popillia_japonica - Parco del ticino e del lago Maggiore

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Popillia japonica
Il Coleottero giapponese (Popillia japonica NEWMAN, 1841) è un coleottero
appartenente alla famiglia degli Scarabeidi, originario del Giappone. Si
tratta di una specie che infesta e distrugge tappeti erbosi, piante
selvatiche, da frutto e ornamentali e la cui diffusione si sta ampliando.
Distribuzione
Fuori del Giappone P. japonica è diffusa in Cina, Russia (isole Curili), Portogallo, Canada e Stati Uniti. In Giappone,
dove i nemici naturali della specie tengono le sue popolazioni sotto controllo, il coleottero giapponese non è
responsabile di gravi infestazioni.
Si pensa sia stata introdotta negli Stati Uniti attraverso larve contenute in bulbi di piante di iris. La prima volta è
comparsa nel 1916, a Riverton, nello stato del New Jersey. Nel 1918, il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti e
le autorità dello stato tentarono di eradicare questa specie, ma l'infestazione era ormai in stadio così avanzato da
rendere impossibile l'eradicazione con le tecniche allora disponibili; inoltre non vi erano fondi sufficienti. Nel 1932 il
coleottero giapponese si era già diffuso verso ovest in molti altri stati ad est del Mississippi (tranne la Florida) e in
Wisconsin, Minnesota, Iowa, Missouri, Nebraska, Kansas, Arkansas e Oklahoma. Nel 1967, 19 stati ospitavano
infestazioni ampie o gravi e altri 4 infestazioni limitate o isolate. Il clima favorevole, l'ampia disponibilità di piante ospiti,
la mancanza di nemici naturali e l'espansione delle superfici investite a prato, che costituiscono l'ambiente di
riproduzione ideale di questa specie, hanno giocato un ruolo importante nella diffusione del coleottero giapponese
negli Stati Uniti, che si prevede presto colonizzerà tutti gli stati che affacciano sul Golfo del Messico.
Descrizione
Adulto: Gli adulti hanno forma ovale, sono lunghi da 8 a 11 mm e larghi da 5 a 7 mm.
Il corpo e il pronoto hanno una colorazione brillante verde metallico con le elitre di
color bronzo o rame che non arrivano a coprire completamente l'addome, che
inferiormente presenta delle bande di peli (chiamati setae) bianco-grigiastre visibili
anche osservando gli animali lateralmente. Cinque macchie di peli bianchi su ogni lato
dell'addome e un paio delle stesse sull'ultimo segmento addominale distinguono
inequivocabilmente P. japonica da tutti gli altri coleotteri di aspetto simile. I maschi,
che generalmente sono leggermente più piccoli delle femmine, quando stanno posati,
tengono il secondo paio di zampe distese e hanno gli speroni tibiali appuntiti, mentre
nelle femmina sono arrotondati. In entrambi i sessi le antenne sono frequentemente
ripiegate e nascoste, ma quando gli insetti percepiscono un odore interessante o dei feromoni, su di esse si aprono
delle strutture simili a piccoli petali di un fiore, che prendono il nome di lamellae.
Uovo: Le uova appena deposte possono essere sferiche, ellissoidali o leggermente
ciclindriche e generalmente hanno un diametro di circa 1.5 mm. La colorazione varia
da trasparente a bianco crema, con piccole aree esagonali visibili sulla superficie.
Durante lo sviluppo dell'embrione l'uovo aumenta di dimensioni fino a raddoppiare di
volume e diventa quasi sferico.
Larva: Le larve sono di colore trasparente - bianco crema e il corpo è cosparso di peli
marroni lunghi misti a spine più corte e con la punta smussata. La testa è giallastramarrone con le mandibole scure. Il corpo è formato da 3 segmenti toracici e 10
addominali. Ogni segmento toracico porta un paio di zampe segmentate. L'accumulo
di materia fecale all'interno della parte terminale dell'intestino (proctodeo) può
conferire una colorazione grigiastra scura all'estremità posteriore dell'addome. Quando
è a riposo la larva ha una forma piegata a C, carattere che si trova comunemente nelle
larve degli Scarabeidi.
