Juglans Regia - Stereoinvaders

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Juglans Regia - Stereoinvaders
Juglans Regia
Sabato 28 Marzo 2009 14:31 - Ultimo aggiornamento Domenica 07 Aprile 2013 16:58
Juglans Regia, una rock band italiana più raffinata rispetto al panorama medio della band
orbitanti nel cosiddetto circuito pop/rock del nostro paese. Siamo in odore di vena progressiva,
e allo stesso tempi i nostri si fanno apprezzare per composizioni dirette ed energiche. Il dono
della linearità fatto virtù e coccolato come un pregio necessario nella scrittura di una canzone.
Dalla Toscana emerge una nuova via al rock italiano il cui tratto caratteristico è una personalità
ben delineata e decisamente angusta per i confini dell'underground. La parola al bassista Max
Dionigi
- Ciao, benvenuti sulla webzine. Abbiamo recensito i vostri ultimi due due album e, a tal
proposito, quale ritenete essere le principali differenze tra l’ultimo “Visioni Parallele” ed
il precedente “Controluce”? Siete d’accordo se affermo che “Visioni Parallele” suona
ancora più rock del precedente, nel senso che le influenze progressive risultano sempre
più marginali?
- Innanzitutto grazie. Più rock … mah, non saprei. Non ci siamo mai posti alcun tipo di problema
… Io credo che in linea di massima noi facciamo rock, a volte più prog a volte più metal… In
“Controluce” c’era “Il Vento” che durava sui dodici minuti, ma c’erano canzoni dalla struttura più
ordinaria come “Riflessi” o “Il Prossimo Errore”. In “Visioni parallele” a mio parere c’è sempre la
stessa combinazione/alternanza di brani. “Il Volo” o la stessa “Visioni Parallele” mi sembrano
pezzi abbastanza articolati; quest’ultima in particolare a mio parere può essere intesa per certi
versi come progressive. Poi alla fine sono tutti discorsi, si potrebbe discutere ore e ore su cosa
sia oggi prog e cosa non lo sia …
- Il progressive rock è comunque parte integrante del vostro background musicale, o
sbaglio?
- Questo senza dubbio. Musicalmente siamo nati con il metal, alla fine degli anni ottanta/inizio
anni novanta. Però abbiamo scoperto presto il progressive rock di King Crimson, Genesis, Yes,
Van Der Graaf Generator, Caravan e tanti altri. Soprattutto io e David, il batterista, eravamo
molto affascinati da questi suoni… Personalmente sono stato influenzato alla grande da tutta la
scena italiana degli anni settanta, gruppi come Banco del Mutuo Soccorso, Trip, Biglietto Per
L’Inferno, Balletto Di Bronzo, Quella Vecchia Locanda, Semiramis…… ma anche Locanda Delle
Fate ecc. Per non parlare di Marillion, IQ… o del progressive metal. Insomma, il progressive ha
sempre avuto spazio tra i nostri ascolti.
- Che responsi state ricevendo per adesso riguardo a “Visioni Parallele”? Siete
soddisfatti?
- Le recensioni sono state molto buone, devo dire. Così a botta mi viene in mente solo una
stroncatura da un sito ungherese. Siamo molto soddisfatti, quello si.
- Termini di paragone che a volte mi sono capitati di leggere nei vostri confronti, come
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Litfiba o Negrita, sostanzialmente quindi band che gravitano tra il rock e il pop, seppur
“d’autore”, vi lusingano o vi infastidiscono?
- Guarda, in linea di massima ti dico che è una cosa che sorprende anche me perché non
siamo mai stati grandi ascoltatori di Litfiba e Negrita. I Litfiba piacevano a David, all’epoca di “El
Diablo” e “Terremoto”, per il resto non sono stati tra i nostri ascolti preferiti. Io ho un CD dei
Negrita, mi piace, ma non credo di potermi definire un loro fan. Certo, i Litfiba degli anni ottanta
e dei primi anni novanta magari avevano anche tanto da dire, li ho ascoltati perché giravano
spesso negli autoradio di alcuni miei amici che li amavano molto… però non credo che la
musica degli Juglans Regia sia così vicina a loro. Forse è l’accento toscano di Alessandro,
boh… Però se tanti trovano questa somiglianza… probabilmente qualcosa c’è.
- Perché il cielo sopra i grattaceli della copertina di “Visioni Parallele” è così
minaccioso?
- La copertina si ricollega al titolo, in qualche modo. La foto fu fatta ad inizio anni novanta da
Massimo Biliotti, che poi è colui che ha curato tutta la grafica del CD, oltre ad aver realizzato il
logo. La foto fu scattata evidentemente in una giornata con molto sole e la sovrapposizione dei
colori scuri e minacciosi sul cielo crea un certo contrasto. A noi è piaciuta molto.
- Perché avete avvertito l’esigenza di riproporre “L’Ultimo Respiro” anche sul nuovo
album?
