Leggi qui “Mettiti nei panni di Matilde…”
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Premessa Nel corso di questo secondo anno scolastico della scuola secondaria di primo grado abbiamo incontrato due importanti donne che con la loro opera e le loro convinzioni hanno segnato il tempo e la storia, hanno saputo superare momenti di grande difficoltà e sono riuscite a raggiungere importanti obiettivi: Elisabetta I Tudor e Caterina di Russia “la grande Caterina”. Lo scorso anno avevamo incontrato la Gran Contessa Matilde di Canossa, il nostro libro di testo non ci ha fornito molte informazioni su Matilde né sul periodo storico da lei vissuto, abbiamo imparato che era stata fautrice del famoso incontro di Canossa tra Enrico IV e Gregorio VII. Per merito del percorso su Matilde abbiamo saputo che ricorre quest’anno un’importante data, il nono centenario della sua morte. Ci è parso interessante analizzare la vita di queste regine e inaspettatamente, nonostante la distanza temporale tra l’una e l’altra, abbiamo riscontrato elementi comuni e soprattutto caratteristiche simili nel carattere: determinate, ambiziose, di successo. Hanno avuto la possibilità di ricavare grandi soddisfazioni dalla loro posizione di comando ma hanno vissuto una vita privata non facile e, spesso, non felice. E’ stato interessante ricercare notizie in testi specifici e ha suscitato molta curiosità per le vicende storiche che di solito vengono ignorate dai libri di testo in adozione nella scuola. Il nostro lavoro è stato articolato in una parte grafica con la realizzazione del tabellone con l’immagine di Matilde in trono; l’idea di creare il volto mobile per poter mettere il nostro viso al posto di quello della Gran Contessa ci ha divertito. La realizzazione del cartellone con i Castelli di Matilde ci ha permesso di capire come erano dislocati sul territorio. Auguriamo una piacevole lettura. MATILDE DI CANOSSA (marzo 1046 – 24 Luglio 1115; incoronata nel 1076) Personaggio di primaria importanza nella storia del Medioevo europeo, Matilde di Canossa (1046-1115) è forse la figura storica più interessante del Medioevo nelle terre intorno al Po. Considerata una potente feudataria arrivò a dominare tutti i territori italici a nord degli stati della Chiesa. Nacque a Mantova nel 1046, fu contessa, duchessa, marchesa e regina medievale. Figlia di Bonifacio di Canossa e Beatrice di Lorena; quest'ultima discendeva da una delle più nobili famiglie imperiali alla quale appartenevano anche gli imperatori Enrico III ed Enrico IV. Il padre, Bonifacio di Canossa, venne assassinato e morirono misteriosamente il fratello e la sorella. Nel 1069 Matilde sposò Goffredo il Gobbo, figlio del suo patrigno Goffredo il Barbuto; matrimonio infelice che la costrinse dopo pochi anni a fuggire e a rifugiarsi dalla madre a Mantova e poi a Pisa, dove Beatrice morì nel 1076; da questo momento divenne a trenta anni l’unica sovrana incontrastata di tutte le terre che vanno da Corneto al lago di Garda. Matilde ereditò così un vasto dominio strategico sia per i pontefici, quando dovevano essere insediati a Roma, sia per gli imperatori, quando dovevano essere incoronati. Nel 1073 salì al soglio pontificio Ildebrando di Soana col nome di Gregorio VII. Nello stesso anno il nuovo imperatore Enrico IV si era rivolto verso i suoi possedimenti in Italia. Cominciò tra i due personaggi un duello che vide contrapposta l'autorità della chiesa a quella dell'impero. Nel 1076 il papa decise di scomunicare l’imperatore; Matilde entrò così nella lotta in corso tra impero e papato per le investiture, giocandovi un ruolo prima di pacificatrice come dimostra il famoso incontro di Canossa (28 gennaio 1077), poi di aperta sostenitrice del papato e della riforma della Chiesa. In questa scelta, ella mise in gioco i suoi poteri, in gran parte avuti per concessione dagli imperatori, ed il suo stesso dominio: dichiarata traditrice da Enrico IV, le si ribellarono le città, ed anche i suoi possedimenti vennero invasi dalle truppe imperiali, restandole fedeli solo i castelli di Nogara nel Veronese, Piàdena nel Cremonese, Monteveglio nel Bolognese e Canossa nel Reggiano, come