Pupa: La trasformazione in pupa ha luogo all'interno di una cella composta di terra che
viene costruita dall'ultimo stadio larvale. La pupa è lunga circa 14 mm e larga 7. Ha un
colore che varia tra il giallo crema pallido e il verde metallico, a seconda dell’età.
Ciclo vitale
Nella maggior parte del suo areale P. japonica porta a compimento il suo intero ciclo
vitale in un unico anno, ma alcune popolazioni che abitano zone dal clima più freddo
possono completare il loro sviluppo in 2 anni. È dimostrato che il momento della
comparsa degli adulti, il periodo dell'ovoposizione e la durata del successivo sviluppo
variano con la latitudine, l'altitudine e anche di anno in anno. Gli adulti emergono in
maggio nelle regioni con clima più caldo e in giugno-inizio luglio nelle porzioni più
settentrionali dell'areale.
I maschi compaiono alcuni giorni prima delle femmine ma la sex ratio della
popolazione alla fine si mantiene sul valore di 1 a 1. La stagione degli accoppiamenti
comincia subito dopo la comparsa degli adulti, quando le femmine vergini rilasciano potenti feromoni sessuali che
attraggono immediatamente grandi numeri di maschi. I maschi in cerca di partner accorrono in massa e si aggregano
intorno alle femmine recettive formando gruppi che vengono chiamati palle. Tuttavia in queste situazioni di intensa
competizione, gli accoppiamenti avvengono difficilmente. La scelta del sito di ovoposizione è influenzata dalla
distanza dalle piante ospite delle larve e dalle condizioni della copertura del suolo. In aree suburbane, dove i tappeti
erbosi sono abbondanti e la maggior parte dei coleotteri adulti si nutrono sugli alberi, sui cespugli e nei vigneti, le uova
vengono depositate nelle piante erbacee vicine. Sebbene P. japonica depositi la maggior parte delle uova in pascoli,
prati o campi da golf, alcune di esse possono essere deposte nei campi coltivati. In particolare, durante le estati
secche, quando i pascoli sono duri e asciutti, i coleotteri sono soliti cercare campi sia incolti che coltivati con suolo
umido e morbido.
La femmina scava nel suolo fino a una profondità di 5–10 cm e deposita singolarmente da 1 a 3 uova. Emerge
nuovamente dal terreno dopo un giorno o talvolta dopo 3 o 4 giorni e ricomincia a nutrirsi e ad accoppiarsi. Nel corso
della sua vita adulta una femmina può entrare nel terreno per più di 16 volte e depositare un totale di 40-60 uova.
Le uova si schiudono in 10-14 giorni. Il primo stadio larvale si nutre per 2-3 settimane delle radichette che trova nelle
vicinanze del sito di schiusa, quindi effettua la prima muta. Il secondo stadio continua a nutrirsi per altre 3-4 settimane
e poi subisce la muta. La maggioranza delle larve raggiunge il terzo stadio larvale vicino all'autunno, quando la
temperatura del suolo diminuisce gradualmente. L'attività delle larve si interrompe quando la temperatura arriva
intorno ai 10 C e la maggior parte di esse sverna come terzo stadio a una profondità di 5–15 cm. Con l'inizio della
primavera le larve ritornano sulle radici delle piante per ricominciare a mangiare, e dopo 4-6 settimane sono pronte
per trasformarsi in pupe. Questo processo avviene vicino alla superficie del suolo e dura da una a 3 settimane. Lo
stadio adulto emerge dal terreno a partire da metà maggio, nelle aree con clima più caldo, e in giugno-luglio nelle
regioni con clima più freddo.
