Esempio 2014 - Università degli studi di Trieste

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Esempio 2014 - Università degli studi di Trieste
A.A. 2012/13
Università degli Studi di Trieste
Laurea Triennale in Ingegneria Civile ed Ambientale
Corso di Architettura Tecnica
Oggetto: Lettura dell’Organismo Edilizio Residenziale di
tipo “in linea” sito a Mestre-Bissuola, via Ca’ D’Oro
Studente: Biason Alessio
Matricola: IN0100166
Insegnante: Valcovich Edino
Collaboratori: Stival Carlo Antonio e
Berto Raul
Indice:
pagina
 Introduzione
3
ASPETTI ANTROPICI
23
Piano Regolatore Generale Comunale
 Classificazione della Tipologia Edilizia
4
TAVOLA 1: Planimetria Intero Complesso
TAVOLA 2: Planimetria Lotto di Pertinenza
PIANTE:
 Analisi Spaziale dell’O.E.R.
7
TAVOLA 3: Pianta Piano Interrato
TAVOLA 4: Pianta Piano Terra
TAVOLA 5: Pianta Piano Primo e Secondo
TAVOLA 6: Pianta Copertura
SEZIONI:
12
TAVOLA 7: Sezione AA
TAVOLA 8: Sezione BB
PROSPETTI:
15
TAVOLA 9: Prospetto Nord
TAVOLA 10: Prospetto Sud
 Analisi Ambientale dell’O.E.R.
ASPETTI NATURALI
Il rapporto dell’O.E.R. con il lotto di pertinenza
Il rapporto dell’O.E.R. rispetto all’accesso solare e suoi effetti
TAVOLA 11: Percorso Solare
Il rapporto dell’O.E.R. rispetto al vento dominante
Il Clima dominante
18
25
REQUISITI SPAZIALI
Accessibilità
Distribuzione degli spazi
TAVOLA 12: Fasce Funzionali – Pianta Piano Terra
TAVOLA 13: Fasce Funzionali – Pianta Piano Tipo
TAVOLA 14: Distribuzione degli Spazi – Pianta Piano Terra
TAVOLA 15: Distribuzione degli Spazi – Pianta Piano Tipo
TAVOLA 16: Zona Giorno e Zona Notte – Pianta Piano Terra
TAVOLA 17: Zona Giorno e Zona Notte – Pianta Piano Tipo
Dimensionamento
Verifica delle dimensioni degli alloggi
Verifica delle dimensioni dei percorsi pedonali e veicolari
Arredabilità
TAVOLA 18: Verifica Arredabilità – 1a soluzione – Pianta Piano Terra
TAVOLA 19: Verifica Arredabilità – 2a soluzione – Pianta Piano Terra
TAVOLA 20: Verifica Arredabilità – 1a soluzione – Pianta Piano Tipo
TAVOLA 21: Verifica Arredabilità – 2a soluzione – Pianta Piano Tipo
Sicurezza
Ambienti interni
Ambienti esterni
Riservatezza
Benessere Ambientale
Il rapporto dell’O.E.R. rispetto all’illuminazione naturale
1
REQUISITI SPAZIALI SULL’ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE
41
ARCHITETTONICHE – D.M. 236/89
SOLUZIONI TECNOLOGICHE DELL’O.E.R.
Accessibilità
Visitabilità
Adattabilità
TAVOLA 22: Accessibilità e Visitabilità da parte di un disabile su sedia a
rotelle – Pianta Piano Terra
TAVOLA 23: Accessibilità e Visitabilità da parte di un disabile su sedia a
rotelle – Pianta Piano Tipo
Specifiche funzionali e dimensionali
Generalità
Unità ambientali e loro componenti
Spazi esterni
 Analisi Tecnologica dell’O.E.R.
Attitudine all’integrazione impiantistica
68
TAVOLA 29: Particolari Costruttivi dell’O.E.R.
TAVOLA 30: Particolari Costruttivi dell’O.E.R.
 Considerazioni Finali
71
47
REQUISITI TECNOLOGICI
Resistenza meccanica della fascia strutturale dell’O.E.R.
Subsistema strutturale dell’O.E.R.
TAVOLA 24: Fondazioni e murature
TAVOLA 25: Primo solaio e murature
TAVOLA 26: Secondo solaio e murature
TAVOLA 27: Terzo solaio e murature
TAVOLA 28: Copertura
Isolamento termico dell’involucro
Isolamento termico adottato
Controllo delle dispersioni di calore
Verifica termo igrometrica delle chiusure perimetrali
Il rapporto dell’O.E.R. rispetto alla qualità dell’aria interna
Requisiti di resistenza al fuoco
Impermeabilità all’acqua e ai liquidi
Isolamento acustico dell’involucro
Isolamento acustico adottato
Elementi di acustica ambientale
Requisiti acustici passivi
Classificazione acustica dell’O.E.R.
2
INTRODUZIONE
L’Organismo Residenziale preso in considerazione è collocato nella città di Mestre.
Mestre è una città del Veneto, frazione del Comune di Venezia, costituita da 50 302 abitanti nel centro urbano per un totale di
181 914 abitanti in tutta la terraferma.
Storicamente, e anche dal punto di vista urbanistico, Mestre si presenta come un centro del tutto a sé stante, che sorge sulla parte di
terraferma dell'attuale comune e quindi totalmente distinta dalla Venezia insulare.
Mestre è stata comune autonomo fino al 1926, quando un decreto del regime fascista ne decise
l'annessione forzata al comune di Venezia. Nel 1923 Mestre è stata insignita del titolo
di "Città" ed è appartenuta, assieme al suo territorio, alla Diocesi di Treviso fino al 1927.
Un tempo ben distinta dagli altri centri della terraferma, di cui era capoluogo mandamentale,
Mestre, soprattutto dal secondo dopoguerra, ha visto una rapida e disordinata crescita urbana che
l'ha portata a costituire con gli stessi un vasto agglomerato urbano. Anche per questo motivo, con
Figura 1. Stemma di
il toponimo Mestre spesso si intende, per estensione, tutta la terraferma veneziana, dove
Mestre dal 1926
risiedono i due terzi della popolazione del comune di Venezia.
Da un punto di vista ambientale, il principale corso d'acqua è il Marzenego il cui alveo originale è stato nel tempo più
volte modificato e tombinato. Esso si biforca, circondando la città antica, nel ramo nord detto ramo delle
Figura 2. Sopra, la torre dell'orologio:
Beccherie o San Lorenzo e nel ramo sud detto ramo delle Muneghe o della Campana. I due bracci si riuniscono
era una delle numerose torri che
costituivano il Castelnuovo, demolito tra
all'altezza del ponte di via Colombo formando l'Osellino, il canale artificiale che ne convoglia le acque in laguna,
il XVIII ed il XIX secolo. Sotto, lo
sfociando a Tessera. Altra via d'acqua rilevante è il Canal Salso (Figura 3) che mette in comunicazione la città e la
stemma "ufficiale" di Mestre, con
laguna; l'ultimo tratto in prossimità, che terminava all'altezza di piazza XXVII ottobre, è stato interrato nel Novecento
l'acronimo del motto: Mestre
Fidelissima.
per la realizzazione della piazza stessa (allora denominata piazza Barche, toponimo
tutt'oggi molto usato) e di via Forte Marghera.
