L`uso dell`ambiente da parte dell`adolescente grave

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L`uso dell`ambiente da parte dell`adolescente grave
L'aiuto agli adolescenti gravi nei
servizi territoriali a bassa soglia
DANIELE BIONDO
Prima parte
L’uso dell'ambiente da parte dell'adolescente
grave
Seconda parte
IL MODELLO PSICODINAMICO MULTIPLO CON IL GRUPPO
NEGLI AMBIENTI EDUCATIVI
Terza parte
L'INTERVENTO CON IL GRUPPO DI ADOLESCENTI CON
PATOLOGIA “AL LIMITE”
Prima parte
L’uso dell'ambiente da parte
dell'adolescente grave
Organizzazione della
presentazione
Nella sequenza delle slides vengono
presentati alcuni linee possibili di sviluppo
inerenti diversi percorsi evolutivi in
adolescenza.
All’interno dei percorsi sono riportati in rosso
i contributi ambientali alla crescita
dell’individuo ed in blu l’effetto sull’individuo
di tali contributi
Percorsi evolutivi possibili
CONTRIBUTO CHE L'ADOLESCENTE RICEVE:
primo percorso
DALL’AMBIENTE NATURALE ORIGINARIO (FAMIGLIA ) E DELL'AMBIENTE NATURALE
ALTERNATIVO ALLA FAMIGLIA per realizzare i compiti della crescita
secondo percorso
DAGLI AMBIENTI EDUCATIVI, ALTERNATIVI ALLA FAMIGLIA (SCUOLA, GRUPPI DI COETANEI,
CENTRI DI AGGREGAZIONE ECC.) PER COMPENSARE LA DEPRIVAZIONE PRIMARIA e realizzare i
compiti della crescita
terzo percorso
DA PARTE DEGLI AMBIENTI DI SOCCORSO (CIC, AMBULATORIO, OSPEDALE, TRIBUNALE PER I
MINORI, CENTRO DIURNO) per realizzare i compiti della crescita
quarto percorso
DALL’ AMBIENTE ASSENTE PER INTERROMPERE IL PROCESSO MATURATIVO:
primo percorso
l’ambiente familiare ed alternativo
A - CONTRIBUTO CHE L'ADOLESCENTE RICEVE
DALL’AMBIENTE NATURALE ORIGINARIO
(FAMIGLIA ) E DELL'AMBIENTE NATURALE
ALTERNATIVO ALLA FAMIGLIA PER LA
REALIZZAZIONE DEI COMPITI EVOLUTIVI E PER
L'ADATTAMENTO SOCIALE
Contributo positivo della famiglia
per il soddisfacimento dei bisogni
primari dell'individuo e per la
nascita del suo funzionamento
mentale.
Il contributo originario della funzione
materna è riferibile al poter fare
l’esperienza di un oggetto d’amore che
fornisca un:
Sostegno emotivo, che permette il contenimento
delle ansie primitive (Winnicott)
Riconoscimento narcisistico ed un rispecchiamento,
che garantisce l’individuazione del Sè (Kohut ),
Un sistema di attaccamento sicuro, che garantisce la
costruzione del sistema di sicurezza interno (Bowlby)
Il contributo originario della funzione paterna
è riferibile alla possibilità di:
Contrastare l’originaria ‘comunione quanto mai intima dell’Io del
bambino con l’ambiente' (Freud) che permette all’individuo di
emergere dalla fusione con la madre e di avviare il processo di
individuazione-separazione
Permettere al b/o di fare l’esperienza della castrazione (confronto con
la legge morale) (Freud)
Fare l’esperienza di un oggetto più reale della madre, e cioè meno
soggettivo (Winnicott), che apre al rapporto con la realtà grazie alla
possibilità di usufruire di un secondo oggetto d’amore (Gaddini)
Avere un oggetto che protegge dalle pulsioni distruttive (Klein),
che permette di regolare la relazione con la madre,
B – proseguimento dello
sviluppo
Grazie a tale contributo originario il ragazzo può
proseguire il percorso maturativo ed entrare
nell’adolescenza, usufruendo del contributo degli
ambienti naturali alternativi alla famiglia (scuola,
gruppo e ambienti per la socializzazione) per il soddisfacimento dei
• bisogni secondari dell’Io (socializzazione,
apprendimento, sviluppo di competenze relazionali e
sociali ecc.)
• e delle competenze del Sé (accoglimento del Sé,
sviluppo di un pensiero autonomo, identificazione di
genere, differenziazione generazionale, ecc.) necessari
per affrontare i compiti evolutivi fase-specifici
Il contributo del gruppo al processo adolescenziale
1.
