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Paradiso
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Polinesia Francese
IN TERRA
La Polinesia Francese è un gruppo di isole paradisiache sparse
nell’oceano Pacifico, circondate da acque incontaminate e colorate con tutte le gradazioni di verde e di blu. Vi abita una popolazione che si distingue per gentilezza e senso di ospitalità
di Marina Sella – foto di MorgueFile e Sxc.hu
Nazione: Francia / Capoluogo: Papeete / Lingua: francese, tahitiano
Moneta: Franco CFP (Franco della Comunità Francese del Pacifico) / Clima: tropicale. La stagione calda,
quella delle piogge, va da novembre a marzo, mentre la stagione secca, più fresca e ventilata,
da aprile a ottobre. Grazie ai venti alisei, che soffiano tutto l’anno, la temperatura è costante
e si aggira sempre intorno ai 27°C.
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Laggiù nell’oceano Il più
A circa seimila chilometri a est dell’Australia si trova un insieme di 118 isole
e atolli, divisi in cinque arcipelaghi.
Durante il XIX secolo la marina francese s’insediò nelle isole che costituirono
Les Établissements français de l’Océanie e che dal 1957 assunsero la denominazione di Polinesia francese. La costituzione del 1946 fissò per l’Établissements lo statuto di “territorio d’oltremare”. Compongono la Polinesia francese
le isole Australi, le isole Marchesi,
l’arcipelago Gambier, l’arcipelago
Tuamotu, le isole della Società.
turistico
Le isole della Società sono il
gruppo più importante dal
punto di vista economico e
demografico, e anche quello
più turistico della Polinesia
Francese. L’arcipelago si
suddivide in isole del
Vento (Îles du Vent) e isole
Sottovento (Îles Sous-leVent). Fra queste ultime,
oltre alle famose Tahiti,
Bora Bora e Moorea, vi
è Tahaa, chiamata “l’isola
della vaniglia”, rinomata
appunto per la produzione
di questa spezia, di cui
copre la maggior parte della
produzione
polinesiana.
Thaiti, di origine vulcanica,
ha spiagge di sabbia nera e
l’interno lussureggiante; è
formata da Tahiti Nui (isola grande) a nord, dove
si trova il capoluogo
Papeete, e Thaiti Iti (isola
piccola) a sud.
Tra finzione e realtà
A 59 km a nord di Papeete Tetiaroa, protetta da una grande barriera corallina e con
spiagge bianchissime, fece da sfondo, nel
1962 al film “Gli ammutinati del Bounty”
che narra la storia di un fatto vero avvenuto nel 1789. Marlon Brando, principale
interprete, durante le riprese si innamorò
della futura terza moglie, la protagonista
femminile Tarita Teriipaia, figlia di un
pescatore di Bora Bora. Nel 1967 Brando
acquistò l’isola per la figlia e impartì ordini
affinché vi fosse il rispetto assoluto dell’ecosistema del luogo. Successivamente
Tetiaroa fu in parte ceduta dal figlio dell’attore a un imprenditore americano che da
poco ha ultimato la costruzione di un
resort di grande lusso.
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Spiagge famose
Bora Bora, a nord-ovest di
Tahiti, ha una conformazione
particolare; sorge al centro di
una laguna ed è circondata da
motu, piccole isole coperte
da palme e orlate da spiagge
bianche che si estendono
lungo la barriera corallina.
Un solo passaggio attraverso
la barriera collega l’isola con
l’esterno della laguna: il Pass
di Teavanui. A ovest, l’isola di
Maupiti ha un paesaggio
simile a Bora Bora, ma è
Paul Gauguin scelse queste isole
per trascorrere gli anni
più importanti della sua carriera
Anelli
suggestivi
L’arcipelago
delle isole
Tuamotu è la più vasta
catena di atolli corallini del
mondo; isolotti vulcanici,
costituiti da una corona
corallina che impedisce all’atollo di scomparire, a forma
di anello con una laguna
interna. Il più grande del
gruppo è Rangiroa, che
significa “grande cielo”,
seguito da Fakarava, en-
trambi mete degli appassionati di snorkeling e di
immersioni. Rangiroa è
una distesa di 240 piccoli
motu che circondano la
laguna, con due villaggi posti
ciascuno agli ingressi degli
unici due passaggi che possono essere solcati dalle
navi senza rischio di incagliarsi sul fondo: Avatoru
e Tiputa.
meno turistica, con pensioni
gestite da famiglie locali.