La durata della vita del coleottero adulto dipende dalla temperatura predominante negli ambienti di vita: è
relativamente corta in regimi caldi e relativamente lunga in regimi freddi. Studi effettuati su individui mantenuti in
cattività hanno dimostrato come le variazioni possano essere anche notevoli: da 9 a 74 giorni nei maschi e da 17 a
105 giorni nelle femmine. Il range generalmemte accettato va da 30 a 45 giorni.
Piante ospite
Il coleottero giapponese infesta più di 300 diverse specie vegetali tra cui piante da frutta, da giardino e numerosi tipi di
piante coltivate. Tra quelle più comuni troviamo la fragola, il pomodoro, il peperone, la vite, la rosa, il susino, il pero, il
pesco, il lampone, il rovo, il mais, il pisello, il mirtillo e poi le specie appartenenti ai seguenti generi:
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Abelmoschus
Acer *
Aesculus **
Alcea
Althaea **
Asparagus *
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Aster
Basil
Betula **
Buddleia
Calluna
Caladium
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Canna
Castanea **
Chaenomoles
Cirsium
Clethra **
Corylus
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Cosmos
Dahlia
Daucus
Dendranthema
Digitalis
Dolichos
Echinacea
Glycine *
Hemerocallis
Heuchera
Hibiscus **
Hydrangea
Ilex
Impatiens
Iris
Juglans **
Lagerstroemia
Liatris
{*} Ospite primario
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Ligustrum
Malus *
Malva
Myrica
Oenothera
Parthenocissus
Phaseolus
Phlox
Physocarpus
Pistacia
Platanus **
Polygonum
Populus **
Prunus *
Quercus
Rheum *
Rhododendron
Rosa *
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Rubus *
Salix **
Sambucus
Sassafras **
Solanum
Sorbus **
Tilia *
Toxicodendron
Ulmus *
Vaccinium
Viburnum
Vitis *
Weigelia
Wisteria
Zea *
Zinnia
{**} Ospite secondario
Danni arrecati alle piante
Sia gli adulti che le larve possono causare danni alle piante, ma l'ospite e la
natura del danno sono generalmente differenti.
Gli adulti si nutrono delle foglie, fiori e frutti di un'ampia gamma di specie
ospite e sono attivi prevalentemente nelle calde giornate di sole. Gli insetti
sono guidati principalmente dagli odori e dalla posizione delle piante rispetto
alla luce diretta del sole nella selezione dei vegetali dove nutrirsi. Pascolano
in gruppo cominciando dalle fronde più alte della pianta e muovendosi quindi
gradualmente verso il basso. Mentre un singolo individuo non riesce a fare
grandi danni, vista l'esigua quantità di cibo di cui ha bisogno, interi gruppi
possono compromettere gravemente la salute delle piante.
Gli adulti si alimentano stando sulla pagina superiore delle foglie, masticando
il tessuto foliare presente tra le nervature. Le foglie infestate, mantenendo
solo la rete delle nervature, assumono un caratteristico aspetto scheletrico.
Pochi individui posati su piante costituiscono una minaccia non di per se
stessi ma per il fatto che la loro presenza faciliterà e indurrà l'arrivo di
numerosi altri cospecifici. Infatti il coleottero giapponese è in grado di produrre
dei feronomi di aggregazione che funzionano da richiamo per altri individui, i
quali, oltre a cominciare a loro volta a nutrirsi delle piante, partecipano come
potenziali partner riproduttivi. Inoltre le essenze volatili sprigionate dalle
specie vegetali danneggiate possono attrarre altri coleotteri.
Le larve si cibano principalmente sulle radici delle piante erbose arrivando spesso a distruggere completamente il
tappeto erboso di prati, parchi e campi da golf. Le piante infestate vedono ridursi la capacità di assorbire acqua dal
terreno e quindi di resistere allo stress cu sono sottoposte nei periodi di clima caldo e secco
Attualmente il Coleottero giapponese è la specie di insetto infestante delle coperture erbose più diffusa negli Stati
Uniti. Si stima che gli interventi mirati al controllo delle larve e degli adulti costino alle industrie delle piante da prato e
ornamentali più di 460 milioni di dollari ogni anno. Le perdite attribuibili alle infestazione da larve ammontano a circa
234 milioni di dollari l'anno, di cui 78 per il controllo e gli altri 156 per la sostituzione delle piante erbacee danneggiate.
