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Sound and Music - Novità discografiche OTTOBRE 2010
I migliori 30 anni
della discografia
indipendente
Columns - OTTOBRE 2010
In questo numero…
Hyperion
CPO
Gimell
Chandos
LSO
Testament
Supraphon
Tactus
Urania
Playa Sound
LINN
Audionautes Recording
Clearaudio
Groove Note
OMR
Pure Pleasure
Speakers Corner
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Disco Catalogo 2011
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L’intervista
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In occasione dei 30 anni dalla nascita
dell’etichetta Hyperion un’ntervista
esclusiva a Simon Perry
Prima scelta
ALESSANDRO SCARLATTI
OPERE SACRE
Gemma Bertagnolli, Adriana Fernandez, Sara Mingardo,
Martin Oro, Furio Zanasi, Antonio Abete, Andrea Coen,
Concerto de’ Cavalieri, Marcello Di Lisa
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THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 9
FERDINAND DAVID
Hagai Shaham, violino
BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins
CDA67804 (CD alto prezzo)
F. David: Concerto n. 4
per violino e orchestra
op. 23; Concerto n. 5 per
violino e orchestra op.
35; Andante e Scherzo
capriccioso per violino e
orchestra op. 16
Oggi Ferdinand David è
conosciuto quasi esclusivamente per essere stato
il dedicatario del celebre
concerto per violino e
orchestra di Mendelssohn, che tenne a battesimo nel 1845. Oltre
che un virtuoso di grande temperamento, David fu però anche
un compositore di notevole talento e la Hyperion è orgogliosa di
presentare nel nono volume della collana The Romantic Violin
Concerto tre sue splendide opere per violino e orchestra in prima
registrazione mondiale. Nella vasta produzione di David si contano tra le altre cose due sinfonie, cinque concerti per violino e
orchestra, un sestetto per archi, alcuni quartetti per archi, un gran
numero di variazioni, studi per violino solo, opere corali e Lieder
per voce e pianoforte. Queste opere riscossero un grandissimo
successo durante la vita di David e la loro riscoperta ha consentito
al pubblico di ascoltare una musica stilisticamente impeccabile e
di straordinaria piacevolezza. Tenendo conto dello stretto legame
che unì Mendelssohn a David, non ci si può certo stupire del fatto
che la musica di quest’ultimo sia pervasa da un’aura squisitamente mendelssohniana, dalla quale discende da un lato l’assoluta
padronanza delle strutture proprie dello stile classico e dall’altro
una scrittura ricca di brillantezza e di sentimento. Protagonista
della collana Romantic Violin Concerto e apprezzato interprete
del repertorio virtuosistico del XIX secolo, Hagai Shaham esegue
queste opere con la vitalità e la verve che gli sono proprie ed è accompagnato da una BBC Scottish Symphony Orchestra in forma
smagliante diretta con piglio e molto buon gusto da un ispirato
Martyn Brabbins.
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CPO777476
Già disponibile:
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THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 6
JENŐ HUBAY
CONCERTI PER VIOLINO E ORCHESTRA N. 1 E N. 2
Hagai Shaham, violino
BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins
CDA67498 (CD alto prezzo)
GRAMOPHONE CRITICS’ CHOICE
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Columns - OTTOBRE 2010
AA.VV.
ORGAN FIREWORKS – VOL. 14
Christopher Herrick, organo della Town Hall di Melbourne
CDA67758 (CD alto prezzo)
G. Verdi: Marcia trionfale dell’Aida (arrangiamento: Edwin Lemare e Christopher Herrick) P. Spicer: Fanfares and Dances C.
Franck: Pièce héroïque
M37 I. Farrington:
Animal Parade M.
Lanquetuit: Toccata in
re maggiore A. Hollins:
Triumphal March S.S.
Wesley: Choral Song and Fugue D. Buck: Variazioni su Old
Folks at Home A. Guilmant: Sonata n. 1 per organo op. 42
Il quattordicesimo volume della monumentale collana Organ Fireworks vede Christopher Herrick seduto alla consolle dell’organo della Town Hall di Melbourne. Come sempre,
l’organista inglese propone una ricchissima silloge di pagine
dai tratti spiccatamente virtuosistici, iniziando nella maniera
più pirotecnica possibile con la mirabolante trascrizione della
Marcia trionfale dell’Aida di Verdi realizzata da Edwin Lemare, alla quale Herrick ha dato una scintillante veste nuova. Tra
le altre opere presentate, meritano di essere citati i brani dei
compositori contemporanei Iain Farrington e Paul Spicer, ai
quali fanno corona alcune delle opere più significative delle
tradizioni organistiche inglese e francese del XIX e XX secolo.
AA.VV.
CONCERTI PER VIOLA E ORCHESTRA
Lawrence Power, viola
Bergen Philharmonic Orchestra, Andrew Litton
CDA67687 (CD alto prezzo)
M. Rózsa: Concerto
per viola e orchestra
op. 37 B. Bartók: Concerto per viola e orchestra Sz 120 (completato
da Tibor Serly) T. Serly: Rapsodia per viola e
orchestra
Considerato uno dei
violisti più carismatici
in circolazione, Lawrence Power prosegue
al fianco della Hyperion la sua esplorazione delle opere per
viola del XX secolo con un nuovo disco di grande interesse.
Delle tre opere di autori ungheresi presentate in questo disco
la più famosa è senza dubbio il Concerto di Béla Bartók, completato dopo la morte dell’autore da Tibor Serly, l’amico un-
gherese più fidato durante il soggiorno americano di Bartók.
Il grande violista inglese William Primrose (che portò anche
a termine la parte della viola solista) tenne a battesimo questo
concerto nella revisione di Serly il 2 dicembre del 1949 con
la Minneapolis Symphony Orchestra diretta da un altro grande musicista ungherese, Antal Dorati. Questo concerto venne
subito salutato come una delle pietre angolari della ristretta
letteratura per viola e orchestra e da allora è diventato uno dei
principali cavalli di battaglia dei violisti. Sebbene non sia del
tutto immune dallo stile di Bartók, la Rapsodia per viola e orchestra di Serly è un’opera elaborata e molto interessante, che
si conclude con un Finale dai tratti irresistibili. Il programma
di questo disco è completato dal più recente Concerto per viola
e orchestra di Miklós Rósza, un’opera estremamente originale,
dai tratti tenebrosamente romantici e dall’ispirazione inconfondibilmente ungherese.
Laurence Power su HYPERION:
WILLIAM WALTON – EDMUND RUBBRA
CONCERTI PER VIOLA E ORCHESTRA
BBC Scottish Symphony Orchestra, Ilan Volkov
CDA67587 (CD alto prezzo)
JOHANNES BRAHMS
INTEGRALE DELLE VARIAZIONI PER PIANOFORTE
Garrick Ohlsson, pianoforte
CDA67777 (2 CD al prezzo di 1)
J. Brahms: Tema e Variazioni in re minore;
Variazioni e fuga su un
tema di Händel op. 24;
Variazioni su un tema
originale op. 21 n. 1;
Variazioni su un canto
popolare ungherese op.
21 n. 2; Variazioni su un
tema di Schumann op.
9; Variazioni su un tema
di Paganini op. 35
Protagonista assoluto di un’integrale delle opere per pianoforte
di Chopin salutata dalla stampa specializzata di tutto il mondo
come uno degli omaggi discografici più significativi nell’anno
che segna il bicentenario della nascita del grande compositore
polacco, Garrick Ohlsson volge la sua attenzione su un altro
ambito della letteratura pianistica romantica tanto importante
quanto misconosciuto, il corpus delle variazioni di Johannes
Brahms. Nelle Variazioni su un tema di Paganini, brano caratterizzato da un virtuosismo pirotecnico eseguito in un gran numero di concorsi pianistici in ogni parte del mondo, il pianista
americano dimostra di possedere una tecnica semplicemente
sensazionale, che va di pari passo con una meravigliosa musicalità, mentre le Variazioni e Fuga su un tema di Händel,
opera di un Brahms ormai giunto all’apice della sua arte, sono
considerate uno dei vertici assoluti del repertorio pianistico del
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Columns - OTTOBRE 2010
XIX secolo. Da segnalare che questo disco contiene anche alcune gemme virtualmente sconosciute, tra cui le incantevoli
Variazioni su un tema originale.
Garrick Ohlsson su HYPERION:
FRYDERYK CHOPIN
INTEGRALE DELLE OPERE PER PIANOFORTE
Garrick Ohlsson, pianoforte
CDS44351/66 (16 CD prezzo speciale)
MUZIO CLEMENTI
INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE – VOL. 6
Howard Shelley, pianoforte
CDA67819 (2 CD al prezzo di 1)
M. Clementi: Sonata
op. 40 n. 1; Sonata op. 40
n. 2; Sonata op. 40 n. 3;
Sonata op. 50 n. 1; Sonata op. 50 n. 2; Sonata op.
50 n. 3 Didone abbandonata
I cinque volumi finora
pubblicati dell’integrale
delle opere pianistiche di
Muzio Clementi portata
avanti con grande maestria da Howard Shelley hanno fatto letteralmente incetta di premi
e hanno dato un contributo determinante alla riscoperta e alla valorizzazione della produzione pianistica del compositore romano.
Purtroppo, nel corso degli anni la produzione di Clementi è stata
relegata in un cantuccio dai suoi grandi rivali (Mozart in primis),
tuttavia – come sa bene chi ha seguito la strepitosa integrale della
Hyperion – le sue sonate migliori non hanno nulla da invidiare
a quelle di Mozart e di Haydn e hanno esercitato un’influenza
tutt’altro che trascurabile sullo stile del giovane Beethoven. Il
sesto e ultimo volume di questa serie contiene alcune delle opere più complesse, virtuosistiche e di ampio respiro che Clementi
abbia mai scritto per il pianoforte, lavori concepiti per le raffinate
sale concertistiche londinesi, per i grandi pianisti e l’elegante e
competentissimo pubblico a cavallo tra la fine del XVIII e l’inizio
del XIX secolo.
AA.VV.
IKON II
Holst Singers, Stephen Layton, direttore
CDA67756 (CD alto prezzo)
N. Golovanov: Otche nash (Padre Nostro) P. Chesnokov: Spasenie sodelal (La Salvezza è giunta); Da ispravitsya molitva moya
(La mia preghiera giunga sino a te); Dukh Tvoy blagiy (Possa il
Tuo spirito benigno); Blagoslovi, dushe moya, Gospoda (Benedici
il Signore, anima mia); Raduytesya, pravednii, o Gospode (Esultate nel Signore, o voi giusti); Ne imamï inïya pomoshchi (Non
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abbiamo altro aiuto); O Tebe raduetsya (Tutta la Creazione esulta
in Te) A. Grechaninov: Vecheri Tvoeya taynïya (Della Tua mistica cena) K. Shvedov: Kheruvimskaya pesn (Inno dei Cherubini);
Trisviatoye (La Santa Trinità) P.I. Ciaikovsky: Priidite, poklonimsya (Venite adoriamo) V. Kalinnikov: Priidite, poklonimsya
(Venite adoriamo); Tebe poem (Ti glorifichiamo); Bogoroditse
Devo (Gioisci, o Vergine Maria); Tebe poem (Ti glorifichiamo)
N. Tolstiakov: Blagoslovi, dushe moya, Gospoda (Benedici il
Signore, anima mia) N. Rimsky-Korsakov: Otche nash (Padre
Nostro) S. Rachmaninov: Bogoroditse Devo (Gioisci, o Vergine
Maria) M. Balakirev: Da molchit vsyakaya plot (Tutti gli uomini
rimangano in silenzio) A. Kastalsky: Svete tikhiy (Luce radiosa)
C. Cui: Pesn’ Presvyatïya Bogoroditsï (Canto della santissima
Theotokos; Magnificat)
Nel 1997 gli Holst Singer
e Stephen Layton realizzarono un disco che divenne immediatamente
un oggetto di culto e uno
dei titoli più venduti in
assoluto quell’anno. Con
la sua meravigliosa antologia di brani corali di
autori russi del XIX e
XX secolo, Ikon ha saputo stregare un pubblico
incredibilmente vasto con una bellezza semplicemente grandiosa
e oggi gli stessi interpreti propongono Ikon II. Sebbene la maggior
parte delle opere eseguite in questo disco sia stata scritta da autori
pressoché sconosciuti, lo straordinario fascino di questa musica
non potrà che lasciarvi a bocca aperta.
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Già disponibile:
AA.VV.
IKON
Holst Singers, Stephen Layton, direttore
CDA66928 (CD alto prezzo)
PIETRO LOCATELLI
L’ARTE DEL VIOLINO
Elizabeth Wallfisch, violino
The Raglan Baroque Players, Nicholas Kraemer
CDS44391/3 (3 CD prezzo speciale)
P. Locatelli: L’Arte del
violino – Dodici Concerti per violino con
ventiquattro Capricci
ad libitum
«Elizabeth Wallfisch
[…] affronta la elaborata scrittura di Locatelli con un brio molto
coinvolgente […] conferendo ai suoi concerti
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Columns - OTTOBRE 2010
una scintillante brillantezza ed eseguendo i capricci con stupefacente eleganza. Ovviamente questo disco non può mancare
nella discoteca di ogni appassionato del repertorio barocco che
si rispetti, tuttavia le sue sfumature radiose, il suo approccio vivace e la sua brillante interpretazione meritano senza dubbio un
pubblico molto più vasto» (BBC Music Magazine Top 1000 CD
Guide) «Un’interpretazione di altissimo livello […] Un elegante connubio di virtuosismo e di musicalità […] Un talento e una
raffinatezza a dir poco stupefacenti. La registrazione è superba
e la presentazione grafica davvero bella» (CD Review) «Un
cofanetto caldamente raccomandato. Questa musica è intrisa
di un sensazionale virtuosismo ed è estremamente gradevole»
(Classic CD) «Una vera e propria rivelazione […] che merita
le massime raccomandazioni» (Radio Telefis Eireann) BEST
OF THE YEAR DI BBC MUSIC MAGAZINE – CANNES
CLASSIQUE AWARD, MIDEM 1995
LUDWIG VAN BEETHOVEN
INTEGRALE DEI TRII PER ARCHI
Leopold String Trio
CDAD22069 (2 CD al prezzo di 1)
L. van Beethoven: Serenata per archi op. 8;
Trio per archi op. 3;
Trio per archi op. 9 n.
