Diapositiva 1 - istituto comprensivo g. falcone :::: copertino
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Rete Il Veliero parlante - I.C. “G. Falcone” - Copertino 14 Ottobre 2013 Ambiente Scuola: apprendimenti e competenze attraverso la Didattica Laboratoriale R. Carpignano La Didattica Laboratoriale IL LABORATORIO tra ESPERIMENTO ed ESPERIENZA Rete Il Veliero parlante - I.C. “G. Falcone” - Copertino 14 Ottobre 2013 Ambiente Scuola: apprendimenti e competenze attraverso la Didattica Laboratoriale R. CARPIGNANO L’esperimento L’esperimento risponde sostanzialmente a finalità verificative: laboratorio verificativo o dimostrativo di leggi o modelli L'esperimento è un processo chiuso all'imprevisto, frutto di esperienza consolidata e basato sulla riproducibilità L’esperimento guarda all’imprevisto come incidente di percorso, come evento indesiderato e indesiderabile. Rete Il Veliero parlante - I.C. “G. Falcone” - Copertino 14 Ottobre 2013 Ambiente Scuola: apprendimenti e competenze attraverso la Didattica Laboratoriale R. CARPIGNANO L’esperimento è descritto da un protocollo (banalizzato a volte come “ricetta”) a fasi successive e lineari L’esperimento è rappresentato da un flow chart lineare, che non prevede alternative di processo. TORTA ALLO YOGURT Diagramma di flusso riferito alla ricetta per preparare la torta allo yogurt Mescolare yogurt, zucchero, olio e uova con la frusta o, se possibile, con un frullino elettrico Aggiungere farina (un vasetto alla volta) Aggiungere il lievito (meglio se setacciato) Versare il tutto in una teglia imburrata e spolverata con un po’ di farina oppure su carta da forno Cuocere a 180°C finchè la torta non assume un colore bruno Dopo la cottura si può guarnire la torta cospargendola di zucchero al velo o arricchire l’impasto con gocce di cioccolato o uva passa oppure farcire con cioccolato o crema o marmellata Conclusione Rete Il Veliero parlante - I.C. “G. Falcone” - Copertino 14 Ottobre 2013 Ambiente Scuola: apprendimenti e competenze attraverso la Didattica Laboratoriale R. CARPIGNANO L’esperimento diventa “cruciale” quando la riproducibilità entra in crisi Ciò corrisponde al momento in cui l’imprevisto irrompe sulla scena forzando i confini di senso per rimetterne in discussione le certezze relative Rete Il Veliero parlante - I.C. “G. Falcone” - Copertino 14 Ottobre 2013 Ambiente Scuola: apprendimenti e competenze attraverso la Didattica Laboratoriale R. CARPIGNANO l'esperimento è un processo chiuso all'imprevisto e basato sulla riproducibilità l'esperienza e' un processo aperto all'imprevisto prevedibile Le esperienze sono democratiche e coevolutive poiché gli allievi vi assumono ruoli non solo esecutivi, ma anche di progettazione e scelta. Rete Il Veliero parlante - I.C. “G. Falcone” - Copertino 14 Ottobre 2013 Ambiente Scuola: apprendimenti e competenze attraverso la Didattica Laboratoriale R. CARPIGNANO •L’esperienza risponde sostanzialmente a finalità formative: laboratorio della performance, laboratorio di ricerca, laboratorio per scoperta. •L’esperienza pre-esiste all’esperimento: ne è la culla di gestazione. •L’esperienza non è mai riproducibile: essa è unica e irripetibile. Altre esperienze possono ripercorrere le stesse tappe ma non si riprodurrà mai la concomitanza della stessa rete complessa di circostanze Rete Il Veliero parlante - I.C. “G. Falcone” - Copertino 14 Ottobre 2013 Ambiente Scuola: apprendimenti e competenze attraverso la Didattica Laboratoriale R. CARPIGNANO Dall’esperimento all’esperienza E’ possibile passare dall’ esperimento all’ esperienza forzando i confini del primo ovvero sottoponendo ad analisi critica ogni sua fase così da individuarne i perché che consentono di “aprirlo” alle varie possibilità