racconta il suo biografo, Donizone. Donna di potere, colta, forte, controcorrente, con una personalità in bilico tra i successi della vita pubblica e i problemi della vita privata, fu al centro di uno scontro epocale. Matilde di Canossa divenne oggetto d’esaltazione da una parte e di denigrazione dall’altra (accusata di essere una meretrice, amante di Gregorio VII). In questo giocò un ruolo fondamentale l’essere donna: a lei il diritto longobardo assicurò l’ereditarietà dei domini, ma ella ebbe sempre bisogno di un uomo che la sostenesse; da ciò la necessità di risposarsi. Contrasse un nuovo matrimonio, anch’esso fallito, con un ragazzino: Guelfo di Baviera. Da quest’ultime vicende prese la decisione di arrendersi al nuovo imperatore, Enrico V e con l’accordo di Bianello del 1111, le venne riconosciuto nuovamente il potere sulla parte dell’Italia settentrionale del dominio canossiano, in cambio della nomina dell’imperatore a suo erede, per la nota parentela. Così, solo alla fine della sua esistenza terrena, Matilde poté dedicarsi alla preghiera ed alla meditazione religiosa, verso la quale era portata fin da giovane, ma fu sconsigliata addirittura da Gregorio VII di dedicarvisi, perché era più prezioso il suo ruolo politico e militare in difesa del papato. Morì di gotta a Bondanazzo di Reggiolo il 24 maggio 1115 e venne sepolta nell’amato monastero di San Benedetto Polirone, cluniacense, dove i monaci le eressero un adeguato sepolcro nella cappella di Santa Maria, con i noti mosaici e la onorarono ogni anno con le loro preghiere. Nel 1633, la sua salma venne spostata nella Basilica di San Pietro a Roma. La sua tomba, scolpita dal Bernini, è detta onore e gloria d‘Italia. Il suo ricordo, immortalato da un monaco di Canossa, Donizone, fu rafforzato con una pretesa donazione dei suoi beni alla Chiesa e con una serie di leggende che si diffusero fin dal basso Medioevo; continuate sia a livello colto che popolare sino ai giorni nostri, ne hanno fatto un personaggio mitico, non solo per le terre padane. Elisabetta I d’Inghilterra (7 Settembre 1533 – 24 Marzo 1603; Incoronata nel 1559) Elisabetta I regina d’Inghilterra e d’Irlanda, figlia di Enrico VIII e della sua seconda moglie Anna Bolena, fu l’ultima sovrana della dinastia Tudor. Durante il suo lungo regno l’Inghilterra conobbe un periodo di grande splendore: si affermò come potenza navale, sviluppò l’economia e i commerci e visse quello che per l’arte e la cultura fu considerato il Rinascimento inglese, passato alla storia come “età elisabettiana”. Elisabetta venne nominata erede al trono dopo la morte dei fratelli Edoardo VI e Maria I, anche se una legge aveva annullato il matrimonio fra i suoi genitori e l’aveva resa figlia illegittima. Quando Elisabetta salì al trono, l’Inghilterra era un paese lacerato dalle lotte religiose e dalle guerre. L’abilità con la quale la regina seppe risollevare le sorti della nazione e la sua forte personalità ne fecero una figura amata e rispettata dai sudditi. Uno dei suoi principali meriti fu quello di sapersi circondare di valenti consiglieri. Fra i suoi primi atti di governo ci fu la soluzione delle contese religiose. Il suo primo Parlamento ebbe una maggioranza protestante e approvò una legislazione in materia religiosa che costituì la base dottrinale della Chiesa anglicana. L’anglicanesimo diventò religione di Stato, mentre cattolici e puritani furono sorvegliati. Il fatto che la regina non fosse sposata, e dunque non avesse generato eredi, aprì il problema della successione. Elisabetta rifiutò sempre con decisione la prospettiva di un matrimonio. Il partito cattolico riconosceva come erede legittima al trono inglese la cugina di Elisabetta, Maria Stuarda, regina di Scozia, la quale si rifugiò in Inghilterra nel 1568, dopo essere stata sconfitta dai nobili scozzesi in rivolta. Nel 1586, quando venne sventato un complotto che mirava all’assassinio di Elisabetta per porre sul trono Maria, Elisabetta, pur se riluttante, la fece imprigionare e poi decapitare. L’esecuzione ebbe gravi conseguenze e attirò su Elisabetta l’ostilità del potente sovrano cattolico di Spagna Filippo II. La morte della regina