il Giornale - 6 Ottobre 2016 - 23-10-2016

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il Giornale - 6 Ottobre 2016 - 23-10-2016
61006
9 771124 883008
il Giornale
40 ANNI CONTRO IL CORO
Direttore ALESSANDRO SALLUSTI
GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2016
Anno XLIII - Numero 238 - 1.50 euro*
G www.ilgiornale.it
La storia del Cavaliere in foto: in arrivo altre due puntate
REFERENDUM, RICORSO SUL QUESITO
APERTO IL TESTAMENTO DI CAPROTTI: CONGELATA LA VENDITA
Il governo in mano
a banche d’affari
salvato da Verdini
A chi va il tesoro di Mr. Esselunga
Azienda a moglie e figlia, soldi a segretaria e nipoti, quadri al Louvre
Stefano Filippi
Il dubbio si fa sempre più insistente: la riforma costituzionale che sarà votata a dicembre sembra essere stata
«ispirata» da un documento prodotto dalla banca d’affari
Jp Morgan. Intanto il governo rischia di scivolare sulla
rendicontazione dei conti e resta a galla solo coi voti di
Verdini.
L’apertura del testamento di Bernardo Caprotti, patron di Esselunga, regala
sorprese: l’azienda (la cui vendita è stata
congelata) passa alla vedova e alla figlia
di secondo letto; risparmi alla segretaria
e ai nipoti; quadri al Louvre. E briciole ai
primi figli.
servizi da pagina 2 a pagina 8
a pagina 18
LA GIORNATA DEI COMICI
il giorno dei comici, ma c’è poco da ridere.
Nell’infuocata campagna elettorale per il referendum, Roberto Benigni spiega di aver cambiato idea: il suo voto dal «no» passa al «sì»,
Crozza invece annuncia il suo «no». Il più comico di
tutti è però il Financial Times, serioso quotidiano finanziario, che ieri mattina pubblicava un autorevole articolo per sostenere il «no» e ieri sera ha diramato una nota
per dire che si è trattato di un errore. Da dove nasce la
conversione di Benigni – che per anni ci ha fatto una
testa tanta sulla «Costituzione più bella del mondo» - al
renzismo non lo sappiamo ma presto lo si capirà guardando la tv. Comprensibile invece, alla faccia dell’indipendenza della stampa anglosassone, la retromarcia
del Financial Times, nella cui proprietà figura il duo
John Elkann-Marchionne da sempre sponsor del premier.
I «testimonial» (escludo Crozza, non perché per il
«no», ma perché so essere uomo libero) sono un po’
come le modelle alle sfilate: basta pagarli, non necessariamente in contanti, e indossano il tuo vestito anche
se gli fa schifo o gli sta stretto. Pensano che l’opinione
pubblica penda dalle loro labbra ma per fortuna non è
così. A ogni turno elettorale si dimostra che, senza un
progetto vero e coerente, non c’è relazione tra notorietà e credibilità politica, altrimenti questo Paese sarebbe permanentemente e saldamente in mano alla sinistra, da sempre sostenuta da attori, cantanti, scrittori,
giornalisti famosi, vip dell’industria e della finanza. E
pazienza se sono tutti milionari, alcuni super evasori,
altri peccatori incalliti, altri ancora solo cortigiani.
Prepariamoci, perché per i prossimi due mesi ne sentiremo e vedremo delle belle. I «testimonial» fanno
paura alla politica e ai politicanti che vivono in un
mondo artefatto. A noi, che l’unico mondo che frequentiamo è quello reale, queste prese di posizione lasciano
il tempo che trovano. Siamo abituati a ragionare con la
nostra testa ed eventualmente a sbagliare da soli. Benigni a volte ci piace, ma al cinema.
*FATTE SALVE ECCEZIONI TERRITORIALI (VEDI GERENZA)
SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) - ART. 1 C. 1 DCB-MILANO
È
DANIELA SANTANCHÉ
Caos al Sole24Ore
Salvo il direttore
«Aumento di capitale
Visibilia è in salute»
Marcello Zacchè
a pagina 22
Roma in bancarotta
regala 12 milioni ai rom
E la Gran Bretagna è pronta a cacciare i lavoratori stranieri
La Capitale è senza soldi, la
giunta perde pezzi ma Virginia Raggi sborsa 12 milioni di
euro per aprire nuovi campi
nomadi. Alla faccia dei romani. Intanto a Londra il governo
propone di schedare i dipendenti stranieri delle aziende.
DALLA BOSCHI ALLA NAZIONALE
Marino a pagina 10
servizi a pagina 13
ACCOGLIENZA FURBETTA
Coop, affare profughi
Incassa i soldi
e li fa lavorare gratis
di Giuseppe De Lorenzo
a pagina 12
LETTERA AL MINISTRO LORENZIN
Così mio padre in ospedale
è morto senza dignità
Sigarette e gioco, l’Italia ipocrita
sponsorizza quello che vieta
di Francesco Maria Del Vigo
di Patrizio Cairoli
S
ignora ministra, sono passati circa tre mesi dal giorno in cui mio padre ha
scoperto di avere un cancro.
a pagina 4
a pagina 17
GIUSTIZIA LUMACA PER ACCERTARE L’EVIDENTE INFERMITÀ MENTALE
La fa fuori dalla finestra, 14 udienze per assolverlo
di Luca Fazzo
U
servizio a pagina 22
FOLLIA RAGGI
E IL TRAMONTO DELLA POLITICA
di Alessandro Sallusti
EDITORIA
n processo durato un anno,
quattordici udienze con giudice, pubblico ministero, avvocati e
cancellieri, una consulenza costata
migliaia di euro affidata a uno psichiatra di chiara fama, interrogato
per due volte nel corso dell’udienza. Tema: la pupù che un pover’uomo aveva lanciato dalla finestra della sua casa, imbrattando nientemeno che il cortile della austera scuola
germanica di Milano.
Sia il gesto in sé sia la cartella clini-
ca dell’imputato, in cura da decenni
da parte dei servizi psichiatrici, rendevano piuttosto evidente che si era
davanti non a un reato ma ad una
vicenda umana, peraltro assai triste.
Ma questo non ha impedito che la
Procura aprisse un fascicolo di inchiesta, indagasse l’uomo per «getto pericoloso di cose» e spedisse direttamente il poveretto a processo;
davanti a un giudice che ha trattato
la vicenda come un processo vero
per un reato vero. Fino ad (...)
segue a pagina 20
PUGNO DURO A TREVISO
L’asilo che multa
i genitori ritardatari
Serenella Bettin
In un nido nel Trevisano arrivano le sanzioni per i genitori
che lasciano i figli troppo a
lungo. M anche per chi li porta in anticipo.
a pagina 19
ANALISI FMI
Bancari, in Italia
centomila esuberi
Massimo Restelli
a pagina 9
2 IL FATTO
Giovedì 6 ottobre 2016
il Giornale
SCENARI POLITICI Verso il referendum
IL RETROSCENA
di Gian Maria De Francesco
Roma
«I
dati sono la via empirica alla verità». Questa è
la teoria guida di Jim
Messina, lo stratega elettorale
americano che Matteo Renzi
ha ingaggiato per vincere l’improba (stando ai sondaggi) battaglia del referendum. E, nonostante gli ultimi rovesci con David Cameron (referendum Brexit) e Mariano Rajoy (elezioni
politiche spagnole di giugno),
il costo della consulenza è da
vera superstar: 400mila euro.
Renzi svuota le casse del Pd
per ingaggiare il guru del Sì
Allo stratega di Obama Jim Messina 400mila euro,
l’80% del contributo pubblico al comitato referendario
poi il segretario-premier Matteo Renzi indirizzi le risorse finanziarie del Pd verso una
campagna cui la minoranza è
ostile è un discorso di democrazia «finanziaria» interna.
«Abbiamo 14 milioni di euro a
bilancio e la campagna del referendum è perfettamente
coincidente con le tipiche attività del gruppo», ha spiegato
alla Stampa il tesoriere del
gruppo Pd alla Camera, Daniele Marantelli. Il dato certo,
quindi, è che Jim Messina lo
paghiamo un po’ tutti noi.
Perché fare questo maxi-investimento? Perché il guru
americano e i suoi collaboratori sono «maghi» dei big data,
ossia hanno staff, competenze
e, soprattutto, software per
analizzare
comportamenti,
tendenze, orientamenti e preferenze della base elettorale. E
sono in grado di intervenire in
tempo reale sulla singola cam-
pagna modificando i messaggi
in base a quello che il potenziale elettore vuol sentirsi dire. I
400mila euro erogati a Messina sono un compenso anche
per il sostegno nelle campagne delle amministrative per
le quali tutti ricordano le sconfitte piddine di Roma e Torino,
ma dimenticano la vittoria di
Milano nella quale Messina ha
avuto un ruolo nello sbiadire il
«rosso» di Sala con i moderati
e nel caricarlo con gli elettori
più di sinistra. Un po’ come ha
fatto con Obama nel 2008 e nel
2012.
La stessa cosa intende fare
con il referendum dopo l’avallo iniziale alla tattica suicida di
Renzi di legare la consultazione alla sopravvivenza del governo. Il via all’operazione è
stato dato a Firenze la scorsa
settimana con l’indottrinamento dei militanti del «porta a porta». Costoro dovranno inseguire gli elettori sottoponendo loro un questionario: in base ai
risultati la campagna cambierà. Sperando in una vittoria
ora improbabile.
DEMOCRAZIA FINANZIARIA
Il partito spenderà quasi
3 milioni di euro per una
campagna che lo divide
La maxiparcella, ha rivelato
ieri La Stampa, è di poco inferiore ai 500mila euro che il Comitato per il Sì al referendum
ha incassato come rimborso
elettorale pubblico (un euro
per ogni firma raccolta) e che
sono stati devoluti ai gruppi
parlamentari del Pd. Questi ultimi contribuiranno con altri
700mila euro circa, mentre il
partito di Largo del Nazareno
aggiungerà altri 1,7 milioni per
un totale che dovrebbe oscillare tra i 2,8 e i 2,9 milioni di
euro.
La maggior parte delle spese
è a carico di tutti i contribuenti. I gruppi parlamentari sono
finanziati rispettivamente da
Camera e Senato, mentre il
2016 è - sulla carta - l’ultimo
anno nel quale i partiti riceveranno il finanziamento pubblico sotto forma di rimborsi delle spese elettorali. A solo titolo
di esempio basta analizzare il
bilancio 2015 del Pd, approvato lo scorso luglio. Il contribuito statale si è attestato a circa
7,4 milioni, mentre gli oltre 9
milioni di contributi da persone fisiche provengono in maggior parte dai singoli parlamentari, che sempre dalle Camere
vengono stipendiati. Di natura
comunque pubblicistica sono
i 5,3 milioni di 2 per mille versati tramite dichiarazione dei
redditi dai cittadini: è sempre
lo Stato che rigira parte delle
entrate fiscali alle organizzazioni politiche su precisa indicazione del contribuente. Che
L’INTERVISTA Stefano Fassina
«I circoli in bolletta chiudono
e loro buttano via i soldi così»
L’ex esponente dem: «Non serviva certo un mago
del marketing per capire che la sconfitta è inevitabile»
Massimiliano Scafi
PALCOSCENICO Il premier Matteo Renzi ieri al teatro Appiani di Treviso
Chi è Jim Messina
L’italiano del Far West
Integratore alimentare
con 2 componenti nutrivitive,
1) Il Lactobacillo Fermentum (fermento lattico)
2) Il Macromicete Maitake (Grifola frondosa)
in Farmacia e nelle migliori Erboristerie
BROMATECH srl • MILANO • Fax 02.778863259 • www.bromatech.it
J
im Messina (nella foto),
il superconsigliere di
Matteo Renzi, è un italoamericano del Far West (nato in Colorado e cresciuto
in Idaho), ed è considerato
un mago della matematica
applicata alla politica. Ha 47 anni e
fu scoperto da Max Baucus, l’attuale ambasciatore Usa a Pechino che
ha alle spalle 36 anni di Congresso.
Ha vinto con Obama nel 2012 e con
Cameron nel 2014 e nel 2015 ma ha
perso con Rajoy nel 2016.
Roma C’era davvero bisogno
di un guru, si chiede Stefano
Fassina, «per capire che l’errore di Renzi è stato personalizzare il referendum?». E bisognava proprio spendere
400mila euro, spiega il leader
di Sinistra italiana, ex viceministro all’Economia del governo Letta, uno che il Pd lo conosce bene, «per andare dritti
verso una sconfitta?».
Ma è Jim Messina, l’artefice
della vittoria di Obama nel
2012, di quella di Cameron
al referendum sulla secessione della Scozia...
«D’accordo. Però mi pare
che stavolta i risultati della
consulenza americana non siamo molto incoraggianti per il
Sì: Del resto fin dall’inizio era
evidente che la personalizzazione imposta dal presidente
del Consiglio era autolesionistica».
Questo è stato il primo consiglio di Messina a Renzi.
«Un consiglio tardivo, accolto poi in parte. Ma, ripeto, era
una cosa lampante. Renzi ha
cominciato a farsi da parte solo dopo la sconfitta alle amministrative. Tra il primo turno e
il ballottaggio nessuno dei candidati sindaci lo ha più voluto
sul palco perché faceva perdere voti. Per il referendum si è
messo in moto lo stesso meccanismo».
Che può fare allora il guru
per invertire la tendenza?
«Nulla. Il problema infatti è
politico, non di comunicazione, e nasce dallo strappo compiuto facendo approvare la riforma costituzionale forzando
il Parlamento, a colpi di fiducia, facendolo passare in
un’aula semivuota e abbandonata dalle opposizioni. Ma le
modifiche delle regole democratiche non si possono imporre a maggioranza».
Quindi il guru non serve.
«No, non serve. Qui ci troviamo di fronte a una questione
sostanziale di politica che nessun mago del marketing potrà
Etica
Una scelta
discutibile
che riflette
un’idea
di politica
molto
lontana
dalla gente
Strappo
Il problema
nasce in
Parlamento
con una
riforma
approvata
in un’aula
semideserta
mai risolvere. Bisognerebbe
cominciare riconoscendo l’errore, magari chiedendo scusa
per non aver voluto coinvolgere l’opposizione nella riscrittura della Carta... non mi pare
però che si stia manifestando
questa intenzione».
Dunque, soldi buttati?
«Direi di sì».
E neanche pochi: 400mila
euro è una bella parcella...
Che ne pensa dal punto di
vista etico?
«Che è una cifra enorme,
uno sproposito per un partito
che, peraltro, sta affrontando
un periodo molto difficile sul
piano economico. C’è un calo
degli iscritti e dei contributi, ci
sono diversi circoli costretti a
chiudere i battenti perché non
riescono a pagare l’affitto e le
bollette. E poi si pagano
400mila euro allo stratega della comunicazione...».
Il comitato per Sì però sostiene che non si tratta di
fondi sottratti al Pd. La parcella a Jim Messina e i manifesti sono stati pagati grazie ai contributi raccolti ai
tavoli delle firme.
«Certo, il comitato del Sì
può spendere come meglio
crede i suoi soldi. Ma al di là
delle fonti del finanziamento,
resta una decisione discutibile
che riflette un’idea di politica
molto lontana da un partito
che dovrebbe essere legato alla gente e al territorio».
Giovedì 6 ottobre 2016
IL FATTO 3
il Giornale
SCENARI POLITICI Verso il referendum
NEW YORK CHIAMA, PALAZZO CHIGI RISPONDE
QUANTE INDICAZIONI DI JP MORGAN RACCOLTE DALLA RIFORMA COSTITUZIONALE
Cosa scriveva la banca Cosa prevede
Cosa scriveva la banca Cosa prevede
nel dossier del 2013
la riforma Boschi
nel dossier del 2013
la riforma Boschi
«Esecutivo
debole nei
confronti del
Parlamento»
Riforma del titolo V della
Costituzione
«Istituto del voto a data
certa» che riconosce
il potere di chiedere che
un disegno di legge sia
iscritto con priorità
all'ordine del giorno
della Camera
Superamento del
bicameralismo, con un
Senato depotenziato che
non voterà più la fiducia
al governo
IL CASO
di Camilla Conti
Milano
J
ohn Pierpont Morgan è
morto nel sonno mentre
era in vacanza a Roma il 31
marzo del 1913, all’età di 75 anni. A dicembre di quello stesso
anno nasceva la Federal Reserve, la banca centrale degli Stati
Uniti. C’è chi dice che questi due
eventi siano in qualche modo
collegati. Soprattutto perché JP
Morgan fu molto più potente dei
presidenti della Fed. Oggi ritroviamo il colosso da lui creato,
che nel 2015 ha registrato 24,4
miliardi utili, nel mezzo di molte
partite importanti per il nostro
Paese. Dal salvataggio di Mps, di
cui peraltro la banca d’affari è
stata consulente anche in passato, a quello dell’Ilva passando
per la riforma costituzionale al
centro del referendum del 4 dicembre.
Cosa c’entra la riforma - in casa nostra - con Jp Morgan? Ebbene, martedì scorso la Repubblica
ha ospitato un confronto ravvicinato fra Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, e l’ex presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, sostenitore della riforma costituzionale varata da
Renzi. Fra le domande, Settis ha
ricordato che mentre Napolitano era ancora in carica un accreditato commentatore politico,
Marzio Breda, scriveva sul Corriere della Sera (1 aprile 2014) un
articolo dal titolo «Da Napolitano un segnale sul percorso delle
riforme». In esso, citando una nota del Quirinale, Breda scriveva
che «la riforma per il capo dello
Stato è importante, anzi improrogabile», e va «associata alla legge
elettorale». Ricordando che a
questo proposito, sarebbe bastato rileggersi uno studio diffuso
da Jp Morgan il 28 maggio 2013
in cui veniva fotografata la crisi
economica europea indicando
nella «debolezza dei governi rispetto al Parlamento» e nelle
«proteste contro ogni cambiamento» alcuni vizi congeniti del
sistema italiano». La domanda
di Settis è dunque: «Quell’anali-
«Governo
centrale
debole nei
confronti
delle Regioni»
Soppressione della
competenza concorrente
con una redistribuzione
delle materie tra
competenza legislativa
statale e competenza
regionale
«clausola di supremazia»,
in base alla quale la legge
statale - su proposta del
governo - può intervenire
in materie non riservate
alla legislazione esclusiva
I NUMERI DI JP MORGAN
Cosa scriveva la banca Cosa prevede
nel dossier del 2013
la riforma Boschi
«Licenza di
protestare se
sono proposte
modifiche
sgradite dello
status quo»
Salgono da 50mila a
150mila le firme per
presentare un ddl di
iniziativa popolare
Restano 500mila le firme
da raccogliere per la
presentazione di un
referendum. Quota che
invece cresce a 800mila
se si vuole abbassare il
quorum non più sugli
aventi diritto ma sui
partecipanti all'ultima
tornata elettorale
1799
L'anno di fondazione dell'istituto
newyorkese
235.678
Il numero di dipendenti
24,4 miliardi di dollari
L'utile netto relativo all'anno 2015
13 miliardi di dollari
L'entità del risarcimento patteggiato
il 19 novembre 2013 per la truffa dei
mutui subprime
Quella riforma sotto dettatura
Governo in mano a Jp Morgan
Un dossier della banca d’affari chiedeva modifiche
poi finite nel ddl Boschi. Napolitano, interrogato, tace
si della banca americana può valere, come alcuni vorrebbero, come un argomento per riformare
la Costituzione?». Napolitano
LONGA MANUS
Dal caso Montepaschi
al salvataggio Ilva, quanti
interventi negli ultimi anni
non ha risposto.
Eppure la ricetta degli americani pare calzare a pennello con la
riforma voluta da Matteo Renzi
(grande fan di Tony Blair, che oggi lavora proprio per Jp Morgan),
e sponsorizzata dall’ex inquilino
del Quirinale. Cosa suggeriva la
banca d’affari? Smontare la Costituzione perché troppo socialista, asservire il Parlamento al governo, una legge elettorale bipolare. Per chi mastica la finanza,
non è inusuale che le banche
d’affari propongano soluzioni o
forniscano scenari ideali per garantire la crescita di una società
o anche di un Paese. Ma la mancata risposta di Napolitano fa rumore anche perché va ad aggiungersi ai rapporti sempre più fitti
fra gli americani e Palazzo Chigi
dove a luglio è stato accolto in
pompa magna il numero uno
mondiale di Jp Morgan, Jamie Dimon arrivato a Roma per festeggiare i cento anni di attività della
banca in Italia. Incontro cui è seguito un articolo apparso sul
Sunday Telegraph in merito a
una soluzione studiata dalla stessa banca d’affari contattata appunto dal governo italiano per
risolvere il nodo dei crediti deteriorati del Monte. In cambio di
laute commissioni.
L’asse Renzi-Jp Morgan - allargato anche a Davide Serra e all’altro advisor in pista sul Monte ov-
2013
60
L’anno in cui la banca di
New York Jp Morgan ha
pubblicato un dossier sui
Paesi del Sud Europa
I giorni che mancano alla
data del 4 dicembre, quando gli italiani voteranno il
referendum
vero la Mediobanca guidata da
Alberto Nagel su cui il premier
aveva scommesso, perdendo,
nel match contro Cairo su Rcs -
starebbe irritando i piani alti della Bce ma anche le altre banche
d’affari concorrenti. Tanto che lo
stesso pesante attacco alle rifor-
me renziane lanciato martedì
dal Financial Times (e arrivato a
poche ore dall’editoriale di fuoco sulle ingerenze del governo
nella vicenda senese firmato da
Ferruccio de Bortoli sul Corriere)
andrebbe letto in questa chiave.
Tornando alla storia di John
Pierpont Morgan, in pochi sanno che nel 1902 finanziò anche
la nascita dell’International Mercantile Marine Company, una
compagnia di navigazione che
puntava a controllare i trasporti
oceanici. La Immc possedeva anche il transatlantico Titanic. Ed è
proprio il suo affondamento a segnare la strada verso il fallimento della compagnia.
Anche i grandi banchieri a volte scommettono sul cavallo sbagliato.
4 IL FATTO
Giovedì 6 ottobre 2016
il Giornale
SCENARI POLITICI Verso il referendum
La scheda truffa finisce in tribunale
M5S e Si ricorrono al Tar. Il Colle: «Ha l’ok della Cassazione». E il Palazzaccio tifa Sì
Roberto Scafuri
Roma Acclarato che non sempre esiste un giudice a Berlino,
da ieri il quesito che rimbalza
dalle parti del Palazzaccio romano (sede della Cassazione)
è il seguente: ma chi può giudicare la Suprema Corte? Nessuno, come dice il nome stesso.
Così, se il senatore Gaetano
Quagliariello denuncia che sul
quesito referendario «la Cassazione ha violato la legge», sarà
a tutti palese la portata retorica
del grido di dolore.
Ma questa era solo una premessa, perché ieri Cinquestelle e Sinistra italiana hanno depositato i loro ricorsi al Tar del
Lazio, ponendo in chiave giuridica lo scandalo del quesito-spot già denunciato da tutti
a livello politico. Fatto di gravità inaudita, come è chiaro dalla prosa dei ricorrenti. «Il testo
della scheda è una truffa, propaganda ingannevole, l’ennesima trovata di Renzi per prendere in giro gli italiani.
Contrariamente
a
quanto
previsto
dall’art. 16 della legge
352 del 1970, il testo
non specifica l’indicazione degli articoli oggetto di revisione e di
ciò che essi concernono e risulta, pertanto, palesemente ingannevole... Il presidente della
Repubblica non può tacere...».
Come spesso capita loro, i
grillini sparavano un po’ alla
’ndo coglio coglio. Difatti il Quirinale era costretto a lavarsene
le mani: «Impropriamente si attribuisce alla presidenza della
Repubblica la formulazione
del quesito referendario, negli
ambienti del Quirinale si precisa che il quesito che comparirà
sulla scheda è stato valutato e
ammesso, con proprio provvedimento, dalla Corte di Cassazione... e riproduce il titolo della legge quale approvato dal
Parlamento». La turpitudine,
quindi, era stata perpetrata altrove, nei due Palazzi separati
dall’aureo Tevere. In Senato,
grazie alla doviziosa premeditazione renziana di dotare il ddl
Boschi di un titolo capzioso fin
dai suoi vagiti, senza che nessuno degli emendamenti per modificarlo riuscisse a passare.
Tanto che l’autore della furbata ieri cantava tronfio come un
gallo: «Il quesito lo impone la
legge, non l’ha creato un genio
del marketing». E l’incauta Boschi in tivù lo confermava: «Le
polemiche sulla scheda? Me le
aspettavo...».
Ma c’è dell’altro, e forse di
peggio. Come spiegava il film
Amici miei: «Che cos’è il genio?
Fantasia, intuizione, decisione
e velocità d’esecuzione». Allora, in che cosa precisamente
consisterebbe la valutazione
della Cassazione se, come recitava una nota diramata ufficialmente ieri, «noi non formuliamo quesiti, l’impone la legge»
(singolare concordanza con il
premier)? Un semplice passaggio di carte, dunque, avvenuto
FACCE DI BRONZO
INCOERENTI Il ct della Nazionale di calcio Giampiero Ventura con lo sponsor «Intralot» e il ministro Maria Elena Boschi
ALLA FACCIA DELLA LOTTA ALLE DIPENDENZE
Azzardo e sigarette, l’Italia degli ipocriti
Le scommesse sponsor della Nazionale. E la Boschi fa accordi sul tabacco
ad agosto a opera dell’Ufficio
centrale del referendum, istituito un mese prima dal Primo
presidente, Giovanni Canzio,
eletto nel dicembre scorso non
senza polemiche per il suo
«non essere sgradito al premier
e al suo partito», come scrisse il
ben informato Corsera. E chi
presiede tale organismo? La
presidente della prima sezione
penale, Maria Cristina Siotto,
anch’essa sulle soglie della pensione e «prorogata» (come Canzio). Nella cui abitazione, si vocifera nei corridoi cassazionisti, da qualche settimana si susseguirebbero cene amicali con
spiccata propensione per il
«Sì». Tutto lecito, per carità. E
di certo malevolenze, come dubitarne? Altrimenti quell’edificio nel quale i romani si recavano sempre sbuffando e bestemmiando, sarebbe normale e
non Palazzaccio.
di Francesco Maria Del Vigo
D
alle parti del governo (e non
solo) debbono mettersi
d’accordo. Con loro stessi. Si
mettano davanti a uno specchio - o se
preferiscono si sdraino sul lettino di un
analista - e facciano pace con le loro
idee. Gli diamo una mano a svolgere
questo esercizio, ponendo alcune
domande esistenziali e forse esiziali.
Le sigarette fanno male o no? Il gioco
d’azzardo è pericoloso oppure non lo
è? Non sono quesiti da un milione di
euro, è evidente. I pacchetti di
sigarette sono stati funestati (dallo
Stato) con foto e messaggi mortiferi, i
fumatori vengono «perseguitati»,
sbeffeggiati e costretti a coltivare il loro
vizio in luoghi sempre più remoti. Le
slot machine e le scommesse - da par
loro - vengono descritte
costantemente come idrovore che
succhiano i soldi dei poveri cittadini
riducendoli sul lastrico. E i dati sulla
diffusione della ludopatia tra gli
italiani sembrano confermare la
pericolosità del gioco quando diventa
patologico. Insomma, non dovrebbero
esserci dubbi. Il governo-mamma ci
inculca quotidianamente questi sani
principi. Lo sanno anche i sassi. In
teoria. Ma c’è un ma. Anzi due. Perché
poi le stesse istituzioni - tutto a un
tratto - si mettono a sponsorizzare
quello che vorrebbero vietarci. Ed è un
bel paradosso. Ieri la ministra per le
Riforme Maria Elena Boschi ha
partecipato alla firma di un contratto
da 620 milioni di euro con la Japan
Tobacco. Benissimo. Giustissimo.
Pecunia non olet. Ma se non puzzano i
soldi, allora non deve puzzare
nemmeno il fumo. E, infatti, la
ministra durante la conferenza ricorda
- sognante - «il profumo di tabacco»
che dalle finestre entrava nella sua
casa di infanzia. Il profumo, mica la
puzza. Per la gioia dei più incalliti
tabagisti. Ma le reminiscenze
boschiane stridono con la politica del
suo stesso esecutivo, che nelle
sigarette ha identificato un nemico da
sconfiggere a tutti i costi. La signora
Boschi non era presente al Consiglio
dei ministri che ha ratificato la stretta
sulle bionde? O in quel momento era
uscita a fumarsi una sigaretta? Ma non
è finita. Martedì è stato ufficializzato: il
nuovo sponsor della Nazionale di
calcio è Intralot, colosso del betting, e
per betting si intendono le scommesse.
Ma scoppia la polemica. Campagne su
campagne contro il «gioco» e poi
mandiamo in giro gli eroi d’azzurro
vestiti - praticamente un’istituzione con stampigliato sulle magliette il
nome di un’azienda che ha a che fare
con l’azzardo? Anche in questo caso il
denaro non puzza, ed è giusto così, ma
l’ipocrisia inizia ad avere un odore non
troppo gradevole. Fumo e scommesse
non faranno bene alla salute, ma
governare pare non faccia molto bene
alla coerenza.
il retroscena »
Laura Cesaretti
Roma Da Treviso a Genova a Torino: il
tour di Matteo Renzi in giro per l’Italia
per il Sì al referendum continua senza
sosta. Ieri a dargli una mano è arrivato
Roberto Benigni, secondo il quale una
vittoria del No sarebbe «peggio della Brexit». Il comico toscano, diventato icona
nella sinistra salottiera della «Costituzione più bella del mondo» per le sue letture televisive della Carta, stavolta si schiera per la riforma, affermando che «la vittoria del Sì è indispensabile».
Una presa di posizione che porta un
po’ di buonumore in casa Pd, dopo diversi segnali preoccupanti. Culminati martedì nel duro intervento contro la riforma
renziana uscito sul Financial Times. Ieri,
hanno fatto sapere dal Comitato del Sì
per smorzarne l’effetto, il quotidiano del-
Letta vuol tornare in campo se vince il No
L’ex premier silurato da Renzi pronto a scalare la segreteria Pd
la City ha comunicato, per vie informali,
che quell’articolo rappresentava l’opinione personale dell’autore e non la linea
del giornale. Ma nel frattempo tutti i supporter del No avevano celebrato l’evento, assicurando che anche i «poteri forti»
stanno abbandonando la nave renziana.
Il premier e i suoi sanno che il fronte
del No, dato in testa dai sondaggi, ha
dalla sua la spinta dell’antipolitica e della avversione verso chi governa. E sanno
che sono in molti, anche in casa Pd, a
scommettere sulla sconfitta di Renzi per
tornare in sella. A cominciare dall’ex premier da lui scalzato, Enrico Letta, che da
Parigi sta spiegando a più di un interlocutore di essere intenzionato, in caso di vittoria del No, a scendere in campo candidandosi al congresso Pd, per riportare la
Ditta in mani sicure eliminando l’anomalia renziana. Del resto è quello che i capi
della minoranza Pd, da D’Alema a Bersani, gli chiedono insistentemente da tempo: Letta è l’unico nome sufficientemente forte di quell’area da poter spendere
per «riprendersi» il partito.
A Treviso, tra una visita alla Latteria
Montello della «Nonno Nanni» e una
agli stabilimenti della Geox di Montebelluna, il premier sale sul palco dell’Audito-
rium trevigiano ed esordisce con una battuta sulla guerra dei numeri della Stabilità: «Non potendone più di quelli che a
Roma il Pil lo commentano, sono venuto
a vedere quelli che il Pil lo fanno». La
riforma costituzionale sottoposta a referendum, spiega, «è solo un pezzettino
della grande riforma che serve al paese.
Ma è un pezzettino fondamentale, come
il Pin senza il quale il telefono non si
accende». Non è «un punto di arrivo, ma
un punto di partenza», che può dare
«un’iniezione di fiducia all’Italia».
«Di fronte al merito della riforma - spiega il viceministro alle Comunicazioni An-
tonello Giacomelli - il Sì ha molte più
possibilità del No di aumentare i propri
consensi: gli stessi sondaggi dimostrano
che gli stessi elettori del No sono in realtà in gran parte a favore dei singoli punti
della riforma». Ecco quindi che governo
e comitato del Sì sono al lavoro per «spezzettare» i punti della riforma in slogan
brevi ed efficaci in grado di convincere
gli elettori che «o si vota Sì, o resta tutto
com’è», come dice lo spot che andrà in
onda sulle tv. Sulla legge elettorale, il premier ribadisce di essere «un convinto sostenitore dell’Italicum», ma si dice disposto a modificarla. Ma il ballottaggio, secondo i renziani, resta una garanzia fondamentale per assicurare la governabilità: «Le simulazioni fatte su tutte le altre
proposte di legge elettorale sul tavolo
portano allo sbocco inevitabile delle larghe intese», spiegano.
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Giovedì 6 ottobre 2016
IL FATTO 7
il Giornale
SCENARI POLITICI Verso il referendum
IL RETROSCENA
di Fabrizio de Feo
Roma
S
ilvio Berlusconi continua il suo soggiorno newyorkese, punteggiato da
controlli sanitari e incontri
con imprenditori. Il ritorno in
Italia è previsto alla fine di
questa settimana - sabato è il
giorno indicato come il più
probabile - o al massimo
all’inizio della prossima. Un allungamento dei tempi dovuto
alla necessità di evitare stress
da volo troppo ravvicinati (il
presidente di Forza Italia viaggia sul suo aereo privato). Berlusconi - che secondo quanto
filtra alloggia al Waldorf Astoria - è in compagnia di Valentino Valentini, del suo medico
Giorgio Zangrillo e del suo fisioterapista di fiducia, Giorgio
Puricelli. Sabato potrebbe sottoporsi a un nuovo controllo
medico per poi concludere il
suo viaggio negli Stati Uniti
(scherzando avrebbe anche
proposto un passaggio alle
Bermuda - a due ore di volo
da New York - per verificare le
condizioni della sua villa).