Metodi di lotta
Le strategie per contrastare l'azione dei coleotteri adulti (che si nutrono sulle parti aeree di numerose piante) e quella
delle larve (che invece attaccano principalmente l'apparato radicale delle piante erbacee che formano i tappeti erbosi)
devono necessariamente essere diverse. È noto che la distruzione di una popolazione di organismi infestanti influenza
inevitabilmente non solo la specie bersaglio ma anche organismi "utili" all'interno dell'ecosistema. Per questo motivo la
soluzione migliore consiste nel tentare di gestire le popolazioni infestanti e non di eradicarle, così da mantenerle a
livelli tali da non causare danni economici e al contempo minimizzare l'impatto sull'ambiente. L'approccio più efficace
per esercitare un controllo su una popolazione di P. japonica è quello che prevede l'uso integrato di metodi diversi e
mirati a limitare il numero sia degli adulti che delle larve.
Per riuscire a pianificare e migliorare le appropriate strategie di controllo occorre innanzi tutto monitorare l'area di
interesse per quanto riguarda la presenza sia delle larve che degli adulti.
Una stima delle dimensioni della popolazione di adulti presenti in un’area può essere ottenuta impiegando trappole
composte da un serbatoio inferiore cilindrico e da un imbuto superiore alla base del quale si trova un'apertura. Il
funzionamento di queste trappole si basa principalmente sull'uso di due esche chimiche. Una combinazione di
feromoni ed essenze vegetali può attrarre sia i maschi che le femmine. Grazie alla conformazione della trappola e alle
limitate capacità di volo di questo coleottero, gli individui attirati all’interno non riescono più a uscire. Se la trappola si
riempie nel corso di un solo giorno, l'infestazione è da ritenersi particolarmente grave, mentre se il serbatoio della
trappola impiega almeno una settimana per riempirsi, non c'è motivo di preoccuparsi. Siccome i coleotteri posso
volare per lunghe distanze (fino a 10 km), quelli catturati nelle trappole possono provenire da aree diverse da quella di
interesse, quindi occorre tenere presente questa possibile sovrastima nella valutazione di impatto della specie.
Delle larve occorre stimare la densità nel terreno ovvero il numero di individui per metro quadrato per poi valutare la
gravità dell'infestazione e decidere quale metodo di lotta è più opportuno. I periodi migliori per effettuare queste
misurazioni variano a seconda della posizione geografica, ma in generale sono la tarda estate (da agosto a ottobre) e
la tarda primavera (da aprile a giugno). Se l'area di prato interessata presenta delle zone marroni o dove la
vegetazione appare morta, quelli sono i posti migliori dove cominciare a campionare. Altrimenti occorre scegliere i
punti di campionamento in maniera casuale. La densità delle larve spesso varia grandemente anche all'interno di
un'area ristretta. Effettuando un numero sufficiente di campionamenti è possibile individuare e valutare il danno e poi
intervenire selettivamente trattando zone specifiche piuttosto che l'intera area. La tecnica di campionamento consiste
nello scavare con una paletta nel terreno buche quadrate di 20 cm di lato, porre la zolla estratta al di sopra di un foglio
di carta e cercare le larve all'interno della terra e nelle radici delle piante. Quindi bisogna rimettere la zolla al suo posto
e usare dell'acqua per aiutare l'erba a superare lo stress subito. Si considera che un prato abbia bisogno di trattamenti
quando la densità delle larve supera il valore di 90 per m2.
