankook Sarang), con le bistecche di bufalo
(K-Too), i falafel (Or2k) e forse anche con qualche piatto nepalese! Ma non è questa la
sede per iniziare a parlare di cibo…
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To Kakani (24km);
Nuwakot (85km)
1 L’itinerario a piedi
attraverso il dedalo
di stradine della città
vecchia (p82), piena
di cortili nascosti
e templi poco
conosciuti
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1 km
0.5 miles
Buses for Dhunche,
Nagarjun Kakani, Nuwakot &
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2 Le splendide
5 Un po’ di relax
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con un buon libro, una
tazza di tè masala
e una fetta di torta
al cioccolato in uno
dei ristoranti con
giardino in cima ai
tetti di Thamel (p101)
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Guest House
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giornata al vicino sito
di Swayambhunath
(p119), Patrimonio
dell’Umanità UNESCO
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6 Un’escursione in
traffico nel placido
Giardino dei Sogni,
un bellissimo parco
dell’epoca Rana
finalmente restaurato
(v. lettura p78)
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buon prezzo che
farà la felicità di
amici e parenti negli
eccellenti negozi di
Thamel (p111)
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di momo (ravioli) e
carne di cinghiale
al ritmo dei tamburi
madal e dei flauti
bansari in uno dei
favolosi ristoranti
newari (v. lettura p107)
della città
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architetture dei
monumenti di Durbar
Square (p66), un
patrimonio artistico
degno di una grande
città europea
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Kathmandu
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DURBAR SQUARE
Kathmandu 
66 Durbar Square (cartina p72; ingresso stranieri/
SAARC Rs 300/100, non sono disponibili biglietti per
studenti) è la piazza dove un tempo venivano
incoronati e legittimati i re che da Kathmandu esercitavano il proprio governo (durbar
significa ‘palazzo’). In quanto tale, la piazza
è il cuore storico della città vecchia e il luogo
dove si concentrano gli edifici tradizionali più
spettacolari di Kathmandu.
In questa piazza è facile perdere la cognizione del tempo vagando per ore tra i suoi
edifici e osservando il viavai dei passanti
dai gradoni dell’imponente Maju Deval: un
modo bellissimo per godersi l’atmosfera della
città. Nonostante la maggior parte della piazza risalga al XVII e XVIII secolo (molti edifici
sono comunque ben più antichi), numerosi
sono gli interventi di ricostruzione realizzati
in seguito al grande terremoto del 1934. Nel
1979 l’intera piazza fu dichiarata Patrimonio
dell’Umanità dall’UNESCO.
L’area di Durbar Sq è in realtà costituita
da tre piazze collegate fra loro. A sud si apre
Basantapur Sq, un tempo stalla reale per gli
elefanti, oggi piena di bancarelle di souvenir;
da questa piazza inizia Freak St. La zona
principale di Durbar Sq, quella con i famosi
templi, è situata ovest. A nord-est si sviluppa
la seconda parte di Durbar Sq, dove si trovano l’entrata dell’Hanuman Dhoka e altri
templi. Da questo spiazzo aperto si allunga
in direzione nord-est Makhan Tole, un tempo
la principale arteria cittadina e tuttora la via
forse più interessante di Kathmandu.
Un buon punto da cui cominciare l’esplorazione della piazza è il Kasthamandap, un
edificio privo di particolari attrattive, ma
probabilmente la più antica costruzione
dell’intera valle.
Informazioni
Il biglietto d’ingresso a Durbar Sq è valido
solo per la data che reca impressa. Se volete
prolungarne la durata, rivolgetevi all’ufficio
del sito (cartina p72; %4268969; www.kathmandu.
gov.np; h7-18), sul lato meridionale di Basan-
tapur Sq, e chiedete un pass gratuito per
i visitatori, che vi permetterà di accedere
alla piazza per tutto il periodo di validità
del vostro visto (se poi estenderete il visto,
potrete estendere anche il ‘visitor pass’).