Fanno parte dello stesso
gruppo gli adiacenti atolli di
Tahaa e Raiatea. La prima,
lontana dai circuiti turistici
tradizionali, è coperta da una
lussureggiante vegetazione
ed è famosa per la produzione di vaniglia e per questo è
chiamata vanilla island.
Raiatea, a sud del gruppo,
è un’isola considerata sacra e
meta di pellegrinaggi.
Riserva
protetta
Fakarava, dalla forma rettangolare e
con una laguna lunga circa 60 km e larga
25 km, ospita colonie di uccelli marini e
mantiene inalterato il proprio ecosistema naturale; per questo è tutelato
dall’Unesco come riserva della biosfera.
Attraverso le due aperture che comunicano con l’oceano, il pass di Garuae e il
pass di Tumakohua, si possono ammirare pesci d’alto mare come squali e
mante. Le principali attività degli abitanti sono la coltivazione delle perle
nere, il turismo e la produzione di
copra, la polpa di cocco essiccata e
utilizzata per produrre un particolare tipo di olio. Si può raggiungere grazie a un
campo d’aviazione inaugurato nel 1995.
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Un mondo
Esperimenti devastanti
L’atollo di Mururoa, nel gruppo delle Tuamotu, è stato ufficialmente
istituito come sito di test nucleari dalla Francia che ha condotto
esperimenti dal 1962 al 1996 per un totale di 193 esperimenti di cui
46 atmosferici e 147 sotterranei. Nel luglio 1966 viene fatta esplodere una bomba nucleare di 30 chilotoni, più potente di quella di
Hiroshima; due anni dopo una bomba H della potenza di mille chilotoni. Nel 1985 una nave di Greenpeace, che si stava preparando a
lasciare Auckland (Nuova Zelanda) per Mururoa, fu affondata da due
esplosioni operate da agenti francesi.
di
madreperla
All’estremità sud orientale delle
Tuamotu, appena a nord del tropico del
Capricorno, si trovano le tranquille
isole Gambier, di cui le più note sono
Akamaru, Aukena, Mangareva e
Taravai. L’attività principale è costituita
dalla perlicoltura, praticata specialmente nelle acque cristalline della laguna di
Mangareva, dove viene coltivata anche
la meravigliosa ostrica Pinctada
Margaritifera che produce perle da
un colore inusuale che varia dal grigio
madreperlaceo al nero. Queste perle
oggi sono le più ricercate e le più care al
mondo.
Sculture misteriose
Le Isole Marchesi, il
gruppo più vicino all’equatore, sono montuose, verdeggianti, con coste frastagliate e
ripide scogliere; si differenziano dagli altri arcipelaghi
per l’assenza di lagune e di
barriera corallina. Sono caratterizzate da un fascino selvaggio, specialmente l’isola di
Hiva Oa, dove si trovano i
Tiki più grandi di tutta la
Polinesia francese; si tratta di
statue scolpite in pietra e dipinte che rappresentano l’es-
sere umano. Secondo le leggende polinesiane in ogni Tiki
si trova uno spirito che viene
raffigurato anche in sculture
di legno e gioielli. In quest’isola il pittore francese Paul
Gauguin e il cantante belga
Jacques Brel passarono gli
ultimi anni della loro vita;
sono tumulati nel piccolo
cimitero marino della cittadina di Atouna. Pare, inoltre,
che in queste isole sia nato il
tatuaggio, arte a cui è attribuita origine divina.
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Incisioni artistiche
Arte antica nella cultura polinesiana, il
tatuaggio era più di un mero ornamento, in
quanto rappresentava uno status sociale,
come il passaggio all’età adulta. Gli uomini
solevano tatuarsi su tutto il corpo, mentre
per le donne i tatuaggi erano meno estesi
e limitati solo ad alcune zone del corpo. Lo
specialista tatuatore godeva di grande prestigio. Il tipo di disegni variava da isola a
isola, comunque erano caratterizzati da
forme geometriche; una decorazione
fatta di triangoli disposti in maniera irregolare distingueva i guerrieri valorosi. Il navigatore James Cook nei suoi diari di viaggio riferisce che gli indigeni chiamavano
“tatau” l’operazione di incidere e colorare
la pelle. Pare che da questa derivi il termine tattoo (in inglese). Dopo l’arrivo dei
missionari nel XIX secolo questa pratica fu
bandita per un certo periodo.
