qualità - fondazione irccs istituto neurologico carlo besta

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qualità - fondazione irccs istituto neurologico carlo besta
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1 Editoriale
SOMMARIO
5 Internet
2 Qualità
6 Budget
3 Qualità
7 Internazional Meeting
4 Malattie Rare
8 Eventi e Corsi
anno II
numero 2
marzo - aprile 2004
A.P. 70% - Milano
Periodico di informazione e comunicazione dell’Istituto Nazionale Neurologico “Carlo Besta”
Si applicherà a tutto il personale dipendente non dirigente.Poi,entro trenta giorni i primi incrementi stipendiali,
ma ci sono anche altre novità.
Marco Losi – Dir. Risorse Umane
[email protected]
Dopo oltre due anni dal termine del precedente
è in via di sottoscrizione il CCNL del personale
del comparto sanità di qualifiche non dirigenziali valido per il quadriennio 2002-2005.
Si continua sulla strada della privatizzazione e
contrattualizzazione del rapporto di lavoro, anche attraverso modifiche lessicali (nelle norme
disciplinari si passa dai “doveri “agli “obblighi”).
È una nuova tappa verso l’effettivo processo di
ammodernamento e razionalizzazione delle
pubbliche amministrazioni, ma anche, e contestualmente, di contenimento e controllo del costo del lavoro pubblico. In tale ambito, il CCNL
assume, espressamente, il ruolo di principale
strumento per l'attuazione dei citati obiettivi.
Ma veniamo alle novità.
• Il nuovo CCNL porta mediamente nelle tasche
dei dipendenti un incremento medio di 109
euro annui lordi pro-capite, finanziati per il
5,66% dal Governo centrale e per la restante
parte con risorse aggiuntive regionali.
• Nel precisare il campo di applicazione, che di
per se non costituisce una novità, il CCNL getta uno sguardo anche al personale degli enti
trasformati in fondazione, per i quali si applica il presente contratto fino alla definizione di nuovi ambiti contrattuali.
(segue a pagina 5)
Un futuro di qualità?
Intervista parallela a Danilo Croci e Stefano di Donato e un
commento finale di Marco Triulzi.
A cura di Monica Cremonesi
[email protected]
Il nostro Istituto è alla vigilia della visita ispettiva dei certificatori per il
Sistema Qualità.
Ma cos’è la qualità certificata?.
•Un fattore culturale: imparare a conoscere il proprio ruolo all’interno di
un processo.
•Una diagnosi organizzativa: l’Istituto che lavora per diventare un Sistema
non un aggregato di Unità.
•E non ultimo, un adempimento. Formalità, certamente ma senza requisiti normativi non c’è l’accreditamento e si perde il riconoscimento di
IRCCS.
Ecco un “confronto virtuale” sul tema della qualità tra voci autorevoli del
Besta. Riflessioni che rappresentano le opinioni di chi lavora in Istituto e
si misura quotidianamente con il Sistema Qualità.
Tutti concordi in una posizione: lavoriamo sulla qualità se finalizzata al
paziente.
Sistema Vision o Sistema J.C.I.A. ?
Il parere del Direttore Sanitario
EDITORIALE
Alla firma il nuovo
contratto del comparto
sanità
Marco Triulzi
Resp. Aziendale Qualità
[email protected]
La qualità in Istituto non in azienda
Stefano Di Donato
Dir. U.O. Bochimica e Genetica
[email protected]
La qualità: analisi dei processi
Danilo Croci
Dir. Laboratorio Analisi
[email protected]
(segue a pagina 2/3)
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Segue dalla pagina 1 EDITORIALE
La qualità: analisi dei processi
Danilo Croci- Dir. U.O. Laboratorio Analisi
[email protected]
QUALITÀ
1) per rompere il ghiaccio. una domanda "semplice"
qual è la sua definizione di qualità
Qualità è comunicare, ricevere ed elaborare informazioni,
capire i problemi per proporre soluzioni percorribili con le
risorse a disposizione.
Per poterlo fare bene è necessario misurare le proprie prestazioni, analizzarle e modificarle migliorare le criticità dei
processi, cercando soluzioni innovative e superare o integrare le individualità con obiettivi comuni e condivisi.
2) Secondo Lei perché introdurre in una struttura sanitaria il
Sistema Qualità? (e su quali elementi far crescere il consenso
e la partecipazione a questo processo)
Io credo che sia stato e continui ad essere un errore parlare di introduzione di sistemi qualità, per due motivi di particolare rilevanza:
1. per la suscettibilità degli operatori (prima dell’introduzione dei sistemi qualità come lavoravo? La qualità dei miei
prodotti/prestazioni, non era all’altezza delle richieste?
Nel mio settore sono leader, quindi la qualità del mio lavoro è necessariamente di grado molto elevato, ecc….).
2. perché i sistemi qualità non sono nati per i servizi (tantomeno per
quelli sanitari) e hanno un linguaggio difficilmente interpretabile (anche nelle versioni più recenti), inoltre, portano ad un aumento della burocratizzazione spesso non riconducibile ad un
obiettivo di miglioramento della qualità delle prestazioni.
Con il “Sistema Qualità” ci si propone in realtà una razionalizzazione dei processi operativi partendo dall’analisi dei bisogni dell’interlocutore primario delle strutture sanitarie: IL PAZIENTE.