Per ottenerlo, dovrete presentarvi muniti
del passaporto e di una fotografia (non
necessaria per periodi inferiori a tre giorni):
la procedura richiede un paio di minuti. Di
norma vi sarà chiesto di esibire il biglietto
anche solo per transitare dalla piazza verso
New Rd o Freak St.
Attualmente è in progetto l’emissione
di un biglietto cumulativo (Rs 750) valido
sia per la piazza sia per l’Hanuman Dhoka.
ORIENTAMENTO E INDIRIZZI A KATHMANDU
La parte più interessante di Kathmandu è il quadrilatero costituito dalle affollate viuzze
della città vecchia. La zona è delimitata a est dalla vasta zona nuova della città e a nord
da Thamel, il quartiere più frequentato da turisti e backpacker. Con oltre 2500 esercizi
legati al turismo stipati in cinque o sei vie, Thamel vanta una concentrazione di alberghi,
ristoranti, agenzie di trekking, panetterie e negozi cui può fare concorrenza solo la Khao
San Rd di Bangkok. Thamel si trova a 15-20 minuti a piedi da Durbar Sq, in direzione
nord.
A est di Thamel si estende Durbar Marg, un’ampia via in cui si trovano uffici delle compagnie aeree, ristoranti e alberghi costosi. Più a nord si trovano Lazimpat e Maharajganj,
ovvero i quartieri delle ambasciate e delle ONG. A sud della città sorge Patan (v. p140),
in origine una città separata da Kathmandu e oggi parzialmente inglobata dai nuovi quartieri meridionali della capitale. Sia Kathmandu sia Patan sono circondate dalla Ring Rd.
Nella zona vecchia di Kathmandu le vie recano come unico nome quello del quartiere
(tole) in cui si trovano. Gli indirizzi corrispondono semplicemente ai nomi dei quartieri,
delle piazze o di altri punti di riferimento (templi o monasteri). Per esempio, l’indirizzo di
qualcuno che abiti in un raggio di 100 m da Thahiti Tole è solo ‘Thahiti Tole’. Le cose diventano più complicate se si pensa che oggi con ‘Thamel’ s’intende un’area con almeno
una decina di vie e centinaia di hotel e ristoranti.
Con questo sistema a dir poco anarchico è stupefacente che la posta giunga a destinazione, eppure, per quanto lentamente, viene recapitata. Prima di cercare una casa, un
negozio o un ufficio, fatevi fornire indicazioni dettagliate. In alternativa, provate a consultare la mappa interattiva del sito www.mapmandu.com.
Vicino all’ufficio del sito ci sono anche i
servizi igienici.
Kasthamandap
PADIGLIONE
(Padiglione di Legno; cartina p72) Kathmandu deve
Singh Sattal
PADIGLIONE
(cartina p72) Costruito con il legno avanzato
dal Tempio di Kasthamandap, questo tozzo
edificio si chiamava in origine Silengu Sattal
(silengu significa ‘legno avanzato’ e un sattal
è un ostello per i pellegrini), ma cambiò
nome con l’aggiunta dei singh (leoni) dalle
ali d’oro collocati a guardia di ogni angolo del
piano superiore. Al pianterreno dell’edificio
si trovano affascinanti bancarelle e negozi
di yogurt. Di mattina e di sera qui si suona
spesso musica bhajan (devozionale).
Ashok Binayak
SANTUARIO
(Maru Ganesh; cartina p72) Lungo il lato setten-
trionale del Kasthamandap, in cima a Maru
Tole, si trova questo piccolo santuario dorato.