di Scozia fu pertanto un ulteriore stimolo per intensificare la guerra contro gli inglesi iniziata nel 1585 e nel 1588 il sovrano spagnolo inviò contro l’Inghilterra una potente flotta, l’Invincibile Armata, che venne però dispersa dalle tempeste e distrutta dalla Marina inglese. Da quel momento, l’impero spagnolo perse il primato sui mari. Inizia per l'Inghilterra un importante periodo durante il quale diventò una grande potenza navale e gettò le fondamenta del futuro impero Britannico. Durante l’età elisabettiana si assistette a un grande fiorire delle arti e della letteratura: scrittori come Edmund Spenser, Ben Jonson, Christopher Marlowe e William Shakespeare in questi anni produssero capolavori immortali, e filosofi come Francesco Bacone diedero un grande impulso al pensiero moderno. CATERINA, ZARINA DI TUTTE LE RUSSIE (21 Aprile 1729 – 6 Novembre 1796; incoronata nel 1762) Caterina di Russia, conosciuta come Caterina la Grande, fu imperatrice di Russia dal 1762 sino alla morte. Nata a Stettino, Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst venne trascurata dalla madre, che le preferiva il fratello minore Guglielmo Cristiano Federico e Sofia soffrì di questa condizione. Successivamente, sebbene la sua famiglia non fosse di altissimo lignaggio, Sofia e il fratello ricevettero un'educazione di ottimo livello. Non fu mai particolarmente bella, ma fin da bambina mostrò di avere un carattere orgoglioso, vivace, estroverso, animata da una curiosità non comune, con la quale sbalordì molti interlocutori. Educata da un precettore protestante, la giovane Sofia non condivise mai la visione del mondo del suo maestro. Nel 1744, a soli quindici anni, la zarina Elisabetta scelse Sofia come moglie per suo nipote Pietro, che voleva designare come suo erede. Sofia, dopo la conversione alla religione ortodossa, assunse il nome in "Caterina" (Ekaterina). Il matrimonio si rivelò presto infelice: Pietro, uomo di carattere violento e incline a ubriacarsi, si dimostrò ostile verso la moglie, maltrattandola in pubblico. Caterina divenne ben presto popolare presso molti potenti gruppi di opinione che si opponevano al marito, Lei si era sforzata di imparare il russo e lo parlava in pubblico, invece il marito odiavo il russo e la Russia e adorava le strategie di battaglia dell’imperatore tedesco, per questo era largamente contestato. Sentendosi ignorata e sottovalutata, Caterina si dedicò alle letture che includevano anche scritti di Voltaire, Diderot e Montesquieu e si tenne informata sugli eventi politici della Russia. Nel 1762, subito dopo il trasferimento nell'appena eretto Palazzo d'inverno a San Pietroburgo, Pietro salì al trono come Pietro III di Russia, ma le sue stranezze e la sua politica lo resero inviso proprio a quei gruppi con i quali Caterina, in precedenza, aveva mantenuto e sviluppato buoni rapporti. Grigori Orlov, amante di Caterina, guidò una cospirazione per incoronarla. Meno di sei mesi dopo essere salita al trono, il 17 luglio 1762, Pietro venne rinchiuso in carcere dove morì per mano di un assassino non pagato da Caterina, che ne pianse la morte. Facendo riferimento agli scritti di Cesare Beccaria e Montesquieu, Caterina redasse un documento che prevedeva la riforma del sistema giudiziario. La commissione legislativa, a differenza del nome, aveva ruolo consultivo e propositivo senza potere alcuno; il suo scopo avrebbe dovuto essere quello di mettere in evidenza i vari problemi proponendo soluzioni. La commissione che rappresentava tutte le classi, tranne la maggioranza della popolazione rappresentata dai servi della gleba, fu sciolta prima che avesse concluso i lavori, probabilmente in seguito ad una svolta conservatrice nella sua politica e, soprattutto, a causa dello scoppio della guerra contro la Turchia. Nel 1785 Caterina pubblicò un editto che riconobbe alla piccola nobiltà il diritto di presentare petizioni al trono, liberò i nobili dai servizi obbligatori e dalle tasse, rese ereditaria la nobiltà e concesse ai nobili il pieno controllo sui servi che vivevano sulle loro terre. Inoltre Caterina donò le terre della corona che si trovavano in Ucraina ai nobili più