Questo significa:
• Monitorare costantemente le proprie prestazioni, rivalutarne i
risultati e modificare, se necessario le strategie operative.
• Prestare un’attenzione particolare all’ambiente in cui si opera, alla sicurezza per gli operatori e per i pazienti.
• Garantire il miglior trattamento clinico ed umano nel contesto temporale in cui si opera, prescindendo dalla bravura dei
singoli operatori.
• Formare ed informare i pazienti e gli operatori, riducendo le
barriere culturali, sociali e religiose.
• Convincere gli operatori, con risultati ottenuti, della validità
degli sforzi compiuti.
Ciò che conta quindi è poter dimostrare che la qualità paga in termini sia di efficienza che di efficacia, utilizzando sistemi qualità basati sul raggiungimento di standard concreti e definiti che non diano adito ad interpretazioni diverse da quelle volute. Leader fra questi sistemi è l’accreditamento J.C.I.A. , ma anche la versione 2000 delle norme ISO 9001 (detta VISION) propone un valido percorso di miglioramento e di analisi delle strutture di servizio.
3) in sintesi, a suo modo di vedere, come giudica l'impatto del processo Vision sulla nostra organizzazione
Credo che l’analisi dei processi operativi non possa
che migliorare la conoscenza delle attività dell’Istituto
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La qualità in Istituto
non in azienda
Stefano Di Donato – Dir. U.O. Biochimica e Genetica
[email protected]
1) per rompere il giaccio. una domanda "semplice"
qual è la sua definizione di qualità.
La definizione di Qualità è “proprietà o carattere essenziale”: il significato di qualità dipende quindi dall’attributo, qualità scientifica, qualità morale, qualità aziendale.
La qualità di un sistema integrato di lavoro mi pare sia basata sulla quantità di informazione esistente nel sistema, e
la conseguente operatività che un sistema specifico è in
grado di erogare. La definizione della qualità dei sistemi
dipende peraltro dal punto di vista del gestore del sistema
(orientamento aziendale verso orientamento professionale-accademico).
Comunque, nel caso specifico dei sistemi ospedalieri con caratteristiche miste di ricovero, cura, ricerca è la somma integrata delle diverse operatività che definisce la qualità.
2) Secondo Lei perchè introdurre in una struttura sanitaria il Sistema Qualità? (e su quali elementi far crescere
il consenso e la partecipazione a questo processo)
E’ un derivato della impostazione aziendale del sistema
sanitario. Non esiste azienda senza sistema qualità, che
è il presupposto della credibilità aziendale nel mercato.
Personalmente non credo alla equazione ospedale=azienda,
quindi non credo alle derivate di questa equazione.
Il sistema sanitario USA, inventore della equazione,
spende il 14,6 % del PIL nella sanità pubblica+privata,
con risultati inferiori per copertura sanitaria e efficacia
all’Europa (media 7% PIL). Cito a proposito dati dal New
Engl J Med August 2003, pp 771: spese amministrative
complessive per paziente: USA 1059 USD, Canada 307
USD. Semplificando, questa palese inefficienza è dovuta
agli enormi costi amministrativi della aziendalizzazione, necessari peraltro per rispondere ai soggetti pagatori,
cioè le Assicurazioni, che non si curano della qualità efficace del servizio ma della qualità formale dello stesso
(chi pagherebbe le cause, se una assicurazione disponesse la cura di pazienti in una struttura priva del Sistema
Qualità, certificazione etc ?).
Ribadisco la mia profonda contrarietà al sistema azienda, contrarietà che è condivisa da una larga maggioranza dei dipendenti ospedalieri pubblici, in particolare
i dipendenti più aderenti alle “professioni” che aderenti
alle “politiche”. Le ragioni della mia contrarietà sono
molteplici e potrebbero non interessare il lettore: in sintesi, credo che bisognerebbe avviare una discussione critica sul problema, piuttosto che preoccuparsi del consenso. Faccio presente che, mentre ci muoviamo come Besta
con convinzione sul terreno della qualità aziendale,
analisti culturali, economisti innovativi, medici e professionisti sottolineano duramente la adesione acritica dei
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ed evidenziarne le criticità. Dopotutto nessun esperimento scientifico può basarsi sui “si dice” o sui “tutti pensano che”.
Abituarsi ad usare gli indicatori di processo per le valutazioni e non
fermarsi alle impressioni collettive è un grosso passo avanti; e nonostante le resistenze al cambiamento, tipiche di una struttura pubblica particolarmente complessa e con personale sempre più anziano e legato alle proprie abitudini, ritengo che un netto miglioramento ci sia stato e che gli utenti dell’Istituto lo abbiano colto.
Certamente la cultura della qualità, non è ancora del tutto entrata
a far parte del DNA della totalità degli operatori, ma siamo comunque sulla buona strada: anche “l’elefantiaco” Besta ha iniziato a
muoversi nella giusta direzione.
4) nel nostro lavoro quotidiano emettiamo e riceviamo “non
conformità”: secondo lei sono vissute come una opportunità
oppure un’accusa?
Le non conformità sono e devono essere degli indicatori di efficacia/efficienza, quindi particolarmente utili per monitorare la qualità delle proprie prestazioni rispetto ad uno standard prefissato.
Purtroppo ancora oggi sono da molti operatori vissute come accuse
personali, come occasione per dar sfogo ad attriti ed antipatie o come un’inutile perdita di tempo.
