Comode ma non benefiche vacilla il mito salutista della scarpa stile

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Comode ma non benefiche vacilla il mito salutista della scarpa stile
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Comode ma non benefiche vacilla il mito
salutista della scarpa stile Masai
16 luglio 2011 — pagina 23 sezione: CRONACA
TEMPI duri per i Masai metropolitani. Cioè per tutti quelli (ma soprattutto quelle), che avevano
pensato di cestinare l' abbonamento in palestra e sostituire le faticose lezioni con un semplice paio
di scarpe. Non un modello qualunque però. Ma uno specialissimo, in grado di simulare la
passeggiata tonica dei Masai sulla sabbia. O meglio le calzature a barca, a dondolo, a banana.
Quelle facilmente riconoscibili dalla suola ondeggiante, causa mancanza di tacco e punta, e
vagamente assimilabili alle scarpe indossate dalle famiglie tedesche in vacanza. Ma con qualcosa
in più. Anzi in meno: le estremità della suola. Un taglio netto con le tradizioni che, in un mondo
senza certezze, toglie centimetri ma aggiunge qualcosa. L' illusione di conquistare glutei perfetti e
postura corretta semplicemente andando a fare shopping (naturalmente con le nuove icone ai
piedi). Peccato che uno studio realizzato dall' Università del Nevada e presentato all' American
college of sports medicine, ha messo in dubbio la faccenda. Un esperimento su alcune
studentesse, fatte camminare per 10 minuti sul tapis roulant indossando alternativamente scarpe
tradizionali e basculanti, ha dimostrato che attivazione dei muscoli e numero delle calorie bruciate
era sostanzialmente identico: a prescindere dalla calzatura. Nessuna prova di miglioramenti fisici.
Uno studio dell' Università di Calgary in Canada, poi, ha espresso un' altra tesi: indossando le
scarpe Masai ci sarebbe un iniziale giovamento. Ma dopo sei settimane gli effetti positivi si
attenuano sino a scomparire. Questo perché il nostro indolente corpo si adatta. Attivando nuovi
muscoli, ne impigrisce altri. Le calzature a barca, prodotte da aziende come Reebok, MBT, New
Balance, FitFlops, piacciono a molti, vip compresi, gente come Al Pacino e Sylvester Stallone, che,
con il loro esempio, hanno ispirato milioni di proseliti. Miracolo del global le città si sono
trasformate in immensi tapis roulant. Risultato? Un' esplosione delle vendite, secondo il portale
sportivo SportsOneSource, del 400% nel 2010. Cifre da capogiro soprattutto considerando che le
magiche scarpette non ingentiliscono la figura ma, casomai, fanno assomigliare il piede a un
panino imbottito. Non solo. Costano più di un normale paio di sneakers, fra i 150 e i 250 euro.
Nessun miracolo ma un generale effetto positivo è la tesi del professor Sandro Rossetti, primario
presso il Dipartimento di ortopedia e traumatologia dell' ospedale San Camillo di Roma e medico
sportivo: «Io le uso in sala operatoria, dove dobbiamo stare a lungo in piedi, e la mia esperienza è
buona. Con la loro forma basculante provocano un' alterazione dell' equilibrio rispetto a quello
tradizionale e di conseguenza stimolano il polpaccio, il gluteo e la coscia. Chi le indossa avverte lo
squilibrio e lavora necessariamente alla ricerca di un nuovo assetto, in questo modo compie
movimenti con muscoli che normalmente lavorano poco. Naturalmente vanno portate in piccole
dosi, troppe ore al giorno possono provocare dolori. E non devono aspettarsi prodigi improvvisi». IRENE MARIA SCALISE
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