alternative, in relazione al contesto. TORTA ALLO YOGURT Diagramma di flusso riferito alla ricetta per preparare la torta allo yogurt Mescolare yogurt, zucchero, olio e uova con la frusta o, se possibile, con un frullino elettrico Aggiungere farina (un vasetto alla volta) Aggiungere il lievito (meglio se setacciato) Versare il tutto in una teglia imburrata e spolverata con un po’ di farina oppure su carta da forno Cuocere a 180°C finchè la torta non assume un colore bruno Dopo la cottura si può guarnire la torta cospargendola di zucchero al velo o arricchire l’impasto con gocce di cioccolato o uva passa oppure farcire con cioccolato o crema o marmellata Conclusione Rete Il Veliero parlante - I.C. “G. Falcone” - Copertino 14 Ottobre 2013 Ambiente Scuola: apprendimenti e competenze attraverso la Didattica Laboratoriale R. CARPIGNANO Ricetta per preparare la torta allo yogurt L’ANALISI CRITICA DEL PROTOCOLLO FASE 1 - Perché proprio allo yogurt? Potremmo prepararne una al cioccolato, al cacao, alle fragole e così via: potremmo scegliere in funzione di alcuni criteri quali ad esempio il nostro gusto oppure la disponibilità di ingredienti. FASE 2 - Perché “mescolare”? Potremmo sperimentare cosa accade se non lo facessimo. Perché mescolare con la frusta o con frullino elettrico? Si potrebbe provare ad effettuare la stessa operazione con un cucchiaio, con una forchetta, con altri oggetti e ragionare sull’efficienza relativa al mescolamento che se ne otterrebbe nei diversi casi. Perché oltre allo yogurt occorre aggiungere zucchero, olio e uova? Si potrebbe provare a realizzare l’impasto alternativamente senza zucchero, o senza olio o senza uova (oppure aggiungendone ad esempio uno invece che tre). Rete Il Veliero parlante - I.C. “G. Falcone” - Copertino 14 Ottobre 2013 Ambiente Scuola: apprendimenti e competenze attraverso la Didattica Laboratoriale R. CARPIGNANO FASE 3 - Perché aggiungere farina? Se ne potrebbe sperimentare l’assenza o domandarsi quale tipo di farina occorra e se non si possa fare la torta ricorrendo per esempio alla farina di mais o a quella di grano duro. Perché poi aggiungerne tre vasetti e perchè uno alla volta? Potremmo provare ad aggiungerne uno solo o due o quattro separatamente oppure in una volta sola. FASE 4 – Perché aggiungere il lievito? Potremmo cercare una risposta chiedendoci cosa sono i lieviti e che funzione svolgono oppure provare a farne senza e sperimentare cosa accade, oppure ancora chiederci quale lievito sia migliore o più adatto di altri. FASE 5 – Perché versare il tutto in una teglia imburrata e spolverata da in po’ di farina oppure ricorrere alla carta da forno? Anche qui si aprono possibilità di scegliere differenti profili sperimentali. Rete Il Veliero parlante - I.C. “G. Falcone” - Copertino 14 Ottobre 2013 Ambiente Scuola: apprendimenti e competenze attraverso la Didattica Laboratoriale R. CARPIGNANO FASE 6 – Perché cuocere? Perché fino a 180°C? Perché cuocere fino a colorazione? Perché il colore bruno rappresenta il nostro obiettivo di “cottura” dell’impasto? FASE 7 – Perché guarnire la torta ottenuta? FASE 8 – Quale conclusione possiamo prevedere? Rete Il Veliero parlante - I.C. “G. Falcone” - Copertino 14 Ottobre 2013 Ambiente Scuola: apprendimenti e competenze attraverso la Didattica Laboratoriale R. CARPIGNANO PERCHE’ PREPARARE UNA TORTA? Risposte dei bambini perché si! perché mi piace; per mangiarla; per giocare reimpastando i resti in teglie differenti; per giocare alle torte in faccia; per realizzare collages divertenti; per imparare un metodo; per fare un esperimento; per fare esperienza; per diventare un bravo pasticcere per diventare un bravo cuoco per far piacere a qualcuno; per dimostrare che sono bravo; perché