Quando riusciremo a capire che questo strumento di misura non è
un’ulteriore carico di lavoro, e neppure l’ennesima formalizzazione burocratica di ciò “che tutti sanno”, ma il modo per quantificare e monitorare la nostra inefficienza, avremo compiuto il più grande passo avanti verso un vero sistema di miglioramento continuo
della qualità. ■
sistemi sanitari a queste politiche (vedi corrispondenza sul
Corriere di Remuzzi, Mannucci etc). Mi rendo conto tuttavia che è difficile smontare un gioco che consente il controllo politico stretto della sanità (bipartisan).
3) in sintesi, a suo modo di vedere, come giudica l'impatto del processo di Vision sulla nostra organizzazione
(sia per noi interni che per i nostri pazienti?)
Ritengo che le persone che si sono occupate in modo convinto nel sistema qualità Besta abbiano operato bene per
gli obiettivi aziendali sopraricordati: in particolare il sistema qualità del Besta sembra avere un ottimo rapporto
costo-beneficio, fatto che esalta il merito di chi è impegnato su questo fronte. Manca però un adeguato impegno sul
sistema informatico, nel senso che la visibilità “web”
dell’Istituto appare minima.
4) nel nostro lavoro quotidiano emettiamo e riceviamo
"non conformità": secondo lei sono vissute come una
opportunità oppure un'accusa?
Non conosco le reazioni dei singoli dipendenti, ma spesso ho
notato la tendenza a reagire : per quanto mi riguarda sono
indifferente, per le ragioni sopraesposte. Naturalmente esistendo un sistema di regole vigente, cerco di adeguare il mio comportamento e quello della UO a tale sistema con la dovuta diligenza. ■
Sistema VISION o Sistema J.C.I.A. ?
Il parere del Direttore Sanitario
Marco Triulzi – Resp. Aziendale Qualità
[email protected]
“Ricordo anzitutto che l’O.M.S.- Organizzazione Mondiale per la Sanità- articola la qualità complessiva in sanità in 4 componenti inscindibili:
• competenza tecnico-patrimoniale
• organizzazione e uso delle risorse
• controllo del rischio
• soddisfazione del paziente
Ora, mentre il sistema UNI EN ISO 9001-2000 (Vision 2000) ha i caratteri di un prerequisito generale indispensabile per assicurare la qualità sistematica in un complesso di tipo aziendale, anche produttore di servizi quale è l’ospedale, le finalità, i criteri e le modalità proprie della J.C.I.A. (Joint Commission Inrernational) sono specialmente e pienamente validi per adeguare
gli ospedali, anche IRCCS, ai migliori livelli di autentica qualità e sicurezza funzionale e sanitaria secondo le attese dei pazienti
e dei professionisti.
In estrema sintesi , evidenzio che gli standard JCIA, per i quali sono definiti indicatori atti a fornire una misura oggettiva del
livello ottimale e delle situazioni di fatto, attengono, ad esempio, alla documentazione clinica, al laboratorio di analisi e al servizio radiologico, alle infezioni ospedaliere e alla formazione e aggiornamento del personale.
In conclusione, la certificazione di qualità dei servizi secondo procedure internazionalmente individuate è tra le condizioni indispensabili perché una istituzione ottenga il riconoscimento di IRCCS e perciò è razionale perseguire prioritariamente la Certificazione VISION 2000 ma in vista di una più specifica condizione e certificazione d’eccellenza
qualitativa, quale per esempio JCIA. ■
QUALITÀ
Chiediamo al dott. Marco Triulzi, in quanto Responsabile Aziendale per la qualità, di voler concludere questo virtuale dibattito sulla applicabilità di un sistema di gestione e miglioramento della qualità in ospedale.
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MALATTIE RARE
M
Come il nostro Istituto fa fronte ad un quadro
normativo non particolarmente facile
Barbara Bertagnolio – Referente dell’Istituto per la Rete
Regionale delle malattie rare
[email protected]
MALATTIE RARE
Cos’è una malattia rara? il Working Group on Rare Diseases, istituito dalla Comunità Europea, definisce rara una malattia con
prevalenza ≤5 casi per 10.000 abitanti. In particolare le Malattie
Rare in cui il difetto metabolico/genetico è causa di patologia
neurologica presentano una incidenza nei nuovi nati compresa
tra 1:10.000 e 1:250.000. Nonostante le MR siano causa di seri
problemi di ordine sanitario il quadro normativo non è ancora
adeguato alla loro complessità. Vediamo perché.
A livello Ministeriale l’elenco delle patologie esenti presenta
numerose omissioni, molti esami di laboratorio cruciali per la
diagnosi non sono compresi nel Nomenclatore Tariffario e
quindi sono a pagamento ed anche la classificazione che è
stata adottata andrebbe rivista. Questi problemi sono stati segnalati anche alla Regione Lombardia dal Gruppo di Lavoro di
cui l’Istituto è parte (Rete Regionale per le MR).
Altro aspetto critico. La numerosa presenza di presidi che
comporta una dispersione di informazioni utili per la ricerca:
attualmente, la Rete Regionale per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia delle malattie rare riconosce
23 presidi, tra cui il nostro (quale Centro di Riferimento è stato identificato il Centro Ricerche Cliniche per le MR del Mario
Negri. ([email protected])
E inoltre, vero tema scottante: i Finanziamenti specifici.