1; Trio per archi op. 9
n. 2; Trio per archi op.
9 n. 3
Questo cofanetto doppio offerto al prezzo di
un solo CD presenta tutte le opere composte da
Beethoven per trio d’archi, compreso il trio alternativo (Hess 28) dello Scherzo del
Trio in sol maggiore op. 9 n. 1. Sebbene siano contrassegnate
da un numero d’opera molto basso, queste opere vanno considerate a tutti gli effetti tra i massimi capolavori della prima fase
creativa del Titano di Bonn. Si tratta infatti di opere eleganti e
ricche di spunti di grande interesse, che per qualche ragione
fino a questo momento non hanno ricevuto la considerazione
che meritano ma che – grazie alla straordinaria interpretazione
del Leopold String Trio – possono oggi riprendere il posto che
spetta loro di diritto. «L’edizione più ricca di sensibilità di queste opere dagli albori delle registrazioni digitali» (The Independent) «Il Leopold String Trio è un giovane ensemble di grande
talento, che esegue queste splendide opere con meravigliosa
eleganza» (Classic CD) «Il Leopold String Trio è senza dubbio il complesso d’archi migliore del Regno Unito» (The Daily
Mail) «Questi due dischi sono semplicemente strepitosi» (The
Daily Telegraph) «Sebbene queste opere siano state registrate
da alcuni dei migliori complessi cameristici del passato, nessuna versione è riuscita a comunicarmi lo stesso piacere che ho
provato ascoltando questi dischi. Una meravigliosa sorpresa»
(BBC Music Magazine) «Un debutto a dir poco sensazionale»
(The Scotsman) GRAMOPHONE CRITICS’ CHOICE
ROBERT SCHUMANN
OPERE PER PIANOFORTE
Marc-André Hamelin, pianoforte
Robert Schumann:
Fantasiestücke op. 12
Papillon op. 2
Carnaval op. 9
Al consolidato
appuntamento
biennale con il
catalogo Hyperion quest’anno
la Sound and
Music e la Hyperion hanno deciso di allegare
uno dei dischi più belli e interessanti dell’etichetta londinese, comprendente una bella silloge di opere schumanniane interpretate dal grande Marc-André Hamelin.
In un’epoca di profonda crisi dell’industria discografica,
dove le case di tutto il mondo tagliano i budget per le
registrazioni, riducono le referenze, i cataloghi cartacei
spariscono dai banconi dei negozi e impazza la politica
del basso prezzo, la casa discografica giustamente definita la Rolls Royce delle etichette indipendenti inglesi
continua a stampare un catalogo di quasi trecento pagine a colori continuamente aggiornato con estratti di recensioni, indici delle serie e molti altri strumenti analitici
per favorire la consultazione. Quest’anno, oltre a tutto
questo, in allegato a un prezzo mai visto uno dei dischi
bestseller in catalogo ad alto prezzo. Un’occasione
senza precedenti per tutti coloro che amano la grande
musica classica.
CDACAT2011
Prezzo al pubblico: 7,90 euro (consigliato)
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Columns - OTTOBRE 2010
AA.VV.
MY SOUL DOTH MAGNIFY THE LORD
Christopher Dearnley, organo
St Paul’s Cathedral Choir, John Scott
CDH55401 (CD medio prezzo)
C. Villiers Stanford:
Service in do maggiore
op. 115 T. Attwood Walmisley: Magnificat e
Nunc dimittis in re minore S.S. Wesley: Evening
Canticles H. Blair: Evening Service C. Wood:
Magnificat e Nunc dimittis H. Brewer: Evening
Canticles
«Questa vasta antologia
viene presentata con straordinaria maestria e coinvolgente partecipazione emotive da uno dei cori migliori del mondo» (Gramophone) «Un disco di straordinaria bellezza» (The American Organist).
JOHANNES BRAHMS
QUINTETTI PER ARCHI
Raphael Ensemble
CDH55369 (CD medio prezzo)
J. Brahms: Quintetto n.
1 per archi op. 88; Quintetto n. 2 per archi op.
111
Scritti nella tranquillità
agreste di Bad Ischl, i
due quintetti per archi
dati alle stampe da Johannes Brahms possono
essere considerati un
tentativo del compositore amburghese di sfuggire allo stress urbano della Vienna della metà del XIX secolo. Con
il loro delicato carattere pastorale intriso da una vena di profonda
malinconia, i due quintetti per archi contribuirono a collocare
Brahms nel novero dei migliori compositori di musica da camera
della seconda metà del XIX secolo. Questo disco costituisce il
degno seguito all’incisione dei due sestetti per archi di Brahms
(CDA66276) del Raphael Ensemble, salutato a suo tempo con
unanime entusiasmo dalla stampa specializzata di tutto il mondo. «L’esecuzione del Raphael Ensemble denota una infallibile
eleganza e la qualità sonora dei tecnici della Hyperion dimostra
di non temere nessun confronto. Nel complesso si tratta di una
versione di altissimo livello» (BBC Music Magazine) «Questi
quintetti per archi dalla scrittura molto elaborata rientrano nel novero delle opere più raffinate della piena maturità di Beethoven
[…] Collocandosi nel solco della migliore tradizione cameristica, il Raphael Ensemble esegue queste opere con grande slancio
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espressivo, che sembra quasi dare l’impressione di ascoltare questi lavorio per la prima volta» (Classic CD) «L’interpretazione
del Raphael Ensemble è estremamente vitale. La sua caratteristica più apprezzabile è l’intensità. I bravissimi musicisti inglesi si
accostano a questi due capolavori della cameristica settecentesca
con un approccio quasi sinfonico» (Diapason, Francia)
100 GREATEST DISCS OF THE DECADE DI CLASSIC CD
ERNST THEODOR AMADEUS HOFFMANN
LIEBE UND EIFERSUCHT
Solisti, Orchester der Ludwigsburger Schlossfestspiele,
M. Hofstetter
CPO777435 (2 CD alto prezzo)
Da sempre il cuore
dell’uomo è sconquassato dall’amore e dalla
gelosia, due sentimenti
quasi irresistibili che in
questo caso sono messi
in moto da una fascia
blu e da un fiore offerti
da due misteriose dame
velate al galante e intraprendente
Enrico.
L’opera presentata questo mese dalla CPO trae ispirazione da
un dramma di cappa e spada di Pedro Calderón de la Barca
tradotto da August Wilhelm Schlegel nel 1803, in un’epoca in
cui aveva iniziato a diffondersi in ogni parte d’Europa un crescente interesse per i capolavori letterari del Siglo de Oro spagnolo. Nel 1807 Hoffmann – per l’occasione in veste di compositore – scelse il testo di Schlegel per un Singspiel, che per
sua sfortuna non ebbe la possibilità di vedere rappresentato. In
seguito quest’opera fu ritenuta persa per oltre un secolo e mezzo, fino a quando furono rinvenuti il libretto originale di Hoffmann nell’Archivio di Würzburg e una copia manoscritta della
partitura nell’Archivio di Stato Tedesco di Berlino, che hanno
consentito di ricostruire l’opera secondo le intenzioni di Hoffmann. Oggi, la CPO è orgogliosa di presentare in collaborazione con il Festival del Castello di Ludwigsburg la prima edizione discografica di Liebe und Eifersucht (Amore e gelosia),
un’opera che metterà sicuramente a rumore il mondo degli appassionati di rarità operistiche del XIX secolo. Hoffmann concepì quest’opera per un’“orchestra mozartiana” – che in questa
edizione è rappresentata dalla Orchester der Ludwigsburger
Schlossfestspiele, una brillante formazione di strumenti originali diretta con piglio e molto buon gusto da Michael Hofstetter
– un fatto che dimostra non solo il suo grande amore per Mozart, ma anche la sua profonda conoscenza della prassi esecutiva utilizzata nella seconda metà del XVIII secolo. Ascoltandola, non tarderete a capire che insieme a Undine quest’opera è
senza dubbio il lascito musicale più significativo del grande
scrittore tedesco.
Columns - OTTOBRE 2010
MARC-ANTOINE CHARPENTIER
OPERE
Aaron Sheehan, Teresa Wakim
Boston Early Music Festival Baroque
and Chamber Ensembles, Paul O’Dette, Stephen Stubbs
ALESSANDRO SCARLATTI
OPERE SACRE
CPO777613 (CD alto prezzo)
Marc-Antoine Charpentier (1643-1704):
Actéon; Orphée descendant aux Enfers; La
Pierre philosophale
Negli ultimi anni la CPO
ha pubblicato in collaborazione con il Boston
Early Music Festival
tre opere barocche poco
conosciute, l’Ariadne di
Johann Georg Conradi e il Thésée e la Psyché di Jean-Baptiste
Lully, tutte premiate con una nomination ai Grammy come migliori produzioni operistiche, un fatto che dimostra che questo genere non solo non è morto ma gode anzi di ottima salute. Questo
mese, sempre in collaborazione con la prestigiosa rassegna americana, la CPO presenta tre opere di Marc-Antoine Charpentier, dai
tratti tanto diversi quanto gradevoli. Il programma di questo disco
ruota intorno all’Actéon, un’opera ispirata al genere della cantata
italiana, predecessore di quella francese, che avrebbe raggiunto
la piena maturità nei primi decenni del XVIII secolo. Per questi
incantevoli lavori Charpentier mise a frutto gli insegnamenti che
aveva appreso a Roma dal suo maestro Giacomo Carissimi per
enfatizzare gli affetti contenuti in una cantata, lavoro in genere
di breve durata e destinato a un pubblico tanto colto quanto poco
numeroso. In queste tre opere il compositore francese dimostra di
essere un vero maestro nell’utilizzare l’evocativa espressività della musica e le convenzioni vocali dell’epoca per mettere in risalto
i prodigi che può compiere l’amore. Questo disco è corredato da
un booklet di ben 92 pagine contenente i testi delle tre opere e un
corposo saggio introduttivo.
JOHANN MATTHESON
OPERE SACRE
Kölner Akademie, Michael Alexander Willens
CPO777274 (CD alto prezzo)
J. Mattheson: Oratorio
di Natale Die heilsame
Geburt und Menschwerdung unsers Herrn und
Heilandes Jesu Christi;
Magnificat a due cori
Johann Mattheson ha
ricoperto per molto tempo lo scomodo ruolo di
“conosciuto tra gli sconosciuti” nell’ambito dei
Gemma Bertagnolli, Adriana Fernandez,
Sara Mingardo, Martin Oro, Furio Zanasi,
Antonio Abete, Andrea Coen
Concerto de’ Cavalieri, Marcello Di Lisa
PRIMA SCELTA
i migliori a prezzo speciale
€ 14,90
(prezzo consigliato - fino al 30.11.2010)
A. Scarlatti: Benedicta et venerabilis es; Salve Regina;
Mortales non auditis; Nisi Dominus
Nato a Palermo nel 1660, Alessandro Scarlatti svolse
la sua prolifica attività di compositore in parte a Napoli
e in parte a Roma. Per ironia della sorte, Scarlatti – che
in passato era conosciuto soprattutto per le sue opere
teatrali – oggi deve gran parte della sua fama postuma
ai suoi lavori sacri. Sebbene sotto il profilo quantitativo
le opere sacre non costituiscano che una parte molto
limitata della sua produzione complessiva, va detto che
Scarlatti scrisse musica sacra per tutto l’arco della sua
carriera, anche quando non lavorava alle dipendenze
di un’istituzione ecclesiastica. Le opere liturgiche di
Scarlatti sono caratterizzate da uno stile estremamente
eclettico, che spazia dallo stile antico a lavori di concezione assai più moderna, che si spingono oltre i principi
vigenti alla sua epoca. Sotto questo aspetto, Scarlatti
può essere legittimamente avvicinato a Johann Sebastian Bach, un altro gigante della prima metà del XVIII
secolo che seppe fondere gli innumerevoli elementi del
Barocco europeo dando vita a uno stile molto originale.
Questo disco segna l’esordio nel catalogo della CPO
del Concerto de’ Cavalieri, un ensemble costituito dal
cembalista Marcello Di Lisa nel 2003 che si sta affermando come una delle formazioni di maggiore interesse nel panorama della musica antica italiana.
CPO777476 (CD alto prezzo)
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Columns - OTTOBRE 2010
compositori del XVIII secolo, in quanto il suo nome è sempre stato
citato con una certa frequenza come teorico della musica e autore
di Der vollkommene Capellmeister, un importante trattato dedicato all’estetica musicale e alla prassi esecutiva della sua epoca, ma
quasi mai per la sua produzione musicale. Nonostante questo triste
destino postumo, Mattheson fu un compositore di buon talento e
durante gli anni che trascorse come direttore musicale della Cattedrale di Amburgo scrisse un gran numero di opere che meritano
di essere riscoperte. Dopo aver strappato due oratori di Mattheson
all’oblio, la CPO ripropone in questo disco per la gioia degli appassionati del repertorio sacro meno conosciuto il grandioso Magnificat del 1716 e l’oratorio di Natale Die heilsame Geburt. Queste
due opere rivelano la caratteristica saliente dello stile di Mattheson:
una straordinaria varietà sia strumentale sia vocale che dimostra la
sua spiccata propensione per la sperimentazione e per la ricerca del
virtuosismo. Sotto questo aspetto, la produzione sacra di Mattheson attinse a piene mani dalle grandi innovazioni che interessarono
l’ambito operistico nei primi decenni del XVIII secolo: una vera
chicca per questa nuova proposta natalizia della CPO!
