Ipotesi sull`evoluzione del sistema portuale di Barcellona nel

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Ipotesi sull`evoluzione del sistema portuale di Barcellona nel
Ipotesi sull’evoluzione del sistema portuale
di Barcellona nel Medioevo
Marta Putelli, arquitecta
I collegamenti “viari” marittimi, non tracciabili geograficamente sul territorio ma
tracciati cartograficamente, attraverso l’ausilio delle nuove tecniche come la bussola, e delle teorie astronomiche, collegavano le aree portuali catalane con i Paesi stranieri e con i propri Consolati, e furono i canali preferenziali della viabilità catalana
medievale che permisero l’ampio sviluppo economico e politico, e la grande fortuna dell’Impero.
Certo, è singolare che una città come Barcellona, che aveva assistito al suo grandissimo sviluppo economico grazie alle sue fiorenti attività marittime, non fosse
stata dotata per così lungo tempo di un vero e proprio porto. Le città rivali come
Marsiglia, Genova, Pisa, Venezia, Amalfi, potevano vantare di strutture portuali
peraltro favorite da caratteristiche naturali della costa, dove poter effettuare le operazioni di carico e scarico delle merci. Non è ancora pienamente compreso come
sulla marina barcellonese si poté sviluppare un così intenso traffico marittimo,
nonostante le difficili condizioni di attracco che la caratterizzavano.
Appare però verosimile l’ipotesi della presenza di palizzate di legno, conficcate
a mare in prossimità della riva, in particolare ubicate tra la porzione di spiaggia compresa tra il Convento di Santa Clara e l’area dei Vecchi Arsenali. Delle palizzate,
atte a facilitare lo svolgimento delle attività portuali, potevano probabilmente essere posizionate in modo continuo e perpendicolare rispetto alla linea di costa, oppure essere distribuite in diversi punti, in modo pressoché parallelo, in relazione all’andamento delle correnti marine e dei continui e regolari mutamenti delle sabbie del
litorale. Tali palizzate, confermate anche da alcune immagini d’archivio, erano senza
alcun dubbio ben conosciuti anche dagli armatori e dai mercanti catalani, dato che
erano abitualmente impiegati in molte importanti città marittime del Mediterraneo,
come ad esempio nei porti di Pisa, Genova, Venezia, Napoli, e Cagliari, anche se
come ausili all’attracco o alla difesa, e generalmente non in sostituzione o assenza
di una struttura portuaria.
Le peculiari e continue variazioni morfologiche della linea di costa potevano costituire dei fattori fortemente deterrenti alla progettazione di una struttura portuaria
fissa. Il fatto che, in una prima fase storica, non fossero state espresse delle chiare
richieste per la costruzione di un porto conferma che la situazione si riteneva sufficientemente adatta alle attività marittime, forse perché poteva essere controllata
attraverso diversi altri sistemi portuali e di attracco di tipo provvisorio.
XIII Congrés d’Història de Barcelona. En memòria d’Antoni de Capmany (1742-1813) – Barcelona i el mar
Arxiu Històric de la Ciutat de Barcelona, Institut de Cultura, Ajuntament de Barcelona / Museu Marítim de Barcelona
12, 13 i 14 de novembre de 2013