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EUBIOS
bene et commode vivens
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Trimestrale N°56 - Anno XVII - Giugno 2016 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
ISSN 1825-5515
,
L’Unione europea (UE) è un organismo internazionale istituito
nel 1992 con il trattato di Maastricht allo scopo di coordinare le
relazioni tra gli stati membri e i loro popoli, attraverso l’istituzione di un’Unione economica e monetaria e favorendo una politica
estera di sicurezza comune.
Essa è un’unione politica di carattere sovranazionale che garantisce la libera circolazione di persone, merci, servizi e dei capitali
all’interno del suo territorio promuovendo la pace, i valori e il
benessere dei suoi popoli lottando contro l’esclusione sociale e
la discriminazione.
L’Unione europea favorisce il progresso scientifico e tecnologico mirando alla stabilità politica, alla coesione e alla crescita
economica, sociale, territoriale e solidale tra i suoi stati membri.
Nel 2012 è stata insignita del premio Nobel per la pace, con la
seguente motivazione: «per oltre sei decenni ha contribuito all’avanzamento della pace e della riconciliazione della democrazia e
dei diritti umani in Europa».
All’interno dell’Unione Europea è nata nel 2001 l’Unione economica e monetaria dell’Unione europea con 19 stati dell’Unione
aderenti al cosiddetto mercato unico, detto eurozona, regolato da
una moneta unica, l’euro, con a capo la Banca Centrale Europea
(BCE).
Foto di copertina: © Susanna Mammi, Commissione europea, Berlaymont Building, Bruxelles 2016.
= letteralmente, buona vita.
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Editoriale.
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La qualità dell’aria negli ambienti scolastici.
Il progetto Air@School.
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Misura dell’isolamento di facciata. Confronto fra
norme ISO 140-5:1998 e ISO 16283-3:2016
12
Progettazione acustica di ambienti
per la ristorazione; un approccio basato
sulla capienza acustica.
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La riduzione delle trasmissioni laterali
su giunti non omogenei.
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Riqualificazioni energetiche: non solo minori
consumi ma anche maggiore comfort.
27
Schermature mobili: criticità dei requisiti
minimi richiesti e calcolo del gtot.
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Misure di laboratorio dell’isolamento al calpestio
di massetti galleggianti su solai in CLT.
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Qual’è l’attuale situazione normativa
in acustica edilizia?.
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Recensioni
60
Corsi
61
ANIT
64
Strumenti per i Soci ANIT
Fondatore
Sergio Mammi
A b b o n a r s i
si può.
Stampato su carta prodotta con cellulose senza cloro-gas
nel rispetto delle normative ecologiche vigenti.
Vignetta di Sergio Mammi,
Fondatore ANIT.
Hanno collaborato:
Per abbonarsi con bonifico bancario,
effettuare versamento a:
TEP srl
Conto corrente presso Banca Popolare
Commercio & Industria
IBAN IT 20 B050 4801 6930 0000 0081 886
Indicare come causale: abbonamento
4 numeri neo-Eubios.
Info e abbonamenti:
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墌 Il numero 55 è on-line
su www.anit.it
55
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Trimestrale N°55 - Anno XVII - Marzo 2016 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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giugno 2016
ISSN 1825-5515
abbonamento annuale
4 numeri: 24 €
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Neo-Eubios
Roberto Armani, Massimiliano Busnelli,
Associazione Culturale Energia di Classe.
Nicola Granzotto, Dipartimento di Ingegneria Industriale
Università degli Studi di Padova.
Andrea Tombolato, Studio di Acustica, Padova.
Gianfranco Quartaruolo, Socio ANIT,
Consulente acustico Norman Disney and Young, Auckland (NZ).
Francesco Madonna, Luca Rota,
Ricerca Sistema Energetico – RSE S.p.A.
Luca Barbaresi, Dario D’Orazio, Massimo Garai,
DIN, Università di Bologna, Bologna.
Gloria Cagali, Ingegnere Libero professionista, Verona.
Elmar Tapfer, TopHaus AG / S.p.A., Bressanone (BZ).
Stefano Benedetti, Staff ANIT.
Alessandro Panzeri, Ricerca e Sviluppo ANIT.
Daniela Petrone, Vice Presidente ANIT.
EDITORIALE
UN NUOVO AMBIENTE
La nuova Milano di Porta
Nuova: verde come il bosco
verticale o grigia come i grattacieli?
L’edilizia cambia faccia continuamente e ora più che mai
deve fare i conti con l’ambiente.
Per ambiente s’intende la situazione con cui un elemento,
fisico o virtuale, si rapporta e
si relaziona. In ecologia indica
tutto ciò che può influire direttamente sul metabolismo o sul
comportamento di un organismo o specie vivente. Questo
significa che uomo e ambiente
vanno considerati congiuntamente ed è per questo sempre
più indispensabile porre attenzione a quello che si progetta e
costruisce.
Quando parliamo di comfort
in edilizia parliamo di situa-
zioni ambientali adeguate alla
vita dell’uomo.
ANIT, in occasione dei suoi 32
anni di vita associativa, propone il suo IV Congresso Nazionale, un evento unico che
si terrà a Milano, il prossimo
24 novembre in cui parleremo di ambiente, inteso come
ambiente abitativo affacciato
sull’ambiente naturale.
L’ambiente abitativo deve essere salubre e rispettate l’ambiente naturale circostante.
Cosa significa questo per
ANIT? Significa riduzione dei
consumi energetici da fonti
fossili e riduzioni delle emissioni inquinanti; riduzione delle patologie dannose derivanti
da strutture edilizie mal progettate e da edifici mal gestiti e
infine riduzione dell’inquinamento acustico.
Il settore dell’edilizia è tra i più
inquinanti sotto tutti i punti di
vista. Nelle costruzioni l’attenzione alle esigenze dell’uomo
è stata spesso confusa con l’estetica delle finiture anziché al
comfort e alla salute.
Questo ha portato ad avere
unità immobiliari con pavimenti in marmo e stucchi veneziani, ma per niente efficienti dal punto di vista energetico,
acustico e igrotermico.
Diventa fondamentale ripensare l’approccio progettuale
delle costruzioni, convinti che
tutte le richieste normative
e legislative non siano degli
ostacoli e dei vincoli assurdi,
ma opportunità per garantire,
per quanto possibile, un ambiente migliore alle generazioni future.
I Decreti 2015 sull’efficienza energetica in edilizia sono
colonna sonora
Montezuma, Fleet Foxes • White Nights Oh Land
Yours Forever, Generationals • Wreckin’ Bar (Ra Ra Ra), The Vaccines
Love Is Won, Lia Ices • On Your Way, Michael Penn GIRLS VOL. 2
I’m Going Down, Vampire Weekend • Completely Not Me, Jenny Lewis
I Get Ideas, M. Ward • L8 CMMR, Lily Allen
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giugno 2016
un nuovo punto di partenza
per il settore delle costruzioni italiano. Criticati da molti,
potevano forse essere meno
complessi, ma il lavoro svolto
dagli esperti del settore, tra
cui ANIT, che ha portato alla
stesura finale, è stato ispirato
in primis dalla necessità di miglioramento delle condizioni
ambientali per tutti.
Il IV Congresso ANIT sarà un
momento di confronto con gli
esperti e i referenti istituzionali, dove proveremo a rispondere ai quesiti dei professionisti
con relazioni e tavole rotonde. Proveremo anche a capire
cosa significa per un tecnico
o un’impresa affrontare la legislazione anche dal punto di
vista delle responsabilità.
Come si sta preparando il settore delle costruzioni per rispondere alle nuove esigenze?
Costruttori e proprietari immobiliari coglieranno le nuove
opportunità del DM 26 giugno
2015 e della Classificazione
acustica o si fermeranno a vederne solo le criticità?
Nuovo o riqualificato, un immobile deve garantire prestazioni termiche, termo igrometriche e acustiche adeguate
all’ambiente circostante. Continuiamo a vivere in edifici
poco efficienti e poco confortevoli malgrado le tecnologie a
nostra disposizione in grado di
rispondere anche alle richieste
più prestazionali.
Diventa quanto mai urgente
conoscere le migliori tecniche e soprattutto garantirne i
risultati nel tempo con la migliore posa.
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“
L’ambiente
abitativo deve essere
salubre e rispettate
l’ambiente naturale
circostante
”
Le aziende ANIT, produttrici di materiali e sistemi, sono
pronte e preparate per fornire
tutte le risposte. Il IV Congresso ANIT sarà anche un momento di incontro per le aziende del settore.
Sarà infatti allestita l’Area
espositiva “Isolare bene” di
320 mq dove saranno presenti
tutte le più importanti aziende
del settore con cui confrontarsi
agli stand e con appuntamenti
privati B2B.
Il IV Congresso ANIT sarà
suddiviso in sessioni contemporanee per rispondere alle
domande sui temi:
- Regole per l’efficienza energetica: il punto di vista del legislatore, le responsabilità e le opportunità per il professionista
- Mercato dell’efficienza energe-
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tica: costi, benefici e opportunità
- Materiali e sistemi per l’isolamento: norme, prodotti e stato
dell’arte
- Isolamento acustico nelle ristrutturazioni: dalle norme
alle misure in opera
- Il controllo delle prestazioni
estive: schermature, inerzia e
rivestimenti
Tre sale con sessioni parallele
di interventi e tavole rotonde
più un area espositiva al servizio dei tecnici.
Per avere più riposte e perché
crediamo che il confronto sia
fondamentale, vi aspettiamo
quindi il 24 novembre 2016
a Milano in via columella 36,
presso l’Hotel Hilton.
Le iscrizioni sono già aperte
sul sito anit.it. A presto!
Ing. Valeria Erba,
Presidente ANIT.
giugno 2016
LA QUALITÀ DELL’ARIA
NEGLI AMBIENTI SCOLASTICI.
IL PROGETTO AIR@SCHOOL.
di
Roberto Armani, Massimiliano Busnelli *
INTRODUZIONE
Oggi si parla ancora troppo poco
della qualità dell’aria negli ambienti confinati e, ancor più grave,
si progettano poco soluzioni volte
alla riduzione degli inquinanti
interni. L’Associazione Culturale
Energia di Classe, in collaborazione con Cantiere Castelleone,
ha ideato e sperimentato in questi
anni un progetto concreto: “Air@
School, la salute è nell’aria”. Un
progetto semplice nella sua filosofia: analizzare la qualità dell’aria
all’interno delle aule scolastiche,
misurando la concentrazione di
CO2, al fine di ridurre il rischio
di esposizione dei bambini all’inquinamento indoor, migliorando
il loro stato di salute.
L’obiettivo generale è creare un
metodo di misura facilmente attuabile da qualsiasi plesso scolastico; sensibilizzare le famiglie ed
il personale didattico sui rischi
correlati e valutare lo stato di salute delle scuole e dei bambini,
e lavorare sulle coscienze degli
adulti del futuro. In concreto il
progetto mira a ridurre i fattori
ambientali che causano asma ed
allergie, riducendo così l’assen-
teismo dovuto a patologie respiratorie e migliorando sia la concentrazione che la performance
scolastica degli alunni. Uno studio del SIDRIA (Studi Italiani sui
Disturbi Respiratori nell’Infanzia
e l’Ambiente) individua le malattie respiratorie come la terza causa di morte ed i relativi problemi,
ovvero le malattie più diffuse nei
bambini, sono tra gli effetti clinici
più comuni associati all’esposizione a fattori inquinanti presenti in
aria indoor. La scelta del soggetto
“bambino a scuola” non è casuale. I bambini sono maggiormente a rischio perché il loro sistema
immunitario è più immaturo,
respirano più velocemente di un
adulto, la concentrazione di inquinanti è maggiore in un corpo
di peso minore e c’è una forte evidenza sull’origine pediatrica delle
malattie polmonari nell’adulto.
L’ambiente scolastico vede una
popolazione eterogenea (corpo
insegnante, personale, alunni) che
trascorre molto tempo a stretto
contatto in ambienti dai volumi
ridotti e perlopiù sono edifici datati soggetti a parziali ristrutturazioni. In letteratura si può leggere
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come gli stessi fattori inquinanti
siano presenti in quantità dieci volte superiori negli ambienti
confinati rispetto all’esterno. Tipicamente troviamo inquinanti
chimici, come i composti organici
volatili (VOC) ed idrocarburi policiclici aromatici (IPA); i particolati, basti pensare che oltre l’80%
delle scuole italiane sono localizzate in aree urbane; carichi allergenici, determinati perlopiù dalle
condizioni dello stabile ed i metalli pesanti. Tutte sostanze aero
disperse difficilmente misurabili
in modo diretto. Da quest’ultima
affermazione parte il nostro progetto: dare un fondamento numerico alla conoscenza della natura,
immaginando azioni semplici ma
con un forte impatto sulla società. Da sempre in natura, quando
un fenomeno non è misurabile
si cerca un indicatore. Lo sono
stati, ahimè, i canarini nelle miniere per il grisù e lo è di fatto
la CO2 per gli inquinanti aero
dispersi. Di fatto l’anidride carbonica non è un inquinante, ma
un gas incolore ed inodore la cui
concentrazione negli ambienti
confinati è considerata un indi-
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catore del livello di ventilazione,
per questo può essere usata come
indicatore della qualità dell’aria
negli ambienti confinati. La sua
correlazione è descritta fina dal
1882 da Pettenkofer che fissava
il livello massimo a 1.000 – 1.500
parti per milione, oggi facilmente
misurabile.
MATERIALI E METODI
Il progetto è articolato in quattro
fasi, ciascuna delle quali è caratterizzata da uno specifico obiettivo nel processo di informazione e
sensibilizzazione dei bambini. La
prima fase, denominata Fase 1, è
caratterizzata da un periodo di
monitoraggio delle normali condizioni di qualità dell’aria delle
aule scolastiche. In questa prima
fase viene selezionata una classe
all’interno di ciascun istituto scolastico che volontariamente aderisce al progetto.
La selezione viene effettuata insieme al corpo docente ed alla dirigenza scolastica. Normalmente
vengono individuate classi dove
gli studenti sono più propensi a
svolgere delle attività pratiche.
Durante la Fase 1 viene installato
un data logger in grado di misurare la temperatura dell’aria interna [°C], l’umidità relativa [%], e
la concentrazione di CO2 [ppm].
La strumentazione utilizzata ha
un campo di misura compreso
tra 0 ÷ 50 °C con una risoluzione di 0,1 °C e una accuratezza
di ± 0,8°C per la temperatura
dell’aria; un intervallo di misura
incluso tra il 10 ÷ 90% con una
risoluzione dell’ 0,1% ed una
accuratezza pari a ± 4% per l’umidità relativa. Per le misure dei
livelli di concentrazione di CO2
il sensore di misura ha una risoluzione di 1 ppm ed una accura-
tezza al variare dei livelli di CO2
misurati: ± 40 ppm per concentrazioni di CO2 inferiori alle 1000
ppm, ± 5% per concentrazioni di
CO2 comprese tra le 1000 ppm e
le 3000 ppm, ± 250 ppm se i livelli di CO2 superano le 3000 ppm.
I parametri ambientali sono misurati con un intervallo temporale
di 30 secondi. Lo scopo della Fase
1 è quello di monitorare le condizioni ambientali interne dell’aula
campione prima dello svolgimento del progetto in modo da caratterizzare il comportamento “as
usual” degli occupanti, studenti e
docenti.
L’avvio della Fase 2 ed il termine
della Fase 1, inizia con una lezione frontale agli studenti tenuta da
alcuni esperti del settore, in accordo con il corpo docente, sull’importanza della qualità dell’aria
negli ambienti confinati. Gli argomenti trattati nella lezione sono:
composizione chimica dell’aria,
parametri utilizzati per valutare
la qualità dell’aria, qualità dell’aria negli spazi confinati, malattie
e intolleranze e rischi sulla salute
umana correlate ad esposizioni di
lungo periodo in ambienti confinati caratterizzati da un basso livello di qualità dell’aria, la sindrome da edificio malato (SBS: sick
building syndrome), livelli di CO2
e loro effetti sulla salute umana,
sulla concentrazione, sui livelli di
apprendimento nonché sulla produttività degli studenti durante le
ore scolastiche.
Al termine della Fase 2 gli alunni
vengono informati per la prima
volta della presenza di un sensore di misura all’interno dell’aula
e del fatto che nel periodo precedente alla lezione è stata svolta
una campagna di monitoraggio
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Figura 1: presentazione dei risultati
del progetto ai ragazzi di una scuola
media superiore al termine della Fase 3.
utile a caratterizzare le loro condizione tipiche di esposizione ai
diversi parametri ambientali.