fedeli, dotandole anche di servi. Incoraggiò la colonizzazione dell'Alaska e di altre aree di recente conquista. L'unico settore nel quale l'ispirazione illuministica influì sull'opera di Caterina II fu quello dell'educazione e dell'assistenza sanitaria: case di educazione furono istituite a Mosca e a Pietroburgo, mentre nei capoluoghi furono aperte scuole anche per gli adulti, si costruirono nuovi ospedali e le città furono obbligate a provvedersi di medici e di farmacie. Nel frattempo, affidandosi ai suoi favoriti, in particolare Grigorij Orlov e Grigorij Potëmkin, ma anche assistita dal grande successo dei generali come Pëtr Rumjancev e Aleksandr Suvorov, e ammiragli come Fëdor Ušakov, espanse rapidamente i domini russi in vari territori: a ovest vi fu l'annessione del territorio ottenuto dallo smembramento della Confederazione Polacco-Lituana, in seguito alle guerre russo-turche, l'impero russo occupò la Crimea e, all’estremo est, venne iniziata la colonizzazione dell’Alaska. Il suo successore, Alessandro I, trasformò la Finlandia in un gran ducato che faceva, però, capo alla Russia. Nel 1764 Caterina pose Stanislao Poniatowski, un suo favorito, sul trono della Polonia e in seguito incorporò buona parte della Polonia; Caterina rese la Russia potenza dominante nel Medio Oriente dopo la guerra russo-turca del 1768 - 1774. Il suo obiettivo era la spartizione dell'Impero Ottomano tra le potenze europee, seguendo lo schema usato per la Polonia, ma questa volta la sua politica non ottenne il successo sperato. Grazie alle capacità di Grigorij Aleksandrovič Potëmkin annesse la Crimea nel 1783, solamente nove anni dopo che questa aveva ottenuto l'indipendenza dall'Impero Ottomano come risultato della guerra russo-turca del 1768 - 1774. Sul teatro politico europeo Caterina giocò un importante ruolo svolgendo la funzione di mediatrice durante la Guerra di successione bavarese (1778 - 1779) combattuta tra Prussia ed Austria. Nel 1780 formò un gruppo incaricato di difendere dalla Gran Bretagna le navi indipendenti durante la Rivoluzione Americana. Continuando la modernizzazione della Russia si interessò alle finanze e alla creazione di nuove cittadine fondate per suo ordine. Nonostante ciò, la sua politica comportò un aumento del numero dei servi della gleba, con conseguente malcontento popolare e lo scoppio di numerose rivolte, represse violentemente e delle quali Caterina non era particolarmente fiera. Nonostante queste ambiguità politiche il periodo della dominazione di Caterina la Grande è spesso considerato l'età d'oro dell'impero russo. Caterina ebbe due figli, Paolo Petrovič e Anna Petrovna, con i quali non ebbe modo di creare un normale rapporto per via della zarina Elisabetta, la quale portò via i bambini appena nati, occupandosene lei stessa nei suoi appartamenti privati. Paolo Pietrovič crebbe all'ombra di Elisabetta e non legò mai con la madre; alla sua morte salì al trono come lo zar Paolo I di Russia, anche se Caterina aveva predisposto un documento che faceva in modo che la dinastia passasse al nipote. LA CULTURA NELLA VITA DI CATERINA II Un amore che l’Imperatrice russa nutrì per tutta la vita fu quello verso la Cultura. Essa aveva ampliato le sue conoscenze giovanili con letture autonome e contatti interpersonali con personaggi famosi della cultura internazionale. Nella sua condizione di Sovrana di uno Stato di grande rilievo, non ebbe mai difficoltà ad avere alla sua corte filosofi, scienziati, scrittori, pittori, che la considerarono “un despota illuminato”. Essa stessa amava scrivere e sebbene le sue opere, brevi o lunghe che fossero, non avessero un rilievo dal punto di vista letterario, sono tuttavia oggi di qualche interesse dal punto di vista documentaristico, perché narrano fatti ed eventi di cui essa fu testimone e di cui è perciò fonte primaria. Sempre come Imperatrice del suo Paese, a lei venivano presentate per prima le opere più pregevoli dell’ingegno non solo russo, ma anche di altre nazionalità, e perciò non di rado essa poteva godere di primizie straordinarie nel campo delle scoperte e della possibilità di acquistare oggetti di raro pregio il cui prezzo non molti