Da un punto di vista atmosferico, in questa area l’azione mitigatrice del mare diventa meno significativa, accentuando
le caratteristiche climatiche più tipiche della pianura veneta. Tale zona è quindi contraddistinta da un clima di tipo un
po’ più continentale, con estati leggermente più calde ed 2 su 13 inverni leggermente più rigidi rispetto alle zone
litoranee. La ventilazione risulta mediamente più limitata soprattutto nei regimi di brezza del periodo caldo, mentre sul
fronte delle precipitazioni in estate vi sono temporali abbastanza frequenti che spesso portano grandine. In inverno
prevale una situazione di inversione termica che, accentuata da una ventosità più limitata, determina sia condizioni
favorevoli per l’accumulo dell’umidità, dando luogo alle nebbie, sia elevate concentrazione di inquinanti rilasciati al
suolo e che nelle aree urbane ristagnano negli strati più bassi dell’atmosfera.
Figura 3. Il Canal Salso in prossimità di
viale Ancona; sullo sfondo il centro
direzionale La Vela.
3
CLASSIFICAZIONE DELLA TIPOLOGIA
EDILIZIA
L’Organismo Edilizio che andremo ad analizzare fa parte di un
complesso residenziale situato nella città di Mestre (VE), avente una
forma planimetrica rettangolare (fronti larghi 18,50 m e una profondità
di 12,00 m). Essa presenta aperture solamente sui due fronti principali,
in quanto non è un edificio isolato. All’interno dello stabile, nella zona
rivolta a Sud, è stato collocato uno spazio di circolazione verticale (per
garantire una migliore accessibilità degli utenti ai vari piani), costituito
da: un androne, una scala a tre rampe priva di piè d’oca, e un ascensore
posto di fianco agli accessi degli alloggi. La distribuzione degli alloggi
non è simmetrica e, in particolare, si sviluppano due alloggi per piano
(dove l’alloggio rivolto ad Ovest risulta essere sempre più piccolo
rispetto a quello rivolto ad Est), ognuno dei quali presenta a sua volta
due lati che si affacciano all’esterno, un lato che si affaccia allo spazio di
circolazione verticale e un altro che confina con l’Organismo Edilizio
accanto. Il fabbricato, dotato di una copertura piana, è composto da tre
piani fuori terra ad uso residenziale e un piano interrato adibito alle
pertinenze degli alloggi, quali cantine e garage.
Per quanto riguarda le fasce funzionali, il corpo, pressoché, centrale e
una piccola parte rivolta ad Est costituiscono la fascia secondaria, con
funzione di servizio, mentre il resto, composto da camere, cucine, sala da
pranzo e soggiorno, costituisce la fascia primaria.
Da queste caratteristiche sopra enunciate possiamo stabilire che
l’Organismo che si andrà a scindere è di tipo “in linea”.
I vantaggi di questa tipologia edilizia sono: la comodità della
collocazione delle comunicazioni verticali, che permettono un semplice
ed omogeneo accesso a tutti gli alloggi; la presenza di aperture lungo i
fronti principali dell’edificio; l’organizzazione funzionale interna agli
alloggi semplice e ben definita (es: le zone primarie e secondarie, le zone
giorno e notte, ecc…); l’aggregazione, con altri tipi di Organismi Edilizi,
consentita dai due lati chiusi rimanenti; la sorprendente inserzione della
natura all’interno dell’area di progetto invadendo le corti collettive, le
corti private, gli spazi pubblici e creando delle barriere naturali alla
polvere, al rumore e al sole.
Un particolare svantaggio sta nel fatto che non vi possono esservi delle
aperture sui lati stretti, questo può comportare uno scarso ricircolo
dell’aria e una minore illuminazione naturale complessiva a favore
dell’affiancamento di più Organismi Edilizi tra loro.
Il nostro Organismo, come già detto, è costituito da quattro piani, di cui
uno interrato. Nei tre piani fuori terra la distribuzione degli spazi si
diversifica: al piano terra c’è una spartizione degli spazi a sé stante,
mentre nel primo e secondo piano avviene un altro tipo di divisione. Il
piano “tipo” è composto da due alloggi, ognuno dei quali è ad uso
abitativo per un nucleo familiare che varia dalle due alle quattro persone
(a seconda del piano in cui si è posizionati).
L’alloggio “tipo” è costituito da:
 Soggiorno-Sala da Pranzo;
 Cucina abitabile;
 Camera Matrimoniale;
 Camera Singola;
 Bagno.
Ogni alloggio presenta: una terrazza/ballatoio, rivolta verso Sud,
accessibile dalle proprie zone Soggiorno e Cucina, e una stanza ad uso
cantina e di un posto auto coperto, nel piano interrato, raggiungibili dalla
scala centrale collettiva e dalla rampa esterna.
L’accesso al complesso residenziale e ad ogni singolo Organismo
Edilizio vi è tramite ingressi pedonali esposti a Nord che tagliano l’area
verde collettiva sfociando sulla strada secondaria.
Le Tavole che seguono descrivono graficamente quanto detto.
4
N
O
E
S
TAVOLA 1: Planimetria Intero Complesso
Scala 1:1000
L'Organismo Edilizio che andremo
ad analizzare fa parte del
complesso residenziale centrale.
pertinenza e in giallo i confini
dell'intero lotto.
5
N
O
E
TAVOLA 2: Planimetria Lotto di Pertinenza
S
Scala 1:500
pertinenza dell'O.E.R. e in giallo i
confini del lotto del secondo
complesso.
6
PIANTE dell’O.E.R.
7
TAVOLA 3: Pianta Piano Interrato
B
Scala 1:100
B
8
TAVOLA 4: Pianta Piano Terra
Scala 1:100
Bagno
Bagno 1
Camera Matrimoniale
Camera Doppia
Disimpegno
Camera Matrimoniale
Disimpegno
Bagno 2
Disimpegno
Soggiorno + Sala da Pranzo
Soggiorno + Sala da Pranzo
B
01
B
02
Camera Singola
Cucina
Cucina
9
TAVOLA 5: Pianta Piano Primo e Secondo
Scala 1:100
A
Bagno
Bagno 1
Camera Matrimoniale
Camera Matrimoniale
Disimpegno
Camera Singola
Disimpegno
Disimpegno
B
Bagno 2
B
Soggiorno + Sala da Pranzo
03
05
04
Cucina
Cucina
06
Soggiorno + Sala da Pranzo
A
10
TAVOLA 6: Pianta Copertura
Scala 1:100
A
B
B
A
11
SEZIONI dell’ O.E.R.
12
+18.60m
TAVOLA 7: Sezione AA
Scala 1:100
+15.50m
+12.40m
+9.30m
+6.20m
+3.10m
+0.00m
-2.80m
13
TAVOLA 8: Sezione BB
Scala 1:100
14
PROSPETTI dell’ O.E.R.