Permette di separarsi dal nucleo familiare e di mettere gli adulti a distanza.
2.
Rappresenta un'area transizionale: facilita il passaggio interiore
dall'infanzia all'età adulta, dalla famiglia alla società, dall’io al noi
3.
Permette di fare nuovi legami e di acquisire nuove regole condivise con i
coetanei,
4.
Consente di fondare un proprio linguaggio e propri valori orientando
dall’interno atteggiamenti e comportamenti
5.
Fornisce l’appoggio necessario per superare la frammentazione e la
confusione mentale
6.
Permette di proiettare le parti di sé sui vari componenti, determinando
quei fenomeni di conformismo e di contagio che caratterizzano i gruppi
adolescenziali
compiti evolutivi della madre
dell’adolescente
1. Secondo parto: lacerazione profonda del sistema
relazionale madre-figlio, che sancisce la definitiva
creazione di due menti separate
1. Svezzamento sociale: relazione con i nuovi oggetti
sociali del figlio (il gruppo, gli amici, l’amico del cuore, la
“compagnia”)
1. Consegna alla coppia: accettazione della
sessualizzazione del corpo del figlio ed impegno a
favorire il corretto ingresso del/la ragazzo/a nel mondo
della coppia amorosa e della sessualità
compiti evolutivi del padre
dell’adolescente
1. Garante della crescita, sostegno ed autorizzazione alle modalità con cui il
figlio. sceglie di realizzare l’impresa : a) tempi: introduzione della
temporalità 8abbandono del passato, proiezione nel futuro, assimilazione e
comprensione del presente); b) spazi: superamento dello spazio familiare
ed apertura allo spazio sociale (garante della differenziazione).
Nomina della femminilità della figlia e della virilità del figlio, attraverso uno
sguardo bonificante e legittimante, che li aiuta a comprendere e
comunicare emozioni e sentimenti complessi relativi al corpo, al desiderio,
all’aggressività, alla seduzione ecc., “rendendo così più percettibili al figlio
adolescente i processi che portano alla conoscenza di sé” (Pietropolli
Charmet, 1995).
Promozione del processo di trasformazione del figlio degli aspetti ideali
infantili (persecutori nella loro grandiosità) in un ideale dell’Io più bonario
e misurato da porre al servizio dei propri progetti (del figlio) attuabili solo
con l’impegno e la devozione.
REALIZZAZIONE
DEL PROCESSO DI CRESCITA
Possono essere svolti i compiti evolutivi dell’adolescenza
nell’area cognitiva, emotiva, sociale ecc.
L’acquisizione di tali competenze è propedeutico per
l’avvio del processo di soggettivazione.
Grazie a tale processo di crescita può essere sviluppata dall’adolescente
l’indipendenza dai bisogni primari necessaria al soddisfacimento dei bisogni
secondari e all’adattamento creativo al contesto sociale
secondo percorso
l’ambiente EDUCATIVO
A - CONTRIBUTO CHE L’ADOLESCENTE
RICEVE DAGLI AMBIENTI EDUCATIVI
ALTERNATIVI ALLA FAMIGLIA (SCUOLA,
GRUPPI DI COETANEI, CENTRI DI
AGGREGAZIONE ECC.) PER LO
SVOLGIMENTO DEI COMPITI EVOLUTIVI
E PER L'ADATTAMENTO SOCIALE
Contributo deficitario della famiglia al
soddisfacimento dei bisogni primari
dell'individuo (danno narcisistico
originario), che produce in
adolescenza la svalutazione del
contributo ambientale ed un ritardo
nel processo maturativo, che lo porta
a ricercare negli ambienti alternativi
alla famiglia il soddisfacimento dei
bisogni primari .
L’ADOLESCENTE ATTIVA
L’AMBIENTE ALTERNATIVO
Uso improprio da parte degli
adolescenti degli ambienti alternativi,
per soddisfare prevalentemente bisogni
primari e non solo per acquisire
competenze inerenti il soddisfacimento
dei bisogni secondari
L’ambiente educativo è in grado di contenere e
riconoscere i bisogni emotivi dell'adolescente
(resi particolarmente pressanti dalla
deprivazione primaria) e di accogliere il ragazzo
nell’insieme del suo essere (funzione
educativa), e grazie a ciò riesce a proporgli
anche il soddisfacimento dei bisogni secondari
(acquisizione di competenze specifiche),
permettendogli di realizzare i compiti fasespecifici. In questo caso l’ambiente alternativo è
costretto a svolgere un ruolo non proprio,
“supplente” della famiglia, per salvaguardare il
proprio funzionamento.