Solisti: Nicki Kennedy, Anna Crookes, Ursula Eittinger, Andreas Post, Stephan MacLeod
CHRISTOPH GRAUPNER
CANTATE NATALIZIE
Veronika Winter, Franz Vitzthum, Jan Kobow,
Markus Flaig, Das Kleine Konzert, Hermann Max
CPO777572 (CD alto prezzo)
C. Graupner: Frohlocke, werte Christenheit;
Der Herr hat mich gehabt; Das Licht des Lebens scheinet hell; Das
Licht scheinet in der Finsternis; Von Gott will ich
nicht lassen
Nella prima metà del
XVIII secolo la corte
del langravio di HesseDarmstadt rivaleggiò in
magnificenza musicale con Mannheim e Amburgo, i centri artistici più importanti della Germania di quei tempi. A voler credere
alle testimonianze pervenuteci, in quel periodo l’orchestra della
corte di Darmstadt raggiunse livelli artistici anche – e forse soprattutto – grazie a Christoph Graupner, maestro di cappella dotato di grande talento e sensibilità che esercitò per oltre mezzo
secolo un controllo assoluto su ogni aspetto della vita musicale
di corte. Grazie a una personalità quanto mai eclettica, Graupner
seppe elaborare uno stile innovativo ed estremamente originale,
che però non gli impedì di cadere come molti altri suoi contemporanei nell’oblio subito dopo la morte. Con questo disco la CPO e
l’ensemble di strumenti originali Das Kleine Konzert di Hermann
Max continuano la loro opera di riscoperta della produzione di
Graupner, presentandoci in prima registrazione mondiale cinque
cantate di straordinaria bellezza. Un aspetto piuttosto curioso di
questi lavori è rappresentato dal fatto che anche nel caso di festivi8
tà di particolare importanza era previsto l’impiego di sole tre voci
soliste (soprano, alto e tenore) senza basso, dal che se ne deduce
che per qualche motivo tuttora sconosciuto alla corte di Darmstadt
non venivano eseguiti lavori corali a quattro voci. Le caratteristiche principali dello stile maturo di Graupner appaiono evidenti
già nelle cantate scritte negli anni Quaranta del XVIII secolo. Al
pari del suo grande amico Georg Philipp Telemann, questo protagonista dell’ultima splendida stagione del Barocco non si stancò
mai di cercare nuove possibilità espressive, con grande gioia degli
ascoltatori del XXI secolo!
PETER VON WINTER
OPERE ORCHESTRALI
Münchner Rundfunkorchester, Johannes Moesus
CPO777530 (CD alto prezzo)
P. von Winter: Sinfonie
à grand Orchestre n. 1;
Ouverture à grand Orchestre op. 24; Entr’Acte
n. 3; Entr’Acte n. 5; Entr’Acte n. 6; Sinfonia
Schweriner
Considerato da non pochi musicologi uno dei
compositori più prolifici
ed eclettici della storia
della musica, Peter von
Winter godette di una grandissima popolarità in ogni parte d’Europa, dalla Francia alla Russia e dell’Italia alla Gran Bretagna,
come dimostra il fatto che gli venne assegnato un titolo nobiliare
e che la sua cerimonia funebre fu in tutto e per tutto degna di un
monarca. Purtroppo questa fama non fu sufficiente a salvare Winter dal totale oblio in cui cadde subito dopo la sua morte. Nato a
Mannheim nel 1754, Winter studiò i primi rudimenti della musica
presso l’orchestra di corte della sua città natale, tuttavia dopo il
1778 trascorse la maggior parte della sua vita a Monaco. Nel giro
di poco tempo Winter divenne uno dei compositori più ammirati
della capitale bavarese e ottenne numerose commissioni di grande
prestigio. Sebbene ruoti soprattutto intorno alle opere liriche, la
produzione di Winter comprende anche brani cameristici, lavori
sinfonici e opere vocali sia sacre sia profane. Come si può notare
in questo disco che vede protagonista la Münchner Rundfunkorchester diretta da Johannes Moesus, la musica di Winter riveste
ancora un grandissimo interesse non solo per i suoi contenuti universali e per la sua notevole varietà ma anche per lo straordinario
virtuosismo con cui seppe dominare tutti gli stili e i mezzi espressivi dell’epoca, dando vita a uno stile incredibilmente originale.
EGON WELLESZ
OPERE PER ORCHESTRA DA CAMERA
Christine Whittlesey, soprano; Adrian Eröd, baritono;
Josef Hell, violino Ensemble Kontrapunkte, Peter Keuschnig
CPO777575 (CD medio prezzo)
b
B
Columns - OTTOBRE 2010
E. Wellesz: Sommernacht per soprano, baritono e orchestra da camera; Satz für Kammerorchester; Persisches
Ballett op. 30; Suite per
violino e orchestra da
camera op. 38; Quattro
Lieder per il ritorno per
soprano e orchestra da
camera op. 85; Ode an
die Musik per baritono e
orchestra da camera op. 92
Egon Wellesz fu una delle figure di maggiore interesse nel panorama musicale europeo della prima metà del XX secolo, a partire
dagli anni della giovinezza, durante i quali si pose con entusiasmo
nel solco tracciato da Arnold Schönberg e dai compositori che facevano parte della sua cerchia viennese, un fatto che chi conosce
bene il catalogo della CPO ha avuto modo di scoprire da tempo.
Dal momento che Wellesz compose tutte le sue sinfonie nel suo
esilio britannico dopo il 1945, non si può che salutare con grande
entusiasmo questo fondamentale disco della CPO, che propone
una serie di lavori scritti nel primo dopoguerra, quasi tutti in prima
registrazione mondiale. Dopo essersi formato sugli stili di Bruckner e di Mahler, Wellesz abbandonò gradualmente la scrittura
tonale grazie all’influenza del suo maestro Schönberg e nel giro
di pochi anni mise a punto un linguaggio libero ed estremamente
espressivo. In realtà, Wellesz non adottò mai lo stile dodecafonico in maniera rigorosa, rimanendo fedele a una scrittura sempre
orientata verso la tonalità. Per Wellesz la musica era prima di ogni
altra cosa la «rappresentazione di un elemento emozionale», addirittura «la natura istintiva delle emozioni» nel senso più universale
del termine. Composto nei favolosi anni Venti, il suo Persisches
Ballett è una gemma da non farsi assolutamente sfuggire!
JOHANN WENZEL KALLIWODA
OPERE ORCHESTRALI
Die Kölner Akademie, Michael Alexander Willens
CPO777469 (CD alto prezzo)
J.W. Kalliwoda: Sinfonia n. 2 op. 17; Sinfonia
n. 4 op. 60; Ouverture da
concerto n. 17 op. 242
«Ll fato ha voluto donargli un talento di altissimo
livello. Grazie a una personalità molto eclettica,
a una assoluta sicurezza
in ogni ambito musicale
e a uno stile innovativo
e originale ma al tempo
stesso naturale e molto gradevole, ha riportato un gran numero di
successi e sembra ormai avviato a compiere gli ultimi passi che lo
condurranno a una fama imperitura. L’ascolto delle sue sinfonie
riserva sempre un grande piacere. Ognuna di esse contiene perle
di rara bellezza e un’energia musicale senza pari». Hermann Kretzschmar descrisse in questi termini il compositore Johann Wenzel
Kalliwoda nella sua diffusissima guida ai concerti pubblicata negli ultimi anni del XIX secolo. In quel periodo le opere di Kalliwoda erano già scomparse dalle sale da concerto, una situazione
che persiste ancora oggi, nonostante il grande interesse suscitato
dalla moderna ricerca musicologica sugli autori minori del SetteOttocento. Per fortuna, grazie ad alcuni dischi di grande interesse
usciti negli ultimi tempi Kalliwoda, compositore di origine boema
che trascorse gran parte della sua carriera come maestro di cappella alla corte di Donaueschingen, sembra essere uscito dal cono
d’ombra in cui era stato relegato per diventare una delle stelle
minori – ma non per questo poco luminose – della costellazione musicale che fiorì tra la generazione di Beethoven e quella di
Mendelssohn e Schumann. In particolare, secondo alcuni studiosi
Kalliwoda sarebbe stato una delle figure più importanti del periodo di transizione tra il Classicismo viennese e il Romanticismo,
una tesi la cui fondatezza trova pieno riscontro in questo splendido
disco della CPO interpretato dalla Kölner Akademie diretta con
polso da Michael Alexander Willens.
JOSEPH MARX
LIEDER
Angelika Kirchschlager, mezzosoprano
Anthony Spiri, pianoforte
CPO777466 (CD medio prezzo)
Joseph Marx fu un vero
maestro nell’evocare atmosfere liriche. Per questo motivo molti critici lo
hanno paragonato a
Hugo Wolf, compositore
più vecchio di lui di
vent’anni che – come lui
– espresse il suo talento
al meglio nel repertorio
liederistico. Tuttavia, se
Wolf si dimostrò un innovatore dai toni spesso austeri e tenebrosi, Marx fu un compositore dai tratti dionisiaci, che nella sua vasta produzione seppe al
tempo stesso esplorare nuovi territori e rimanere fedele alla tradizione, abbinando in maniera molto originale alcuni elementi del
passato a spunti appartenenti a un futuro all’epoca quasi imperscrutabile. Considerata una delle liederiste di maggior talento oggi
in circolazione, Angelika Kirchschlager riesce a esprimere con
grande intensità l’affascinante lirismo e la multiforme espressività
della produzione vocale di Marx, di cui in questo disco ci presenta
una meravigliosa antologia con Anthony Spiri, il pianista che la
accompagna regolarmente. Per fare un solo esempio, i brani contenuti nell’Italienisches Liederbuch del 1912 presentano una vastissima gamma di stati d’animo, spaziando con incredibile naturalezza dai toni drammatici a quelli più leziosi e dalla tristezza più
cupa alla gioia più solare. Date queste premesse, non ci si può
certo stupire del fatto che le composizioni di Marx abbiano goduto
di una tale popolarità.
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Columns - OTTOBRE 2010
L’eredità
di un tassista
visionario
Colloquio con Simon Perry
in occasione dei 30 anni della Hyperion
di Giovanni Tasso
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Columns - OTTOBRE 2010
Anche se la legge ha fissato la maggiore età a
18 anni, la vera maturità si raggiunge intorno
ai 30 anni, età in cui un uomo perviene alla
piena consapevolezza dei propri mezzi e del
proprio valore. A 30 anni si può già contare
su un buon bagaglio di esperienze ed è possibile cominciare a stilare un primo bilancio
della propria vita. Per questo ho incontrato
Simon Perry, proprietario della Hyperion, e
ho fatto con lui una chiacchierata a tutto campo, partendo dal 1980, anno in cui suo padre,
l’indimenticabile Ted Perry, ha fondato quella
che oggi è considerata la Rolls Royce delle
etichette indipendenti inglesi. Ovviamente, il
discorso non poteva che partire da Ted.
«La storia della Hyperion può essere fatta iniziare negli anni Trenta, quando mio padre, ancora
ragazzo, fu colpito dalla poliomielite e dovette
essere sottoposto a lunghe e dolorose operazioni che ne minarono gravemente la salute.
Per oltre 18 mesi fu costretto a rimanere a letto,
senza poter giocare con i ragazzi della sua età.
In questo periodo la sua unica consolazione era
rappresentata dal giradischi di sua nonna, che
fece scoccare in lui una inestinguibile passione
per la musica classica».
Una passione che riuscì a trasformare in lavoro…
«Sì, nel 1949 mio padre si trasferì a Londra e
iniziò a vendere 78 giri prima e LP poi alla EMG
Handmade Gramophone. Nei sette anni che trascorse in questa azienda mio padre acquistava
regolarmente lamette da barba per Francis Poulenc».
Come? Per Poulenc?
«Sì, è una storia veramente graziosa e che non
molti conoscono. A cavallo degli anni Cinquanta
Pierre Bernac, il baritono francese che si esibiva
abitualmente in concerto con Poulenc, si recava
spesso alla EMG e ben presto prese l’abitudine
di inviare una cartolina a mio padre per annunciare il suo arrivo a Londra e per chiedergli di
acquistare lamette Gillette per Poulenc.Ebbene
sì, a volte può essere sufficiente un motivo molto
banale per entrare in contatto con uno degli artisti più grandi del mondo!».
Ma questo, ovviamente, non poteva bastare per una persona alla ricerca di un sogno
come Ted…
«Sì. Per inseguire il suo sogno nel 1957 mio
padre si trasferì in Australia per lavorare alla
Nella foto a sinistra: Ted Perry (1934 - 2003)
Philips e quattro anni più tardi fece ritorno in Inghilterra. Per qualche anno fu costretto ad allontanarsi dall’industria del disco per mantenere la
sua giovane famiglia, vendendo tra le altre cose
gelati da un furgoncino, ma nel 1973 iniziò a collaborare con Marcel Rodd alla Saga Records».
Ci stiamo avvicinando all’anno di fondazione
della Hyperion…
«Nel 1977 mio padre lasciò la Saga Records per
dedicarsi a due nuove attività: di giorno il lavoro alla Meridian Records e di notte la guida di
un taxi nelle vie di Londra. La Meridian Records
apparteneva a mio padre e a John Shuttleworth,
un professore di matematica che nel tempo libero faceva il tecnico del suono. Dopo due anni si
trovarono in disaccordo sulla possibilità di fare
pubblicità su Gramophone (mio padre era fermamente convinto che non se ne potesse fare
a meno per far crescere un’etichetta) e decisero
di separarsi amichevolmente. A quel punto mio
padre decise di fondare la Hyperion».
Quale è stato il primo disco che venne realizzato?
«Il primo disco della Hyperion – contrassegnato dal codice A66001 – vide protagonisti Thea
King e la Philharmonia Orchestra diretta da Alun
Francis nei concerti per clarinetto e orchestra
di Gerald Finzi e Sir Charles Villiers Stanford.
Questo titolo è tuttora disponibile nella collana
mid-price Helios».
In un primo tempo avete prodotto LP e musicassette. Come è avvenuto il passaggio al
CD?
«Come i proprietari di tutte le altre etichette, verso la metà degli anni Ottanta mio padre provò un
interesse sempre maggiore per le nuove tecnologie e decise subito di passare al CD, perché
era chiaro che questo sarebbe stato il supporto
del futuro. La maggiore durata garantita dal CD
rispetto agli LP cambiò in un batter d’occhio il
mercato, perché offriva alle case discografiche
la possibilità di fare programmi molto più ambiziosi e il fatto di essere virtualmente indistruttibile venne accolto con grande favore dagli appassionati. La Hyperion continuò a produrre LP
e musicassette ancora per qualche anno, per poi
concentrarsi esclusivamente sui CD».