Attualmente non sono previsti finanziamenti aggiuntivi per
i Presidi di Rete.
La mancanza di un quadro normativo che destini specificamente delle risorse al percorso diagnostico-terapeutico ed alla prevenzione delle malattie rare ereditarie ha fatto sì che nel
nostro paese le iniziative esistenti in questo campo siano sorte in modo spontaneo e tuttora operino con i mezzi (economici e di personale) che le rispettive strutture consentono,
spesso non adeguati alle potenzialità offerte dalle tecniche disponibili ed all’esigenza di risposte tempestive in particolare in
alcuni casi (diagnosi prenatali, possibilità terapeutiche).
In questo scenario il nostro Istituto si contraddistingue
per essere attore principale a livello nazionale nelle malattie rare neurologiche, anche per i pazienti pediatrici.
Per queste patologie l’Istituto offre un intervento a tutto tondo sia per l’ approccio clinico che per le analisi strumentali e di laboratorio oltre ad un’articolata attività di ricerca.
I progetti di ricerca dedicati sono numerosi, finanziati sia dal
Ministero della Salute, sia a livello europeo, sia da fondazioni
private (Mariani, Telethon, ARIN, CARIPLO) ■
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Accedi al sito www.istituto-besta.it
e sotto la voce “Info Salute” troverai
la pagina e l’elenco delle MR
trattate in Istituto.
La Rete Regionale delle
Malattie Rare
a cura di Gedeone Baraldo, Elisabetta Di Martino- D. G.
Sanità Regione Lombardia
[email protected]
La Regione Lombardia con D.G.R. n. 7328 dell’11/12/2001 stabiliva la prima istituzione della Rete Regionale delle Malattie
Rare, costituita da 13 presidi e dal Centro Regionale di
Coordinamento, integrata da altri 10 presidi con un successivo
provvedimento del 2002 (vai alla finestra “Rete Regionale per le
Malattie Rare” nel sito http://www.sanita.regione.lombardia.it/).
Ha inoltre ritenuto opportuno istituire un Gruppo di
Coordinamento Regionale al quale partecipano la DG Sanità,
i referenti del Centro Regionale di Coordinamento e dei Presidi
di Rete, con funzioni di coordinamento operativo e condivisione delle strategie comuni da mettere in atto. E’ un gruppo di lavoro ben consolidato che ha diversi compiti e responsabilità in
tema di politiche e di monitoraggio per la malattie rare. I presidi inclusi nella Rete operano secondo protocolli clinici concordati con il Centro Regionale di Coordinamento e collaborano
con i servizi territoriali e i medici di famiglia ai fini dell'individuazione e della gestione del trattamento. Lo stesso Ministro
della Salute cura la diffusione dell'elenco nazionale dei presidi
sanitari inclusi nella Rete e riferisce sulla relativa attività nell'ambito della relazione sullo stato sanitario del Paese. Inoltre, i
presidi della Rete sono tenuti a comunicare ogni nuovo caso di
malattia rara secondo le modalita' stabilite con l’istituzione del
Registro gestito dall'Istituto Superiore di Sanità. I residenti in
Lombardia, che hanno chiesto l’esenzione per Malattie
Rare, sono circa 10.000, cui vanno aggiunti gli oltre 8.000
affetti da malattia celiaca, attualmente inclusa nell’elenco ministeriale delle Malattie Rare (che conta 284 MR, e altri 47 gruppi che ricomprendono più malattie simili). Ma chi sono i presidi e quali caratteristiche devono avere? Ecco qualche dato:
• documentata esperienza di attività diagnostica o terapeutica
specifica per i gruppi di malattie o per le malattie rare.
• idonea dotazione di strutture di supporto e di servizi complementari, ivi inclusi, per le malattie che lo richiedano, servizi per l'emergenza e per la diagnostica biochimica e genetico- molecolare.
• devono assicurare un approccio complessivo clinico-diagnostico-terapeutico, multidiciplinare, con la disponibilità di servizi e
strutture di supporto (diagnostica, laboratorio, genetica, etc..)
• devono farsi carico, oltre che della patologia, del paziente nel suo insieme considerando anche le implicazioni psicologiche e familiari.
La rete ha quindi una significativa responsabilità e i risultati positivi non mancano; ora sono all’esame alcuni aspetti quali la necessità di articolare la Rete su più livelli (livello certificativo e di
carico”corrente”; livello di diagnostica avanzata e sperimentazione clinica) e la necessità, alla luce del Piano Socio Sanitario
Regionale 2002-2004 di prevede l’ integrazione nella rete delle
Associazione degli ammalati affetti da malattie rare e dei familiari, le quali si dovranno accreditare secondo specifici criteri da
definire, in base al principio della sussidiarietà orizzontale, riconoscendo loro le competenze specifiche del loro ambito (counselling, rete amicale di supporto psicologico, informative cliniche
ed amministrative sulle problematiche correlate ecc..) ■
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Segue dalla pagina 1 EDITORIALE
• Con questo CCNL viene sistemata una questione che si era
aperta con il passaggio degli Infermieri dalla categoria C alla
categoria D. Infatti, a fronte di quel beneficio non vi era alcun riconoscimento di categoria o di livello per Infermieri generici che restavano al palo nella categoria B livello super e
per i Capo sala raggiunti dagli Infermieri in categoria D. Il
nuovo contratto mette le cose a posto ed ecco quindi, attraverso apposite selezioni, gli Infermieri generici in categoria C e i
Capo sala in categoria D livello super.