Contrariamente a quanto farebbero supporre
le sue modeste dimensioni, è uno dei quattro
santuari più importanti della valle dedicati a
Ganesh. Poiché Ganesh è una divinità molto
amata e venerata, vi è un flusso costante di
Maru Tole
STRADA
Questa tole (strada) parte da Durbar Sq e
scende fino al fiume Vishnumati, dove un
ponte pedonale consente di proseguire lungo
il sentiero per Swayambhunath. In epoca
hippy questa era una zona molto trafficata,
ma le famose pasticcerie che le valsero il soprannome di ‘via delle torte’ sono scomparse
da tempo. Lungo Maru Tole, a soli 30 m da
Durbar Sq, si trova Maru Hiti (fuori cartina p72),
una delle fonti più belle della città.
Maju Deval
TEMPIO HINDU
(cartina p72) I gradoni color ocra di questo
tempio dedicato a Shiva sono un posto piacevolissimo per trascorrere una mezz’ora,
soprattutto all’alba e al tramonto. In effetti
il basamento a nove livelli del Maju Deval è
uno dei luoghi d’incontro più popolari della
città. Da qui potrete osservare l’incessante
attività dei venditori ambulanti di frutta e
verdura, l’andirivieni di taxi e risciò, nonché
l’assedio continuo imposto ai turisti da
venditori di flauti e altri souvenir. Il grande
tempio a tre tetti, i cui puntoni sono decorati con intagli a soggetto erotico, offre una
magnifica visuale della piazza e dei tetti della
capitale. Al livello della strada si sistemano
i venditori di tageti.
Il tempio risale al 1690 e fu fatto costruire
dalla madre del re di Bhaktapur Bhupatindra
Malla. Al suo interno si trova un lingam
(simbolo fallico) di Shiva.
Alla base della scalinata, sul lato orientale, c’è un tempietto bianco dedicato a Kam
Dev, il dio hindu dell’amore e del desiderio;
l’edificio fu eretto nello stile indiano shikhara
ed è coperto da un’alta guglia simile a una
pannocchia.
Tempio di Trailokya
Mohan Narayan
TEMPIO HINDU
(cartina p72) Nella zona aperta della piazza, im-
mediatamente a sud del Maju Deva, si erge
questo piccolo tempio sormontato da cinque
tetti. Risalente al 1680, è stato identificato
Kathmandu C he cosa vedere
il suo nome a questo antico edificio. La sua
storia è incerta, tuttavia la tradizione locale
vuole che il palazzo a tre tetti fosse stato
costruito intorno al XII secolo con il legno di
un solo albero di sal (Shorea robusta). In origine fungeva da centro dove si raccoglievano
i visitatori prima delle cerimonie principali
(un mandap è un rifugio per i pellegrini
circondato da 16 colonne), ma in seguito
fu trasformato in un tempio dedicato a Gorakhnath, un asceta vissuto nel XIII secolo
legato successivamente alla famiglia reale e
identificato come un’incarnazione di Shiva.
Un recinto centrale di legno protegge una
statua del dio: è una testimonianza iconografica rara, dal momento che Gorakhnath
viene solitamente rappresentato soltanto
attraverso le sue orme. Agli angoli del tempio
vi sono quattro immagini di Ganesh.
Il tozzo edificio d’aspetto medievale è
particolarmente affollato la mattina presto,
quando è circondato da venditori di ortaggi
della valle e portatori in attesa di clienti. Le
viuzze dei dintorni traboccano di pile di pesce
affumicato, foglie di banana e tageti.
Dall’altra parte della piazza si trova il
Tempio di Kabindrapur (Dhansa Dega),
un padiglione del XVII secolo riccamente
decorato in cui si svolgevano rappresentazioni musicali – è infatti dedicato al dio
della musica.
visitatori che attingono dal contenitore di
tika per segnarsi la fronte e poi suonano le 67
campane sul retro. Si ritiene che una visita
a questo santuario assicuri la buona riuscita
di un viaggio, quindi se siete in procinto di
partire per un trekking forse vorrete lasciare
un’offerta.
Non si sa con certezza quando fu costruito
il tempio, ma il tetto dorato è un’aggiunta del
XIX secolo. Da notare il toporagno dorato
(veicolo di Ganesh) collocato di fronte al
tempio.