Il luogo
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PROGETTO LEGALITA’ PROIEZIONE DEL FILM “LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE” di PIERFRANCESCO DILIBERTO (PIF) David di Donatello per la miglior regia 2014 SCUOLA MEDIA “V. BETTELONI” Venerdì 22 maggio 2015 Aula magna Con la partecipazione delle classi terze sez. G, H, I SINOSSI “La mafia uccide solo d’estate” (2013) è una commedia drammatica che attraverso i ricordi d’infanzia del protagonista ricostruisce una sanguinosa stagione dell’attività criminale di “Cosa nostra” dagli anni ‘80 fino ai primi anni ’90. Arturo è un bambino timido, curioso e creativo, che nasce e cresce a Palermo proprio quando la mafia colpisce con la massima violenza. Fin da piccolo si innamora di una compagna, Flora, ma ogni volta che tenta di rivelarle il suo amore si verifica qualche efferato colpo mafioso. Attraverso il suo racconto assistiamo ai tragici fatti di cronaca accaduti in Sicilia nella lotta incessante tra potenti boss come Totò Riina (detto ‘la belva’), Bernardo Provenzano, Calogero Bagarella e la giustizia, rappresentata dagli eroi che cercano di contrastare la mafia, come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e i giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Tuttavia, anche se l'omertà è considerata un valore da molti ("chi parla poco, campa di più"), sia da bambino che da adulto la sfida di Arturo sarà quella di confrontarsi con questa doppia realtà del mondo palermitano: da una parte la normalità della vita di tutti i giorni, dall’altra attentati, minacce, morti ammazzati e personaggi scomodi. Una volta cresciuto egli diventerà un giornalista attivista, che cercherà di trovare risposte alle domande più scottanti rompendo il muro del silenzio, perché ribellarsi è possibile. Riuscirà a coronare anche il suo sogno d’amore? COME GUARDARE IL FILM - Leggi le domande prima della visione, tienile presenti durante il film e poi rispondi: 1. In quale momento la vita di Arturo si intreccia per la prima volta con le vicende di mafia? 2.!Perché il film si intitola La mafia uccide solo d'estate? 3.Perché Giulio Andreotti diventa un mito per il piccolo Arturo? 4. Come reagiscono gli abitanti di Palermo alle notizie dei primi omicidi per mafia? 5. Come reagiscono, invece, di fronte alle stragi di Capaci e di via D'Amelio? 6.Quando, finalmente, sboccia l'amore tra Arturo e Flora? . Da una a cinque, quante stelle assegni a questo film? Colorale! Con questo invito si è svolta la proiezione del film, vincitore di numerosi premi tra cui il premio del pubblico al Torino film festival 2014 e il David di Donatello come miglior regista esordiente. Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif (nel film è anche protagonista nel ruolo di Arturo adulto), è più conosciuto dal giovane pubblico per il suo esordio su MTV. Per il suo linguaggio immediato il film è gradevole e cattura l’attenzione dei ragazzi, che apprendono così una pagina del passato più recente attraverso il reportage giornalisticotelevisivo che fa da sfondo alla narrazione in prima persona, e presenta personaggi politici e immagini dal vivo che hanno caratterizzato la storia della prima repubblica. Il film grazie a una narrazione efficace, scorre con leggerezza e qualche esplosione di comicità, ma non è mai banale e alterna momenti molto poetici a scene di forte impatto realistico. Arturo, da bambino impaurito e bisognoso delle rassicurazioni dei genitori (“non ti preoccupare Arturo, adesso siamo in inverno.. la mafia uccide solo d’estate…” gli dice il padre per farlo addormentare) una volta cresciuto si rende conto di cosa sia veramente la mafia e gradualmente aumenta il suo impegno per opporsi ad essa. Anche la convinzione dei palermitani che la mafia non esista (“perché si ammazza per questione di femmine e di corna..”), viene meno quando il susseguirsi di omicidi diventa sempre più eclatante. Le immagini di Arturo che si aggira in motorino per la città ci rendono partecipi della drammaticità di luoghi come Palermo e non solo... Il boss, nell’atto di premere il telecomando ci riporta alla memoria ben altra leva, che fu azionata nella tragica giornata a Capaci… Arturo, che sembra il protagonista di un romanzo di formazione, realizzandosi professionalmente e conquistando la sua amata Flora, decide di non voler appartenere a quel mondo omertoso, protetto anche dagli adulti e diventerà a sua volta un padre che rifiuta di imitare modelli tradizionali e perbenisti. Questa riflessione ci avvia a quello che secondo noi potrebbe essere il messaggio finale del film: si può vivere in una società migliore educando sin da piccoli alla legalità e offrendo gli strumenti adeguati per riconoscerla e contrastarla con decisione. A conclusione di un Progetto che nel corso dell’anno ha visto gli alunni impegnati in discussioni di classe, letture di pagine antologiche e testi di narrativa per ragazzi sull’argomento mafia e legalità (come il bellissimo libro di Luigi Garlando “Per questo mi chiamo Giovanni”, scritto grazie alla testimonianza di Maria Falcone, sorella del giudice ucciso nel 1992), la visione del film è stato un momento in cui sintetizzare insieme il messaggio e i valori emersi dalle varie attività. Ciascuno, ci auguriamo, porterà dentro di sé il desiderio di documentarsi maggiormente sulle imprese di uomini di Stato e in uniforme, sacerdoti, giornalisti che hanno combattuto la mafia e oltre a ciò, soprattutto, il desiderio di impegnarsi a rendere la vita propria e altrui veramente libera e onesta. “La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni” Giovanni Falcone