PIO XII: IL PAPA CHE SEPPE COME OPPORSI AD HITLER

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PIO XII: IL PAPA CHE SEPPE COME OPPORSI AD HITLER
PIO XII: IL PAPA CHE SEPPE COME OPPORSI AD HITLER
di Stefano della Redazione di BASTABUGIE (http://www.nobugie.splinder.com)
La forza e la carità di Papa Pio XII.
Eugenio Pacelli nacque a Roma nel 1876: qui studiò all’Università Gregoriana. Ordinato sacerdote
nel 1899, entrò al servizio del Papa nel 1901 e fu il principale assistente del cardinale Gasparri nel
lavoro di codificazione del diritto canonico.
Nel 1917 il Papa Benedetto XV lo nominò nunzio a Monaco di Baviera e nel 1920 nunzio della
nuova repubblica tedesca. Furono anni laboriosi, di grande lavoro diplomatico. Nominato cardinale
nel 1929, nel 1930 divenne Segretario di Stato vaticano. In quegli anni fu ampiamente diffamato
dalla stampa nazista che lo definiva il cardinale "amico degli ebrei", a causa delle oltre cinquanta
lettere di protesta inviate ai tedeschi. Mentre la seconda guerra mondiale era alle porte, fu eletto
Papa in un conclave durato soltanto un giorno. Avendo scelto il motto Opus iustitiae pax (la pace è
l’opera della giustizia), Pio XII si considerava il Papa della pace, e fino al 1 settembre 1939 lottò
per impedire lo scoppio della guerra con azioni diplomatiche, fino a lanciare un appello dalla Radio
Vaticana: "Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra!".
Nei quasi venti anni di pontificato, Pio XII pubblicò molte encicliche tra cui la Mystici corporis
(1943), dove spiegava la natura della Chiesa come Corpo mistico di Cristo, e la Divino afflante
Spiritu (1943), con la quale permetteva l’uso dei moderni metodi storici di analisi nell’esegesi della
Sacra Scrittura. Nel 1951 e negli anni seguenti riformò l’intera liturgia della Settimana Santa.
Sempre fedele devoto della Madonna, nel 1950 definì il dogma dell’Assunzione al cielo della
Vergine in corpo ed anima. Canonizzò trentatré santi, tra i quali il Papa Pio X. Creò un numero
senza precedenti di cardinali provenienti da varie nazioni, riducendo così il numero degli italiani ad
un terzo del Sacro Collegio. Fu il primo Papa che divenne molto noto usando frequentemente la
radio e la televisione.
Durante tutta la guerra diresse, attraverso la Pontificia Commissione Assistenza, un vasto
programma per l’aiuto alle vittime del conflitto. Quando poi Hitler nel 1943 occupò Roma, Pio XII
fece del Vaticano un rifugio per innumerevoli profughi, tra cui molti ebrei.
Eppure oggi alcuni ebrei accusano la Chiesa e Pio XII di ambiguità nei confronti del regime
nazista: sono accuse infondate! Infatti, ci sono numerosissime testimonianze di ebrei, di rabbini e
di ogni sorta di organizzazione ebraica, che ha elogiato e ringraziato in ogni modo Papa Pacelli.
Tra questi, il futuro premier israeliano Golda Meir che definì Pio XII "un grande servitore della
pace". Israël Zolli, grande rabbino di Roma, che si convertì al cattolicesimo e chiese udienza al
santo Padre per "esprimere in forma ufficiale al Santo Padre il ringraziamento degli ebrei di Roma
per quanto è stato fatto in loro favore". Nel dicembre 1940, in un articolo del Time magazine, il
grande scienziato ebreo Albert Einstein scrisse: "Solo la Chiesa si è schierata apertamente contro
la campagna di Hitler per la soppressione della verità. Non ho mai avuto un particolare amore per
la Chiesa prima d’ora, ma sono costretto a confessare che ora apprezzo senza riserve quello che
un tempo disprezzavo". Si tratta di persone che avevano vissuto il periodo storico incriminato,
mentre molti di coloro che oggi attaccano Pio XII o erano molto giovani o addirittura non erano
ancora nati quando il nazismo commetteva i suoi crimini.