Berlusconi, anche da migliaia di chilometri di distanza, segue con attenzione le notizie
italiane. E, raccontano, non
avrebbe preso per niente bene le insinuazioni su una sua
presunta volontà di stare alla
larga dal dibattito referendario non mettendoci la faccia,
addirittura recandosi Oltreoceano anche per questo scopo. Pare che l’ex premier abbia con sé una valigetta di dossier sul tema delle riforme e
su questi fogli apponga i suoi
appunti e i suoi memo, come
è sempre stato solito fare. Inoltre ha dato indicazione di procedere in sua assenza alla riunione dei coordinatori regionali per accelerare la programmazione sul territorio degli
eventi per il «No» (riunione
che però potrebbe comunque
dover slittare a causa di un allungamento dei tempi d’aula
a Montecitorio). Proseguono
anche i contatti per la conferenza programmatica che dovrebbe svolgersi a Roma ed essere incentrata al massimo su
Berlusconi, sul suo ritorno sulla scena e sull’opposizione di
Forza Italia alla nuova Costitu-
52%
La percentuale, tolti gli indecisi, del No al referendum secondo l’ultimo sondaggio del «Corriere»
3
I governi non eletti dai cittadini che si sono succeduti dopo la caduta di Berlusconi nel 2011
Berlusconi a New York
studia il dossier riforme
e mobilita il partito
Il Cav tra business e riposo prepara la sua
campagna. E accelera sulla road map di Fi
zione renziana.
Proprio su queste voci, peraltro, è intervenuta anche Mariastella Gelmini: «A chi insinua che ci sarebbero nostalgie renziane voglio dire che,
avendolo sentito parlare
sull’argomento, Berlusconi ha
conosciuto Renzi e non ha alcuna fiducia in lui. Chi vuol
far circolare che Berlusconi è
tiepido con Renzi lo fa per so-
stenere il governo, smettiamola con queste stupidaggini. E a
chi dice che i due si somigliano dico: tra Renzi e Berlusconi c’è l’Oceano Atlantico, non
scherziamo neppure».
Nei fatti, comunque, la mobilitazione sul referendum
prende sempre più quota. A
Santa Marina, in Provincia di
Salerno, sabato e domenica
Stefano Caldoro con l’Associazione «Il Sud per l’Italia» spiegherà i motivi del Sud per votare «No», insieme ai coordinatori regionali di Forza Italia, a
Gianfranco Rotondi, Mara
Carfagna e Maurizio Gasparri.
Ieri è anche sbarcato sulla rete il comitato #MAancheNo,
presieduto da Raffaele Volpi e
Barbara Saltamartini, che per
la prima volta utilizza Musical.ly, la prima community
mondiale di video musicali.
Un «No» a suon di musica, attraverso un video ad hoc per
intercettare il pubblico più giovane.
BATTAGLIA Il convegno sul No
al referendum organizzato
dai parlamentari azzurri
IL CONVEGNO ROMANO
E gli azzurri puntano sulla coalizione del No
«Una vittoria riunirebbe tutto il centrodestra»
All’iniziativa dei deputati forzisti presenti anche fittiani e Rampelli di Fdi
Roma Il referendum come collante e come officina per ritrovare l’armonia interna al centrodestra. Forza Italia si ritrova al Teatro Capranichetta al convegno «Quale centrodestra? Referendum? Certamente No!», organizzato da
Fabrizio Di Stefano insieme ad altri deputati - Pietro Laffranco, Alberto Giorgetti, Paolo Russo, Basilio Catanoso, Roberto Occhiuto e Carlo Sarro - decisi a
promuovere iniziative con cui favorire
il dialogo e il confronto nel partito. Una
iniziativa dal basso che sta prendendo
quota con il pieno appoggio del capogruppo Renato Brunetta e si sta allargando al resto del centrodestra, come
dimostra la presenza dei fittiani e di Fabio Rampelli.
Il leit-motiv è proprio quello dell’unità, della ferma opposizione a Matteo
Renzi contro ogni fantasma del Nazareno. «Non tutto quello che viene dopo è
positivo» dice Di Stefano a proposito
della tentazione di cambiare per cambiare, senza entrare nel merito della riforma. «Sono felice che il centrodestra
tutto stia recuperando il suo spirito di
iniziativa». Altero Matteoli fa notare
che «se vince il No, vince anche il partito». Renato Brunetta fa prima autocritica: «Quando decidemmo di appoggiare
Monti spaccammo il centrodestra». Poi
guarda ai pericoli del renzismo, con lo
strapotere mediatico del premier, «strabordante su Rai, tv private e giornaloni». Un motivo ulteriore per gridare che
«mai più il centrodestra deve presentarsi diviso, il referendum è lo spartiacque
di questa fase politica», con la «vittoria
del No chiuderemo finalmente la parentesi golpista Monti-Letta-Renzi». Anche Pietro Laffranco non ha dubbi: «Il
nostro No alle cattive riforme costituzionali è anche un no chiaro al governo
Renzi che in due anni non ha risolto un
solo problema degli italiani». Dello stesso avviso Gianni Alemanno: «Se il centrodestra è unito, possiamo vincere.
Guardate cosa è successo a Roma dove
I COLONNELLI CONCORDI
«Basta dividerci, l’appuntamento
sarà uno spartiacque. Siamo
pronti allo scontro finale»
le nostre divisioni hanno mandato al
ballottaggio Giachetti con la più bassa
percentuale della storia della Capitale».
Mariastella Gelmini si prepara alla
«mobilitazione finale», perché Renzi «è
pronto a scassare i conti dell’Italia pur
assicurarsi la sopravvivenza politica.
Ma non può continuare a raccontare
balle, gli italiani hanno capito». Maurizio Bianconi, dei Conservatori e Riformisti, entra nel merito di una riforma
«pericolosissima». «Ci hanno gabellato
dicendoci che il Senato non conterà
niente mentre al contrario regalerà una
golden share a Renzi. Il Senato non viene abolito, ha competenze che possono
bloccare il lavoro di chi vince le elezioni. In sostanza la Camera resta al popolo, il Senato viene assegnato in pianta
stabile al Pd». E Nunzia De Girolamo
invita al «rispetto della Costituzione,
perché si conosce la Costituzione che si
ha, non si è mai sicuri di quella che si
avrà». E conclude: «Il nostro No è anche un no a Renzi perché questo è anche un referendum su un premier illegittimo».
FdF
IL MANAGER DA VESPA
Parisi: «Renzi?
Se sconfitto
sia coerente
e si dimetta»
Roma «Se vince il No per
coerenza Renzi dovrebbe
dimettersi». Non ha dubbi
Stefano Parisi, che ieri sera,
ospite di Bruno Vespa su
Raiuno, si è confrontato
con il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi a
Porta a Porta, sul tema della riforma costituzionale.
Provocato dal ministro sulle sue richieste di cambiamento non votate in passato da Forza Italia il manager ha risposto lapidario :
«Forza Italia non è il mio
partito». «È stato lo stesso
Matteo Renzi a caricare il
voto di significato politico»,
ha osservato Parisi. Una
personalizzazione che dunque rende le dimissioni del
premier «inevitabili» in caso di vittoria del «No». Il
premier è anche responsabile di aver creato «un clima ansiogeno» nel Paese.
«Dire che bisogna votare Sì
perché altrimenti si alza lo
spread è una cosa gravissima - ha detto Parisi - In Italia se vince il No non ci sarà
una crisi di sfiducia e Renzi
deve chiarire questo tema,
che si sta trasformando in
un boomerang contro di
noi». Sono molte le ragioni
per bocciare la riforma nel
merito e pure nel metodo
secondo il promotore di
Energie per l’Italia. «Abbiamo bisogno di un governo
più forte e stabile ma questa riforma non enfatizza i
poteri del premier - ha sostenuto Parisi - Poteri che
invece Renzi ha tentato subdolamente di rafforzare
con la legge elettorale».
Con questa riforma per Parisi non verrebbero superate le attuali criticità del sistema perché da un lato resterebbe «il potere esclusivo del governo su tante materie» e «poi le stesse materie verrebbero trattate a livello regionale». Meglio sarebbe dunque «eliminare il
Senato» perché si rischia lo
stallo istituzionale. «Credo
che questo bicameralismo
non sia efficiente come poteva essere e genererà un
contenzioso infinito», è la
critica di Parisi che ha proseguito bocciando anche il
metodo perché «il quesito
referendario del 2006 indicava solo il numero del disegno di legge. Qui ci sono
frasi che inducono a votare
Sì». Sarebbe stato più opportuno «un quesito più
asettico». Alle critiche di Parisi il ministro Boschi ha replicato mostrando di nutrire una completa fiducia nella vittoria dei «Sì». La sconfitta non viene presa in considerazione. «Appena entrerà in vigore la Costituzione
faremo subito la legge elettorale per il Senato», ha detto confermando la disponibilità a cambiare l’Italicum
purché si trovi «l’accordo
in Parlamento».
8 INTERNI
Giovedì 6 ottobre 2016
il Giornale
I CONTI IN ROSSO
IL CASO
di Antonio Signorini
Roma
I
conti pubblici diventano
la trincea del governo.
Rientrata l’offensiva della
sinistra Pd sul Def, al Senato si
è aperta una falla sui disegni
di legge che contengono il
Rendiconto generale dell’amministrazione dello Stato per
il 2015 e l’assestamento. Il governo ha rischiato la bocciatura. A salvare i due provvedi-
Verdini salva di nuovo Renzi
Il Def passa con i voti di Ala
In Aula il governo la scampa per un soffio sul bilancio
Ma arriva lo stop dei tecnici: il documento va rivisto
validazione della nota di aggiornamento del Def varato
dal governo la settimana scorsa. La prassi vuole che governo riveda le sue stime o fornisca altre informazioni all’orga-
nismo che vigila sui conti pubblici. Il governo conta di uscirne limitando i danni.
«I numeri che produciamo
sono basati sulla valutazione
molto attenta degli impatti.
Non sono quindi basati né su
fantasie né su aspettative irrealizzabili, sono aspettative realizzabili», ha confermato ieri il
ministro dell’Economia, Pier
Carlo Padoan, intervenendo
L’AVVERTIMENTO
0,4%
Bruxelles non è disposta
a fare troppi sconti
all’esecutivo da qui in poi
menti (e forse l’esecutivo) sono stati i voti di Ala, il gruppo
di Denis Verdini. I voti favorevoli sono stati 142 sul primo;
143 sul secondo. Il quorum necessario a far licenziare il testo dall’assemblea ieri era di
141 sì. I verdinani sono stati
determinati.
Sul Def la sinistra Pd ha garantito che non voterà contro,
ma il Documento di economia e finanza tornerà all’attenzione del Parlamento come
chiedevano gli oppositori di
Renzi. Una nuova audizione
del ministro Padoan fissata
per martedì, informazioni aggiuntive alle commissioni Bilancio di Camera e un rinvio
del voto. A costringere il riesame del documento è stata la
bocciatura dell’Ufficio parlamentare di bilancio. L’audizione di Giuseppe Pisauro di lunedì equivale a una mancata
La percentuale di
flessibilità che il governo
ha messo a bilancio per
migranti e terremoto
3-4
I miliardi che mancherebbero all’appello per il piano di messa in sicurezza
degli edifici
L’INTERVISTA AL DIRETTORE GENERALE DI FEDERMECCANICA
«La nostra proposta ai sindacati:
più servizi al posto degli aumenti»
DECISIVO Denis Verdini si conferma stampella del governo
80 ANNI
IN UN ALBUM
FOTOGRAFICO
Emozioni, segreti
e momenti storici
dell’avventura
impreditoriale e politica
del Cavaliere
*Oltre al prezzo del quotidiano.
al convegno «Obbligati a crescere» organizzato dal quotidiano Il Messaggero e dall’Abi.
Ma gli ostacoli non termineranno con i chiarimenti che
Padoan fornirà al Parlamento.
La severità dell’Upb non è solo una questione interna
all’Italia, una difficoltà di comunicazione tra le Camere e
governo. L’ufficio di bilancio è
in sintonia con la Commissione europea, vigila sul rispetto
dei vincoli di bilancio fissati
dagli accordi Ue e lo stop di
Pisauro è il segno che Bruxelles non è disposta a farci sconti.
La vera sfida per l’Italia non
è quella del Def, un documento che contiene le previsioni
macroeconomiche e le stime
sui conti pubblici, ma la legge
di Bilancio i cui dettagli saranno resi noti tra breve, ha assicurato ieri il ministro dell’Economia durante il simposio sulla crescita.
Il governo ha già messo a
bilancio una flessibilità aggiuntiva per lo 0,4%, motivata
dall’emergenza migranti e da
quella terremoto. Un ripiego
rispetto alla flessibilità «buona», quella per investimenti e
riforme, che la Commissione
non ci concede più. Ma anche
questa strategia alternativa potrebbe non portare a niente.
Possibile che all’Italia vengano riconosciuti 4-5 miliardi
per il sisma del Centro Italia,
quindi per il piano di messa in
sicurezza degli edifici. Ma
non sui migranti. Mancherebbero all’appello quindi 3-4 miliardi e a farne le spese sarebbero alcune misure già in bilico. Ad esempio la proroga della decontribuzione per i
neoassunti, che potrebbe saltare anche nella versione depotenziata, limitata al Mezzogiorno.
Il governo ha tempo fino al
15 ottobre per presentare la
legge di Bilancio. Poi la Commissione ha tempo fino al 30
novembre per pubblicare le
sue valutazioni. Se ritiene che
il bilancio comporta un «serio» mancato rispetto delle regole del patto di stabilità, entro una settimana (dal 15 ottobre) deve consultare lo Stato
membro, entro due settimane
deve chiede la revisione. Sarebbe un precedente pericoloso per l’Italia e il governo sta
facendo di tutto per evitarlo.
DA VENERDÌ 21
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il 10° inserto
L’idea di Franchi: «Una assicurazione sanitaria gratuita»
Roma Le imprese metalmeccaniche non ri- una proposta equilibrata perché da un lato
nunciano al «rinnovamento contrattuale». La migliora condizioni dei lavoratori e dall’altro
trattativa delle tute blu si è riaperta perché contiene costi delle imprese».
Federmeccanica ha ammorbidito i toni sui
La risposta dei sindacati è stata tiepida...
salari prevedendo un recupero dell’inflazio«Lo capiremo il 12 ottobre quando ci inconne. Federmeccanica vuole cambiare radical- treremo di nuovo. Io penso che la risposta
mente il modello di contratto e alcune idee non potrà che essere positiva».
nate dalla confederazione potrebbero prenNel vostro modello di contratti rinnovadere piede anche oltre la categoria. In particoto, che spazio ha il livello nazionale?
lare l’idea di sostituire in parte gli
«Il contratto nazionale al quale
aumenti dei salari con prestazioni
stiamo pensando deve dare garansociali. Ne abbiamo parlato con Stezie di base sui salari e allo stesso
fano Franchi, direttore generale di
tempo deve liberare risorse perché
Federmeccanica.
la ricchezza deve essere redistribuiI sindacati sono tornati al tavolo
ta solo dopo essere stata prodotta e
dopo otto mesi di stop alle trattaquesto può essere fatto solo in azientive perché avete accettato di conda».
cedere un recupero dell’inflazioPuò spiegare meglio in cosa conne, sia pure a calare (100% nel
siste il welfare che dovrebbe so2017, del 75% nel 2018, del 50%
stituire parte degli aumenti del
per cento nel 2019)?
contratto nazionale?
«È ripartita perché abbiamo dato
«Assicurazioni sanitarie a livello
dimostrazione della nostra volontà
nazionale e aziendale, parte delle
di fare il contratto e del nostro senso
spese scolastiche, bilanciamento vidi responsabilità».
ta privata e lavoro. Secondo il CenMa sull’inflazione una concessio- La ricetta
sis 11 milioni di italiani hanno rinunne c’è stata.
ciato a curarsi per difficoltà econoÈ centrale
«Lo abbiamo fatto in modo coeren- il welfare
miche. Noi abbiamo proposto di rite con gli obiettivi che ci siamo dati
conoscere a tutti dipendenti di
fin dall’inizio. Il rinnovamento con- e marginale aziende metalmeccaniche e per le
trattuale è un grande cambiamento la parte
loro famiglie una assicurazione saniculturale che può essere realizzato retributiva
taria integrativa totalmente gratuita,
solo dentro un percorso graduale,
pagata interamente dalle aziende.
con un obiettivo di rinnovamento che abbia- Sul mercato una assicurazione del genere como tutt’ora».
sterebbe circa 700 euro all’anno a persona».
In cosa consiste?
Il governo può aiutare?
«Rendere centrale nei contratti la compo«Sarebbero necessari ulteriori interventi
nente del welfare, rendere marginale la parte normativi per muovere altri passi in questa
retributiva. Occuparsi del welfare nei contrat- direzione. Ad esempio innalzare le soglie ed i
ti nazionali significa rispondere a bisogni rea- limiti attualmente previsti per la detassazioli delle persone con benefici concreti, che ne dei premi di risultato, ma anche ridurre la
fanno dall’assistenza sanitaria alla previden- contribuzione a carico delle imprese».
za complementare, poi il welfare aziendale. È
AnS
Giovedì 6 ottobre 2016
INTERNI 9
il Giornale
I CONTI IN ROSSO
LO STUDIO
di Massimo Restelli
Milano
A
inizio settembre Matteo Renzi ha prima lasciato intendere ai poteri forti riuniti a Cernobbio e
poi smentito davanti ai sindacati del credito inferociti, che i
300mila bancari italiani potrebbero dimezzarsi nell’arco
di dieci anni. Una bomba sociale che, pur con esuberi forse da ritoccare tra 60mila e
92mila, ha trovato ieri una indiretta conferma nella diagnosi del Fondo Monetario internazionale.
La tesi di Washington è la
seguente: nel Vecchio continente - ed quindi ci pare lecito
Banche, analisi choc dell’Fmi
«Centomila posti in esubero»
Il Fondo: «Urgente chiudere almeno 10mila sportelli»
Sarebbe una bomba sociale per un Paese già in crisi
I NUMERI DEL SETTORE
circa
200mila
allo sportello
circa
300mila
I dipendenti
delle banche
italiane
circa
100mila
al back office
65.000
I bancari che
uscirebbero
dal lavoro se
chiudessero un
terzo degli sportelli
28.100
I bancari che
usciranno dal
lavoro entro il
2020 secondo
gli accordi
29.500 gli sportelli
bancari in Italia
56.000
Il costo medio
annuo in euro
al Fondo esuberi
del singolo dipendente
in prepensionamento
LA SPARATA DI CERNOBBIO
Renzi annunciò ai poteri
forti la cura dimagrante
salvo poi rimangiarsela
Fonte: dati Abi e Bankitalia 2016 - Elaborazione “Il Giornale”
pensare in una Italia che fino
al 2008 ha visto le banche aprire sportelli in ogni dove per
presidiare il territorio palmo a
palmo e che ancora oggi ha
un numero di filiali per abitante superiore alla media europea - ci sono gruppi che hanno un «notevole» spazio per
migliorare la loro efficienza,
adottando una cura dimagrante che potrebbe portare fino
alla chiusura di un terzo degli
sportelli. Una idea devastante
che, trasportata nella Penisola
significa la rottamazione di
9.800 sportelli sui 29.500 attualmente operativi secondo
Bankitalia (34mila nel 2008).
L’Fmi, che misura l’efficienza in base ai depositi, calcola
che le banche europee potrebbero così arrivare a risparmiare 18 miliardi dollari di costi
6,5 i dipendenti in media
operativi. Una manna per un
settore alla spasmodica ricerca di redditività e per cui lo
stesso Fmi ritiene «non possa
essere più posticipata» una soluzione «più completa» dei
problemi: si chiede in particolare «un’azione urgente» sui
crediti in sofferenza oggi oltre
il livello di guardia: 200 miliardi il totale lordo in Italia.
Il problema di un taglio net-
to delle filiali come vorrebbe
l’Fmi però è un altro. Sarebbero a rischio fino a 65mila posti: in ogni sportello delle banche italiane lavorano infatti in
media 6,5 addetti. Il tutto senza considerare le 28.100 uscite
già messe nero su bianco negli
accordi di ristrutturazione firmati con i sindacati per il periodo 2013-2020. Insomma in
gioco ci potrebbe essere il de-
93.000 circa
I dipendenti bancari
in meno se chiudessero
un terzo degli sportelli
compresi quelli già
in prepensionamento
3,6 miliardi
Il costo medio in
euro di ogni anno
se i 65mila bancari
venissero considerati
in esubero
stino di 90mila persone, e poco consola pensare che di norma il settore recupera tra il 30
e il 50% degli esuberi trasferendoli in altri sportelli o uffici di
back office. Ammettendo siano «ripescati» la metà degli
esuberi (65mila), sparirebbero infatti altri 32mila posti, e
quindi 60mila considerando
le uscite già decise.
Accanto alla bomba sociale
per un Paese già afflitto da
una disoccupazione all’11%,
ci sarebbe poi quella finanziaria sui bilanci delle banche. Si
parlerebbe infatti di un esborso potenziale compreso tra 5,5
e 15 miliardi, a secondo se si
considera il minimo dei posti
a rischio (32mila) con il taglio
delle filiali ipotizzato dal Fmi,
o lo spettro dei 90mila tagli. La
stima è fatta considerando
che oggi un istituto in ristrutturazione versa annualmente circa 56mila euro (39.500 di assegno e 16.500 di contributi) per
ogni prepensionato apportato
al fondo e che di norma questo attende 3 anni prima di riINVITO PRESSANTE
Nei giorni scorsi anche
Bce e Bankitalia avevano
proposto la stessa cosa
cevere l’assegno Inps. Va da
sé che l’aggravio lieviterebbe
se, come appare probabile in
caso di taglio verticale degli
addetti, si dovessero utilizzare
tutti i cinque anni previsti
dall’ammortizzatore sociale.
Quello che è certo è che, anche dopo i ripetuti inviti di
Bce e Bankitalia - l’ultimo appello martedì da parte del direttore generale Salvatore Rossi - a tagliare i costi e trovare
un modo per fare profitti, i sindacati Fabi, Fisac, First e Uilca
non hanno mai ceduto su un
punto: le uscite devono essere
volontarie e tramite il Fondo.
Insomma niente cassa integrazione, o sarà guerra aperta.
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10 INTERNI
Giovedì 6 ottobre 2016
il Giornale
I GUAI M5S
»
IL CASO
Chiacchiere
da Camera
di Giuseppe Marino
Roma
di Romana Liuzzo
Al Campidoglio serve
un aiutino dalla Mole
Anna Maria Bernini, senatrice azzurra e avvocato, segue con attenzione le disastrose vicende romane della
sindaca Virginia Raggi e a chi
le chiede di dare un consiglio alla prima cittadina della Capitale, lei risponde: «Il
mio suggerimento è di farsi
prestare l’agenda dei numeri
utili dalla sua collega di partito e sindaco di Torino, Chiara Appendino». Capito o no?
Anche la Melandri jr
è in formato Maxxi
Compleanno (con tutta la
Roma che conta) della figlia
della piddina radical chic,
presidente della Fondazione
Maxxi, Giovanna Melandri,
sere fa, nella caserma proprio davanti al «suo» Museo
di via Guido Reni. Tanti auguri (ma molto bipartisan)
giungano a Maddalena, che
ha compiuto 18 anni, ed è
altissima come il padre, l’avvocato Marco Morielli.
N
on basta una condanna in tribunale, non bastano le rivelazioni di Mafia capitale. E soprattutto non bastano le promesse
fatte in campagna elettorale: anche
la giunta Raggi continua ad alimentare la politica dei campi Rom. L’accusa arriva dall’associazione «21 luglio», che si occupa di tutelare i diritti
della minoranza «nomade» ma, a differenza di altre associazioni della capitale, criticando aspramente il sistema dei campi, con tutti gli sprechi e il
business che ha generato negli anni.
La «21 luglio» ha presentato un dossier che analizza le politiche sui rom
messe in atto dalla nuova amministrazione nei primi cento giorni e rivela che non c’è stato alcun cambio di
rotta, anzi: in vista nuovi sprechi per
un valore complessivo di 12 milioni
di euro. I bandi emessi dal commissario prefettizio Francesco Tronca in attesa di nuove scelte politiche, sono
stati scongelati e hanno ripreso il loro iter, nonostante in campagna elettorale i Cinque stelle avessero propa-
Roma è in bancarotta
ma regala 12 milioni ai rom
La Raggi stanzia un super-fondo per i campi
nomadi della Capitale. E vuole aprirne un altro
I numeri
3
33mila
Gli assessori al Bilancio già dimessi
(Minenna) o revocati (De Dominicis) o
che hanno rifiutato l’incarico (Tutino)
dalla Raggi nel giro di poco tempo
Gli euro spesi negli anni scorsi dal
Comune di Roma per ogni famiglia
rom presente nei campi, secondo l’inchiesta sul sistema «Mafia Capitale»
gandato la tesi del «superamento dei
campi», così come del resto gli altri
candidati. Promesse disciolte nel tepore dell’ottobrata romana: pochi
giorni fa sono state aperte le buste
per la gara d’appalto per la gestione
dei sei campi «ufficiali» del Comune.
Una gara da oltre sei milioni di euro
ripropone la vecchia linea, superando anche lo stop agli stanziamenti
per i campi che era stato deciso nel
2015, quando il tribunale civile di Roma aveva definito «discriminatorio»
un campo i cui occupanti vengano
selezionati su base «etnica», quello
in zona La Barbuta, in passato finito
al centro degli appetiti della cricca di
Mafia capitale. Lo scorso 8 luglio inoltre il Campidoglio aveva bandito la
«gara per il reperimento di un’area
attrezzata», cioè una nuova baraccopoli, valore 1.549.448 euro. Marcia
L’INIZIATIVA DELLA GIUNTA CINQUE STELLE A TORINO: 300 EURO AL MESE
Uno stipendio
per chi ospita
un senzatetto
Il ministro si concede
a Pietro da Cortona
Trecento euro al mese
per ogni famiglia torinese
che deciderá di ospitare
un clochard in casa
il prossimo inverno
Il progetto fa parte del
piano di assistenza per
i senza tetto promosso
dal sindaco M5S di
Torino, Chiara Appendino
(nella foto). La proposta
firmata dall’assessore al
welfare Sonia Schellino
è stata approvata dalla
giunta Cinque Stelle
Grande serata dalla marchesa Giovanna Sacchetti per
la donazione del quadro di Pietro da Cortona (il ritratto di
Giulio Sacchetti) alla Galleria
Borghese. Non poteva mancare il ministro della Cultura, Dario Franceschini con l’inseparabile moglie, la consigliera comunale del Pd, Michela Di Biase. Entrambi super corteggiati,
forse perché gli unici politici
di un certo livello.
Un’infiltrata speciale
nelle trame dell’Ama
Sostiene Paola Muraro:
«Continuerò a lavorare contro il sistema di potere che ha
messo in ginocchio la città».
Se lei continua, significa che
da tempo si sta battendo. Ed
ecco spiegata la sua vicinanza
con due ex Ama, indagati: era
un’infiltrata grillina. E faceva
così bene il suo lavoro da ricevere dai due, per dieci anni,
piena fiducia e lauti compensi. Brava.
Tremonti col toscano
ma non è Matteo Renzi
Cosa ci faceva alcune mattine fa in Transatlantico, l’ex ministro Giulio Tremonti? L’accademico italiano, salutato da
tutti con ossequio, si spostava
poco dopo nel cortiletto di
Montecitorio per gustarsi un
buon sigaro. A tenergli compagnia l’amico di una vita, il fondatore della Lega, Umberto
Bossi. Pure lui armato di Toscano: fuma tu che fumo anch’io.
[email protected]
1 miliardo
Il buco accumulato dalle società partecipate del Comune di Roma, secondo il dossier redatto dall’ex ragioniere generale del Campidoglio
avanti, nonostante la bocciatura arrivata dagli stessi M5S del quartiere di
Roma Nord che dovrà ospitare il campo, il XV municipio, puntualmente
ignorata, come le denunce dell’Associazione 21 luglio e dei Radicali. Il 9
agosto il consiglio comunale a maggioranza grillina ha bocciato una mozione che chiedeva il ritiro del bando, sconfessando lo stesso Movimento, alla faccia dell’«uno vale uno».
Eppure la giunta formalmente continua a sostenere la politica del superamento dei campi, inserita anche
nelle proprie «Linee programmatiche 2016-2020». Ma evidentemente è
una scelta che può attendere, per Virginia Raggi. Il rischio, denuncia la
«21 luglio» è di perdere anche i 4,4
milioni di fondi stanziati dall’Europa
per superare i campi e integrare i
Rom. Il totale, tra mancato utilizzo e
bandi per i campi, fa 12 milioni. «Fondi - dice Carlo Stasolla, presidente
dell’associazione - che basterebbero
ad aggredire alla radice il problema.
Invece nelle riunioni in Campidoglio
vediamo riaffiorare personaggi che
in passato hanno lucrato su questo
denaro». Un precedente dossier aveva svelato che negli anni di Mafia Capitale il Comune spendeva 33.000
per ciascuna famiglia rom, soldi non
andati ai diretti interessati, ma alle
cooperative e associazioni, le stesse
poi finite nella maxi inchiesta, per gestire un’emergenza che conveniva
non far mai finire.
«LESA L’IMMAGINE DI INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA»
Foto osè e strani affari: il Csm indaga su Trani
Nel mirino la Procura che indagò sulle agenzie di rating. Due toghe verso il trasferimento
Patricia Tagliaferri
Roma Sulla Procura di Trani, piccolo
ufficio giudiziario ma sempre alla ribalta per clamorose inchieste mediatiche finite per lo più nel nulla, sta
indagando il Csm.
L’ennesimo polverone, dopo quello sollevato lo scorso luglio dalla foto
pubblicata proprio dal Giornale che
ritraeva l’avvocato di uno dei capostazione indagati per il disastro ferroviario di Andria intento a leccare ad una
festa il piede della pm titolare dell’inchiesta sull’incidente. I giudici del
Consiglio superiore della magistratura hanno aperto un fascicolo per valutare il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale di due sostituti procuratori, Antonio Savasta e
Luigi Scimè. La prima commissione
gli contesta una «lesione» all’immagine di «indipendenza e imparzialità»
della magistratura.
Del protagonismo di certe toghe
pugliesi si è spesso parlato, così come delle perplessità sulla competenza territoriale ad aprire inchieste sui
temi più disparati, da Deutsche Bank
alle agenzie di rating, dai vaccini a
Berlusconi. Ora il Csm vuole accertare se c’è qualcosa di vero in quanto
denunciato in una serie di esposti
anonimi e raccontato anche in un romanzo di un ex gip di Trani, Roberto
Oliveri del Castillo, che sarà pure frutto di fantasia, come sostiene l’autore,
ma ricalca in maniera impressionan-
te i fatti riportati in alcuni di quegli
esposti che svelano intrecci tra magistrati, avvocati e imprenditori. La notizia pubblicata sulle pagine locali di
Repubblica non stupisce chi segue le
vicende dell’attivissima Procura di
provincia, al centro di un fuoco incrociato di veleni e polemiche, che in
meno di due anni ha collezionato
una decina di esposti al Csm. Anonimi, ma dettagliati, dove si evidenzia
«l’esistenza di una rete di conoscenze tra sostituti procuratori, avvocati,
IL SINDACO DI PARMA USCITO DAL MOVIMENTO
Pizzarotti: «Grillo? Non mi telefona da un anno»
«Mi aspettavo una telefonata di Grillo.
Io dico che dalla squadra di calcetto in
su, una telefonata non la si nega a nessuno. La telefonata non c'è stata, ma
non solo ieri, anche sei mesi fa, un anno fa, durante tutto l’evolversi di questa situazione» racconta a Radio24 il
sindaco di Parma Federico Pizzarotti.
appartenenti alle forze dell’ordine,
amministratori locali e alcuni imprenditori». Questi intrecci, secondo
chi scrive gli esposti, non sarebbero
estranei all’andamento di certe indagini, frenate o accelerate all’occorrenza. Il Csm stava già indagando su
Frammenti di storie semplici, il libro
di Olivieri del Castillo, e sugli episodi
raccontati dall’autore che, seppur
con nomi e riferimenti geografici di
fantasia, erano perfettamente sovrapponibili a fatti e personaggi reali. Difficile, per esempio, non pensare a Savasta leggendo la storia di una masseria comprata da un tal «Cricco» quando il pm tranese possiede una masseria acquistata tra varie vicissitudini
giudiziarie.
I giudici di palazzo dei Marescialli
stanno esaminando anche questa vicenda, oltre al ruolo e agli incarichi
di alcuni parenti dei pm. Nel mirino
anche alcune indagini eclatanti, finite sempre con un’archiviazione.
12 ATTUALITÀ
Giuseppe De Lorenzo
Gli affari sono affari, si sa. E
i soldi sono come le noccioline: una tira l’altra. Da oggi infatti le cooperative non si accontentano più del pagamento dei 35 euro al giorno garantito per la gestione dei migranti:
vogliono pure che i profughi
lavorino per loro.
Ieri il responsabile di Legacoopsociali Emilia-Romagna,
Alberto Alberani, ha messo
sul piatto una nuova proposta: la possibilità di iscrivere i
migranti al Servizio Civile Nazionale, farli lavorare nelle
cooperative (rosse) e assicurargli uno stipendio mensile
pagato dai cittadini.
Già in passato le associazioni
caritatevoli e alcuni sindaci
avevano provato a impegnare
i richiedenti asilo in attività di
volontariato gratuito: pulire le
strade, dipingere i muri, raccogliere la spazzatura e via dicendo. Stavolta però le coop si sono spinte oltre. «Fare il servi-
Giovedì 6 ottobre 2016
IN EMILIA-ROMAGNA
Profughi, l’ultimo affare
Lavoreranno per le coop
pagati con soldi pubblici
Le associazioni chiedono che gli immigrati
svolgano il Servizio Civile a 500 euro al mese
tività è al 3% e gli utili sono
aumentati dell’11%. In totale
parliamo di 200 aziende, 25mila dipendenti e un giro di affari miliardario che va dalla gestione di servizi per disabili a
quelli per anziani, bambini,
tossicodipendenti e richiedenti asilo.