Come avete scelto i primi interpreti?
«La profonda conoscenza del mercato discografico che mio padre aveva accumulato nel corso
11
Columns - OTTOBRE 2010
degli anni gli permise di rendersi subito conto
delle lacune repertoriali che erano presenti nei
cataloghi delle altre etichette. Dopo essersi fatto
un’idea sufficientemente chiara della situazione,
si mise alla ricerca di quegli artisti – sia emergenti sia affermati – che erano disposti ad accostarsi
a quelle opere poco note o trascurate che il pubblico degli appassionati cercava senza trovare.
Inoltre iniziò a cercare interpreti di alto livello per
incidere versioni dei grandi capolavori in grado
di raggiungere i vertici dei cataloghi discografici.
Ma – cosa più importante di tutte – mio padre
aveva interessi repertoriali ben precisi, che ebbe
la possibilità di trasformare in realtà».
Parliamo ora del vostro primo bestseller: A
feather on the breath of God di Hildegard von
Bingen con Emma Kirkby e l’ensemble Gothic Voices di Christopher Page. Ce ne racconta la storia?
«Per far fronte alle elevate spese della Hyperion,
per alcuni anni mio padre continuò a guidare un
taxi di notte. Questo fatto riveste un ruolo decisivo nella genesi del disco di Hildegard von
Bingen. Molti continuano a credere – come del
resto io stesso fino a qualche anno fa – che nel
corso dei suoi viaggi notturni mio padre abbia
ascoltato per caso un programma alla radio condotto da Christopher Page in cui si parlava di
Hildegard e che ne rimase folgorato a tal punto da fiondarsi alla BBC per chiedere a Chris di
registrare immediatamente questa musica. Si
tratta senza dubbio di una bella storia, che però
non corrisponde alla verità. Per una incredibile
combinazione, mio padre stava effettivamente
andando alla sede della BBC di Langham Place
e gli capitò di incontrare Chris, che gli chiese se
fosse interessato a registrare un disco del suo
gruppo. Mio padre – che seguiva sempre con
grande interesse il programma di Chris – diede
la sua disponibilità e gli chiese di inviargli una
cassetta di questa musica per farsene un’idea.
Pochi giorni dopo mio padre telefonò a Chris e
gli disse che sarebbe stato felice di registrare le
opere di Hildegard. Di fronte a questa risposta,
Chris ribatté che aveva ascoltato i brani sbagliati
(contenuti nel lato B della musicassetta) e che i
lavori che avrebbe voluto incidere erano in realtà
quelli registrati sull’altro lato. Ma a quel punto
non c’era più niente da fare: mio padre insistette
per registrare la musica di Hildegard e nel giro di
pochi mesi vide la luce A feather on the breath of
God, un disco che ha venduto oltre 350.000 copie in tutto il mondo e che a distanza di così tanti
12
anni continua a essere uno dei nostri bestseller.
Per la cronaca, la musica che Chris voleva incidere era del compositore francese Solage, che
l’ensemble Gothic Voices registrò circa quattro
anni più tardi per un’altra etichetta».
Questo grande successo ha portato la Hyperion a interessarsi sempre di più del repertorio antico e sono arrivati i grandi progetti. In questo senso è stato molto importante
l’incontro con Robert King che ha realizzato
le integrali delle opere sacre di Purcell e di
Vivaldi e un gran numero di registrazioni di
oratori di Händel, spingendosi fino a Mozart
e a Rossini. Ce ne vuole parlare?
«Gli utili derivanti dalla vendita dei dischi di
Hildegard diedero la possibilità a mio padre di
mettere in cantiere progetti sempre più ambiziosi, ma non necessariamente legati al repertorio
antico. Il King’s Consort era un ensemble pieno
di idee che ha incrociato la strada della Hyperion in un momento particolarmente favorevole.
Il grande successo ottenuto dalle loro prime registrazioni pose le premesse per allargare la collaborazione, che si è tradotta in un gran numero di
dischi dedicati al repertorio noto e meno noto».
Alla fine degli anni Ottanta avete varato l’integrale dei Lieder di Franz Schubert con Graham Johnson, un grande progetto seguito
dalle edizioni di Schumann, Brahms (attualmente in corso), Strauss e Liszt che vi ha fatto diventare l’etichetta liederistica per eccellenza. Come sono stati accolti questi dischi
e quali sono i prossimi progetti di Johnson?
«L’integrale dei Lieder di Schubert ha alle spalle una storia molto interessante e rappresenta
una parte molto importante della Hyperion. Mio
padre conobbe Graham Johnson alla Wigmore
Hall, dove accompagnava spesso cantanti di
alto livello. Quando si sentì proporre di incidere
Lieder di Schubert, Graham chiese a mio padre
a quali brani fosse interessato e si sentì rispondere di botto: “Tutti!”. La prima grande integrale
liederistica della Hyperion è iniziata in questo
modo e oggi rappresenta uno dei principali vanti
della mia etichetta. Grazie a questo progetto è
stato possibile entrare in contatto con alcuni dei
cantanti migliori del mondo, che ancora adesso
collaborano con noi. Questa integrale si è rivelata anche un grande successo dal punto di vista commerciale [altro che repertorio di nicchia
come si dice spesso in Italia, ndr] e nel 2006
ci ha permesso di superare un momento molto
Columns - OTTOBRE 2010
difficile. Per il resto Graham ha portato a termine l’integrale dei Lieder di Schumann e ora ha
messo in cantiere una serie analoga dedicata a
Brahms, di cui è in uscita il secondo volume che
vedrà protagonista il soprano tedesco Christine
Schäfer».
Un’altra collana che ha suscitato l’interesse
degli appassionati di tutto il mondo è stata
l’integrale delle opere per pianoforte di Franz
Liszt curata da Leslie Howard…
«Anche in questo caso c’è una storia che merita
di essere raccontata. Nel febbraio del 1981 la
Hyperion mise sul mercato una serie di dischi
comprendente tra le altre cose il disco di un
giovane mandolinista australiano di nome Keith
Harris. Per registrare questo disco, Keith aveva
presentato a mio padre un suo amico pianista
australiano come lui, che altri non era che Leslie
Howard. Durante le sessioni di registrazione si
creò un’atmosfera molto bella e in una pausa Leslie eseguì al pianoforte un brano dei toni vivaci,
sfidando Keith a indovinarne il titolo. Keith rimase senza parole, al contrario di mio padre, che
senza la minima esitazione rispose che si trattava del Ballet Egyptien di Luigini. Questo episodio
apparentemente insignificante fece nascere una
grande simpatia e una profonda stima tra Leslie
e Ted, che poco dopo gli propose gli propose di
registrare i Valzer di Liszt, primo volume di una
integrale di ben 98 CD, che costituisce ancora
oggi la più grande impresa discografica portata
a termine da un solo artista. Nei primi mesi del
prossimo anno la riproporremo in cofanetto per
celebrare il secondo centenario della nascita del
grande pianista ungherese».
Potremmo continuare a parlare ancora a lungo delle integrali presenti nel catalogo della
Hyperion, da quelle dedicate alla produzione
per pianoforte e organo di Bach realizzate
rispettivamente da Angela Hewitt e da Christopher Herrick, a quelle incentrate sulla
musica sacra di Purcell, Vivaldi e Monteverdi
portate a termine dal King’s Consort, ma lo
spazio è purtroppo tiranno. Le chiedo perciò
di parlarci della collana The Romantic Piano
Concerto, un’altra perla luminosa della Sua
etichetta.
«Ogni nuovo volume della serie The Romantic
Piano Concerto continua a sorprendermi. Mike
Spring non si stanca mai di andare alla scoperta di nuovi concerti virtualmente sconosciuti e il
grande successo che sta incontrando presso il
pubblico di tutto il mondo ci sprona ad andare
avanti con sempre maggiore entusiasmo, al punto che abbiamo appena finito di incidere il volume n. 57. Questo risultato molto lusinghiero ci
ha convinti qualche anno fa a varare due serie
gemelle dedicate rispettivamente al violino e al
violoncello».
Accanto alla Hyperion c’è la Helios, etichetta
a prezzo medio-basso che ripropone molti titoli di grande interesse della collana a prezzo
pieno. Come sta andando nel difficile mercato attuale?
«La Helios si è rivelata un mezzo molto efficace per tenere sul mercato la maggior parte del
nostro back catalogne. Tra gli oltre 1700 titoli disponibili ad alto prezzo nel catalogo della Hyperion dopo qualche anno molti vedono calare
fisiologicamente le vendite, al punto da non giustificare la loro presenza sul mercato. Anziché
metterli fuori catalogo come fanno molte altre
case discografiche, noi preferiamo ripresentarne una buona parte con una nuova veste grafica
nella Helios. La riduzione di prezzo garantisce
loro un nuovo successo – tenga presente che
molti di questi dischi hanno ricevuto dalle riviste
specializzate riconoscimenti di grande prestigio
– e li ripresenta a quegli appassionati che se li
erano lasciati sfuggire».
Per finire, ha un sogno nel cassetto, un progetto e/o un interprete con cui vorrebbe collaborare?
«Bella domanda. Dalla morte di mio padre la
Hyperion ha dovuto far fronte a un periodo di
terribili difficoltà finanziarie, che grazie all’aiuto
di molti siamo riusciti a superare brillantemente. Oggi la mia etichetta è abbastanza solida da
affrontare con fiducia nuove imprese e da iniziare collaborazioni con artisti di grande richiamo,
che su progetti commercialmente difficili. Sotto l’aspetto repertoriale ho molti interessi e mi
ritengo molto fortunato ad avere le risorse per
trasformarli in realtà. Per esempio, molti dischi
di opere corali che abbiamo pubblicato negli ultimi mesi sono sogni soddisfatti. Per ragioni che
non farà fatica a capire, non mi pare il caso di
fare una lista degli artisti e delle opere su cui
vorremmo concentrare la nostra attenzione nel
prossimo futuro; per questo, mi limiterò a dire
che siamo pronti a discutere con qualsiasi artista
che abbia un progetto discografico ambizioso: la
storia trentennale della Hyperion insegna che a
volte i sogni diventano realtà!».
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Columns - OTTOBRE 2010
Gimell
AA.VV.
SACRED MUSIC IN THE RENAISSANCE
- VOL. 1
(1980-1989)
The Tallis Scholars, Peter Phillips, direttore
Gregorio Allegri (1582-1652): Miserere William Byrd
(1539/40-1623): Messa a cinque voci; Ave verum corpus
Tomás Luis de Victoria (1548-1611): Requiem; Versa est
in luctum Thomas Tallis (ca 1505-1585): Spem in alium;
Sancte Deus; Salvator mundi, salva nos I; Salvator mundi,
salva nos II; Gaude gloriosa, Miserere nostri; Loquebantur variis linguis; If ye love me; Hear the voice and prayer;
A new commandment; O Lord, give thy holy spirit; Purge
me, O Lord; Verily, verily I say unto you; Remember not, O
Lord God; Tunes for Archbishop Parker’s Psalter; O Lord,
in thee is all my trust; Christ rising again; Blessed are those
that be undefiled Josquin Desprez (ca 1450/55-1521):
Missa La sol fa re mi Jacob Clemens non Papa (ca 1510ca 1555): Missa Pastores quidnam vidistis; Tribulationem
CDGIM301
(4 CD al prezzo di 1 e mezzo)
civitatum; Ego flos campi Thomas Crecquillon (ca 1505ca 1557): Pater peccavi John Sheppard (ca 1515-1558):
Media vita William Cornysh (?-1523): Salve Regina;
Gaude virgo mater Christi Anonimo: Assumpta est Maria
(gregoriano) Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525/61594): Assumpta est Maria; Missa Assumpta est Maria
Nessuna casa discografica ha dato un contributo alla valorizzazione del repertorio sacro del Rinascimento europeo
paragonabile a quello offerto dalla Gimell, etichetta fondata
trent’anni fa (come la Hyperion…) da Steve Smith e Peter
Phillips, direttore dei Tallis Scholars. Per non essere da
meno della consorella londinese, la Gimell celebra il suo
compleanno con tre cofanetti comprendenti ognuno quattro dei migliori dischi pubblicati nei tre decenni di attività
dell’etichetta inglese. Il primo cofanetto abbina alcuni dei
caposaldi della letteratura sacra inglese, come lo spettacolare mottetto a quaranta voci Spem in alium di Thomas
Tallis e la Messa a cinque voci di William Byrd, alla gloriosa
tradizione franco-fiamminga rappresentata dal grande Josquin Desprez e Jacob Clemens non Papa a due dei massimi capolavori della Roma papale, il Miserere di Gregorio
Allegri e la Missa Assumpta est Maria di Giovanni Pierluigi
da Palestrina. Grazie a un’interpretazione assolutamente
irreprensibile, a una qualità sonora di stupefacente realismo e – non ultimo – a un prezzo davvero conveniente
– questo cofanetto rappresenta un vero e proprio must sia
per gli appassionati di musica sacra del XVI secolo, sia
per chi desidera avvicinarsi per la prima volta a un repertorio di grandissima suggestione. Presto disponibili gli altri
due volumi: Sacred Music in the Renaissance – volume 2
(1990-1999) e Sacred Music in the Renaissance – volume
3 (2000-2009).
p
PRESTO IN ARRIVO:
p
AA.VV.
– VOL. 2 (1990-1999)
The Tallis Scholars, Peter Phillips, direttore
CDGIM302 (4 CD al prezzo di uno e mezzo)
SACRED MUSIC IN THE RENAISSANCE
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AA.VV.