15
TAVOLA 9: Prospetto Nord
Scala 1:100
16
TAVOLA 10: Prospetto Sud
Scala 1:100
17
ANALISI AMBIENTALE DELL’O.E.R.
- ASPETTI NATURALI Il rapporto dell’organismo edilizio con il lotto di pertinenza
mese ed infine divenne area edificabile. Risultava spoglio di recitazioni
lungo i confini, tranne in una piccola porzione confinante con una zona
abitabile, la sua quota media di campagna è di poco variabile rispetto
alla quota misurata sulla strada, che è di circa 3 metri sul livello del
mare, e le coordinate del sito sono 45°29′38″N, 12°14′29″E.
Di seguito possiamo intravedere una foto satellitare del sito realizzata
prima dell’inizio dei lavori.
L’Organismo Edilizio che andremo ad analizzare fa parte di un
complesso di tre serie di strutture di tipo in linea da adibire a uso
abitativo. L’area stabilita da parte del Consiglio di Amministrazione di
“La Immobiliare Veneziana Srl” per la costruzione degli edifici in
oggetto è a Mestre-Bissuola, in via Ca’ d’Oro; tale superficie è censita in
Catasto al Comune di Venezia, Sezione Mestre, Foglio 16, mappali 966
(porzione), 968 (porzione), 967, 969 ed è classificata dal vigente PRG
del Comune di Venezia come zona residenziale C2/15.
Qua ora possiamo vedere una scheda grafica che rappresenta la zona
residenziale C2 dove, delimitata in rosso, c’è la particella occupata dal
nostro Complesso Edilizio.
e una plani volumetria eseguita a lavori finiti.
Il terreno, ancor prima dell’inizio dei lavori, era ad uso agricolo, poi
successivamente subì un breve periodo di inutilizzazione di qualche
18
Il rapporto dell’Organismo Edilizio rispetto all’accesso
solare e suoi effetti
Per quanto riguarda il rapporto del Sole con il nostro Organismo Edilizio
è bene introdurre prima una piccola premessa. Tale premessa spiega le
caratteristiche della Terra che andranno a definire il percorso solare.
La Terra ha la proprietà di compiere un moto annuale intorno al Sole
(moto di rivoluzione) con un orbita molto prossima alla circonferenza, e
un moto di rotazione giornaliero attorno al suo asse terrestre. L’asse di
rotazione ha la capacità di essere inclinato di 23°27’ rispetto al piano
equatoriale, questo è un fattore molto importante in quanto va ad
influenzare l’incidenza che i raggi solari hanno sulla superficie terrestre
con conseguente alternanza delle stagioni.
I parametri che andranno ad influenzare il percorso solare sono:
 Latitudine φ: angolo compreso tra l’Equatore e la
congiungente della posizione del sito con il Centro della
Terra;
 Angolo Orario Ω: angolo formato dal Sole con il
mezzogiorno, e si misura:
dove N=[1,2,3,…,365];
 Altezza solare H: angolo compreso tra la direzione del sole e il
piano dell’orizzonte dell’osservatore, e si ricava secondo la
formula:
;
 Azimut solare α: angolo, descritto in senso orario, compreso
tra il circolo verticale passate per il Sole e il circolo meridiano
(tracciato in direzione nord-sud rispetto all’osservatore) e si
ricava:
;
 Alba e Tramonto Talba, Ttramonto: il momento di alba e di
tramonto vengono caratterizzati da una altezza nulla
sull’orizzonte e vengono calcolate:
definita “hh:mm” l’ora di calcolo; e l’angolo orario ΩA,T di
alba e tramonto che servirà poi per poter calcolare l’esatto
orario di alba e tramonto del sole in una precisa località:
;
(frazione in ore).
 Declinazione solare δ: considera la variazione
dell’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al Sole e si ricava
dal numero progressivo del giorno dell’anno secondo la
formula:
19
Una volta aver stabilito i parametri su cui riferirsi, si procede con
l’accurata analisi dell’andamento solare nel nostro sito.
Procedimento:
- Passo 1: determinazione dell’angolo orario Ω per ogni ora della
giornata mediante la formula precedentemente enunciata;
- Passo 2: determinazione della declinazione solare δ, sempre mediante
la formula precedentemente esplicitata, del ventunesimo giorno di
ogni mese dell’anno;
- Passo 3: determinazione dell’altezza solare H per ogni ora (diurna) del
ventunesimo giorno di ogni mese dell’anno;
- Passo 4: rappresentazione grafica in un diagramma a dispersione dei
diversi andamenti solari generati dalle differenti giornate dell’anno
posizionando nell’asse delle ascisse l’Ora h, e nell’asse delle ordinate
l’Altezza solare H:
- Passo 5: determinazione dell’angolo orario ΩA,T che serviranno poi
per potersi ricavare gli orari di alba e di tramonto nei giorni di
solstizio ed equinozio:
Giorno
ΩA,T
Talba
Ttramonto
21-mar
90°
6.00
18.00
21-giu
116°
4.16
19.44
21-set
90°
6.00
18.00
21-dic
63°
7.48
16.12
- Passo 6: valutazione degli ostacoli circostanti al complesso
residenziale che i raggi solari incontreranno nel loro percorso:
h = 38.55 m
h = 26 m
h = 9.30 m
d = 22 m
Percorsi Solari
d = 24 m
d = 33 m
80
h=5m
75
h=5m
d=8m
70
65
d = 10 m
60
Altezza Solare H
55
21 Gennaio / 21 Novembre
50
21 Febbraio / 21 Ottobre
45
d=4m
h=5m
21 Marzo / 21 Settembre
40
21 Aprile / 21 Agosto
35
d = 11 m
21 Maggio / 21 Luglio
30
21-giu
25
h = 9.30 m
d = 13 m
21-dic
20
d = 24 m
15
h = 26 m
d = 35 m
10
5
0
h = 9.30 m
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
Ora h
h = 38.55 m
20
- Passo 7: calcolo dell’azimut solare α per ogni ora (diurna) delle
giornate a metà di ogni mese dell’anno e rappresentazione grafica del
Diagramma Solare Cilindrico posizionando nell’asse delle ascisse
l’Azimut Solare α (dati appena ricavati) e nell’asse delle ordinate
l’Altezza Solare H:
Diagramma Solare Cilindrico
90
80
17-gen
70
16-feb
16-mar
Altezza Solare H
60
15-apr
50
15-mag
40
21-giu
comportare ad un incremento di umidità relativa ed ad un
abbassamento di 3 o 4 °C della temperatura circostante;
 morfologia del terreno:
La porzione di territorio dove il nostro complesso sorge è
caratterizzato da un andamento del suolo poco ondulato dove si
innalzano edifici alti più di un piano; anche questo fatto incide
sulla temperatura dell’aria esterna innalzandola di 1 o 2 °C;
 geometria del tessuto urbano:
Questo fattore ambientale, insieme alla morfologia del terreno
sopra-detta, incide molto sulla qualità dell’aria a seconda della
distanza del complesso residenziale al centro urbano. Esiste un
calcolo che va ad indicare la variazione di temperatura massima
che può subire un determinato edificio in funzione della sua
distanza dal centro urbano:
17-lug
30
16-ago
20
15-set
15-ott
10
16-nov
0
21-dic
-180 -150 -120
-90
-60
-30
0
30
60
90
120
150
180
Azimut Solare α
La radiazione solare che va ad incidere sul nostro O.E.R. produce
determinati conseguenze, tra cui uno degli effetti più importanti è
l’effetto “isola di calore”. Tale effetto viene indicato come un aumento
localizzato della temperatura dell’aria e delle temperature medie radianti
che si verifica nel microclima urbano. Durante la progettazione del
complesso, l’effetto “isola di calore” è stato trattato mediante:
 sfruttamento dell’aree verdi:
Il complesso residenziale è stato circondato da uno spazio verde
in grado di assorbire l’80% della radiazione solare esistente ed
esercitare un’azione moderatrice sulla temperatura dell’aria
esterna. In più, si ha tenuto conto che entro 1000 metri dal sito in
esame si può considerare una percentuale di area verde compresa
tra il 30 e il 70 % del contesto individuato, questo può
dove, P = popolazione del centro urbano;
la popolazione del centro urbano di Mestre è di 50 302 abitanti
così ottenendo una variazione della temperatura dell’aria di circa
5,39 °C;
 caratteristiche dei materiali di finitura:
Per controllare meglio i tre tipi di radiazione solare (diretta,
diffusa e riflessa) incidenti sul nostro O.E.R., i progettisti hanno
saputo incorporare sul fabbricato dei sistemi schermanti che
garantiscono una maggiore protezione dai raggi solari. Questi
sistemi schermanti definiti come coperture monostrato continue
(costituite da un materiale tessile non opaco, in grado di trasferire
la radiazione riflessa al suolo) e coperture discontinue (costituite
da elementi solidi opachi che, posizionati con la giusta distanza,
permettono una certa barriera al flusso luminoso) sono sfalsate
tra loro e poste verticalmente sui fronti principali del complesso
residenziale creando, oltre che ad una protezione alla radiazione
solare, anche una piacevole vista esterna.