- Perché “L’ultimo Respiro” doveva essere il brano di apertura di “Controluce” ma non
rimanemmo contenti della resa finale, sia come produzione che come tiro… forse l’avevamo
suonata senza la giusta convinzione, boh… Comunque abbiamo deciso di ri-registrarla e
stavolta siamo soddisfatti, è venuta più o meno come volevamo.
- Gianni Nepi dei Dark Quarterer figura tra gli ospiti del disco. Immagino che da parte
degli Juglans Regia ci sia stima e ammirazione nei confronti di Nepi e di quanto ha fatto
con la sua band storica.
- I Dark Quarterer sono il mio gruppo metal italiano preferito di tutti i tempi. Dopo aver ascoltato
l’ultimo “Symbols” potrei anche evitare di mettere la parola “metal”, visto che in questo disco di
metal c’è n’è poco ma di classe ancora tanta (forse è addirittura il migliore della loro carriera…
Io lo metto al livello del primo e di “War Tears” tra le mie preferenze). Capitò di aprire per loro
nel 1995, a Quarrata (PT)…. Concerti metal ce n’erano meno di adesso a giro, ricordo che per
fissare tutti i dettagli - non c’era internet.. - andammo a cena io, David, Gianni Nepi, Paolo
“Nipa” Ninci e l’organizzatore del concerto, il nostro grande amico Claudio Pino di Radio
Diffusione Pistoia, l’unica persona che ci ha sempre sostenuto… dal primissimo demotape ad
oggi. Per noi i Dark Quarterer erano quasi degli idoli e ci colpì molto l’incredibile modestia e
disponibilità nei nostri confronti, tanto che la serata finì ben oltre la mezzanotte fuori dalle
macchine a parlare di quanto fossero bravi i Soundgarden, i Saxon o i Gentle Giant, dei primi
concerti, dei trucchi per migliorare a suonare, dell’incredibile sfortuna che li ha caratterizzati nei
primi anni ecc. Rimanemmo in contatto, anche se poi ci siamo persi di vista… ho cercato negli
anni di non perdermi i loro sporadici concerti. Negli ultimi anni sono ritornati in auge, con
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l’ingresso del nuovo talentuoso chitarrista ed oggi suonano con buona regolarità dal vivo.
Comunque chiesi a Gianni via mail se gli andava di cantare un pezzo con noi, si dimostrò molto
disponibile e poi ne parlammo a voce al Legends Never Die del 2007 al Mulligans di
Montespertoli (FI) dove io suonai con i Frozen Tears. Ti dico che è stata una grande
soddisfazione averlo sul nostro disco, per me ha veramente pochi eguali, in Italia e non.
- Cosa vi ha fatto decidere di proporre musica con testi in italiano? E non avete mai
ritenuto questo un rischio o un limite per la vostra potenziale diffusione all’estero?
- Il nostro primo demotape “The Last Gate” uscì nel 1993, ci chiamavano Raising Fear, e
cantavamo in inglese. La musica era in stile NWOBHM, in linea di massima. Nessuno di noi si
era mai posto il problema di quale lingua usare per i testi, i nostri idoli cantavano in inglese
quindi a noi bastava emularli. Qualche mese prima un amico mi aveva registrato una cassetta
con il disco del Biglietto Per L’inferno. Quel disco mi colpì in maniera incredibile, non ascoltavo
altro ed iniziai ad appassionarmi al cosiddetto pop (prog) italiano degli anni settanta. Banco,
Atlantide, De De Lind, Rovescio della Medaglia, Quella Vecchia Locanda ecc. cantavano in
italiano e l’italiano si sposava bene, per le mie orecchie, alla musica. Anche Simone, il
chitarrista di allora (che è da poco rientrato in formazione!) apprezzava molto quei gruppi.
L’inglese inoltre ci creava diversi problemi sia di pronuncia che di stesura dei testi (pensare in
italiano e scrivere in inglese non penso sia una grande cosa). Provammo con l’italiano e devo
dire che abbiamo fatto la scelta giusta, almeno a mio parere. I testi sono scritti in larga parte da
Alessandro e generalmente mi piacciono molto. Sulla diffusione all’estero…. Mah, tra le tante
lettere e mail ricevute negli anni mi sembra di capire che il problema sia più degli italiani che
degli stranieri. Pensi che agli inglesi e agli americani piaccia sentire un inglese italianizzato
pronunciato spesso in maniera ridicola? Comunque il problema non si pone, visto che è già
tanto se si suona alla Sagra del Cinghiale… figurati se devo preoccuparmi della scarsa
diffusione all’estero!
- L’autoproduzione dei vostri lavori è una scelta di indipendenza, o una scelta obbligata,
per il momento, dovuta alla ricerca del contratto giusto con qualche label?
- Se ti dicessi che l’autoproduzione è una scelta precisa sarei bugiardo. Però è vero anche che
non abbiamo bussato a tante porte per chiedere un contratto. Ho inviato qualche CD a case
discografiche, non ho ricevuto risposte (serie) e ci siamo autoprodotti, come sempre è avvenuto
in passato. Questa volta l’amico Davide di AKOM Prod. ci ha dato una mano nella distribuzione,
ma finisce lì. Diciamo che pagare il master, pagare la copertina e comprare un buon numero di
copie per poter dire di essere sotto contratto non rientra certamente nei nostri progetti. Rimessa
per rimessa preferiamo autoprodurci.