– VOL. 3 (2000-2009)
The Tallis Scholars, Peter Phillips, direttore
CDGIM303 (4 CD al prezzo di uno e mezzo)
SACRED MUSIC IN THE RENAISSANCE
Columns - OTTOBRE 2010
GEORG FRIEDRICH HÄNDEL
FLAVIO, RE DE’ LONGOBARDI
Early Opera Company. Christian Curnyn
LUDWIG VAN BEETHOVEN
INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE
Louis Lortie, pianoforte
CHAN 10616(9) (9 CD al prezzo di 3)
La produzione pianistica di Ludwig van Beethoven ha sempre avuto
una parte di grande importanza nel repertorio
di Louis Lortie e nei
primi mesi del 2010 è
balzata al vertice delle
sue priorità in vista delle registrazioni da lui
effettuate per il completamento di questa
monumentale integrale delle sonate. Ebbene sì, il pianista canadese ha appena ultimato l’incisione delle otto sonate che
non aveva ancora fissato su disco (per la precisione le sonate
n. 22, 23, 24, 25, 27, 30, 31 e 32), che vengono ora presentate
in un magnifico cofanetto di nove CD offerto al prezzo di soli
tre CD e destinato a diventare in breve tempo un vero e proprio must per tutti gli appassionati della produzione del Titano di Bonn. Evocative, deliziose, virtuosistiche, argute e ricche di spunti molto interessanti, le sonate di Beethoven riescono a esprimere tutti i sentimenti e le aspirazioni dell’animo umano e sotto le sapienti dita di Lortie sembrano assurgere a un livello quasi soprannaturale. La sua incisione delle
Variazioni Eroica (vincitrice di un prestigioso Edison Award)
è stata recensita dal critico di Gramophone in questi termini:
«L’interpretazione [di Lortie] è magniloquente e molto autorevole, virile ma ricca di sensibilità, e l’ampia gamma di
nuances dinamiche e di sfumature strumentali esalta la maestosa scrittura di Beethoven e non si limita a enfatizzare le
doti tecniche dell’interprete. Lortie si rivela un vero maestro
nell’esprimere la grandezza del mondo interiore di Beethoven, come si può notare dai passaggi fugati, nei quali ogni
voce emerge con sublime trasparenza e con un equilibrio e
una definizione pressoché perfetti». Tra gli innumerevoli
punti di forza di questo cofanetto merita di essere citata la
Sonata n. 30, un’opera di meravigliosa bellezza composta tra
il 1820 e il 1822 che riassume in sé tutte le caratteristiche
salienti dell’ultima fase creativa di Beethoven, tra cui una costruzione armonica molto elaborata, passaggi contrappuntistici tanto fascinosi quanto complessi e una rigorosa aderenza
agli stilemi barocchi e classici. Una citazione a parte spetta
alla Sonata n. 22, un vero e proprio coacervo di contrasti. Nel
corso del primo movimento i suoi due temi principali si amalgamano sempre di più, fino a diventare in prossimità della
fine un insieme omogeneo e profondamente integrato. Ne siamo assolutamente sicuri: di questa integrale si parlerà molto
nei prossimi mesi.
CHAN0773(2) (2 CD alto prezzo)
Sebbene sia basato sui
consueti temi dell’amore, dell’onore e della lealtà, rispetto alle altre opere di Händel il Flavio,
rappresentato per la prima volta nel 1723, pone
una minore enfasi sulle
alterne fortune politiche
e militari. L’opera è ambientata in Lombardia
nei tempi bui dell’Alto
Medioevo: lo stratagemma di inviare funzionari per governare la
recalcitrante Britannia – sottolineando in maniera marcata i delicati aspetti dell’onore e del castigo – deve essere stato accolto con
grande ironia dal pubblico londinese dell’epoca. La musica di
Händel dà corpo a un’incredibile quantità di affetti, un fatto che si
nota soprattutto nei duetti che vedono protagoniste le due coppie
di amanti, collocati rispettivamente all’inizio e alla fine dell’opera.
Nel terzo atto si viene a creare una situazione quanto mai ambigua,
causata dal fatto che uno degli innamorati perora la causa del suo
rivale, che trova piena espressione nella musica del grande compositore di Halle. Oggi il Flavio è una delle opere più apprezzate
di Händel sia dal pubblico sia dalla critica, che ne apprezzano la
sfrenata fantasia, la straordinaria bellezza delle arie e l’ammaliante
linea melodica. Fondata nel 1994 dal suo attuale direttore musicale Christian Curnyn, la Early Opera Company si è affermata come
una delle formazioni di strumenti originali migliori del Regno
Unito. Solisti: T. Meade, R. Joshua, I. Davies, R. Pokupic,
H. Summers, T. Walker, A. Foster-Williams,
Le opere di Georg Friedrich Händel su CHANDOS:
PARTENOPE
Solisti, Early Opera Company. Christian Curnyn
CHAN0719 (3 CD al prezzo di due)
SEMELE
Solisti, Early Opera Company. Christian Curnyn
CHAN0745 (3 CD alto prezzo)
JOHAN HALVORSEN
OPERE ORCHESTRALI – VOL. 2
Marianne Thorsen, violino
Bergen Philharmonic Orchestra, Neeme Järvi
CHAN10614 (CD alto prezzo)
J. Halvorsen: Suite ancienne; Danze norvegesi; Sinfonia n. 2
Fatum
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Columns - OTTOBRE 2010
Compositore, direttore e
violinista, Halvorsen fu
una delle figure più eclettiche e autorevoli del panorama musicale norvegese a cavallo tra la fine
del XIX e l’inizio del XX
secolo. Come era già
successo nel primo volume, le opere proposte in
questo disco rappresentano il meglio della tradizione basata su motivi popolari dei paesi scandinavi, opere brillanti e molto evocative nelle quali la parte del leone spetta quasi
sempre alla compagine degli archi. In particolare, Au norvégien fu
descritta da Edvard Grieg come «un medley di melodie popolari,
ma concepito con una tale cura da diventare una vera e propria
opera d’arte». Il fatto che Halvorsen trascorse oltre 36 anni della
sua vita lavorando nei teatri di Bergen e di Oslo è più che sufficiente per spiegare il perché la maggior parte della sua produzione
sia costituita da lavori pensati per il palcoscenico di un teatro. In
ogni caso, il compositore norvegese si dedicò con profitto anche a
generi più consueti, come quello della sinfonia, ambito in cui spicca la Seconda Sinfonia. Soprannominata Fatum, questa sinfonia è
caratterizzata dal continuo riproporsi in tutti e quattro i suoi movimenti del tema iniziale, come le ben più famose “sinfonie del destino” di Beethoven e di Ciaikovsky. Nel secondo movimento
(intitolato Romance) la deliziosa melodia dell’oboe viene seguita
da una sezione dai toni molto drammatici che conduce al tema del
“destino”, mentre il tema principale del gradevole terzo movimento (Intermezzo) – nel quale il ritmo del motivo del destino viene
abilmente alterato – è unanimemente considerato tra i brani più
famosi (e allo stesso tempo più originali) di tutta l’opera sinfonica
di Halvorsen.
Già disponibile di Johan Halvorsen:
terpretazione andata in onda nel corso del programma della BBC
“The Classical Star”, nel 2007 i vertici della Chandos decisero di
proporre alla giovanissima Karen Geoghegan un contratto pluriennale di esclusiva, un riconoscimento ormai quasi scomparso
nel convulso mondo discografico attuale. Nel 2009 la Geoghegan
ha debuttato ai Proms londinesi eseguendo il Concerto per fagotto
e orchestra di Mozart con la BBC Philharmonic Orchestra diretta
da Noseda. La stessa opera e lo stesso direttore sono presenti in
questo nuovo splendido disco. Il secondo movimento è particolarmente suggestivo, in quanto offre al fagotto la possibilità di esibirsi in un’aria dal sapore inconfondibilmente operistico, sul soffuso
accompagnamento dell’orchestra, con gli archi che si limitano ad
ascoltare dalla prima all’ultima battuta. Se il concerto di Mozart
rappresenta una delle pietre miliari del repertorio del fagotto, lo
stesso non si può dire delle opere di Crusell e di Kreutzer presentate in questo disco, che nonostante questo costituiscono lavori ideali per i fagottista più ambiziosi, così come il Concerto di Giachino
Rossini, un’opera completamente sconosciuto fino a una ventina
di anni fa. Riportato alla luce all’inizio degli anni Novanta da una
raccolta di manoscritti ottocenteschi conservati presso la biblioteca di Ostiglia (Mantova), quest’opera al tempo stesso vigorosa,
piena di grazia e con un movimento centrale dai toni sognanti è
considerata una delle scoperte musicologiche più importanti degli
ultimi anni. Nel terzo movimento Rossini impone al solista una
serie di sensazionali passaggi virtuosistici, che concludono questa
splendida opera con una irresistibile vitalità.
p
p
Karen Geoghegan su CHANDOS:
AA.VV.
OPERE PER FAGOTTO E ORCHESTRA
Opera North Orchestra, Benjamin Wallfisch
CHAN10477 (CD alto prezzo)
AA.VV.
OPERE PER FAGOTTO E PIANOFORTE DI AUTORI FRANCESI
Philip Edward Fisher, pianoforte
CHAN10521 (CD alto prezzo)
OPERE ORCHESTRALI – VOLUME 1
CHAN10584 (CD alto prezzo)
AA.VV.
OPERE PER FAGOTTO E ORCHESTRA
Karen Geoghegan, fagotto
BBC Philharmonic Orchestra, Gianandrea Noseda
CHAN10613 (CD alto prezzo)
OPERE ORCHESTRALI
BBC Symphony Orchestra, Edward Gardner
CHSA5082 (SACD alto prezzo)
W.A. Mozart: Concerto
per fagotto e orchestra
K.191 B.H. Crusell:
Concertino per fagotto e
orchestra C. Kreutzer:
Variazioni per fagotto e
orchestra G. Rossini:
Concerto per fagotto e
orchestra
Profondamente colpiti
dalla sua strepitosa in16
WITOLD LUTOSLAWSKI
W. Lutoslawski: Concerto per orchestra; Sinfonia n. 3; Chain 3
Il programma di questo
disco presenta una silloge di opere del compositore più rappresentativo
del Novecento polacco,
Witold Lutoslawski, tra
cui quello che è considerato il suo lavoro
F
Columns - OTTOBRE 2010
più famoso, il Concerto per orchestra, e la Terza Sinfonia, eseguita per la prima volta il 29 settembre del 1983 dalla Chicago
Symphony Orchestra diretta da Sir Georg Solti. Molti passaggi
di queste opere presentano la tecnica definita dallo stesso Lutoslawski “aleatorismo limitato”, in base alla quale ogni musicista
dell’orchestra deve eseguire una melodia o una serie di frammenti
secondo un tempo proprio, senza tenere conto del ritmo degli altri
strumenti. Grazie a questo innovativo metodo, il compositore può
mantenere il controllo dell’architettura dell’opera e dell’esecuzione, rendendo possibile al tempo stesso l’emergere di una scrittura
polifonica complessa e imprevedibile. Nell’ultima fase della sua
carriera, Lutoslawski elaborò forme musicali estremamente ardite, comprendenti elementi del tutto scollegati tra loro, le cui brevi
sezioni si accavallano come gli anelli di una catena. Sebbene alcuni elementi di questa tecnica siano presenti già in diverse opere
giovanili, il primo lavoro a essere concepito interamente in questo
stile è Chain 1, un’opera per 14 strumenti composta nel 1983 per
la London Sinfonietta, a cui fece seguito nel 1985 Chain 2, intitolata “Dialogo tra violino e orchestra”, e nel 1986 Chain 3 per
grande orchestra. Questa composizione di dieci minuti può essere
suddivisa in tre diverse sezioni, la prima delle quali contiene alcuni esempi molto chiari della tecnica della catena. Per esempio, le
campane, le viole e i flauti formano il primo “anello” della catena,
al quale si sovrappone un quartetto di contrabbassi, il quale a sua
volta viene incalzato da uno xilofono e tre violini e così via. L’ultimo anello di questa catena musicale sfocia in un gorgoglio degli
strumenti a fiato, che segna il primo segmento dell’architettura del
lavoro. Chain 3 fu scritta per la San Francisco Symphony Orchestra, che il 10 dicembre del 1986 la eseguì per la prima volta sotto
la direzione dello stesso compositore.
AA.VV.
THE VIRTUOSO CLARINET
Michael Collins, clarinetto
Piers Lane, pianoforte
CHAN10615 (CD alto prezzo)
C.M. von Weber:
Grand Duo concertant
per clarinetto e pianoforte A. Messager: Solo
de concours per clarinetto e pianoforte S.
Rachmaninov: Vocalise G. Gershwin: Tre
Preludi D. Milhaud:
Scaramouche A. Giampieri: Il carnevale di
Venezia D. Lovreglio:
Fantasia su La traviata S. Milton: Carmen Fantasy
Il programma di questo disco comprende una serie di lavori
molto variegati, concentrandosi soprattutto sugli aspetti più
virtuosistici del clarinetto, rappresentati da alcuni brani spettacolari. Brani molto conosciuti come l’ammaliante Vocalise
di Sergei Rachmaninov si pongono in attraente contrasto con
la solare brillantezza del Carnevale di Venezia di Alamiro
Giampieri, a sua volta profondamente diverso dalle gradevoli
e fantasiose opere del compositori francesi Darius Milhaud e
André Messager. Il programma comprende anche lo spumeggiante Grand Duo concertant di Carl Maria von Weber. Un
altro caposaldo di questo disco è rappresentato dal celebre Scaramouche di Darius Milhaud. Sebbene in un primo tempo sia
stata scritta per due pianoforti, quest’opera ottenne subito una
grandissima popolarità che spinse il compositore francese a realizzare diverse trascrizioni, prima tra tutte quella per clarinetto
e pianoforte che possiamo ascoltare su questo disco. Venendo ai giorni nostri, questo disco comprende anche la splendida Carmen Fantasy eseguita per la prima volta al Festival di
Harrogate nel 2009. Milton si mantiene sempre molto aderente
alla scrittura di Bizet, facendo in modo che le melodie siano
sempre facilmente riconoscibili nonostante le elaborazioni e le
brevi cadenze che separano i vari episodi. Tra i futuri progetti
discografici di Michael Collins vi sono un disco che metterà in
luce le risorse liriche del clarinetto e diversi altri incentrati sui
concerti per clarinetto e orchestra, tra i quali meritano di essere citati quelli di Weber e di un gruppo di compositori inglesi
dell’Otto-Novecento.