21
TAVOLA 11: Percorso Solare
N
N
Scala 1:250
Vento dominante
O
E
S
21/06
O
E
21/03 - 21/09
21/12
S
22
Il rapporto dell’O.E.R. rispetto al vento dominante
- ASPETTI ANTROPICI -
Nel territorio in esame i venti prevalenti provengono da Nord e da
Sud e sono caratterizzati da intensità anche notevoli, in particolare nei
mesi invernali, durante i quali spira la bora (Nord-Est). Tale vento,
freddo e asciutto, causa rapidi abbassamenti di temperatura nei mesi
invernali. Da Sud-Est spira invece lo scirocco, portatore di piogge ed
eventi temporaleschi.
Infatti, durante la progettazione si ha tenuto conto di tali dati e si è
intervenuto inserendo delle barriere naturali e artificiali che permettono
la facile fruibilità del vento nella stagione estiva ed una giusta protezione
del complesso residenziale durante i periodi invernali.
Il complesso preso in considerazione è costituito da due serie di setti
murari (una ad Est e una ad Ovest), in più, tale complesso, si trova in
mezzo ad altri due complessi residenziali in linea, questo, insieme ai setti
murari, costituiscono delle vere e proprie barriere artificiali alla polvere,
al vento e al rumore. Per quanto riguarda le barriere naturali, si ha voluto
introdurre negli spazi verdi circostanti delle alberature, arbusti e dune
che si rifacessero al caratteristico paesaggio dell’entroterra lagunare, in
modo da creare, oltre che ad un bel panorama, elementi naturali che
permettono una buona ventilazione estiva e una buona protezione dai
venti freddi invernali.
Piano Regolatore Generale Comunale
Il Clima dominante
Come già anticipato precedentemente nell’introduzione, Mestre è
assoggettata da un clima di tipo continentale, con temperature
abbastanza rigide e umide che possono provocare la formazione di
nebbie durante l’inverno e temperature non troppo elevante ma afose in
estate che possono generare fenomeni temporaleschi abbastanza
frequenti e spesso portatori di grandine.
Il Piano Regolatore Generale Comunale definisce la disciplina
urbanistica dell’intero territorio comunale in esame, in questo caso il
Comune di Venezia. L’O.E.R. in esame è situato in una zona omogenea
C2 a prevalente destinazione residenziale, più in particolare nella
sottozona C2/15.
Nella Piano Regolatore, in funzione della zona, vengono indicati i
parametri urbanistici ed edilizi da rispettare:
- Tipologia: nella zona destinata all’edilizia residenziale intensiva C la
fabbricazione dovrà essere prevelarmente del tipo isolato;
- Aree giardino: l’area libera circostante il fabbricato dovrà essere
sistemata a giardino con alberature ad alto fusto;
- Lunghezza dei fronti Lf: la lunghezza per qualsiasi fronte del
fabbricato non dovrà superare i m.l. 30. Il
fronte prospettante su strada non dovrà avere
lunghezza inferiore a m.l. 12;
- Altezza dei fabbricati hf: l’altezza dei fabbricati non dovrà risultare
inferiore a m.l. 20;
- Distanza dalla strada Ds: il filo del fabbricato dovrà distare almeno
m.l. 7 dall’asse stradale e mai meno di 0,60
volte l’altezza dell’edificio;
- Distanza dai confini Dc: la distanza dai confini non dovrà essere
inferiore a 0,75 volte la sua altezza. Detta
distanza potrà essere ridotta fino a 0,25 volte
la sua altezza, con un minimo di m.l. 3 nel
caso del fronte prospiciente il confine di
proprietà abbia lunghezza inferiore a m.l. 13;
23
- Distanza tra i fabbricati Df: il distacco minimo tra fabbricati non dovrà
essere inferiore a 0,75 volte la somma
delle rispettive altezze. Qualora un lato di
un fabbricato risultasse essere inferiore a
m.l. 13, il distacco minimo di questo lato
potrà essere ridotto fino a 0.25 volte la
somma delle rispettive altezze;
- Indice di fabbricabilità
fondiario IF: tale indice per ogni gruppo isolato, riferito all’area
pertinente, indicato come il rapporto di volume utile
massimo costruibile su una determinata superficie
fondiaria, non dovrà superare i 5,00 mc/mq e non dovrà
essere inferiore a 3,00 mc/mq;
- Rapporto massimo di
copertura fondiaria QF: definito come il rapporto tra la superficie
coperta e la superficie del lotto (espressa in
decimali o in percentuale) risulta essere non
superiore al 30%;
Come si vede dalla tabella, il parametro che riguarda l’altezza dei
fabbricati non risulta essere rispettato, mentre tutti gli altri requisiti
rispettano i limiti imposti dalle Norme Urbanistiche del comune di
Venezia.
una volta che si ha stabilito i parametri urbanistici di riferimento, si va a
verificare se, durante la fase di progettazione ed esecuzione dell’O.E.R.,
sono stati rispettati:
REQUISITO
P.R.G.C.
O.E.R.
hf
ogni fronte max 30,00 m.l. fronte su strada min 12,00 m.l.
min 20,00 m.l.