• Nel ruolo tecnico viene istituito il profilo professionale di
Operatore tecnico professionale esperto.
• Viene riformato il codice disciplinare con l’introduzione della nuova sanzione della sospensione dal servizio senza retribuzione da undici giorni fino a sei mesi. L’istituzione di tale
sanzione comporta anche l’abbinamento ad essa di criteri che
prima erano previsti per l’applicazione di sanzioni più gravi.
• Sul fronte della formazione e dell’aggiornamento viene disciplinata l’acquisizione dei crediti ECM e gli effetti sulla valutazione e sulla carriera del personale, con specifiche deroghe per
questo periodo considerato in parte sperimentale.
• Un interessante aspetto, più volte auspicato dalle Aziende, è
quello dell’accesso alla mobilità, che era diventata praticamente automatica, e che trova in questo contratto il limite, per
il dipendente che abbia partecipato a particolari corsi di aggiornamento, di almeno due anni di lavoro successivi al termine della formazione.
• Il CCNL che non è solo uno strumento di riconoscimenti economici ma si occupa anche di problematiche politiche e sociali, dopo il codice di condotta contro le molestie sessuali introdotto nel precedente contratto, ha previsto un comitato paritetico per contrastare anche nelle aziende sanitarie il fenomeno del mobbing. Il CCNL definisce così il fenomeno: “forma
di violenza morale o psichica, in occasione di lavoro, attuata
dal datore di lavoro o da altri dipendenti nei confronti di un
lavoratore”
Ecco in sintesi altre novità di questo contratto:
• Diventa possibile la pronta disponibilità e incremento del limite
delle ore di lavoro aggiuntivo del personale a tempo parziale
• È introdotto il coordinamento regionale e la parte economica
biennale nella contrattazione integrativa aziendale
• Trasformazione in fascia della parte di assegno ad personam
coincidente, a seguito del passaggio di categoria
• Sono incrementate diverse indennità tra le quali quelle di turno notturno e festivo e quella professionale specifica degli
Infermieri generici
• È introdotta una nuova definizione della nozione di produttività, con la conseguente esclusione di ogni possibilità di erogazione, a tale titolo, di compensi sulla base di criteri meramente automatici e generalizzati.
Lo spazio disponibile è terminato non resta che augurarci di poter finalmente uscire dalle secche dei ritardi accumulati nella
contrattazione e partire per nuovi traguardi con il vento delle riforme e le vele del nuovo contratto spiegate ■
A proposito dell’utilizzo
di internet
Usi e abusi. Cosa dice la giurisprudenza della navigazione sul posto di lavoro
Roberto Pinardi – Direttore Amministrativo
[email protected]
L’utilizzo delle nuove tecnologie ed in particolare di
Internet, rappresenta indubbiamente una rilevantissima opportunità di svolgere in modo innovativo il proprio lavoro
con possibilità di accedere a banche dati continuamente aggiornate e di disporre comunque di una mole di informazioni fino a pochi anni fa impensabile.
Come tutte le nuove opportunità però anche Internet può
dare adito a modalità di utilizzo improprie ed in qualche caso a veri e propri abusi. Recentemente la Corte dei Conti
(Sezione regionale per il Piemonte) con una Sentenza abbastanza innovativa ha stabilito alcuni principi “deontologici“ a cui i dipendenti di un Ente pubblico devono
attenersi.
In particolare viene precisato che il collegamento a siti
Internet non di carattere istituzionale durante il normale
orario di servizio ed utilizzando Personal Computer
dell’Azienda, costituisce un danno patrimoniale in “quanto
comporta la distrazione di prestazioni lavorative e di risorse finanziarie per l’Ente di appartenenza“; tutto ciò configura una specifica responsabilità amministrativa, con
conseguente rischio di risarcimento, per il dipendente utilizzatore e per il Dirigente che ha consentito l’improprio
utilizzo. Rientra in questa fattispecie di responsabilità anche
il fatto di lasciare il proprio Personal Computer acceso e
privo di adeguate protezioni (password).
Nella stessa Sentenza viene affermata la piena legittimità , per l’Amministrazione, di controllare il corretto utilizzo del Computer dato in dotazione ai propri
dipendenti senza che ciò possa configurarsi come
“comportamento invasivo, preordinato al controllo
recondito dell’attività dei propri dipendenti, nelle verifiche ex post per controllare gli accessi alla Rete“; si
tratta quindi di controlli che non possono configurarsi, come da alcuni sostenuto in passato, come violazioni della
sfera della privacy.
Si tratta quindi di cercare di definire correttamente che cosa s’intende per siti istituzionali; rientrano certamente in
questo contesto tutti i siti dei diversi Enti sia pubblici che
privati, delle Istituzioni comunque configurate (Fondazioni,
associazioni ecc.), delle Università, degli Ordini e Gruppi
professionali, delle Società Scientifiche nonché i diversi
Motori di Ricerca presenti sul Web.
L’Elenco citato non vuole essere esaustivo, ma può rappresentare un campione significativo per un “ordinato“ utilizzo delle possibilità offerte dalla navigazione informatica. In questo ambito rientra
anche il dovere di educazione e vigilanza che
deve essere effettivamente esercitato dai
Dirigenti, ai diversi livelli di responsabilità. ■
@
INTERNET
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Il gruppo T.N.F.P. eccolo qui!