- Cosa gira nei vostri lettori CD al momento?
- Boh, tantissima roba…Pescando un po’ da tutti i componenti del gruppo…… Submersed,
Samael, Buckcherry, Gun ’n’ Roses, Burst, Sandalinas, Neuraxis, Alter Bridge, Sinner,
Rammstein, Praying Mantis, Revenge, Iron Maiden, Inter Nos, Slipknot, Dry Cell, Toto,
Architects, Grand Magus, Thursday, Deasonika, Freya, Callisto, Blackstone Cherry, Damians,
National Suicide, Floating State, Disturbed, Rata Blanca, Cervello, Bad English, Arpia, King’s X,
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Voivod … Ma tra una settimana ti indicherei tanti altri titoli…
- Attività live in programma?
- Niente in vista. Dopo l’uscita di “Visioni Parallele” abbiamo suonato una volta, al Koriboroo di
Calenzano, poi i cambiamenti in formazione e un brutto incidente in moto capitato ad Antonello
hanno stoppato il tutto. Non te l’ho detto, ma ora siamo in sei: come ho anticipato prima è
rientrato a fare parte del gruppo il chitarrista Simone Cocco, che aveva già suonato con noi dal
1993 al 1998. E’ entrato in pianta stabile, più o meno, anche Riccardo Iacono alle tastiere,
ex-Domine. Ha già suonato un paio di pezzi su “Visioni Parallele”. Antonello, chitarrista, ha
avuto un incidente in moto lo scorso luglio e solo da pochi giorni si è ristabilito quasi
completamente. Diciamo che se l’è vista veramente brutta… Tornando a noi… abbiamo lasciato
da parte per forza di cose l’attività dal vivo e abbiamo provato in sala prove, spesso a
formazione incompleta. Ora stiamo componendo brani nuovi, e suonare dal vivo non rientra
comunque nei nostri piani, almeno a breve. Poi vedremo, impegni permettendo.
- Come giudicate l'odierna situazione della scena italiana? Intendo locali, promoter,
rapporti tra band, professionalità degli addetti ai lavori, pubblico, Media, eccetera?
- Rispetto a prima è cambiata molto la professionalità. La tecnologia permette di registrare
dischi in casa che suonano benissimo. Anche internet aiuta molto… oggi per sapere come
suona un chitarrista vai su Youtube e lo guardi, quindi capita di vedere gente molto giovane ma
già estremamente preparata da un punto di vista tecnico. Rapporti tra band… Come sempre,
con qualcuno ci si trova bene con qualcun altro male, è normale. Non è che al momento
comunque abbiamo contatti frequenti o scambi di date con altre bands. Locali alla fine ce ne
sono, manca forse il pubblico a meno che non si tratti di grandi eventi. Per suonare dal vivo
…… in generale è dura, diciamo comunque che o porti/prometti di portare gente o ti dai da fare
con le pubbliche reazioni e/o lecchi il culo giusto. Nella maggioranza dei casi è così.
Fortunatamente ci sono anche delle eccezioni. In passato abbiamo partecipato a diversi
concorsi, alcuni vere e proprie truffe altri tutto sommato ben organizzati o almeno dignitosi per il
trattamento che riservavano a gruppi partecipanti. Media… ci sono tante webzine, alcune
interessanti altre meno ma è normale. Anch’io scrivo - poco - su www.shapelesszine.com , se ti
va facci un salto!
- Prossime mosse degli Juglans Regia?
- Mi piacerebbe registrare un CD con 5/6 pezzi. Tre sono praticamente pronti, anche se vanno
“limati”. Il problema grosso attualmente è provare con continuità. Io lavoro attualmente a 200
km da qui e torno il venerdì sera. Riccardo lavora dalle 5 di pomeriggio in poi. David, Antonello
e Alessandro fanno i turni, spesso sfalsati. Alessandro inoltre sarà padre per la seconda volta a
giugno (mi ricorda qualcuno, vero Marco?), Antonello oltre al problema dell’incidente - che
adesso fortunatamente è alle spalle - abita un po’ lontano da noi.. Insomma, già provare una
volta alla settimana come abbiamo fatto in questi anni è un’utopia, però ci proviamo. Se non ce
la facciamo quest’anno sarà per il 2010. Speriamo bene.
- Qualcosa che non vi ho chiesto e che invece i lettori dovrebbero sapere?
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- Mah, forse mi hai già chiesto abbastanza! Grazie. Per gli interessati ricordo che il nostro sito è
www.juglansregia.com
, oppure
www.myspace.com/juglansregia
. Per 10 euro (spese postali incluse) è possibile ricevere a casa sia “Visioni Parallele” (2008)
che “Controluce” (2005). Per contatti: [email protected].
- A presto e grazie della vostra disponibilità. In bocca al lupo per ogni passo futuro.
- Grazie a te e in bocca al lupo per la webzine!
5/5