La Fase 3 inizia chiedendo agli
studenti di nominare un air manager all’interno della classe, o
in alternativa, di organizzare una
rotazione di più air manager (uno
air manager differente per ogni
giorno di scuola) con il compito
di leggere i livelli di CO2 misurati e visualizzati dal data logger
ad ogni cambio dell’ora. Nel caso
in cui lo studente dovesse osservare un concentrazione di CO2
superiore alle 1500 ppm, lo stesso
ha il compito di aprire le finestre
dell’aula per tutta la durata del
cambio dell’ora, per poi richiuderle in occasione dell’ingresso
dell’insegnate. Durante questa
Fase 3 vengono nuovamente monitorate e registrate le condizioni
ambientali interne. I dati misurati
nella Fase 1 e nella Fase 3 vengono poi elaborati e presentati agli
studenti in una ulteriore lezione
frontale, evidenziando le differenze dei livelli di CO2 misurati
emerse tra il periodo di pre e post
formazione. Durante la lezione
frontale vengono poste alcune
domande agli studenti per valutare l’impatto che il progetto ha
avuto sui loro comportamenti, il
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grado di diffusione per voce degli
studenti stessi, la percezione di un
miglioramento della condizioni
ambientali interne e di salute.
La Fase 3 si conclude con la consegna di un lettore di CO2 che rimane in dotazione alla classe per
tutto l’anno scolastico e per gli
anni successivi fino al completamento del ciclo di studio all’interno dell’istituto.
Ad un anno di distanza dalla
campagna di formazione e monitoraggio iniziale viene attuata l’ultima Fase, la numero 4. In
questa quarta fase, all’insaputa
degli alunni, vengono nuovamente monitorate le condizioni
ambientali dell’aula campione.
Lo scopo è quello di valutare se
gli studenti, a distanza di tempo,
continuano ad applicare quanto
appreso nel progetto Air@school,
permettendo di valutare l’impatto
che ha avuto il progetto sul comportamento dei ragazzi.
In alcuni casi sono state monitorare le condizioni ambientali
dell’aria esterna durante tutto il
periodo di svolgimento del progetto, in modo da tener traccia
delle condizioni ambientali del
mezzo utilizzato (aria esterna)
per controllare e migliorare la
qualità dell’aria degli ambienti
confinanti.
CARATTERISTICHE
COSTRUTTIVE DELLE
SCUOLE CHE HANNO
ADERITO AL PROGETTO
Gli istituti scolastici che hanno
deciso di aderire al progetto sono
edifici costruiti nell’intorno degli
anni settanta, costituiti da un involucro tradizionale in laterizio/
elementi prefabbricati. Le finestre
sono generalmente costituite da
telai metallici con vetro semplice
o doppio non basso emissivo. Tutte le aule scolastiche sono dotate
di tapparelle esterne per l’ombreggiamento degli ambienti. In
tutti i casi il sistema di emissione
dell’impianto di riscaldamento è
costituito da radiatori.
RISULTATI DEL PROGETTO
I risultati di progetto sono identificabili più come spunto di riflessione che come risultati analitici
veri e propri. In linea generale
tutti le campagne di monitorag-
Tabella 1: caratteristiche geometriche delle aule scolastiche nelle quali è stato sviluppato il progetto.
Figura 2: “classe tipo”
Castelleone con indicata la posizione del sensore CO2
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Figura 3: “classe tipo”
Soresina con indicata la posizione del sensore di CO2
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gio e formazione dei ragazzi hanno raggiunto l’obiettivo e gli scopi del progetto. Tutte le classi di
tutti gli istituti che anno aderito
all’esperienza hanno migliorato
la qualità dell’aria interna riducendo mediamente del 20% il numero di ore caratterizzate da alti
livelli di concentrazione di CO2.
In Figura 4, Figura 5 e Figura 7
sono rappresentati alcuni dei risultati di progetto. In colore più
scuro i periodi in cui la concen-
trazione di CO2 supera la soglia
dei 1500 ppm; in alcuni grafici è
rappresentata anche l’andamento
della temperatura dell’aria interna che, se correlata con la temperatura dell’aria esterna può essere
un utile indicatore per ricostruire
il comportamento degli alunni.
Nelle figure sono messi a confronto alcuni giorni scolastici prima e
dopo la lezione frontale e la contestuale nomina dell’air manager.
L’andamento dei livelli di CO2 interni mostra come gli alunni abbiano ben recepito il compito da
svolgere. In Figura 4: risulati di
progetto in un aula campione prima e dopo la nomina dell’air manager Figura 4 e Figura 5 emerge
come ci sia stata una importante
riduzione del periodo di tempo in
cui gli occupanti sono esposti ad
atmosfere con una concentrazione di CO2 superiore ai 1500 ppm.
Ma anche nel caso in cui, que-
Figura 4: risulati di progetto in un aula campione prima e dopo la nomina dell’air manager.
Figura 5: risulati di progetto in un aula campione prima e dopo la nomina dell’air manager.
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Figura 7: risulati di progetto in un aula campione prima e dopo la nomina dell’air manager.
sto miglioramento risulta meno
percepibile, come in Figura 7, si
osserva come gli studenti si siano
impegnati ad aprire le finestre in
tutti i cambi dell’ora disponibili.
In quest’ultimo caso, la riduzione
del numero di ore con una forte
esposizione a livelli di CO2 risulta
di modesta entità in quanto l’orario delle lezione è strutturato per
avere tutti i giorni un massimo di
tre materie da due ore, riducendo
da 5 a 2 il numero di intervalli e
cambi dell’ora. Ma nonostante questo, in corrispondenza di
ogni intervallo si registra un forte
decadimento dei concentrazione della CO2, a dimostrazione
dell’attuazione di una strategia
di lavaggio dell’aria mediante
l’apertura delle finestre.
Al termine della fase tre, sono sta-
te sottoposte ai giovani occupanti
una serie di interviste con lo scopo
di valutare il grado di percezione
del miglioramento delle qualità
dell’aria all’interno della scuola e
se lo studente informato si è fatto
portavoce dell’esperienza raccontandolo ad altri ragazzi oppure
alla propria famiglia. In Tabella 2
viene riportato il quadro riassuntivo delle interviste.
Tabella 2: quadro riassuntivo delle interviste.
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Essendo il campione composto da ragazzi di giovane età,
il risultato delle interviste deve
essere interpretato come una
indicazione generale dell’impatto che ha avuto il progetto
sui partecipanti, più che come
un risultato scientifico rigoroso. Nonostante questo si ritiene
che il progetto, nella maggior
parte dei casi, abbia avuto un
impatto positivo in termini di
divulgazione e percezione da
parte degli studenti.
La Fase 4, ovvero il monitoraggio a distanza di un anno dallo
svolgimento della campagna di
informazione è stato necessario
per valutare se i partecipanti al
progetto hanno mantenuto nel
lungo periodo traccia di quanto appreso durante il periodo
di svolgimento della campagna
di misurazione continuando
ad applicare le buone pratiche
apprese. In Figura 8 sono mostrati i risultati per due giorni
campione sui sette monitorati
in due classi di due differenti
istituti scolastici.
I trend mostrano come nel caso
della classe X, la buona pratica sia stata interamente persa,
mentre nel caso della classe Y
sia stata parzialmente mantenuta. Infatti nel caso della classe X, è stato sostituito il docente di riferimento nel passaggio
al nuovo anno scolastico, mentre è stato confermato nel caso
della classe Y. Si presuppone
appunto che la mancanza della persona di riferimento per
lo sviluppo del progetto abbia
contribuito fortemente all’abbandono della buona pratica
da parte degli alunni.
CONCLUSIONI E
POSSIBILI SVILUPPI
AIR@School è un progetto
che funziona perfettamente nel
metodo e crea un modello circolare d’informazioni e risul-
tati, tanto da essere replicabile
in tutte le scale, in ogni aula
ed i ogni istituto. Di recente è
entrato a far parte, come best
practice, nel programma europeo Renew School, su tecniche
innovative per la ristrutturazione e la gestione degli edifici
scolastici (www.renew-school.
eu ; www.eerg.it). Che fossimo
sulla strada giusta lo sapevamo
già leggendo le parole tratte
dalla IV conferenza dei ministri di ambiente e salute dei
53 paesi della regione europea
dell’O.M.S. tenutasi nel 2004
a Budapest: “la qualità dell’aria nelle scuole è un dovere di
tutti ed un diritto dei bambini”,
enfatizzando la problematica
relativa alla salute dei bambini
e del loro diritto a vivere in ambiente sano.
Durante lo svolgimento del
progetto ci si è accorti come in
ambienti con un alto indice di
affollamento sia particolarmen-
Figura 8: andamento della concentrazione di CO2 in due aule campione (X e Y)
ad un anno di distanza dalla conclusione del progetto Air@School.
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te difficile controllare l’innalzamento della concentrazione di
CO2 e con essa degli agenti inquinanti ad essa associata. Per
rendersene conto è sufficiente
osservare la velocità di crescita dei livelli di CO2 in concomitanza con dell’ingresso degli
alunni alla prima ora del mattino o dopo un periodo di lavaggio dell’aria.
Bastano infatti circa trenta minuti per attestarsi a concentrazioni comprese tra le 3000
e 4000 ppm partendo da una
concentrazione assimilabile a
quella dell’aria esterna, ovvero
nell’intorno dei 400-500 ppm.
Allo stesso tempo risulta però
evidente come bastino pochi
minuti di areazione naturale
per riportare i livelli di CO2 a
valori sotto soglia, inferiori alle
1500 ppm.
In tutte le campagne di monitoraggio è emerso come il ruolo
dell’insegnate sia strategicamente importante nella buona
riuscita del progetto. Insegnanti poco attenti e/o sensibili alla
tematica rendono più debole
il processo di assimilazione da
parte del ragazzo del progetto e
dei concetti trattati, soprattutto
in un’ottica di lungo periodo.
Lungo periodo sul quale c’è an-
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cora parecchio da lavorare. Infatti sembrerebbe che gli alunni
siano molto propensi a partecipare al progetto durante il suo
svolgimento, ma che poi tendano a perdere la buona pratica
nel tempo. Ancora una volta il
ruolo dell’insegnate diventa di
fondamentale importanza.
Ulteriori possibili sviluppi del
progetto potrebbero essere il
coinvolgimento di personale
qualificato in grado di valutare
eventuali miglioramenti dei livelli di attenzione e di apprendimento degli studenti a fronte
di un miglioramento della qualità dell’aria, aumentando così
la produttività del ragazzo durante le ore scolastiche.
intervenire con opere edilizie
ed impiantistiche sugli edifici
scolastici esistenti, sia per problemi di fattibilità tecnica sia
per effetto di barriere economiche.
Questi studi e questi risultati ci
hanno permesso di iniziare un
percorso di formazione rivolta ad una nuova progettazione, più responsabile, che tenga
conto anche di questi aspetti,
importanti per la salute delle
nuove generazioni.
Rimane poi da valutare gli effetti che l’apertura controllata
delle finestre avrebbe sull’aumento dei consumi energetici.
Attualmente si sta valutando
di costruire modelli energetici
di simulazione dinamica con
lo scopo di quantificare i flussi termici scambiati per ventilazione con l’ambiente esterno
per quantificare l’impatto sui
consumi energetici con e senza
l’ausilio di un impianto di ventilazione meccanica. Questo
passaggio si rende necessario in
quanto ad oggi risulta difficile
11
* Ing. Roberto Armani,
Ing. Massimiliano Busnelli
Associazione Culturale
Energia di Classe.
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MISURA DELL’ISOLAMENTO DI FACCIATA.
CONFRONTO FRA NORME ISO 140-5:1998
E ISO 16283-3:2016
di
Nicola Granzotto *
1. Introduzione
L’1 febbraio 2016 è stata pubblicata la norma ISO 16283-3
[1] (recepita dall’UNI il 7 aprile
2016), relativa alla misura dell’isolamento di facciata, tale norma va a sostituire la ISO 1405 del 1998 [2] ritirata in modo
anomalo nel 2014 con l’introduzione della ISO 16283-1 [3].
La revisione normativa ha introdotto alcune modifiche, talune anche di rilevante importan-
za, tali da rendere necessario un
approfondimento specifico.
Vengono di seguito individuate
le principali novità introdotte
dall’attuale normativa tecnica.
Alcune modifiche sono già state introdotte nella norma ISO
16283-1:2014, come ad esempio la movimentazione manuale
della strumentazione ed il procedimento per la misura delle
basse frequenze.
2. Comparazione
tra normative
Di seguito vengono riportate le
differenze tra le norme ISO 140-5
e la ISO 16283-3 di recente pubblicazione. L’analisi comparativa
viene suddivisa in aspetti generali
(Tab. 1), qualità del dato (Tab. 2),
misurazione (Tab. 3), misure con
movimentazione manuale del microfono (Tab. 4), misure a bassa
frequenza (Tab. 5), misura del
tempo di riverberazione (Tab. 6),
resoconto di prova (Tab. 7).
Tab. 1 – Differenze fra ISO 140-5 e ISO 16283-3 (aspetti generali)
neo-Eubios 56
12
giugno 2016
Tab. 2 – Differenze fra ISO 140-5 e ISO 16283-3 (qualità del dato)
Tab. 3 – Differenze fra ISO 140-5 e ISO 16283-3 (misurazione)
Tab. 4 – Differenze fra ISO 140-5 e ISO 16283-3 (misure con movimento manuale)
neo-Eubios 56
13
giugno 2016
Un’altra importante modifica è
l’introduzione di misure d’angolo
(Fig. 3) al di sotto dei 100 Hz per
ambienti di piccole dimensioni,
con un volume inferiore ai 25 m3
(Tab. 5).
Fig. 2 - Percorso delle scansioni manuale [1]
Fig. 3 - Esempio di una posizione
microfonica d’angolo
(1 pareti, 2 soffitto) [1]
Tab. 5 - Differenze tra ISO 140-5 e ISO 16283-3 (misure a bassa frequenza)
Per ogni angolo dell’ambiente
deve essere calcolato L2,Corner:
(1)
[dB]
dove:
p2Corner é la più alta pressione sonora quadratica media derivate
da misure d’angolo per la gamma
neo-Eubios 56
delle basse frequenze (50 Hz, 63
Hz e 80 Hz) [Pa2];
mediante metodo standard:
(2)
p20 è la pressione di riferimento
al quadrato [Pa2].
Il livello di pressione sonora medio energetico a bassa frequenza
L2,LF viene calcolato combinando in modo ponderato il livello
L2,Corner con i livelli L2 misurati
14
[dB]
Per quanto riguarda i tempi di
riverberazione e il resoconto di
prova le principali differenze sono
elencate nelle tabelle 6 e 7.
giugno 2016
Tab. 6 - Differenze tra ISO 140-5 e ISO 16283-3 (tempi di riverberazione)
Tab. 7 - Differenze tra ISO 140-5 e ISO 16283-3 (resoconto di prova)
Conclusioni
In questo articolo sono state prese
in esame le differenze tra le norme ISO 140-5, ritirata, e la ISO
16283-3 che va a sostituire. Le
principali differenze riguardano
le nuove modalità di misura con
movimentazione manuale del microfono e le modalità di misura a
bassa frequenza. Da evidenziare
inoltre la precisazione sulle posizioni dei microfoni, due delle quali
non devono giacere su uno stesso
piano parallelo ad una delle super-
neo-Eubios 56
fici dell’ambiente. Questo significa
che ogni posizione microfonica
deve essere scelta modificando l’altezza del microfono e controllando
che non ce ne siano due alla stessa
distanza dalle pareti.
Bibliografia
[1] ISO/DIS 16283-3:2016, Acoustics. Field measurement of sound
insulation in buildings and of building elements. Façade sound insulation.
[2] ISO 140-5:1998, Acoustics.
15
Measurement of sound insulation
in buildings and of building elements. Field measurements of airborne sound insulation of facade
elements and facades.
[3] ISO 16283-1:2014, Acoustics
- Field measurement of sound insulation in building and of building elements - Part 1: Airborne
sound insulation.
* Nicola Granzotto,
Dipartimento di Ingegneria Industriale
Università degli Studi di Padova.
giugno 2016
PROGETTAZIONE ACUSTICA DI AMBIENTI
PER LA RISTORAZIONE; UN APPROCCIO
BASATO SULLA CAPIENZA ACUSTICA
di
Andrea Tombolato *
RIASSUNTO
Le informazioni che ci provengono dall’udito contribuiscono, assieme e al pari delle altre, a modellare
la nostra complessiva “esperienza
del cibo”. Le più recenti ed innovative tendenze nel design di ambienti per la ristorazione hanno
peraltro introdotto una serie di
criticità acustiche che richiedono
una nuova consapevolezza; l’integrazione della dimensione acustica nella progettazione architettonica necessita dell’utilizzo di
sofisticati strumenti tecnici e, ancor più, deve avvalersi di adeguati
paradigmi concettuali; in questo
senso, il concetto di Capienza
Acustica, immediato, intuitivo e
facilmente comprensibile anche
dal vasto “pubblico” dei non specialisti, può forse rappresentare
un idoneo viatico.