Processo di budget
Servizio di diagnosi a supporto dei reparti e degli
ambulatori
Concluso il 2004 è già programmata l’implementazione per un sistema più funzionale all’attività
gestionale
Tecnici di neurofisiopatologia clinica
[email protected]
BUDGET
Essere un servizio di supporto richiede flessibilità e capacità di
interagire con più variabili che non dipendono solo dal proprio
servizio. Anche per questo motivo conoscere le rispettive attività e le potenzialità aiuta la collaborazione. La nostra équipe si interfaccia quotidianamente con altre attività dell’Istituto. Per
esempio giornalmente (per EEG ed EMG)* o settimanalmente
(per i P.E.)* concordiamo con i reparti il programma degli esami
da eseguire. In casi particolari (pazienti ricoverati in Terapia
Intensiva o non trasportabili), un TecnicoNFP si reca ad eseguire l’esame al letto del paziente, alcune delle apparecchiature del
Servizio infatti sono trasportabili e vengono all'occorrenza impiegate per tali registrazioni. I tempi di esecuzione degli esami
neurofisiologici variano dai 30 minuti (EEG, EMG ”semplice”,
P.E. a modalità singola) a qualche ora o anche un’intera giornata, come nel caso di registrazioni Video - EEG prolungate.
Nel nostro Servizio di Neurofisiologia Clinica operano attualmente 9 Tecnici di Neurofisiopatologia, dei quali 6 in EEG e
Video - EEG e 3 in EMG e Potenziali Evocati. L’attività del
Servizio è rivolta sia a pazienti ambulatoriali che a pazienti in
ricovero ordinario ed in Day – hospital.
Cosa facciamo?
Nei nostri laboratori di Elettroencefalografia vengono eseguiti,
oltre agli EEG basali, video - EEG, poligrafie, polisonnogrammi; nell'ambito dell'Elettromiografia il Tecnico di NFP collabora con il medico neurofisiologo e può eseguire in autonomia
la parte elettroneuronografica; per quanto riguarda i Potenziali
Evocati, poi, vengono eseguiti con tutte le modalità di stimolazione: P.E. visivi, acustici, somatosensoriali, motori (mediante
stimolazione magnetica).
Con le nuove apparecchiature multimodali ogni singolo professionista della nostra èquipe è ora in grado di eseguire tutti i
diversi esami neurofisiologici ampliando così le proprie competenze non più settoriali come nel passato.
Ed è anche per questa professionalità acquisita che dal 2001 svolgiamo il ruolo di “tutoring” agli studenti della facoltà di Tecniche di
Neurofisiopatologia dell’Università Statale di Milano. ■
*legenda: EEG = elettroncefalografia
P.E. = potenziali evocati
EMG = elettromiografia
La politica dei piccoli passi migliorativi ha dato buoni risultati: con soddisfazione è stato concluso e deliberato il
7/4/2004 il processo
di budget relativo
Direzione e Cdg in fase di trattativa
all’anno in corso.
Nonostante la complessità nel definire un “processo budgetario” valido e coerente a livello aziendale, possiamo grazie agli ottimi spunti forniti dai Direttori di Unità
Operativa e loro collaboratori - affermare che gli obiettivi
di natura “produttiva”, qualitativa e contenimento della spesa sono stati negoziati rispettando i vincoli regionali e soprattutto concordando un impegno ad essere sempre all’avanguardia in campo clinico, scientifico e gestionale.
Sicuramente, per il prossimo esercizio, l’impegno della
Direzione sarà quello di stabilire gli obiettivi con largo anticipo in modo tale da rendere sempre più raffinato l’intero
processo.
Durante i numerosi incontri sia a livello dipartimentale che
di singola unità operativa, è stato possibile individuare gli
aspetti critici nella rilevazione ed elaborazione dei dati; tutto ciò ha contribuito a sensibilizzare le singole Unità
Operative ad avanzare eventuali soluzioni.
Anche il Controllo di Gestione ha individuato punti su cui
agire per migliorare i flussi informativi, rendendo così il
proprio servizio sempre più coerente con le esigenze manifestate dai vari interlocutori.
Nei prossimi mesi – in seguito all’aggiudicazione della gara
sul Controllo di Gestione da parte del Consorzio formato dai
tre IRCCS milanesi – verrà implementato un nuovo sistema
che consentirà elaborazioni sempre più raffinate e una reportistica in grado di essere funzionale sia alla parte clinica
che amministrativa, posta la correttezza dei dati forniti. ■
✓Nuovi incarichi
Laura Grigoletti
Angela Napoletano
Barbara Rigodi
Alessandra Peirano
Grazia LaPorta
Antonina Pazzola
Paola Anversa
Antonella Bettinelli
Sergio Curzi
6
Cinzia Desti - Resp. Controllo di Gestione
[email protected]
GENNARO BUSSONE è il nuovo Direttore del Dipartimento
di Neuroscienze cliniche.
A ROBERTO SPREAFICO è affidata ad interim anche la responsabilità di Direttore della Neurofisipatologia.
(foto D. Perobelli – Archivio Istituto)
Questi avvicendamenti seguono al fatto che il Prof. Avanzini
ha lasciato questi ruoli istituzionali ed è ora Primario
Emerito dell’Istituto.