Isole
meridionali
Più a sud, sotto il Tropico del
Capricorno, si trovano le
sette isole Australi, di cui
solo cinque realmente accessibili: Rimatara, Rurutu, Tubuai, Raivavae, Rapa. Le
isole Maria e Marotiri sono
disabitate. Godono di un clima particolarmente mite e
hanno il terreno più fertile
della Polinesia; sono famose
per l’artigianato realizzato
con le fibre vegetali. Raivavae
è caratterizzata dalle abitazioni di colori pastello, mentre nelle acque di Rurutu le
balene trovano un ambiente
favorevole alla riproduzione.
Nel territorio sono presenti
una moltitudine di grotte calcaree con stalattiti e stalagmiti. A gennaio si svolge una
festa religiosa con la famosa
gara dei sollevatori di pietra.
Festa tahitiana
Il tradizionale Heiva Nui
significa grande festa e si
tiene ogni anno da fine giugno a fine luglio in quanto
originariamente commemorava la presa della Bastiglia
(in seguito all’annessione di
Tahiti alla Francia nel 1881).
La manifestazione, simbolo
della cultura polinesiana, è
ricca di esibizioni di danza,
musica e canto, elementi
molto importanti per i poli-
nesiani, alle quali si alternano
gare sportive come l’Heiva
va’a i Tahiti, la sfida tra le tradizionali piroghe polinesiane, e l’Heiva Tu’aro ma’ohi, tipiche competizioni
Maohi fra cui l’arrampicata
sulle palme da cocco o le
corse dei portatori di frutta.
Per l’occasione si riuniscono
ballerini, cantanti, atleti, artigiani e agricoltori provenienti dai cinque arcipelaghi.
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Prodotti
tipici
Uno degli alimenti principali
di queste isole è il pesce, di
cui il mare offre una grande
varietà. Non manca, ovviamente, la frutta tropicale
come pompelmo, mango, lime, anguria, ananas, banana.
Il latte e la noce di cocco sono presenti in abbondanza e
sono utilizzati in pietanze sia
salate sia dolci. Tipiche le salse miti hue, a base di cocco fermentato, e taioro,
cocco grattugiato unito a
Rifugio storico
Tubuai, l’isola più grande e centro amministrativo ed economico, fu
scoperta nel 1777 dal capitano Cook. Qui si trova Fort George, una
ricostruzione del rifugio che Fletcher Christian e i marinai ammutinati del Bounty, rifugiatisi nell’isola, costruirono nel 1789.
Dolci pietanze
In queste isole non esiste il
nostro concetto di dessert,
le pietanze dolci vengono
presentate insieme agli altri
piatti. Come fine pasto
viene servita, in genere,
frutta fresca. Tra le preparazioni dolci molto popolare è
il po’e che consiste in frut-
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ta cotta arricchita con
amido e latte di cocco; i
firifiri sono ciambelle fritte simili ai Donuts, mentre è
spesso offerto come prima
colazione il faraoa coco,
un pane al cocco. La bibita
più diffusa è invece la pape
haari, l’acqua di cocco.
gamberi d’acqua dolce. Alcuni prodotti sono da noi poco
conosciuti, come le radici
della pianta di taro, simili alla
patata, o l’uru, il frutto dell’albero del pane. Piatto tradizionale tahitiano è il ma’a
Tahiti composto da taro,
uru, pesce, latte di cocco e
verdura. La carne di maiale,
importata, è in genere cotta
nell’ahima’a, forno tradizionale interrato, foderato di
pietre roventi.
ogni emozione
si traduceva in danza
a ritmo di tamburo
Simbolo
floreale
Emblema di Thaiti e di tutta la Polinesia
francese è il fiore di tiarè, candida gardenia talvolta riflessata di giallo o rosa,
simbolo di benvenuto e di festa, presente in tutti i giardini e utilizzata dalle
donne thaitiane come ornamento. Il nome scientifico è Gardenia tahitensis e
cresce spontaneamente in queste isole.
Il tiarè è il principale ingrediente del
famoso olio Monoi, ricco di vitamina
E, dai molteplici utilizzi dermatologici:
da idratante e anti-age a doposole per
mantenere l’abbronzatura.