GIUSEPPE VERDI
OTELLO
London Symphony Orchestra & Chorus, Sir Colin Davis
LSO0700 (2 SACD basso prezzo)
Nel 1871, dopo la trionfale prima rappresentazione dell’Aida, Verdi
decise di congedarsi dal
suo pubblico, logorato
da una carriera tanto
ricca di soddisfazioni
quanto logorante sul
suo fisico e sul suo animo (come dimenticare i
famigerati “anni di galera”?). Il pubblico invocò a gran voce il ritorno del Maestro e i suoi amici cercarono
di convincerlo in ogni modo a regalare al mondo un’opera nuova, ma il successo arrise all’editore Ricordi, che propose all’ormai ultrasettantenne Verdi un libretto di Arrigo Boito basato
sull’Otello di William Shakespeare, il celebre Bardo inglese
che sarebbe stato presente anche nel canto del cigno del Cigno
di Busseto, Falstaff. Eseguito per la prima volta nel 1887 in un
Teatro alla Scala vestito a festa, Otello costituì una tappa di
fondamentale importanza nell’evoluzione dello stile operistico
ed è tuttora considerato uno dei melodrammi più grandi di tutti
i tempi. Facendo seguito al magnifico Falstaff pubblicato lo
scorso anno, la LSO Live presenta questo mese una straordinaria versione del capolavoro verdiano con la partecipazione di
17
Columns - OTTOBRE 2010
un cast guidato da Simon O’Neill (Otello), Gerald Finley
(Jago) e Anne Schwanewilms (Desdemona) e diretto con incontenibile vigore da un incredibile Sir Colin Davis.
Solisti: Simon O’Neill, Gerald Finley, Allan Clayton, Ben
Johnson, Alexander Tsymbalyuk, Matthew Rose, Lukas
Jakobski, Anne Schwanewilms, Eufemia Tufano
Giuseppe Verdi su LSO LIVE:
FALSTAFF
Solisti, London Symphony Orchestra, Sir Colin Davis
LSO0528 (2 SACD basso prezzo)
REQUIEM
Solisti, London Symphony Chorus,
London Symphony Orchestra, Sir Colin Davis, direttore
LSO0683 (2 SACD basso prezzo)
vo. Per onorare questo grande direttore scomparso nel 1998
la Testament presenta questo mese gli ultimi tre volumi di
una serie di cinque titoli che lo vedono sul podio dei Berliner Philharmoniker. Rimasterizzati dall’etichetta inglese
con la consueta cura, questi tre dischi finora del tutto inediti ripropongono una serie di concerti diretti da Tennstedt
alla Philharmonie di Berlino, comprendenti alcuni dei suoi
principali cavalli di battaglia, tra cui la Quarta Sinfonia di
Bruckner e il Concerto per violino e orchestra e la Sinfonia
Dal Nuovo Mondo di Antonín Dvorák, un compositore per
il quale Tennstedt provò sempre una grande simpatia. Una
nuova iniziativa editoriale della Testament che consente di
gettare luce sull’arte raffinata di un direttore ancora troppo
conosciuto dal pubblico italiano.
TENNSTEDT DIRIGE BEETHOVEN E BRUCKNER
Bruno Leonardo Gelber, pianoforte
Berliner Philharmoniker, Klaus Tennstedt
TES1448 (2 CD prezzo speciale)
L. van Beethoven:
Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra op.
19 A. Bruckner: Sinfonia n. 4 Romantica
TESTAMENT
TENNSTEDT DIRIGE MUSSORGSKY,
PROKOFIEV E DVORÁK
Horacio Gutierrez, pianoforte
Berliner Philharmoniker, Klaus Tennstedt
s
TES1450 (2 CD prezzo speciale)
M. Mussorgsky: Una
notte sul Monte Calvo S.
Prokofiev: Concerto n.
2 per pianoforte e orchestra op. 16 A. Dvorák:
Sinfonia n. 9 op. 95 Dal
Nuovo Mondo
Nato a Merseburg nel
1926, Klaus Tennstedt
iniziò a studiare giovanissimo il violino e
il pianoforte al Conservatorio di Lipsia segnalandosi tra gli esponenti più dotati di
una generazione di grande talento. A soli 22 anni gli venne
affidato il posto di primo violino nell’Orchestra del Teatro
Municipale di Halle, che però dovette ben presto abbandonare a causa di un grave infortunio a un dito. Quella che in un
primo tempo si profilò come una disgrazia alla fine si rivelò
una vera fortuna in quanto, dopo un breve periodo trascorso
come preparatore dei cantanti del Teatro di Halle, iniziò una
nuova luminosa carriera da direttore. Dopo aver ricoperto
l’incarico di direttore dell’Opera di Dresda, nel 1971 Tennstedt chiese e ottenne asilo politico in Svezia e nel giro di
pochi anni divenne uno dei direttori più richiesti del mondo,
mettendosi particolarmente in evidenza nel repertorio tardo
romantico. Nel 1983 una grave malattia gli rese sempre più
difficile dirigere, costringendolo nel 1994 al ritiro definiti18
KLAUS TENNSTEDT DIRIGE DVORÁK E SCHUBERT
Peter Zazofsky, violino
Berliner Philharmoniker, Klaus Tennstedt
p
TES1449 (2 CD prezzo speciale)
A. Dvorák: Concerto
per violino e orchestra
op. 53 F. Schubert:
Sinfonia n. 9 D.944 La
Grande
A
Columns - OTTOBRE 2010
JOSEF BOHUSLAV FOERSTER
INTEGRALE DEI QUARTETTI PER ARCHI
Stamic Quartet
SU4050 (2 CD alto prezzo)
J.B. Foerster: Quartetto per archi n. 1 op. 15;
Quartetto per archi n. 2
op. 39; Quartetto per
archi n. 3 op. 61; Quartetto per archi n. 4 op.
182; Quartetto per archi n. 5 Vestec; La preghiera per quartetto
d’archi; Erinnerung per
quartetto d’archi e
arpa; Quintetto per due
violini, viola, violoncello e contrabbasso op. 3; Allegro giocoso per quartetto d’archi
Dopo gli straordinari dischi dedicati ai due concerti per violino
e orchestra (SU3961) e al concerto per violoncello e orchestra
(SU3989), la Supraphon torna a occuparsi della produzione di Josef Bohuslav Foerster, un compositore quasi del tutto dimenticato
fino a oggi. Questo splendido cofanetto doppio presenta in prima
registrazione mondiale tutte le opere da lui composte per quartetto
d’archi. Il Quartetto n. 1 (1888) fu dedicato a Piotr Ilic Ciaikovsky, che riconobbe in Foerster un musicista di grande talento e che
gli scrisse una lettera per incoraggiarlo a continuare a comporre.
Foerster continuò a dedicarsi al quartetto d’archi fino ai suoi ultimi
anni di vita, come dimostra il fatto che il Quartetto n. 5 (Vestec)
rappresentò il suo canto del cigno. Dopo una lunga e tormentata
parabola creativa, con quest’opera Foerster fece ritorno allo stile
di Bedrich Smetana e di Antonín Dvorák, i cui elementi principali
erano evidenti già nel Quartetto n. 1. Il programma di questo cofanetto doppio è completato da tre composizioni di minore respiro,
tra le quali spiccano Erinnerung per quartetto d’archi e arpa e due
movimenti di un Quintetto per archi con contrabbasso dai tratti
molto idiomatici. Considerato dalla stampa specializzata tra le
formazioni cameristiche emergenti del da sempre ricco panorama
musicale ceco, lo Stamic Quartet si accosta a queste opere con
un’assoluta padronanza tecnica e una profonda conoscenza del
complesso stile di Foerster.
«Sono soddisfatto. Ho finito di scriverlo molto velocemente»
Queste parole esprimono chiaramente lo stato d’animo di Antonín Dvorák dopo aver portato a termine gli schizzi del Quartetto op. 96 Americano, uno dei massimi capolavori della cameristica tardo romantica, scritto durante il soggiorno negli
Stati Uniti sull’onda dell’entusiasmo che traspare nella celebre
Sinfonia Dal Nuovo Mondo. «Desideravo scrivere un’opera al
tempo stesso melodiosa e molto semplice e per raggiungere
questo obiettivo mi sono concentrato sullo stile di papà
Haydn». L’obiettivo venne raggiunto nel modo migliore, come
si può notare dalle sperticate lodi riportate dai critici dei principali giornali americani dell’epoca: «C’è da dolersi del fatto che
Dvorák sia sbarcato in America così tardi, vista e considerata la
sua capacità di scrivere grande musica ispirata al nostro paese». La Supraphon è orgogliosa di presentare il Quartetto Americano e il successivo Quartetto op. 106 – prima opera scritta
dal compositore boemo dopo il suo ritorno dagli Stati Uniti –
nella splendida interpretazione del Pavel Haas Quartet, una
delle formazioni cameristiche più interessanti dell’ultima generazione. Proseguendo il discorso iniziato con i precedenti
dischi dedicati a Janácek, Hass e Prokofiev (vincitori tra le altre cose del Classic FM Gramophone Award, del BBC Music
Magazine Award e del MIDEM Cannes Classical Award), il
Pavel Haas Quartet si accosta ai due monumenti di Dvorák
sfoggiando le sue qualità migliori, tra cui un eccezionale equilibrio tra precisione tecnica e musicalità e un dialogo molto
apprezzabile tra i quattro strumenti.
Già disponibili:
ANTONÍN DVORÁK
QUARTETTI PER ARCHI N. 12 E 13
Pavel Haas Quartet
SU4038 (CD alto prezzo)
A. Dvorák: Quartetto n. 13 op. 106; Quartetto n. 12 op. 96
Americano
SU3877
SU3922
19
Columns - OTTOBRE 2010
GREGORIO STROZZI
CAPRICCI DA SONAR OP. 4
Elena Sartori, organo e clavicembalo
GAETANO MENEGHETTI - GIOVANNI MENEGHETTI
SONATE E CONCERTI PER VIOLINO
Giovanni Guglielmo, violino
Archicembalo Ensemble, Enrico Zanovello
TC731302 (CD alto prezzo)
Gaetano Meneghetti:
Sonata a quattro in fa
maggiore; Sonata in re
minore per violino e
b.c.; Sonata in si bemolle maggiore per
violino e b.c.; Sonata
in do minore per violino e b.c.; Sonata in mi
minore per violino e
b.c.; Sonata in la maggiore per violino e b.c.
Giovanni Meneghetti: Sonata in si minore per violino e
b.c.; Concerto in la maggiore per violino
Nella prima metà del XVIII secolo la Repubblica di Venezia
divenne uno dei centri musicali più splendidi di tutta l’Europa, distinguendosi tanto nell’opera e nella musica sacra
quanto nel repertorio strumentale. Questa straordinaria fioritura trasse linfa da alcuni musicisti passati meritatamente
alla storia come Antonio Vivaldi, Tomaso Albinoni, Benedetto Marcello e Baldassare Galuppi, tuttavia alla diffusione di questo inconfondibile stile diedero un contributo
rilevante anche molti compositori oggi quasi dimenticati.
Con questo disco la Tactus conclude la sua esplorazione dei
sei concerti per violino di Giovanni Meneghetti iniziata nel
2008 e propone – sempre in prima registrazione mondiale
– sei sonate per violino e basso continuo di suo padre Gaetano, un compositore vicentino di cui nel 1827 Andrea Alverà
scrisse nel Giornale biografico di Vicenza: «Nella esecuzione era fra i migliori d’Italia. Emulo del Tartini, suonava
per eccellenza il violino». Pur essendo concepite secondo il
modello della sonata da chiesa, le opere di Gaetano Meneghetti rivelano nei tempi veloci una insospettabile vivacità,
dalla quale è possibile ravvisare le movenze di correnti e
di allemanda, e nei movimenti lenti una meravigliosa vena
cantabile. Giovanni Guglielmo si accosta a questi lavori con
il giusto equilibrio di rigore filologico e di musicalità, riuscendo a esaltarne le nuances delicate e la raffinata scrittura
con un suono di rara bellezza, ben sostenuto dai bravissimi
componenti dell’Archicembalo Ensemble, formazione di
strumenti originali diretta dell’organo e dal clavicembalo da
un ispirato Enrico Zanovello.
20
TC614401 (CD alto prezzo)
Tra le numerose figure
dai tratti romanzeschi
che costellano la storia
della musica del Rinascimento italiano spicca quella di Gregorio
Strozzi, geniale compositore originario di
San Severino Lucano
sulla cui biografia sussistono ancora più ombre che luci. Nato intorno al 1615, Strozzi compì i suoi studi musicali con Girolamo Frescobaldi e in seguito si trasferì a Napoli, dove si
perfezionò con Giovanni Maria Sabino, maestro di cappella
della Santa Casa dell’Annunziata. Dopo essere stato ordinato sacerdote, nel 1634 Strozzi venne nominato secondo organista all’Annunziata, posto che mantenne fino al 1645,
quando fu chiamato a ricoprire la carica di cappellano ad
Amalfi. Negli ultimi tre decenni della sua vita – si ritiene
che sia morto a Napoli nel 1687 – Strozzi alternò l’attività
musicale a importanti incarichi religiosi e civili, diventando
abate e doctor in utroque iure all’Università di Napoli. Sotto
il profilo stilistico, Strozzi dimostrò una poliedricità non
inferiore a quella che caratterizzò la sua vita, creando uno
stile estremamente originale nella cui solida base frescobaldiana si innestano elementi apparentemente inconciliabili,
che spaziano da alcune suggestioni dello Stylus phantasticus elaborato dai compositori della Germania settentrionale
nei primi decenni del XVII secolo alla tecnica araba del taqsim, passando da cromatismi e dissonanze che evocano la
figura di Gesualdo da Venosa, lucano come Strozzi. Questo
disco propone una ricca selezione dei 29 brani contenuti nei
Capricci da sonare cembali et organi op. 4, interpretati con
grande fantasia e assoluta proprietà stilistica da Elena Sartori, che chi conosce bene il catalogo della Tactus ha imparato
ad apprezzare in due dischi dedicati alla produzione sacra di
Padre Giovanni Battista Martini (TC.701306) e di Domenico Scarlatti (TC.681906). Per rendere ancora più vario e
interessante l’ascolto, la Sartori alterna il clavicembalo
all’organo della Basilica di San Bernardino dell’Aquila, ottemperando all’indicazione riportata nel frontespizio della
raccolta di Strozzi.
