3 ottobre 2010 – 5° dopo il martirio di SGB
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3 ottobre 2010 – 5° dopo il martirio di SGB
3 ottobre 2010 – 5° dopo il martirio di SGB 8.30 – 11.30 “A voi che ascoltate io dico…”. Sia lodato Gesù Cristo! Dobbiamo dichiarare subito, fratelli miei, che cosa vogliamo fare. Gesù ci ha detto all’inizio di questo Vangelo: A voi che mi ascoltate io dico… Dobbiamo dire a Gesù se siamo pronti e disposti ad ascoltarlo: perché ci interessa quello che ci vuole dire. Proviamo? Parlaci, Gesù: noi siamo pronti ad ascoltarti! Io vi dico: amate i vostri nemici… Se amate quelli che vi amano, perché pensate di meritarvi qualche ringraziamento? E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, perché pensate di meritarvi qualche ringraziamento? Amate i vostri nemici… Chi è il mio nemico: è colui che non mi vuol bene, che non mi stima, che non è misericordioso con me, colui che tiene rancore, che non mi perdonerebbe mai un torto che gli ho procurato: forse anche colui che mi farebbe del male per vendicarsi, per togliersi una soddisfazione, per prevalere su di me, per dimostrare a se stesso che è più bravo di me, che non ha bisogno di me, che non crede che sono disposto a perdonarli e a chiedere perono: uno così che sarebbe disposto a farmi del male è un mio nemico. Dice Gesù: tu lo amerai per primo: perché se lo anticipi con il tuo amore, lui non sarà tentato (o la sarà di meno) di farti del male. Freud, il padre della moderna psicologia, diceva: “E’ impossibile amare i nemici!”. Ma se Gesù dice che è possibile, allora lo farò (io credo di più a Gesù che non a Freud!). Perché nulla è impossibile presso Dio. Se tutti amassero i loro nemici, non ci sarebbero più nemici sulla terra. “Porgi l’altra guancia”, dice Gesù: se tutti porgessero l’altra guancia, non ci sarebbero più guance da colpire. Vi ricordate il primo assassinio raccolto nelle Sante Scritture: Caino uccide Abele. Dio chiese a Caino: Che cosa hai fatto a tuo fratello Abele? Oggi il Signore chiederebbe a ciascuno di noi: Che cosa ne hai fatto di tuo fratello Caino? Su questa terra ci sono uomini e donne che vogliono vivere come Gesù, noi cristiani. Non ostante tutti i nostri sbagli, anche oggi siamo a Messa perché la Parola di Gesù, il suo perdono, il suo Pane ci diano forza per vivere come Gesù, per amare, per perdonare, per prenderci cura degli altri, come Gesù si prende cura di noi e di ogni nostro fratello. Noi siamo al mondo, abitanti di questa terra, non per vendicare Abele, ma per prenderci cura di Caino, per custodirlo,per difenderlo. La terra sarà nuova quando le vittime si prenderanno cura dei loro carnefici. Quando Abele e tutti coloro come lui si prenderanno cura e si faranno prossimo al loro uccisore, allora il Regno di Dio sarà davvero vicino, anzi dentro il cuore di ogni uomo. Don Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia nel 1993. Vi ricordate che cosa disse questo sacerdote coraggioso ai suoi assassini? “Vi aspettavo!”. Quasi a dire: a me non avete fatto nulla per cui debbo difendermi da voi , non si sono armato per impedirvi di uccidermi: vi aspettavo! Si spetta solo colui che tu ami Tanti di voi si ricorderanno che nel marzo 1996 in Algeria vennero rapiti 7 monaci dal loro convento, tenuti prigionieri per due mesi e poi tutti e sette sgozzati vivi. Il loro priore, nel suo testamento spirituale, un paio di anni prima scriveva: “Se mi capitasse un giorno di esser vittima di una violenza, vorrei avere quell’attimo di lucidità, che mi permettesse di chiedere perdono a Dio dei miei errori e il perdono dei miei fratelli, e nel tempo stesso la forza di perdonare con tutto il cuore chi mi avesse colpito. Voglio dire che non mi auguro questa morte. Non vedo infatti come potrei essere contento del fatto che questo popolo, che io amo più della mia vita, sia accusato del mio assassinio. E tu, amico dell’ultimo minuto, che non avrai saputo quel che facevi. Sì, anche per te voglio questo grazie e che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due”. Gesù non chiama discepoli a seguirlo soltanto gli eroi, ma ogni uomo vero: Ciò che volete per voi, fatelo voi agli altri. Io imparo ciò che debbo fare agli altri, ascoltando il mio desiderio: ciò che io desidero per me perché la mia vita sia bella, felice. Ciò che desidero per me è questo: voglio essere amato, stimato; voglio che qualcuno mi benedica, che si preghi per me, voglio che si abbia fiducia in me e che mi si perdoni sempre; che mi si incoraggi, che si apprezzi il poco che ho di buono e che non si faccia tropo conto di ciò che ho di cattivo. Io desidero tutto questo per me: per questo, se ascolto Gesù, tutto questo lo farò per ciascuno di voi! Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro. Questa è la santità cristiana: la misericordia che trasforma i rapporti e supera ogni ostacolo.