Manipolazione dell'habitat: Il controllo delle specie invasive può essere effettuato rendendo l'habitat meno adatto
alle loro esigenze. I metodi tipicamente impiegati in caso di invasioni rilevanti comprendono la rimozione delle piante
infestate dagli adulti di questa specie e la successiva piantumazione di specie vegetali immuni o resistenti al loro
attacco. Di seguito è riportata una lista delle piante adatte a questo scopo:
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Abies
Acer negundo
Acer rubrum *
Acer saccharinum
Buxus sempervirens *
Carya ovata
Cercis *
Chamaecyparis **
Clematis **
Cornus florida *
Diospyros virginiana *
Euonymus alatus *
{*} Resistente primaria
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Forsythia **
Fraxinus americana *
Fraxinus pennsylvanica *
Ilex
Juglans cinerea
Juniperus **
Liquidambar styraciflua **
Lirodendron tulipifera
Magnolia *
Morus rubra
Picea **
Pinus **
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Pyrus communis
Populus alba
Quercus alba
Quercus coccinea
Quercus rubrum *
Quercus velutina
Rhododendron
Sambucus canadensis
Syringa vulgaris **
Taxus **
Thuja **
Tsuga *
{**} Resistente secondaria
Le piante malate o malnutrite sono particolarmente suscettibili all'attacco di P. japonica. Quindi mantenerle in buone
condizioni di salute significa quanto meno ridurre le possibilità di infestazione. Inoltre i frutti malati o maturati
prematuramente e marcescenti hanno un odore che attrae molto i coleotteri. Per questo dovrebbero essere rimossi sia
dalle piante che dal terreno, quando cadono.
Rimozione fisica e protezione: Per interventi in aree ristrette gli adulti possono essere rimossi fisicamente dalle
piante, operazione che è meglio effettuare nelle mattine fredde quando i coleotteri sono meno attivi. Inoltre, scuotendo
i rami su cui si trovano, molti possono essere raccolti in un secchio di acqua insaponata posto sotto le piante.
Un’efficace protezione alle piante di grande valore può essere garantita applicando reti durante i periodi di picco di
attività dei coleotteri.
Richiami e trappole: In commercio sono disponibili delle trappole per catturare i coleotteri giapponesi adulti che sono
utili per ridurre le dimensioni di popolazioni piccole, instauratesi recentemente o isolate. Milioni di coleotteri vengono
catturati ogni anno con queste trappole meccaniche. Il loro impiego costituisce una maniera facile ed economica di
intervento, ma è importante che vengano collocate nella maniera corretta. Infatti esche e trappole posizionate vicino
alle piante ospite attraggono su di esse ancora più coleotteri e possono provocare così un'infestazione maggiore.
Anche se queste trappole costituiscono uno strumento estremamente utile per monitorare le popolazioni e scoprire
nuove infestazioni, il loro uso si è dimostrato inefficace per catture di massa mirate a eradicare intere popolazioni. In
condizioni favorevoli sono in grado di catturare solo il 75% dei coleotteri che vi si avvicinano, mentre la percentuale
residua può danneggiare le piante circostanti.
Controllo delle colture: Durante le estati secche le femmine adulte vanno in cerca di zone irrigate e terreni allagati
per deporre, in quanto l'umidità del terreno è fondamentale per la sopravvivenza delle uova e lo sviluppo larvale.
Evitare di irrigare i campi durante i periodi di picco dell'attività di volo dei coleotteri può ridurre il numero di larve
all'interno del terreno e quindi preservare le piante erbacee presenti.
Controllo chimico: Quando si opta per il controllo chimico, occorre innanzi tutto essere consapevoli del fatto che
questo non può ottenere risultati soddisfacenti da solo, ma deve essere opportunamente combinato con altre strategie
di limitazione della popolazione infestante.
La scelta del tipo di prodotto e dei tempi, nonché delle modalità di applicazione, è determinante per il successo della
disinfestazione. Nella scelta inoltre bisogna tenere in considerazione sia i benefici che i rischi legati all'uso dei
pesticidi, sostanze contraddistinte da un elevato grado di tossicità. A causa dell'effetto residuo relativamente breve di
questi prodotti, possono essere necessarie applicazioni ripetute. Inoltre bisogna tener conto del fatto che l'efficacia
degli insetticidi può essere ridotta dalla diluizione conseguente il passaggio della pioggia.