N
P
p
Columns - OTTOBRE 2010
THE COMPOSERS CONDUCT
Orchestre varie, Maurice Ravel,
Albert Roussel, Edward Elgar, Florent Schmitt, direttori
URNWS102 (2 CD basso prezzo)
LEONARD BERNSTEIN IN CONCERTO
New York Philharmonic Orchestra, Leonard Bernstein
URNWS100 (2 CD basso prezzo)
M. Mussorgsky: Quadri
di un’esposizione N.
Rimsky-Korsakov:
Shéhérazade I. Stravinsky: La Sacre du Printemps S. Prokofiev: Pierino e il lupo
Questo splendido cofanetto doppio raccoglie
quattro dei massimi capolavori della letteratura
sinfonica russa dell’OttoNovecento nell’interpretazione, sotto molti punti di vista definitiva, di Leonard Bernstein, direttore di cui quest’anno si celebra il
ventesimo anniversario della scomparsa. A proposito del Sacre du
Printemps, si dice che dopo aver ascoltato l’esecuzione del direttore americano Stravinsky si sia adombrato, per il fatto di ritenerla
di gran lunga superiore alla sua interpretazione. Quattro vertici
della discografia di tutti i tempi: la serie Widescreen Collection
della Urania non poteva davvero iniziare in modo migliore!
1958-1960 American Columbia Original Production.
M. Ravel: Boléro, Concerto per pianoforte e
orchestra A. Roussel: Le
festin de l’araignée; Melodies E. Elgar: The
Wand of Youth; The Nursery Suite F. Schmitt: La
tragédie de Salomé
Questo interessantissimo cofanetto doppio
propone una serie di
registrazioni realizzata
su dischi a 78 giri tra il 1928 e il 1935 da quattro compositori
di prima grandezza del secolo appena trascorso alle prese con
alcune delle loro opere più significative. Anche grazie a una
rimasterizzazione di buona qualità, queste registrazioni rappresentano documenti di grande interesse sia per gli appassionati
sia per i musicologi.
1928-1935 His Master Voice Original Production.
TUNISIA
VENTS DU DESERT
Layali de Tunis
SVIATOSLAV RICHTER INTERPRETA SCHUMANN
Sviatoslav Richter, pianoforte
URNWS101 (2 CD basso prezzo)
R. Schumann: Concerto per pianoforte e orchestra op. 54; Waldszenen op. 82; Fantasiestücke op. 12; Marcia n.
2 op. 76; Toccata op. 7;
Novellette op. 21 n. 1;
Introduzione e Allegro
appassionato op. 92
Questo imperdibile cofanetto doppio ripropone le primissime registrazioni stereofoniche realizzate alla fine degli anni Cinquanta
da Sviatoslav Richter in Occidente per la Deutsche Grammophon. Interamente dedicate a Robert Schumann – compositore
di cui quest’anno si celebra il secondo centenario della nascita – queste incisioni costituiscono ancora oggi pietre miliari
dell’interpretazione del repertorio romantico.
1956-1959 Deutsche Grammophon Original Productions.
PSSA141205 (CD basso prezzo)
Farah; Yawaldi; Talak;
Mezouedde Tunis; La
Medina; Sahara; NaOura; Naydu Désert;
Malouf; Sidi Bou Saïd;
La Goulette; Ikhtiar; Jek
Enaum; Ya Zin Essah
Ra; Bizerte; El Oued;
Ajebina-Assaba
La tradizione musicale
tunisina è caratterizzata
da una straordinaria varietà di stili e di ritmi. Considerato uno dei generi più rappresentativi della musica classica araba, il malouf è ormai diventato una
vera e propria istituzione del panorama musicale tunisino accanto
al nouba, uno stile che affonda le sue origini in Andalusia. A questi stili si affianca un ricco patrimonio popolare eseguito con un
gran numero di strumenti arabi, come il darbouka e l’oud, e di
strumenti originari della Tunisia come il mezoued. Questo interessantissimo disco ne propone alcuni dei brani più significativi,
nella bella esecuzione dell’ensemble Layali de Tunis.
21
Columns - OTTOBRE 2010
STATI UNITI
ROUTE 66 – COUNTRY WESTERN MUSIC
John Hore Grenell
AA.VV.
CARMINA CELTICA
PSSA141206 (CD basso prezzo)
Cowboy John Last Ride;
Ghost Town; Lovers and
Losers; Carolina in the
Pines; Dance With You;
All God’s Critters; Night
Rider’s Lament; Dance
All Night; Past Like a
Mask; Other Side of The
Hill; Down on the
Farm; One World; Bull
Rider; Love is the Master
Questo disco propone un esaltante viaggio nelle atmosfere
della Frontiera americana, con melodie western e canzoni da
cowboy interpretate con straordinaria autenticità da John Hore
Grenell.
AFRICA
PERCUSSIONS D’AFRIQUE – VOL. 2
Madou Djembe
PSSA141207 (CD basso prezzo)
Solfege; Dounia; Djioula Don; Maraca; MadDjemb; Groka Toumblack; Afrique vous parle
Unanimemente considerato uno dei compositori di maggiore talento
della sua generazione,
Madou Djembe esegue
le sue composizioni
sui ritmi tradizionali
dell’Africa occidentale
e utilizza lo djembe per raccontare le gioie e i dolori che hanno scandito il corso della sua vita. Nel complesso, si tratta di
un disco di grande interesse, che propone uno spaccato della
carriera di un grande artista che ha avuto modo di suonare con
musicisti del calibro di Mc Solaar, Peter Gabriel, Yussou Ndour
e Toure Kounda.
22
William Taylor, arpa
Canty, Rebecca Tavener
LINNCKD378 (SACD alto prezzo)
Salve splendor Inchcolm Antiphoner J.
MacMillan: Os mutorum; Confessor Dei
Inchcolm Antiphoner
I. Moody: O quam mirabilis; Green grow
the rushes harp M.
McGlynn: Lorica P.
McGarr: Flower Garland; Brigit antiphons;
Inviolata, integra et
casta es, Maria W1; Through the wood laddie harp J.
Metcalf: O shining light; Beatus Gallus chant R. Rowe:
There is nothing brighter than the sun; A solis occasu chant
G. Jackson: Ubi lumen praesulis; Sacrosanctam Kentegernus Sprouston Breviary J. McCarthy: The Stars in their
Courses J. Tavener: Two Hadiths
Questo splendido disco propone in prima registrazione mondiale nove opere di autori contemporanei commissionate nel
corso di un decennio dall’ensemble Canty. Le componenti
di questa formazione riescono a far coesistere le opere di
Sir John Tavener e di James MacMillan con suggestivi brani
medievali, dando vita a quell’affascinante universo sonoro che ha garantito loro una notorietà a livello planetario.
Definito dall’autorevole quotidiano londinese The Times
«uno dei talenti musicali più creativi della sua generazione», Sir John Tavener scrisse Two Hadiths per Canty nel
2007. Quest’opera richiede all’arpa sonorità simili a quelle
del sitar indiano per accompagnare con un tono dolcemente meditativo alcuni detti del profeta Maometto. Scritta per
l’ensemble Canty nel 2008, Os mutorum di John MacMillan
è un’opera al tempo stesso commovente ed espressiva. Per
la sua O quam mirabilis Ivan Moody ha scelto come testo
una poesia di Hildegard di Bingen. Michael McGlynn ha
descritto la sua opera Lorica come una enfatizzazione della
«purezza sonora dell’ensemble Canty, un’opera che vuole
riallacciarsi a un’epoca musicale dalla vocalità morbida e
trasparente, dai contorni piacevolmente fluidi».
Columns - OTTOBRE 2010
AA.VV.
FLÛTE DE PAN ET ORGUE
Gheorghe Zamfir, flauto di Pan; Marcel Cellier, organo
AN1001 (LP da 180 grammi)
Si può immaginare un
connubio strumentale
più improbabile di quello
composto da un grande
organo e un flauto di
Pan? Questo disco rappresenta il frutto di insospettabile
bellezza
dell’incontro tra l’organista svizzero Marcel Cellier e Gheorghe Zamfir,
musicista folk romeno.
Dopo un primo contatto avvenuto in Romania, nel 1969 i due musicisti si ritrovarono in Svizzera e iniziarono a suonare insieme. Il
risultato fu così strepitoso che Cellier e Zamfir decisero di fissare
su disco il loro concerto tenuto in Australia nel 1977, che ottenne
numerosi riconoscimenti di grande prestigio, tra cui il Grand Prix
Audiovisual de l’Europe assegnato dall’Académie Du Disque
Français. Questo disco ci viene ora riproposto dalla AudioNautes
Recording in 500 copie numerate su LP da 180 grammi con la rimasterizzazione half-speed del mitico Stan Ricker. Un’occasione
assolutamente imperdibile sia per gli appassionati di rarità strumentali sia per gli audiofili più esigenti.
BARENBOIM DIRIGE BORODIN,
MUSSORGSKY E RIMSKY-KORSAKOV
Chicago Symphony Orchestra, Daniel Barenboim, direttore
CLDG2536379 (LP da 180 grammi)
A. Borodin: Danze
polovesiane M. Mussorgsky: Una notte sul
Monte Calvo N. Rimsky-Korsakov: Ouverture La grande Pasqua russa; Capriccio
espagnol
La Clearaudio arricchisce il proprio prestigioso catalogo con
una nuova gemma tratta dall’inesauribile forziere della
Deutsche Grammophon, che vede assoluto protagonista Daniel Barenboim, uno dei direttori d’orchestra più carismatici
del panorama concertistico internazionale. Alla testa di una
Chicago Symphony Orchestra dalle sonorità semplicemente
sontuose, il grande direttore di origine argentina propone
una silloge dei principali caposaldi della letteratura russa
del XIX secolo, spaziando dalla morbida sensualità delle
Danze polovesiane di Alexander Borodin al demoniaco sabba di Una notte sul Monte Calvo di Modest Mussorgsky, per
finire con due dei più grandi capolavori di Nikolai RimskyKorsakov, omaggio alla tradizione cristiana della sua patria
il primo e rutilante cartolina del folklore iberico il secondo.
Come sempre, i tecnici del suono dell’etichetta tedesca hanno rimasterizzato questo disco in maniera esemplare, permettendoci di apprezzare anche le più piccole nuances della
Chicago Symphony Orchestra.
AA.VV.
TRUE AUDIOPHILE – THE BEST OF GROOVE NOTE VOL. 3
Artisti vari
GRV1048-3 (SACD alto prezzo)
Anthony
Wilson:
Hawkeyes;
Theme
from Chinatown Roy
Gaines: That Ole Feelin’ Luqman Hamza:
Never Let Me Go;
Smoke Gets in Your
Eyes Jacintha: Summertime; I’ll Never
Smile Again; So Dance
Samba
Antonín
Dvorák (1841-1904):
Trio in fa minore per archi e pianoforte (Allegro grazioso;
Jung Trio) Lauren White: Do You Remember Skye: Dream
a Little Dream
Dopo il grande successo ottenuto dai primi due dischi, la
Groove Note presenta l’attesissimo terzo volume di True
Audiophile – The Best of Groove Note, un imperdibile
SACD che raccoglie alcune delle tracce più interessanti della celebre casa discografica americana. Il programma spazia dalle brillanti atmosfere boeme del Trio in fa minore di
Antonín Dvorák eseguite dal giovane ma promettentissimo
Jung Trio a tre celebri evergreen eseguiti da una Jacintha
in forma smagliante, passando da Anthony Wilson, Roy
Gaines, Luqman Hamza, Lauren White e Skye. Nel complesso si tratta dell’occasione ideale per scoprire il catalogo
dell’etichetta americana e per apprezzarne la straordinaria
qualità sonora, che vi darà l’impressione di essere seduti di
fronte ai suoi grandi artisti.
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Columns - OTTOBRE 2010
RAY CHARLES
THE GENIUS SINGS BLUES
Ray Charles
MFSL1-337 (LP da 180 grammi)
Early in the Mornin’;
Hard Times (No One
Knows Better Than I);
The Midnight Hour;
(Night Time Is) the Right
Time; Feelin’ Sad; Ray’s
Blues; I’m Movin’ On; I
Believe to My Soul; Nobody Cares; Mr. Charles’
Blues; Some Day Baby; I
Wonder Who
Considerato uno dei titoli
intramontabili del soul e del R&B, The Genius Sings the Blues di
Ray Charles consente di apprezzare la profonda evoluzione attraversata nel corso del XX secolo dalla musica dei neri americani.
Infatti, sotto le sapienti dita del pianista passato giustamente alla
storia con il soprannome di Genius scorrono con ritmo travolgente
le radici gospel, la grande tradizione jazz e gli elementi principali
della grande tradizione musicale delle regioni meridionali degli
Stati Uniti, a partire dall’affascinante Delta del Mississippi. Un
disco assolutamente imperdibile, anche per la straordinaria qualità sonora garantita dalla rimasterizzazione realizzata dai tecnici
della OMR. Questo titolo è disponibile anche su SACD (MUDSACD2049).