Parole chiave: progettazione acustica; acustica architettonica; ristoranti
1. La percezione del cibo
Il nostro apprezzamento del cibo
si può definire un’esperienza multisensoriale per eccellenza, anche
neo-Eubios 56
se noi siamo generalmente portati
a pensare che le impressioni che
ci colpiscono quando gustiamo
una pietanza più o meno raffinata
derivino unicamente dalle “informazioni” che provengono dall’interno della bocca o dalla lingua,
da quello che costituisce, in buona
sostanza, il senso del gusto.
Ciò non è corretto; basta pensare,
infatti, a quello che accade quando siamo congestionati dal raffreddore: sembra che il cibo non
abbia sapore; di fatto, invece, gli
odori non riescono a raggiungere la mucosa olfattiva all’interno
del naso. Quello che chiamiamo il
“gusto” del cibo è quindi influenzato, intanto, anche dall’olfatto.
Ma la nostra esperienza a tavola
è indubbiamente influenzata dalla vista. Numerosi studi scientifici
dimostrano, ad esempio, che il
colore dei cibi gioca un ruolo di
assoluto rilievo nel determinare il
nostro gradimento (come sa molto bene chi si occupa di marketing
nel settore agroalimentare). Il colore di un oggetto, peraltro, oltre
ad essere una proprietà intrinseca dello stesso, è anche legato in
modo importante alle condizioni
16
di illuminazione dell’ambiente in
cui lo stesso oggetto è collocato.
Anche il senso tattile gioca un
ruolo importante: pensiamo, ad
esempio, alla sensazione che gli
esperti chiamano “astringenza”,
e che possiamo provare assaggiando dei vini; questa è dovuta
alla presenza di tannini, sostanza
chimica che produce effetti tattili
sul tessuto interno della bocca e
a carico dei muscoli della faccia.
Anche gli stimoli uditivi giocano
un ruolo essenziale, come dimostrato da numerosi studi più o
meno recenti. Si è visto, infatti,
che il suono prodotto mangiando
influenza i nostri giudizi di piacevolezza. La croccantezza del cibo,
in particolare, sembra essere la
caratteristica che più contribuisce
a determinare il nostro giudizio
su ciò che stiamo assaggiando. In
una ricerca recente [1] Zampini e
Spence hanno mostrato che è possibile influenzare la valutazione di
un alimento modificandone solo
(ed unicamente) il suono, a parità,
quindi, di tutte le altre condizioni. Altri ricercatori [2] hanno riscontrato che la “somministrazione” di rumore (di fondo) bianco
giugno 2016
determina un’attenuazione della
percezione del carattere dolce e
salato di una serie di cibi, mentre
ne aumenta la croccantezza percepita. Un nuovo, e interessantissimo, filone di ricerca riguarda
le corrispondenze (o associazioni)
crossmodali [3], vale a dire la tendenza ad associare aspetti o qualità di uno stimolo in una modalità
sensoriale con aspetti e qualità di
uno stimolo in un’altra modalità
sensoriale: ad esempio, uno stimolo visivo di colore bianco viene più
probabilmente associato ad un
suono di tonalità alta, mentre uno
stimolo di colore nero è tendenzialmente associato ad un suono
di tonalità bassa.
In una serie di studi molto recenti
Crisinel e altri [4] hanno dimostrato che le perso-ne non solo associano particolari sapori o aromi
a suoni di tonalità diverse, ma anche a classi di strumenti musicali
differenti, raggruppati in base al
loro timbro; la congruenza (corretto abbinamento) tra suono
(composizione musicale) e aromi
(composizione dei sapori) può aumentare o diminuire la percezione dell’aroma stesso.
Scopriamo così che non solo la
quantità di energia sonora (di rumore) presente nella sala di un ristorante, ma anche aspetti e caratteristiche estremamente sofisticati
della qualità del suono, giocano un
ruolo di notevole rilievo [5].
Per analogia crossmodale, si potrebbe dire che la qualità del paesaggio (landscape) influenza la nostra
esperienza di un picnic all’aperto
esattamente come, che ne siamo
consapevoli o meno, la quantità e
qualità di suono (indoor soundscape) presente in un ambiente per la
ristorazione determina, in modo
assolutamente importante, la nostra esperienza del cibo.
neo-Eubios 56
2. Le tendenze nella
progettazione architettonica
delle strutture per la
ristorazione
A fronte del magma che si muove - inopinato, e comunque qui
appena accennato - nel mondo
della ricerca, che cosa succede
nel cosiddetto “mondo reale”?
Come sono concepiti, realizzati
e, soprattutto, fruiti i ristoranti nei
quali ci imbattiamo quotidianamente nelle nostre città?
Allorché poniamo mente locale
alle tendenze generalmente affermatesi negli ultimi anni per i ristoranti alla moda osserviamo che
le note che più frequentemente si
riscontrano sono quelle di seguito
sinteticamente indicate:
1) gli ambienti, spesso comunicanti
con bar e cucine, a geometria per
lo più regolare, sono aperti e vasti;
2) i rivestimenti dei pavimenti
sono realizzati con superfici dure
e riflettenti;
3) sono presenti ampie e luminose
vetrate;
4) i soffitti presentano superfici regolari e riflettenti;
5) tavoli, sedie, e arredi in genere,
sono realizzati in materiale, tipicamente legno, riflettente;
6) sono banditi i tendaggi alle finestre e i tappeti a pavimento e,
spesso, perfino le tovaglie;
7) da ultimo, sono sempre più
sovente installati schermi televisivi e/o impianti elettroacustici di
diffusione sonora, che contribuiscono ad aumentare il rumore in
ambiente.
Oltretutto, raramente la progettazione prevede la realizzazione
di spazi separati o comunque riparati. Con toni un po’ apodittici,
ma non molto lontani dal vero,
si può affermare che i ristoranti
più innovativi e alla moda sono,
in ultima analisi, vere e proprie
17
camere riverberanti, anche, e soprattutto, quando soddisfano i più
elevati standard di design e progettazione.
3. Motivi per una
possibile svolta
Le tendenze architettoniche testé
succintamente delineate hanno
determinato una situazione tale
per cui, oggi, molti clienti avvertono e manifestano apertamente
disagio, e in un numero sicuramente importante di ristoranti si
verificano livelli sonori che possono giungere a rappresentare se
non un rischio per l’udito del personale di sala, certa-mente un serio e “palpabile” pregiudizio per
il loro benessere.
Non va dimenticato, oltretutto,
che nei paesi evoluti, certamente nelle nazioni della “vecchia”
Europa, l’età media della popolazione cresce viepiù; superata una
certa età, comprendere il parlato
(la normale conversazione) richiede un rapporto segnale-rumore
(Signal-to-Noise Ratio, SNR)
sempre più favorevole, il che significa (a parità di segna-le) abbassare il livello del rumore ambientale
(ovvero “correggere” altrimenti
l’acustica dell’ambiente).
Non parliamo qui, ma il tema è
di assoluto interesse e si diffonderà sicuramente sempre più, della
vera e propria “barriera architettonica” rappresentata da un ristorante rumoroso per persone ipoudenti, iperacusiche o anche, solo e
semplicemente, non di madre lingua (temi affrontati sin dal 1997,
nell’ambito della definizione dei
principi dell’Universal Design, da
studiosi della North Carolina State University) [6].
Occorre evitare che gli ambienti dedicati alla ristorazione siano
troppo rumorosi anche per mi-
giugno 2016
nimizzare l’effetto Lombard [7],
senza per questo dimenticare,
d’altro canto, di bilanciare tale richiesta con l’esigenza di garantire
la privacy degli avventori; problema, quello della riservatezza della
conversazione, che tenderebbe altrimenti a manifestarsi a sala semivuota o parzialmente occupata. A
metodi tradizionali, quali il sound
masking system, si affiancano oggi
più sofisticati sistemi di vera e
propria correzione attiva dell’ambiente. E’ certamente richiesta
maggiore attenzione a questioni
squisitamente tecniche e scientifiche, come abbiamo già visto in
qualche misura: occorre cioè che
la progettazione degli spazi per la
ristorazione affronti consapevolmente le tematiche legate a tutte le
dimensioni sensoriali, compresa,
evidentemente, quella acusticouditiva [8-10].
E’ anche però necessaria una trasformazione culturale che, avvalendosi di appropria-ti paradigmi
concettuali, dimostri la possibilità
di far emergere i diversi aspetti del
“mondo” col-legato al senso dell’udito e di fondere il tutto in uno con
le altre esperienze sensoriali che
formano la nostra “realtà”.
ta dal “massimo numero di persone che possono essere presenti
nell’ambiente mantenendo una
sufficiente qualità della comunicazione verbale”.
Caratterizzare la Capienza Acustica in termini oggettivi, e rendere in tal modo possibile un
percorso ben definito dalla progettazione alla verifica finale, implica dirimere due distinti ordini
di problemi:
1) definire un metodo atto alla
previsione del rumore ambientale
in determinate con-dizioni tipo;
2) individuare un opportuno descrittore della qualità acustica
dell’ambiente con riguardo alla
comunicazione verbale.
Per affrontare convenientemente
la prima questione, occorre previamente introdurre i seguenti
concetti fondamentali.
In primo luogo, il cosiddetto sforzo vocale, che è definito dalla
norma UNI EN ISO 9921:2004
[14] come il livello continuo
equivalente di pressione sonora
ponderato A misurato in campo
libero ad un metro dalla bocca del
parlatore, in simboli LS,A,1m. Sono
di seguito riportati, in tabella 1, i
valori definiti dalla 9921.
4. Un nuovo criterio
per la progettazione:
la Capienza Acustica
La Capienza Acustica o Acoustic
Capacity [11-13] è rappresenta-
In secondo luogo, è ben noto che
chi si trova in un ambiente affollato tende ad aumentare il livello
sonoro del parlato (lo sforzo vocale, appunto) per competere con il
rumore ambientale originato dalla conversazione delle altre persone; si tratta del fenomeno noto
come effetto Lombard, dal nome
dell’otorinolaringoiatra francese che per primo lo osservò nel
1909, e che può essere espresso
dalla seguente formula:
(1)
dove LN,A è il livello di rumore
ambientale.
Il campo di validità della formula
prevede che il rumore ambientale
sia superiore ai 45 dB(A) e che il
livello del parlato, o sforzo vocale,
sia superiore a 55 dB(A).
Ciò premesso, l’algoritmo proposto da Jens Holger Rindel per la
previsione del li-vello di rumore
ambientale generato dal parlato
in un luogo quale un ristorante è
espresso dalla seguente formula:
(2)
dove F, funzione di trasferimento,
rappresenta la risposta dell’ambiente (in termini di livello di
pressione sonora mediato spazialmente) all’iniezione di una determinata quantità di energia sonora
(distribuita nello spazio “disponibile”); NS è dato dal numero di
parlatori simultanei.
Per predire il livello di rumore
ambientale occorre quindi conoscere le due grandezze appena
Tab. 1 – Sforzo vocale come definito dalla UNI EN ISO 9921:2004
neo-Eubios 56
18
giugno 2016
introdotte NS e F.
Con riguardo alla prima, il numero di parlatori non è in generale
noto; è però data la capienza fisica dell’ambiente N. Conviene
quindi introdurre il fattore di
gruppo g (group size), definito
come il numero medio di persone
per parlatore, dato dalla formula
(3)
Valori tipici di g variano da 2,5 a
5; la scelta va effettuata considerando vari fattori quali: (a) il tipo
di ristorante e di situazione, (b)
l’età media degli avventori, (c) il
livello di consumo di alcool, ecc.
La funzione di trasferimento F è
data dalla formula:
(4)
Dove LW,A,1 è la potenza sonora
del singolo parlatore e LN,A,1 è il livello di rumore ambientale generato dallo stesso singolo parlatore.
Utilizzando un modello di simulazione acustica, la funzione di
trasferimento F è calcolata distribuendo l’energia sonora del singolo parlatore LW,A,1 su tutta l’area
occupata dagli avventori. Il livello
di rumore ambientale LN,A,1 è calcolato mediando i livelli su ricettori che coprono la stessa area.
Il protocollo proposto da Rindel,
derivato da un filone di ricerca
basato sulla teoria classica del
campo riverberante, per la quale
F è con buona approssimazione
uguale a 10*log(A/4), con A area
equivalente di assorbimento acustico in m2, ne prescinde laddove
viene introdotta e calcolata l’effettiva funzione di trasferimento
F, caratteristica dell’ambiente in
questione, mediante simulazione a
calcolatore intesa a rendere conto
di un campo acustico non necessariamente diffuso.
La forma analitica delle equazioni
(2) e (4) suggerisce due importanti
corollari:
a) quando si dimezza il numero di
persone presenti (e quindi di parlatori) il livello ambientale diminuisce di 6 dB (e non di 3);
b) quando si raddoppia l’assorbimento presente nell’ambiente il
livello di rumore ambientale diminuisce di 6 dB (e non di 3).
Entrambe le caratteristiche sopra
rilevate sono spiegate dall’effetto
Lombard.
Illustrato nelle sue linee essenziali
il metodo per la previsione del rumore ambienta-le, rimane il problema di individuare un descrittore atto a qualificare acusticamente
l’ambiente nella situazione tipo di
piena occupazione.
A tal fine, si può pensare di considerare il rapporto segnale-rumore
(Signal-to-Noise Ratio, SNR). Per
persone normoudenti e madre-
linga un rapporto segnale-rumore
com-preso tra 3 e 9 è da considerare buono, tra 0 e 3 discreto/soddisfacente, tra - 3 e 0 sufficiente,
inferiore a - 3 insufficiente. Nella
fattispecie qui considerata, si può
pensare (1) di definire il rapporto
segnale-rumore come la differenza
tra il livello al ricettore del suono
proveniente da un parlatore ad 1
m di distanza e il livello di rumore
ambientale nello stesso punto e (2)
di stabilire che il valore SNR così
caratterizzato non debba scendere
sotto i - 3 dB.
Convenendo di ritenere accettabile uno sforzo vocale che determini un segnale pari a 68 dB(A) in
corrispondenza del ricettore, ciò
equivale ad imporre che il rumore
ambientale non ecceda i 71 dB(A).
Porre un limite al rumore ambientale equivale a stabilire un valore
massimo al numero di persone e
a definire in tal modo quantitativamente la Capienza Acustica,
che può essere espressa in formule
come di seguito rappresentato:
(5)
In generale, si può quindi pensare
di “etichettare” la qualità acustica
di un ambiente per la ristorazione
considerando il rapporto tra la capienza fisica e la Capienza Acustica, come evidenziato nella seguente tabella 2.
Tab. 2 – Qualità della comunicazione verbale
neo-Eubios 56
19
giugno 2016
5. Accuratezza del metodo
L’accuratezza del protocollo qui
descritto è correlata principalmente alla stima, più o meno
ben ponderata, del parametro g
(group size), che dipende a sua
volta da una serie di fattori di diversa natura, in grado di influenzare la tendenza dei commensali
alla conversazione.
Considerando che valori plausibili di g sono tipicamente compresi
tra 2,5 e 5, si evidenzia che, tra i
due estremi indicati, vi è una differenza di 6 dB, comportando, in
prima approssimazione, un’incertezza del metodo di ± 3 dB.
Conclusioni
La formulazione qui presentata è
valida per persone normoudenti e
madrelingua; la sezione 5.1 della
UNI EN ISO 9921:2004 stabilisce che persone con lievi problemi di udito o non madrelingua
necessitano di un migliore rapporto segnale-rumore, indicativamente aumentato di 3 dB.
A differenza del tempo di riverberazione o del livello sonoro in
decibel, la Capienza Acustica, in
virtù della sua formulazione diretta ed intuitiva, costituisce un’informazione in grado di influenzare
orientamenti e comportamenti di
un gran numero di persone.
Bibliografia
[1] Zampini, M., Spence, C.
(2004). The role of auditory
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crispness and staleness of potato
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19, pp. 347-363.
[2] Woods, A. T., Poliakoff,
E., Lloyd, D. M., Kuenzel, J.,
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food perception. Food Quality
neo-Eubios 56
and preference. 22, 42-47 (2011).
[3] Crisinel, A., Composing
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University of Oxford (2012).
[4] Crisinel, A., Cosser, S., King,
S., Jones, R., Petrie, J., Spence,
C., A bittersweet symphony - Systematically modulating the taste
of food by changing the sonic
properties of the soundtrack
playing in the background. Food
Qual. Prefer. 24, 201-204 (2012).
[5] Reinoso Carvalho, F., Van
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10th International Symposium
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795-805). (Proceedings; No. 1).
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Acoustics, 63, pp. 1315-1333.