Sostanze chimiche di varia natura (composti clororganici, organofosfati, carbammati, etc) sono state usate in passato
per il controllo delle popolazioni di coleottero giapponese, ma a causa del loro effetto nocivo all'ambiente e della loro
aspecificità (effetti dannosi anche su altri organismi) sono stati sostituiti recentemente da preparati chimici
relativamente meno tossici.
Tra i composti impiegati contro le forme adulte troviamo: carbaryl, malatione, methoxychlor, rotenone e permetrina.
Tra quelli impiegati contro le forme larvali invece: imidacloprid, bendiocarb, isofenphos, chlorpyrifos e diazinone.
Una lista dettagliata degli insetticidi e delle loro tecniche di applicazione è disponibile nel sito web dell'Università del
Minnesota.
Lotta biologica: Quando usati in modo improprio gli insetticidi possono comportare seri rischi per le persone, animali
e piante selvatiche e per l'ambiente in generale. Inoltre esiste una preoccupazione crescente riguardo al destino degli
insetticidi nell'ambiente e al alla possibilità che disperdendosi causino contaminazione delle acque. Per questi
problemi gli scienziati credono che l'impiego di agenti biologici di controllo sia da preferirsi all'uso di pesticidi nel
controllo degli insetti che infestano i mantelli erbosi. I primi impiegano tempi maggiori a produrre gli stessi risultati
ottenuti dagli insetticidi, ma la loro azione nell'ambiente si protrae più a lungo nel tempo. Ancora più importante, gli
agenti biologici non hanno effetti dannosi su altri organismi diversi da quello infestante o addirittura su organismi
potenzialmente utili.
Le formiche e alcuni coleotteri carabidi si nutrono delle uova e delle larve giovani. Anche le talpe (le moffette e i
procioni) predano le larve, sebbene la loro attività di ricerca del cibo possa spesso anch'essa avere effetti distruttivi sul
manto erboso. Molte specie di uccelli si nutrono dei coleotteri giapponesi adulti e dare loro quotidianamente da
mangiare all'interno del giardino di una casa, in modo che siano stimolati a frequentare e perlustrare quella zona, può
essere un altro modo efficace per ridurre il numero di questi insetti.
È dimostrato che il rilascio di nemici naturali o parassiti di insetti introdotti è un metodo efficace per ridurre le
popolazioni infestanti. È però essenziale per la tutela dell'habitat che i parassiti introdotti siano ospite-specifici, cioè
parassitizzino esclusivamente la specie bersaglio.
Tre sono le specie di insetti parassiti che si sono dimostrate idonee come agenti biologici di controllo della diffusione
del coleottero giapponese, entrambe provenienti dall'Asia: Tiphia vernalis, Tiphia popilliavora (imenotteri appartenenti
alla famiglia Tiphiidae) e Istocheta aldrichi, un dittero Tachinidae. La presenza nella zona di introduzione delle specie
vegetali che attraggono questi insetti e di cui essi si nutrono, oltre ad essere necessaria per la sopravvivenza degli
individui adulti, produce anche un aumento nel tasso di parassitizzazione dei coleotteri.
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Tiphia vernalis è una piccola vespa simile a una grande e nera formica alata. In primavera, dopo un breve
periodo speso ad alimentarsi e ad accoppiarsi, la femmina scava nel terreno, paralizza una larva di coleottero
giapponese usando il suo aculeo e deposita poi un uovo all'interno del suo corpo. Quando l'uovo si schiude la larva
della vespa si sviluppa consumando il suo ospite. Gli individui adulti di questa specie si nutrono quasi esclusivamente
della melata prodotta da afidi che vivono sulle foglie dell'acero, del ciliegio, dell'olmo e della peonia. Un'altra fonte di
cibo è rappresentata dal nettare del liriodendro (o albero dei tulipani).