DUKE ELLINGTON
SUCH SWEET THUNDER
Duke Ellington and his Orchestra
PPANCL1033
(LP da 180 grammi)
Such Sweet Thunder;
Sonnet for Caesar; Sonnet To Hank Cinq; Lady
Mac; Sonnet In Search Of
A Moor; The Telecasters;
Up And Down, Up And
Down; Sonnet For Sister
Kate; The Star-Crossed
Lovers; Madness In Great
Ones; Half The Fun; Circle Of Fourths
24
Questo disco rientra di diritto nel novero dei “progetti concettuali” meglio realizzati di Duke Ellington, comprendendo una
serie di brani ispiratli alle opere di William Shakespeare e melodie di straordinaria bellezza che offrono a “Cat” Anderson,
Johnny Hodges, Paul Gonsalves e Quentin Jackson la possibilità di sfoderare tutte le loro doti virtuosistiche. In particolare,
i brani scritti da Ellington e da Billy Strayhorn consentono ai
principali solisti dell’orchestra di mettere in evidenza il loro
talento teatrale, facendoli recitare in scene tratte dalle opere del
mitico Bardo; per esempio, in “Up and Down, Up and Down
(I Will Lead Them Up and Down)” Clark Terry veste i panni
di Puck, mentre in “Half the Fun”, tratto dall’Antonio e Cleopatra, Johnny Hodges sfodera una delle interpretazioni più
sensuali di tutta la sua carriera.
Registrazione effettuata negli Studios della 30th Street della
Columbia, New York. Rimasterizzazione effettuata da Ray
Staff presso l’Air Mastering di Lyndhurst Hall, Londra.
LEE KONITZ E GERRY MULLIGAN
PACIFIC JAZZ
Lee Konitz, sax contralto; Gerry Mulligan, sax baritono;
Chet Baker, tromba; Larry Bunker, batteria
Carson Smith e Joe Mandragon, contrabbasso;
PPANPJ38
(LP da 180 grammi)
I Can’t Believe That
You’re in Love With
Me; Bradway; Almost
Like Being in Love;
Sextet; Oh, Lady Be
Good; Bernie’s Tune;
Oh, Lady Be Good
(versione alternativa);
Carinoso; Lover Man;
I’ll Remember April;
These Foolish Things;
All the Things You Are
D’accordo, si tratta di un album mono. Inoltre, nella maggior
parte del programma il quartetto di Gerry Mulligan sembra
limitarsi ad accompagnare Konitz. D’accordo, questo è tutto
vero, ma non fatevi ingannare, perché questo album è una
piccola gemma. Per convincersene basta guardare l’organico:
Gerry Mulligan al sax baritono, Lee Konitz al sax contralto e Chet Baker alla tromba. Vi basta? Agli appassionati più
incontentabili aggiungiamo che Pacific Jazz propone jazz di
straordinaria spontaneità, che non lascerà indifferente nessuno. Ormai libero dall’ingombrante ombra di Stan Kenton,
Lee Konitz esegue questi indimenticabili evergreen con una
fantasia e un’esplosività assolutamente incontenibili. Inoltre,
in molti brani è possibile ascoltare il sax baritono di Mulligan fare le fusa in sottofondo (ricordate? Si tratta di una
registrazione mono!) e – di tanto in tanto – mettersi in primo
piano per eseguire uno dei suoi straordinari assoli. Questi due
giganti del jazz dialogano tra loro, si stimolano, si appoggiano l’uno all’altro e – in maniera estremamente garbata – si
sfidano in bravura. Naturalmente, in alcuni brani si sentono
p
p
p
Columns - OTTOBRE 2010
le morbide sonorità della tromba di Chet Baker, che si aggiunge ai dialoghi dei due sax. Sebbene oggi non sia considerato come merita, Carson Smith era un contrabbassista
di prim’ordine e con la preziosa collaborazione del batterista
Larry Bunker realizza una solida base per le incontenibili
fantasie swing di Baker, Mulligan e Konitz. Dopo questo
disco i tre solisti si salutarono per prendere ciascuno la propria strada, una carriera lunga e ricca di soddisfazioni Konitz
e Mulligan e un percorso molto più breve e tragico ma non
per questo meno luminoso Baker. Questo album costituisce
la testimonianza di un momento irripetibile e ascoltandolo
oggi possiamo apprezzare l’arte sublime di questi grandi solisti che si dividono il palco, suonando ora l’uno per l’altro
ora insieme e dimostrando una sincera ammirazione e un
profondo apprezzamento per il talento e le idee degli altri.
E allora, cosa importa se è un mono? (Tom Schusterbauer).
Registrazione effettuata il 23 e il 30 gennaio e il 1° febbraio
del 1953 ad Haig, Los Angeles. Ingegnere del suono e producer: Richard Bock. Rimasterizzazione effettuata da Steve
Hoffman e Kevin Gray.
ILLINOIS JACQUET
SWING’S THE THING
Illinois Jacquet
SC-VER8023 (LP da 180 grammi)
Las Vegas Blues; Harlem Nocturne; Can’t
We
Be
Friends;
Achtung; Have You
Met Miss Jones?; Lullaby of the Leaves
Quando un appassionato di jazz inizia a
canticchiare “Flying
Home” accade regolarmente che i suoi amici
gli dicano: «Ehi, conosco questo brano: è “Flying Home” di Lionel Hampton, con
un fantastico assolo di Illinois Jacquet!». Pochi brani sono legati in maniera così inestricabile al musicista che si esibisce in
un passaggio solistico. Nato da padre sioux e da madre creola,
Illinois Jacquet suonò per tutta la durata della sua carriera uno
swing semplicemente fantastico. Oggi la sua fama è legata
soprattutto alle stupefacenti improvvisazioni che sfoderò con
l’orchestra di Count Basie e per le sue applauditissime apparizioni ai concerti Jazz at the Philharmonic. Dal momento che
questo straordinario jazzista della Louisiana eseguì swing in
tutte le sue esibizioni dal vivo, nessuno può stupirsi del fatto
che Norman Granz abbia deciso di inserire questo termine
nel titolo di questo disco, pubblicato nell’ottobre del 1956.
Nei sei brani di questo splendido album, il pianista Jimmy
Jones non si limitò a eseguire un semplice accompagnamento
per un cantante, ma si accostò al sax tenore di Jacquet con accordi quanto mai incisivi. Il fatto che tutti i musicisti coinvolti
in questo disco siano interpreti di ballate di altissimo livello
appare evidente ascoltando “Harem Nocturne”, dove il suono
del sax di Illinois Jacquet raggiunge una incredibile intensità.
A questo brano fa da contraltare “Achtung”, il cui ritmo incalzante lascia gli ascoltatori letteralmente senza fiato. Il programma si chiude con una originalissima versione di “Have
You Met Miss Jones?” e con il capolavoro per eccellenza dello swing, “Lullaby of the Leaves”.
IGOR STRAVINSKY
HISTOIRE DU SOLDAT
Jean Cocteau, Peter Ustinov, Igor Markevitch, direttore
SC-PH835181 (LP da 180 grammi)
Le genesi di Histoire
du Soldat – una delle
opere più significative
del secolo appena trascorso – è strettamente
legata alle vicende belliche della prima guerra mondiale. La chiusura dei teatri decretata
nel 1918, ultimo anno
del conflitto, spinse
Stravinsky e lo scrittore svizzero Charles Ferdinand Ramuz a scrivere un’opera che
potesse rivelarsi efficace anche senza una sala di grandi dimensioni o un pubblico particolarmente numeroso. Da questa
decisione ebbe origine Histoire du Soldat, un’opera teatrale
pensata per un organico ridotto all’osso, comprendente un
narratore, due attori, un ballerino e sette musicisti. L’estrema
limitatezza dell’organico si rispecchia nella stringata realizzazione scenica, con le scene e le sezioni musicali legate
strettamente tra loro in una maniera che ricorda una suite.
Come aveva già fatto nei balletti scritti in precedenza, Stravinsky scrisse una musica piena di energia, che non si limita
a presentare diversi ritmi di marcia, ma attinge largamente
anche ai generi del tango, del valzer e del ragtime. Anche la
parte recitata è piena di energia e di vitalità ritmica, caratteristiche enfatizzate al massimo dalle eclettiche voci di Jean
Cocteau nel ruolo del Narratore e di Peter Ustinov in quella
del Diavolo. Da parte sua, Igor Markevitch dirige con slancio
e molto buon gusto gli eccellenti musicisti della sua piccola
orchestra, tra i quali si mette in particolare evidenza un giovane trombettista di nome Maurice André, all’inizio della sua
straordinaria carriera. Una vera e propria pietra miliare della
discografia di tutti i tempi, restituita dalla Speakers Corner
con una trasparenza sonora e una fedeltà in grado di lasciare
a bocca aperta anche gli appassionati più esigenti. Registrazione effettuata nell’ottobre del 1962 nel Teatro di Vevey, in
Svizzera, da Vittorio Negri. Producer: Hans Lauteslager.
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BACH
OPERE PER ORGANO
C. Herrick,organo
della Stadtkirche Zofingen, Svizzera
CDA30004
BRAHMS
SONATE PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE
P
er festeggiare il suo trentesimo compleanno la
Hyperion ha deciso di offrire al suo affezionato
trenta titoli tratti dal suo catalogo comprendente
oltre 1700 titoli a un prezzo particolarmente conveniente. In questa lista compaiono alcuni dei dischi più
emblematici dell’etichetta inglese – primo tra tutti il mitico
A feather on the breath of God di Hildegard von Bingen
interpretato da Emma Kirkby – alcuni dei dischi salutati
con maggiore entusiasmo dalla stampa specializzata di
tutto il mondo (in questo caso il pensiero corre immediatamente ai concerti per pianoforte e orchestra di Camille
Saint-Saëns eseguiti da Stephen Hough, vincitori di numerosi riconoscimenti di grande prestigio tra cui il Diapason d’Or e considerati da Gramophone il disco migliore
degli ultimi trent’anni) e tutti gli artisti che hanno segnato
la storia della Hyperion, da Angela Hewitt a Marc-André
Hamelin, da Stephen Hough a Steven Isserlis, da Christopher Herrick a Matthew Best, da Stephen Layton a
Robert King, da Ian Bostridge a Matthias Goerne e dal
Leopold String Trio al Takács Quartet. Non abbiamo
dubbi: dopo aver ascoltato qualcuno di questi dischi (e
perché non tutti?) diventerete anche voi convinti fan di
quella che è stata giustamente definita la Rolls Royce
delle etichette indipendenti inglesi.
30 titoli dal più prestigioso catalogo indipendente
a 12,90 € a CD (prezzo al pubblico consigliato)
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S. Isserlis, violoncello
S. Hough, pianoforte
CDA30005
CHOPIN
OPERE PER PIANOFORTE
Marc-André Hamelin, pianoforte
CDA30006
FAURÉ
QUARTETTI PER ARCHI E PIANOFORTE
Domus
CDA30007
FAURÉ
REQUIEM E ALTRE OPERE SACRE
Corydon Singers
English Chamber Orchestra
M. Best, direttore
CDA30008
VON BINGEN
A FEATHER ON THE BREATH OF GOD
E. Kirkby, soprano; Gothic Voices
C. Page, direttore
CDA30009
BACH
MOZART
SUITES PER VIOLONCELLO SOLO
OPERE PER CLARINETTO
Steven Isserlis, violoncello
CDA30001/2 (2 CD)
T. King, clarinetto
English Chamber Orchestra
J. Tate, direttore
CDA30010
BACH
MOZART
VARIAZIONI GOLDBERG
QUARTETTI PER ARCHI E PIANOFORTE
Angela Hewitt, pianoforte
CDA30002
P. Lewis, pianoforte
Leopold String Trio
CDA30011 (CD medio prezzo)
BACH
MOZART
CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA
OPERE SACRE
Angela Hewitt, pianoforte
Australian Chamber Orchestra,
R. Tognetti, direttore
CDA30003
C. Sampson, soprano
The King’s Consort, R. King, direttore
CDA30012
PÄRT
SCHUMANN
TRIODION E ALTRE OPERE CORALI
TRII PER ARCHI E PIANOFORTE
Polyphony, Stephen Layton, direttore
CDA30013
The Florestan Trio
CDA30022
RACHMANINOV
SHOSTAKOVICH - SHCHEDRIN
INTEGRALE DEI CONCERTI
PER PIANOFORTE E ORCHESTRA
CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA
S. Hough, pianoforte
Dallas Symphony Orchestra,
A. Litton, direttore
CDA30014/2 (2 CD)
Marc-André Hamelin, pianoforte
BBC Scottish Symphony Orchestra,
Andrew Litton, direttore
CDA30023
RACHMANINOV
TALLIS
PRELUDI PER PIANOFORTE
SPEM IN ALIUM E ALTRE OPERE SACRE
Steven Osborne, pianoforte
CDA30015
Winchester Cathedral Choir
David Hill, direttore
CDA30024
RACHMANINOV
VAUGHAN WILLIAMS
VESPRI
SERENADE TO MUSIC E ALTRE OPERE
Corydon Singers,
Matthew Best, direttore
CDA30016
Corydon Singers
English Chamber Orchestra
M. Best, direttore
CDA30025
RUTTER
DE VICTORIA
REQUIEM E ALTRE OPERE CORALI
REQUIEM
Polyphony, Bournemouth Sinfonietta
S. Layton, direttore
CDA30017
Westminster Cathedral Choir
David Hill, direttore
CDA30026
SAINT-SAËNS
VIVALDI
CONCERTI PER PIANOFORTE
E ORCHESTRA N. 2, 4 E 5
CONCERTI PER LIUTO E MANDOLINO
Stephen Hough, pianoforte
City of Birmingham Symphony Orchestra
S. Oramo, direttore
CDA30018
SCHUBERT
QUARTETTI PER ARCHI N.
Paul O’Dette, liuto e mandolino
The Parley of Instruments
CDA30027
WHITACRE
13 E 14
Takács Quartet
CDA30019
CLOUDBURST E ALTRE OPERE CORALI
Polyphony, Stephen Layton, direttore
CDA30028
SCHUBERT
AA.VV.
DIE SCHÖNE MÜLLERIN
TRII FRANCESI PER ARCHI E PIANOFORTE
I. Bostridge, tenore; G. Johnson, pianoforte
D. Fischer-Dieskau, voce recitante
CDA30020
The Florestan Trio
CDA30029
SCHUBERT
AA.VV.
WINTERREISE
SINFONIE DAL NUOVO MONDO
M. Goerne, baritono
G. Johnson, pianoforte
CDA30021
Ex Cathedra, J. Skidmore, direttore
CDA30030
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Columns
C
ol
- OTTOBRE 2010
28
Sound and Music Columns - OTTOBRE 2010