me lo chiede la maestra. Ossidazione del ferro il protocollo (esperimento) TRASFORMAZIONE (ossidazione) DEL FERRO Deporre il campione di Fe in un adatto contenitore Versare dell’ACQUA sopra il campione di Fe ? ? DISCUSSIONE ? ? CONCLUSIONE ? RILANCIO ? Osservare ciò che accade NO Scelta della tempistica SI NEI PRIMI MINUTI DOPO ca: 1 ORA ? dopo ALCUNI GIORNI l’apertura all’ESPERIENZA TRASFORMAZIONE- OSSIDAZIONE DEL FERRO Scelta del LIVELLO DI SCOLARITA’ PRIMARIA SEC 1° GRADO SEC 2° GRADO DISCUSSIONE PRELIMINARE SCELTA DEL CAMPIONE (sistema) NO SI Chiodi Filo di FE Paglietta acciaio Paglietta Lana Fe Analisi PROPRIETA’ iniziali Tabella Colonna 1 continu a limatura Fe altro continu a l’apertura all’ESPERIENZA SCELTA delle modalità (ambiente) In Alcool In Acqua Ossigenata In Acqua In Acqua e olio All’aria con CaCl2 In Acqua e sapone In Acqua e acido alla luce al buio altro A freddo SCELTA del contenitore (ambiente) In piatto In becker In barattolo continua In provetta altro A caldo continu a l’apertura all’esperienza SCELTA della tempistica DOPO 15 MIN 1 ORA qualche ORA 1 giorno Analisi PROPRIETA’finali Tabella Colonna 2 Comparazione delle proprietà INIZIALI e FINALI cosa significa TRASFORMAZIONE RILANCIO qualche giorno altro Rete Il Veliero parlante - I.C. “G. Falcone” - Copertino 14 Ottobre 2013 Ambiente Scuola: apprendimenti e competenze attraverso la Didattica Laboratoriale R. CARPIGNANO Dall’esperienza all’esperimento L’esperienza pre-esiste all’esperimento: ne è la culla di gestazione. L’esperimento è il distillato dell’esperienza che si cristallizza consolidandosi nel tempo proprio in virtù della riproducibilità. E’ possibile passare dall’esperienza all’esperimento sottoponendo a critica le possibili scelte alternative fino ad individuare quella relativamente migliore circa la possibilità di riprodurne gli esiti. Rete Il Veliero parlante - I.C. “G. Falcone” - Copertino 14 Ottobre 2013 Ambiente Scuola: apprendimenti e competenze attraverso la Didattica Laboratoriale R. CARPIGNANO LA FORMAZIONE DELLA RUGGINE Ossidazione del ferro Verticalità Ferro metallico + Ossigeno gassoso A DARE Ossido Ferrico solido Fe(s) + O2(g) → Fe2O3(s) Didattica laboratoriale - SCUOLA PRIMARIA MAESTRA: cosa succede se immergiamo in acqua degli oggetti di metallo? Di cosa sono fatti gli oggetti? PROVIAMO: PROVIAMO CON UNA CALAMITA per distinguere gli oggetti di Ferro dagli altri. OGGETTI: Chiodi, Cucchiaio di acciaio, Gancio di ferro, Puntina, Spilla da balia COSA SUCCEDERA AGLI OGGETTI? Che affondano Quelli di ferro non saranno più attratti dalla calamita Quelli di ferro dopo un po’ arrugginiscono Elaborazione dati Colonna 1 Osservazioni iniziali Variabile sotto osservazione Colonna 2 Osservazioni finali E’ attratta dalla calamita E’ ferromagnetica MAGNETISMO Non è attratta dalla calamita Determinazione della massa (del peso) iniziale MASSA (PESO) Aspetto: reticolata, bucherellata, fibrosa ASPETTO MORFOLOGICO E’ composta da fili sottilissimoi, attorcigliati, non è compatta ASPETTO DI STRUTTURA E’ GRIGIA ARGENTATA COLORE Non ha odore ODORE Si può deformare, schiacciare, appallottolare ALLA MANIPOLAZIONE NON E’ MODELLABILE perché si rompe Difficile da rompere con le mani; SI Può TAGLIARE CON LE FORBICI RESISTENZA MECCANICA Si disfa, va in briciole se la tocchi anche solo con le mani Perde peli, ma non sporca le mani CEDE COLORE Colora il foglio e sporca le mani E’ morbida al tatto AL TATTO E’ secca al tatto Può diventare RUGGINE COMPORTAMENTO CHIMICO Non può diventare FERRO Determinazione della massa (del peso) finale: la massa finale del campione è maggiore di quella iniziale pesa di più alla fine E’ fatta di polvere, peli e scagliette E’ ROSSO-MATTONE con chiazze arancioni Didattica