Nel dettaglio, secondo la proposta di Alberani, i profughi
verrebbero ammessi al Servi-
zio Civile Nazionale e potrebbero iniziare a lavorare in una
cooperativa sociale, impiegati
in progetti di assistenza alle
persone, di protezione civile,
in settori ambientali, del patrimonio artistico ed educativo.
Il contratto sarebbe di 12 mesi
con un impegno settimanale
dalle 24 alle 36 ore. Lo stipendio mensile dovrebbe ammontare a 14,46 euro netti al gior-
no, che al mese fanno 433,80
euro. Mica male. A questi bisogna aggiungere anche il pocket money giornaliero da 2,5
euro riservato ai profughi ospitati nei centri di accoglienza.
Alberani, infatti, intende ammettere al servizio civile non
solo chi ha già ricevuto lo status di profugo, ma anche richiedenti asilo e possibili clandestini. A conti fatti quindi un
immigrato arriverebbe a incassare 500 euro al mese per l’intero anno di durata del servizio. Paga dignitosa, soprattutto se si considera quanti giovani italiani vivono oggi il dramma della disoccupazione.
Il presidente della Regione
Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini (Pd), non ci ha pensato due volte a raccogliere la
proposta di Legacoop. «Per i
migranti avevamo previsto
l’opportunità di lavori socialmente utili per non lasciarli bighellonare - ha detto - Aprire
al servizio civile è una proposta che merita di essere discussa». Ovviamente dovrebbe essere d’accordo anche il governo, chiamato a investire parecchi soldi. Ma è un dettaglio. Le
coop intanto hanno lanciato il
sasso, nella speranza che prima o poi i profughi possano
lavorare per loro a spese dello
Stato. Sommando così ai 35 euro al giorno (che già incassano) anche l’impiego gratuito
degli immigrati. Una pacchia.
BUSINESS MILIARDARIO
«Sono una risorsa, non un
problema». E gli utili 2015
sono aumentati dell’11%
AGENTI ACCOLTELLATI, PER LA PROCURA È TERRORISMO
Paura a Bruxelles:
due poliziotti feriti
zio civile in una cooperativa
sociale, cioè in un’azienda vera, può produrre nuova economia» e «dare ai profughi prospettive di lavoro», ha detto Alberani al direttivo regionale di
Legacoop. Poi ha concluso:
«Dobbiamo pensare che i profughi non sono un problema
ma una risorsa».
Nessuno mette in dubbio che
i migranti siano una risorsa
per le cooperative. Anzi, sono
una vera Eldorado e i numeri
lo dimostrano: per rimanere
in Emilia-Romagna, nel 2015
il fatturato delle sole associazioni sociali iscritte a Legacoop ha superato per il secondo anno consecutivo il miliardo di euro. Un miliardo. Mica
bruscolini. Tanto che la reddi-
Torna la paura terrorismo in Europa,
dopo che a Bruxelles due poliziotti
sono stati accoltellati nella zona di
Schaerbeek, comune della capitale
belga, in un attacco che la polizia
ritiene probabilmente di tipo
terroristico secondo la Procura belga
che indaga sull’accaduto. L’aggressore
è stato identificato: si chiama Hicham
D., ha 43 anni e la sua nazionalità è
belga. L’attacco arriva dopo che un
dossier ha rivelato che gli attacchi di
novembre a Parigi e di marzo a
Bruxelles facevano parte di uno stesso
elaborato piano d'azione. A rivelare
quest'ultima informazione è stato il
quotidiano francese «Le Monde», che ha
citato alcune parti dell'inchiesta sugli
attentati nelle due capitali europee
POLEMICA NEL «SALOTTO» DI VIA XX SETTEMBRE
La Genova radical chic lascia i migranti senz’acqua
Richiedenti asilo ospitati in un palazzo del centro. I condomini negano l’allaccio alla rete idrica
Valentina Carosini
Genova I migranti «sbarcano» a Genova
e, in pieno centro città, scatta la protesta dei residenti. L’ultimo capitolo si
chiama guerra per l’acqua. Un’assemblea di condominio che, ai voti, nega
l’adeguamento della fornitura idrica in
un appartamento adibito all’accoglienza migranti. E cittadini e associazioni
scendono in piazza per solidarietà. È
solo l’ultima puntata di una querelle
che prosegue da mesi e che riguarda
l’inserimento di una struttura di accoglienza in un palazzo storico della centralissima via XX Settembre, cuore e «salotto buono» della città.
Da 15 giorni circa, all’interno dell’immobile, di proprietà del demanio e gestito da una cooperativa sociale, sono arrivate undici persone, tre famiglie con
bambini nell’ambito di un progetto di
integrazione. Subito residenti e commercianti sono insorti e hanno protestato chiedendo che fossero ospitati altrove. Poi, la nuova polemica e una contro-protesta in segno di solidarietà per
contrastare la scelta dell’assemblea condominiale del civico 11, che ospita i migranti, di negare l’adeguamento dell’impianto dell’appartamento.
«Restiamo umani – Genova non nega
l’acqua agli assetati», il titolo dell’evento lanciato su Facebook da diverse realtà tra cui l’Arci di Genova e della Liguria
e semplici cittadini. Oltre un centinaio i
manifestanti in presidio, ognuno ha portato con sé come gesto simbolico una
bottiglia d’acqua, da consegnare a mano agli operatori che gestiscono la struttura. «Ci sono undici persone – spiega
Walter Massa, presidente di Arci Liguria – tra cui tre donne incinte e bambini. Quell’appartamento non è allacciato
all’acqua del caseggiato». L’adeguamento permetterebbe di inserire anche alcune docce. «Abbiamo deciso di ribellarci
– continua Massa - e dare un segnale: la
nostra città non è fatta solo di questi
soli egoismi. Non viviamo alcun allarme migranti, la Liguria accoglie meno
di 4mila richiedenti asilo, circa 1800 sono a Genova».
La vicenda inizia due mesi fa. «Dopo
Ferragosto - racconta Franco Gromi,
l’amministratore del condominio che
ospita la struttura – siamo venuti a sapere per caso che c’erano dei lavori in un
immobile vuoto da tre anni, poi abbiamo scoperto che si stava ristrutturando
perché sarebbero arrivati dei migranti».
L’edificio, che conta circa 40 unità im-
CONTRO PROTESTA Acqua per i migranti contro la scelta choc dei condomini
mobiliari ed è costituito per metà da
appartamenti e per metà da uffici, sorge
proprio sopra uno dei più grandi mercati storici cittadini e ospita all’interno un
B&b. «Nessun razzismo – aggiunge Gromi – riteniamo che in un ambiente come quello di via XX Settembre, posizionare una struttura per migranti in quel
tipo di palazzo storico del ‘400, vincolato dalle Belle Arti, sia stata una scelta
scellerata. Potevano essere posizionati
in posti diversi con maggior controllo.
L’appartamento, ex biblioteca universitaria, è dotato inoltre di una fornitura
idrica per esigenze base». Gli ospiti sono arrivati solo una quindicina di giorni
fa. E con loro proteste e richieste di nuove collocazioni.
«Le preoccupazioni – continua Gromi – sono di diverso tipo: dalla difficoltà
di integrazione, alle ripercussioni sul
tessuto commerciale fino alla svalutazione degli immobili». Non solo. «La vicenda – conclude Giulio Sanson, residente dello stabile - è stata gestita male,
nessuno ci ha presentato il progetto.
Inoltre l’acqua è già presente, ma per
noi l’impianto delle acque reflue è inadeguato e se diamo una portata maggiore può diventare un problema e creare
danni al caseggiato, oltre a quelli già
registrati durante le ristrutturazioni».
il Giornale
BOOM IN SICILIA
Allarme sbarchi
In soli 2 giorni
gli arrivi sono
oltre 11mila
Valentina Raffa
È raffica di sbarchi di immigrati recuperati in mare
dalle navi dei soccorritori.
11mila in sole 48 ore. Tra ieri
e oggi sono accolti nei porti
del Sud Italia 6.297 migranti
per essere avviati, dopo i controlli, nelle strutture di accoglienza. Ci sono anche 28 cadaveri recuperati nel Canale
di Sicilia in 33 operazioni di
soccorso coordinate dalla
Centrale operativa di Roma
della Guardia costiera. Questi morti si aggiungono ai 10
recuperati due giorni fa,
quando sono stati tratti in salvo circa 5mila migranti.
Morte e vita si intrecciano
sulle navi dei soccorsi. Sono
nati tre bimbi su unità navali
della Guardia costiera e uno
sulla nave di Msf. Recuperati
lunedì scorso al largo della Libia, sono arrivati ieri a Vibo
Valentia sulla Aquarius 725
immigrati, tra cui 198 minorenni, 178 dei quali non accompagnati. Dai primi controlli sanitari ci sarebbero
due sospetti casi di malaria e
450 di scabbia.
1020 gli arrivi a Palermo, oltre 1000 a Catania, 664 a Messina. Circa 2mila tra Reggio
Calabria, Salerno, Taranto. A
questi si aggiungono altri
sbarchi. E il computo è in evoluzione. L’accoglienza è sotto
scacco, specie perché mancano i fondi per sostentare le
coop. In Sicilia sono 400 le
comunità per minori stranieri non accompagnati al collasso. A dura prova anche le forze dell’ordine, che devono
ogni giorno presidiare i porti
per le operazioni di identificazione, espletare le indagini
per individuare gli scafisti e
sono sempre più spesso impegnate a sedare risse e rivolte in centri di accoglienza.
A Villanovaforru, in Sardegna, sono dovuti intervenire i
carabinieri in soccorso di
due operatori. Quattro minorenni gambiani tra i 16 e i 17
anni, infatti, li hanno aggrediti, minacciato di dar fuoco alla struttura e scatenato una
rivolta reclamando l’acquisto
di scarpe. Sono stati arrestati
per tentata estorsione e trasferiti nel carcere minorile di
Quartucciu. Sempre dallo
stesso Comune, ma dalla
struttura per adulti, era partita la protesta per chiedere
pocket money, vestiti e scarpe. Anche la Sardegna è stata
approdo di immigrati. 57 algerini sono sbarcati nel Sulcis martedì sera dopo avere
eluso i controlli. Sono stati
rintracciati dai carabinieri. Altri 19, arrivati a Cala Zafferano, sono stati bloccati dalla
polizia. 24 sono sbarcati ieri
alle 5 a Porto Pino.
28
Sono i migranti morti
nelle ultime ore i cui
corpi sono stati trovati
nel Canale di Sicilia
Giovedì 6 ottobre 2016
ATTUALITÀ 13
il Giornale
IL CASO
di Erica Orsini
Londra
«E
adesso non chiamatemi razzista!». Non
erano passate 24
ore dalla proposta del ministro agli Interni inglese Amber Rudd, di creare delle liste
di proscrizione per i lavoratori stranieri, che già si era scatenato l'inferno. L'opposizione le aveva dato immediatamente della xenofoba, i rappresentanti delle aziende si
erano indignati. Eppure la ministra aveva osato sollevare
una questione abbastanza ragionevole al Congresso Conservatore. Aveva spiegato che
in Gran Bretagna un giovane
su dieci, tra i 18 e i 24 anni, è
disoccupato e molto spesso le
aziende preferiscono la manodopera straniera a quella locale. Creare una lista dei lavoratori provenienti da altri Paesi
sarebbe stato uno strumento
utile non solo per far emergere situazioni illegali ma anche per convincere i datori di
lavoro a considerare prima le
esigenze dei lavoratori britannici.
Apriti cielo. La reazione alle
parole della Rudd non si è fatta attendere. «Una lista simile
sarebbe come appiccicare addosso a coloro che utilizzano
«PRIMA I BRITANNICI»
Londra, liste di proscrizione
per i lavoratori stranieri
La richiesta alle aziende del ministro degli Interni, che
vuol favorire la manodopera locale, scatena l’inferno
pensi di non poter affrontare
il problema dell'immigrazione senza rischiare di venir tac-
ciata di razzismo - ha replicato seccamente la Rudd in
un'intervista radiofonica alla
Bbc - dovremmo invece essere capaci di affrontare il discorso anche per comprendeTUTTI A CASA
Dopo il Brexit
il governo del
Regno Unito
valuterà
se rendere
più difficile
per le società
l'assunzione
di lavoratori
stranieri,
nell'ambito
di un controllo
più stretto
dei flussi
migratori
anche europei
nell’ambito di un discorso su
come favorire la nostra economia. Era uno strumento che
faceva parte di una proposta
che aveva come scopo assicurarsi che le aziende prendessero in considerazione la manodopera locale prima di assumere quella straniera».
La Rudd ha anche fatto un
CHI DEVONO ASSUMERE
Carlo Lottieri
L
la manopera globale il cartellino della vergogna e questo sarebbe molto triste» ha commentato Adam Marshall, direttore generale della Camera
di Commercio britannica. Andy Burnham, il ministro degli
Interni ombra laburista ha rincarato la dose dicendo che «il
tono di questo congresso conservatore sta diventando sempre più xenofobo. Che si parli
di servizio sanitario, di migranti o di Europa, la colpa di
questi fallimenti è di tutti,
tranne che loro. Un'idea del
genere sarebbe divisiva e discriminatoria e rischia di creare profonde ostilità negli ambienti di lavoro e nelle comunità». Strano che a dirlo sia
proprio Burnham, lo stesso
che lo scorso settembre aveva
chiesto di mettere una quota
ai calciatori stranieri nelle
squadre di calcio nazionali.
«É una disgrazia che la gente
SONO I POLACCHI I PIÙ NUMEROSI
Cittadini Ue residenti in Gran Bretagna nel 2015
883.000
411.000
297.000
229.000
204.000
176.000
147.000
132.000
129.000
96.000
87.000
79.000
0
La stretta riguarda anche
gli studenti. Ma il sindaco
della Capitale è contro
NON DITE ALLE AZIENDE
La richiesta respinta dalle
società. La Rudd: «Ma non
è una richiesta razzista»
Fonte: Oxford University
ROTTA DI COLLISIONE
il commento ✒
QUANTE POLEMICHE
POLONIA
IRLANDA
GERMANIA
ROMANIA
ITALIA
FRANCIA
LITUANIA
PORTOGALLO
SPAGNA
LETTONIA
UNGHERIA
PAESI BASSI
re che tipo di professionalità
vogliamo in Gran Bretagna.
Ho parlato di questa lista
parziale passo indietro spiegando «che non si tratta di
qualcosa che dobbiamo per
forza fare, ma può essere uno
degli strumenti da utilizzare
anche per scoprire situazioni
di abuso». «Di certo - ha sottolineato ancora - non volevo
giustificare nessuna forma di
razzismo o incoraggiare la
gente a dire agli stranieri “tornatene a casa, stai rubandomi il lavoro“». A sostegno delle sue rassicurazioni vanno ricordate le parole dello stesso
Primo Ministro May che, dallo stesso palco, aveva garantito ai lavoratori europei già
operanti nel Paese, che la Brexit non avrebbe causato loro
nessun danno. Sempre la
Rudd ha preannunciato dei
cambiamenti anche per gli
studenti stranieri intenzionati a venire a studiare nelle università inglesi. In futuro è possibile che non possano più arrivare così numerosi, soprattutto quelli che scelgono i corsi più richiesti anche dalla popolazione universitaria nazionale. L'ipotesi stavolta non è
affatto piaciuta al sindaco di
Londra Sadiq Khan, che la ritiene fortemente dannosa per
l'immagine
internazionale
della capitale.
200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
a proposta avanzata dal ministro britannico Amber Rudd di
obbligare le aziende britanniche a predisporre liste di lavoratori
stranieri è un segnale preoccupante,
che evidenzia alcuni aspetti cruciali
di questo momento storico. In effetti, fermo restando che ogni comunità politica ha il diritto di definire le
proprie regole, è assurdo che ci si
voglia avviare – perché è questo il
segnale che l'esecutivo britannico
manda – verso una qualche forma di
discriminazione a danno dei lavoratori non britannici.
Non è un caso che i primi ad alzare la voce contro tale proposta siano
stati gli imprenditori, poiché ogni
chiusura verso l'esterno rappresenta
un'amputazione della libertà contrattuale dei cittadini britannici stessi. Ma la Rudd non è sola, dato che il
premier in persona ha annunciato
di voler limitare l'arrivo dei medici
stranieri, senza capire quanto danno questo può rappresentare alla salute dei suoi concittadini.
Theresa May e gli altri memebri
del governo, così come altri protagonisti della vita politica contemporanea, vorrebbero far credere che se
qualche britannico è disoccupato
ciò si deve alla presenza di lavoratori provenienti da altrove. Un fenomeno con molte cause quale la disoccupazione non volontaria (che in generale è in primo luogo da addebitare
alla regolazione del mercato, oltre
che alla tassazione) viene riletto in
termini semplicistici: se abbiamo
mille londinesi a spasso e mille francesi che lavorano a Londra, i primi
sono senza occupazione a causa dei
secondi.
Non è così, in quanto non è affatto
sicuro che quell'impresa assumerebbe l'inglese se non potesse assumere
il francese, e non possiamo nemmeno essere certi che quella stessa
azienda esisterebbe senza il contributo dei lavoratori «non indigeni»,
che con il loro impegno e le loro qualità contribuiscono al suo successo.
C'è insomma una questione di diritto e di libertà, che riguarda in primo luogo la facoltà dei britannici di
stipulare contratti con chi essi vogliono; e c'è poi anche una questione
economica, dato che immaginare di
voler restringere l'autonomia contrattuale dei britannici e delle loro
imprese può solo danneggiare la società nel suo insieme. Per giunta,
una realtà dinamica e multiculturale
come Londra, formidabile centro finanziario e non solo, non può neppure immaginare di poter rinunciare al contributo di quanti non sono
britannici: essa in questi decenni ha
prosperato grazie alla globalizzazione e ogni forma di autarchia nazionalistica potrebbe solo azzopparla.
Oltre a ciò, nel caso dei lavoratori
europei emigrati nel Regno Unito è
del tutto chiaro che una mossa come quella adombrata dal governo inglese spinge in direzione di una Brexit radicale. E questa sarebbe una
sciagura, in buona parte da addebitarsi all'Unione e ai governi europei,
dato che dopo il voto popolare che
ha sancito l'uscita dei britannici dalle istituzioni europee sono stati in
molti – a Berlino e non solo – a sostenere che «in is in, out is out». Affermando insomma che, avendo votato
contro l'Europa, ora il Regno Unito
dovrebbe uscire pure dal mercato
europeo.
A questo punto c'è da sperare che
da entrambe le parti prevalga il
buonsenso. È soprattutto necessario
che si riconosca l'urgenza di non ledere le libertà fondamentali: a partire dalla libertà di assumere. Con il
voto di qualche mese fa Londra ha
deciso di lasciare l'Unione e ora non
dovrà più sottostare alle direttive di
Bruxelles, né rispettare le barrieri doganali alzate a Bruxelles. Ma è bene
che l'economia del Regno Unito
mantenga la propria integrazione
con quella europeo-continentale. È
nell'interesse di tutti.
14 ATTUALITÀ
IL CASO
di Valeria Robecco
New York
N
on si placa la bufera su
Yahoo, che dopo lo
scandalo dei 500 milioni di profili violati dagli hacker, ora avrebbe permesso
agli 007 Usa di accedere a centinaia di milioni di account
email. Secondo quanto rivelato dall’agenzia Reuters, il
gruppo guidato da Merissa
Mayer avrebbe in gran segreto scannerizzato centinaia di
milioni di indirizzi di posta
elettronica dei propri utenti
mettendoli a disposizione di
Fbi e Nsa (National Security
Agency). Un caso che la principale associazione statuniten-
Giovedì 6 ottobre 2016
LE CONVERSAZIONI DEI PRIVATI AGLI 007
Email alla Fbi: Yahoo isolata
dai colossi dell’hi-tech Usa
Google, Microsoft e Apple concordi: nessuno ce lo ha
chiesto, ma noi non avremmo mai tradito gli utenti
se per la difesa dei diritti civili
ha bollato come «senza precedenti e incostituzionale».
«Gli utenti contano sul fatto
che le società tecnologiche
proteggano i loro diritti e difendano il loro dati di fronte a
richieste di spionaggio», ha
denunciato la American Civil
Liberties Union, accusando il
gigante del web di non essersi
opposto alla domanda delle
agenzie di intelligence federa-
li. Anche gli altri colossi della
tecnologia statunitense, da
Google a Microsoft, fino ad
Apple, hanno preso le distanze da Yahoo, assicurando il totale rispetto della privacy dei
propri utenti. «A noi non è
mai arrivata una richiesta del
genere, ma se fosse successo
la nostra risposta sarebbe stata solo una: in nessun modo»,
ha garantito Mountain View,
che gestisce il servizio di po-
sta Gmail. Stessa reazione da
parte di Microsoft (che opera
su milioni di indirizzi Hotmail), la quale assicura di non
aver mai scannerizzato account email per fornire inforUN ALTRO CASO SNOWDEN?
Arrestato un «contractor»
dell’agenzia Nsa: ha
trafugato codici segreti
mazioni agli 007.
D'accordo anche Apple, attivissima nella protezione dei
suoi utenti, che con l’Fbi ha
già portato avanti una battaglia rifiutando di fornire le
chiavi per entrare nello smartphone dell’attentatore di San
Bernardino, e costringendo il
Bureau ad agire ugualmente
senza il suo aiuto. «Non abbiamo mai ricevuto una richiesta
di questo tipo. Se fosse acca-
CORSA ALLA CASA BIANCA
Nel confronto tv dei candidati vice
s’impone Mike Pence,
l’avatar moderato di Donald Trump
Roberto Fabbri
Calmo, preparato e rispettoso dell’avversario. Insomma
l’esatto contrario di Donald Trump. Mike Pence, il candidato repubblicano alla vicepresidenza, si è aggiudicato secondo l’unanime giudizio degli osservatori il confronto televisivo dell’altra sera con il democratico Tim Kaine. Pence, ha
commentato un esperto di pubblicità, sembrava l’avatar moderato di Trump e ha mostrato l’altra faccia del partito repubblicano, quella competente e rassicurante. Quella, in altre
parole, che secondo tutti i sondaggisti porterebbe il candidato del Grand Old Party alla Casa Bianca in carrozza. Abbastanza logico pensare che si sia trattato di una classica strategia «poliziotto buono e poliziotto cattivo» concordata con lo
stesso Trump dal governatore dell’Indiana per ricordare agli
americani che nel partito repubblicano è rimasta ben presente anche la tradizionale modalità conservatrice moderata.
Kaine, da parte sua, non è riuscito a trasmettere al pubblico calma e sicurezza, pur avendo a disposizione validi argomenti contro il suo avversario. Ha attaccato incessantemente Trump arrivando a definirlo «pazzo e maniaco» e ha ricordato che Ronald Reagan a suo tempo aveva messo in guardia dall’affidare la difesa nazionale e in particolare la politica
nucleare a un personaggio con le caratteristiche di Trump. Il
tutto con toni quasi isterici e una voce stridula che lo rendeva sgradevole.
La miglior performance di Mike Pence è stata dunque
unanimemente riconosciuta, e un sondaggio della Cnn l’ha
quantificata in una vittoria per 48 punti a 42. Ma i giudizi sul
suo significato e sulle sue possibili implicazioni divergono
sulla stampa americana. Il Wall Street Journal afferma che
Pence ha indicato a Trump la via da seguire se vuol vincere
la sfida con Hillary Clinton, in particolare per quel che riguarda la politica di sicurezza nazionale. Ma per il Washington
Post la bella figura fatta da Pence potrà essere utile solo a lui
stesso, magari se vorrà pensare a una candidatura presidenziale nel 2020. Per il quotidiano della capitale, immaginare
che Trump possa trarre vantaggio in qualsiasi modo dallo
show dell’altra sera è un’illusione.
BANDO DI ASTA PUBBLICA
Prot. n. 2016/0180350
VENDITA DI BENI IMMOBILI DI PROPRIETÀ COMUNALE
IL COMUNE DI PERUGIA
RENDE NOTO
che il giorno 09.11.2016 (nove novembre duemilasedici), alle ore 9,00 (nove), avrà luogo,
presso la Residenza Municipale, n. 1 esperimento d’asta pubblica per la vendita, ad unico e
nel presente bando, dei seguenti n. 11 lotti di beni immobili di proprietà del Comune di
Perugia, ubicati nel Comune medesimo:
DESCRIZIONE SOMMARIA FABBRICATI
LOTTO n. 1: Ex scuola, con corte, in loc. Cordigliano
LOTTO n. 2: Abitazione in via G. Oberdan n. 8 – Piano 2°
LOTTO n. 3: Abitazione in via G. Oberdan n. 8 – Piano 1°
LOTTO n. 4: Abitazione in via G. Oberdan n. 50 (R4)
LOTTO n. 5: Ex scuola, con corte, in loc. Ferro di Cavallo
LOTTO n. 6: Porzione edificio in via Sant’Ercolano
LOTTO n. 7: Unità immobiliare in via Pinturicchio n. 78
LOTTO n. 8: Rudere lavatoi pubblici in loc. Bagnaia
LOTTO n. 9: Annessi rurali diruti, con corte, in loc. Collestrada
DESCRIZIONE SOMMARIA TERRENI
LOTTO n.
LOTTO n. 11: Comparto edificabile in loc. Lidarno (D6)
PREZZO BASE - €
38.500,00
184.000,00
162.500,00
231.000,00
239.500,00
2.430.000,00
133.000,00
2.500,00
35.000,00
PREZZO BASE - €
299.500,00
4.200.000,00
Le modalità di partecipazione, le condizioni generali e particolari di aggiudicazione
Il presente bando è integralmente pubblicato sul sito www.comune.perugia.it.
IL DIRIGENTE U.O. ACQUISTI E PATRIMONIO
f.to Ing. Fabio Zepparelli
SOLI CONTRO TUTTI Nessuna solidarietà a Yahoo dagli altri colossi americani della tecnologia
il Giornale
duto ci saremmo opposti davanti alla Corte», ha affermato
Cupertino in una nota, confermando la linea dura contro le
pressioni degli investigatori,
che chiedono spesso di violare la privacy degli utenti
nell’ambito delle indagini sul
terrorismo.
Sulla vicenda è intervenuta
anche la gola profonda
dell'Nsa Edward Snowden, invitando tutti gli utenti Yahoo
a chiudere immediatamente
il loro account. E proprio in
queste ore alla Nsa torna lo
spettro di una nuova talpa:
l’Fbi - secondo quanto riporta
il New York Times - ha arrestato in gran segreto nelle scorse
settimane un contractor
dell'agenzia con il sospetto
che abbia rubato e svelato alcuni codici sviluppati dagli
007 Usa per hackerare i sistemi informatici di governi stranieri.
Il gruppo guidato da Marissa Mayer, intanto, si è immediatamente difeso dalle accuse, definendole «notizie fuorvianti». In una dichiarazione
l’azienda ha sottolineato come Yahoo abbia sempre usato un criterio restrittivo nel
consentire alle autorità di accedere ai dati personali del
clienti. Inoltre, ha spiegato
che «una scannerizzazione
delle email in entrata come
viene descritta non esiste nei
nostri sistemi». Secondo le
fonti citate da Reuters, invece,
Mayer avrebbe obbedito alla
richiesta di informazioni, e lo
avrebbe fatto in contrasto con
alcuni dei vertici del gruppo.
In ogni caso rimane il fatto
che si tratta della seconda pesante tegola che cade su Yahoo nelle ultime settimane,
dopo l’attacco hacker attraverso cui sarebbero stati rubati i
dati di 500 milioni di utenti.
E per gli osservatori potrebbe addirittura rischiare di far
naufragare le trattative per
l’acquisto dell'azienda da parte del colosso delle telecomunicazioni Verizon per ben 4,8
miliardi di dollari.
SPORT E POLITICA
Anche il calcio avvicina Cuba all’America
Stasera all’Avana prima partita in mezzo secolo tra le due nazionali
di Alec Cordolcini
K
eith Richards e Jürgen Klinsmann appartengono a mondi
lontanissimi. Sesso, droga e
rock ‘n roll il primo, ascetico il secondo, del quale ancora oggi si ricordano
le statue di Buddha poste nel centro
tecnico del Bayern Monaco. Ciò che
accomuna Richards e Klinsmann è Cuba. I Rolling Stones si sono esibiti
all’Avana lo scorso 25 marzo, mentre
stasera alle 22 (ora italiana) la nazionale di calcio degli Stati Uniti affronterà Cuba in una partita amichevole
all’Estadio Pedro Marrero. Due eventi
simbolo della svolta nelle relazioni tra
l’isola caraibica e gli Usa formalizzata
nel 2014 dalla visita di Barack Obama.
Ma gli anni di lavoro delle diplomazie
e della politica non arriverebbero mai
al cuore della gente senza una manifestazione popolare come un concerto
o un partita di calcio.
The Times They Are a-Changin’, cantava Bob Dylan, e a Cuba lo sanno
bene, visto che la citata amichevole è
il terzo evento sportivo organizzato
con gli Usa negli ultimi 18 mesi. Nel
giugno 2015 la nazionale cubana ha
affrontato i New York Cosmos, con
tanto di inno nazionale americano
suonato nel pre-partita. Lo scorso
marzo è invece toccato al baseball
con la sfida tra Cuba e la franchigia
americana dei Tampa Bay Rays
all’Estadio Latinoamericano. Oggi Cuba-Stati Uniti è un evento quasi esclusivamente sotto il profilo storico-politico, poiché a livello tecnico non c’è
gara. Gli Usa, assieme al Messico, sono la nazionale di punta della Concacaf, nonché presenza fissa ai Mondiali
dal 1990. I Leoni del Caribe vantano
invece una sola partecipazione
(1938), e già dallo scorso anno sono
1967 Gli Usa battono Cuba 2-1 in una
partita dei Giochi Panamericani
fuori dalla corsa a Russia 2018 dopo
essere stati eliminati dalla piccola Curaçao (150mila abitanti contro 11 milioni).
A Cuba il calcio gode di un buon
seguito, ma l’intero movimento è stato affossato dalla Rivoluzione castrista, che ha vietato il professionismo e
si è concentrato nello sviluppo di
sport quali baseball e pugilato, dove il
Paese poteva gareggiare alla pari contro gli odiati americani alle Olimpiadi
e ai Giochi Panamericani. Il professionismo è stato consentito solo nel 2013
(20 dollari la paga mensile di un atleta), e tre anni dopo è stato abolito il
divieto di trasferimento all’estero, a
patto che le imposte su tutti i guadagni dell’atleta vengano interamente
versate al governo cubano.
Un modo per contrastare la politica
del «wet foot, dry foot» introdotta
dall’amministrazione Clinton: chi fugge da Cuba riuscendo a mettere piede
sulle coste americane può rimanere e,
dopo un anno, chiedere la cittadinanza, mentre chi è soccorso in mare viene rimpatriato. Lo scorso gennaio
Maykel Reyes e Abel Martinez sono
diventati i primi calciatori cubani a
trasferirsi legalmente in un club straniero, i messicani del Cruz Azul.
Giovedì 6 ottobre 2016
ATTUALITÀ 15
il Giornale
IL CASO
di Gian Micalessin
S
e Robbie Williams fosse Bennato potrebbe
cavarsela con un «sono
solo canzonette». Ma
se a strimpellare la canzonetta
è uno che nella propria carriera ha venduto 80 milioni di dischi ai quattro angoli del mondo la cosa rischia di essere molto seria. Soprattutto se nel video che l’accompagna compare un Robbie Williams intabarrato in una divisa con galloni e
mostrine bordeaux in cui molti
FILM IN ODOR DI PARODIA
Nel mirino testo e divisa
che l’artista indossa:
ricorderebbe gli oligarchi
giurano di riconoscere non il
cantante, ma la parodia del presidente Vladimir Putin.
La canzonetta che rischia di
far riesplodere la secolare rivalità anglo russa si chiama Party
like a Russian ed è contenuta
in Heavy Entertainment Show
l’ultimo album del cantante inglese la cui uscita è prevista a
giorni. A scatenare la rabbia
russa, provocando malumori e
irritazioni quasi peggiori di
quelle seguite al caso Litvinenko o alle sanzioni per l’Ucraina, è soprattutto il video che
accompagna il singolo. In quel
video un Robbie Williams, vestito con giacche e cravatte improntate al peggior cattivo gusto esibito da tanti oligarchi,
s’aggira per una magione tutta
legno, marmo e stucchi, circondato da ballerine inguainate in
tutù di pelle nera e calze a rete.
Ma in quei tre minuti di balletto e musica gli inferociti spetta-
MUSICA E GEOPOLITICA
La Russia alla guerra del pop
«Robbie Williams ci offende»
La star inglese messa sotto accusa per l’ultimo brano
che ironizzerebbe sull’anima post-sovietica (e su Putin)
tori russi non vedono la caricatura di un oligarca. In quella
caricatura sono convinti d’intravvedere una plateale presa
in giro del loro Paese, dei loro
gusti e del loro presidente. Una
presa in giro, fanno capire i media di Mosca e dintorni, perfettamente in linea con gli attac-
chi indirizzati dai media occidentali al presidente Vladimir
Putin e alle politiche del loro
Paese. La canzonetta non sarebbe altro, insomma, che l’ennesima arma dell’arsenale propagandistico dispiegato in Occidente per colpire e dileggiare
le politiche del nuovo «zar».
Ma a ferire il nuovo orgoglio
russo contribuiscono anche le
parole. Nel video Williams parla apertamente di un leader
che «allevia i contanti all’intera
nazione, lascia solo spiccioli e
si costruisce la sua stazione
spaziale». Certo sono parole in
rima, ma nell’assonanza ain’t
no refutin’ or disputin’ – I’ m a
modern Rasputin («non confuto o disputo, Io sono un moderno Rasputin») è difficile non
percepire il tentativo d’evocare
il nome del presidente. Ed allora ecco che la canzonetta diventa un offesa nazionale. Non
a caso la televisione di stato Ve-
IL PREZZO
DELLO SHOW
Un’immagine
del video
della canzone
«Party like
a Russian»,
che è
interpretata
dal cantante
inglese
Robbie
Williams.
Il corto del
brano non è
per niente
piaciuto
ai russi, che lo
considerano
alquanto
provocatorio.