B = 18,50 m.l.
h = 12,00 m.l.
9,30 m.l.
Ds
min 7,00 m.l.
13,00 m.l.
NO
SI
Dc
min 0,75 hf
42,00 m.l.
SI
Df
IF
QF
min 0,75 hf(tot)
max 5,00 mc/mq
max 30%
27,00 m.l.
1,92 mc/mq
12%
SI
SI
SI
Lf
VERIFICA
SI
24
ANALISI SPAZIALE DELL’O.E.R.
- REQUISITI SPAZIALI Accessibilità
I vani d’accesso e i disimpegni (ovvero, spazi di circolazione) devono
essere dimensionati in modo da poter consentire un agevole uso da parte
degli utenti. Di seguito son state riportate le opportune verifiche rispetto
all’O.E.R. di riferimento:
- vani d’accesso agli alloggi: tutti i vani d’accesso agli alloggi
dell’Organismo Edilizio hanno dimensioni superiori ai 2,10 metri di
altezza consentita, mentre hanno dimensioni inferiori ai 0,90 metri
di larghezza consentita, pertanto tale requisito non è stato rispettato;
- vani d’accesso ai singoli spazi: tutti i vani d’accesso ai singoli spazi
interni agli alloggi risultano essere uguali ai 0,80 metri minimi
consentiti, pertanto tale requisito è stato rispettato;
- vani d’accesso ai servizi: tutti i vani d’accesso ai servizi degli utenti
risultano essere ben maggiori ai 0,80 metri minimi consentiti,
pertanto tale requisito risulta essere rispettato;
- altezza dei vani d’accesso: tutti i vani interni al fabbricato risultano
avere un’altezza superiore ai 2,10 metri minimi consentiti, pertanto
anche questo requisito risulta essere rispettato.
- Spazi Collettivi: insieme degli spazi non specializzati di un alloggio
previsti per essere fruiti da tutti gli utenti
dell’alloggio, come ad esempio i disimpegni, la
sala da pranzo e la sala soggiorno;
- Spazi Individuali: insieme degli spazi non specializzati di un
alloggio previsti per essere fruiti da determinati
componenti dell’alloggio, come ad esempio le
camere da letto singole, doppie e matrimoniali;
- Spazi di Servizio: insieme degli spazi di un alloggio destinati ad
essere fruiti da tutti gli utenti dell’alloggio (ospiti
e non), come ad esempio la cucina, il bagno e il
ripostiglio.
Di seguito sono state riportate tre tavole che descrivono graficamente la
distribuzione degli spazi interni dell’O.E.R. in esame, in base: alle fasce
funzionali, agli spazi collettivi, individuali, di servizio e alle zone giorno
e zone notte.
Distribuzione degli Spazi
Tale requisito viene rispettato per un alloggio se all’interno di esso sono
previsti degli spazi che siano rispondenti alle esigenze dei nuclei
familiari ai quali sono destinati, ovvero:
25
TAVOLA 12: Fasce Funzionali - Pianta Piano Terra
Leggenda:
Scala 1:100
Fascia Primaria
Fascia Secondaria
Bagno
Bagno 1
Camera Matrimoniale
Camera Doppia
Disimpegno
Camera Matrimoniale
Disimpegno
Bagno 2
Disimpegno
Soggiorno + Sala da Pranzo
Soggiorno + Sala da Pranzo
01
02
Camera Singola
Cucina
Cucina
26
TAVOLA 13: Fasce Funzionali - Pianta Piano Primo e Secondo
Leggenda:
Scala 1:100
Fascia Primaria
Fascia Secondaria
Bagno
Bagno 1
Camera Matrimoniale
Camera Matrimoniale
Disimpegno
Camera Singola
Disimpegno
Disimpegno
Bagno 2
Soggiorno + Sala da Pranzo
03
05
04
Cucina
Ballatoio
Cucina
06
Soggiorno + Sala da Pranzo
Ballatoio
27
TAVOLA 14: Distribuzione degli Spazi - Pianta Piano Terra
Leggenda:
Scala 1:100
Spazi Individuali
Spazi Collettivi
Spazi di Servizio
Bagno
Bagno 1
Camera Matrimoniale
Camera Doppia
Disimpegno
Camera Matrimoniale
Disimpegno
Bagno 2
Disimpegno
Soggiorno + Sala da Pranzo
Soggiorno + Sala da Pranzo
01
02
Camera Singola
Cucina
Cucina
28
TAVOLA 15: Distribuzione degli Spazi - Pianta Piano Primo e Secondo
Leggenda:
Scala 1:100
Spazi Individuali
Spazi Collettivi
Spazi di Servizio
Bagno
Bagno 1
Camera Matrimoniale
Camera Matrimoniale
Disimpegno
Camera Singola
Disimpegno
Disimpegno
Bagno 2
Soggiorno + Sala da Pranzo
03
05
04
Cucina
Ballatoio
Cucina
06
Soggiorno + Sala da Pranzo
Ballatoio
29
TAVOLA 16: Zona Giorno e Zona Notte - Pianta Piano Terra
Leggenda:
Scala 1:100
Zona Giorno
Zona Notte
Bagno
Bagno 1
Camera Matrimoniale
Camera Doppia
Disimpegno
Camera Matrimoniale
Disimpegno
Bagno 2
Disimpegno
Soggiorno + Sala da Pranzo
Soggiorno + Sala da Pranzo
01
02
Camera Singola
Cucina
Cucina
30
TAVOLA 17: Zona Giorno e Zona Notte - Pianta Piano Primo e Secondo
Leggenda:
Scala 1:100
Zona Giorno
Zona Notte
Bagno
Bagno 1
Camera Matrimoniale
Camera Matrimoniale
Disimpegno
Camera Singola
Disimpegno
Disimpegno
Bagno 2
Soggiorno + Sala da Pranzo
03
05
04
Cucina
Ballatoio
Cucina
06
Soggiorno + Sala da Pranzo
Ballatoio
31
Dimensionamento
Questo requisito è rispettato per un Organismo Edilizio quando al suo
interno i vani degli alloggi e gli spazi di circolazione pedonale
possiedono le giuste dimensioni corrispondenti alle esigenze dei nuclei
familiari di riferimento. Le dimensioni sono determinate in base alle
funzioni che si svolgono all’interno di questi spazi.
- Verifica delle dimensioni degli alloggi Ora si prenda in considerazione gli alloggi e si va a verificare se le
dimensioni dei suoi vani interni sono state rispettate durante la
progettazione.