laboratoriale SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO • Sui libri si può cercare la formula del Ferro Fe e della ruggine Fe2O3· xH2O(s) • Dal semplice confronto dei segni si potrebbe far largo l’idea che l’acqua ha “indebolito” i legami tra gli atomi di Fe così che l’ossigeno vi si è potuto introdurre legandosi. • Idea di materia e di sostanza SCUOLA Didattica laboratoriale SECONDARIA DI SECONDO GRADO (biennio) • • • • • • Quadro di riferimento e glossario di partenza Coppie redox Trasformazioni redox Potenziali redox Calcolo delle moli di Ferro poste a reagire Misura del volume di Ossigeno “fissato” nella esperienza di Lavoisier • Calcolo delle moli di ossigeno consumate (VM = 22,414 litri) • Scrittura ed interpretazione della equazione chimica • Respirazione ed Emoglobina Didattica laboratoriale SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO (triennio) • Quadro di riferimento e glossario di partenza • Scrittura ed interpretazione della equazione chimica Coppie redox e Potenziali redox • Dalla energia libera al potenziale redox • Equazione di Nernst, quoziente di reazione Q e K di equilibrio • Ossidazione del Ferro e passivazione dell’Alluminio • Spontaneità della corrosione del ferro • Calcolo delle moli di Ferro poste a reagire • Misura del volume di Ossigeno “fissato” nella esperienza di Lavoisier • Calcolo delle moli di ossigeno consumate (VM = 22,414 litri) • Processi redox e corrosione (pile di corrosione) • Caratteristiche dei prodotti anti-ruggine. Le avventure di Bimbo Chiodo di Tommaso Campomagnani • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • C’era una volta la Famiglia Chiodo: Papà Chiodo, Mamma Chiodo e i loro due figli, Forte Chiodo, il più grande, e Bimbo Chiodo, il più piccolo e birichino. La Famiglia Chiodo viveva in una bella scatola di latta in una grande cantina, insieme ad altri attrezzi di metallo e di legno, a barattoli di vernice e a tante cose strane e curiose: bottiglie di vetro, vecchi giornali e biciclette un po’ sgangherate. I fratelli si diverti vano un mondo a giocare a nascondino in cantina o a fare scherzi al Vecchio Martello o alla Pialla Bisbetica, i quali minacciavano di dare loro una bella lezione se li avessero presi... ma non li prendevano mai. Spesso i due si avventuravano a gio care fuori, su un piccolo spiazzo erboso, in mezzo a sassi e a lucertole paurose. Bimbo Chiodo adorava il luogo dove viveva, voleva molto bene ai suoi genitori e a suo fratello, era felice. C’era solo una cosa che detestava: ogni volta che tornava a casa, soprattutto se aveva giocato fuori, Mamma Chiodo lo obbligava a darsi una bella lavata. Anche Forte Chiodo doveva farlo, ma a lui non dispiaceva, anzi si divertiva. Tempo prima gli aveva detto che dopo una bella ripulita si sentiva più attraente per la Bella Pinza che viveva sul terzo scaffale, ma Bimbo Chiodo non era sicuro di aver capito. E lui, per quanto si sforzasse, non sopportava l’idea di essere passato da cima a fondo con quel pennello ispido che lo ricopriva di una vernice grigiastra e appiccicosa, con un odore disgustoso. Poi ci voleva un sacco di tempo prima che si asciugasse! Un giorno, era ormai sera, Bimbo Chiodo stava facendo ri torno a casa insieme a Forte Chiodo e a Filo di Ferro, un amico simpaticissimo, ma gro magro, ma forte come nessun altro. Avevano giocato tutto il pomeriggio e si erano divertiti davvero un sacco. La gioia di Bimbo Chiodo, però, svanì non appena vide Mamma Chiodo che li aspettava con il pennello in mano. • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Forte Chiodo entrò per primo nella loro scatola, fischiettando, come se niente fosse. Bimbo Chiodo, invece, aspettò fuori il suo turno, camminando avanti e indietro nervosamente. Proprio