[10] Luzzi S., Rogers A., Busa
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acustica degli spazi pubblici,
Rivista Italiana di Acustica, vol.
37, n. 3-4 (2013), pp. 35-42.
[11] Rindel, J. H. (2010). Verbal
communication and noise in
eating establishments. Applied
Acoustics, 71, pp. 1156-1161.
[12] Lazarus, H. (1987). Prediction of verbal communication
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[13] ANSI ASA S3.5:2012,
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speech intelligibility index.
[14] UNI EN ISO 9921:2004,
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comunicazione verbale.
[6] Story M. F., Mueller J. L.,
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* Andrea Tombolato,
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[7] Lombard, E (1911). Le signe
de l’élévation de la voix. Ann. Mal.
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Speech Intelligibility and Privacy,
Proceedings of International
Confer-ence on Acoustics, ICA
(invited paper). Kyoto, Japan
(20004).
[9] Kang, J (2002). Numerical
modeling of the speech intelligi-
20
giugno 2016
LA RIDUZIONE DELLE TRASMISSIONI
LATERALI SU GIUNTI NON OMOGENEI
di
* Gianfranco Quartaruolo, Stefano Benedetti
Premessa
Il presente caso di studio illustra
una soluzione pratica al problema
delle elevate trasmissioni laterali
che percorrono il solaio “pesante” in presenza di parete divisoria
“leggera” ovvero quando il nodo a
pavimento è un giunto tra parete
leggera a doppio strato e elementi
omogenei (UNI EN 12354-1).
La particolarità di questa soluzione è che non implica la realizzazione del massetto galleggiante,
quindi risolutiva in quei casi in
cui vi è l’esigenza di creare divisori interni tra unità immobiliari
senza la possibilità di modificare
la stratigrafia del solaio.
Il particolare caso di studio é
tratto da un intervento edilizio in
Nuova Zelanda. Trattasi della realizzazione di un complesso residenziale di diversi edifici con una
superficie totale di unità abitative
di circa 7000 m².
Il solaio consiste in 150mm di
ComFlor 80 (immagine 1) con
applicato un controsoffitto in lastre di gesso rivestito da 13 mm.
Caratteristiche tecniche del solaio
• Spessore del solaio 150mm, di
cui 70mm di calcestruzzo continuo con incremento di spessore
fino a 150mm seguendo il profilo della lamiera. Peso del solaio:
m’=290 kg/m²
• Indice di Potere fonoisolante di
laboratorio: Rw=46-48 dB
La parete divisoria tra unità immobiliari consiste in una parete a
secco in cartongesso, con doppia
lastra da 10 mm per lato e doppia
struttura in legno (90 mm + 90
mm) distanziate di circa 30mm,
per evitare connessioni rigide. In
una delle intercapedini è inserito un pannello di poliestere da
95mm con densità pari a 10 kg/
m³. Immagine 2.
Immagine 1: solaio
neo-Eubios 56
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Immagine 2: parete divisoria tra unità immobiliari
Caratteristiche tecniche della parete
• Spessore della parete: 245 mm
• Indice di Potere fonoisolante di
laboratorio: Rw=56-58 dB
Pur essendo la parete molto performante, il punto critico risulta
essere la trasmissione di rumore
lungo il solaio inferiore data la
tipologia di giunto e l’assenza di
massetto galleggiante.
Le altre trasmissioni di fiancheggiamento sono marginali dal momento che le pareti laterali, com-
presa la facciata, sono anch’esse a
secco, mentre il solaio superiore
presenta un controsoffitto in cartongesso con lastre da 10mm.
Correttamente la parete divisoria
va ad attestarsi all’intradosso del
solaio andando così a bloccare la
trasmissione di rumore all’interno
del controsoffitto e lungo il solaio
omogeneo superiore.
L’immagine 3, mostra lo schema
della trasmissione laterale a pavimento oggetto di studio in questo
lavoro.
Le regole da rispettare
In Nuova Zelanda vige la Clausola G6 del Building Code (New
Zealand Building Code, clause
G6 - Airborne and Impact Sound)
del Luglio 1992. Esso specifica un
doppio vincolo per il rumore aereo; un vincolo esplicito per cui
l’indice STC minimo di laboratorio (sound Transmission Class,
analogo al Potere Fonoisolante
Rw) per la parete/solaio divisorio
deve essere almeno pari a 55 dB e
un vincolo implicito per cui il va-
Immagine 3: schema trasmissione laterali a pavimento
neo-Eubios 56
22
giugno 2016
Immagine 4: giunto tra strutture non omogenee
lore in opera FSTC minimo (analogo al Potere Fonoisolante apparente R’w) deve essere almeno pari
a 50 dB. Ciò che ha valore legale
ai fini dell’agibilità è, come in Italia, la prestazione FSTC in opera
misurata secondo le procedure
americane serie ASTM E-336 e
ASTEN E 413, tuttavia, in fase
di approvazione del progetto (qui
chiamato Building Consent) in
assenza di una partizione divisoria con un indice STC maggiore
o uguale a 55 dB di laboratorio, il
progetto non viene approvato.
Trasmissione di rumore di
fiancheggiamento su giunti
tra strutture non omogenee
Come tutte le legislazioni, anche
quella Neo Zelandese presenta
dei limiti (tanto più che è in fase
di revisione) poiché, se nella maggior parte dei casi con un STC 55
di laboratorio della parete si riesce a verificare in opera un indice
FSTC di 50, in alcuni casi particolari, come quello in esame la
perdita dovuta ai percorsi laterali
può essere anche di 10 punti.
Previsionalmente, attraverso il
software ECHO 7.1, è stata calcolata la prestazione in opera
della parete. Secondo la ISO
12354-1, che propone il metodo
neo-Eubios 56
di previsione dei percorsi laterali,
il giunto di connessione tra una
parete divisoria leggera a secco e
un solaio omogeneo in calcestruzzo (come quello in esame), è quello rappresentato nel’immagine 4:
La simulazione conferma in modo
prevedibile che nonostante la parete
divisoria sia molto performante, il
solaio inferiore costituisce un ponte
acustico significativo. Infatti da un
valore di Rw di partenza della parete divioria pari a 58 dB, in opera si
stima un Indice R’w pari a 47 dB,
una perdita importante di 11 dB.
Nell’immagine 5 è mostrata la
schermata del software ECHO
che riassume in una tabella il potere fonoisolante di tutti i percorsi
laterali presenti. Il percorso a pavimento, che aggira completamente la parete divisoria e si propaga
attraverso il solaio da un ambiente
all’altro, presenta la prestazione
minore, circa 47 dB rispetto ai 5886 dB degli altri percorsi. Il Potere
fonoisolante apparente quindi ha
un punto debole costituito proprio
dalla combinazione tra parete leggera e solaio inferiore pesante.
Immagine 5: potere fonoisolante dei percorsi laterali
23
giugno 2016
Soluzione tecnologica
Per risolvere il ponte acustico senza rinunciare alle tecnologie scelte, la soluzione proposta in cantiere consiste nell’agire sul giunto di
collegamento tra la parete leggera
ed il solaio omogeneo, realizzando un cordolo in calcestruzzo armato 20 cm x 20 cm per tutta la
lunghezza della parete divisoria.
Su questo cordolo viene successivamente realizzata la parete in
cartongesso. Come mostra l’immagine 6, le due strutture in legno sono appoggiate sul cordolo,
sporgendo però di qualche cm
dallo stesso per impedire il contatto rigido con le lastre. L’intercapedine tra il cordolo e le lastre viene
riempita con fibra di poliestere.
Immagine 6: dettaglio del giunto di collegamento tra parete leggera e solaio
L’immagine 7 mostra una foto della
soluzione, è visibile il cordolo in Cls
sotto la parete e il materiale fonoassorbente in intercapedine. L’immagine 7 mostra la parete chiusa con
le lastre in gesso rivestito.
La soluzione adottata ha un duplice vantaggio, quello di modificare la tipologia di giunto senza
intervenire su tutta la struttura
divisoria, e quello di incrementare il peso della parete divisoria
in prossimità del giunto, entrambi
elementi fondamentali per la riduzione del ponte acustico.
L’immagine 8 illustra il comportamento di un giunto a T tra
strutture omogenee.
Questo tipo di giunto, con la
massa superficiale del cordolo in
cls, raggiunge una prestazione di
riduzione delle vibrazioni decisamente maggiore rispetto al giunto di collegamento precedente.
Il potere fonoisolante della sola
partizione divisoria, resta tuttavia
invariato, ne consegue un importante incremento del potere fonoisolante apparente stimato.
neo-Eubios 56
Immagine 7: cordolo in cls
24
giugno 2016
Immagine 8: giunto di collegamento a T tra strutture omogenee
Simulazione con ponte
acustico corretto
Come previsto, introducendo
questa modifica nel modello di
calcolo precedente, viene confermata la riduzione della trasmissione laterale. L’immagine 9
illustra i percorsi di rumore laterali oltre a quello diretto e come
prima ne riporta i relativi Poteri
Fonoisolanti.
Il percorso laterale Rij a pavimento nel caso di giunto tra parete leggera e solaio omogeneo,
nella simulazione precedente, era
pari a 47 dB, mentre nel caso di
giunto rigido a T tra strutture
omogenee raggiunge circa 63 dB
come si vede nella schermata di
ECHO nell’immagine 9.
La realizzazione del cordolo pertanto ha fatto incrementare la prestazione di potere fonoisolante in
opera della parete di 6 dB, ovvero
da un indice R’w pari a 47 dB con
il giunto originale tra strutture non
omogenee, ad un indice R’w di
53 dB con il giunto modificato tra
strutture omogenee.
Immagine 9
L’immagine 10 mostra il risultato ottenuto, confermando in
via previsionale l’efficacia della
soluzione adottata.
Immagine 10
neo-Eubios 56
25
giugno 2016
Collaudo in opera
Trattandosi di una previsione
di una prestazione in opera, la
conferma dell’efficacia della soluzione può arrivare solo attraverso una misura fonometrica di
collaudo al termine dei lavori.
I collaudi sono stati eseguiti, e
il valore misurato in opera della
parete, con il sistema proposto,
è risultata pari a FSTC 54 dB
(confrontabile con il Potere Fonoisolante in opera R’w) .
La simulazione previsionale
quindi restituisce un risultato
molto vicino alla realtà.
Conclusioni
Gli aspetti positivi di questo
caso di studio sono molteplici.
• Soluzione del ponte acustico
agendo localmente sul giunto
di collegamento
• Il modello previsionale implementato nel software Echo,
predice in modo affidabile il
neo-Eubios 56
comportamento della modifica
al giunto secondo le indicazioni
della UNI 12354-1.
• Il costo complessivo dell’intervento, considerando anche
le assistenze murarie, è inferiore rispetto alla realizzazione di
una parete in blocchi di calcestruzzo
• Lo spessore della parete è
molto limitato in relazione all’isolamento raggiunto
La soluzione proposta, in Nuova Zelanda, viene normalmente utilizzata con successo nelle situazioni analoghe al caso
studio presentato. In Italia può
inoltre risultare risolutiva di
molte problematiche relative
alla trasmissione laterale sul pavimento in tutti i casi in cui non
c’è la possibilità di intervenire
con un sistema anticalpestio, ad
esempio nella ristrutturazione
dell’esistente, nei frazionamenti
26
dove non si riesce a intervenire
sul solaio, oppure nei casi di sistema anticalpestio continuo su
tutto il solaio sul quale vengono
posate parte divisorie a secco.
Il tema introdotto è quello della modifica del comportamento
del giunto al fine di ridurre le
trasmissioni laterali.
È di sicuro interesse, e da trattare in futuri approfondimenti, lo
studio di questo tema su casi diversi e con ulteriori misure fonometriche di collaudo che vadano
ad analizzare anche il comportamento in frequenza.
* Gianfranco Quartaruolo,
Socio ANIT,
Consulente acustico
Norman Disney and Young
Auckland (NZ).
Stefano Benedetti,
Staff ANIT
giugno 2016
RIQUALIFICAZIONI ENERGETICHE:
NON SOLO MINORI CONSUMI
MA ANCHE MAGGIORE COMFORT
di
* Francesco Madonna, Luca Rota, Alessandro Panzeri
Introduzione
Ridurre i consumi energetici è
senz’altro il primo obbiettivo
di una riqualificazione energetica, ma non è il solo beneficio
ottenibile. Molto spesso, infatti,
riqualificare si traduce in un incremento del benessere termoigrometrico percepito dagli occupanti.
La sensazione di comfort, infatti, è fortemente correlata
al calore che il corpo umano
scambia in modo radiativo con
l’ambiente che lo circonda.
Da questo punto di vista, coibentare fa sì che aumenti la
temperatura superficiale interna dell’involucro edilizio minimizzando la perdita di calore
del corpo umano e riducendo
il rischio di discomfort localizzato dovuto a fastidiose pareti
fredde. Anche dal punto di vista impiantistico è abbastanza
comune che a seguito di una
riqualificazione si abbiano dei
miglioramenti sia in termini
di nuovi servizi (ad esempio il
raffrescamento o la ventilazione meccanica controllata) sia in
termini di qualità ed efficien-
neo-Eubios 56
za di quelli già erogati. Questi
cambiamenti non lasciano indifferenti gli occupanti e possono generare anche modifiche
comportamentali.
Per mettere in luce questi aspetti, RSE, con la collaborazione
di ANIT e degli associati che
hanno partecipato attivamente alla raccolta dati, ha voluto
condurre un’analisi empirica
somministrando un questionario volto ad indagare la percezione del comfort, le modifiche
comportamentali e la soddisfazione degli utenti a seguito di
riqualificazioni energetiche.
Il questionario e
il campione analizzato
I quesiti proposti spaziano dal
comfort alla gestione dell’edificio e degli impianti, dal comportamento dell’utenza alla
soddisfazione verso quanto realizzato. Per i quesiti in cui ciò
è rilevante è stata richiesta una
doppia risposta: in riferimento
all’edificio attuale e rispetto
alla situazione ex-ante.
Il questionario è stato distribuito a oltre quaranta utenze di
27
edifici monofamiliari e condominiali.
La quasi totalità degli edifici è
stato oggetto di riqualificazioni
energetiche: in alcuni casi si è
trattato di ristrutturazioni profonde che, talvolta, hanno permesso di trasformare l’edificio
in NZEB (nearly zero energy
building); in altri casi, invece,
l’utenza ha semplicemente realizzato un singolo intervento
quale il rinnovamento dell’impianto termico, la sostituzione
dei serramenti o l’isolamento
dell’involucro opaco.
Per comodità, nel seguito si
raggrupperanno gli edifici in
tre categorie:
• “AE”: edifici a energia quasi
zero o edifici ad elevata prestazione (classi A e A+) in cui
l’unico vettore energetico utilizzato è l’energia elettrica (All
Electric).
• “A-A+”: edifici a energia
quasi zero o edifici ad elevata
prestazione che non rientrano
nella categoria “AE”.
• “B-G”: edifici in classe energetica B o peggiore.
giugno 2016
Per molti di questi edifici sono
stati raccolti anche i consumi
teorici valutati in base all’attestato di prestazione energetica
e i consumi reali, entrambi sia
nel periodo precedente la realizzazione degli interventi di
riqualificazione sia nel periodo
successivo. Ciò ha permesso di
apprezzare anche il reale beneficio in termini di risparmio
energetico e confrontarlo con
quello atteso.
I risultati
Comfort
Dall’indagine emerge che il
risultato di un maggior benessere termo-igrometrico è stato
ampiamente raggiunto in tutti
gli edifici, con un netto miglioramento rispetto alla situazione ex-ante, specie nel periodo
invernale e nelle mezze stagioni. Nella stagione estiva,
invece, seppur sia comunque
presente un generale miglioramento rispetto alla situazione
ex-ante, sono tuttavia presenti
numerosi casi in cui il comfort
percepito è “medio” o “scarso”. Analizzando questo aspetto più nel detaglio si osserva
che i risultati meno buoni si
hanno per gli edifici “A-A+”,
mentre è decisamente positiva
la risposta negli edifici “AE”.
Una possibile spiegazione risiede nella difficoltà di dissipare il calore endogeno e di matrice solare.
Difatti si tratta di edifici che
presentano problemi di surriscaldamento in assenza di impianti di climatizzazione estiva o di sistemi di ventilazione
meccanica (mentre gli edifici
“AE” sono generalmente dota-
neo-Eubios 56
ti di tali impianti). Da segnalare, inoltre, che le risposte degli
utenti sono fortemente condizionate dalla loro percezione
nella situazione ex-ante e, proprio nel caso di edifici nella
categoria “A-A+” la situazione
di partenza è spesso di “qualità
energetica” discreta.