PIANO TERRA (Alloggio 1)
VANO:
SUPERFICIE
EFFETTIVA [mq]:
Cucina
Abitabile
5,76mq
7,00mq
Pranzo Soggiorno
24,85mq
Camera
Matrimoniale
Bagno
Bagno Doppia
4,14mq
4,00mq
SI
Bagno
5,44mq
4,00mq
SI
PIANO PRIMO E SECONDO (Alloggio 3-5)
VANO:
SUPERFICIE
EFFETTIVA [mq]:
SUPERFICIE
VERIFICA:
RICHIESTA [mq]:
Cucina
Abitabile
5,58mq
7,00mq
NO
Pranzo Soggiorno
19,60mq
18,00mq
SI
Camera
Matrimoniale
14,52mq
14,00mq
SI
Bagno
4,76mq
4,00mq
SI
PIANO PRIMO E SECONDO (Alloggio 4-6)
SUPERFICIE
VERIFICA:
RICHIESTA [mq]:
VANO:
SUPERFICIE
EFFETTIVA [mq]:
NO
Cucina
Abitabile
5,58mq
7,00mq
NO
18,00mq
SI
Pranzo Soggiorno
26,22mq
19,00mq
SI
14,00mq
14,00mq
SI
5,28mq
12,00mq
NO
4,14mq
4,00mq
SI
Camera
Singola
Camera
Matrimoniale
13,70mq
14,00mq
SI
Bagno
Singola
1,87mq
4,00mq
NO
Bagno
5,40mq
4,00mq
SI
PIANO TERRA (Alloggio 2)
VANO:
SUPERFICIE
EFFETTIVA [mq]:
SUPERFICIE
VERIFICA:
RICHIESTA [mq]:
Cucina
Abitabile
5,76mq
8,00mq
NO
Pranzo Soggiorno
25,56mq
21,00mq
SI
Camera
Singola
12,16mq
12,00mq
SI
Camera
Matrimoniale
12,80mq
14,00mq
NO
Camera
Doppia
14,40mq
17,00mq
NO
SUPERFICIE
VERIFICA:
RICHIESTA [mq]:
- Verifica delle dimensioni dei percorsi pedonali e veicolari - Collegamenti verticali interni: l’O.E.R. è costituito da un vano scala
avente caratteristiche dimensionali conformi ai requisiti richiesti
(larghezza della rampa di 1,20 m, le altezze della pedata e della alzata di
ogni scalino risultano essere i minimi consentiti e la larghezza dei
pianerottoli sono uguali alla larghezza delle rampe delle scale)
32
e dotato di un ascensore. Di seguito sono state riportate le verifiche
delle opportune dimensioni di alzata e pedata di ogni scalino:
Verifica alzata e pedata. La norma stabilisce che il doppio
dell’alzata sommato alla pedata dovrà risultare un numero
compreso tra 62÷64 cm, ovvero 2a + p = 62÷64 cm (tutto misurato
in centimetri). Nel nostro caso avremo che la pedata risulterà pari a
30,00 cm e l’alzata di 16,00 cm, applicando la formula precedente
otterremo 2a + p = 2*16 + 30 = 62,00 cm. Risulta verificato.
- Percorsi pedonali esterni: i percorsi pedonali risultano avere una
larghezza ben maggiore a 1,20 metri (minimo consentito), le soglie
risultano essere minori di 2,5 cm e l’andamento della superficie
risulta essere pressoché orizzontale per tutta la sua lunghezza.
- Collegamenti veicolari: anche i collegamenti veicolari all’O.E.R. di
riferimento risultano essere rispettati in quanto la larghezza di una
corsia è ben maggiore dei 2,40 metri consentiti.
- Stalli posti auto esterni: i posti auto esterni risultano avere una
superficie di 2,50 x 5,00 metri (come previsto per legge) e sono
stati inseriti anche dei posti auto usufruibili da persone portatrici di
handicap, come verrà illustrato successivamente.
-
-
-
Arredabilità
All’interno di tutti gli alloggi deve essere garantito un sufficiente grado
di arredabilità. Esso viene soddisfatto se nel progetto degli spazi sono
previste almeno due soluzioni d’arredo e se ogni soluzione è tale da non
creare ostacoli all’illuminazione naturale negli ambienti ed interferenze
con gli impianti già installati. Inoltre si tiene conto anche che la forma, la
distribuzione e la posizione prevista dagli arredi e le attrezzature negli
spazi non di servizio dovrà consentire una vasta gamma di opzioni
d’uso.
Viene realizzato se:
- Nello spazio collettivo possono essere collocati almeno:
-
un tavolo avente dimensioni pari al numero di utenti + 2;
un numero di posti su poltrona pari al numero di utenti;
un numero di contenitori pari a 6 moduli (0,60 x 0,60 m) per
quattro utenti.
Nello spazio individuale singolo devono poter essere collocati
almeno:
un letto singolo (1,00 x 2,00 m);
un tavolo, compreso di sedia;
un contenitore.
Nello spazio individuale doppio - matrimoniale devono poter essere
collocati almeno:
un letto matrimoniale (2,00 x 2,00 m);
un contenitore;
un tavolo.
Nello spazio di servizio per igiene personale devono poter essere
collocati almeno:
un wc;
un bidet;
un lavandino;
un piatto doccia o una vasca;
eventualmente viene installata una lavatrice.
Nello spazio di servizio destinato alla produzione di cibi devono
poter essere collocati almeno:
un lavello;
un piano cottura;
un piano composto da 4 moduli;
un frigo;
una lavastoviglie;
un tavolo compreso di sedie.
33
Scala 1:100
01
02
34
Scala 1:100
01
02
35
Scala 1:100
03
04
36
Scala 1:100
03
04
37
- Ambienti esterni -
Sicurezza
La sicurezza risulta essere un particolare requisito che deve essere tenuto
conto fin dalla progettazione dell’O.E.R. in quanto risulta essere un buon
metodo di salvaguardia dell’incolumità degli utenti che vi abitano.
Di seguito saranno riportati le opportune specifiche dimensionali
previste per gli ambienti interni e per gli ambienti esterni.
- Ambienti interni Davanzali delle finestre. Tutti i davanzali di ogni finestra sono stati
eseguiti ad un’altezza maggiore a 0,85 m prevista per legge.
Finestre a tutta altezza. Tali finestre, presenti in quantità abbondante
nell’organismo edilizio, risultano essere state eseguite ad una altezza di
1,00 m che è minore rispetto a quella consentita (1,10 m).
Verifica delle condizioni delle finestre. Il mantenimento e l’ordine di
pulizia delle finestre risulta essere un compito adibito alle utenze che vi
abitano.
Sporgenze interne. La distribuzione delle pareti interne agli alloggi
risulta essere tale da non creare spazi angolosi che possono andare ad
ostruire la viabilità delle persone che vi abitano.
Corrimano su scale interne. Il corrimano installato sulle scale interne
all’organismo risulta essere ad una altezza maggiore a 0,85 m (dal piano
di ogni scalino) come prevista dalla legge.
Parapetto su scale interne. Il parapetto installato sulle scale interne
all’organismo risulta essere ad una altezza eguale a 1,00 m come
prevista dalla legge.
Piano di evacuazione. Gli spazi interni all’organismo edilizio sono tali
da garantire un’evacuazione non pericolosa in caso di emergenza: vi è un
percorso verticale di deflusso di lunghezza inferiore ai 40 m consentiti
che porta rispettivamente all’uscita dello stabile; tale percorso risulta
essere continuo, con scale a pendenza costante e con corrimano a presa
efficace.
Parapetti delle terrazze. I parapetti risultano essere di una altezza di 1,00
m che è inferiore a quella consentita per legge (1,10 m).