Il cantante
compare
vestito con
una divisa in
cui molti
giurano di
vedere una
parodia del
presidente
Vladimir Putin
LA DIFESA DEL CANTANTE
Robbie replica su Twitter:
«Vladimir non c’entra»
Ma rischia l’esilio russo
quindi dire addio agli incassi
in rubli.
E così Williams, punto sul vivo e nel portafoglio si affetta a
precisare su Twitter che la canzone «non riguarda assolutamente il signor Putin». Ma la
tardiva precisazione rischia di
non bastare. A reagire con durezza alle «canzonette» di Robbie Williams non sono, infatti,
soltanto i fedelissimi di Vladimir Putin. Roman Popkov, un
uomo assai vicino a Mikhail
Khodorkovsky definisce il video una solenne «m...». «Una
m...– spiega - che rappresenta
solo la volgare élite russa e non
ha nulla a che fare con l’estetica, la bellezza o il romanticismo del nostro popolo». E se lo
dice persino un amico e collaboratore dell’oligarca incarcerato ed esiliato da Putin c’è veramente da dubitare sui futuri
successi russi di Robbie Williams.
Osvaldo Spadaro
UNA DELLE LINEE PIÙ LUNGHE DEL MONDO
Più che un treno la Transiberiana
è una dimensione a parte. Da Mosca
a Vladivostock il tragitto è lungo 9.829
chilometri e checché se ne dica non è
il più lungo al mondo. Perché sugli
stessi binari viaggia il treno che settimanalmente unisce Mosca a Pyongyang, che di chilometri ne percorre
ben 10.267. Record a parte, la Transiberiana è di gran lunga la ferrovia più
affascinante in circolazione. Anche se
a voler essere precisi non è un’unica
linea ma piuttosto un fascio di vie che
attraversano la Russia, con decine di
ramificazioni che si dipartono dal percorso principale e arrivano fino in Cina, in Mongolia e in Kazakistan.
I lavori per realizzarla iniziarono
nel 1891 per volere dello zar Alessandro III e di suo figlio Nicola II, ma la
progettazione durò quasi 10 anni.
Avanzando al ritmo di 740 chilometri
l’anno, i lavori – che coinvolsero oltre
90mila persone – vennero ultimati
nel 1901, ma in realtà mancavano numerosi tratti. Tra cui il giro del lago
Baijkal che fino alla definitiva conclusione dei lavori, avvenuta il 5 ottobre
di un secolo fa, veniva attraversato utilizzando navi a vapore in estate e slitte trainate da animali in inverno.
Da allora ogni due giorni un convoglio delle ferrovie russe attraversa il
Paese, da Mosca al mar del Giappone: due continenti, dodici regioni e
87 città. Il treno è il numero 2 (il numero 21 fa lo stesso viaggio all’inver-
La Transiberiana compie cento anni
Ma arriva sempre in orario (di Mosca)
Voluta dallo zar, percorre 9.829 chilometri. A bordo si banchetta con vodka
so), si chiama Rossiya e parte alle
13.20 dalla stazione di Mosca Yaroslavskaya. Arriva a Vladivostock alle
13.10 del settimo giorno, ora di Mosca. Perché nonostante attraversi dieci fusi orari l’ora segnata su tutte le
tabelle è quella della capitale, su cui
sono sincronizzati anche gli orologi
delle stazioni attraversate. Al di là delle questioni legate agli orologi oggi rimane di gran lunga il mezzo di tra-
sporto più sicuro per muoversi all’interno della Russia. Il paesaggio che si
attraversa è sorprendete, immenso e
monotono per lunghi tratti: fitti boschi e radure grandi come piscine, dacie di legno con la palizzata malmessa e città scrostate che un tempo erano precluse agli stranieri perché strategiche. Chi ci viaggia senza conoscere il Paese è portato a credere che la
Siberia sia un’incredibile distesa di
IL TRAGITTO
Transiberiana
Transmongoliana
Transmanciuriana
Mosca
TRANSIBERIANA
RUSSIA
Omsk
Yekaterinburg
Irkutsk
Khabarovsk
Novosibirsk
KAZAKHSTAN
STORIA AFFASCINANTE
I lavori per realizzarla iniziarono
nel 1891 per volere dello zar
Alessandro III e di suo figlio Nicola II
La progettazione durò dieci anni
sti mette in onda uno speciale
in cui attacca senza mezzi termini il cantante britannico
spiegando come le offese alla
Russia siano solo l’ultima disperata risorsa di un Robbie
Williams ormai alla frutta. Un
Robbie Williams, aggiungono i
commentatori, «diventato negli ultimi anni più una memoria che una realtà». Ma quel
che il cantante - abituato a milionari tour internazionali - teme di più sono, forse, le sanzioni di una nazione scandalizzata. Sull’argomento venale, ma
al tempo stesso esiziale, indugia il tabloid popolare Life. Per
insinuare il dubbio nella mente e nelle tasche del cantante la
rivista scomoda un intero gruppo di esperti pronti a giurare
che nei prossimi anni la star
del pop inglese potrà scordarsi
di cantare in Russia e dovrà
MONGOLIA
Vladivostok
CINA
IRAN
Pechino
boschi di betulle. Falso. Le piantarono a fine ’800 gli ingegneri dello zar.
Servivano per contrastare il vento,
che specie in inverno potrebbe causare problemi ai convogli che si susseguono lungo la linea.
Ma lo spettacolo vero è dentro i vagoni. I treni hanno tre classi: la prima
con cuccette da due posti. La seconda, o kupé, con cuccette a quattro letti e i platskartny, vagoni aperti che
concentrano molta umanità in poco
spazio, i preferiti dai proletari russi.
Signore incontrastati del treno sono
le provodnik, le cuccettiste, inflessibili come ai tempi dell’Unione Sovietica. Durante in tragitto svestono l’elegante divisa dal tono militare decine
di volte: una per ogni stazione. Quando il treno riparte si rimettono comode e gestiscono il loro piccolo regno,
controllando che nessuno passi dalla
terza classe alla seconda. Due volte al
giorno spazzano il vagone con l’aspirapolvere. Di tanto in tanto arrivano a
offrire snack che ben si accompagnano al tè che si può fare sfruttando i
samovar del vagone: immense teiere
che ribollono a tutte le ore. A loro volta tutti i viaggiatori russi appena saliti
a bordo si mettono il pigiama e iniziano a banchettare a furia di vodka e
cetriolini. Le provodnik ascoltano musica pessima e spesso sintonizzano la
radio di bordo (che non si può spegnere, solo abbassare) su Radio Nostalgia. Per cui se vi pare di sentire
Pupo che canta Firenze Santa Maria
Novella non stupitevi. È proprio lui.
16 ATTUALITÀ
Giovedì 6 ottobre 2016
Andrea Acquarone
nostro inviato a Como
IL GIALLO DI CARUGO
Un caso Gucci in salsa
brianzola. Stessa trama, identiche modalità, uguale il risultato.
Undici mesi e dieci giorni dopo l’omicidio dell’«architetto
del lusso», al secolo Alfio Vittorio Molteni, ammazzato mentre rincasava in quel di Carugo
(Como), i carabinieri del reparto Crimini violenti del Ros sono riusciti a trovare anche gli
ultimi due tasselli del diabolico mosaico. I più importanti,
soprattutto i più difficili da incastrare: le menti del delitto. Il
finale può apparire banale, arrivarci per gli uomini coordinati dal colonnello Paolo Vincenzoni è stato un cammino a ritroso. Un’indagine paziente,
A un anno dal delitto i carabinieri sbrogliano la matassa:
la donna non voleva che Molteni vedesse le loro due figlie
L’architetto dei vip ucciso:
arrestati ex moglie e amante
lenta, certosina, contrappuntata da intercettazioni, immagini da «sbobinare», fermi (una
decina), arresti e verità da decriptare.
I due che, materialmente,
spararono all’architetto cinquantottenne languono in cel-
la dallo scorso luglio; chi gli
aveva mandati si è ritrovato ieri, ancora nel sonno, con le manette ai polsi.
Una coppia assassina, secondo gli investigatori, e clandestina. Eccola: Daniela Rho, 45 anni, ultima ex moglie del desi-
Direzione Generale
AVVISO DI GARA
Codice gara: DG 51/16: Accordo quadro quadriennale, ai sensi dell’art. 54, comma 3, del
D.Lgs. 50/2016, per il ripristino e la protezione degli impianti in galleria e all’aperto a seguito
gner, madre di due figlie avute
dalla vittima e Alberto Brivio,
49, sposato con un bambino,
ma suo amante da tre anni. Un
insospettabile: commercialista, volontario nella Caritas, dirigente di svariate società sportive dilettantistiche sparse per
la Brianza, ex candidato consigliere comunale ad Arosio. Insomma figura rispettata e fino
a ieri stimatissima non solo a
Mariano Comense, dove abitava con la famiglia. Pur di assecondare la compagna segreta,
gonfia di odio e rancore verso
l’ex marito, l’avrebbe aiutata
ad organizzare l’omicidio.
Lei voleva Alfio morto in no-
me delle figlie. Benestante
rampolla di una famiglia di
mobilieri, pretendeva che il papà non vedesse più le «sue» ragazzine. Se n’era infischiata
persino della sentenza del giudice al momento della separazione, tanto che Molteni, quattro mesi prima di essere ammazzato, l’aveva denunciata
per violazione delle disposizioni sull’affidamento. Da una
parte la battaglia legale dell’uomo;, dall’altra l’inizio di una
guerra combattuta a suon di
minacce e intimidazioni. Non
solo verbali. E che sarebbero
sfociate nell’omicidio. Daniela
pagava per spaventare e far
il Giornale
male all’ex. Tramite il commercialista-almeno stando all’accusa- arruolava balordi pronti
a tutto. Mille euro per ogni «dispetto» all’ex. Da mesi l’architetto era nel mirino. Lo ricordano le denunce, le ultime poco
prima di morire. Il 27 maggio
dello scorso anno, a Mariano
Comense un incendio doloso
distrugge la sua Range Rover.
Poi stessa sorte, alla macchina
del figlio avuto dalla prima moglie. Il 17 giugno, i soliti ignoti
gli lanciano una molotov contro la finestra di casa, a Carugo; il 25 luglio, due energumeni lo aggrediscono a Cabiate,
mentre va a trovare le figlie,
vicino a casa dell’ex moglie. E
sempre in luglio un altro «avvertimento». Pesante: otto colpi di pistola sparati contro le
mura della sua abitazione.
Un’escalation finita con un paio di colpi, alle gambe ma mortali. Era la sera del 15 ottobre
2015. Forse non volevano uccidere i sicari, quella missione-si è scopre adesso- valeva
per loro 10mila euro. Gli aveva
un altro insospettabile, una
guardia giurata già finita in manette. Ora il cerchio si è chiuso.
Tipo di procedura: Ristretta (art. 61 del D.Lgs. n. 50/2016). Appalto suddiviso in otto lotti
economicamente più vantaggiosa sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo (art. 95,
comma 6, del D.Lgs. n. 50/2016).
Importo complessivo massimo: €.5.000.000,00 per il Lotto 1 (Regioni Valle D’Aosta,
Responsabile del procedimento Dr. Ing. Luigi Carrarini.
scadenze di cui ai punti IV.2.2) e VI.3) del bando di gara.
IL DIRETTORE APPALTI E ACQUISTI
Adriana Palmigiano
INDAGINE CERTOSINA
I Ris davanti all’abitazione
di Alfio Vittorio Molteni
(foto a destra). In alto,
il commercialista Alberto
Brivio, arrestato ieri
.......
AVVISO DI GARA
Codice gara: DG 52/16: Accordo quadro quadriennale per l’esecuzione di lavori di
suddiviso in sette lotti ai sensi dell’art. 51, comma 2, del D.Lgs. n. 50/2016. Criterio
rapporto qualità/prezzo (art. 95, comma 6, del D.Lgs. n. 50/2016). Importo complessivo
L’INTERVISTA
«Messo alla gogna senza alcun motivo»
Mandolini, accusato per il caso Cucchi: «Una perizia scagiona me e l’Arma»
Chiara Giannini
Termine per la presentazione delle domande di partecipazione: ore 12:00 del
scadenze di cui ai punti IV.2.2) e VI.3) del bando di gara.
IL DIRETTORE APPALTI E ACQUISTI
Adriana Palmigiano
.......
AVVISO DI GARA
Codice gara: DG 54/16: Accordo quadro quadriennale per l’esecuzione di lavori
Tipo di procedura: Ristretta (art. 61 del D.Lgs. n. 50/2016). Appalto suddiviso in cinque
economicamente più vantaggiosa sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo (art. 95,
comma 6, del D.Lgs. n. 50/2016).
scadenze di cui ai punti IV.2.2) e VI.3) del bando di gara.
IL DIRETTORE APPALTI E ACQUISTI
Adriana Palmigiano
VIA MONZAMBANO, 10 - 00185 ROMA
Tel. 06/44461 - Fax 06/4454956 - 06/4456224 • sito internet www.stradeanas.it
Il maresciallo
Sapevamo di
essere
innocenti.
Finalmente
la verità.
I lividi sono
macchie
ipostatiche
«Le lesioni contusive riportate
da Stefano Cucchi dopo il 15 ottobre 2009 non possono essere considerate correlabili con l’evento morte»: è questa la frase che scagiona il
maresciallo capo Roberto Mandolini (nella foto), comandante, all'epoca della morte del giovane arrestato e portato nella stazione Roma
Appia (nella quale Stefano fu portato dopo l’arresto) e i suoi uomini.
«Siamo innocenti - spiega Mandolini - siamo stati messi alla gogna
senza alcun motivo. L’Arma è pulita e questa perizia lo dimostra».
Maresciallo, come entrò Cucchi
nella sua vita?
«All’epoca comandavo interinalmente la stazione di Roma Appia.
Arrestammo Cucchi dopo una segnalazione di spaccio e dopo le procedure del caso fu portato in cella a
Tor Sapienza. I miei uomini perquisirono la casa dei genitori del giovane, ma l’ingente quantitativo di droga fu trovato dopo in un secondo
appartamento sempre di proprietà
del Cucchi, ma all'epoca sconosciuto. La mattina dopo fu portato in
tribunale per il rito direttissimo. Incontrò il padre, si abbracciarono e
l’uomo dichiarò (e lo prova un vi-
deo) che Stefano stava benissimo,
parlava e che non aveva nulla».
Che successe dopo?
«Il giudice convalidò l’arresto e
dispose la custodia cautelare in carcere. Venne allora portato a Regina
Coeli. Venne preso in carico e noi
andammo via. E chiunque del mestiere sa che la polizia penitenziaria, se il detenuto ha lesioni evidenti, non lo accetta, ma lo manda a
fare una visita al pronto soccorso.
Questo non avvenne. Per noi l’arresto Cucchi, amministrativamente e
burocraticamente finì lì».
Quindi voi non lo avete sfiorato
neanche con un dito?
«Non lo dico io che sarei di parte,
lo dice il padre, come da sempre le
varie perizie (comprese quelle dei
Cucchi)».
E gli ematomi che si vedono nella foto postata dalla sorella Ilaria
Cucchi?
«Dalla perizia formata da 14mila
lastre, da ogni esame esterno o interno risulta che non si tratta di ecchimosi o lividi, ma di macchie ipostatiche dovute alla condizione post mortem».
Coi suoi uomini si sente vittima
di una gogna mediatica?
«Devo dire che a me ha salvato
l’opinione pubblica quella vera, for-
mata da gente che ha letto le carte.
In due giorni ho ricevuto 10mila
messaggi privati. Mi ricordo che ho
dovuto portare mio figlio a scuola
in divisa per far vedere che tutto
andava bene ed è stato come Mosé
quando si aprono le acque. Non auguro a nessuno di dover spegnere il
telegiornale per non far sentire il
nome del padre ai figli oppure nascondere ogni cosa al coniuge per
far vedere che tutto è come prima.
Non è semplice».
L’Arma come è stata con lei?
«Integerrima e super partes, come è giusto che sia. Ha controllato
ogni minima cosa, ogni minimo atto. Io sono stato interrogato per ore
e ore dal pm e non c'è stato mai
nulla perché vi assicuro che se avessi sbagliato di un millimetro starei
già dentro da qualche anno».
In che fase processuale siamo?
«Siamo ancora in fase di indagini
preliminari. Il gip Tamburelli, per
dissipare ogni dubbio dalle perizie
medico legali precedenti, ha fatto
fare una perizia sulle perizie. È stato fatto un lavoro certosino. È qualcosa di straordinario, da cui emerge la vera verità».
Per lei chi ha ucciso Stefano, allora?
«Ha chiarito la perizia».
Giovedì 6 ottobre 2016
ATTUALITÀ 17
il Giornale
Tiziana Paolocci
DRAMMA AL SAN CAMILLO DI ROMA
Morire in un letto di un
pronto soccorso davanti agli
occhi di una folla eterogenea
di tossicodipendenti, anziani
abbandonati, familiari giunti
a portare panini e pizza ai parenti ricoverati. Passare le ultime 56 ore di vita nascosto dietro a un maglione fissato al
muro con lo scotch quasi a fare da paravento, per cercare di
nascondere la sofferenza, aggrappandosi all’ultimo scampolo di dignità. Marcello se
n’è andato così, nella confusione del pronto soccorso del
San Camillo, uno dei tanti
ospedali di una capitale che
fino a qualche giorno fa guardava alle Olimpiadi, ma nel
medagliere colleziona solo vergogne da record.
Così si muore di cancro
tra tossici, scotch e panini
Nel pronto soccorso l’agonia di un uomo che per 56 ore
i parenti hanno tentato di proteggere dall’indifferenza
te arrivano i parenti dei ricoverati. Altra confusione, altro
caos. Il figlio protesta, chiede
una stanza in reparto o in terapia intensiva, ma ottiene solo
un paravento. Allora la famiglia prende un maglioncino,
con lo scotch lo fissa tra il mu-
ro e il paravento, protegge la
sofferenza dell’anziano formando una barriera con i corpi e attende la fine. Vergognosa.
Il direttore sanitario del nosocomio, Luca Casertano, interviene sul caso spiegando
che nella Regione Lazio sono
operative strutture territoriali
per accompagnare al termine
dell’esistenza di malati oncologici presso il proprio domicilio o presso strutture residenziali protette.
«I pronto soccorso di quasi
tutti gli ospedali di fatto non
dispongono di un’area strutturata per accogliere le persone
in fine vita - ha sottolineato -.
Tuttavia, a volte, accade che i
familiari, di fronte all’improvviso aggravamento, accompagnino il congiunto presso il
pronto soccorso più vicino
per un estremo, ma purtroppo
vano, tentativo di salvargli la
vita. Il signor Cairoli, malato
terminale-oncologico,
era
nell’area dei codici verdi e
bianchi non per la gravità clinica, ma perché presso quel settore è consentito l’accesso dei
familiari in maniera più continuativa, cosa impossibile
nell’area cosiddetta “critica”
dove ci sono i pazienti più gravi».
Ma il caso ha fatto rumore e
la Regione ha chiesto una relazione al manager dell’ospedale, mentre la ministra Lorenzin, secondo regolamento, ha
disposto già l’invio di una task
force per accertare se e in che
modo siano stati lesi privacy e
dignità dell’anziano paziente
terminale.
SENZA DIGNITÀ
Quelle ultime ore di vita
tra il via vai di gente che
chiacchierava e mangiava
A denunciare quanto accaduto all’anziano, malato di
cancro, è stato il figlio Patrizio
Cairoli, giornalista di Askanews, che in una lettera ha
chiesto l’intervento della ministra della Salute, Beatrice Lorenzin. Dopo la scoperta del
tumore, per tre mesi il padre
ha aspettato inutilmente di iniziare la radioterapia. Nell’attesa gli è stata proposta quella
«palliativa», che è servita a poco, perché i dolori alle ossa sono aumentati così tanto da impedirgli di camminare. «Un
calvario, nell’indifferenza di
medici, che si limitavano solo
ad aumentare la sommistrazione di tachipirina - si legge
nella missiva -. Nessuno ci ha
aiutati a comprendere, nessuno ci ha detto quello che
avremmo dovuto fare, ovvero
rivolgerci a una struttura per
malati terminali e garantirgli,
con la terapia del dolore, una
morte dignitosa. Quando l’ho
fatto, era ormai troppo tardi: il
giorno dopo papà è finito al
San Camillo».
A Marcello viene iniettata
morfina, ma la situazione precipita. La fine è impietosa. «È
morto dopo 56 ore, passate interamente in pronto soccorso
- scrive Cairoli -. Lo ripeto: cinquantasei ore in pronto soccorso, da malato terminale,
nella sala dei codici bianchi e
verdi, ovvero i casi meno gravi. Accanto aveva anziani abbandonati, persone con problemi irrilevanti che parlavano e ridevano, vagabondi e tossicodipendenti che, di notte,
cercavano solo un posto dove
stare». E nell’orario delle visi-
MALASANITÀ
L’ingresso del
pronto soccorso
dell’ospedale San
Camillo a Roma
e il ministro della
Sanità, Lorenzin
✒ la lettera
Signora ministra, impari qualcosa dal calvario di mio padre
di Patrizio Cairoli
S
ignora ministra, sono passati circa tre mesi dal giorno in cui mio
padre ha scoperto di avere un
cancro a quello della sua morte; metà
del tempo lo ha trascorso ad aspettare
l'inizio della radioterapia, l'altro ad attendere miglioramenti che non sono
mai arrivati.
Nonostante la malattia, ci avevano
prospettato anni di vita da trascorrere
in modo dignitoso. È stato sottoposto
a radioterapia palliativa, ma di palliativo non aveva che il nome: mio padre
aveva sempre più dolori alle ossa; alla
fine, non riusciva più a camminare e
anche le azioni più semplici, come alzarsi dal letto o scendere dalla macchina, erano diventate un calvario, nella
Il Sudoku
7
Come si gioca
8
3
6
1
9 1 6
5
4 3
6 3
2
9
2
totale indifferenza di medici che, oltre
ad alzare le spalle e a chiedere di avere
pazienza, non sapevano dire o fare altro, se non aumentare la dose di tachipirina. Ci avevano detto che, dopo
qualche giorno, avremmo visto i benefici della terapia; poi, di fronte ai dolori
sempre più forti avvertiti da mio padre, era diventato necessario aspettare
«anche 3-4-5 mesi».
Nessuno ci ha aiutati a comprendere, nessuno ci ha detto quello che
avremmo dovuto fare: rivolgerci a una
struttura per malati terminali e garantire, con la terapia del dolore, una morte dignitosa a mio padre.
Quando l'ho fatto, era ormai troppo
tardi: il giorno dopo mio padre è finito
in ospedale, al pronto soccorso del
San Camillo (che non è l'ospedale do-
2 5
8 9
Medio
Difficile Impossibile
La soluzione di ieri
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Facile
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4
6
7
5
ve era seguito), dove finalmente gli è
stata somministrata la morfina. Qui, la
situazione si è aggravata velocemente.
Mio padre è morto dopo 56 ore, passate interamente in pronto soccorso. Lo
ripeto: cinquantasei ore in pronto soccorso, da malato terminale, nella sala
dei codici bianchi e verdi, ovvero i casi
meno gravi.
Accanto aveva anziani abbandonati,
persone con problemi irrilevanti che
parlavano e ridevano, vagabondi e tossicodipendenti che, di notte, cercavano solo un posto dove stare.
Il peggio, poi, si verificava nell'orario
delle visite: sala sovraffollata di parenti che portavano pizza e panini ai malati e che non perdevano l'occasione per
gettare lo sguardo su mio padre.
Abbiamo protestato, chiesto una
Il Lotto
Tempi
Completare lo schema,
riempiendo le caselle vuote,
cosicché ciascuna riga
orizzontale, colonna
verticale e riquadro 3x3
(col bordo più spesso)
contenga una sola volta
tutti i numeri dall’1 al 9.
Buon divertimento
stanza in reparto o in terapia intensiva, un posto più riparato. Ma non abbiamo ottenuto nulla. Allora sarebbe
bastata una tenda, tra un letto e l'altro.
Invece abbiamo dovuto insistere per
ottenere un paravento, non di più, perché gli altri «servono per garantire la
privacy durante le visite»; una persona
che sta morendo, invece, non ne ha
diritto: ci hanno detto che eravamo
persino fortunati.
Così, ci siamo dovuti ingegnare: abbiamo preso un maglioncino e, con lo
scotch, lo abbiamo tenuto sospeso tra
il muro e il paravento; il resto della
visuale lo abbiamo coperto con i nostri corpi, formando una barriera. Sarebbe dovuto morire a casa, soffrendo
il meno possibile. È deceduto in un
pronto soccorso, dove a dare dignità
alla sua morte c'erano la sua famiglia,
un maglioncino e lo scotch.
È successo a Roma, capitale d'Italia.
I NUMERI IN RITARDO
Sono indicati i 4 numeri attesi da più estrazioni
I 10 MAGGIORI
RITARDI STORICI
Estratto
Numero ritardatario
Bari
28 128
85
Estrazioni di ritardo
76 14
82 21
Cagliari
27
81
52
75
82
63
72
56
Firenze
75
140
41
75
21
67
79
62
Genova
65
69
78
66
71
65
2
63
Milano
73
84
68
9
68
49
67
13
61
Napoli
44
91
35
61
65
58
39
54
Palermo
79
57
61
56
5
55
50
54
Ora inizio
Roma
90
93
7
75
39
69
1
64
-------------------
Torino
69
84
57
60
52
58
53
47
Ora fine
Venezia
28
70
80
65
2
64
5
63
-------------------
Nazionale
53
210
40
92
74
85
27
68
34
8
55
82
67
71
47
28
53
11
Ritardo
Cagliari
Roma
Bari
Bari
Venezia
Cagliari
Bari
Bari
Venezia
Torino
203
201
196
193
191
191
189
187
182
181
Il gioco è vietato ai minori di anni 18
18 ATTUALITÀ
Giovedì 6 ottobre 2016
SIMBOLO
L’imprenditore
Bernardo
Caprotti è
mancato il 30
settembre alla
soglia dei 91
anni. Nato in
una famiglia
di industriali
tessili,
ha costruito
dal nulla
l’impero
Esselunga
sfidando il
predominio
delle Coop
I NUMERI
FATTURATO
7,3 miliardi
UTILE
291 milioni
RETE DI DISTRIBUZIONE
Stefano Filippi
IL TESTAMENTO DEL «MAGO» DEI SUPERMERCATI
Bernardo Caprotti ha lasciato alla moglie Giuliana Albera e
alla figlia Marina Sylvia il controllo di Esselunga. Il testamento aperto ieri pomeriggio nello
studio del notaio Carlo Marchetti di Milano ha confermato
le previsioni. L’imprenditore
poteva disporre del 25 per cento di Supermarkets Italiani, la
holding di cui si era ripreso tutte le azioni. Il 75 per cento
dell’asse ereditario è infatti assegnato dalla legge: il 25 alla vedova e il 50 ripartito tra i figli
Giuseppe, Violetta e Marina Sylvia (16,7 a testa). Alla moglie e
a Marina Sylvia, che sono sempre state vicine al vecchio patriarca, è andato anche l’ultimo
25 per cento.
Con il 66,7 complessivo di Supermarkets Italiani, che assicura il controllo dell’assemblea
ordinaria e straordinaria, esse
hanno una solida maggioranza
che garantirà la continuità della gestione attuale. «Faremo di
tutto per salvare il gruppo», sono state le uniche, sibilline pa-
Caprotti affida Esselunga
alla moglie Giuliana
E la vendita è congelata
153 supermercati
Lo schiaffo ai figli ribelli: il 66,7% alla vedova e alla
loro figlia Marina. Soldi ai nipoti e quadri al Louvre
role pronunciate da Giuseppe
uscendo dal notaio. Il testamento dispone anche lasciti in
denaro a tutti i nipoti e la donazione di alcuni quadri al Louvre.
Poche ore prima che si conoscessero le ultime volontà di Caprotti il cda di Supermarkets Italiani spa si è riunito nominando il nuovo presidente al posto
del fondatore scomparso e deliberando di «non dar corso, allo
stato, a operazioni relative alla
controllata Esselunga». La delicatezza di questa transizione
ha indotto gli amministratori a
bloccare le trattative di vendita.
In estate Caprotti aveva incaricato Citigroup di raccogliere
I numeri
9
L’impero Esselunga costruito
da Bernando Caprotti vale circa 9 miliardi, di cui 2 miliardi
per la sola parte immobiliare
25%
L’imprenditore poteva disporre nel testamento del 25%
dell’asse ereditario, il restante 75% è assegnato per legge
DIPENDENTI
22 mila
QUANTO VALE
le stime si aggirano attorno
ai 6 miliardi di euro
manifestazioni di interesse,
che sarebbero state espresse
dai fondi internazionali Cvc e
Blackstone. Ora una figura di
garanzia come il notaio Piergaetano Marchetti, cooptato ieri
nel cda e nominato nuovo presidente, gestirà questa fase.
L’impero di Bernardo Caprotti vale 9 miliardi di euro. Due
miliardi per la parte immobiliare (151 negozi – 95 superstore e
56 supermarket - tutti di proprietà così come i terreni su cui
il Giornale
sorgono) più i 7,3 di fatturato.
Una gestione con una redditività di circa 16mila euro ogni metro quadrato di superficie di
vendita, la più alta d’Europa. Risale al 1996 il primo schema di
successione, quando Esselunga fu intestata fiduciariamente
ai figli. I due maggiori erano già
in azienda: Giuseppe sarebbe
diventato amministratore delegato mentre Violetta lavorava
nel marketing.
Nel 2004 Caprotti estromise
il primogenito (Violetta se
n’era già andata) e riorganizzò
il gruppo. Gli immobili confluirono nella Villata Partecipazioni spa e la struttura societaria
fu semplificata. La parte immobiliare doveva essere «la cassaforte di famiglia per almeno un
paio di generazioni, qualsiasi
sia il destino dell’impresa operativa», come Caprotti scrisse
ai figli nel 2010 al compimento
degli 85 anni. L’intenzione era
di assicurare un avvenire tranquillo alla progenie grazie alla
rendita fondiaria, ma di tenersi
le mani libere quanto al «core
business».
In quello scritto Caprotti precisò pure che in famiglia «le cose predisposte nel ’96» sono «rimaste sempre valide». Cioè le
azioni della holding rimanevano intestate fiduciariamente ai
figli ma, in base a una scrittura
privata, il padre poteva reintestarsi le quote in ogni momento e senza preavviso in base a
una procura generale che lo autorizzava ad agire in nome e
per conto dei figli. Cosa che avvenne nel 2011. Questa scintilla ha acceso la lite con i due
figli nati dal primo matrimonio
con Giorgina Venosta. E che dovranno accontentarsi di restare
in minoranza, salvo ulteriori
contenziosi.
* Oltre al prezzo del quotidiano.
IL NUOVO LIBRO DI MAGDI CRISTIANO ALLAM
Io e Oriana
A dieci anni dalla morte di Oriana, Magdi Cristiano Allam
sente il dovere di raccontare un’esperienza estremamente significativa della sua vita, quando prese coscienza che
Oriana Fallaci aveva ragione nel
considerare i terroristi islamici il
vero islam. Oggi noi tutti le siamo
debitori.
Lei è stata indubbiamente la voce
che più di altre ha saputo costringerci a guardare in faccia alla realtà della guerra scatenata dal
terrorismo islamico nel nome
dell’islam. Noi tutti abbiamo il dovere di dire: “Grazie Oriana”.
«L’Islam è il Corano, cari miei. Comunque e dovunque.
E il Corano è incompatibile con la Libertà, è incompatibile con la Democrazia,
è incompatibile con i Diritti Umani. E’ incompatibile col concetto di civiltà.»
Oriana Fallaci
In edicola a € 9.50*,
e anche in libreria
UNA GRANDE STORIA ITALIANA-Il potere della gente
Da sempre
al fianco
di militari
e agenti
Per Silvio Berlusconi le Forze armate sono motivo di grande orgoglio. Ribadito soprattutto quando sedeva a Palazzo
Chigi, elogiate pubblicamente
durante le missioni in tutto il
mondo, sulle frontiere calde
della guerra. Alle Forze armate nel 2005 disse: «Siamo felici
di rappresentare un Paese che
sta svolgendo un ruolo storico
grazie a voi, portatori di pace e
sicurezza laddove ce n’è più
bisogno. Per avere contribuito, con i vostri comportamenti
e il vostro coraggio, a tenere
alta la bandiera del prestigio
italiano nel mondo». Disse anche: «I successi e la considerazione di cui godiamo all’estero, sono merito vostro, della
vostra umanità, del vostro coraggio, del vostro senso del dovere e dell'onore». In Silvio
Berlusconi le Forze armate e
le forze dell’ordine hanno
sempre avuto un paladino.
Sulle tasse il consenso è sempre stato altissimo
Certe battaglie di principio del Cavaliere sono sempre di attualità. Anche per questo il consenso
popolare non è mai mancato a Silvio Berlusconi. Che diceva: «Dobbiamo mettere mano al complesso
delle leggi: in Italia esiste un numero incalcolabile di leggi che non garantisce certezza del diritto e
serenità a chi vuole operare nel pieno rispetto delle regole. Vanno rivisitati il Codice civile, il Codice
penale, i codici delle procedure, si tratta di abrogare molte leggi, di dare vita a un nuovo codice fiscale
abrogando le attuali più di tremila leggi fiscali». L’Italia che lavora non poteva che stare con lui.
La sua Milano
e i bagni di folla
che non
finiscono mai
Milano, la città di Silvio Berlusconi, il suo punto di partenza, la sua famiglia. Nonostante il sempre notevole dispiegamento di forze dell'ordine, del
resto proporzionale alla calca
di giornalisti, fotografi e cineoperatori che lo hanno sempre
seguito, Berlusconi non si è
mai sottratto ai bagni di folla,
alle strette di mano, ai sorrisi
per tutti, alle battute informali, ai saluti dei sostenitori che
lo hanno sempre incitato a
non mollare. «Voi siete testimonianza di libertà - ha detto
spesso al suo popolo - Grazie
della vostra fiducia, del vostro
affetto, del vostro sostegno».