Il maggiore isolamento e la
risoluzione dei ponti termici ha un effetto benefico anche rispetto ai fenomeni della
condensa o della formazione
di muffe ed è evidente come
la presenza della ventilazione
meccanica elimini completamente il problema.
Per la maggior parte degli interventi, il tipo di corpo scaldante scelto (radiatori, pannelli radianti, impianti ad aria)
risulta essere idoneo e non
comporta problemi non avere
terminali ad alta temperatura.
Ulteriore aspetto da considerare è la percezione che gli utenti hanno della rapidità con cui
l’edificio è in grado di riscaldarsi in inverno e raffrescarsi
in estate. Per effetto delle caratteristiche di coibentazione
precedentemente esposte, i
risultati del questionario delineano una situazione per cui
nella stagione invernale tutte
le tipologie di edificio hanno
un comportamento pienamente soddisfacente, mentre nella
stagione estiva gli occupanti
degli edifici “AE” lamentano
lentezza nel raffrescamento. In
generale in edifici isolati per il
comportamento invernale (con
trasmittanze termiche uguali e inferiori di quelle introdotte nel 2005 dal DLgs 192)
non si può pensare di usare le
superfici come sistema di raf-
28
freddamento dell’edificio per
il periodo estivo. L’energia solare deve essere respinta con
un’adeguata schermatura sulle
superfici trasparenti.
Infine, per quanto concerne
il comfort acustico, si evidenzia un miglioramento nei casi
in cui è stato realizzato un
buon intervento di isolamento
termico dell’involucro. Conseguentemente le risposte migliori si hanno per le categorie
“A-A+” e “AE”.
Gestione dell’edificio
e degli impianti
Dal questionario emerge che
il numero di ore di accensione giornaliera dell’impianto di
riscaldamento è rimasto invariato a seguito della riqualificazione in circa metà dei casi
analizzati, mentre nel 40% si
è ridotto. Per quanto concerne la temperatura impostata al
termostato si osserva, invece,
che in quasi i due terzi degli
edifici il valore è stato ridotto,
mentre nel 30% dei casi è rimasto invariato.
Incrociando questa informazione con i risultati dei quesiti sul comfort appare evidente
come il miglioramento della
qualità dell’edificio, specie l’involucro edilizio, è tale da compensare un uso meno intenso
dell’impianto di riscaldamento
e da garantire, allo stesso tempo, un maggior benessere termo-igrometrico. Probabilmente è proprio la coibentazione
dell’involucro che ha positive
ripercussioni sulla temperatura media radiante e, più in
generale riduce il discomfort
dovuto a pareti fredde.
giugno 2016
neo-Eubios 56
29
giugno 2016
In tutti i periodi dell’anno e
per tutte le tipologie di edificio
è sentita l’esigenza di aprire i
serramenti.
L’eccezione è rappresentata
dagli edifici dotati di ventilazione meccanica (generalmente appartenenti alla categoria
“AE”). Chiaramente, la prestazione energetica dell’edificio è
solo uno dei fattori da cui dipende questa necessità, legata
anche a sensazioni e percezioni personali.
neo-Eubios 56
Altro fattore importante per
il benessere degli occupanti
e su cui l’utente ha modo di
incidere è il contributo dell’energia solare. Anche in questo
caso gli utenti dichiarano di
essere sensibili e agiscono per
limitare in estate e favorire in
inverno l’ingresso della radiazione solare, ciò è in linea con
la tendenza per cui al crescere
delle prestazioni dell’edificio
corrisponde un aumento della
preparazione e dell’attenzione
30
da parte degli occupanti. Anche grazie a questa attitudine
la gestione dell’edificio in seguito agli interventi di riqualificazione non viene percepita
come impegnativa.
Aspetti generali e
di carattere economico
Il campione di persone intervistato è costituito da utenze
particolarmente attente alle
problematiche di tipo energetico, in certi casi disposte anche
giugno 2016
a spendere di più pur di avere
un edificio più efficiente. La
quasi totalità si sente di consigliare edifici a basso consumo
e il 90% ne renderebbe obbligatoria la costruzione e ripeterebbe l’intervento o l’acquisto.
A conferma di ciò, negli edifici più performanti, i dati parlano di un’utenza totalmente
convinta dell’investimento sostenuto e soddisfatta dei costi
sostenuti per la gestione e la
manutenzione dell’edificio.
neo-Eubios 56
Conclusioni
In conclusione, dalla lettura
dei risultati del questionario, si
evince che nelle riqualificazioni
più profonde il comfort abitativo migliora notevolmente grazie
agli interventi di efficientamento, che i consumi diminuiscono
grazie all’aumento delle prestazioni dell’edificio e che tutto ciò
avviene senza che l’utenza debba profondere un impegno notevole o modificare radicalmente
il suo comportamento.
31
*Francesco Madonna,
Luca Rota,
Ricerca Sistema Energetico – RSE S.p.A.
Alessandro Panzeri,
ANIT
giugno 2016
SCHERMATURE MOBILI:
CRITICITÀ DEI REQUISITI MINIMI RICHIESTI
E CALCOLO DEL gtot
di
Alessandro Panzeri, Daniela Petrone *
Introduzione
Il DM 26/06/2015 ha introdotto requisiti minimi più restrittivi
sulla progettazione delle chiusure
trasparenti per gli edifici di nuova costruzione, per interventi di
ristrutturazione importante e per
gli interventi di riqualificazione
energetica su edifici esistenti. Trascurando le difficoltà legate all’individuazione dell’ambito di applicazione e alla rappresentatività
o meno del modello di calcolo
semistazionario per il fabbisogno
energetico per il raffrescamento
delle zone termiche, il presente
articolo ha un doppio scopo: evidenziare da una parte le criticità
legate al soddisfacimento dei nuovi requisiti e dall’altro indicare le
possibilità di calcolo per il rispetto
di tali requisiti.
La prima parte è un approfondimento del tema “chiusura trasparente – schermatura mobile
– sistema oscurante” alla luce
proprio del recente decreto. La
seconda parte è dedicata all’approfondimento dell’equazioni che
propongono metodi di valutazione del fattore di trasmissione solare ggl+sh in riferimento alla norma-
neo-Eubios 56
tiva tecnica: UNI TS 11300-1 e
UN EN 13363 (norme richiamate direttamente nell’Allegato del
DM 26/06/2015).
Si propone infatti una sintesi che
individui quando sono presenti
i requisiti e come si realizzano i
calcoli che possa servire al professionisti per la parte di chiusure
trasparenti.
PARTE 1. I requisiti minimi
delle chiusure trasparenti
nel DM 26/06/2015
L’immagine 1 sintetizza con il
linguaggio della guida ANIT distribuita agli associati (scaricabile dal sito dalla sezione GUIDE
ANIT) gli ambiti di applicazione
del DM (le icone degli edifici) e i
requisiti in cui è richiesta la padronanza della valutazione delle
chiusure trasparenti e della loro
schermabilità.
Requisito A: indici di
prestazione energetica
Il DM 26/06/2015 nel caso di
nuova costruzione, demolizione
e ricostruzione, ampliamento volumetrico di una certa entità con
nuovo impianto e ristrutturazione
32
importante di primo livello chiede di verificare che gli indici di
prestazione energetica dell’edificio siano inferiori ai valori limite
di legge calcolati con il metodo
dell’edificio di riferimento. Nello
specifico:
1. EPH,nd < EPH,nd,limite
2. EPC,nd < EPC,nd,limite
3. EPgl,tot < EPgl,tot,limite
Dove:
EPH,nd : è l’indice di prestazione
termica utile per il riscaldamento
[kWh/m2]
EPC,nd : è l’indice di prestazione
termica utile per il raffrescamento [kWh/m2]
EPgl,tot : è l’indice di prestazione
energetica globale dell’edificio totale (ovvero sia
rinnovabile che non rinnovabile)
[kWh/m2]. I primi due indici si
valutano sul fabbisogno energetico utile del solo involucro e per
il loro calcolo si utilizza la norma
UNI TS 11300-1 che considera
nei guadagni solari le dimensioni
del vano del serramento, l’esposizione, gli ombreggiamenti esterni
fissi, il fattore telaio e il fattore di
trasmissione solare globale della
parte vetrata ggl.
giugno 2016
TOUR ANIT 2016
www.anit.it
ANIT
Associazione
Convegno gratuito
Nazionale
per l’Isolamento
Termico e acustico
LE NUOVE
REGOLE DEL GIOCO
PER L’EDILIZIA
EFFICIENZA ENERGETICA
E ACUSTICA DOPO IL
DM 26/06/2015
15
MAR.
16
PADOVA
MAR.
21
VERONA
MAR.
31
COMO
MAR.
1
ANIT PRESENTA IL
NUOVO TOUR 2016 di
convegni gratuiti itineranti.
Il tema del convegno 2016
è la nuova legislazione
sull’efficienza energetica
in edilizia presente nel
DM 26 giugno 2015 in relazione
con la progettazione del
comfort acustico.
APR.
FIRENZE
6
APR.
NOVARA
MAG.
10
PIACENZA
MAG.
MESTRE
15
13
APR.
14
APR.
CATANIA
11
24
MAG.
25
SALERNO
MAG.
30
POTENZA
MAG.
PERUGIA
28
LODI
GIU.
4
ROMA
LECCO
BOLZANO
27
SET.
SASSARI
28
SET.
CAGLIARI
OTT.
5
La partecipazione dà diritto
a CREDITI FORMATIVI*
MILANO
OTT.
6
BARI
OTT.
*I crediti formativi sono in fase di
accreditamento per ingegneri,
architetti e periti industriali
Per i geometri verranno riconosciuti
a discrezione dei Collegi provinciali.
3
BRINDISI
NOV.
8
COSENZA
NOV.
ANCONA
9
NOV.
RAVENNA
11
OTT.
12
PORDENONE OTT.
TREVISO
15
25
OTT.
PADOVA
NOV.
16
FERRARA
NOV.
TRENTO
SPONSOR
APR.
SAVONA
GIU.
SET.
28
17
21
BOLOGNA
APR.
FROSINONE
MAG.
GIU.
20
27
MAG.
SIENA
SET.
APR.
TRIESTE
16
TORINO
19
VARESE
GIU.
13
ITnit.it
SwUwB
w.a
PISA
SIRACUSA
3
ITI
V
I
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26
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termico e acustico.
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ANIT
Associazione
Nazionale
per l’Isolamento
Termico e acustico
24
NOV.
L’ evento sarà un’occasione importante
per approfondire cosa e come cambia
il mercato italiano a un anno
dall’emanazione dei Decreti del 2015
con un occhio attento alle novità anche
sul campo dell’acustica in edilizia.
I lavori si svolgeranno su un’intera
giornata di lavoro in sessioni
contemporanee che tratteranno
l’efficienza energetica, l’acustica in edilizia,
il mercato immobiliare del real estate
e i materiali isolanti.
In chiusura alle oltre 30 località del
Tour ANIT 2016, il Congresso sarà anche
un’opportunità per fare il punto su cosa
offre il panorama nazionale in termini di
domanda e offerta tecnologica.
NON MANCATE!
Immagine 1: quadro sinottico requisiti minimi per le chiusure trasparenti in relazione alla guida Anit
La parte di schermatura mobile si
può calcolare in accordo con una
tabella semplificata della norma
oppure con le valutazioni più
dettagliate della norma dedicata
alle schermature mobili: UNI EN
13363 1 o 2. Nel metodo di calcolo della norma UNI TS 11300-1
è rilevante segnalare che il guadagno solare dipende in ogni mese
dal coefficiente ggl e dal coefficiente ggl+sh che vengono pesati
rispetto a una frazione di tempo
di utilizzo che dipende dal mese
e dall’esposizione. Il coefficiente
ggl+sh è quindi indicativo del comportamento dell’insieme “parte
vetrata + schermatura mobile”
in utilizzo. Il rispetto dei requisiti di indice di fabbisogno è legato
alla progettazione di un edificio
che sia almeno di pari efficienza
di quello di riferimento. L’attuale modello di calcolo prevede che
neo-Eubios 56
la leva per il rispetto del requisito
sia di tenere sotto controllo nelle
superfici trasparenti oggetto di irraggiamento solare il parametro
di riferimento di ggl+sh = 0.35.
Requisiti H: l’area solare
equivalente estiva
Sempre nel caso di nuova costruzione, demolizione e ricostruzione,
ampliamento volumetrico di una
certa entità con nuovo impianto e
ristrutturazione importante di primo livello, il Decreto chiede di verificare anche ulteriori parametri
di progettazione e controllo della
radiazione solare estiva. Nello specifico è richiesta la verifica dell’Area solare equivalente estiva.
Il requisito di area solare equivalente introduce una prescrizione
ben definita (non più rapportato
all’edificio di riferimento) con l’obiettivo di guidare il progettista
37
verso un’ attenzione mirata e oculata nella progettazione dell’involucro in modo da mettere in
campo tutte quelle strategie progettuali atte a ridurre la richiesta
di energia nei mesi estivi.
Ridurre la necessità di climatizzare vuol dire evitare l’ingresso della radiazione solare diretta estiva
all’interno degli ambienti, da una
parte riducendo le dimensioni
delle aperture, compatibilmente
con le necessità legate anche alle
altre norme vigenti, dall’altra ricorrendo alle schermature mobili.
Il parametro limite è un numero
che si calcola come rapporto tra
l’area solare equivalente estiva
Asol,est e la superficie utile Asup utile
dell’edificio di progetto.
Il limite dipende dalla destinazione
d’uso dell’edificio:
- per il residenziale
Asol,est / Asup utile < 0.030
giugno 2016
- per gli altri edifici
Asol,est / Asup utile < 0.040
dove:
Fsh,ob è il fattore di riduzione per
ombreggiatura relativo ad elementi esterni riferito al mese di luglio
(mese di massimo soleggiamento).
ggl+sh è la trasmittanza di energia
solare totale della finestra quando
la schermatura è utilizzata.
FF è il fattore telaio.
Aw,p è l’area del vano finestra [m²]
Fsol,est è il fattore di correzione per
l’irraggiamento incidente, ricavato
come rapporto tra l’irradianza media del mese di luglio e l’irradianza
media annuale sul piano orizzontale riferita alla località di Roma.
Il parametro di area solare equivalente è strutturato per avere diverse leve di ombreggiamento. Si può
esprimere in estrema sintesi, che
più area vetrata ho, maggiore è la
necessità di oscurarla e ombreggiarla con tutti i parametri che ho
a disposizione: schermature fisse,
mobili, trattamento del vetro.
Requisito I: efficacia delle
chiusure trasparenti
In caso di sostituzione dei componenti finestrati, il DM 26 giugno
2015 prevede, sia che l’intervento
ricada nell’ambito di applicazione
della ristrutturazione importante
di secondo livello sia nell’ambito
della riqualificazione energetica,
le seguenti verifiche e pratiche:
1. verifica della trasmittanza limite in base alla tabella 4 app. A
2. verifica del fattore di trasmissione solare ggl+sh per componenti
finestrati con orientamento da Est
a Ovest passando per Sud (tabella
6 app. A)
3. al punto 2.2 comma 1 delle
neo-Eubios 56
predette prescrizioni generali si
stabilisce che, anche in caso di
interventi definiti come riqualificazioni energetiche, va redatta la
relazione tecnica di progetto con
riferimento alle parti su cui si è
intervenuto.
E’ proprio il caso della sola sostituzione dei componenti finestrati
che pone una serie di dubbi interpretativi relativi alle prescrizioni
minime in materia di efficienza
energetica al fine di una corretta
applicabilità dei requisiti stessi.
In merito al il punto relativo al
fattore ggl+sh, è importante evidenziare che al professionista è chiesto di verificare un parametro che
non comprende il contributo di
ombreggiamenti fissi o di sistemi
oscuranti ma dipende dal fattore
solare del vetro con il contributo
delle schermature mobili. Il progettista dovrebbe quindi certificare la presenza di schermi che, sulla
base dei riferimenti normativi, potrebbero essere anche delle tende
interne scelte dell’utente finale.
Il valore minimo previsto dal decreto di ggl+sh pari almeno a 0,35
richiede obbligatoriamente la
presenza e installazione di schermature necessariamente mobili in
modo da ottimizzare gli apporti
invernali ed estivi e garantire un
buon livello di illuminazione naturale ma solleva un problema
pratico legato alla prassi edilizia.
L’intervento di sola sostituzione
degli infissi ricade spesso nel caso
di edilizia libera per cui si crea
un rapporto diretto di vendita tra
privato e serramentista senza la
figura intermedia del tecnico pertanto poiché la valutazione del
fattore solare vetro+schermo richiede un calcolo non immediato,
potrebbe essere disattesa dai più.