Sporgenze esterne. Esternamente allo stabile non vi sono sporgenze
pericolose da compromettere la viabilità delle persone.
Piano di evacuazione. All’esterno dell’organismo edilizio vi sono dei
percorsi pedonali che collegano il vano scala interno al fabbricato con la
strada esterna creando una viabilità continua per le persone.
Riservatezza
Il sesto requisito spaziale risulta essere la riservatezza. La riservatezza,
degli utenti degli alloggi, deve essere salvaguardata per quanto riguarda
agli affacci su spazi pubblici e privati. Tale requisito si garantisce
quando viene impossibilitata qualsiasi forma di introspezione interna da
parte di persone all’esterno (o quanto meno, essa venga limitata).
Per quanto riguarda l’organismo edilizio preso in considerazione, si
tiene conto che esso è posizionato in una zona C2, quindi in un territorio
parzialmente edificato, questo significa che per tutti gli edifici che
stanno intorno al nostro fabbricato sono ad una distanza tale da non
violare il requisito di riservatezza, come ad esempio potrebbe capitare,
sicuramente, a costruzioni in zone A.
38
Benessere Ambientale
Ultimo ma non meno importante è il requisito di benessere ambientale.
Tale requisito, entrato in vigore con maggiore enfasi in questi ultimi
decenni, risulta essere costituito da una lunga sequenza di sotto-requisiti
che salvaguardano il benessere delle persone all’interno degli ambienti.
Camera
Matrimoniale
12,80mq
2,40mq
2,40mq > 1,28mq
SI
Camera
Doppia
14,40mq
4,80mq
4,80mq > 1,44mq
SI
Bagno Doppia
4,14mq
/
/
Bagno
5,44mq
/
/
- Il rapporto dell’O.E.R. rispetto all’illuminazione naturale L’illuminazione naturale è un fattore importante in un complesso
residenziale e, se ben garantito, favorisce un buon benessere visivo.
Di seguito è stato riportata una tabella che indica la pezzatura dei vani e
le superfici aero-illuminanti:
PIANO TERRA (Alloggio 1)
VANO:
SUPERFICIE
RAPPORTO AERO
SUPERFICIE
AEROILLUMINANTE ILLUMINANTE VERIFICA:
[mq]:
[mq]:
(1/10 sup. netta):
Cucina
Abitabile
5,76mq
1,92mq
1,92mq > 0,58mq
SI
Pranzo Soggiorno
24,85mq
5,76mq
5,76mq > 2,49mq
SI
Camera
Matrimoniale
14,00mq
Bagno
4,14mq
VANO:
2,40mq
2,40mq > 1,40mq
/
5,58mq
1,92mq
1,92mq > 0,56mq
SI
Pranzo Soggiorno
19,60mq
5,76mq
5,76mq > 1,96mq
SI
Camera
Matrimoniale
14,52mq
4,90mq
4,90 > 1,42mq
SI
Bagno
4,76mq
/
/
PIANO PRIMO E SECONDO (Alloggio 4-6)
SI
/
SUPERFICIE
RAPPORTO AERO
SUPERFICIE
AEROILLUMINANTE ILLUMINANTE VERIFICA:
[mq]:
[mq]:
(1/10 sup. netta):
Cucina
Abitabile
5,76mq
1,92mq
1,92mq > 0,58mq
SI
Pranzo Soggiorno
25,56mq
5,76mq
5,76mq > 2,56mq
SI
Camera
Singola
12,16mq
3,84mq
3,84mq > 1,22mq
SI
SUPERFICIE
RAPPORTO AERO
SUPERFICIE
AEROILLUMINANTE ILLUMINANTE VERIFICA:
[mq]:
[mq]:
(1/10 sup. netta):
Cucina
Abitabile
VANO:
PIANO TERRA (Alloggio 2)
VANO:
PIANO PRIMO E SECONDO (Alloggio 3-5)
SUPERFICIE
RAPPORTO AERO
SUPERFICIE
AEROILLUMINANTE ILLUMINANTE VERIFICA:
[mq]:
[mq]:
(1/10 sup. netta):
Cucina
Abitabile
5,58mq
1,92mq
1,92mq > 0,56mq
SI
Pranzo Soggiorno
26,22mq
8,21mq
8,21mq > 2,62mq
SI
Camera
Singola
5,28mq
2,40mq
2,40mq > 0,53mq
SI
Camera
Matrimoniale
13,70mq
4,90mq
4,90mq > 1,37mq
SI
Bagno
Singola
1,87mq
/
/
Bagno
5,40mq
/
/
39
Oltre al rapporto aero-illuminante, un altro fattore chiave da tener conto
in fase progettuale nella valutazione della qualità dell’illuminazione
naturale è il Fattore Medio di Luce Diurna (FLDM) che viene descritto
come: il rapporto tra l’illuminamento naturale medio dell’ambiente
interno e quello interno ricevuto, nelle identiche condizioni di tempo e di
luogo, dall’intera volta celeste sulla superficie orizzontale esposta
all’aperto, senza l’irraggiamento diretto del Sole. Esso si calcola:
Il Fattore Medio di Luce Diurna ha però delle limitazioni: innanzitutto
vale solamente per finestre giacenti su pareti verticali, e in più gli spazi
devono essere di forma regolare con profondità, misurata
ortogonalmente al piano della finestra, non superiore a 2,5 volte la
distanza tra la quota del pavimento e la quota più alta della componente
trasparente dell’infisso (infatti non si potranno calcolare l’FLDM della
Sala da Pranzo/Soggiorno degli alloggi in quanto risultano essere
maggiori al valore consentito). L’art. 5 del D.M. 5 luglio 1975 stabilisce
che nei locali di abitazione, ad eccezione di quelli destinati a servizi
igienici, disimpegni, corridoi, vani scala e ripostigli, il valore minimo del
FLDM sia pari a 2%.
dove: A, area della superficie trasparente della finestra [m2];
t, coefficiente adimensionale di trasparenza del vetro;
ε, fattore finestra adimensionale, inteso come rapporto tra
illuminamento finestra e radianza del cielo; esso dipende
dall’angolo α formato dalle eventuali ostruzioni ed aggetti;
Ψ, coefficiente adimensionale che tiene conto dell’arretramento
della finestra rispetto al filo esterno della facciata;
rM, coefficiente medio adimensionale di riflessione luminosa delle
superfici interne;
S, area delle superfici interne che delimitano il volume del locale,
comprendente anche le finestre.
40
- REQUISITI SPAZIALI SULL’ELIMINAZIONE
DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE – D.M.
236/89 Il D.M. 236 del 14 giugno 1989 è una disposizione legislativa nata
appositamente per rendere i luoghi edilizi più conformi alle esigenze di
utenti portatori di handicap. Tale decreto è strutturato in 12 articoli che
indicano, con accurata attenzione, il campo di applicazione, alcune
definizioni, dei criteri di progettazione per l’accessibilità, visitabilità e
adattabilità, di specifiche funzionali e dimensionali, delle soluzioni
tecniche conformi, degli elaborati grafici e delle verifiche.