avrebbero potuto permettersi di pagare. Tra gli oggetti d’arte che ella possedette, oltre a bellissime tele di pittori italiani, fiamminghi, francesi e spagnoli, vi furono collezioni di opere d’arte pregevolissime che Caterina acquistò da nobili e gentiluomini costretti a disfarsene per pagare debiti o per poter vivere lontani dalla patria, come accadde a molti nobili francesi nel periodo della Rivoluzione. La Zarina volle arricchire ed abbellire la città di San Pietroburgo continuando l’opera dei suoi predecessori. Un gruppo di 255 quadri che l’Imperatore di Prussia aveva commissionato ma non aveva potuto più comprare a causa delle ingenti spese militari sostenute per la Guerra dei Sette anni fu il primo nucleo di opere d’arte che Caterina II acquistò dando inizio alla più straordinaria collezione di preziose testimonianze del passato. Una parte del Palazzo d’Inverno fu destinata perciò dalla Sovrana alla raccolta di opere d’arte. Col passar del tempo e con la continua crescita del numero di opere raccolte nel Palazzo, prese forma un museo, detto l’Hermitage, che a sua volta si ampliò con altre costruzioni aggiunte in seguito e che tuttora accoglie esempi infiniti della capacità creativa dei più grandi artisti del passato accumulati per secoli dagli Zar. Oggi l’Hermitage è il più grande Museo del mondo, con 2 milioni e 800mila opere in mostra. Seguendo l’istintivo desiderio di acquisire ogni genere di opere d’arte, Caterina fece costruire non solo edifici destinati a divenire musei o li fece ampliare, come accadde per l’Hermitage stesso, ma destinò anche un Palazzo, l’Accademia delle Arti, alle riunioni e agli incontri con personaggi emeriti della cultura internazionale, vero e proprio cenacolo della conoscenza per il suo tempo. LE NOSTRE CONCLUSIONI Tutte e tre le regine ebbero un'infanzia piuttosto difficile, ma nonostante ciò crebbero ben educate. Inoltre furono donne molto potenti, nei primi momenti di governo non ebbero vita facile perché essendo donne la loro ascesa al trono non fu cosa semplice ma grazie al loro carattere forte riuscirono a prendere decisioni complicate. Le sovrane vennero aiutate da diversi personaggi illustri (politici oppure seguaci della chiesa), del loro tempo. Quando la morte era ormai vicina, Matilde ed Elisabetta si preoccuparono per il regno: Matilde liberò tutti i servi della sua corte e donò tutti i suoi beni alla chiesa; Elisabetta invece, non avendo eredi diretti al trono, lasciò il potere in mano a Giacomo I Stuard (figlio di Marie Stuard-regina di Scozia). A differenza, Caterina Zarina di Russia deceduta in età più giovane, tentò di lasciare il regno al nipote, educato da lei personalmente, attraverso un documento di successione trovato e bruciato dal erede diretto. Caterina ed Elisabetta, dopo la loro morte, lasciarono le casse dello stato piene e la loro popolazione orgogliosa della propria patria, ma lo diedero in mano a sovrani incapaci che rovinarono la sua maestosità. Invece Matilde ,non avendo lasciato eredi diretti al trono, purtroppo disperse il suo immenso dominio. Matilde e le altre: bibliografia Per trovare le informazioni utili allo svolgimento del progetto sono state consultate le seguenti fonti: Per Matilde di Canossa: Matilde di Canossa - Maria Santini Scritti del monaco Donizone Fonti da Wikipedia Per Caterina zarina di Russia: Fonti da Wikipedia La grande Caterina - Henri Troyat Per Elisabetta I Tudor: Fonti da Wikipedia Stralci dal romanzo “Le sei mogli di Enrico VIII” Antonia Fraser Stralci dal romanzo “Elisabetta I” Carolly Erickson Film “Elisabeth I” Film “Elisabeth I, The Golden Age” RINGRAZIAMENTI a tutti gli alunni e le alunne della classe 2°A dell’anno scolastico 2014 - 2015 e in particolare a Balboni Chiara, Gaeta Dafne, Montanari Matteo per il loro impegno nella sede del Parlamento degli studenti di Bologna Coordinatrice del progetto prof.ssa Benfenati Daniela (Storia, Lettere) Ideatrice e realizzatrice del tabellone “mettiti al osto di Matilde” prof.ssa Moruzzi R. Ideatore del cartellone “I castelli matildici” prof. Ferrante R. Con noi per gli ultimi ritocchi e per l’accompagnamento a Bologna prof.ssa Deodato G.