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Tiphia popilliavora è un'altra piccola vespa che deponendo le sue uova all'interno delle giovani larve di P.
japonica ne provoca la morte in tarda estate.
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Istocheta aldrichi è una mosca solitaria che agisce da parassita interno. La femmina è capace di depositare
fino a 100 uova durante un periodo di circa 2 settimane. Le uova generalmente vengono deposte sul torace delle
femmine di coleottero e, dopo la schiusa, le larve si aprono un varco direttamente nella cavità corporea dell'ospite,
uccidendolo. Siccome il processo che porta alla morte del coleottero non dura molto I. aldrichi usata tempestivamente
riesce a reprimere le popolazioni di P. japonica prima che questa riesca a riprodursi. Le mosche adulte si cibano della
melata secreta dagli afidi che vivono sul Polygonum cuspidatum, una tenace pianta erbacea perenne originaria del
Giappone.
Alcune specie di nematodi vanno attivamente alla ricerca delle larve di coleottero all'interno del terreno. Questi animali
hanno una relazione simbiotica mutualistica con specifiche specie di batteri. Dopo aver penetrato il corpo di una larva,
il nematode vi inocula i batteri, i quali si riproducono rapidamente nutrendosi dei tessuti dell'ospite. I nematodi poi, a
loro volta, si nutrono di questi batteri e così si riproducono e portano avanti il proprio ciclo vitale, causando alla fine la
morte della larva. La specie Steinernema kushidai è in grado di causare tassi di mortalità paragonabili a quelli di un
insetticida organofosfato chiamato diazinone. Agisce specificamente sulle larve degli Scarabaeidae e l'effetto di rilasci
massicci è arrivato a durare fino a 2 anni. Il suo uso combinato con quello di prodotti chimici produce effetti sinergici.
Altre 2 specie di nematodi noti per essere tra i più efficaci contro le larve di P. japonica sono Steinernema glaseri e
Heterorhabditis bacteriophora. Quando si usano i nematodi occorre ricordarsi che questi organismi sono vivi e
necessitano per sopravvivere d quantità abbastanza alte di ossigeno. Al momento dell'acquisto, sono generalmente
tenuti in un contenitore nel quale possono essere conservati per un mese o 2 in condizioni di temperatura fresca. Una
volta mischiati all'acqua vengono sparsi sul terreno con un normale diffusore per insetticidi.
Soluzioni contenenti batteri possono essere applicate sul suolo come se fossero insetticidi. L'efficacia è simile a quella
degli insetticidi. Le polveri contenenti spore del batterio Bacillus popillae, l'agente della malattia chiamata milky
disease, sono state impiegate in passato con risultati soddisfacenti contro il coleottero giapponese. Nel 1948 questo
microbo è stato registrato per la prima volta per l'uso nei mantelli erbosi come agente di controllo biologico delle larve
negli Stati Uniti. Dopo l'ingestione le spore germinano nello stomaco della larva infettandone le cellule e quindi
entrando nel sangue, dove cominciano a moltiplicarsi. L'aumento del numero delle spore nel sistema circolatorio
induce la comparsa di un caratteristico aspetto color latte e infine la morte dell'insetto con il conseguente rilascio nel
suolo delle spore che conteneva (1-2 miliardi). In questo modo la malattia si diffonde lentamente nei mantelli erbosi in
cui il batterio è stato diffuso, interrompendo lo sviluppo delle popolazioni di P. japonica per un periodo di 2 - 4 anni. Il
trattamento è più efficace quando è inserito in un ampio programma di applicazione. Bacillus thuringiensis è un
batterio che si trova naturalmente nel terreno e che viene tipicamente usato come insetticida microbico. Il ceppo
selezionato per contrastare il coleottero giapponese si è dimostrato più efficace del Bacillus popillae e anch'esso, una
volta ingerito, agisce a livello dello stomaco delle larve producendo cristalli di una tossina altamente velenosa.