Le battaglie per mettere il popolo al centro
La missione del Cavaliere è sempre stata mettere il cittadino al centro delle
decisioni. Per questo molte delle sue battaglie sono state le battaglie dei cittadini. E uno dei cavalli di battaglia di Silvio Berlusconi è sempre stata l’elezione
diretta del presidente della Repubblica, e poi il dimezzamento del numero dei
parlamentari, il decentramento ai governi locali, più vicini alla gente, le responsabilità in tema di istruzione, formazione e sanità. Il popolo a decidere. Sempre.
XXXIII
UNA GRANDE STORIA ITALIANA-Tra giovani e anziani
L’entusiasmo dell’Italia del fare
La lezione per i ragazzi: «Amate la libertà»
Il grande sogno è rifare l’Italia, ricostruirla dalle fondamenta, ridarle spessore, progetto,
orizzonti. Il lavoro quindi, la buona gente che si rimbocca le maniche. Berlusconi piace al
mondo del lavoro, al mondo del fare, perché è da lì che arriva, è lì che ha costruito il suo
successo. C’è il piano per le grandi opere indispensabili per il nostro Paese, strade, autostrade, ferrovie, ponti, porti, metropolitane, reti idriche. C’è il piano per la difesa del territorio,
la valorizzazione del patrimonio ambientale e artistico. I lavoratori sono con Silvio.
La libertà, il bene più prezioso. Per Silvio Berlusconi è il principio base della politica e
dell’economia. Senza libertà non c’è nulla. Parla soprattutto con i giovani, con i ragazzi, con gli
uomini del futuro, con l’intento di «farli innamorare di più, in maniera più profonda e consapevole, di un bene la cui importanza si coglie appieno soltanto quando lo si perde. Come succede
per l’aria, la salute, la pace. È il primo diritto che ci appartiene come persone, come uomini e
come donne, per diritto naturale e viene prima dello Stato». La libertà è sempre giovane.
I siparietti
con i bambini
nelle stanze
del potere
«Paolo, ti nomino ministro
dell'Interno... e tu, Mario, alla
Farnesina...». Succede a una
scolaresca elementare, incontrare il premier per caso in piazza Colonna e ritrovarsi ospiti a
palazzo Chigi, nominati per
gioco ministri. Il Cavaliere coniò per l'occasione alcuni nuovi dicasteri come quello per le
«caramelle» e quello dei «giocattoli». Poi iniziò la riunione
proponendo una serie di disegni di legge: «Propongo che a
ciascun bambino sia dato ogni
anno almeno un chilo di caramelle». Approvata all'unanimità. E poi: «A ciascuno sia dato a
Natale almeno un regalo: un
pallone per i maschi, una Barbie per le femmine». «Obiezione - dice il ministro degli Interni jr - Ogni bambino deve poter scegliere il regalo che vuole...». Risposta: «Vedo che siete
per la libertà...».
Il primo bagno
di folla a Roma
ventidue anni fa
Fin dall’inizio della carriera
politica Silvio Berlusconi è stato
circondato da folle che gli hanno
trasmesso affetto e stima. La prima da politico risale al marzo del
1994, appena annunciata la sua
decisione di scendere in campo,
in una passeggiata attraversa le
vie più chic di Roma, che si è trasformata ben presto in una camminata quasi trionfale, da vincitore predestinato. Una folla crescente che lo costrinse di tanto in
tanto a rifugiarsi in qualche negozio: il Cavaliere strinse molte mani e firmò centinaia di autografi,
mentre alcuni abitanti delle case
del centro lo salutavano dai balconi. «Siamo con lei - gli dicevano non ci deluda». Raggiunta piazza
di Spagna, fu circondato da un
folto gruppo di studenti appena
usciti da scuola che lo accompagnarono addirittura in auto.
Silvio, uno di noi, per cambiare lo Stato
Gli italiani sono stanchi dei politicanti di professione. E non fanno mancare a Berlusconi,
che è uno di loro, uno che viene dalla società civile, dal mondo del lavoro, il loro appoggio e il
loro apprezzamento. Il progetto che piace alla gente è la riorganizzazione dal profondo di tutti
gli apparati dello Stato, un nuovo modello informatizzato e digitalizzato dello Stato stesso,
l’estensione di internet e delle tecnologie digitalizzate alla Pubblica amministrazione, alla
scuola, all’università, alle imprese. Un’Italia che cambia. E che sta con il Cavaliere.
XXXIV
UNA GRANDE STORIA ITALIANA-La piazza
La rivoluzione liberale piace a tutti
Piacciono i programmi, piace la filosofia che c’è alla base, piace l’idea della
rivoluzione liberale. Il programma che fa innamorare gli italiani è quello per un
Paese più giusto, più moderno e più competitivo. Comprende la modernizzazione dello Stato, le riforme istituzionali, le grandi opere, il piano per il Sud, la
rivoluzione fiscale, il rilancio del sistema scolastico e della ricerca scientifica. Ad
applaudire il Cavaliere su questi grandi temi sono milioni di italiani.
L’anticomunismo che si riprende il Paese
In una delle sue prime interviste politiche Silvio Berlusconi dichiarò seccamente: «Io sono, come
diceva Raymond Aron, un anticomunista senza complessi». E dunque senza timori, senza reverenze,
senza mediazione. E poi più avanti: «L’anticomunismo è un dovere morale della memoria». Dal rifiuto
netto del totalitarismo marxista alla denuncia senza remore degli errori e degli orrori del comunismo il
leader di Forza Italia ha poi sviluppato una precisa filosofia della libertà. E in moltissimi, per più di
vent’anni, l’hanno seguito su questa strada.
L’amato Inno
di Mameli
sempre presente
nei comizi
Le persone vengono prima dello Stato
Milioni di elettori, di simpatizzanti, raccolti lungo la penisola, in sale, piazze,
cinema, teatri e palazzetti dello sport. Per messaggi chiari e forti: «Lo Stato non è
qualche cosa di superiore, è semplicemente un’associazione tra persone. Noi
decidiamo per vivere meglio, di darci delle regole condivise, di dare vita a una
convenzione che è lo Stato. Ma le persone vengono prima dello Stato: la società
civile, il rapporto che c’è tra noi viene prima dello Stato».
Silvio Berlusconi è un patriota. Il suo amore per l’Italia
non è mai venuto meno. Moltissime volte ha voluto concludere il suo comizio politico invitando tutta la piazza a cantare con lui l'Inno di Mameli, il
canto degli italiani. La folla
non si è mai tirata indietro e la
piazza è diventata tante volte
un coro. «Tutti, con la mano
sul cuore - è stato l'invito lanciato più di una volta dal palco da Berlusconi - uniamoci
per cantare quella canzone
che fin da piccoli ci ha sempre
emozionato ascoltare, il canto
di libertà, l'Inno di Mameli».
Note di libertà.
In milioni
conquistati
dai valori
del Cavaliere
La ricetta che conquista milioni di italiani è apparentemente semplice: «Per noi la
migliore società è quella dove
vi è il maggior benessere possibile per il maggior numero di
persone. Nessuna produzione
di ricchezza può esistere se la
libertà individuale non viene
rispettata». Perciò «è necessario battersi per un’economia
sociale di mercato non distorta dai privilegi, un’economia
che corrisponda ai valori fondamentali dell’etica laica e cristiana che promuova la prosperità generale». Ecco perché
«avere la consapevolezza che
bisogna creare ricchezza per
poterla poi distribuire ai meno fortunati, a coloro che per
molti motivi non sono stati toccati dalla diffusione del benessere». Su questi principi il cavaliere ha incardinato il suo
impegno politico e sociale.
Che ha fatto breccia su molti.
XXXV
UNA GRANDE STORIA ITALIANA-Tutti insieme
La forza di avere sempre un grande popolo alle spalle
La forza di Silvio Berlusconi è stata sempre la sua gente, i
milioni di uomini e di donne che hanno creduto e credono in
lui, lo speciale legame che ha tenuto unito il capo al suo popolo.
A ventidue anni dal suo ingresso nella politica, nonostante le
mille battaglie vinte e perdute, i colpi bassi, i tradimenti e le
scorrettezze dei suoi nemici, il Cavaliere non ha perso l’affetto
dei suoi e nemmeno la voglia di lottare per cambiare le cose. La
battaglia liberale non è finita ma «abbiamo bisogno di un lungo
convincimento di tutti quegli italiani rassegnati che non sono
andati a votare». La fine è sempre, in fondo, un nuovo inizio.
XXXVI
Giovedì 6 ottobre 2016
ATTUALITÀ 19
il Giornale
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Bimbi come pacchi postali?
Arriva la multa anti-ritardo
In un nido sanzioni per i genitori che lasciano
i figli troppo a lungo. O li portano in anticipo
Penali per tutti
Salti scuola?
Paghi pegno
In Gran Bretagna le famiglie che vanno in vacanza fuori calendario e fanno saltare la scuola ai figli possono essere multati di 60 sterline a figlio
Pipì per strada
Non a Milano
A Milano si rischiano 40
euro di multe se si soddisano «le naturali occorrenze fuori dagli appositi manufatti». Ovvero si
fa pipì per strada
Serenella Bettin
San Vendemiano (TV) A quanti genitori
sarà capitato di andare a prendere il
proprio bambino in ritardo all’asilo? A
tutti, presi da mille faccende, impegni
di lavoro e contrattempi: la telefonata
all’ultimo minuto, la pratica da sbrigare, la fila alle poste, l’ultima mail, il traffico, il semaforo perennemente rosso e
come puntualmente accade, quando si
è di fretta, il passaggio a livello chiuso.
Ecco, a San Vendemiano, un comune
in provincia di Treviso, questi contrattempi costano cari. Nell’asilo nido comunale per chi va in ritardo a prendere
il proprio figlio sono previste sanzioni
salate. Il ritardo ammesso è di soli cinque minuti. Allo scattare del sesto, scatta anche la «multa». Già i genitori avevano protestato l’anno scorso, come riportato dalla stampa locale, per le rette
un po’... altine. A seconda delle fasce di
reddito e degli orari di permanenza
all’interno della struttura, si va da un
minimo di 270 euro a un massimo di
490, con una quota annuale di iscrizio-
ne di 60 euro. Quest’anno le tariffe
mensili sono state agevolate, ma con
una delibera di Giunta comunale, datata 7 marzo 2016, spunta un tariffario
con le sanzioni per i ritardatari. Questo
per «punire» quelli cronici e per far sì
che le insegnanti non siano costrette a
sostare oltre l’orario di chiusura. Una
scelta che sta facendo discutere e non
poco. Per i primi 29 minuti di ritardo la
RIGORE SVIZZERO
I genitori avevano protestato
per le rette troppo alte:
adesso un nuovo salasso
sanzione è di 10 euro. Allo scoccare del
30° minuto ai 10 euro se ne aggiungono
altri 10 e per chi si dimentica - purtroppo alle volte accade - di andare a prendere il figlio a scuola o andrà con
un’ora di ritardo la «multa» sarà di 40
euro.
Che sia un asilo di impostazione svizzera lo si capisce anche leggendo il re-
golamento. «L’asilo nido comunale è
aperto dal lunedì al venerdì dalle 7.30
alle 16.30 per tutti, con possibilità di
prolungamento orario fino alle 18 per
motivi di lavoro o studio dei genitori.
Al momento della domanda di ammissione i genitori dovranno indicare la
fascia oraria di frequenza richiesta». Le
entrate e le uscite dei bambini sono
suddivise in cinque fasce: si va dall’entrata alle 7.30/9.00 con uscita alle 13 o
alle 16.30 o alle 18; all’entrata alle 11.30
con uscita alle 18, fino all’entrata alle
12.30 con uscita sempre alle 18. Ovviamente la fascia che copre l’intera giornata costa di più. Ma è dopo le 18 che i
genitori dovranno fare attenzione.
Tutto questo ha suscitato parecchie
reazioni. «Non possiamo dire niente –
ci dice la coordinatrice dell’asilo ieri al
telefono – è una struttura comunale e
noi non siamo autorizzati a parlare.
Tutto deve passare tramite l’amministrazione». Il sindaco Guido Dussin, da
noi interpellato al telefono ci dice: «Ci
sono una o due persone che ritardano
sempre e allora abbiamo previsto queste sanzioni. Non possiamo tenere lì
ferme le maestre oltre le 18. Un’ora di
ritardo non è ammessa. O avvisiamo i
carabinieri per abbandono di minori, o
si paga il costo dell’accudimento oltre
l’orario». Il nuovo regolamento ammette deroghe di mezz’ora in entrata e in
uscita, ma devono essere almeno sei o
otto famiglie a richiederlo. In questo
caso sono 20 euro in più rispetto alla
normale retta mensile. E per chi porta i
figli in anticipo? Anche lì ci sono sanzioni? «No – ci risponde il sindaco –se trova chiuso il cancello perché l’operatrice non è ancora arrivata, semplicemente non entra».
ERA RICERCATO DA 5 ANNI
I cadaveri
meglio di no
Sempre nel capoluogo
lombardo è di 3098 euro
la multa per chi decidesse di «girare in auto con
una salma nel bagagliaio dell’auto»
Niente riso
per gli sposi
A Saluggia, in provincia
di Vercelli, dal 2009 è in
vigore il divieto di lanciare il riso agli sposi. Quello risparmiato è stato inviato in Afghanistan
Il latitante nascosto
nell’armadio di casa
Si nascondeva in un curioso vano segreto,
sopra l’armadio della sua casa di
Benestare, a Reggio Calabria, Antonio
Pelle, 54 anni, nato a San Luca, alias «La
Mamma», capo indiscusso della cosca di
’ndrangheta «Pelle Vancheddu» implicata
nella strage di Natale del 2005 e di quella
di Duisburg in Germania di Ferragosto
2007. Era nell’elenco dei 100 latitanti più
pericolosi stilato dal Ministero
dell’Interno. Pelle è stato catturato dalla
Mobile di Reggio Calabria dopo essere
stato localizzato in un vano segreto
realizzato nel suo appartamento, in
contrada Ricciolio del centro del Reggino.
Il boss deve scontare una pena definitiva
di 20 anni e 1 mese di reclusione per
associazione mafiosa e altri reati.
Arrestato nel 2007, evase nel 2011
MATTEO SACCHI
SIAMO TUTTI COMPLOTTISTI
PER NATURA?
Nell’era della tecnologia, della scienza esatta e del fact-checking,
uno spettro si aggira per il mondo: il complottismo. Matteo Sacchi analizza i perché
di questa ossessione collettiva smontando pezzo per pezzo le ipotesi più strampalate.
Per dimostrare che il mondo(e l’Italia in prima linea) è complottista di natura:
perché è più facile credere a una congiura segreta
che accettare l’ineluttabilità del caso.
Ogni giovedì in edicola a soli € 2,50*
L’ATTRICE HA 93 ANNI
Valentina Cortese
derubata
dalle governanti
DIVA Cortese in una foto recente
Valentina Cortese aveva affidato
la sua vita nelle mani della «sua»
Giovanna, ma lei voleva solo i suoi
gioielli. La badante salvadoregna
59enne che da 30 anni lavorava come donna fidatissima alle dipendenze della 93enne ex musa di Strehler e Fellini si è rivelata una calcolatrice. e delle peggiori. Insieme a
una «collega» peruviana 44 enne,
che ogni notte da 15 anni vegliava
sul sonno dell’attrice e quindi dormiva in casa Cortese - uno splendido appartamento a due passi dal
Quadrilatero della moda - a maggio
ha fatto sparire dalla cassaforte
dell’artista 2 milioni di preziosi.
Le governanti sono accusate anche del furto di un preziosissimo
anello con un diamante da dieci carati scomparso da un armadio
dell’attrice nel settembre 2013. Dopo quell’episodio - regolarmente
denunciato - la famiglia Cortese
aveva deciso di dotarsi di due cassaforti a muro per custodire oltre 30
scatole piene di gioielli storici e artistici, molti dei quali firmati Bulgari
e Van Cleef & Harpels: parure, anelli, orecchini, bracciali. La prima cassaforte, quella completamente svaligiata, si trova nella camera da letto dove l’attrice è costretta da tempo, mentre la seconda in un vicino
corridoio serve per custodire esclusivamente la chiave della prima,
che per essere aperta ha bisogno
anche di una combinazione.
La chiave della seconda cassaforte e la combinazione della prima
erano custodite solo dalla nuora (e
unica erede) dell’attrice e dalle due
governanti, ma i sospetti degli investigatori della Mobile si sono da subito orientati sulle badanti. Ora agli
arresti domiciliari, accusate di furto
aggravato, le due donne hanno
sempre negato tutto. Tuttavia la polizia ha preferito ritirare i loro passaporti. La signora Cortese continua
a chiedere della «sua» e nessuno ha
il coraggio di dirle la verità.
PaFu
* Oltre al prezzo del quotidiano
FA DISCUTERE L’IDEA DI UN ASILO DI SAN VENDEMIANO (TV)
20 ATTUALITÀ
Giovedì 6 ottobre 2016
LA MODA DEL «FOLIAGE»
Nel bosco non solo per funghi
Ora è caccia alla foglia magica
Da Nord a Sud turisti in cerca dei colori più belli
Sulle app consigli e itinerari per un trend decadente
Simonetta Caminiti
La natura che si spoglia, il cielo che cala il sipario su terre dorate, schioccanti di foglie secche
e bagnate da mari deserti. Quali
meraviglie offra l’autunno italiano, in parte, lo sappiamo già,
ma il foliage, il cambiamento dei
paesaggi in questa stagione, miete anche il turismo più all’avanguardia, che oggi si avvale di
app e siti appositi sui quali scambiarsi consigli. Quali sono i boschi e le campagne più belle in
questo periodo?
Dalla Valle d’Aosta alla Calabria, dalla punta al tacco dello
stivale, è possibile fare una piccola mappa dei territori più suggestivi dell’autunno. Ai piedi del
Monte Rosa, in Val d’Aosta, sorge la Val d’Ayas. Attraversata da
un fiume, il torrente Evançon, è
gremita di boschi di conifere,
faggi e aceri che si svelano colorati d’amaranto, ambra e smeraldo; tra qualche mese saranno ricoperte di neve e si muteranno
in piste praticabili solo con le
ciaspole fino al Cervino. Al polo
opposto si colloca la Sila calabrese. Le sue foreste sono rinomate
NEL LAZIO
Il parco di San Liberato,
disegnato da Page,
ha alberi da tutto il mondo
VALLE D’AOSTA
La Val d’Ayas è gremita
di boschi colorati d’ambra TAVOLOZZA Alcuni esempi di colori autunnali in boschi di ogni genere
amaranto e smeraldo
per i faggi del parco, che costituisce il più esteso altopiano d’Europa; è il paesaggio autunnale
tipico, orlato di rossori, gialli vivaci e arancio sgargiante. Quello
della Sila è il più grande bosco
d’Italia, che si allarga su 150 mila ettari di foreste impetuose, ricche di altopiani e corsi d’acqua
chiale di San Massimo con le
sue meridiane. Per chi ama ammirare e respirare il paesaggio
sulle due ruote della bicicletta,
questo itinerario è particolarmente consigliato: attraversa, infatti, gli antichi e bellissimi borghi occitani. Il percorso è disseminato dei nuovi colori dei laceri, dei pioppi tremoli, dei frassini e degli aceri. E questi luoghi
ospitano incantevoli cervi.
A Benevento, e dunque in
Campania, è possibile assistere
a spettacoli naturali di un meraviglioso autunno. Tra sagre
dell’uva, delle noci e delle castagne, la Campania e in particolare la zona di Benevento spalanca gli occhi su panorami inebrianti nel Parco Naturale Regionale Taburno-Camposauro. È
qui che sorge il bellissimo borgo
di Sant’Agata de’ Goti, e i paesaggi del beneventano sono al loro
punto più alto in quetso periodo.
specchianti e dipinti delle suggestioni autunnali.
Centro-nord: le foreste casentinesi in Toscana. Si allargano
sulle pendici dell’Appennino tosco-romagnolo, e si aggiudicano
un posto speciale tra le più variopinte d’Italia. Custodiscono più
di 40 specie di alberi: una vastis-
sima orchestra silenziosa di colori caldi. E dal 10 al 15 ottobre la
compagnia dei Cammini organizza passeggiate guidate tra le
foreste e i piccoli gioielli medievali che compongono il territorio: escursioni durante le quali
si attraversano sentieri di media
difficoltà che ripercorrono il
Cammino di Francesco e la Via
Romea, per scivolare nei boschi
dove li aspetta il foliage.
Uno dei fenomeni d’autunno
più spettacolarii è in Valle Maira, Piemonte. Tra le borgate di
Marmora, ricche di importanti
testimonianze storiche come gli
affreschi del Baleison e la Parroc-
E ancora nel pieno centro, nel
cuore del Lazio, il foliage colora
anche il Parco di San Liberato.
Si trova a soli 40 chilometri da
Roma, sul lago di Bracciano, occultato dietro un alto muro della
tenuta di Sanminiatelli, progettato dal paesaggista Russell Page.
Un vasto giardino che procede
verso il lago e custodisce una
chiesa romanica fondata dai padri agostiniani in un bosco di castagni secolari; il parco è gremito di alberi provenienti da tutto
il mondo. Compongono un intrigante patchwork paesaggistico
gli aceri canadesi e i ciliegi giapponesi, colorati d’arancio e rosso porpora in queste settimane
d’autunno. E in Lombardia? L’
autunno sul Lago di Como è imperdibile: il clima è ancora gradevole, e almeno fino a tutto il
mese ottobre sono fattibili le gite in barca sul Lago. Tutto intorno all’acqua, le sfumature erubescenti della stagione catturano
su per i sentieri, tra i boschi e nei
monti: un must per gli amanti
delle castagne, dei funghi, e soprattutto dei bei sogni.
il Giornale
GIUSTIZIA LUMACA
Troppe udienze
per accertare
solo l’evidenza
dalla prima pagina
(...) arrendersi, la settimana
scorsa, ed assolvere l’uomo perché incapace di intendere, come era dolorosamente chiaro
fin dall’inizio della vicenda.
Quanto sia costato tutto questo al contribuente è difficile calcolare. Tutto nasce in una strada
signorile di Milano, via Legnano, a ridosso del Parco Sempione, su cui si affaccia l’edificio della scuola tedesca. Ma sul cortile
della scuola si affaccia a sua volta una casa di proprietà
dell’Aler, l’azienda delle case popolari. Qui, in un piccolo appartamento, vive da anni C., un uomo dal profilo clinico assai pesante: invalido civile, seguito da
un amministratore di sostegno,
in cura al centro psicosociale del
Comune. Per otto lunghi anni C.
è stato ricoverato in due comunità, poi si è provato a rimetterlo a
casa, per seguirlo in un contesto
più aperto. Un po’ ha funzionato, un po’ - come era inevitabile
- ha fatto il matto. Cose innocue,
come lanciare i vestiti dalla finestra nel cortile della scuola.
A un certo punto, nel cortile
della scuola piomba anche, dalle finestre dell’uomo, qualcos’altro. Escrementi, inequivocabilmente. «Adesso esagera», si indignano i dirigenti della scuola:
comprensibilmente, anche se in
realtà sembra che nel frattempo
l’Aler avesse murato il gabinetto
dell’uomo per costringerlo a lasciare l’appartamento. Follia o
necessità che fosse, il lancio di
pupù comunque scatena la reazione della scuola che fa partire
la denuncia. Dovrebbero occuparsene l’Asl e i servizi sociali:
invece l’esposto viene inviato direttamente alla Procura della Repubblica, e parte l’iter giudiziario contro C.; nei cui confronti la
scuola tedesca si costituisce parte civile. Dopo un anno, l’assoluzione: ma C. non lo ha ancora
saputo, perché nel frattempo lo
hanno riportato in comunità.
Luca Fazzo
Giovedì 6 ottobre 2016
ATTUALITÀ 21
il Giornale
LE SFILATE DI PARIGI
Accappatoi come pellicce
Miu Miu fra spugne e visoni
Tipe da spiaggia con cuffie di gomma a fiori
Vuitton aprirà un negozio in Place Vendôme
Daniela Fedi
Parigi «La verità, vi prego sulla moda» sembra
chiedere Miuccia Prada quando nel backstage
della sfilata parigina di Miu Miu si mette a parlare di un’intervista che ha concesso a Raf Simons
sul tema scottante della censura. «La moda è un
luogo libero nel lavoro, non nelle parole» esordisce la grande signora del Made in Italy per poi
concludere che oggi siamo tutti condizionati a
volte dal politically correct, più spesso dalle logiche del profitto per cui la stroncatura non esiste
più perché i giornali temono di perdere la pubblicità. Qualcuno le fa notare che ogni tanto la
stampa si censura per non mettere a rischio posti di lavoro e subito un portavoce della maison
ci fa notare che il Gruppo Prada ha 14 mila dipendenti nel mondo, 8000 dei quali in Italia.
Ebbene a rigor di logica nessuno di loro dovrebbe essere a rischio perché la collezione Miu Miu
della primavera/estate 2017 è veramente deliziosa e piena di furbizie commerciali tra cui una
cosa che gli stilisti sembrano aver dimenticato:
il rispetto della stagionalità. «Visto che d’estate
non parla più nessuno mi sono divertita a fare
cose da spiaggia: costumi e cuffie da bagno, accappatoi, ciabattine e prendisole» spiega infatti
Miuccia aprendo subito una finestra di dialogo
sui gravi problemi connessi al mare: inquinamento, migranti, attacchi terroristici nei luoghi
turistici. Ebbene dimentichiamoci per un attimo di essere intelligenti e consapevoli del mondo perché le 52 ragazze sulla passerella di Miu
Miu sono le più belle tipe da spiaggia che si
possano immaginare, con in testa le cuffie di
gomma a fiori degli anni Cinquanta. Gli abiti
sono composti dal tipico costume castigato alla
Ester Williams abbinato con eleganti sottane a
pieghe e fantastiche vestine che un tempo si
chiamavano «vestagliette».
Spettacolari gli accappatoi trattati come pellicce e viceversa: le stesse assurde fantasie d'antan
nei più bei colori che si possano immaginare
con un sapiente lavoro d'intarsio tanto nella spugna quanto nel visone. Ad onore del vero, comunque, la sfilata ci ha fatto ricordare un film
meraviglioso come Le vacanze di Monsieur Hulot girato nel 1953 da Jacques Tati. Louis Vuitton
sfila al 2 di Place Vendôme invece che nella me-
ravigliosa Fondazione progettata da Frank Gehry e inaugurata due anni fa. Il perché è presto
detto, in quello che è l'indirizzo-simbolo della
città verrà presto aperto una maison, ovvero un
negozio in cui tutto ciò che viene prodotto da
Vuitton sarà esposto e venduto secondo i sacri
crismi del lusso.
La sfilata si svolge in una specie di cantiere
senza polvere e con gli altoparlanti incastonati
nel cemento che trasmettono prima un dialogo
e poi la colonna sonora del film Rive Gauche et
Rive Droite (in italiano Il desiderio e la corruzione) girato da Philippe Labro nel 1985. Pare che il
designer Nicolas Ghesquiéres si sia ispirato a
questa pellicola per creare la collezione e chissà
se sa che gli abiti indossati da Natalie Baye portano la firma di Giorgio Armani. Sta di fatto che
dai primi modelli in sbieco alle forme architettoniche delle giacche è tutto un riferimento agli
anni Ottanta che non esclude nemmeno il remake del tailleur a quadri dell’architetto Andrèe
Putman. Anche in questo caso la collezione è
furbamente commerciale soprattutto per via degli accessori (uno più bello dell’altro a cominciare dal porta Iphone fatto come la celebre Petit
Malle) che sono il business del brand. Moncler
Gamme Rouge, invece, balla per conto suo nella ricerca di uno stile francese e modaiolo per
quello che di fondo ormai è un marchio italiano. Il designer Giambattista Valli lancia così l’immagine della ragazza con il kepi e l’equivalente
sartoriale e ricamato della divisa coloniale della
Legione Straniera. Sorprendenti e in fondo commoventi anche le due Marianne con il mantellobandiera: ci piace pensare che il marchio del
galletto s’inchini al Paese d’origine che ha vissuto un annus horribilis dal Bataclan a Nizza senza soluzione di continuità. Certo la moda trova
significati e significanti solo nel passato e questo
ci sembra quanto meno strano. Da Kenzo Humberto Leon e Carlos Lim propongono una bella
collezione ispirata alla sfilata che Kenzo Takada
fece nel 1977 allo Studio 54 di New York. Fin qui
tutto bene, ma l’idea dei tableau vivant con gente nuda di ogni taglia ed età, compreso un ragazzo senza un braccio ci sembra più pretestuosa
che ispirata dall’artista Antonio Lopez che con
Kenzo (come con tutti i grandi della moda in
quel periodo) collaborò molto seriamente.
LUSSO ED ECCENTRICITÀ
Accanto, i tableau vivant
di Kenzo che ha fatto una
collezione dedicata agli
anni Ottanta, piena di
paillettes e camouflage
In alto, a destra, Moncler,
sopra Louis Vuitton
MIU MIU
IL GIORNALE • BIBLIOTECA STORICA
STORIA DELLA TURCHIA
Questo libro presenta la narrazione dei processi politici e storico-sociali
dalla nascita della Repubblica turca, fondata da Mustafa Kemal Atatürk
e sorta sulle macerie dell’Impero ottomano, alla complessa articolazione
della società turca contemporanea. Sospesa tra Europa e Asia, la Turchia
ricerca delicati equilibri tra laicità e tradizione religiosa, tra democrazia e
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Dall’Impero ottomano alla nuova islamizzazione
22
Giovedì 6 ottobre 2016
il Giornale
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Valore
FTSE MIB
FTSE Italia All Share
FTSE Italia Mid Cap
FTSE Italia Star
16.476,580
18.125,990
29.970,980
25.380,230
%
1,03
0,92
0,12
0,12
1) Esprinet
2) Aegon
3) Snai
4) Ubi Banca
5) B Carige
Valore
6,080
3,700
1,270
2,140
0,309
var% su rif.
18,87
6,81
6,72
5,73
5,64
I peggiori
Valore
var% su rif.
1) Sintesi
2) Cad It
3) Acsm-Agam
4) B M.Paschi Siena
5) Invest e Sviluppo
0,015
3,500
1,636
0,174
0,032
-4,46
-4,11
-3,99
-3,93
-3,88
NEW YORK
NEW YORK
LONDRA
FRANCOFORTE
PARIGI
TOKYO
ZURIGO
Dow Jones
Nasdaq
FTSE 100
Dax 30
Cac 40
Nikkei 225
SMI
18.294,300
5.329,520
7.033,250
10.585,800
4.489,950
16.819,200
8.195,230
0,69
0,75
-0,58
-0,32
-0,29
0,50
-0,43
CAMBI
I migliori
PIAZZA AFFARI
BORSE ESTERE
Economia
DOLLARO
STERLINA
FRANCO
YEN
DOLLARO
DOLLARO
CORONA
Americano
Inglese
Svizzero
Giapponese
Australiano
Canadese
Danese
1,121
0,882
1,096
115,650
1,472
1,482
7,442
0,45
0,70
0,09
1,00
1,08
0,81
-0,00
DOPO IL TERREMOTO AL VERTICE E I CONTI IN PROFONDO ROSSO
Sole 24 Ore, Boccia salva Napoletano
La redazione sfiducia il direttore, ma cda e vertice Confindustria lo confermano
di Marcello Zacché
Il cda Sole 24 Ore ha ieri dovuto confermare la fiducia al direttore del quotidiano Roberto
Napoletano. La delibera è stata
presa in una riunione straordinaria dopo che l’assemblea dei
giornalisti del Sole aveva votato
a larga maggioranza la sfiducia
al direttore, con il 74% dei voti
contro il 22%: su 203 votanti
(225 gli aventi diritto) hanno votato la fiducia in 45, l’hanno negata in 151. A ruota, la stessa
decisione del cda è stata presa
anche da Confindustria, azionista di controllo, che in serata ha
comunicato di avere rinnovato
la fiducia al direttore.
Per il gruppo Sole la figura
del direttore, e di Napoletano in
particolare (nominato nel marzo 2011), rappresenta un soggetto apicale per le strategie e la
gestione dell’azienda, vicina coMAGGIORANZA
Sono stati 151 (74%) i voti
dei giornalisti contrari
a Napoletano, 45 i «sì»
me peso specifico a quella del
presidente e dell’ad del gruppo.
Non a caso, nel tempo, Napoletano ha cumulato anche le cariche di direttore editoriale e di
direttore sia dell’agenzia Radiocor sia di Radio 24, situazione
senza precedenti. Per questo i
fatti di ieri assumono molta importanza nella vicenda della crisi del gruppo, arrivato vicino al
dissesto finanziario e ora in attesa di un aumento di capitale.
Infatti, con la sfiducia, la redazione ha inteso considerare Napoletano tra i responsabili di alcune delle dinamiche più controverse dei bilanci del gruppo,
messi in discussione dal nuovo
ad Gabriele Del Torchio. Con
particolare riferimento alla reale dimensione e redditività delle copie e delle banche dati vendute. Il punto è che sta emergendo che la società, che è quotata
in Borsa e si occupa tra l’altro di
informazione economica e finanziaria, ha dato una rappresentazione non veritiera della
sua situazione complessiva. Preferendo minimizzare i problemi
in attesa di una futura inversione di tendenza del mercato. In
quattro anni, è stato rivelato al
cdr dai manager del Sole, il solo
quotidiano ha perso 100 milioni, 10 nell’ultimo semestre.
Tale messaggio non poteva
però essere avallato dall’azionista, che infatti ha rinnovato la
fiducia al direttore. Come peraltro avvenuto anche nel 2011
con Gianni Riotta, licenziato pe-
di salute; un presidente di Confindustria che prova a tenere insieme i cocci di una redazione
in rotta di collisione e che è atteso domani a Milano per un incontro, insieme al suo direttore
generale Marcella Panucci, con
il cdr del Sole; e con i vari esposti presentati alla Consob e ai
pm di Milano.