FUNZIONE
DELL’AMBIENTE EDUCATIVO
• Attivazione di processi gruppali
• Sostegno ai compiti evolutivi
dell’adolescente
FUNZIONE DELL’AMBIENTE EDUCATIVO PER
L’ADOLESCENTE PROBLEMATICO
ATTIVA I PROCESSI ADOLESCENS DELLA MENTE
quelli della sublimazione e dell’idealizzazione - che permettono di
rinunciare all’immediato soddisfacimento della meta pulsionale ,
consentendo all’adolescente di dedicarsi ai compiti
dell’apprendimento e della creazione di se stesso.
Con la sublimazione l’adolescente devia la forza pulsionale,
mettendo a disposizione del suo Sé una buona dose di energia per
auto crearsi;
con l’idealizzazione si rende possibile per l’adolescente “l’esistenza
di un luogo di partecipazione < tra due > o più” (Gutton, 2008)
dove deviare la forza pulsionale.
B – proseguimento dello
sviluppo
( può essere ripreso il
percorso evolutivo)
terzo percorso
l’ambiente di soccorso
A - CONTRIBUTO AL PROCESSO
MATURATIVO DELL’ADOLESCENTE DA
PARTE DEGLI AMBIENTI DI SOCCORSO
(AMBULATORIO, OSPEDALE, TRIBUNALE
PER I MINORI, CENTRO DIURNO) PER LO
SVOLGIMENTO DEI COMPITI EVOLUTIVI
E PER L'ADATTAMENTO SOCIALE
IMPOSSIILITA’ DI REALIZZARE IL PRIMO ED
IL SECONDO PERCORSO EVOLUTIVO
Contributo deficitario della famiglia (danno narcisistico originario)
Uso improprio degli ambienti alternativi
L’ambiente alternativo non è in grado di decodificare, contenere e
soddisfare la richiesta dell’adolescente
L’adolescente blocca l’acquisizione delle competenze dell’Io e del Sé
con conseguente danno narcisistico secondario che si traduce in un blocco
evolutivo ed adattivo.
STRATEGIA DI SOPRAVVIVENZA
L’individuo deve mettere in atto una serie di
comportamenti a rischio o di azioni violente (azioni
mobilitanti) sintomatiche ad alto valore simbolico
(incidente, azione deviante, azione violenta, tentato
suicidio, assunzione di droghe) con l’obiettivo di
mobilitare altri ambienti - gli ambienti di soccorso caratterizzati nella sua mente da una forte capacità
contenitiva nei confronti dei suoi impulsi auto ed etero
distruttivi e della capacità di tirarlo fuori dalla crisi che
si è attivata.
RUOLO DEGLI AMBIENTI DI
SOCCORSO
Attivazione di una serie di interventi finalizzati
al superamento della crisi. Tali interventi si
possono distribuire in 3 fasi a secondo della
gravità della crisi:
1.fase di consultazione
2.fase dell’intervento
3.fase di riabilitazione
L’ambiente di soccorso (ad esempio il CIC della
scuola,o il centro diurno) è attrezzato per decodificare il
messaggio simbolico dell’azione sintomatica
dell’individuo (fase di consultazione) e acquisisce
l’autorità per un progetto di AIUTO finalizzato a
rispondere alla sua richiesta di soddisfacimento dei
bisogni primari (ascolto, comprensione ecc.) e a
superare IL MOMENTO DI CRISI (fase dell’intervento)
ed a produrre un progetto d’intervento patteggiato con gli
ambienti naturali alternativi alla famiglia (fase di
riabilitazione) per il soddisfacimento dei bisogni
secondari.
L’adolescente può ritornare ad usufruire del
contributo degli ambienti alternativi grazie al
sostegno ed alla presenza dell’ambiente di
soccorso. Per raggiungere tale obiettivo è utile
attrezzare degli ambienti di soccorso
all’interno degli ambienti di vita
dell’adolescente, visto che normalmente egli si
rifiuta di farsi aiutare (patologia sommersa),
per la paura di essere etichettato come malato
o deviante, e di utilizzare gli ambienti
ufficialmente predisposti per questo tipo di
difficoltà.