Infatti la criticità riguarda:
- il professionista che deve certi-
38
ficare qualcosa di cui non è certo
(presenza di schermature)
- il produttore di serramenti che
non potrebbe vendere singolarmente il suo prodotto se non associato a qualcuno che propone
schermature
- l’utente finale che si trova a dover
fare un lavoro ulteriore non previsto e che solitamente si occupa di
schermare dall’irraggiamento solare estivo in modo autonomo
Si sottolinea che tale indicazione
incide anche nella pura sostituzione del vetro.
Per il punto 3 essendo la sola sostituzione di infissi normalmente
considerata manutenzione ordinaria (meno frequentemente
come manutenzione straordinaria) rientra quindi in quelle attività di edilizia libera non soggetta
a particolari obblighi di comunicazione al Comune. In questo
caso quindi la stesura di una relazione tecnica sarebbe solo una
carta protocollata senza nessuna
valenza specifica. Ma soprattutto tale relazione, che va eseguita
da un tecnico abilitato, potrebbe
avere un costo superiore all’intervento stesso disincentivando così
la sua esecuzione. Inoltre anche
per le detrazioni fiscali del 65%
non viene ad oggi richiesta nessuna pratica comunale ma basta
l’attestazione del produttore o di
un tecnico che accerti il rispetto
dei requisiti minimi.
PARTE 2. Calcolo secondo
UNI TS 11300-1
Si richiama la parte di calcolo del
componente finestrato per valutare
l’area di captazione che è pari a :
dove:
Fsh.gl è il fattore di riduzione relativo
giugno 2016
alle schermature mobili
ggl è la trasmittanza di energia
solare della parte trasparente del
componente.
1- FF è il fattore di riduzione dovuto al telaio dato dal rapporto
tra l’area proiettata del telaio e
l’area complessiva del componente (di default pari a 0.8).
Aw.p è l’area proiettata totale del
componente finestrato (area del
vano finestra).
Tabella 1 - Estratto della tabella con fattori di esposizione Fw. [Fonte: UNI/TS 11300–1, paragrafo 14.3.1, prospetto 20]
Fattore telaio FF
Il fattore di correzione dovuto al
telaio è pari al rapporto tra l’area
trasparente e l’area proiettata totale del componente finestrato. In
assenza di dati è possibile assumere
il valore convenzionale pari a 0.8.
Trasmittanza solare totale
degli elementi vetrati ggl
Il valore da attribuire alla par-
ti vetrate trasparenti è dato dal
prodotto del valore di trasmittanza di energia solare totale per
incidenza normale ggl.n e il fattore
di esposizione Fw che tiene conto dell’angolo di incidenza della
radiazione e dipende dal mese e
dal tipo di stratigrafia della parte
vetrata (vetro singolo, doppio o
triplo).
Rispetto alla versione preceden-
te il calcolo è stato quindi reso
più raffinato poiché prima era
presente un solo valore medio
stagionale pari a 0.9. In tabella 1
un estratto del prospetto 20 della
norma.
I valori ggl.n possono essere determinati in accordo con la norma
UNI EN 410 o si può usare la
tabella 2:
Tabella 2 - Valori di trasmittanza di energia solare totale ggl.n proposti dalla norma.
[Fonte: UNI/TS 11300–1, appendice B, prospetto B.5]
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Tabella 3 - Valori del coefficiente di riduzione dovuto al tendaggio installato all’interno o all’esterno della finestra.
[Fonte: UNI/TS 11300–1, appendice B, prospetto B.6].
Effetto delle schermature
mobili ggl+sh / ggl
Per il calcolo dell’effetto delle
schermature mobili nei casi di
calcolo previsti per le UNI TS
11300-1 le schermature sono
applicate in modo solidale con
l’involucro edilizio e non liberamente smontabili e montabili
dall’utente. Il calcolo, in assenza
di dati di progetto attendibili o
comunque di informazioni più
precise, può essere fatto in accordo con le UNI EN 13363-1 e 2 o,
se applicabile, con il prospetto B
6 riportato in tabella 3. Il fattore
dovuto a tendaggi è dato dal rapporto tra l’energia solare media
entrante all’interno dell’edificio
in presenza di tendaggi e quella
che potrebbe entrare in assenza
di esse.
Gestione delle
schermature mobile e
fattore di riduzione Fsh.gl
Il fattore di riduzione degli apporti solari relativo all’utilizzo
di schermature mobili è ricavato
dalla seguente espressione:
dove:
ggl è la trasmittanza di energia solare totale quando la schermatura
non è utilizzata.
ggl+sh è la trasmittanza di energia
solare totale quando la schermatura è utilizzata.
fsh.with è la frazione di tempo in cui
la schermatura solare è utilizzata
pesata sull’irraggiamento solare incidente; dipende dal clima.
dalla stagione e dall’esposizione
come da tabella 4.
Frazioni di tempo per le schermature mobili fsh.with
Tabella 4 - Valori della frazione di tempo per le schermature mobili. [Fonte: UNI/TS 11300].
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Calcolo secondo
UNI EN 13363-1
Lo scopo della norma è di valutare con metodo semplificato la
trasmittanza solare e luminosa dei
dispositivi di protezione solare in
combinazione con vetrate. Come
si evince dal metodo di calcolo
non è necessario ricadere nelle
“definizioni” del prospetto B.6 per
eseguire una valutazione. I casi di
calcolo semplificati previsti sono
quelli indicati in figura ovvero per
tipologie di protezione solare parallele alla parte vetrata e con posizione rispetto alla parte vetrata
esterna, interna e tra parti vetrate.
Dati in ingresso necessari:
- trasmittanza termica della parte
vetrata Uw
- trasmittanza solare globale della
parte vetrata ggl
- trasmittanza e riflessione lumi-
nosa del dispositivo di protezione
Dati in uscita:
- trasmittanza solare globale della parte vetrata con dispositivo di
protezione in uso ggl+sh
E’ possibile stimare i valori indicati nelle tabelle anche per dispositivi orientati a 45°C variando i
valori in accordo con un’equazione presente nella norma.
Tabella 5 - Valori di riferimento della parti vetrate. [Fonte: UNI EN 13363-1, allegato A].
Tabella 6 - Valori di riferimento dei dispositivi di protezione. [Fonte: UNI EN 13363-1, allegato A].
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I risultati sono generalmente prudenziali ai fini dei calcoli del fabbisogno di raffrescamento e quindi sottostimano l’efficacia della
schermatura.
Delle tre situazioni descritte si
riporta l’esempio dell’equazione
semplificata della protezione posta all’esterno:
Esempio di calcolo di equazione
per il calcolo di ggl+sh =
lare totale quando la schermatura
è utilizzata
τe,B è la trasmittanza di energia
solare della protezione in utilizzo
g è la trasmittanza solare della
parte vetrata sull’irraggiamento
solare incidente; dipende dal clima. dalla stagione e dall’esposizione come da tabella seguente
Segue un esempio di calcolo completo di tapparella:
dove:
gt è la trasmittanza di energia so-
Esempio di calcolo con doppio vetro non basso emissivo e con tapparella esterna
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E’ possibile quindi valutare conoscendo le caratteristiche della
schermatura e della parte vetrata
il fattore di ggl+sh.
Calcolo secondo ALLEGATO
H – Regione Lombardia
Oltre alla procedure semplificata delle UNI TS 11300 e al metodo semplificato della UNI EN
13363-1 si segnala che la regione Lombardia ha implementato
un metodo di valutazione simile
a quello della UNI EN 13363-1.
Al punto 3.3.8. della procedura
lombarda infatti gli apporti solari
mensili attraverso le strutture trasparenti esterne sono valutati con
delle correzioni simili.
Il fattore di riduzione degli apporti solari relativo all’utilizzo di
schermature mobili o fisse complanari al serramento, si calcola
secondo:
con
Rispetto ai calcoli nazionali e alle
casistiche della norma UNI EN
13363-1 la regione Lombardia
divide il contributo dell’energia
diretta e dell’energia diffusa.
La regione Lombardia quindi ri-
chiama esplicitamente l’applicazione di elementi schermanti disposti sul piano parallelo a quello
del sistema trasparente e del seguente tipo:
- tende avvolgibili
- tende veneziane
- persiane
- frangisole a lamelle orizzontali
o verticali
- tapparelle
Calcolo secondo
UNI EN 13363-2
Ultima possibilità normativa è offerta del metodo dettagliato della
norma UNI EN 13363-2.
Lo scopo della norma è di valutare con metodo dettagliato la tra-
Tabella 7 - Riferimenti e denominazione dei parametri nel metodo di calcolo delle UNI TS e di quello della regione Lombardia
Tabella 8 - Fattori di peso dell’irraggiamento diretto sul totale fb
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giugno 2016
smittanza solare e altri parametri
ottici dei dispositivi di protezione
solare in combinazione con vetrate. Il metodo è valido per tutti i
dispositivi di protezione solare
paralleli alle vetrate, quali tende
a bande, veneziane, persiane avvolgibili.
Per quali tipologie di protezioni?
- protezioni parallele alla
parte vetrata
Posizione della protezione?
- all’esterno
- all’interno
- tra le parti vetrate
L’intercapedine d’aria tra la protezione e la lastra vetrata è ventilata?
- può essere valutata per ogni posizioni dell’intercapedine
I principi del modello di calcolo
sono di descrivere l’insieme di
vetrata e protezione solare come
una successione di strati omogenei costituiti da strati omogenei e
da intercapedini d’aria attraversati da un flusso di calore caratterizzato dalla modalità di trasmissione del calore per irraggiamento e
convezione.
Gli strati solidi sono infatti ipotizzati costituiti da una resistenza
termica trascurabile. Nei casi di
ventilazione dell’intercapedine il
metodo di calcolo si riconduce ad
un flusso monodimensionale.
Conclusioni
La valutazione estiva del
comportamento delle chiusure trasparenti è oggetto di
approfondimento a seguito
della pubblicazione del DM
26/06/2015.
Occuparsi del surriscaldamento estivo degli ambienti affrontando il tema della schermatura
delle parti trasparenti appare
ragionevole.
I modelli di calcolo esistenti
sono sufficientemente dettagliati per affrontare molte casistiche base. ANIT ha sviluppato un applicativo, APOLLO
1.0, dedicato alla valutazione
dei componenti trasparenti
con implementata la parte di
valutazione semplificata delle
UNI TS 11300-1 e con il metodo proposto dalla UNI EN
13363-1.
La versione futura di APOLLO
affronterà anche il calcolo descritto dalla parte 2.
* Alessandro Panzeri,
Ricerca e Sviluppo ANIT.
Daniela Petrone,
Vice Presidente ANIT.
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giugno 2016
MISURE DI LABORATORIO DELL’ISOLAMENTO
AL CALPESTIO DI MASSETTI GALLEGGIANTI
SU SOLAI IN CLT
Articolo presentato al 43° Convegno Nazionale
dell’Associazione Italiana di Acustica, Alghero 25-27 maggio 2016
di
* Luca Barbaresi, Dario D’Orazio, Massimo Garai, Gloria Cagali, Elmar Tapfer
1. Introduzione
La caratterizzazione acustica
dei massetti galleggianti viene
normalmente eseguita in laboratorio su di un solaio di riferimento in cemento armato, secondo le norme della serie ISO
10140 e non esistono dati di
questi massetti su solai in CLT
(Cross Laminated Tim-ber).
L’articolo presenta i risultati
di uno studio, in laboratorio,
compiuto su di un solaio in legno sul quale sono stati posti in
opera 18 differenti combinazioni di strati resilienti e massetti a
secco o in sabbia e cemento. Si
è indagato anche sull’effetto di
diversi sotto-fondi alleggeriti.
Sono stati inoltre presi in consi-
derazione anche i controsoffitti
appesi o vincolati all’intradosso
del solaio.
Allo stesso tempo si è cercato
di trovare una relazione sperimentale che estenda l’ef-ficacia
della relazione di Heckl [1],
che lega il potere fonoisolante
R dei solai al livello di calpestio
normalizzato Ln, anche al di
sopra dei 1000 Hz [2].
L’obiettivo è quello contribuire al miglioramento delle
formule previsionali da utilizzare su strutture leggere, come
il CLT, che non possono essere
considerate infinitamente rigide come le strutture edilizie comunemente utilizzate.
2. Identificazione del
campione di prova
Lo studio è stato effettuato predisponendo un solaio in CLT
dello spessore di 14 cm e di
11,9 m 2 all’interno delle camere di acustiche del Centro Interdipartimentale di Edilizia e
Costruzioni dell’Università di
Bologna (Fig. 1).
I test hanno previsto la misura
del rumore di calpestio normalizzato Ln e del potere fonoisolante R per ognuna delle
18 stratigrafie e dove è stato
possibile anche per confi-gurazioni intermedie nelle quali ad
esempio era stato posato solo
lo strato di massetto alleggerito. In tabella 1 sono mostrate le
Figura 1 – Stratigrafia testate e schema distributivo del laboratorio
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giugno 2016
stratigrafie e la tipologia di materiali sottoposti a prova.
I massetti galleggianti erano
realizzati con lastre a secco o
sabbia e cemento, gli strati resilienti con materiali fibrosi o
poliuretano espanso, gli alleggeriti erano costituiti da inerti
sfusi o aggregati con cemento
ed additivi.
Per tutti i materiali utilizzati
sono state compiute verifiche
delle proprietà meccaniche e
fisiche in funzione della natura
degli stessi, in particolare: rigidità dinamica, creep, resistività
al flusso verifica a taglio e compressione, densità.
Per la “Stratigrafia 9” è stata
verificata anche l’efficacia del
controsoffitto installato con listelli di legno o profili a “Ω” .
L’acquisizione di tutti i parametri acustici è stata compiuta
in conformità alla norma ISO
10140 parte 2, 3, 5 [3] [4] [5].
Per i materiali resilienti sono
state usate le norme EN 29052
[6] EN 29053 [7] e EN 1606
[8]. Per la verifica delle proprietà meccaniche è stata seguita la EN 1015-11 [9]
3. Presentazione dei risultati
I primi test sono stati compiuti
su stratigrafie che impiegavano alleggeriti a base di cemento posti sopra il solaio in CLT,
in particolare nelle prime 3 a
parità di massetto galleggiante e materiale resiliente è stata
variata la densità dell’alleggerito, mentre per le successive
3 tenendo costante il massetto alleggerito è stato variato il
materiale resiliente a parità di
massetto galleggiante.
Dal confronto dei risultati ottenuti per il potere fonoisolan-
Tabella 1 – Elenco e descrizione delle stratigrafie sottoposte a prova
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giugno 2016
te è possibile vedere come alle
basse frequenze esistano differenze principalmente dovute
all’incremento di massa degli
alleggeriti, mentre alle alte frequenze non si notano sostanziali cambiamenti.
Gli indici di valutazione del potere fonoisolante sono mostrati
in tabella 2.
Contrariamente a R, i livelli di calpestio normalizzati ed
in particolare i ΔL calcolati
mostrano un diverso compor-
tamento tra i massetti galleggianti con strati resilienti a base
di materiali fibrosi e a base di
poliuretano espanso.
Tutti gli strati resilienti utilizzati nelle “Stratigrafie da 1 a 6”
avevano uno spessore nominale
di 2 cm.
In figura 3 è rappresentato il
confronto tra le “Stratigrafie
6, 7, 8, 9, 9bis e 9ter”, dove lo
stesso controsoffitto con pendini smorzanti in 7 e 8 è stato
applicato rispettivamente alle
“Stratigrafie 6” con massetto
tradizionale in sabbia e cemento e 9 con massetto a secco.
Le “Stratigrafie 9bis e 9ter”
mostrano il confronto tra due
controsoffitti uno con listelli di
legno e l’altro con profili a “Ω”.
È possibile notare come l’aggiunta di un controsoffitto in
cartongesso fissato con i listelli
in legno porti ad un peggioramento dell’indice di valutazione del potere fonoisolante Rw
a causa della riduzione di isolamento alle basse frequenze.
Tabella 2 – Indici di valutazione del potere fonoisolante e del rumore di calpestio ed attenuazione del rumore di
calpestio (calcolato come differenza tra il solaio grezzo e con la stratigrafia proposta)
Figura 2 – Potere fonoisolante a sinistra ed attenuazione del livello di calpestio a destra
Tabella 3 – Indici di valutazione del potere fonoisolante e del rumore di calpestio ed attenuazione del rumore di
calpestio (calcolato come differenza tra il solaio grezzo e con la stratigrafia proposta)
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Tabella 4 – Indici di valutazione del potere fonoisolante e del rumore di calpestio ed attenuazione del rumore di calpestio (calcolato come differenza tra il solaio grezzo e con la stratigrafia proposta)
Figura 3 – Potere fonoisolante a sinistra ed attenuazione del livello di calpestio a destra
Figura 4 – Potere fonoisolante a sinistra ed attenuazione del livello di calpestio a destra
Il materiale resiliente a base
di agglomerato di poliuretano
espanso presente nelle “Stratigrafie 1, 2, 3” è stato testato anche nelle “Stratigrafie 14 e 15”.