In questo clima, sempre domani, si terrà il primo incontro
con le cinque banche, guidate
da Intesa, che detengono il credito di 50 milioni su cui è stato
chiesto di rinegoziare scadenze
NEL MIRINO
Roberto Napoletano è
alla guida del Sole 24
Ore dal marzo 2011,
quando prese il posto
di Gianni Riotta. In
precedenza era stato
direttore del
Messaggero
rò qualche settimana dopo. Ma
questa volta Vincenzo Boccia,
presidente di Confindustria, è
andato oltre: nel condividere la
delibera del cda, si è auspicato
che «in questa fase delicata si
recuperi quel clima di armonia
e serenità necessario per affrontare sfide difficili».
La situazione sembra però
più lacerata che mai, con un
cda che ha deliberato pur essendo in decadenza (6 consiglieri
su 11 si sono dimessi, assemblea per il rinnovo convocata il
14 novembre), con un presidente pro tempore e con Del Torchio ancora assente per motivi
IL DEBITO DA 50 MILIONI
Domani l’incontro con le
banche, che chiedono
mani libere per Del Torchio
I numeri
50
Il Sole24Ore ha chiuso il primo semestre 2016 con un risultato netto negativo di quasi 50 milioni di euro.
30%
I ricavi consolidati del Sole24Ore sono scesi del 30% in
5 anni e la semestrale non
promette bene per il 2016.
e covenants. Ed è su questo punto che si vedranno le novità, essendo le banche - a quanto si
apprende - decise a sostenere il
lavoro di Del Torchio fino in fondo, e a vincolare alle sue «mani
libere» ogni possibile futuro intervento creditizio o di capitale
a favore del Sole.
IL PRESIDENTE E AD SMENTISCE LE VOCI DI UN’INDAGINE DELLA PROCURA
Santanchè: Visibilia, pronto l’aumento di capitale
Oggi il via libera. «Copriremo tutto l’eventuale inoptato». Respinto il ricorso di Paola Ferrari
Via libera all’aumento di capitale
di Visibilia Editore, società quotata
in Borsa, al circuito Aim.
La ricapitalizzazione, dell’importo
di un milione di euro, sarà effettiva
dal 21 ottobre, trascorsi in queste settimane i tempi tecnici legati sia al
diritto d’opzione, sia al rispetto dei
patta parasociali. Il socio di controllo (Visibilia holding con il 69%, a sua
volta controllata tramite la concessionaria pubblicitaria Visibilia da Daniela Santanché) ha infatti accettato
di «sottoscrivere anche tutto l’eventuale inoptato», come dice al Giornale Santanché, presidente e ad di Visibilia Editore. Negando quindi che la
società editoriale stia attraversando
un periodo di difficoltà, come riportato ieri dal quotidiano Libero.
«Le notizie di quell’articolo - dice
Santanché (la cui concessionaria raccoglie anche la pubblicità del Giornale, ndr) - sono in parte assolutamente false, in parte rappresentate
in modo parziale e forma tendenziosa». In particolare, dice Santanché,
«non è vero che mancano 700 mila
euro di capitale: è solo una questione di tempi tecnici da rispettare. Proprio oggi la assemblea della holding
darà il via libera alla ricapitalizzazione e all’esercizio anche dell’eventua-
le inoptato. Non è nemmeno vero
che i revisori abbiano espresso dubbi sulla continuità aziendale, basta
andare a leggere le relazioni».
Mentre per quanto riguarda la rottura con l’ex amica nonché socia sia
della holding (al 33%), sia dell’Editore (al 5,4%), Paola Ferrari, Santanché nega che esista un’indagine delLE RISORSE CI SONO
«Nessun dubbio dei revisori
sulla capacità del gruppo
di proseguire l’attività»
la Procura: «È vero che la società della Ferrari ha presentato un ricorso al
Tribunale di Milano, ma tale ricorso
è stato rigettato, con condanna dei
ricorrenti al pagamento delle spese
processuali. E non è tutto: proprio
oggi (ieri, ndr) la camera arbitrale ha
rigettato la richiesta di arbitrato
avanzata dallo stesso gruppo perché, scaduti i termini, non sono stati
versati i fondi richiesti per procedere con l’arbitrato stesso».
Infine, precisa ancora Santanché,
«Non è nemmeno vero che Visibilia
Editore debba preparare documenti
da inviare a Consob, perché la ComAL LAVORO
Dopo
l’acquisto,
nel 2014,
di Ciak e Pc
Professionale,
Daniela
Santanchè
ha rilevato
l’anno dopo
dal gruppo
francese Prs
le testate
Novella 2000
e Visto
missione non ci ha chiesto alcuna
carta». Visibilia Editore ha ieri emesso una nota in cui, oltre a chiarire
questi punti, si annuncia un’azione
legale.
«In ogni caso - aggiunge Santanché - la scarsa autorevolezza di Libero è stata dimostrata dal mercato,
dove il titolo Visibilia ha chiuso ieri
in rialzo. La realtà è che il quotidiano ha pubblicato in prima pagina un
articolo con notizie evidentemente
rivolte solo a screditare la mia azienda e la mia persona. E mi chiedo
anche con quale coraggio: sono andata a vedere il bilancio della EditoL’ATTACCO DI «LIBERO»
«Il quotidiano ha scritto notizie
rivolte a screditare la mia
azienda e la mia persona»
riale Libero srl, dove ho letto con interesse delle perdite accumulate, delle incertezze sulla continuità aziendale e dei procedimenti penali in
corso. Ebbene, mi pare che non sia
esattamente il giornale che si può
permettere di darmi lezioni su come
si gestisce una società editoriale».
MZ
Giovedì 6 ottobre 2016
ECONOMIA 23
il Giornale
Rodolfo Parietti
DOPO LE INDISCREZIONI SUL PIANO PER RIDURRE GLI ACQUISTI DI TITOLI
«Sussurri e grida»: anche in
quest’epoca ipertecnologica e
informatizzata, vale ancora il
vecchio adagio sullo stretto legame tra mercati e indiscrezioni. Gli spifferi che sarebbero filtrati martedì dalle segrete stanze della Bce su un piano per
tagliare di 10 miliardi al mese,
dagli 80 attuali, il piano di acquisto titoli, non sono passati
inosservati. Ma certo non hanno provocato terremoti. Immobile l’euro (a quota 1,12 dollari) e fermo lo spread tra Btp e
Bund a 137 punti, qualche tensione si è vista solo sul rendimento del decennale italiano,
salito all’1,42%, il livello più alto da giugno. Quanto alle Borse, chiusura in ordine sparso:
Milano è salita dell’1,3% trainata dai bancari, le altre piazze
sono scese.
Insomma: l’ipotesi che Mario Draghi possa suonare la ritirata appare remota. E altrettan-
La Bce suona la «ritirata»?
I mercati non ci credono
Fermi euro e spread, Borse poco convinte. Milano sale
(+1%) con le banche. La Buba sulle voci:«Solo fantasie»
che ieri si è affrettata a smentirle definendole «pure fantasie».
Non è del resto un segreto l’op-
posizione manifestata dalla
Germania nei confronti delle
misure espansive non conven-
zionali, sfociata poi in accuse
violente contro la politica dei
tassi negativi. Le resistenze teLEADER
Il presidente
della Bce,
Mario Draghi
distribuito da:
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CAUTELA
L’inflazione bassa e la
scarsa crescita rendono
complicato il tapering
to quella che vorrebbe il gossip
divulgato come una sorta di
ballon d’assai giusto per saggiare il terreno e vedere l’effetto
che fa. Uno stile che non appartiene all’Eurotower, sempre
puntuale nel comunicare ai
mercati i propri intendimenti
strategici. Rispetto alla gestione pasticciata che la Fed sta
mostrando da troppo tempo in
materia di tassi, l’ex governatore di Bankitalia ha detto di recente che il tema delicatissimo
del tapering non è stato affrontato dall’ultimo board dell’istituto e ha semmai più volte messo l’accento, negli ultimi mesi,
sulla possibilità di estendere il
Qe oltre la scadenza fissata per
marzo 2017. E, forse, di potenziarlo ulteriormente. D’altra
parte, con un’inflazione ben
lontana dal target del 2% e una
crescita anemica, con le turbolenze che colpiscono il sistema
bancario europeo e le incertezze di natura geo-politica, ragionare ora sulla possibilità di tagliare di 10 miliardi gli acquisti
appare quanto meno prematuro. Per Draghi, tra l’altro, sarebbe un’ammissione di sconfitta.
Da dove arrivano, quindi,
queste voci? Il primo indiziato
è quella stessa Bundesbank
Mediolanum International Life dac
Sede Legale: 2 Shelbourne Buildings, Shelbourne Road,
Ballsbridge, Dublino 4 - Irlanda
Valore titolo al 31/08/16
Nome prodotto
DiPiù 4 Markets 2008
DiPiù Ecology 2008
DiPiù 4 Markets 3
DiPiù New World 9 Bis
DiPiù Key 13 Bis-1
DiPiù Money 2007/11
Valore
Rating
titolo Emittente
(S&P)
98,94
98,98
98,93
98,94
98,94
100,02
BBBBBBBBBBBBBBBBBB-
98,94 BBB-
DiPiù Key 13 Bis
98,94 BBB-
DiPiù Key 13
98,94 BBB-
DiPiù New World 8
98,94 BBB-
DiPiù 2007/2
98,95 BBB-
DiPiù 4 Markets 2008/3
98,38 BBB-
DiPiù 4 Markets 2008/2
98,74 BBB-
DiPiù 4 Markets 2008/1
100,10 BBB-
Società per Azioni - Sede Legale: 20080 Basiglio (MI)
Palazzo Meucci - Via F. Sforza
Capitale Sociale euro 207.720.000 i.v. - Società con unico Socio
POLIZZE DI PIÙ
Valore titolo al 31/08/16
Valore
Rating
titolo Emittente
(Moody’s)
DDiPiù 1044
99,80
DiPiù 1045
99,80
DiPiù 1048
99,71
DiPiù 1052
101,41
DiPiù 1064
124,17
DiPiù 1078
100,21
DiPiù 1081
99,82
DiPiù 4 Markets
112,31
DiPiù 4 Markets Bis
100,72
DiPiù 4 Markets Ter
101,86
DiPiù Platinum Money 2007/10102,47
DiPiù Platinum Money 2007/12100,19
DiPiù Platinum Money 2007/15102,35
A3
A3
A3
A3
Baa1
Baa2
Baa1
Baa1
Baa1
Baa1
Baa1
Baa1
Baa1
DiPiù Platinum Money 2007/6107,04
DiPiù Step 2007/5
115,58
DiPiù Step 2007/9
109,99
Nome prodotto
DiPiù 4 Markets 2
DiPiù 4 Markets Quater
Ba3
Ba3
Baa1
Crescita al di sotto delle previsioni DECISIONI
dell’occupazione nel settore privato
americano in settembre. Il dato evi- Ma domani i dati ufficiali
denzia comunque progressi del mer- potrebbero convincere la Fed
cato del lavoro. Secondo il rapporto
ad alzare i tassi entro dicembre
mensile redatto da Macroeconomics
Advisers e dall’agenzia
che si occupa di preparare
le presidenziali di novemle buste paga Automatic
bre. L’ago della bilancia poData Processing, il mese
trebbe pendere a favore del
scorso sono stati creati
giro di vite se i dati ufficiali
154mila posti di lavoro,
sull’occupazione, che samentre le stime erano per
ranno pubblicati domani,
un rialzo di 173mila.
daranno segnali confortanL’andamento del mercati dopo il deludente score
to del lavoro è attentamen(151mila posti) di agosto e
te monitorato dalla Fede- PRIMADONNA
centreranno le attese degli
ral Reserve in chiave di po- Janet Yellen
analisti sulla creazione di
litica monetaria, in partico170mila new jobs, con il taslare ora che la banca guidata da Janet so di disoccupazione che dovrebbe reYellen è alla prese con il rebus legato stare invariato al 4,9%. Per ora, in baal rialzo dei tassi. Le indicazioni giun- se alle cifre diffuse ieri, le piccole
te sempre ieri dall’Ism servizi, ai mas- aziende hanno aggiunto 34mila posti,
simi dell’ottobre 2015, unite a quelle quelle medie 56mila e quelle grandi
arrivate lunedì scorso relative al ritor- 64mila. Nel settore servizi i nuovi ocno alla crescita di quello manifatturie- cupati sono stati 151.000, mentre nel
ro, potrebbero convincere la Fed ad comparto per la produzione di beni i
attuare la stretta entro la fine dell’an- lavoratori sono aumentati di 3mila
no, verosimilmente in dicembre e unità.
cioè dopo lo snodo fondamentale delRE
distribuito da:
banca mediolanum s.p.a.
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Quotazioni del
* Euroequity Opportunità
* Euroequity Sviluppo
* Euroequity Protezione
* Eurobond Opportunità
* Eurobond Sviluppo
* Eurobond Breve Termine
Azionario Intraprendenza
Azionario Dinamismo
Azionario Protezione
Obbligazionario Crescita
Obbligazionario Moderazione
Obbligazionario Liquidità
Balanced
Country
Dynamic
Moderate
Opportunity
04-10-2016 03-10-2016
6,202
6,750
7,200
8,049
7,391
7,001
4,517
4,974
6,253
7,797
7,199
6,853
6,252
5,076
5,852
6,166
5,376
Valore
Rating
titolo Emittente
(S&P)
98,96
99,25
1.183,17
16.265,95
Ulteriori indicazioni, quali ad esempio la Denominazione dell’Emittente, sono
disponibili sul sito internet www.mediolanumvita.it. In caso di più Società di
rating, è stato prudenzialmente indicato il rating minore.
6,198
6,749
7,201
8,062
7,403
7,008
4,514
4,974
6,254
7,810
7,210
6,860
6,253
5,076
5,853
6,169
5,370
Quotazioni del
Alternative Fund 1
Alternative Fund 2
Alternative Fund 3
03-10-2016 26-09-2016
5,48237
5,82735
5,98793
5,48335
5,84077
6,01804
*Prezzo di vendita: il corrispondente
prezzo di acquisto è maggiore del 2%
Valori in Euro
Quotazioni del
Prudent
Sector
Azionario Fedeltà
Azionario Intraprendenza bis
Azionario Dinamismo bis
Obbligazion. Evoluzione bis
Obbligazion. Crescita bis
Obbligazion. Moderazione bis
Obbligazion. Breve Termine bis
Obbligazion. Stabilità bis
Balanced bis
Country bis
Dynamic bis
Moderate bis
Opportunity bis
Prudent bis
Sector bis
distribuito da:
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BBBBBB-
INDICE DI RIFERIMENTO al 31/08/2016
HFRX GLOBAL
XINHUA/FTSE CHINA 25
Doccia fredda negli Stati Uniti:
posti di lavoro sotto le attese
FONDI ASSICURATIVI UNIT LINKED
DiPiù New World 9
Ulteriori indicazioni, quali ad esempio la Denominazione dell’Emittente sono disponibili sul
sito internet www.mediolanuminternationallife.it. In caso di più Società di rating, è stato
prudenzialmente indicato il rating minore.
NR: alla data della presente documentazione l’Ente Emittente non è stato oggetto di valutazione da parte di agenzie di rating
Nome prodotto
IN SETTEMBRE 154MILA NUOVI OCCUPATI
FONDI ESTERI ARMONIZZATI UE
POLIZZE DI PIÙ
desche sono costate alle Bce il
ritardo con cui il Qe è stato varato rispetto agli Usa e al Giappone, anche se Berlino è il maggior beneficiario di queste misure. Ma, a fine elettorali, è meglio che non si sappia. Anche
se poi il rischio è quello di ca-
valcare l’ascesa di Afd, il partito nazionalista che sta strappando consensi alla Cdu non
solo facendo leva sulla paura
dell’immigrazione ma anche
sulla retorica del denaro dei
contribuenti tedeschi regalato
agli inoperosi mediterranei.
Di sicuro, la Bce si appresta a
lanciare altri due Tltro (prestiti
alle banche destinati al finanziamento di imprese e famiglie) e accetterà «per il momento» anche nel 2017 i bond bancari non garantiti come garanzia nelle operazioni di rifinanziamento. Sempre a partire
dall’anno prossimo, l’Eurotower vuole però limitarne l’uso
e aumentare i controlli. Il giro
di vite è la conseguenza dell’entrata in vigore della direttiva europea sui fallimenti bancari, il
cosiddetto bail-in.
Quotazioni del
Trio Fund 1
Trio Fund 2
Trio Fund 3
04-10-2016 03-10-2016
6,328
5,045
3,080
5,510
5,666
5,517
6,125
5,958
5,651
5,508
6,265
5,933
6,355
6,206
5,829
5,570
6,303
6,333
5,044
3,080
5,506
5,666
5,518
6,134
5,967
5,656
5,510
6,267
5,934
6,356
6,208
5,822
5,574
6,302
*Prezzo di vendita: il corrispondente
prezzo di acquisto è maggiore del 2%
Valori in Euro
03-10-2016 26-09-2016
4,33981
3,88161
2,26633
4,34543
3,88809
2,29377
Legenda: A=ad accumulazione dei
proventi; B= a distribuzione dei
proventi; cop=coperta
CHALLENGE FUNDS - CLASSI MEDIOLANUM
Quotazioni del
05-10-2016
Precedente
Quotazioni del
CH North American Equity - Med. L
CH European Equity - Med. L
CH Italian Equity - Med. L
CH Germany Equity - Med. L
CH Spain Equity - Med. L
CH Pacific Equity - Med. L
CH Emerging Markets Equity - Med. L
CH Energy Equity - Med. L
CH Cyclical - Med. L
CH Counter Cyclical Equity - Med. L
CH Financial Equity - Med. L
CH Technology Equity - Med. L
CH Liquidity Euro - Med. L
CH Liquidity Us Dollar - Med. L
CH Euro Income - Med. L-A
CH Euro Income - Med. L-B
CH International Income - Med. L-A
CH International Income - Med. L-B
CH Euro Bond - Med. L-A
CH Euro Bond - Med. L-B
CH International Bond - Med. L-A
CH International Bond - Med. L-B
CH International Equity - Med. L-A
CH Flexible Fund - Med. L-A
CH North American Equity Med. S
CH European Equity - Med. S
CH Italian Equity - Med. S
CH Germany Equity - Med. S
CH Spain Equity - Med. S
CH Pacific Equity - Med. S
CH Emerging Markets Equity - Med. S
CH Energy Equity - Med. S
CH Cyclical - Med. S
CH Counter Cyclical Equity - Med. S
CH Financial Equity - Med. S
CH Technology Equity - Med. S
CH Liquidity Euro - Med. S
CH Liquidity Us Dollar - Med. S
CH Euro Income - Med. S-A
CH Euro Income - Med. S-B
CH International Income - Med. S-A
CH International Income - Med. S-B
CH Euro Bond - Med. S-A
CH Euro Bond - Med. S-B
CH International Bond - Med. S-A
CH International Bond - Med. S-B
CH International Equity - Med. S-A
CH Flexible Fund - Med. S-A
CH Solidity & Return - Med. S-A
CH North American Equity Med. L cop.
CH European Equity - Med. L cop.
CH Pacific Equity - Med. L cop.
CH International Income - Med. L-A cop.
CH International Income - Med. L-B cop.
CH International Bond - Med. L-A cop.
CH International Bond - Med. L-B cop.
CH International Equity - Med. L-A cop.
CH North American Equity Med. S cop.
CH European Equity - Med. S cop.
CH Pacific Equity - Med. S cop.
CH International Income - Med. S-A cop.
CH International Income - Med. S-B cop.
CH International Bond - Med. S-A cop.
CH International Bond - Med. S-B cop.
CH International Equity - Med. S-A cop.
CH Solidity & Return - Med. S-B
8,320
5,193
3,875
5,909
6,826
6,615
8,086
6,692
6,300
5,180
3,300
3,677
6,770
4,725
7,352
4,841
5,569
5,390
10,466
6,942
6,677
6,240
7,674
4,529
10,776
8,826
6,676
11,265
14,784
8,701
17,936
12,952
12,679
8,316
5,152
3,862
5,854
6,791
6,603
8,019
6,691
6,278
5,176
3,283
3,664
6,769
4,700
7,353
4,842
5,560
5,381
10,494
6,960
6,684
6,246
7,654
4,511
10,771
8,757
6,654
11,161
14,706
8,685
17,787
12,952
12,634
MEDIOLANUM BEST BRANDS - CLASSI MEDIOLANUM
Quotazioni del
05-10-2016
Precedente
Quotazioni del
US Collection Med. L
European Coll Med. L
Pacific Coll Med. L
Em Markets Coll Med. L
Glb Tech Coll Med. L
Euro Fixed Income Med. L A
Euro Fixed Income Med. L B
Glb High Yield Med. L A
Glb High Yield Med. L B
Dynamic Coll Med. L
Equity Power Coup. Coll Med. L
Med.Blackrock Glo Sel Med. L A
Med. JP Morgan Glo Sel Med. L A
Med. Morgan Stanley Glo Sel Med. L A
Premium Coupon Coll Med. L
US Collection Med. S
European Coll Med S
Pacific Coll Med. S
Em Markets Coll Med. S
Glb Tech Coll Med. S
Euro Fixed Income Med. S A
Euro Fixed Income Med. S B
Glb High Yield Med. S A
Glb High Yield Med. S B
Dynamic Coll Med. S
Equity Power Coup. Med. S A
Med. Blackrock Glo Sel Med. S A
Med. JP Morgan Glo Sel Med. S A
Med. Morgan Stanley Glo Sel Med. S A
Premium Coupon Coll Med. S
US Collection Med. L cop
European Coll Med L cop
Pacific Coll Med. L cop
Glb High Yield Med. L A cop
Glb High Yield Med. L B cop
Equity Power Coup. Med. L cop
Med. Blackrock Glo Sel Med. L cop
Med. JP Morgan Glo Sel Med. L cop
Med. Morgan Stanley Glo Sel Med. L cop
Premium Coupon Coll. Med. L cop
Glb Tech Coll Med. L cop
Dynamic Coll Med. L cop
US Collection Med. S cop
European Coll Med S cop
Pacific Coll Med. S cop
Glb High Yield Med. S A cop
Glb High Yield Med. S B cop
Equity Power Coup. S cop
Med.Blackrock Glo Sel Med. S cop
Med. JP Morgan Glo Sel Med. S
Med. Morgan Stanley Glo Sel Med. S cop
Premium Coupon Coll. Med. S cop
Glb Tech Coll Med. S cop
Dynamic Coll Med. S cop
Med. DWS MegaTrend Sel L
Med. DWS MegaTrend Sel L Cop
Med. Franklin Templeton EM Sel L
Med. Pimco Inflation Strategy Sel L
Med. DWS MegaTrend Sel S
Med. DWS MegaTrend Sel S Cop
Med. Franklin Templeton EM Sel S
Med. Pimco Inflation Strategy Sel S
Coupon Strategy Collection La
Coupon Strategy Collection La Cop
Coupon Strategy Collection Lb
Coupon Strategy Collection Lb Cop
Coupon Strategy Collection Sa
Coupon Strategy Collection Sa Cop
Coupon Strategy Collection Sb
Coupon Strategy Collection Sb Cop
New Opportunities collection Lca
New Opportunities collection Lhc
New Opportunities collection Sca
New Opportunities collection Shc
Premium Coupon Coll L B
Premium Coupon Coll L B Hed
Premium Coupon Coll S B
Premium Coupon Coll S B Hed
Equity Power Coup. Coll L B
Equity Power Coup. Coll L B Hed.
Equity Power Coup. Coll S B
Equity Power Coup. Coll S B Hed.
Med. Invesco Balanced Risk Coup. Sel LA
Med. Invesco Balanced Risk Coup. Sel LB
Med. Invesco Balanced Risk Coup. Sel SB
Med. Invesco Balanced Risk Coup. Sel SA
Med. Carmignac Strategic Sel LA
Med. Carmignac Strategic Sel SA
Conv. Strategy Coll LA
Conv. Strategy Coll LB
Conv. Strategy Coll LA Hedged
Conv. Strategy Coll LB Hedged
Conv. Strategy Coll SA
Conv. Strategy Coll SB
Conv. Strategy Coll SA Hedged
Conv. Strategy Coll SB Hedged
Infra. Opportunity Coll LA
Infra. Opportunity Coll LB
Infra. Opportunity Coll LA Hedged
Infra. Opportunity Coll LB Hedged
Infra. Opportunity Coll SA
Infra. Opportunity Coll SB
Infra. Opportunity Coll SA Hedged
Infra. Opportunity Coll SB Hedged
Med. Pimco Inflation Strategy Sel LB
Med. Pimco Inflation Strategy Sel SB
Socially Responsible Collectin L A
Socially Responsible Coll LA Hedged
Socially Responsible Coll A Hedged
Socially Responsible Coll SA
Equilibrium LA
Equilibrium LB
Equilibrium LA Hedged
Equilibrium LB Hedged
Equilibrium SA
Equilibrium SB
Equilibrium SA Hedged
Equilibrium SB Hedged
Financial Income Strategy LA
Financial Income Strategy LB
Financial Income Strategy SA
Financial Income Strategy SB
Long Short Strategy Collection LA
Long Short Strategy Collection SA
European Coupon Strategy Collection LA
European Coupon Strategy Collection LHA
European Coupon Strategy Collection LB
European Coupon Strategy Collection LHB
European Coupon Strategy Collection SA
European Coupon Strategy Collection SHA
European Coupon Strategy Collection SB
European Coupon Strategy Collection SHB
US Coupon Strategy Collection LA
US Coupon Strategy Collection LHA
US Coupon Strategy Collection LB
US Coupon Strategy Collection LHB
US Coupon Strategy Collection SA
US Coupon Strategy Collection SHA
US Coupon Strategy Collection SB
US Coupon Strategy Collection SHB
Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection LA
Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection LHA
Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection LB
Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection LHB
Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection SA
Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection SHA
Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection SB
Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection SHB
Dynamic International Value Opportunity LA
Dynamic International Value Opportunity LHA
Dynamic International Value Opportunity SA
Dynamic International Value Opportunity SA
5,634
6,395
6,660
10,539
2,615
6,008
4,706
11,783
5,631
6,742
6,665
6,910
7,106
8,101
6,461
8,834
9,537
9,594
17,070
7,771
11,588
9,139
17,403
8,868
11,589
10,327
13,349
13,728
15,652
12,616
6,220
6,926
5,539
7,687
5,014
5,985
5,687
5,889
6,978
6,170
8,584
6,755
11,799
13,009
10,476
14,748
9,603
11,412
10,957
11,377
13,453
12,028
16,530
13,066
6,110
5,673
5,363
5,214
11,908
11,017
10,455
10,229
6,475
5,880
5,177
4,685
12,673
11,471
10,132
9,162
5,935
5,435
11,650
10,652
5,206
5,004
10,362
9,896
5,608
6,378
6,629
10,419
2,599
6,008
4,706
11,713
5,598
6,723
6,617
6,861
7,050
8,039
6,440
8,794
9,512
9,550
16,876
7,726
11,589
9,139
17,299
8,815
11,556
10,253
13,256
13,618
15,531
12,575
6,218
6,905
5,499
7,680
5,010
5,954
5,656
5,855
6,935
6,156
8,564
6,746
11,795
12,970
10,402
14,735
9,595
11,352
10,897
11,311
13,370
12,001
16,491
13,049
6,083
5,661
5,341
5,219
11,857
10,994
10,411
10,240
6,428
5,854
5,139
4,664
12,581
11,419
10,059
9,121
5,911
5,423
11,604
10,630
5,189
4,992
10,328
9,874
PORTFOLIO FUND -CLASSI MEDIOLANUM
Quotazioni del
05-10-2016
Precedente
Quotazioni del
PO Active 100 Fund S
PO Active 80 Fund S
PO Active 40 Fund S
PO Active 10 Fund S
PO Aggressive Fund S
PO Aggressive Fund SH
PO Aggressive Plus Fund S
PO Aggressive Plus Fund SH
PO Dynamic Fund S
PO Dynamic Fund SH
PO Balanced Fund S
PO Balanced Fund SH
PO Moderate Fund S
PO Moderate Fund SH
PO Liquidity Fund S
PO Liquidity Fund SA
11,052
10,208
11,001
10,731
11,587
10,358
11,796
10,714
11,028
10,192
10,996
10,734
11,562
10,358
11,765
10,707
05-10-2016
Precedente
10,708
6,385
8,762
12,508
9,456
12,970
9,392
10,967
10,624
18,257
13,129
13,142
12,297
9,870
8,703
11,349
9,516
7,371
6,092
6,754
5,083
8,965
6,789
8,105
18,676
14,238
11,939
11,884
9,926
15,438
12,738
15,755
9,823
10,701
6,354
8,731
12,507
9,406
12,972
9,393
10,949
10,607
18,306
13,164
13,156
12,310
9,844
8,668
11,328
9,558
7,309
6,064
6,757
5,086
8,980
6,801
8,103
18,757
14,118
11,885
11,889
9,930
15,464
12,759
15,751
9,805
05-10-2016
Precedente
5,231
4,974
10,279
9,789
5,505
5,076
10,052
10,900
5,514
10,917
5,658
5,382
5,342
5,085
11,202
10,659
10,567
10,061
5,846
5,512
5,630
5,301
11,537
10,880
11,108
10,463
4,437
8,787
4,595
4,628
9,182
9,147
4,794
4,678
4,817
4,696
9,549
9,319
9,594
9,362
4,917
4,681
9,795
9,328
4,877
9,735
5,069
5,137
5,046
5,119
10,122
10,256
10,078
10,213
5,277
5,192
5,238
5,154
10,538
10,349
10,461
10,267
5,349
5,284
5,309
5,241
10,680
10,541
10,602
10,457
5,279
5,281
10,547
10,529
5,193
4,948
10,206
9,738
5,495
5,067
10,034
10,881
5,515
10,919
5,637
5,363
5,332
5,076
11,162
10,621
10,548
10,042
5,872
5,536
5,669
5,338
11,588
10,928
11,185
10,536
4,441
8,796
4,586
4,628
9,181
9,130
4,787
4,672
4,817
4,696
9,537
9,308
9,593
9,361
4,911
4,676
9,784
9,318
4,877
9,736
5,043
5,108
5,020
5,090
10,069
10,199
10,026
10,157
5,260
5,197
5,221
5,158
10,504
10,358
10,427
10,276
5,319
5,269
5,280
5,226
10,621
10,510
10,544
10,428
5,267
5,280
10,524
10,526
05-10-2016
Precedente
11,582
10,795
11,579
11,111
11,314
11,018
11,082
11,236
11,568
10,800
11,572
11,117
11,314
11,026
11,081
11,235
24 BORSA ITALIANA
Giovedì 6 ottobre 2016
ITALCEMENTI
FCA-IVECO-SNAM
Titoli via dalla Borsa il 12 ottobre
Alleati per dare forza al gas per auto La raccolta sale del 12% a 259 milioni Chiude i siti di Roma e Napoli
Il titolo Italcementi, in seguito alla conclusione
dell’Opa lanciata dal gruppo tedesco HeidelbergCement sul restante 55% del capitale di Italcementi (adesioni 86,087%), sarà revocato dalla
quotazione in Borsa a partire dalla seduta del 12
ottobre prossimo.
Fca, Iveco e Snam uniti per accelerare lo sviluppo del
gas come carburante alternativo ed ecocompatibile.
I tre soggetti, che hanno siglato una lettera d’intenti
al Mise, collaboreranno per accelerare l’ulteriore sviluppo del metano per autotrazione. Previsto il raddoppio dei distributori fino a oltre 2.000 in 10 anni.
»
La giornata
in Piazza Affari
Prezzo
AZIONE
Chiusura di seduta in
buon rialzo per la Borsa, che
grazie alla fiammata dei titoli bancari distanzia gli altri
principali mercati europei.
L’indice Ftse Mib segna
+1,03% a 16.476 punti. Insieme alle banche e ai finanziari si sono mosse Eni e Fca.
Tra le prime balzo di Bpm
(+5,15%), Banco Popolare
(+3,45%), Bper (+5,02%). Intesa guadagna il 3,32%, Mediobanca il 3,72%, Unicredit
il 4,08%, Ubi il 5,73%. Pesante Monte Paschi (-3,93%)
giunta al nuovo minimo. Prosegue il momento vivace del
risparmio gestito (+2% Azimut e Banca Mediolanum).
Su Generali (+4,17%) e Unipol (+3,55%). Eni segna un
+2,31%, sospinta sia dal rialzo del petrolio che dai report
favorevoli, tra cui quello di
Deutsche Bank, dopo l’accordo con Bp in Mozambico. In
rialzo Fca (+1,74%), giù Telecom (-0,27%), male i difensivi Snam (-2,44%) e Terna
(-2,89).
Nelle altre Borse europee,
Londra chiude in calo dello
0,58%, Francoforte archivia
gli scambi in calo dello
0,32% e Parigi dello 0,29%. I
chiusura
AAcea
Acotel Group
Acsm-Agam
Adidas ag
Aedes
Aeffe
Aegon
Aeroporto Marconi Bo.
Ageas
Ahold Del
Air Liquide
Airbus group
Alba
Alcatel-Lucent
Alerion
Allianz
Ambienthesis
Amplifon
Anheuser-Busch
Anima Holding
Ansaldo STS
Ascopiave
ASML Holding
Astaldi
Astm
Atlantia
Autogrill
Autos Meridionali
Axa
Azimut
A2a
BB Carige
B Carige Rsp
B Desio Bria Rnc
B Desio e Brianza
B Ifis
B Intermobiliare
B M.Paschi Siena
B P di Sondrio
B P Emilia Romagna
B Pop Etruria e Lazio
B Pop Milano
B Pop Spoleto
B Profilo
B Santander
B Sardegna Rsp
B Sistema
Banca Generali
Banco Popolare
Banzai
Basf
Basicnet
Bastogi
Bayer
BB Biotech
B&C Speakers
Bca Finnat
Bca Mediolanum
Be
Beghelli
Beiersdorf AG
Beni Stabili
Best Union Company
Bialetti Industrie
Biancamano
Biesse
Bioera
Bmw
Bnp Paribas
Boero
Bon Ferraresi
Borgosesia
Borgosesia Rsp
Brembo
Brioschi
Brunello Cucinelli
Buzzi Unicem
Buzzi Unicem Rsp
CCad It
Cairo Communication
Caleffi
Caltagirone
Caltagirone Editore
Campari
MATERIE PRIME
PETROLIO
Light Sweet Crude Oil
AGRICOLTURA (CBOT)
Frumento
Mais
10,91
5,715
1,636
155,9
0,336
1,029
3,7
9
33
20,77
95,6
54,6
2,686
3,492
2,01
134,8
0,368
9,225
115,7
4,41
10,5
2,616
97,5
3,32
9,67
21,65
7,54
17,32
19,62
14,2
1,202
0,309
65
1,713
1,734
20,47
1,048
0,174
2,606
3,388
0,583
0,396
1,794
0,174
4,038
5,76
2,112
17,33
2,22
2,76
77,3
3,22
1,03
90
46,59
7,05
0,309
6,145
0,594
0,36
82,45
0,543
2,382
0,362
0,138
14,67
0,205
78,25
47,5
20,29
18,53
0,285
0,343
53
0,049
18
18,1
9,78
3,5
3,676
1,189
1,95
0,722
9,78
Ultima
2016
Capital.