Durante l’occupazione tedesca di Roma, Pio XII diede segretamente istruzione al clero cattolico di
salvare quante più vite umane possibili, con ogni mezzo. Così salvò migliaia di ebrei italiani dalla
deportazione. Mentre circa l’80% degli ebrei europei morirono in quegli anni, l’80% degli ebrei
italiani furono salvati. Non a caso a Roma si trova oggi la più numerosa comunità ebraica
d’Europa. Solo in Roma, 155 conventi e monasteri diedero rifugio a circa 5 mila ebrei. A un certo
punto, non meno di tremila trovarono scampo nella residenza papale di Castel Gandolfo,
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sfuggendo così alla deportazione nei campi di sterminio tedeschi. Seguendo le dirette istruzioni di
Pio XII, molti preti e monaci favorirono il salvataggio di centinaia di vite ebraiche mettendo a
repentaglio la loro. E’ vero che il Papa non denunciò mai in pubblico le leggi antisemite e la
persecuzione degli ebrei, ma il suo silenzio fu un efficace approccio strategico volto a proteggere
più ebrei dalla deportazione. Del resto a convincere il Papa furono anche moltissimi ebrei. Ci si
può chiedere, naturalmente, cosa poteva essere peggio dello sterminio di sei milioni di ebrei. La
risposta è semplice e terribilmente onesta: l’assassinio di centinaia di migliaia di ebrei in più. La
protesta pubblica avrebbe inoltre impedito alla Chiesa di svolgere il lavoro nascosto di assistenza.
Del resto due episodi ci danno la riprova. Nel 1937 Pio XI pubblicò l’unica enciclica scritta in
tedesco Mit Brennender Sorge (Con gravissima preoccupazione), una denuncia feroce del
nazionalsocialismo e del razzismo. La bozza dell’enciclica fu scritta proprio da Pio XII, allora
Segretario di Stato. Si può dire che è il più duro documento che la Santa Sede abbia mai
promulgato contro un potere politico in tutta la sua storia. Venne letta da tutti i pulpiti in Germania.
Quale fu il risultato? Fu rallentata la persecuzione degli ebrei? Assolutamente no. Hitler montò su
tutte le furie, e le misure contro gli ebrei furono aggravate. Il secondo episodio significativo è del
1942: l’Olanda era occupata dai nazisti che cominciarono la deportazione degli ebrei. In tutte le
chiese cattoliche in Olanda venne letta una lettera di protesta pubblica. Come conseguenza la
deportazione degli ebrei venne accelerata, e vennero deportati ed uccisi anche gli ebrei convertiti
al cattolicesimo, tra questi c’erano Edith Stein e sua sorella.
Comunque, al di là di considerazioni di carattere "politico", le virtù di Papa Pacelli sono così note
che è in corso la causa di beatificazione! Innanzitutto le virtù teologali: fede, speranza e carità. Pio
XII era un uomo di grandissima fede, pregava molto. Non mancava mai di infondere speranza.
Anche nei momenti più brutti, lui invitava ad avere fiducia nell’opera dello Spirito Santo. É stato
inoltre un uomo di grandissima carità: si è prodigato non solo per gli ebrei ma per tutti i
perseguitati, ha cercato di aiutare la gente vittima del nazismo e del fascismo anche dopo la fine
della guerra. Quanti treni carichi di cibo, abiti, scarpe e medicinali sono partiti per aiutare le vittime
della guerra. Coerente con le virtù che praticava, Pio XII era un uomo estremamente sobrio,
mangiava pochissimo, dormiva solo poche ore, spesse volte lavorava fino alle due di notte si
alzava alla sei dopo una breve siesta. Per solidarietà con le misere condizioni delle popolazione
rinunciò a bere una sola tazza di caffè, sapendo che la gente non aveva il caffè. Sapeva che
mancava il riscaldamento e lui non si è più riscaldato neanche durante l’inverno. Suor Pascalina,
sua assistente, ha raccontato che la biancheria del Santo Padre era tutta rattoppata. Papa Pacelli
disponeva all’inizio del suo pontificato di un significativo patrimonio familiare: lo ha speso tutto in
opere di carità!
Pio XII ci fa essere grati al Signore per averci dato, ancora una volta, un grande Papa, come suo
vicario, in un momento storico così difficile per l’umanità come fu quello da lui vissuto.
Stefano della Redazione di BASTABUGIE
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