A differenza delle precedenti, a
parità di massetto galleggiante,
nella 14 era presente un sottofondo di 10 cm di cemento con
densità di 2200 kg/m3, mentre
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nella 15 il materiale resiliente
è stato posato direttamente sul
solaio in CLT. Il sottofondo di
elevata densità ha migliorato
l’attenuazione del rumore impattivo fino alla frequenza di
1600 Hz. Tuttavia gli indici di
valutazione Ln,w sono influenzati dal comportamento alle
alte frequenze e pertanto non
48
mostrano particolari effetti positivi. I risultati sono visibili in
tabella 4 e figura 4.
4. Previsione del livello
di calpestio normalizzato
Avendo a disposizione il potere fonoisolante ed il rumore di
calpestio per ognuno dei solai
sottoposti a prova si è deciso di
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testare la formula B.4 contenuta nella norma EN 12354-2, [2]
precedentemente verificata da
altri autori su solai in laterocemento [11].
La formula, proposta da Heckl
nel 1963 [1], lega il potere fonoisolante al rumore di calpestio ed è valida per frequenze
comprese tra i 100 Hz e 1000
Hz per strutture omogenee poiché se la trasmissione forzata è
trascurabile, la somma del potere fonoisolante, R, dei rumori
aerei e il livello di pressione sonora di calpestio normalizzato,
L n, per i pavimenti omogenei
dipende unicamente dalla frequenza:
misurati.
Come da relazione (1) i risultati calcolati sono equiparabili
a quelli misurati fino alla frequenza di 800 Hz, superata
tale frequenza i dati divergono
fortemente (>5 dB). A titolo di
esempio si riporta il comportamento delle stratigrafie 2 e 4
(figura 5).
Le differenze tra il Livello di
calpestio calcolato e misurato
nelle prime 6 stratigrafie sono
pressoché costanti per bande
di terzi di ottava (fig. 6) e sono
riconducibili al rapporto empirico f/R
(2)
(1)
[Hz]
Partendo così dai valori sperimentali di R per tutte le stratigrafie si ricaveranno i valori di
Ln e questi ultimi verranno confrontati con i livelli di calpestio
(3)
[dB]
La relazione (3) è stata elaborata sulle prime 6 stratigrafie e
poi e stata testata sulle successive stratigrafie dalla 7 alla 15.
Dal confronto dei dati è emerso che, in tutti i casi in cui è
presente il controsoffitto (Stratigrafie 7, 8, 9bis e 9ter), la
relazione non viene soddisfatta, mentre per le rimanti stratigrafie il livello di calpestio
calcolato si avvicina a quello
misurato.
[dB]
A titolo di esempio sono riportati altri 4 confronti, di cui uno
con il controsoffitto.
introducendo la correzione
-f/R nella relazione di Heckl
sono i valori calcolati sono
traslati mediamente di 20 dB
rispetto ai valori misurati.
Pertanto si è proceduto ad una
ulteriore modifica della (2) in:
In particolare nella figura 6
è possibile vedere come nel
caso della “Stratigrafia 14i”
(CLT+sottofondo in CCA da
2200 kg/m 3) la relazione (1)
venga rispettata fino a 3150
Hz.
Figura 5 – Confronto tra il livello di calpestio misurato e calcolato con le relazioni (1) (2) e (3) per le stratigrafie 2 e 4
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Figura 6 – Confronto tra il livello di calpestio calcolato con la relazione (1) e misurato per tutte le stratigrafie.
Le linee tratteggiate sono per i solai con i controsoffitti, le linee tratto punto per i rivestimenti a secco.
La stratigrafia 14i è relativa al solo colai in CLT con sottofondo in CCA.
La relazione proposta ha buoni riscontri sia per le stratigrafie a secco sia per quelle con il massetto
umido (fig.6 e 7), per un intervallo
di frequenza compreso tra 800
Hz e 3150 Hz. Quanto proposto
finora deriva da valutazioni puramente empiriche sulla base di
confronti di un set di misure relativamente buono (18 stratigrafie).
Il passo successivo è lo studio e
la verifica supportata dalla teoria
per la creazione di un modello di
calcolo per validare la relazione
che per ora si basa su rapporto
eterogeneo “f/R”. Tuttavia le differenze tra il metodo proposto e le
misure sperimentali del livello di
calpestio se valutate attraverso gli
indici di valutazione Ln,w, risultano ancora più ridotte e contenute
in un intervallo di <3 dB e generalmente sempre sovrastimate.
5. Conclusioni
Gli autori, partendo da una serie
di verifiche in laboratorio del potere fonoisolante e del rumore di
calpestio di differenti stratigrafie
tutte basate su un solaio in CLT
di 14 cm, hanno confrontato i dati
relativi a diverse tecniche di posa
in opera dei massetti galleggianti,
sia a secco sia umidi. Hanno inoltre verificato in alcuni casi l’incidenza dei massetti di sottofondo
alleggeriti e non, nell’incremento
del potere fonoisolante e nella ridu-zione del rumore di calpestio,
valutando anche la differenza in
termini di ΔL ottenibili dall’utilizzo di materiali fibrosi e non.
Tabella 5 - Indici di valutazione del livello di rumore di calpestio normalizzato, misurato
e calcolato con la relazione (3). La “Stratigrafia 14i” è stata calcolata con la relazione (1)
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Figura 7 – Confronto tra il livello di calpestio calcolato con le relazioni (1) e (3) e misurato
per le “Stratigrafie 1, 7, 11, 13”. Nella “Stratigrafia 7” è presente il controsoffitto.
L’articolo propone una prima
ipotesi di estensione della validità
della relazione di Heckl che lega il
potere fonoisolante al livello normalizzato di calpestio.
Questo primo tentativo è basato
sull’evidenza che superata la frequenza di 800~1000 Hz la differenza tra i valori calcolati secondo la formula di Heckl e quelli
misurati presenta una pendenza
costante. Partendo da queste considerazioni si stanno intraprendendo studi rigorosi sulla verifica
analitica e statistica dei risultati
ottenuti.
Luca Barbaresi,
Dario D’Orazio, Massimo Garai,
DIN, Università di Bologna, Bologna.
Gloria Cagali,
Ingegnere Libero professionista, Verona.
Elmar Tapfer,
TopHaus AG / S.p.A., Bressanone (BZ)
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6. Bibliografia
[1] Heckl, M., Rathe, E.J., “Relationship
between the transmission loss and the impact noise insulation of floor structures”,
JASA 35 (1963), 1825-1830
[2] UNI EN 12354-2:2002 Building
Acoustics - Estimation of acoustic performance of buildings from the performance of elements, Part 2: Impact sound
insulation between rooms.
[3] UNI EN ISO 10140-2:2010 Acustica
- Misurazione in laboratorio dell’isolamento acustico di edifici e di elementi di
edificio - Part 2: Misurazione dell’isolamento acustico per via aerea.
[4] UNI EN ISO 10140-3:2015 Acustica
- Misurazione in laboratorio dell’isolamento acustico di edifici e di elementi di
edificio - Parte 3: Misurazione dell’isolamento del rumore da calpestio.
[5] UNI EN ISO 10140-5:2014 Acustica
- Misurazione in laboratorio dell’isolamento acustico di edifici e di elementi di
edificio - Parte 5: Requisiti per le apparecchia-ture e le strutture di prova.
[6] UNI EN 29052-1:1993 Acustica.
Determinazione della rigidità dinamica.
Mate-riali utilizzati sotto i pavimenti galleggianti negli edifici residenziali.
[7] UNI EN 29053:1994 Acustica. Mate-
51
riali per applicazioni acustiche. Determina-zione della resistenza al flusso d’aria.
[8] UNI EN 1606:2013 Isolanti termici
per edilizia - Determinazione dello scorri-mento viscoso a compressione.
[9] UNI EN 1015-11:2007 Metodi di
prova per malte per opere murarie - Parte 11: Determinazione della resistenza
a flessione e a compressione della malta
indurita.
[10] Granzotto, N., Rinaldi, C., “Analisi del livello di calpestio e potere fonoisolante di solai con struttura portante in
laterocemento, in laboratorio e in opera.
Atti del 39° Convegno Nazionale A.I.A.,
Roma, 2012
7. Ringraziamenti
Gli autori vogliono ringraziare in particolare l’ing Andrea Incerti e l’ing. Alice Paolini per il supporto ricevuto nelle
prove sui materiali e Francesca Di Nocco
per la preziosa e costante collaborazione
nello svolgimento delle misure.
I dati contenuti nell’articolo sono frutto
di una consulenza svolta nell’ambito del
CIRI Edilizia e Costruzioni - Rete alta
tecnologia dell’Emilia Romagna per la
TopHaus AG / S.p.A., Bressanone (BZ).
giugno 2016
QUAL È L’ATTUALE SITUAZIONE NORMATIVA
IN ACUSTICA EDILIZIA?
A cura dello Staff ANIT
Sul tema dei requisiti acustici
passivi esistono documenti di
legge che impongono limiti da
rispettare e norme tecniche che
spiegano come calcolare e misurare in opera le prestazioni
degli edifici.
Di seguito sintetizziamo l’attuale situazione legislativa e
normativa. Sul sito www.anit.it
, nella sezione Leggi e norme, è
possibile consultare gli elenchi
normativi sempre aggiornati e
scaricare documenti aggiuntivi. I Soci ANIT inoltre possono
approfondire la tematica scaricando dal sito specifiche GUIDE ANIT.
Limiti di legge da rispettare: DPCM 5-12-1997
Il D.P.C.M. 5-12-1997 è il decreto di riferimento per l’acustica in edilizia. Definisce i
limiti da rispettare in merito
a: isolamento dai rumori tra
differenti unità immobiliari,
isolamento dai rumori esterni,
isolamento dai rumori di calpestio, isolamento dai rumori degli impianti, tempo di riverbero
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di aule scolastiche e palestre. Il
decreto è attualmente in vigore
e i parametri in esso definiti devono essere rispettati in opera,
ad edificio ultimato.
Segnaliamo che il Governo ha
avuto delega dalla “Legge Europea 2013 bis” per pubblicare,
entro il 25 novembre 2016, un
decreto legislativo per la “semplificazione delle procedure autorizzative in materia di requisiti acustici passivi degli edifici”.
Come progettare
i requisiti acustici passivi
e la qualità acustica degli
ambienti
Le norme UNI EN 12354 spiegano come progettare le prestazioni acustiche degli edifici. In
particolare la Parte 1 riguarda
l’isolamento dai rumori aerei
tra ambienti, la Parte 2 l’isolamento acustico al calpestio, la
Parte 3 l’isolamento delle facciate, la Parte 4 la trasmissione
del rumore dall’interno all’esterno degli edifici, la Parte 5
il rumore degli impianti tecnici
e la Parte 6 la qualità acustica
52
interna degli ambienti (Tempo
di riverbero).
Il Gruppo europeo CEN/TC
126/WG2 “Prediction of the
acoustic performance of buildings from the performance of
elements” sta revisionando le
norme EN 12354.
La pubblicazione delle nuove
norme è prevista per la fine
del 2016. I modelli di calcolo
verranno in parte modificati e
questo comporterà la necessità
di aggiornare i software di calcolo in circolazione. ANIT ad
esempio adeguerà il software
ECHO, a disposizione di tutti
gli associati.
Il rapporto tecnico italiano
UNI TR 11175 riprende i modelli di calcolo delle UNI EN
12354 applicandoli alla tipologia costruttiva nazionale. Il
gruppo di lavoro UNI SC1/
GL4 sta revisionando il documento in funzione delle nuove
12354. In particolare verranno
aggiornate le formule di calcolo
e sarà ristrutturata la sezione finale (Appendice B) contenente
giugno 2016
GUIDA ANIT
REQUISITI ACUSTICI PASSIVI
E CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEGLI EDIFICI
GUIDA ANIT DI APPROFONDIMENTO TECNICO
Giugno 2016
Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte di questo documento può essere riprodotta o divulgata senza l’autorizzazione scritta di ANIT.
ANIT - Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico
www.anit.it
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giugno 2016
LINEE GUIDA SULLE PRESTAZIONI
DEI MATERIALI RESILIENTI
GUIDA ANIT DI APPROFONDIMENTO TECNICO
Marzo 2016
Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte di questo documento può essere riprodotta o divulgata senza l’autorizzazione scritta di ANIT.
ANIT - Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico
www.anit.it
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giugno 2016
i “Dati di calcolo”. ANIT sta
coordinando i lavori sull’Appendice B.
La norma UNI 11532 spiega
invece come determinare le caratteristiche acustiche interne
degli ambienti e indica i limiti
da rispettare riportati in documenti nazionali e stranieri. Anche questa norma è in revisione
da parte del gruppo UNI SC1/
GL7.
Come classificare
acusticamente le
unità immobiliari
La UNI 11367 è la norma italiana che spiega la procedura
per determinare la classe acustica delle unità immobiliari e
propone, nell’Appendice A, i
valori da rispettare per le caratteristiche acustiche interne
degli ambienti: tempo di riverbero (T), chiarezza (C50) e indice di trasmissione del parlato
(STI).
Segnaliamo che è attivo il gruppo internazionale ISO/TC 43/
SC 2/WG 29 “Acoustic classification scheme for buildings”,
che sta elaborando una norma
per la classificazione acustica
degli edifici a livello mondiale. I lavori sono in corso e attualmente non si conosce quale
sarà la data di pubblicazione
del documento.
Come misurare in opera
i parametri acustici
Le UNI EN ISO 16283 definiscono le tecniche di misura
dei requisiti acustici passivi. La
Parte 1 riguarda l’isolamento
acustico per via aerea, la Parte 2 l’isolamento dal rumore di
calpestio, la Parte 3 l’isolamen-
neo-Eubios 56
to acustico di facciata. Le norme, alcune pubblicate in questi
mesi, hanno introdotto nuove
specifiche nelle procedure di
rilevazione ed hanno sostituito
le precedenti UNI EN ISO 140
parti 4, 5, 7 e 14 (in vigore fino
a inizio 2014).
Il rumore degli impianti tecnologici può essere determinato
utilizzando le norme UNI EN
ISO 16032 e UNI 8199. Segnaliamo che la UNI 8199 è attualmente in revisione. Una bozza
di nuova norma italiana sulla
misura del rumore da impianti verrà molto probabilmente
pubblicata nei prossimi mesi.
Conclusioni
Nei paragrafi precedenti abbiamo cercato di illustrare come
il panorama legislativo e normativo nel campo dell’acustica
edilizia stia subendo, in molti
casi, varie modifiche e aggiornamenti.
I Soci ANIT sono costantemente
informati sull’argomento attraverso le GUIDE ANIT e specifiche email informative.
Le UNI EN ISO 3382 spiegano
come misurare i parametri acustici degli ambienti (ad esempio
tempo di riverbero e chiarezza). In particolare la Parte 1 si
applica per le rilevazioni nelle
sale da spettacolo, la Parte 2 riguarda gli ambienti ordinari, la
Parte 3 gli open space.
L’indice di trasmissione del
parlato (STI) può essere invece
determinato seguendo le indicazioni della IEC 60268-16.
Posa in opera “acustica”
di sistemi costruttivi
Esistono due norme che forniscono indicazioni sulla corretta
posa in opera di sistemi costruttivi per limitare problematiche
di trasmissione dei rumori.
La norma UNI 11296 spiega
come posare i serramenti per
limitare i rumori esterni, la
UNI 11516 analizza la posa dei
sistemi di pavimentazione galleggiante per ridurre i rumori
da calpestio.
Anche la UNI 11296 è attualmente in revisione da parte del
gruppo UNI SC1/GL8
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r e c e n s i o n i
Letture e visioni consigliate
EMMA E IL MISTERO DEL CATINO DI CRISTALLO
di Paolo Ghelfi, Federico Platania e Corrado Mastantuono (illustrazioni)
Axpo Italia, Genova 2015
136 pagine, 4,90 euro (su Amazon.it)
ISBN: 979-1220004091
Cosa c’è dietro al criptico messaggio trasmesso da un anonimo hacker al Fab
Lab di Lucca? Chi sono i misteriosi uomini che, occultati tra la folla, seguono le
mosse di Emma e dei suoi amici? Perché si perdono nei sotterranei di Genova?
Che c’entra la leggenda del Sacro Graal con la stampante 3D del laboratorio?