Var. Uff. in mln
min. max.
-1,445
0,263
-3,991
-0,064
-0,149
-0,097
6,813
1,072
-0,954
3,605
-0,79
1,201
0,272
0,685
-1,283
1,343
-1,377
-2,081
-0,528
-0,403
3,209
2,085
-0,579
5,641
-3,166
-2,089
-3,927
4,575
5,022
5,149
1,462
0,174
3,529
1,583
3,448
-1,429
-0,579
0,312
-0,29
-0,111
-0,83
1,992
-0,419
1,839
-2,601
1,276
1,831
-1,429
2,516
0,049
1,033
2,97
-0,539
1,534
-2,752
0,559
1,117
-0,102
-4,11
-0,649
-0,084
-0,915
-1,096
-1,411
2323,45
23,83
125,35
32616,8
107,49
110,48
583,94
325,13
77604,83
2475,55
33028,61
42188,25
26,48
8092,74
87,59
61185,72
34,1
2084,08
186073,62
1322,14
2100
613,22
42250,02
326,77
850,96
17878,22
1918,18
75,78
40989,28
2034,21
3765,75
256,52
1,66
22,62
202,88
1101,51
163,71
509,3
1181,52
1630,67
126,62
1740,03
53,4
117,63
57810,56
38,02
169,85
2015,77
1837,63
113,27
71357,84
196,4
127,32
68790,77
2581,09
77,55
111,95
4541,45
80,13
72
20777,4
1232,39
22,27
39,06
4,69
401,86
7,38
47106,12
43324,57
88,07
145,92
10,81
0,31
3539,58
38,44
1224
2992,82
398,16
31,43
494,12
18,58
234,23
90,25
5680,22
9,84
5,495
1,264
126,9
0,316
0,945
3,038
6,1
28,89
18,759
89,074
49,03
2,212
2,898
1,521
119
0,351
6,755
110,8
3,924
9,735
2,01
87,3
3,208
8,935
20,94
6,215
15,98
16,25
12,83
0,956
0,282
49,9
1,706
1,585
16,66
1
0,174
2,126
2,582
0,583
0,332
1,794
0,16
3,29
5,69
1,86
16,02
1,83
2,466
56,8
2,698
1,005
84,65
36,94
6,24
0,299
5,315
0,358
0,352
81,1
0,477
2,25
0,231
0,114
10,36
0,189
65,05
36,7
17,5
16,59
0,25
0,342
32,78
0,045
13,28
12,1
7,35
3,4
3,37
0,874
1,785
0,722
6,94
preced.
48,69
48,81
406,5
348,75
395,5
348,25
Titolo
ultimo
preced.
Riso
FARINE E SEMI (CBOT)
Farina di Soia
Semi di soia
10,05
10,1
305,1
963,5
304,5
963,5
Quote al 05/10
Oro
Argento
Platino
Palladio
$ x Oz
1264,52
17,58
974,37
676,14
€x Gr
36,29
0,50496
27,64
19,3
MOT-TITOLI DI STATO
Codice
Isn
Titolo
15.11.2016
15.12.2016
01.02.2017
01.05.2017
15.05.2017
01.06.2017
1.8.2017
01.11.2017
15.1.2018
01.02.2018
15.05.2018
01.06.2018
01.08.2018
15.10.2018
01.12.2018
1.2.2019
01.03.2019
15.04.2019
01.05.2019
1.8.2019
01.09.2019
01.12.2019
1.2.2020
01.03.2020
01.05.2020
01.09.2020
01.11.2020
01.03.2021
01.05.2021
01.06.2021
1.8.2021
01.09.2021
01.11.2021
15.12.2021
01.03.2022
15.04.2022
01.09.2022
15.09.2022
01.11.2022
15.03.2023
01.05.2023
01.08.2023
15.09.2023
15.10.2023
1.11.2023
22.12.2023
01.03.2024
01.09.2024
01.12.2024
01.03.2025
01.06.2025
01.12.2025
01.03.2026
01.06.2026
1.11.2026
1,38
0,75
2
2,38
0,58
2,38
2,63
1,75
0,38
2,25
0,13
1,75
2,25
0,15
1,75
2,13
2,25
0,05
1,25
0,75
2,13
0,53
2,25
2,13
0,35
2
0,33
1,88
1,88
0,23
1,88
2,38
0,03
1,08
2,5
0,68
2,75
0,73
2,75
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121,3
99,74
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160
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120,55
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110,9
100,25
106,43
104,21
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103,23
114,71
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102,1
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124,63
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99,44
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160
126,12
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111,73
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103,49
107,22
129,31
103,24
156,63
Ultima
2016
Capital.
Var. Uff. in mln
min. max.
Prezzo
AZIONE
chiusura
Carraro
Carrefour
Cattolica Assicurazioni
Cembre
Cementir Holding
Centrale del Latte d’Italia
Cerved Information Sol
Chl
Cia
Ciccolella
Cir
Class Editori
Cnh Industrial
Cofide
Coima Res
Commerzbank
Conafi Prestito’
Continental AG
Cr Valtellinese
Credem
Credit Agricole
Csp International
Cti Biopharma
DDada
Daimler
Damiani
D’Amico
Danieli & C
Danieli & C Rsp
Danone
Datalogic
Dea Capital
De’Longhi
Deutsche Bank
Deutsche Borse AG
Deutsche Lufthansa AG
Deutsche Post AG
Deutsche Telekom
Diasorin
Digital Bros
Dmail Group
EEdison Rsp
Eems
Ei Towers
El En
Elica
Emak
Enav
Enel
Enervit
Engie
Eni
E.On
Erg
Ergycapital
Espresso
Esprinet
Essilor INTL
Eukedos
Eurotech
Evonik Industries AG
Exor
Exprivia
FFalck Renewables
Ferrari
Fiat Chrysler
Fidia
Fiera Milano
Fila
Fincantieri
FinecoBank
Fnm
Fresenius M Care AG
Fresenius SE & Co. KGaA
Fullsix
GGabetti
Gas Plus
Gefran
Generali
Geox
Gruppo Waste Italia
HHeidelberger Cement AG
Henkel KGaA Vz
14,25
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4
29,18
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117
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7,81
0,432
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15,92
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1
10,09
1,212
23,5
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12,68
4,35
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5,76
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0,305
5,075
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0,352
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64,9
0,944
0,32
17,39
11,8
66,55
19,3
1,075
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12,09
69,85
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-
55,74
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20181,79
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118,59
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3143,25
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10,93
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9,495
0,042
0,696
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28
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1,357
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0,27
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0,341
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65,8
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0,445
2,48
1,43
9,815
2,062
0,127
68,55
108,2
Prezzo
AZIONE
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4,082
0,735
85
121,3
chiusura
Hera
II Grandi Viaggi
Igd
Il Sole 24 Ore
Ima
Immsi
Industria e Innovazione
Infineon Technologies AG
Ing Groep
Intek Group
Intek Group Rsp
Interpump
Intesa Sanpaolo
Intesa Sanpaolo Rsp
Invest e Sviluppo
Inwit
Irce
Iren
Isagro
Isagro Azioni Sviluppo
It Way
Italcementi
Italiaonline
Italiaonline Rsp
Italmobiliare
Ivs Group
JJuventus FC
KKering
K.R.Energy
K+S AG
LLa Doria
Landi Renzo
Lazio S.S.
Leonardo - Finmeccanica
Linde AG
L’Oreal
Luxottica Group
Lventure Group
LVMH
MMaire Tecnimont
Marr
Massimo Zanetti Beverage
M&C
Mediacontech
Mediaset
Mediobanca
Merck KGaA
Meridie
Mid Industry Capital
Mittel
Moleskine
Molmed
Moncler
Mondadori
Mondo TV
Monrif
Munich RE
Mutuionline
NNice
Nokia Corporation
Nova Re
OOlidata
Openjobmetis
Orange
Ovs
PPanariaGroup
Parmalat
Philips
Piaggio
Pierrel
Pininfarina
Piquadro
Poligrafica S.Faustino
Poligrafici Editoriale
Poste Italiane
Prelios
Premuda
Prima Industrie
ProSiebenSat.1 Media SE
Prysmian
RRai Way
Ratti
Chiusura dei siti produttivi di Roma e Napoli con
un taglio di 2.511 persone, di cui 1.666 riferite alla
sede della capitale e 845 a quella del capoluogo
campano. Sono questi i numeri, pari al 5% della
forza lavoro del gruppo a livello globale, comunicata da Almaviva a sindacati e ministero del Lavoro.
Scadenza
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0
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15/12/2016
01/02/2017
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15/05/2017
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01/11/2017
15/01/2018
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01/05/2019
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01/12/2019
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01/09/2022
15/09/2022
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01/05/2023
01/08/2023
15/09/2023
15/10/2023
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22/12/2023
01/03/2024
01/09/2024
01/12/2024
01/03/2025
01/06/2025
01/12/2025
01/03/2026
01/06/2026
01/11/2026
Codice
Isn
Titolo
Ced. Prezzo d’asta Rend.
sem. ultimo preced. lordo
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It
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It
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It
It
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15.12.2022
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0,5%
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Ultima
Var.
quot.
Zc
30.08.2017
28.03.2018
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domanda
offerta
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Quotazione
domanda
offerta
Moneta
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263,57
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298,53
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225,71
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10 $ Indiano
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Cambio
per doll.
☎
Var.
quot.
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Sterlina (n.c)
Sterlina (post 74)
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Marengo Francese
Marengo Belga
Marengo Austriaco
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chiusura
Prezzo
ultimo
prec.
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102,790
-
85,000
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-
Titolo
Prezzo
AZIONE
chiusura
Rcs Mediagroup
Recordati
Renault
Reno De Medici
Reply
Retelit
Ricchetti
Risanamento
Roma A.S.
Rosss
Rwe
SSabaf
Saes Getters
Saes Getters Rsp
Safilo Group
Safran
Saint-Gobain
Saipem
Saipem Rcv
Salini Impregilo
Salini Impregilo Rsp
Salvatore Ferragamo
Sanofi
Sap
Saras
Save
Schneider Electric
Servizi Italia
Sesa
Sias
Siemens
Sintesi
Snai
Snam
Societe Generale
Sogefi
Sol
Space2
Stefanel
Stefanel Rsp
STMicroelectronics
TTamburi
Tas
Technogym
Tecnoinvestimenti
Telecom Italia
Telecom Italia Rsp
Telefonica
Tenaris
Terna
Ternienergia
Tesmec
Thyssenkrupp AG
Tiscali
Tod’s
Toscana Aeroporti
Total
Trevi
Txt e-solutions
UUbi Banca
Unibail-Rodamco
Unicredit
Unicredit Rsp
Unilever
Uniper
Unipol
UnipolSai
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Vianini
Vinci SA
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Vivendi
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Vonovia SE
YYoox Net-a-Porter Group
ZZignago Vetro
Zucchi
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103,000
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Ultima
2016
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-
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100,011
100,032
100,043
100,067
100,074
100,097
100,093
100,111
100,123
100,124
100,119
100,140
100,159
100,169
0,114
0,098
0,120
0,077
0,093
0,117
-
1 mese
3 mesi
6 mesi
9 mesi
12 mesi
-0,371
-0,301
-0,203
-0,131
-0,064
-0,376
-0,305
-0,206
-0,133
-0,065
Tasso riferimento principale
Depositi
Rifinanziamento marginale
0,00
-0,40
0,25
TASSI BCE
Fondo
Alpha Immobiliare
AMUNDI RE Europa
AMUNDI RE Italia
Atlantic 1
Atlantic 2
Beta
Bnl Portfolio Imm
Delta Immobiliare
Estense Distrib
Europa Imm 1
Immobiliare Dinamico
Immobilium 2001
ultimo
-
106,461
107,652
106,948
102,180
102,395
129,220
99,887
104,525
100,198
97,262
107,881
95,862
95,162
102,315
100,018
98,726
109,332
98,840
80,101
151,006
103,510
116,000
110,127
78,683
104,262
106,374
113,006
108,995
107,420
102,325
113,643
101,179
76,907
Titoli
Prezzo
chiusura
Cdr Adv. Capital 6% Cv 2015-21
Cdr Adv Capital 6,5 Cv 2014-19
Chl Cv 2014-2018
101,000
102,900
Prezzo
ultimo
prec.
101,000
102,793
Quantità
in migliaia
100,000
101,000
102,793
-
OBBLIGAZIONI PIÙ TRATTATE NELLA GIORNATA
4,66
0,06
0,57
4,91
2,94
1,72
0,24
0,75
2,52
29,42
0,87
14,52
6,13
3,68
1,75
2,17
3,27
0,89
2,19
3,87
3,77
1,43
1,34
2,13
3,69
3,10
0,82
2,66
1,95
2,76
3,35
4,86
2,34
FONDI CHIUSI
EURIBOR (aggiornato al 04/10)
Scadenza
Quantità
in migliaia
Prezzo d’asta Rend. Scadenza
ultimo
lordo
Alerion TF 2015-2022 Eur
Atla Nv18 3,625% Eur
Autostrade 12.06.2023 1,625%
Banco Popolare Nv20 5.5% Eur
Bca Carige 99/2019 132 ind
Bei 99/2019 Eu S Bond
Bimi Gn17 Tv Eur
Bimi Mg19 Tm Bancoposta CFloor
Bimi Mz17 Mc Eur
Bimi 27.11.2016 Brl 10%
Bimi 30.08.2019 Eur 4,5%
Bnp Arbitr Tf 10% Dc17 Brl
Bnp Arbitr 02.02.2020 4,5% Mxn
Bpop 30.07.2022 Eur3m+4,375%
CassaDdPp 20.03.2022 Mc
Centrob 2019 Eu Sd Ind
Centrob 98/2018 Cap Rf
Centrob 98/2018 Zc
Comit 97/2027 Zc
Crediop step down 2^ 99/24 12%
Crediop 99/2019 Rfc
IADB 98-18 Coupon Reset
IADB 98-18 Rev.Float.Capped
ISP fb28 zc
Ivs Group 15.11.2022 4,5%
Mb Gn21 Tv
Mb Mg20 P Atto 4,5%
Mb Nv20 Eur 5%
Mb 04.12.2023 TM Cap Floor
Mb 10.09.2025 Tv Floor Sub2
Mb 18.04.2023 5,75%
Mbp Nv17 Sc Eur
Mcr Centr 98/2028 Zc
11-02-2022
30-11-2018
12-06-2023
18-11-2020
17-05-2019
05-02-2019
30-06-2017
31-05-2019
31-03-2017
27-11-2016
30-08-2019
02-12-2017
02-02-2020
30-07-2022
20-03-2022
22-01-2019
20-10-2018
30-01-2018
08-01-2027
26-02-2024
29-01-2019
24-12-2018
06-11-2018
17-02-2028
15-11-2022
13-06-2021
14-05-2020
15-11-2020
04-12-2023
10-09-2025
18-04-2023
30-11-2017
10-02-2028
Titolo
Prezzo d’asta Rend. Scadenza
ultimo
lordo
Mcr Lomb 2018 75 R F
Mcr Lomb 2019Eu Sd Ind
Mcr Lomb 2019EU 3 Rfc
Mcr Lomb 98/2028 25Zc
Mcr Lomb 99/19 37a step-down
Mediob Ap19 TM Eur
Mediob Opera gn26 sb t2 3,75%
Mediob Tv Cap Floor Ag 23
Mediob 12.06.2025 2,75% Call
Mediob 12.12.2017 Zc Eur
Mittel 12.07.2019 6% Eur
Mps 27.10.2017 Mc Eur
Mps 29.09.2017 Mc Eur
RBS Ge20 Royal Sicurezza
RBS Ge20 Royal 5,5 Inflazione
RBS Ott19 Tsf
Sg Issuer 04.02.2019 6,75% Zar
Sg Issuer 05.12.2016 10% Brl
Sg Issuer 27,4,2018 rub 10,5%
Sg 29.01.2019 7,25% Idr
Spaolo 97/2022 115 Zc
Spaolo 99/19 7 IND
Tip 4,75% 2014-2020
Ubi Feb17 lt2 3.1%
Ubi Ge17 SU Eur
Ubi Gn19 SubLT2FixFloat
Ubi Mz19 Mc Sub Call
Ubi Nv17 Eur 4,3%
Ubi Nv18 Mc Eur
Ubi 08.10.19 6% lt2
Ubi 08.10.2019 T M LT2 Welcome
Ubi 30/06/11-18 5,4%
109,523
98,777
109,368
77,897
98,536
100,771
100,791
106,927
104,159
99,569
105,035
99,593
99,242
108,388
102,790
99,604
96,865
97,154
103,603
100,240
93,719
105,400
108,102
100,542
101,166
97,438
97,553
100,839
97,494
103,255
104,093
102,373
3,14
2,25
3,10
2,22
1,76
0,86
3,69
1,98
2,22
0,37
4,09
5,14
5,11
0,89
0,77
0,53
8,28
29,18
7,95
7,11
1,23
0,87
2,29
1,10
0,28
2,73
2,76
2,73
1,89
3,59
3,25
3,57
06-11-2018
15-01-2019
18-02-2019
18-02-2028
03-06-2019
02-04-2019
16-06-2026
29-08-2023
12-06-2025
12-12-2017
12-07-2019
27-10-2017
29-09-2017
11-01-2020
11-01-2020
08-10-2019
04-02-2019
05-12-2016
27-04-2018
29-01-2019
30-01-2022
25-01-2019
14-04-2020
23-02-2017
31-01-2017
30-06-2019
13-03-2019
05-11-2017
18-11-2018
08-10-2019
08-10-2019
30-06-2018
Dati ed elaborazioni di borsa sono curati da
prec.
1363,000 1369,000
1131,000 1135,000
971,500 970,000
288,900 291,700
97,050
97,050
129,300 129,900
507,500 510,000
65,900
65,550
686,500 690,000
942,000 942,500
85,900
85,850
1935,000 1910,000
Per la vostra pubblicità su
[email protected] - www.visibilia.eu
3300,82
47,36
534,58
18,76
2355,6
129,91
3,16
18295,69
22921,66
68,72
18,38
1693,07
31623,99
1754,95
2,09
2604
48,44
1731,23
29,51
14,69
12,85
3695,28
231,82
2,18
1056,04
330,51
309,89
23539,3
15,4
19512,31
254,05
46,35
33,9
5787,29
28435,75
100241,49
20139,28
12,2
76479,23
664,22
1185,48
246,27
91,99
18,59
3312,16
5221,77
12407,26
4,91
17,3
121,4
515,34
215,99
3857,83
236,36
126,59
29,09
34159,83
303,06
303,69
19422,85
3,12
5,24
91,18
36261,02
1203,1
145,14
4374,4
25759,19
668,85
14,63
46,19
55,65
6,19
23,21
8097,88
91,44
9,35
145,72
8172,08
5110,28
979,2
55,68
Titoli
4014 Dollaro Canadese
Moneta
-1,599
0,152
0,921
-0,915
0,251
0,079
4,328
1,645
1,067
-0,704
-0,575
3,316
2,283
-3,881
-0,504
-0,29
-2,333
-0,661
0,583
-0,377
-0,591
1,117
-0,065
0,27
-0,62
-2,44
1,229
2,962
1,265
-2,29
0,897
-0,75
-0,256
0,092
0,394
-0,278
-0,103
0,499
0,214
3,72
-0,156
0,58
-0,097
1,048
-0,55
0,615
-0,052
0,73
0,656
2,667
-1,731
-0,375
-1,561
0,952
5,611
0,085
0,684
-0,875
1,278
1,593
0,815
-1,894
3,534
0,813
-0,502
0,725
0,769
-1,37
-
MOT-OBBLIGAZIONI
Ultima
BTPI
IT0004863608
IT0004917958
IT0004085210
IT0004969207
IT0004890882
IT0004380546
IT0005012783
IT0005058919
IT0004604671
IT0005188120
IT0005105843
IT0005174906
IT0005004426
IT0004735152
IT0005138828
IT0003745541
2,216
0,992
0,658
0,433
60
0,382
0,135
15,79
11,12
0,199
0,367
15,55
1,994
1,882
0,032
4,34
1,722
1,465
1,202
1,036
1,625
10,58
2,02
320
44,34
8,485
0,308
186
0,465
16,84
8,195
0,412
0,501
10,01
153,1
166,4
41,62
0,477
156,1
2,174
17,82
7,18
0,194
1,008
2,804
5,995
96
0,095
4,1
1,381
2,426
0,513
15,42
0,904
4,578
0,194
165,5
7,67
2,618
5,11
0,231
0,154
6,65
13,87
5,3
3,2
2,358
26,49
1,699
0,269
1,531
1,113
5,18
0,176
6,2
0,079
0,05
13,9
37,35
23,58
3,6
2,036
Ultima
2016
Capital.
Var. Uff. in mln
min. max.
OBBL.CONVERTIBILI
Australia tus
Canada tus
Cina p/t
Giappone tus
G. Bretagna tus
CAMBI DELL’EURO
Ced. Prezzo d’asta Rend.
sem. ultimo preced. lordo
BTP
IT0004960826
IT0004987191
IT0004164775
IT0004793474
IT0005023459
IT0004820426
IT0003242747
IT0004867070
IT0005058463
IT0004273493
IT0005106049
IT0004907843
IT0004361041
IT0005139099
IT0004957574
IT0003493258
IT0004423957
IT0005177271
IT0004992308
IT0005030504
IT0004489610
IT0005069395
IT0003644769
IT0004536949
IT0005107708
IT0004594930
IT0005142143
IT0004634132
IT0004966401
IT0005175598
IT0004009673
IT0004695075
IT0005216491
IT0005028003
IT0004759673
IT0005086886
IT0004801541
IT0005135840
IT0004848831
IT0005172322
IT0004898034
IT0004356843
IT0004243512
IT0005215246
IT0000366655
IT0000366721
IT0004953417
IT0005001547
IT0005045270
IT0004513641
IT0005090318
IT0005127086
IT0004644735
IT0005170839
IT0001086567
La raccolta netta di Banca Generali è stata di 259
milioni a settembre (+12% in confronto al settembre 2015), portando quella di inizio anno a 4,1
miliardi (+36%). La raccolta gestita di settembre è
stata di 246 milioni (2,8 miliardi da inizio anno,
con un +4% su base annua).
TASSI UFFICIALI
METALLI PREZIOSI
ultimo
ALMAVIVA
MERCATO AZIONARIO
Bene Unipol
con Mediolanum
Terna scivola
Titolo
BANCA GENERALI
il Giornale
Milano TEL 02 3658 6750 FAX 02 3658 6774
Roma TEL 06 9521 3200-01-02 FAX 06 9521 3233
Fondo
Invest Real Sec
Investietico
Mediolanum Re A
Mediolanum Re B
Obelisco
Polis
Risp Imm Uno Energia
Securfondo
Socrate
Tecla
Unicredit Imm Uno
Valore Imm Globale
ultimo
prec.
845,000
244,000
3,324
2,400
508,000
911,500
6660,000
1087,000
268,100
131,500
1250,000
1654,000
846,500
244,000
3,424
2,400
504,000
919,000
6660,000
1124,000
270,000
132,000
1250,000
1650,000
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26
Giovedì 6 ottobre 2016
Album
LETTERATURA
Il Prix Prince Pierre de Monaco
al poeta siriano Adonis
L’edizione 2016 del «Prix littéraire Prince Pierre de Monaco» è stato conferito allo
scrittore siriano Adonis, 86 anni, considerato uno dei principali poeti contemporanei di lingua araba e anche uno dei favoriti nella corsa del Premio Nobel per la
Letteratura di quest’anno. Adonis è stato premiato per l’insieme della sua opera che
ha contribuito in maniera determinante all'apertura della letteratura araba alla
modernità. Adonis ha ricevuto un assegno di 15mila euro.
l’intervista » Joël Dicker
Eleonora Barbieri
I
l protagonista è sempre
Marcus Goldman, scrittore.
Però non è più alle prese
con La verità sul caso Harry
Quebert (bestseller da tre milioni
di copie), bensì con il suo passato,
la sua famiglia, il suo grande amore perduto, i cugini ricchi e splendidi (i Goldman di Baltimore), i
suoi genitori più «sfigati» (i Goldman di Montclair), e la tragedia
che ha colpito il clan. Il libro dei
Baltimore è il nuovo romanzo di
Joël Dicker (lo pubblica La nave
di Teseo). Lo scrittore svizzero è a
Milano per presentarlo, appena
arrivato da Ginevra, dove è nato
nel 1985 (sì, ha solo 31 anni...).
Alla fine del romanzo, Marcus scrive che «tutto è riparato». I libri riparano la realtà?
«Può darsi. In questo caso però
bisogna considerare tutto il resto
del romanzo: Marcus usa l’arte
per cercare di dare una sistemazione, un senso alla vita, al passato, a tutto ciò che credeva andasse
sistemato. È quello che non solo i
libri, ma tutta l’arte riesce a fare:
riutilizzare la propria realtà, quello che ci rende felici o tristi, per
qualcosa di diverso. Anche se non
è un romanzo autobiografico».
Marcus è ossessionato dal
passato, dalla verità.
«Però non è una ossessione dal
punto di vista nostalgico, è per capire come siamo diventati quello
che siamo, perché facciamo le cose e perché le facciamo in un certo modo. Attraverso questa ossessione del passato, Marcus sta cercando di capire se stesso».
Come Marcus, anche lei è ossessionato dalla scrittura?
«Non direi “ossessione”, è una
parola che non mi piace».
Passione?
«Passione sì, mi piace di più.
Per me è molto importante, quando lavoro a una storia, che la storia mi segua ovunque io vada e
qualunque cosa faccia, perché
vuol dire che sono davvero immerso nella storia stessa».
È piuttosto produttivo: ha
scritto molti romanzi in pochissimi anni.
«In realtà sono uno scrittore molto lento: mi ci vuole
un sacco di tempo per scrivere. È un processo molto
lungo, fatto di scrittura e
riscrittura delle stesse frasi.
E mi piace che, alla fine, le persone dicano che i miei libri sono facili da leggere: io cerco di essere il
più semplice possibile. Ma è difficile essere semplice».
Per scrivere Harry Quebert si
era chiuso a casa di sua nonna. Lo ha fatto di nuovo?
«È vero, di solito andavo da mia
nonna a scrivere, ma è morta due
anni fa. La sua casa era in affitto. E
allora mi sono chiesto: adesso dove vado a scrivere?».
Che cosa aveva di speciale la
casa di sua nonna?
«Ci sono andato fin da quando
ho iniziato a scrivere, intorno ai
vent’anni: avevo provato in un caffè, ma non ci riuscivo. Avevo bisogno di uno spazio tutto mio, di un
posto tranquillo. Da lei c’era questa stanza inutilizzata e così sono
andato lì per quasi dieci anni: è
stato il mio primo ufficio da scrittore. E mia nonna è stata la prima
OLTRE IL BUSINESS
«Quando scrivo un libro
non so come finirà
E non penso al lettore»
Gelosia, ossessioni, rivalità: ecco il nuovo romanzo
del giovane autore svizzero di «Harry Quebert»
a prendere il mio lavoro di autore
molto seriamente: non lasciava
mai entrare nessuno, era severa».
Alla fine dove è andato?
«Ho provato a lavorare a casa
mia, ma non riuscivo neanche lì.
Quindi ho preso un piccolo ufficio a Ginevra, solo per scrivere.
Ho bisogno di molta tranquillità,
e poi ho quintali di appunti, scarabocchi, foglietti... Un caos».
E nel caos ha una routine?
«Sì. Il mio obiettivo è scrivere il
più possibile, da sempre. Anche
quando studiavo Legge, anche
quando lavoravo come assistente
al parlamento a Ginevra, cercavo
di trovare il tempo per scrivere,
ogni giorno, e cercavo di scrivere
più che potevo. Inizio subito, al
mattino presto».
Uno dei temi del romanzo è
la gelosia, anche fra amici,
fra Marcus e i cugini, fra i cugini stessi. Siamo tutti gelosi?
«Viviamo in un mondo in cui
passiamo molto tempo a ostentare quello che siamo e abbiamo, e
a cercare di ottenere l’approvazione degli altri, anche se non li conosciamo. Ci affanniamo a ottenere
“like” per una foto su Facebook».
Viviamo sempre
in un
OGGI
A MILANO
Joël Dicker
presenta
il suo nuovo
romanzo,
«Il libro dei
Baltimore»
(La nave di
Teseo, pagg.
590, euro 22)
oggi a Milano,
alla Feltrinelli
Duomo, alle
ore 18.30.
«La verità
sul caso Harry
Quebert»
(Bompiani,
2013) è stato
un bestseller
mondiale
il Giornale
confronto con gli altri?
«È tutto un confronto fra come
è la mia vita e come è quella del
mio vicino. Ma la questione vera è
fra me e me: la persona di cui sono geloso è lo specchio di quello
che non sono, che non ho o che
avrei voluto essere, o avere. Quindi interrogarci sulla nostra gelosia
è un modo per riflettere su noi
stessi e mettere in discussione
quello che abbiamo raggiunto».
È una trilogia?
«Non lo so. L’ho accennato
quando mi chiedevano perché
avessi ambientato il mio romanzo
negli Stati Uniti. Il fatto è che con
Harry Quebert, che è il mio primo
vero romanzo, dopo cinque che
erano stati rifiutati, avevo deciso
che per me sarebbe stato un bene
scrivere un paio di libri ambientati fuori dall’Europa; e Il libro dei
Baltimore era parte di questo piano, anche se non potevo aspettarmi tutto il successo che è arrivato».
E dopo il successo?
«Ne sono stato molto felice, ovviamente, e ho accennato alla trilogia. Ma non lo so, perché in realtà non so mai davvero a che cosa
sto lavorando fino a che non è
pubblicato. Ed è anche quello che
mi piace del mio lavoro: non ho
piani, non so come finirà un mio
Le frasi
PROCESSO LUNGO
Sono lento
e caotico
Ma sono felice che
al pubblico sembri
tutto semplice
APERTO AL CASO
Una trilogia?
Non lo so
Anche la mia
suspense non è
mai pianificata
romanzo fino a che non l’ho finito, tutte le strade sono aperte».
Non sa come va a finire?
«Esatto. Del resto io amo leggere un libro perché mi piace l’atmosfera, certo, ma anche perché voglio sapere quello che succede: se
lo so già, perché leggerlo? E così è
anche quando scrivo. Non ho un
piano, tutto può cambiare. Ed è
per questo che non parlo mai di
quello che faccio, e che parlo di
un mio libro solo dopo che l’ho
scritto: non so mai se lo finirò davvero...»
Quindi la suspense per cui è
tanto famoso è casuale?
«Non è pianificata. Ogni capitolo è situato in anni diversi, lontani
fra loro, perché scrivo così: faccio
un salto indietro nel tempo per
scoprire che cosa è successo, poi
torno in avanti e racconto quello
che è successo dopo. Alla fine di
ogni capitolo non so che cosa succederà dopo. Ma intanto i vari capitoli, i vari momenti del tempo,
mi frullano in testa».
Ama il lieto fine?
«Più che lieto, direi speranzoso.
Mi piace che, quando un romanzo finisce, ci sia una nota di speranza, che tutto si possa sistemare, che le persone possano tornare insieme, che non vada per forza tutto a rotoli».
Qual è il suo obiettivo quando scrive?
«Il piacere. Quello che faccio è,
per me, una vera fonte di piacere.
Non so mai se alle persone piacerà, visto oltretutto che c’è un sacco di roba che ho scritto e nessuno ha mai letto... Perciò la cosa
più importante è godermi quello
che faccio».
E nei confronti del lettore
qual è l’obiettivo?
«Non penso al lettore. Spero
che gli piaccia, e sono molto felice
se c’è qualcuno che mi legge e apprezza quello che scrivo. Ma non
lo faccio per il lettore».
Di Montigny
teorizza
un’economia
che si fa eroica
Matteo Sacchi
L’
economia serve
l’uomo o è l’uomo
a servire l’economia? Nel mondo di oggi, dove tutto accade più velocemente, l’incertezza è un’opportunità o soltanto una minaccia? In un’epoca dove
l’individualismo sembra essere il vero Zeitgeist c’è spazio per ripensare a un nuovo modo per sentirsi parte
di una collettività?
Sono alcune delle domande che si pone Oscar
di Montigny nel saggio che
ha appena pubblicato per i
tipi di Mondadori: Il tempo
dei Nuovi Eroi (pagg. 262,
euro 13). Di Montigny (Milano, 1969) è direttore marketing, comunicazione e innovazione del gruppo bancario Mediolanum. Da anni si occupa, anche attraverso il suo blog Riflessioni per
il terzo millennio, di coniugare business, management, filosofia, arte e scienza. Nel testo condensa il
suo lungo percorso di riflessione per tracciare la strada di una nuova economia.