B – proseguimento dello
sviluppo
( può essere ripreso il
percorso evolutivo)
quarto percorso
L’ambiente assente
A -IMPOSSIILITA’ DI REALIZZARE IL PERCORSO EVOLUTIVO
Contributo deficitario della famiglia (danno narcisistico originario)
Uso improprio degli ambienti alternativi
L’ambiente alternativo non è in grado di decodificare, contenere e
soddisfare la richiesta dell’adolescente
L’adolescente blocca l’acquisizione delle competenze dell’Io e del
Sé che si traduce in un blocco evolutivo ed adattivo
Attivazione dei comportamenti a rischio (azioni mobilitanti) ad alto
valore simbolico (incidente, azione deviante, tentato suicidio,
assunzione di droghe) con l’obiettivo di mobilitare ambienti di soccorso
caratterizzati nella sua mente da una forte capacità contenitiva
Gli ambienti di soccorso che entrano in contatto con l’
adolescente funzionano solo in termini di stretto contenimento
fisico e falliscono nel compito di decodificazione del
messaggio simbolico dell’azione sintomatica
ASSENZA DI UN AMBIENTE CAPACE DI FORNIRE
ALL'ADOLESCENTE IL CONTRIBUTO NECESSARIO PER
COMPLETARE IL PROCESSO MATURATIVO:
VIENE DEFINITIVAMENTE COMPROMESSA LA POSSIBILITÀ DI
SVOLGERE I COMPITI EVOLUTIVI E DI CONQUISTARE
L'ADATTAMENTO SOCIALE
A - FASI DEL PERCORSO EVOLUTIVO
FALLIMENTARE
Gli ambienti di soccorso contribuiscono così a
strutturare l’identità fallimentare dell’adolescente,
poichè gli restituiscono l’immagine danneggiata del
Sé (danno narcisistico permanente) e la loro
impotenza nei confronti di ogni intervento riparativo,
rendendo impraticabile ogni processo terapeutico
successivo (danno progettuale).
FASI DEL PERCORSO EVOLUTIVO FALLIMENTARE
Si realizza la condizione pericolosa e spesso irreversibile
della disperazione visto che l’ adolescente si convince che
nessun adulto e nessun ambiente alternativo o di
soccorso è in grado di aiutarlo a riparare il danno
acquisito nell'ambiente originario. Si realizza la perdita della
potenzialità della relazione con l’altro e di conseguenza
“l’azione mobilitante” perde ogni significato simbolico e
l’unica intenzione comunicativa risulta essere la mancanza
stessa di senso o , nel migliore dei casi, di messa in
scena nell’ambiente del danno ricevuto (restituzione
all’ambiente del danno ricevuto dall’ambiente).
Il fallimento della soggettivazione
è causato da:
1. tutto ciò che non è stato significato al soggetto
dagli oggetti che lo circondano circa il mondo
dove vive,
2. tutto ciò che non gli è stato reso decifrabile,
autorizzato, circa il suo stesso essere, le sue
pulsioni, il suo posto nelle generazioni, la sua
identità,
3. tutto ciò che dagli oggetti d’amore è reso
intollerabile al soggetto tramite l’intrusione, la
seduzione, la carenza o l’incoerenza, che perciò
non è metabolizzabile né trasformabile e lo getta
in un rapporto alienato per eccesso di eccitazione
o per mancanza di senso.
B - Alterazione
irreversibile dello
sviluppo
(il percorso evolutivo
descritto nelle diapo 7, 8, 9, 10,11,12 viene
realizzato o in maniera difettosa e distorta
o addirittura, nei casi più gravi, viene del
tutto bloccato con il breakdown evolutivo )
STRATEGIE DI SOPRAVVIVENZA PSICHICA
QUANDO NON PUÒ ESSERE REALIZZATO IL
PERCORSO EVOLUTIVO
•
Si apre la strada per la psicopatologia
( soluzione psicotica o borderline)
•
Un’alternativa salvifica dal disturbo mentale
diventa la carriera criminale (avviata
dall'esperienza del “branco”)
•
In altri casi, in cui predomina la disperazione, si
apre la strada per la soluzione estrema (suicidio) o
per le sue forme differite (tossicodipendenza)
In questi casi l’adolescente si è
rassegnato a perdersi,
cioè a perdere se stesso
e rinuncia a realizzare il
processo di soggettivazione.
Per sopravvivere mentalmente si
rassegna a convivere con un danno
permanente del Sé o a distruggere il
Sé danneggiato
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Novelletto A., Biondo D., Monniello G. (2000),
L’adolescente violento
Franco Angeli, Milano.
Pietropolli Charmet G. (2000),
I nuovi adolescenti
Cortina, Milano.
Biondo D. (2008)
Fare gruppo con gli adolescenti
Franco Angeli, Milano