non voleva saperne, di lavarsi! No, no e poi no! Ad un certo punto, venne come folgorato da un’idea. Uscì di corsa e si allontanò dalla casa, sempre di più. Se fosse riuscito ad andare lontano e i suoi genitori non l’avessero trovato mai più, non avrebbe dovuto più sottostare a quella tortura. Quando giocava con suo fratello ed i suoi amici fuori, vedeva spesso dei pezzi di ferro, lattine e anche altri chiodi, che vivevano beati e sereni e non sapevano neanche che cosa fosse un pennello. Mamma Chiodo li chiamava i Vagabondi Ruggine. Ecco, lui avrebbe vissuto con loro e come loro. Mentre pensava a queste cose, si allontanava sempre di più dalla sua casa. Cammina, cammina, incominciò a calare il buio. L’aria si era fatta più umida e fredda. Cominciò a sentire un po’ di paura, ma strinse i denti e si costrinse a non pensare alla sua famiglia. Si sdraiò vicino ad una pietra e si addormentò. Il giorno dopo fu svegliato dal sole, che brillava già alto nel cielo. Dimenticò la paura e decise di continuare ad esplorare il mondo. Improvvisamente, si levò una brezza fresca, che presto si trasformò in un vento forte. Il cielo si rannuvolò in po chi minuti e cominciò a piovere. Mamma Chiodo richiamava sempre in casa i suoi figli quando pioveva. Ora Bimbo Chiodo capiva perché. Si sentiva rabbrividire, era come se il freddo gli penetrasse dentro. Trovò fortunatamente un riparo. Stanco e intirizzito, si buttò per terra e si addormentò. La mattina dopo non pioveva più. Bimbo Chiodo si alzò, ma si sentiva strano Pensò che fosse il freddo. Cercò i raggi del sole che facevano capolino fra le nuvole per scaldarsi. Neanche questo bastò a farlo stare meglio. Si accorse con terrore che si stava ricoprendo di bolle e di macchie di color ruggine. Improvvisamente ca pì. Stava iniziando a diventare come uno dei Vagabondi Ruggine! • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Solo che ora la cosa non gli piaceva affatto! A mano a mano che le macchie lo ricoprivano aumentava la sua debolezza e il suo malessere. No, non aveva nessuna intenzione di diventare uno di loro. E cominciava a capire perché la Mamma insisteva a spennellarlo. Oh, la Mamma, il Papà, Forte Chiodo! Gli mancavano davvero tanto. Avrebbe dato tutto per essere a casa. Solo che non aveva nulla, tranne la volontà di ritornare dalla sua famiglia. Mentre si metteva faticosamente in cammino e le macchie ruggine aumentavano, pensava alla punizione che l’avrebbe atteso appena arrivato. Aveva paura, ma sapeva anche di essersela meritata. Non aveva capito che quello che la mamma faceva era per proteggerlo, perché gli voleva bene! E poi, doveva ammetterlo, Forte Chiodo aveva ragione. Si era davvero più carini dopo una bella spennellata di antiruggine (perché di questo si trattava). Altro che Vagabondi Ruggine! Immerso in questi pensieri, arrivò alla sua casa. Mamma, papà e Forte Chiodo lo videro e gli corsero incontro. Lui si sentiva sopraffatto dal senso di colpa. Fu invece sopraffatto da baci, abbracci, carezze e lacrime dei suoi genitori e di suo fratello. Mamma Chiodo, poi, non ne voleva sapere di staccarsi da lui. Quando riuscì finalmente a calmarsi, la mamma lo guardò. Bimbo Chiodo abbassò lo sguardo: «Scusa, mamma, sto diventando tutto ruggine». Nessuna risposta. Allora alzò lo sguardo, temendo di incontrare gli occhi irati dei suoi genitori. Invece, eccoli lì, calmi e sorridenti. «Credo», disse Papà Chiodo, «che sia arrivato il momento di darti una bella spennellata». «Una spennellata?» disse Mamma Chiodo, facendo finta di essere arrabbiata. «Qui ci vuole una doppia dose!» «Chissà come sarai carino dopo», aggiunse Forte Chiodo. Inutile dire, che da quel giorno, Bimbo Chiodo non si lamentò più di fronte al pennello.