Il mondo dei Maker si intreccia con misteri e antiche reliquie, mentre la moderna
tecnologia digitale rilegge i simboli degli antichi ordini cavallereschi. Con un
finale che nessuno è riuscito a prevedere. Nemmeno il saccente e ieratico Maestro
della setta. Al movimento dei Fab Lab e dei Maker (artigiani digitali) è dedicato il racconto “Emma e il mistero
del catino di cristallo” che raccoglie, nella duplice forma narrativa e informativa, una serie di spunti e osservazioni
sul fenomeno stesso e sui più ampi processi economici che anticipa o interpreta. Questa iniziativa editoriale si
affianca a una gara tecnologica internazionale (Smart EMMA - Energy Monitoring & Management Applications)
che vede protagonisti proprio i Fab Lab e che ha come tema l’energia. La prefazione del racconto è di Jean
Michel Molennaar, Co-Fondatore di Fab Economy e Direttore di Fab Connections, l’organizzazione che
promuove lo sviluppo dei laboratori indipendenti e della cultura dell’open-source tecnologico.
La postfazione del racconto è invece di Antonio Sileo, ricercatore IEFE-Università Bocconi, direttore
dell’Osservatorio Innov-E sull’innovazione energetica dell’I-Com, Istituto per la Competitività, pubblicista
ed editorialista della Staffetta Quotidiana.
LE BABUSHKE DI CHERNOBYL
di Holly Morris e Anne Bogart
USA 2015, 70’
Vincitore del XIX Festival CinemAmbiente, Torino 2016
Nel trentennale del disastro di Chernobyl, il documentario - Vincitore al XIX
Festival CinemAmbiente di Torino - racconta la strenua resistenza delle donne
(le babushkas appunto, termine che in russo indica le nonne o, per estensione,
le donne anziane), che caparbiamente e contro ogni divieto o raccomandazione
del Governo, sono tornate a vivere nella loro amata terra d’origine.
Si tratta della cosiddetta “dead o exclusion zone” che circonda la celeberrima
centrale, teatro dello scoppio dell’altrettanto famoso reattore nel 1986. Qui
trascorrono scanzonate, tra le radiazioni, gli anni che restano loro da vivere.
L’approccio originale del documentario gli è valso il plauso delle più autorevoli testate a livello mondiale.
Sebbene le premesse possano risultare angoscianti, il film riesce a far emergere la speranza e la voglia di vivere
di chi testardamente continua ad abitare ed essere orgoglioso della propria terra.
Il territorio letale in questione, una delle aree più radioattive del Pianeta, è condiviso con altri clandestini tra
cui scienziati, militari o amanti del pericolo, che vi si addentrano inseguendo ciascuno la propria personale
fantasia. Uomini e donne che hanno deciso di tornare in queste terre dopo il disastro, sfidando le autorità e a
rischio della loro stessa vita, e che, come i lupi, le alci e i cinghiali ricomparsi nelle foreste della zona,
sono un vero e proprio simbolo della capacità di sopravvivenza della natura stessa.
http://thebabushkasofchernobyl.com/
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r e c e n s i o n i
Luoghi e Culture
THE FLOATING PIERS
CHRISTO AND JEANNE-CLAUDE
Lago d’Iseo, Italia 2016
Il Progetto
The Floating Piers, il nuovo progetto di Christo in Italia, reinterpreterà il Lago d’Iseo per 16 giorni dal 18
giugno al 3 luglio 2016. 70.000 metri quadri di tessuto giallo cangiante, sostenuti da un sistema modulare di
pontili galleggianti formato da 200.000 cubi in polietilene ad alta densità, comporranno un’ installazione che si
svilupperà a pelo d’acqua seguendo il movimento delle onde.
L’Esperienza
I visitatori potranno fruire del lavoro percorrendo la sua intera lunghezza, che si sviluppa in circolo da Sulzano
a Monte Isola e poi fino all’isola di San Paolo. Dalle montagne che circondano il lago si potrà avere uno sguardo
“a volo d’uccello” su The Floating Piers osservandone angoli nascosti e prospettive inaspettate.
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Luoghi e Culture
Il Pontile
The Floating Piers creerà sulle acque del Lago di Iseo un percorso pedonale di 3 kilometri composto da pontili
larghi 16 metri e alti 50 centimetri dai bordi degradanti. Il tessuto si svilupperà per altri 1,5 kilometri lungo la
strada pedonale tra Sulzano e Peschiera Maraglio.
Il Racconto
Tra la primavera e l’estate del 2014 Christo, insieme a Vladimir Yavachev - operations manager, Wolfgang Volz
- project manager, Josy Kraft – registrar e curatore, hanno esplorato diversi laghi del nord Italia e, insieme al
Project Director Germano Celant, hanno ritenuto che il Lago d’Iseo - a 100 km ad est di Milano e 200km ad
ovest di Venezia - fosse il luogo più adatto e di grande ispirazione.
The Floating Piers sarà il primo progetto su larga scala dai tempi di The Gates, realizzato da Christo e JeanneClaude nel 2005. Come tutti i loro lavori, i fondi per la realizzazione di questa opera provengono interamente
dalla vendita delle opere di Christo. Dopo i 16 giorni tutte le componenti dell’opera verranno rimosse e dismesse attraverso un processo industriale di riciclaggio.
Christo e Jeanne-Claude hanno realizzato in Italia molti progetti nella loro carriera creativa: Wrapped Fountain
e Wrapped Medieval Tower a Spoleto, 1968; Wrapped Monuments a Milano, 1970; e The Wall, Wrapped Roman Wall a Roma, 1974. Dopo oltre 40 anni dall’ultimo progetto, Christo è entusiasta di poter lavorare ancora
in Italia.
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Luoghi e Culture
Dati del progetto
• 220.000 cubi creano i 3 chilometri di The Floating Piers.
• 220.000 perni tengono insieme i cubi.
• 200 ancore del peso di 5,5 tonnellate l’una mantengono i 16 metri
di larghezza del pontile in posizione.
• 37.000 metri di corda connettono gli ancoraggi al pontile.
• 70.000 mq di feltro ricoprono i pontili e le strade al di sotto del tessuto.
• 100.000 mq di tessuto coprono i 3 chilometri di pontile e
2,5 chilometri di strada.
• 2,7 milioni di litri d’acqua riempiono le sponde inclinate.
Gli Artisti
Christo (nato nel 1935) e Jeanne-Claude (1935-2009)
hanno creato insieme alcune delle opere visivamente più spettacolari
del XX e del XXI secolo.
Dai primi oggetti impacchettati ai progetti monumentali all’aperto,
tra cui ricordiamo Valley Curtainin Colorado (1970-1972),
Running Fence in California (1972-1976), Surrounded Islands a Miami
(1980-1983), The Pont Neuf Wrapped a Parigi (1975-1985),
The Umbrellas in Giappone e in California (1984-1991),
Wrapped Reichstag a Berlino (1972-1995) e The Gates a Central Park,
New York (1979-2005), gli artisti hanno superato i limiti tradizionali
della pittura, della scultura e dell’architettura. Insieme hanno cambiato
il concetto stesso di “arte pubblica” creando opere temporanee dalla
durata volutamente effimera.
http://www.thefloatingpiers.com
© Tutte le immagini del presente articolo sono protette da Copyright Christo 2016 e tratte dal sito www.thefloatingpiers.com.
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c o r s i
L’OBBLIGO ALLA FORMAZIONE CONTINUA!
Col 2014 è entrato in vigore l’obbligo alla formazione continua per tutte le categorie professionali
a cui sono rivolti gli eventi ANIT, ovvero Ingegneri, Architetti, Geometri e Periti.
L’unità di misura della formazione professionale continua è il Credito Formativo Professionale
(detto anche CFP).
Di seguito il punto della situazione.
• Ingegneri
Da gennaio 2014 ogni iscritto all’albo deve essere in possesso di un minimo di 30 CFP.
Si parte con l’attribuzione forfettaria di 60 CFP a tutti gli iscritti e ogni anno vengono scalati 30 CFP.
Le attività che consentono l’ottenimento di CFP riguardano la partecipazione a corsi e convegni accreditati dal CNI, ma anche altre attività come l’aggiornamento legato alla propria professione (se dimostrabile), le pubblicazioni qualificate, le docenze, i brevetti, ecc.
ANIT è stata autorizzata dal CNI a svolgere attività formativa (da luglio 2015), le attività in programma
consentono pertanto l’attribuzione di CFP a tutti gli ingegneri partecipanti”.
• Architetti
I nuovi regolamenti sono entrati a regime a gennaio 2014 dopo un inizio sperimentale avviato nell’autunno 2013. Ad oggi ogni architetto deve ottenere 60 CFP nel triennio 2014-2016 con un minimo di 15
CFP in ciascun anno di cui almeno 4 CFP all’anno sul tema della deontologia-compensi-ordinamento
professionale. I crediti sono attribuiti dal CNAPPC assegnando circa 1 CFP per ogni ora di formazione.
Eventi ANIT: ANIT è stata autorizzata dal CNAPPC a svolgere attività formativa (da luglio 2014), le
iniziative in programma pertanto consento l’attribuzione di CFP a tutti gli architetti partecipanti.
• Geometri
Per i geometri la formazione continua obbligatoria è entrata in vigore dal gennaio 2010. Ogni iscritto
deve maturare un certo numero di CFP nell’arco di un quinquennio (il primo va dal 2010 al 2015), col
rispetto di un minimo di crediti annuali in funzione degli anni di anzianità di iscrizione all’Albo. L’attribuzione di crediti per le singole iniziative formative è subordinata ad un accreditamento delle stesse
presso i Collegi territoriali competenti o presso il CNG.
Eventi ANIT: abbiamo inviato domanda al CNG per il riconoscimento quale ente di formazione accreditati. In caso di risposta positiva sarà possibile attribuire CFP agli eventi in calendario. Segnaliamo che
alcune iniziative risultano già accreditate grazie alla collaborazione territoriale con i Collegi provinciali.
• Periti Industriali
Il CNPI ha approvato il nuovo regolamento sulla formazione obbligatoria che prevede dal 1° gennaio
2014 per ogni perito industriale l’impegno a ottenere nell’arco temporale di 5 anni 120 CFP con un
minimo di 15 CFP all’anno di cui 3 CFP all’anno sui temi dell’etica, sulla deontologia e in materia
previdenziale.
Eventi ANIT: ANIT è stata autorizzata dal CNPI a svolgere attività formativa (da settembre 2014), le
iniziative in programma pertanto consento l’attribuzione di CFP a tutti i periti industriali partecipanti.
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per valutare i serramenti ai fini della valutazione del coefficiente
di trasmissione solare ggl+sh e della trasmittanza termica Uw.
CON APOLLO 1 È POSSIBILE:
• Progettare e verificare le caratteristiche termiche e di comportamento
rispetto alla radiazione solare dei serramenti per il rispetto dei requisiti
del DM 26/06/2015 e per la redazione dei APE
• Valutare il valore di trasmittanza termica del vano serramento Uw
in accordo con norma di calcolo UNI EN 10077
• Valutare il valore di coefficiente di trasmissione solare totale ggl+sh
con e senza schermature mobili in utilizzo, in riferimento
alle norme UNI TS 11300-1 e UN EN 13363-1
IL SOFTWARE APOLLO 1 DIALOGA INOLTRE CON IL SOFTWARE LETO 3
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acustica dell’edificio. I Soci ANIT hanno la possibilità di scaricare la SUITE ANIT, una raccolta di software per
la professione comprendente: ECHO, PAN, IRIS e LETO. La SUITE ANIT è attiva durante l’anno di Associazione
e si riattiva con il rinnovo. Sono compresi gli aggiornamenti dei singoli software elaborati durante l’anno.
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Requisiti acustici passivi e classificazione acustica delle unità immobiliari.
- Progettazione e verifica delle caratteristiche acustiche
degli edifici, secondo il DPCM 5.12.97.
- I calcoli sono eseguiti per indici di valutazione.
- Determinazione della classe acustica dell’unità immobiliare.
L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente.
Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.
Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - [email protected]
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Analisi termica, igrometrica e dinamica dell’involucro opaco.
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Calcolo dei parametri estivi ed invernali delle strutture opache
Trasmittanza EN ISO 6946;
Attenuazione e sfasamento la UNI EN ISO 13786;
Verifica termo-igrometrica secondo UNI EN ISO 13788;
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Software IRIS 3
Software ANIT
Sviluppato da TEP s.r.l.
IRIS 3
- Calcolo dei Ponti Termici agli elementi finiti
- Calcolo del rischio di condensa e muffa
Calcolo dei ponti termici agli elementi finiti secondo UNI EN ISO 10211.
Verifica del coefficiente ψ e del rischio di muffa e condensa.
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Analisi del fabbisogno energetico degli edifici
secondo le UNI/TS 11300 parte 1:2014, 2:2014, 3:2010 e 4:2012
L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente.
Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.
Sofware per il calcolo del fabbisogno energetico degli edifici secondo
UNI/TS 11300 parte 1,2,3 e 4 (aggiornato al DM 26/6/15)
La versione di Leto è stata protocollata al CTI e quindi impiegabile
ai fini della certificazione energetica e della compilazione
delle Legge 10/91.
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Software ANIT
Sviluppato da TEP s.r.l.
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Analisi dell’involucro trasparente e controllo delle schermature.
- Calcolo del valore di trasmittanza termica del serramento
Uw in accordo con norma di calcolo UNI EN 10077-1
- Calcolo del valore di coefficiente di trasmissione solare totale
ggl+sh secondo UNI EN 133363-1
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energetica applicata
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delle unità immobiliari
- L’inquadramento legislativo.
- L’influenza dei materiali
e del colore.
- Caratteristiche termiche
dinamiche delle pareti.
- Facciate e coperture ventilate.
- La valutazione della
temperatura interna.
Vengono spiegati i contenuti
della norma UNI 11367/2010
che definisce per la prima
volta in Italia le procedure per
classificare acusticamente le
unita’ immobiliari sulla base
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Neo-Eubios è «La rivista» per l’isolamento termico e acustico.
Si rivolge ai professionisti con un taglio scientifico e approfondito
e prevede 4 uscite ogni anno.
I SOCI possono accedere a tutti gli strumenti effettuando il LOGIN
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Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per
ottenere software, chiarimenti tecnici e Guide ANIT.
Tutti i servizi sono attivi durante i 12 mesi di associazione.
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Chi è ANIT
ANIT è l’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico.
Fondata nel 1984, essa fornisce i seguenti servizi:
- stabilisce un centro comune di relazione tra gli associati;
- promuove e diffonde la normativa legislativa e tecnica;
- assicura i collegamenti con le personalità e gli organismi italiani ed esteri interessati alle
problematiche di energetica e acustica in edilizia;
- effettua e promuove ricerche e studi di carattere tecnico, normativo, economico e di mercato;
- fornisce informazioni, consulenze, servizi riguardanti l’isolamento termico ed acustico
ed argomenti affini;
- organizza gruppi di lavoro all’interno dei quali i soci hanno la possibilità di confrontare
le proprie idee sui temi dell’isolamento termico e acustico;
- diffonde la corretta informazione sull’isolamento termico e acustico;
- realizza e sviluppa strumenti di lavoro per il mondo professionale quali software applicativi e manuali.
I SOCI
Sono soci ANIT individuali: professionisti, studi di progettazione e tecnici del settore.
Ogni Socio può, a titolo gratuito, promuovere localmente la presenza e le attività dell’Associazione.
Sono Soci Onorari: Enti pubblici e privati, Università, Ordini professionali, ecc.
Sono Soci Azienda: produttori di materiali e sistemi del settore dell’isolamento termico e/o acustico.
Tutti i soci ricevono comunicazione delle novità delle normative legislative e tecniche, delle attività
dell’Associazione - in tema di risparmio energetico, acustica, e protezione dal fuoco - oltre che gli
strumenti e i servizi forniti quali volumi, software, e sconti.
LE PUBBLICAZIONI
ANIT mette a disposizione volumi di approfondimento e di supporto alla professione, manuali divulgativi,
sintesi di chiarimento della legislazione vigente per i requisiti acustici passivi degli edifici e per l’efficienza
energetica degli edifici, scaricabili dal sito internet (per i soli Soci) e distribuite gratuitamente in occasione
degli incontri e dei convegni ANIT.
I CONVEGNI
ANIT organizza convegni e incontri tecnici di aggiornamento GRATUITI per gli addetti del settore.
Gli incontri vengono organizzati in tutta Italia presso gli Ordini professionali, le Provincie e i Comuni
sensibili alle tematiche del risparmio energetico e dell’acustica in edilizia.
Ad ogni incontro viene fornita documentazione tecnica e divulgativa fornita dalle Aziende associate ANIT.
Maggiori info su
www.anit.it
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neo-EUBIOS
Periodico trimestrale
anno XVII - n. 56
Giugno 2016
Direttore Responsabile
Susanna Mammi
Redazione
TEP s.r.l.
Via Savona 1/B
20144 Milano
tel 02/89415126
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Claudio Grazioli
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Editoriale Periodica Specializzata
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n. 524 del 24/7/1999
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può essere riprodotta in
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