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INTERNATIONAL MEETING
IN ISTITUTO
Alla vigilia dell’arrivo della
nuova RM in Istituto un
incontro con neuroradiologi
provenienti da tutto il mondo
a cura di Alberto Bizzi - neuroradiologo
[email protected]
Mercoledì 24 marzo si è tenuto in
Istituto un simposio di neuroradiologia
con la partecipazione di alcuni relatori
Symposium
di fama internazionale.
on Advanced
Magnetic
E’ stata un’ottima occasione per fare il
Resonance
Imaging in
Neuroscience
punto su alcune delle nuove metodiche di Risonanza Magnetica quali la
perfusione (pMRI), gli studi di attivazione funzionale (fMRI) e la diffusione con trattografia (DTI). E’ stato un
incontro molto apprezzato dalla numerosa platea formata da medici e
neuroscienziati del Besta e di altre
strutture milanesi e “nonsolomilano”,
ma anche per gli stessi relatori che si sono confrontati in un
dibattito scientifico di alto profilo. Dopo l’introduzione del
prof. Cornelio e del dr. Savoiardo che hanno ricordato
che l’imminente arrivo della nuova RM Siemens Avanto permettera’ all’Istituto Besta di fare un grosso passo in avanti
per l’utilizzo clinico delle tecniche RM avanzate, e’ toccato
al prof. Tom Conturo (Washington University St. Louis) illustrare i principi di base e le guide da seguire per eseguire studi di perfusione cerebrale nel modo piu’ efficiente e accurato possibile. Il prof. Barker (Hopkins) ha illustrato l’importanza di eseguire studi pMRI per monitorare la risposta alla terapia in pazienti con ictus e in altre malattie cerebrovascolari, tra cui Moyamoya e
Sturge-Weber. Il prof. Alger (UCLA) ha discusso il contributo di studi integrati di pMRI e DTI per selezionare
quei malati con ictus che beneficeranno di una terapia
piu’ aggressiva e precoce. Il prof. Alsop (Harvard) ha introdotto l’Arterial Spin Labeling (ASL), una tecnica di
perfusione cerebrale che non richiede l’iniezione del
mezzo di contrasto. In una piacevole carellata sulle applicazioni cliniche, Alsop ha mostrato come l’ASL sia in grado
di differenziare la recidiva di tumore da aree con danno da
radiazione e ha poi stupito l’uditorio mostrando nella malattia di Alzheimer un aumento “paradosso” del flusso cerebrale nell’ippocampo e nelle aree temporali mesiali, che sono le aree più colpite nella malattia.
Nella sessione dopo il coffe-break il dr. Mechelli (College of
London) ha indicato i principi tecnici della RM funzionale da
seguire per attivare in modo estremamente efficiente le
aree cerebrali del linguaggio. Il dr. Bizzi ha quindi mostrato i risultati di uno studio eseguito in collaborazione tra il Besta
Istituto Nazionale Neurologico “Carlo Besta”
Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di Diritto Pubblico
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Wednesday, 24 March 2004
Istituto
Nazionale
Neurologico
“Carlo Besta”
Central library
13:00 - 19:00
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Free entrance
e il San Raffaele per la validazione della RM funzionale con
stimolazione elettrofisiologica intraoperatoria in pazienti
con tumori cerebrali. La fMRI permette di identificare prima
dell’intervento la sede delle aree nobili da proteggere durante
l’intervento di rimozione del tumore. Il dr. Spreafico ha fatto
il punto sugli enormi progressi delle neuroscienze negli ultimi
anni e ha indicato alcune delle vie in cui ci si augura che le tecniche RM avanzate potranno dare un importante contributo; in
particolare per una maggiore comprensione della genesi dei
disturbi dello sviluppo della corteccia che sono all’origine di un importante gruppo di malattie epilettiche.
Il dr. Mori (Hopkins) ha ribattuto con bellissime e coloratissime immagini che hanno illustrato come le attuali tecniche di
trattografia permettono gia’ un riconoscimento dei fasci
di fibre della sostanza bianca molto più informativo rispetto alle tradizionali immagini in T2. Il dr. Mori ha sottolineato come sia diventato possibile identificare se un fascio di
fibre che collega due aree corticali sia integro oppure leso dalla malattia. L’impiego della trattografia verrà introdotto nel nostro Istituto con l’installazione della nuova RM Siemens Avanto.
I lavori si sono conclusi con l’intervento del prof. Sorensen
(Harvard) che ha tracciato le linee dello sviluppo tecnologico con la RM nei prossimi 2-3 anni approvando a pieni
voti la scelta della nuova apparecchiatura RM dell’Istituto e
illustrando come l’introduzione delle nuove bobine ad elementi multipli abbia determinato un significativo aumento della definizione delle immagini strutturali dell’encefalo con importanti ricadute sulla comprensione della fisiopatologia, la diagnosi e il monitoraggio delle cure nei nostri pazienti.
I lavori hanno mostrato come il settore delle metodiche RM
avanzate sia cresciuto molto rapidamente nell’ultimo decennio.
Tutti i relatori hanno sottolineato che per ottenere buoni risultati anche in ambiente clinico, l’impiego di queste metodiche
estremamente complesse richiede una paziente e meticolosa
messa a punto dell’apparecchiatura RM e collaborazione per
competenze diverse ma anche un’attenta selezione delle indicazioni cliniche per evitare inutili perdite di risorse e di tempo.