Di seguito possiamo intravedere i tre principali criteri che dovranno
essere soddisfatti ai sensi di tale legge.
agevolmente fruibile anche da parte di persone con ridotta o impedita
capacità motoria o sensoriale.
Ora vengono riportati degli elaborati che indicano graficamente se i
quesiti di accessibilità e visitabilità sono stati rispettati durante la fase di
progettazione.
Accessibilità
Per accessibilità si intende la possibilità, anche per persone con ridotta o
impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l'edificio e le sue
singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di
fruire spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e
autonomia.
Visitabilità
Per visibilità si intende la possibilità, anche da parte di persone con
ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di accedere agli spazi di
relazione e ad almeno un servizio igienico di ogni unità immobiliare.
Sono spazi di relazione gli spazi di soggiorno o pranzo dell'alloggio e
quelli dei luoghi di lavoro, servizio ed incontro, nei quali il cittadino
entra in rapporto con la funzione ivi svolta.
Adattabilità
Per adattabilità si intende la possibilità di modificare nel tempo lo spazio
costruito a costi limitati, allo scopo di renderlo completamente ed
41
Scala 1:100
42
Scala 1:100
43
Specifiche funzionali e dimensionali
- Generalità Modalità di misura:
- Altezza parapetto: Distanza misurata in verticale dal lembo superiore
dell'elemento che limita l'affaccio
(copertina, traversa inferiore infisso, eventuale corrimano) al piano di
calpestio;
- Altezza corrimano: Distanza misurata in verticale dal lembo superiore
dei corrimani al piano di calpestio;
- Lunghezza di una rampa: Distanza misurata in orizzontale tra due
zone in piano poste su due livelli diversi e raccordate dalla rampa;
- Luce netta della porta o porta-finestra: Larghezza di passaggio al netto
dell'ingombro dell'anta mobile in posizione di massima apertura se
scorrevole, in posizione di apertura a 90 gradi se incernierata
(larghezza utile di passaggio);
- Altezza maniglia: Distanza misurata in verticale dall'asse di rotazione
della manopola ovvero del lembo superiore del pomello, al piano di
calpestio;
- Altezza apparecchi di comando, interruttori, prese e pulsanti: Distanza
misurata in verticale dall'asse del dispositivo di comando al piano di
calpestio;
- Altezza citofono: Distanza misurata in verticale dall'asse dell'elemento
grigliato microfonico, ovvero dal lembo superiore della cornetta
mobile, al piano di calpestio;
- Altezza telefono a parete e cassetta per posta: Distanza misurata in
verticale sino al piano di calpestio dell'elemento da raggiungere, per
consentire l'utilizzo, posto più in alto.
Spazi di manovra con sedie a ruote:
Gli spazi di manovra, atti a consentire determinati spostamenti alla
persona su sedia a rotelle, sono i seguenti:
Rotazione di 360°
(cambiamento di direzione)
Rotazione di 180°
(inversione di direzione)
Rotazione di 90°
Svolta di 90°
Inversione di direzione con
manovre combinate
44
- Unità ambientali e loro componenti -
Bagno Alloggio 1
- Porte: tutte le porte degli alloggi risultano rispettare i requisiti del
punto 8.1.1 dell’art. 236/89, in quanto la loro larghezza è di 80 cm;
- Pavimenti: i pavimenti interni agli alloggi non presentano dislivelli e
rispecchiano i requisiti del punto 8.1.2;
- Infissi esterni: l’altezza delle maniglie, la grandezza degli infissi, la
pressione che deve essere esercitata per poter aprire e chiudere
l’infisso e il verso della sua apertura, risultano essere conformi al
punto 8.1.3;
- Arredi fissi e i Terminali degli impianti: risultano rispettare i punti
8.1.4 e 8.1.5;
- Servizi igienici: gli ambienti sanitari dei vari alloggi non risultano
essere conformi ai requisiti di visitabilità di utenti disabili, pertanto si
è convenuto inserire in questa analisi uno schizzo ipotetico di come
potrebbe essere la pianta del bagno dei due alloggi al piano terra
(mentre i bagni degli alloggi superiori possiedono una superficie
maggiore e pertanto la distribuzione dei sanitari risulterà ben più
facilitata):
Bagno Alloggio 1 e Bagno 1 Alloggio 2
Il bagno dell’Alloggio 1 e il bagno 1 dell’Alloggio 2 risultano avere
caratteristiche identiche, in quanto l’uno non è altro che l’immagine
speculare dell’altro, infatti si eguagliano anche nei difetti: nonostante
si abbia cercato di disporre un nuovo adeguamento dei sanitari in virtù
ai requisiti stabiliti dal D.M. 236/89, non risulta essere verificato.
Di seguito sono state riportate le rispettive piantine.
Bagno 1 Alloggio 2
45
Bagno 2 Alloggio 2
Per quanto riguarda il secondo bagno dell’Alloggio 2, esso risulta
avere una superficie più grande che comporta una sistemazione
migliore dei sanitari rispetto ai bagni precedenti. Di seguito è stata
riportata la piantina con adeguamento.
piattaforma minima di distribuzione anteriormente alla porta della
cabina di 1.40x1.40 m come elencate nel punto 8.1.12;
- Servo scala e piattaforme elevatrici: non sono state inserite alcun tipo
di servo scala o piattaforme elevatrici in quanto non si ha ritenuto il
loro utilizzo indispensabile;
- Autorimesse: le autorimesse nel piano interrato e i posti auto pubblici
negli spazi esterni risultano essere conformi al punto 8.1.14.
- Spazi esterni - Percorsi pedonali e pavimentazioni: le dimensioni, la distribuzione, i
dislivelli e altre eventuali proprietà dei percorsi pedonali esterni
risultano essere coerenti con i punti 8.2.1 e 8.2.2;
- Parcheggi: nelle aree di parcheggio devono essere previsti, nella
misura minima di 1 ogni 50 o frazione di 50, posti auto di larghezza
non inferiore a 3.20 m, e riservati gratuitamente ai veicoli al servizio
di persone disabili, come viene descritto opportunamente nel punto
8.2.3.
- Cucine: gli apparecchi di cottura e il lavello risultano essere ad
un’altezza superiore a 70 cm, come descritto nel punto 8.1.7;
- Balconi e terrazze: i balconi e le terrazze dei piani superiori risultano
essere conformi ai requisiti previsti nel punto 8.1.8;
- Percorsi orizzontali e corridoi: i corridoi presenti nel vano scala hanno
dimensioni idonee a rispettare i movimenti del disabile su sedia a
rotelle, come viene descritto nel punto 8.1.9;
- Scale: la dimensione delle rampe di scale, le dimensioni e le
distribuzioni degli scalini (che sono stati già verificati
precedentemente) rispecchiano i requisiti del punto 8.1.10;
- Rampe: all’interno dell’O.E.R. non vi sono rampe;
- Ascensore: l’ascensore di ogni O.E.R. risulta avere una cabina con
dimensioni minime di 1.20 m di profondità e 0.80 m di larghezza, una
porta con luce netta minima di 0.75 m posta sul lato corto e una
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