L’epoca in cui al neuroradiologo era richiesto di spingere solo
qualche bottone è quindi tramontato per sempre. ■
Si può curare la cefalea
a grappolo?
Sì, con la stimolazione cerebrale profonda.
Neurologi e Neurochirurghi dell’Istituto fanno
scuola al mondo scientifico.
Simona Elli e Cesare Peccarisi – giornalisti scientifici
[email protected]
Forti dei risultati positivi consolidati dopo 4 anni di follow
up, le 2 équipes di Neurologia III e
Neurochirurgia III dell’Istituto possono promuovere momenti di confronto anche a livello
internazionale ponendosi come punti di riferimento per la nuova metodica DBS.
Questa novità terapeutica è stata affrontata al
Meeting Internazionale “Deep Brain Stimulation
INTERNATIONAL MEETING
INNBesta_4_2004
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INNBesta_4_2004
19-04-2004
13:33
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for Headaches” tenutosi in gennaio all’Istituto Besta, cui
hanno partecipato i maggiori esperti mondiali.
Tra cui Peter Goasby del Queen Square National Hospital
for Neurology and Neurosurgey di Londra e Jean
Schoenen di Bruxelles, i primi ad esportare nel loro paese
il trattamento con DBS (Deep Brain Stimolation) sviluppato
al Besta.
Combattere la cefalea a grappolo di tipo cronico intrattabile
farmacologicamente, non è un sogno ma l’obbiettivo raggiunto dalla ricerca clinica effettuata da Gennaro Bussone
e Massimo Leone, neurologi dell’unità operativa Cefalee,
insieme ai colleghi neurochirurghi Giovanni Broggi e
Angelo Franzini. L’èquipe ha dimostrato, per la prima volta al mondo, gli effetti positivi della stimolazione cerebrale
profonda nei casi di cefalea a grappolo cronica intrattabile.
La cefalea a grappolo è tristemente nota come “cefalea da
suicidio”. Dal primo intervento, avvenuto il 14 luglio 2000,
ad oggi il Besta vanta una casistica di 16 pazienti che hanno ripreso una vita pressoché normale. L’intervento viene
eseguito in anestesia locale. Uno stimolatore viene impiantato sottocute in fossa sottoclaveare mentre il suo elettrocatetere è posizionato a livello dell’ipotalamo posteriore omolaterale al dolore. Si effettua su pazienti che, dopo aver provato tutti i trattamenti farmacologici, presentano, da almeno
due anni, attacchi pluriquotidiani di cefalea a grappolo. ■
Eventi formativi
Per info: [email protected]
GRAND ROUND
Consulta il programma dettagliato :
http://www.istituto-besta.it/GrandRound.asp ■
JOURNAL CLUB DI NEUROSCIENZE
Crediti ECM: 14
Consulta il programma 2004 :
http://www.istituto-besta.it/JournalClub.htm ■
✓
SEMINARI DI
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Responsabile scientifico:
L. Angelini - Dir. U. O. Neuropsichiatria Infantile
Sede: Biblioteca Infantile
Istituto Nazionale Neurologico “Carlo Besta”
Crediti ECM: 5
Date:
3/10/17/24 maggio 7/14 giugno
✓
EVENTI E CORSI
RIDIAMOCI SU
AGGIORNAMENTO SUI DISTURBI
DEL MOVIMENTO
CORSO SPECIALISTICO
Responsabile scientifico:
Alberto Albanese - Dir. U. O. Disturbi del Movimento
Sede: Biblioteca Centrale Istituto
Istituto Nazionale Neurologico “Carlo Besta”
Crediti ECM: richiesti
Date:
27 maggio – 3/10/24 giugno
Istituto Nazionale Neurologico “Carlo Besta” IRCCS
20133 Milano - Via Celoria, 11
Tel. 02 23941 - Fax 02 70638217 - www.istituto-besta.it
(Athos)
Novità in rete
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www.istituto-besta.it
In rete “Il sistema di classificazione delle malattie, dei traumatismi, degli interventi chirurgici e delle procedure diagnostiche e terapeutiche“ versione italiana della ICD-9-CM - 2002
edito dalla Regione Lombardia. Questa è la versione aggiornata utile per codificare le schede di
dimissioni ospedaliere. Non si trova in cartaceo
quindi si consiglia di scaricarlo dal sitoweb
dell’Istituto (cliccare il tasto Info azienda) ■
Direttore responsabile: Roberto Pinardi
Coordinamento editoriale: Monica Cremonesi
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Redazione:Via Celoria, 11 - Milano - 02.2394292 c/o URP
Marco Losi - Matilde Leonardi - Angelo Carnelli
Elio Maccagnano - Angelo Sghirlanzoni - Clara Moreschi
Guido Storchi - Lucia Angelini - Livia Malesani
Patrizia Meroni - Francesca Colombo
Si ringrazia Daniele Perobelli per il contributo fotografico
Finito di stampare nel mese di Aprile 2004
Stampa: GMB s.r.l. - Via C. Colombo 13 - 20094 Corsico (MI)
Il periodico sarà scaricabile sul sito: www.istituto-besta.it
Il periodico è gratuito
reg. trib. Milano: n. 10 del 13/01/03