Una economia «0.0» che
metta l’essere umano al
centro e trovi un nuovo spazio per la responsabilità
personale. Un’economia
che vada oltre i vecchi concetti di violenza contro violenza e furbizia contro furbizia. Per raccontare questo modello, Di Montigny
fa largo uso della sua esperienza personale e costruisce la sua narrazione collegando i fatti della sua vita presentati per il loro valore
di svolta personale e non
per sterile autobiografia ai ragionamenti di alcuni
dei più importanti pensatori contemporanei, da Bauman a Sgalambro passando per Bohr e la teoria
quantistica. Può sembrare
strano, trattandosi di un libro dove largo spazio è dato, ovviamente, all’impresa
e all’economia ma, alla fine, quello che Di Montigny
teorizza è anche il ritorno a
una dimensione eroica della vita. Nel senso di una più
ampia realizzazione di se
stessi passando per la capacità di dare agli altri, di sostenere una visione più olistica che porti ad un miglioramento collettivo.
Utopia? Forse, ma è
un’utopia che Di Montigny
argomenta molto bene, partendo da modelli come
quello della Corporate Social Responsibility ma spingendosi decisamente oltre.
Così per lui l’atto economico per eccellenza diventa
l’amore.
Giovedì 6 ottobre 2016
ALBUM 27
il Giornale
ROMANZO
Il porno candore
di Mario Desiati
«profana» Pasolini
Massimiliano Parente
C
SI TERRÀ DAL 19 AL 23 APRILE
Internazionale, interattivo
e niente soldi pubblici
Ecco l’anti-Salone di Milano
Presentato «Tempo di libri». Il programma
affidato alla «correttissima» Chiara Valerio
Stefania Vitulli
D
ue scrittori, Chiara
Valerio e Pierdomenico Baccalario, a
guidare il programma per il pubblico. Un logo dallo stile a metà tra gli anni ’40 e
un doodle di Google («il libro è
la meridiana dell’epoca»). Un
grido di partenza come «Siamo
liberi imprenditori» lanciato da
Federico Motta di AIE per sottolineare l’autonomia dai contributi pubblici nonostante un
budget preventivato tra i 2 e i 3
milioni di euro. E un primo
obiettivo numerico in puro «stile Giuseppe Sala», anche se a
dichiararlo è l’amministratore
delegato di Fiera Milano, Corrado Peraboni: fino a 120mila visitatori attesi alla prima edizione
da 400 espositori distribuiti nei
padiglioni 2 e 4 di Rho, i più
vicini a metropolitana e passante, per una superficie complessiva di 35mila metri quadrati. È
sorto ieri il sole (rosso, come
detta il logo, su libro blu cobalto
e ombra gialla) sulla nuova fiera del libro di Milano. Si chiamerà «Tempo di libri», è stata presentata a un gran folla di addetti ai lavori tra editori, editor, uffici stampa, librai del mondo reale e online, bibliotecari – tutti
più numerosi dei giornalisti presenti ma anche più ignari rispetto ai media dei dettagli sulla
“rottura” Torino-Milano - e si
svolgerà, come già più volte preannunciato, dal 19 al 23 aprile,
con una chiusura in concomitanza con la Giornata Mondiale
del Libro e del Diritto d’Autore.
Il casting per la squadra è in
parte interno agli editori in parte soffiato alla tradizione del salone torinese (come l’ufficio
stampa guidato da Carmen Novella) e in parte “interna”, come
Giovanni Peresson, responsabile Ufficio Studi AIE, che diventa
curatore del programma professionale. Impossibile ignorare il
pedigree politicamente correttissimo di Chiara Valerio, neocuratrice del programma generale, la più attesa tra le nomine:
redattrice di Nuovi Argomenti e
Nazione Indiana, editor di nicchia radical chic con la Nottetempo di Ginevra Bompiani e
Roberta Einaudi, già nella scuderia di Concita De Gregorio,
ora collaboratrice di Rai Radio3
e autrice Einaudi. Percorso netto. Più popolare la scelta di Pierdomenico Baccalario - scrittore
per ragazzi da record: oltre 4 milioni di copie vendute con la serie Ulysses More - per il proIN MANO AI PRIVATI
Il budget previsto è di 2-3
milioni. Il settore giovani
affidato a Baccalario
gramma da 0 a 18 anni e di BookCity come sinergia di territorio
per curare eventi e serate fuori
salone sparsi per Milano e oltre.
Molto di più e di nuovo in
realtà non si può dire su questo
evento, che si andrà configurando più avanti e che rimane, per
ora, ancora troppo legato alla
questione da cui è nato. È vero
che l’Associazione Italiana Editori ha dato vita con Fiera Milano alla joint venture chiamata
Fabbrica del Libro (presieduta
da Renata Gorgani e con amministratore delegato Solly Cohen) per creare un evento autonomo di promozione della lettura. È vero che questo evento, ieri, è stato presentato come aperto a tutti, dinamico perché aperto ad analogico e digitale anche
sui formati dei libri, interattivo
perché prevede il coinvolgimento dei lettori come “prosumer”
ovvero co-creatori di contenuti
e plurale, perché il “Paese ospite” mutuato dal Salon torinese
si evolve in dichiarata dimensione internazionale, con un oc-
chio sempre più puntato a Barcellona, Londra e in generale a
fiere che rendono protagonista
il business di settore, quindi soprattutto acquisizione e vendita
di diritti, oltre allo sbigliettamento. Tutto vero. Ma è vero
anche che gli echi della battaglia con Torino, che conferma il
“suo” Salone del trentennale
un mese dopo, dal 18 al 22 maggio, non si sono spenti. Si dichiara infatti implicitamente fallito
il tentativo di compromesso avviato dal governo in settembre
per dare vita a un evento a regia
condivisa, anche se il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni dichiara: «Mi spiace
che il governo abbia polemizzato e preso questa posizione un
po’ critica, ma va bene così. Del
resto, “Milan l’è un gran Milan”
anche dal punto di vista culturale, come dimostrano i numeri
delle imprese culturali, delle
cause editrici. Lasciamo al settore privato, in questo caso alle
società, scegliere dove andare,
ma con Torino dobbiamo collaborare, per valorizzare le attività. Conviene sia a Milano che a
Torino». Tuttavia presentare ufficialmente Tempo di libri senza citare chiaramente, come è
accaduto ieri, una futura collaborazione con il Salone di Torino significa prendere le distanze appena in tempo dalla Fondazione per il Salone del Libro,
un’istituzione mista politica e
privata che ancora ieri ha subito l’ennesimo affondo d’inchiesta al vertice: indagato per turbativa d’asta, il suo vice-presidente Roberto Moisio ha dato
le dimissioni e rimangono in carica solo due consiglieri.
FONDAZIONE
Nella foto,
(da sinistra)
Federico
Motta,
presidente
della
Associazione
italiana
editori
e Corrado
Peraboni,
Ad di Fiera
Milano. Ieri
hanno
presentato
la nuova
kermesse
libraria
milanese,
«È tempo
di libri»,
che si terrà
dal 19 al 23
aprile.
La scrittrice
Chiara Valerio
sarà curatrice
del
programma
generale
SPILLO
Caso Ferrante, ora c’è anche la falsa Anita Raja
N
ella notte, Anita Raja ha ammesso su Twitter di
essere Elena Ferrante. Immediata la reazione di
alcune agenzie di stampa e perfino dell’edizione mattutina di qualche telegiornale. «Apro questo profilo
Twitter e presto lo chiuderò. Sarò qui solo per il tempo necessario a spiegare», recita il primo di sei cinguettiii, seguito da «lo confermo. Sono Elena Ferrante. Ma questo ritengo non cambi nulla nel rapporto
dei lettori con i libri». «Quei libri - si legge ancora sono e resteranno di Elena, non miei. Non intendo
parlare in alcun modo in prima persona o rilasciare
interviste e dichiarazioni». Inoltre «ritengo volgare e
pericoloso il modo in cui si è voluti arrivare a pretendere di svelare un’identità violando privacy e regole.
Ma pazienza». Infine: «Vorrei solo chiedere, ora che la
curiosità che durava da anni è stata esaudita, di lasciarmi vivere (e scrivere) in pace». Conclusione: «Lo
ripeto: non parlerò mai di Elena Ferrante, né risponderò a suo nome, né dirò nulla riguardo ai suoi libri.
Vi ringrazio. Anita Raja». Solo che è tutto falso, il profilo sul social è un «fake» come da comunicato della
casa editrice e/o. Urge inchiesta giornalistica.
he poi uno si chiede non solo quale dimensione erotica possano
avere le femministe, così strette
di vedute riguardo ai simboli fallici, ma
anche quale pornografia sia possibile in
tutti questi intellettuali impegnati, e veterocomunisti, e civili, perché come si farà
a essere civili e corretti nel sesso non si
sa, per ogni penetrazione ci vorrebbe
un’assemblea del politicamente corretto. Tant’è che il porno è sempre stato
appannaggio del capitalismo, disprezzato a sinistra come all’estrema destra, così
è sempre stato in Italia almeno prima
del candore di Mario Desiati, che sul porno ci ha scritto un romanzo, intitolato
appunto Candore e appena pubblicato
da Einaudi.
Da Desiati, che sta alla letteratura italiana come Andreotti a cinquant’anni di
Parlamento italiano, così ragazzo perbene, con i baffetti e la erre moscia, amico
di tutti gli scrittori
(perfino mio, e ce
ne vuole), uno
non se lo aspettava. Il protagonista si chiama Martino Bux, ragazzo
ossessionato dal
porno e dai miti
del porno, da
Moana Pozzi a Sasha Grey. Venuto
via dalla Puglia a
diciotto anni (la
Puglia non può mancare nei libri di Desiati), si barcamena a Roma tra un lavoro occasionale e l’altro, ossessionato dal
sesso, anzi dal porno in quanto dimensione ideale, metafisica del sesso. Frequenta locali di spogliarelliste, sexy
shop, ordina videocassette a più non posso. Una vita misera protesa verso un’utopia, perché è inutile tentare di ricreare il
porno nella realtà. «Il porno ha un vantaggio, l’immagine. Ti illude che il sesso
non sia mai fallace e deperibile, come
l’immagine dei suoi protagonisti». E tenera è la notte e ancor più tenero Martino quando cerca di convincere la sua
Fabiana a andare con altri uomini, purché lui possa guardare. Perché l’osceno,
si sa, è per definizione fuori dalla scena,
come ha capito Pierre Woodman nei
suoi castings: dove la «prova» sarà effettuata dal medesimo Woodman in una
camera d’albergo, eppure, qui viene il
bello, sono più eccitanti le interviste che
la precedono. Come ha capito anche Desiati, il quale però, attraverso la voce di
Martino Bux, compie un atto sacrilego
per la comunità civile degli intellettuali
impegnati: paragona Rocco Siffredi a
Pier Paolo Pasolini.
Ci aveva provato anche Walter Siti, ma
con minor impatto: Siti è gay e ama i
culturisti (sfruttatori dei loro clienti), la
metafora anticapitalista ci sta ancora (si
è visto con il brutto Resistere non serve a
niente con cui vinse lo Strega). Per l’eterosessuale Desiati no, Siffredi è il nuovo
Pasolini, papale papale, e prova ne è Petrolio, e non per le fatidiche pagine mancanti e complottismi vari. Piuttosto «la
scena 55, il pratone della Casilina. Siffredi, senza citare Petrolio, ha riprodotto
questa scena. Il protagonista del romanzo viene sostituito da una giovane attrice
che, come lui, è una borghese che prova
l’emozione di concedersi senza limiti a
una trentina di borgatari». Nel paragone
tra le gangbang di Siffredi e le ammucchiate di Pasolini, Desiati profana (finalmente!) un mito della sinistra, in realtà
esaltandolo per ragioni che avrebbero
fatto inorridire Pasolini, troppo moralista. Con estremo candore, Desiati propone un tana libera tutti. Dopo di lui anche
Concita De Gregorio potrà andare a farsi
un giro su Youporn e sognare Rocco.
28 ALBUM
Giovedì 6 ottobre 2016
COMPOSITORE
l’intervista » Giovanni Vernia
«Mi scaldo per Fiorello
con le parodie sul web
E c’è chi se la prende»
L’imitazione di Gianluca Vacchi già vista
cinque milioni di volte. In attesa dell’«Edicola»
Ferruccio Gattuso
Non poteva pensare di passarla liscia, Mr Enjoy alias
Gianluca Vacchi. Non puoi
metterci quella faccia da io sono io, né lanciarti mezzo nudo
e a bordo piscina in un balletto da villaggio vacanze in compagnia di una sirena con fisico
da gara, senza pensare che,
prima o poi, insieme al milione e 53mila fan su Facebook e
ai 5 milioni di follower su Instagram, sarebbe arrivata pure la parodia. Ci ha pensato
Giovanni Vernia e, a giudicare
dai cinque milioni di visualizzazioni del suo video in cui si
prende gioco dell’imprenditore bolognese, la missione è riuscita. Si ride da matti, e lo dice
la nostra mascella indolenzita
prima ancora che le cifre. D’altronde, parlando di cifre, Vernia era un ingegnere in una
multinazionale Usa e il calcolo migliore che ha fatto è stato
quello di mollare tutto. Per fare il comico. Oggi l’attore genovese è over 40, ha «famiglia
e figli», non può più farsi le
serate in pista che hanno fatto
nascere la sua prima e più celebre maschera, quella del discotecaro decerebrato Jonny
Groove, ma non ha allentato
la presa sulla realtà che gli ruota attorno.
Vernia, la sua imitazione di
Vacchi spopola sul web: sa
per caso come l’ha presa
lui? L’ha chiamata?
(sorride) «No, non mi ha
chiamato. Significa, e lo dico
per esperienza, che se l’è presa».
Perché ne è convinto?
«Perché altri personaggi più
celebri si sono divertiti: penso
a Jovanotti, che addirittura mi
fece un endorsment facendomi i complimenti. O Fabrizio
Corona, col quale ero stato
perfido: ero arrivato a dire che
aveva nominato un nero come amministratore delegato
della sua società, per avere
sconti di pena. Ecco: lui mi ha
telefonato facendomi l’imitazione di me che imitavo lui.
Mi ha fatto morire. Anche Marco Mengoni ha riso con me».
Certo che Vacchi ce la mette tutta per atteggiarsi a guru della filosofia «Enjoy»
(letteralmente: «goditela»)
e lei lo smonta così. Non è
che si è fatto più cattivo?
«Lo ammetto, sì. Con le maschere come Jonny Groove
cerco di cogliere una categoria collettiva, con le parodie invece metto alla berlina quel
che c’è dietro ad alcuni personaggi. La parodia in questione
non sta nel riprodurre il balletto che lo ha reso celebre, ma
nel mostrare quel che c’è dietro».
E cioè?
«Beh, dai, da dove è spuntato questo Vacchi? Da quel che
leggo è un imprenditore ma in
fondo non lo è... Spunta dal
nulla ed eccolo lì con milioni
di follower. Un re dei social. Si
è costruito l’immagine dell’uomo facoltoso che ostenta il denaro e se la gode senza sensi
di colpa. A me interessa mettere in scena quello che c’è dietro».
Nei suoi video rappresenta
Vacchi con una vocina un po’
esile, la cadenza da quasi milanese, dedito all’acquisto di follower in rete. Ma l’ha mai sentito parlare?
«No, quella voce gliel'ho
messa io: una cadenza classica da bauscia, come si dice a
Milano. Insomma, lui è un po’
da cinepanettone dai...».
È ufficiale, Giovanni Vernia
si è fatto veramente cattivo.
Un sogno che si realizza. Così Roberto Bolle parla dello spettacolo La
mia danza libera con cui sabato, a
partire dalle 20.35 (e non dalle 21,15
come consueto), porta nella prima
serata del sabato di Raiuno la grande danza. Un progetto in gestazione
da cinque anni che diventa realtà e
che ha come obiettivo quello di far
conoscere la danza classica alla gente raccontandola in maniera divertente, ironica, contaminata con il
pop. Bolle proporrà un viaggio dentro se stesso e la sua danza con un
linguaggio innovativo. Location dello show il Teatro Franco Parenti di
Milano con i suoi immensi e misteriosi spazi e anche la bellissima piscina da pochi mesi riaperta al pubblico. «Questa serata rappresenta per
me una grande sfida che ho accettato con enorme entusiasmo - ha detto
l’étoile della Scala in conferenza
stampa - e con la consapevolezza di
avere un’opportunità storica che è
proprio il mio più grande sogno,
il Giornale
Difatti a Forte dei Marmi il
17 settembre le hanno dato
il Premio della Satira Politica.
«Che poi io di politica non
parlo mai. A meno che per politica si intenda anche il pungere determinati tic sociali e
di costume, e smontare alcuni personaggi che hanno un
seguito».
Ad esempio, come Pif il
buono?
(sorride) «Sì, anche lui: Pif
ha questa immagine da impegnato, fa film contro la mafia.
Tutto molto bello, ovviamente. Poi però fa ricchi spot sulla
telefonia: un marketing che
con l’impegno un po’ stona.
Comunque il successo di que-
Le frasi
«VITTIME»
Corona e Mengoni
si sono divertiti
parecchio...
Altri credo meno
Ad esempio
l’imprenditore
ballerino
«SAPER VIVERE»
Da Fiorello
segnalo
gli appuntamenti
«imperdibili»
Come gli scontri
tra gang
nelle periferie...
ste parodie non la decido io,
ma il pubblico. Se il pubblico
apprezza significa che qualcosa di vero nella mia presa in
giro lo vede».
Il premio della satira lo ha
vinto grazie al suo programma su Rai Radio2 È qui Radio2?: dove si trova più a
suo agio, in radio, tv o sui
social network?
«Sono dipendente dai social. Sulla mia pagina Facebook sperimento le mie novità, difatti mi segue un pubblico tra i 20 e i 50 anni di età,
che è poi lo stesso della tv. Ultimamente prendo in giro anche i talent show. Ogni tanto
creo un personaggio tipico dei
talent: i miei concorrenti vogliono partecipare a La Fame,
ogni settimana li posto su facebook. In radio mi segue un
pubblico più maturo, istituzionale. In tv, dal 10 ottobre, mi
vedrete invece nell’Edicola di
Fiorello su Sky».
Che ruolo avrà nel programma?
«Curerò una rubrica del tipo: cosa fare di interessante alla sera. Segnalerò eventi che
io spaccio per speciali ma che
in realtà sono terrificanti: come un “imperdibile” scontro
tra gang sudamericane rivali
in un quartiere a rischio».
WEBSTAR
Giovanni
Vernia, comico
seguitissimo
su Facebook.
Sopra, mentre
imita il balletto
estivo di
Gianluca
Vacchi che ha
fatto cinque
milioni di
visualizzazioni
SABATO SU RAIUNO
Bolle porta la danza in prima serata
ma con «uno show divertente e ironico»
Da Jovanotti a Elio, ospiti e performance per renderla accessibile al pubblico
cioè fare innamorare della danza migliaia e migliaia di persone, portandola nelle loro case la sua magia». E
per farlo la formula scelta è quella di
un mix di linguaggi, tanto che ad affiancare Bolle ci saranno grandi nomi di diversi mondi. Da Luisa Ranieri e Francesco Pannofino che lo accompagneranno come conduttori,
alle incursioni di personaggi come
Paola Cortellesi, Virginia Raffaele,
Michaela Ramazzotti e Jovanotti. Ironico e simpatico l’incontro con Lorenzo, da ridere quello con Virginia
ovviamente nei panni di Carla Fracci. Non mancheranno i grandi ballerini, dalla giovane étoile della Scala
Nicoletta Manni alla danzatrice basca Alicia Amatrian, fino alla Principal Dancer dell’American Ballet
Theatre di New York Misty Cope-
ORGOGLIOSO Roberto Bolle
land. E ci sarà anche la partecipazione di Carla Fracci, quella vera. «La
signora della danza non poteva mancare in una serata dedicata a quest’arte - ha voluto sottolineare Bolle
- ed è anche un’occasione per celebrare i suoi 80 anni». Per la musica,
invece, le collaborazioni con Stefano
Bollani, Elio («che non ballerà, ma
qualche passetto lo muoverà»), e il
musicista israeliano Asaf Avidan.
All’incontro sono intervenuti anche il direttore di Raiuno Andrea Fabiano e, in collegamento telefonico,
il dg della Rai Antonio Campo
dall’Orto che si è detto «orgoglioso»
del progetto portato avanti con Bol-
Morto Temperton
scrisse «Thriller»
per Jackson
È morto il cantautore,
compositore, produttore
discografico e musicista inglese Rod Temperton, noto per essere l’autore di Thriller di Michael Jackson,
canzone che dà il titolo
all’album più venduto di
tutti i tempi. Lo riferisce il
sito della Bbc. A renderlo
noto è stato, ieri, il presidente dell’editrice musicale Warner/Chappell, Jon
Platt, specificando che
Temperton è morto la settimana scorsa a Londra,
all’età di 66 anni, dopo
«una breve battaglia contro un cancro aggressivo».
Per Jackson Temperton ha
firmato anche, fra le altre,
Rock With You e Off The
Wall. Suoi numerosi altri
successi, fra i quali Give
Me The Night, Sweet Freedom, Always & Forever' e
Boogie Nights (Spe/AdnKronos).
EX INVIATI DI «STRISCIA»
Sotto accusa
solo Mingo
(e non Fabio)
Mingo, ex inviato barese
di Striscia la Notizia, all’insaputa del collega Fabio,
avrebbe truffato per 170mila euro Mediaset con la
complicità di sua moglie, facendosi pagare 10 servizi relativi a fatti inventati e invece spacciati per veri, e facendosi anche rimborsare
costi non dovuti per figuranti e attori.
La Procura di Bari ha
chiuso le indagini nei confronti di Domenico De Pasquale (in arte Mingo), Corinna Martino (amministratore unico della Mec Produzioni Srl di cui il marito
Mingo era socio) e della segretaria della Mec. I due indagati sono accusati a vario
titolo di truffe, simulazione
di reato, falso, calunnia e di
diffamazione ai danni degli
autori del programma , da
loro indicati come corresponsabili dei servizi falsi.
le. «Lo ringrazio - ha detto - di aver
accettato di portare la sua arte in
Rai».
Produttore Bibi Ballandi, autore
Gianpiero Solari che ha spiegato che
«lo show che non sarà semplicemente la trasposizione televisiva di un
galà di danza, ma la creazione di
una nuova forma di spettacolo, potremmo definirlo “dance-tainment“,
che porterà la danza classica nei cuori e nell’anima di chi lo guarderà da
casa». Una menzione speciale anche
per la scenografia al Franco Parenti:
«Una location fondamentale perché
si presta perfettamente a dare corpo
a questo insolito viaggio. Una sorta
di labirinto nel quale prendono forma le diverse sfaccettature dello spettacolo». Un luogo magico, soprattutto la storica piscina, capolavoro architettonico risalente agli anni '30,
che «ci ha consentito di girare alcuni
passaggi fondamentali con telecamere subacquee». Appuntamento sabato alle 20.35.
LR
Giovedì 6 ottobre 2016
ALBUM 29
il Giornale
prima visione
DRAMMATICO
DRAMMATICO
Un disastro ben ricostruito
Che piattume il film sul Santo
6/7
E’ stato il più grosso disastro ambientale
americano. Il 20 aprile 2010, la piattaforma
semisommergibile Deepwater Horizon
esplose, nel Golfo del Messico, prendendo
fuoco. Nell’incidente, morirono undici persone, mai più ritrovate. Il film ripercorre gli
avvenimenti di quella tragica giornata, cercando di spiegarne il perché. All’inizio, si fa
molta fatica a seguire «tecnicamente» la vicenda, ma l’ultima ora lascia senza parole.
Tutto ben ricostruito e perfetto il cast. Uno
dei migliori «disaster movie» di sempre.
MA
DEEPWATER - INFERNO SULL’OCEANO
di Peter Berg con Mark Wahlberg, Kurt Russell, Kate Hudson
DOCUMENTARIO
Herzog racconta il web
6,5
Ecco cosa combinano
gli animali domestici
Quanto conosciamo il mondo di Internet? Al di là dell’uso quotidiano che ne
facciamo, riusciamo ad immaginarci come cambierà, in futuro, ancora più drasticamente, la nostra vita? Siamo consapevoli, anche, dei rischi che comporta un
uso sbagliato della rete? Partendo dalle
origini del web, fino ad immaginare scenari nei quali la rete «potrebbe sostituirsi
a Dio», Herzog confeziona un documentario esauriente, corposo, equidistante.
MA
ANIMAZIONE
Si celebra il trenino Thomas
Se avete figli o nipoti piccoli, avrete, probabilmente, «pagato dazio» con il trenino Thomas, protagonista di una delle più seguite
serie tv animate. Inevitabile, quindi, l’ennesimo approdo al cinema, con questo film,
programmato per soli due weekend, dalla
durata a misura di vescica di bimbo. La locomotiva vuole partecipare, a tutti i costi,
all’imminente Grande Show, ma al momento non risulta tra gli invitati. Circostanze favorevoli permetteranno, però, a Thomas di
mostrare il proprio coraggio e altruismo.
MA
5
IL SOGNO DI FRANCESCO
di Renaud Fely, Arnaud Louveter con Elio Germano
LO SCONSIGLIO
Troppi miraggi nel deserto
Maurizio Acerbi
LO AND BEHOLD: IL FUTURO È OGGI
di Werner Herzog con documentario
6
6,5
Un film piatto, che più piatto non si può.
Non è una biografia, ma il racconto di una
contrapposizione: quella tra l’ideale di fratellanza e povertà di Francesco e l’ottusità
della Chiesa nell’accettare la Regola francescana. I due registi (quattro mani e neanche
mezza idea) puntano anche sull’insolito ritratto di un Francesco incapace di accettare
una opinione differente dalla propria. Il tutto, però, risulta troppo rigido, schematico,
senza empatia. Il povero Germano fa miracoli per sopravvivere a questo fragile script.
MA
È
un cartone adatto non solo ai bambini, naturali destinatari
di questi prodotti, ma anche, e soprattutto, a coloro che
convivono, a casa, con cani, gatti e altri animali domestici.
Perché è altamente probabile che giudicherete il film in maniera differente e più benevola, se vi sentirete, più o meno, emotivamente coinvolti. La storia, infatti, cerca di dare una risposta alla
domanda che in tanti proprietari di pets si saranno fatti: «Cosa
fanno i nostri animaletti, tutto il giorno, quando andiamo al
lavoro e li lasciamo a casa, da soli?». Partendo dal quesito, il
film prova a rispondere «da cartone», inventandosi una avventura, pur esile quanto a trama, ricca di gag, slapstick, battute,
situazioni simpatiche e personaggi buffi, che finirà per piacere
anche agli adulti al seguito.
Siamo a New York, dove vive Max, un terrier pazzo della sua
padrona Katie; una convivenza che sembra non dare problemi
fino a quando la ragazza porterà a casa Duke, un cane dalla
grossa taglia. Mentre lei è in ufficio, il nuovo arrivato chiarisce
subito le cose: metterà il povero Max in imbarazzo, per conquistare il cuore della proprietaria. I due, però, si ritroveranno in
strada, costretti ad allearsi per affrontare una serie di avventure
ricche di pericoli, sotto la minaccia di un crudele coniglietto
psicopatico che guida un gruppo di animali abbandonati dai
padroni e, quindi, desideroso di vendetta nei confronti di chi,
invece, convive con gli uomini.
L’inizio è davvero memorabile per un cartone, poi la trama si
sgonfia di pari passo con la scelta di affidarsi a situazioni sempre più paradossali che non sempre si rivelano così divertenti.
L’idea di base, in fondo, ricorda quella di Toy Story, ma sembra
vincente «colpendo» il lato sensibile di chi ha la fortuna di
ospitare un animale domestico. Di certo, a far salire di livello il
film è la carrellata di animali bizzarri, come il già citato coniglietto, ma anche la gatta Chloe che impazzisce per i cerchietti di
luce. Insomma, novanta minuti spensierati.
IL TRENINO THOMAS - LA GRANDE CORSA (dall’8/10)
di David Stoten con Cristina D’Avena (voce narrante)
PETS - VITA DA ANIMALI
di Chris Renaud, Yarrow Cheney
doppiaggio con Francesco Mandelli, Lillo, Laura Chiatti
Massimo Bertarelli
Che sfiga mettere il piede su una mina. Doppia, se il film è identico, nella
trovata iniziale, a un altro (il recentissimo francese Passo falso). Nel deserto
il sergente Mike calpesta una mina: se
si muove esploderà, come è appena
capitato al collega Tommy. La tensione s’allenta fra i troppi miraggi, in balìa del ridicolo involontario. E poi che
musica assordante. Al confronto gli
scoppi sono una nenia celestiale.
5
MINE
di Fabio Guaglianone e Fabio Resinaro con Armie Hammer
DRAMMATICO
Ipotesi su Emanuela Orlandi
5
Faenza lancia ipotesi e tesi per far luce su
uno dei casi irrisolti più famosi. Utilizzando
un personaggio inventato, quello di una inviata di una tv inglese, il regista racconta al
grande pubblico cosa potrebbe essere capitato a Emanuela Orlandi, rapita nell’83. Lo
fa, dando credito alle rivelazioni della Minardi, per dieci anni fidanzata di De Pedis, e
al presunto coinvolgimento della Banda della Magliana. Intrecci politici, religiosi, criminali e carte secretate. Il tutto servito come
fosse una fiction e senza creare empatia.
MA
LA VERITÀ STA IN CIELO
di Roberto Faenza con Riccardo Scamarcio, Greta Scarano
musica
LEGGERA
CLASSICA
JAZZ
LA RISTAMPA
Devendra non sbaglia Grande Harnoncourt Fred Hersch, che trio Gli abissi degli Yes
Paolo Giordano
Giovanni Gavazzeni
Franco Fayenz
Jacopo Granzotto
Nel favoloso mondo di Devendra Banhart
si entra solo in punta di piedi. Può piacere o
no, questo texano-venezuelano trapiantato a
Los Angeles, però rimane comunque una cometa scintillante e unica della musica pop.
Anche questo complicato Ape in Pink Marble
lo conferma. Sono tredici
brani onirici anche quando sono più intensi e tempestosi. Però attenzione,
Devendra Banhart è uno
che riesce a entusiasmare anche soltanto suonando la chitarra acustica
perché, anche in Ape in Pink Marble, i suoi
brani sono racconti assai emotivi ed emozionanti come Theme for a taiwanese woman in
lime green o Saturday night, che sono due perle di questo disco. Per carità, non sarà un successo mainstream. Ma merita. Molto.
Alla Missa Solemnis, rovello dell’ultimo Beethoven, colossale messa o titanico oratorio sacro, Nikolaus Harnoncourt ha affidato il suo
congedo discografico. E lo ha fatto assieme ai
fidati compagni di avventure musicali: il magnifico Coro Arnold Schönberg e il Concentus
Musicus di Vienna, l’orchestra con la quale ha
contribuito a un rivoluzionario cambio nella prassi
esecutiva non solo barocca. La Missa beethoveniana con organici contenuti, diapason abbassato, legni «originali» differenziati, cura maniacale
delle dinamiche, e soprattutto con quella che
Harnoncourt riassume nel concetto di «drammaturgia dei tempi», non sembra affatto quel
monstrum, che passa dal frenetico giubilare
del Gloria alla sublime melodia del Benedictus.
Fred Hersch, 61 anni, nativo di Cincinnati, pianista compositore e insegnante tra i
migliori al mondo, sta vivendo oggi la sua
seconda vita artistica dopo che una terribile malattia lo aveva portato a un passo dalla
morte e a perdere qualsiasi ricordo del suo
passato. I medici ce
l’hanno fatta e soprattutto ce l’ha fatta lui.
Questo disco appena
pubblicato, inciso dal vivo, è una prova ulteriore che Hersch ha ritrovato il suono stupendo
che aveva in passato, il tocco delizioso, il
senso del jazz e dei suoi studi classici. Si
consiglia di iniziare l’ascolto dall’ultimo
brano, Valentine, un bis di sua composizione che Hersch esegue da solo, senza il suo
trio.
Nelle note di copertina Steven Wilson
(grande restauratore del catalogo prog britannico) auspica che il colossale lavoro di rimissaggio (tre anni) di questa edizione celebrativa possa rendere finalmente giustizia all’«opera preminente, il capolavoro degli Yes», Tales
From
Topographic
Oceans (1973). Bel coraggio a sostenere ciò, perchè non c’è opera più pretenziosa e incomprensibile di tutta la stagione del
Prog rock. Garantito.
Neanche i Tull, che si impegnarono a fondo, riuscirono ad eguagliare
tale interminabile noia. Ma siccome è roba
per collezionisti occorre dire dell’ottimo lavoro di remastering che dona al suono una nuova scintillante veste. C’è persino la versione
alternativa di tutto il lato A. Per chi ce la fa.
DEVENDRA BANHART Ape in Pink... (Nonesuch)
NIKOLAUS HARNONCOURT Missa Solemnis (Sony)
FRED HERSCH Sunday Night... (Palmetto)
YES Tales from Topographic Oceans (Rhino)
30
Giovedì 6 ottobre 2016
Sport
il Giornale
ROMA 2024 «Se la sindaca di Roma Raggi non ha capito o creduto nell'Agenda 2020 del Cio relativa ai nuovi
BACH, N°1 CIO: IL NO AI GIOCHI
VICENDA DI POLITICA ITALIANA
criteri per le candidature ai Giochi? Francamente non credo che questo abbia molto a che fare
con la discussione sui Giochi. La mia impressione è che si parli di politica interna italiana». Così
Thomas Bach, n°1 del Cio, all'uscita dal Vaticano per il convegno Sport e Fede. E ancora: «Roma
avanti anche senza l’appoggio del Comune? Si tratta di una discussione politica italiana, il Cio è
neutro». E il presidente del Coni Malagò sui progetti futuri: «Li saprete martedì».
L’ATTACCO
De Laurentiis
«I procuratori
sono il cancro
del pallone»
DECISIVA MA NON TROPPO La gara di oggi con la Spagna sarà fondamentale per la qualificazione. Soltanto la prima del girone va diretta ai Mondiali
Davide Pisoni
STASERA QUALIFICAZIONI MONDIALI
La rivoluzione può aspettare.
Stasera c’è una partita che si può
solo vincere. Quindi niente esperimenti. Perché ci si gioca tre
punti fondamentali nel cammino che porta ai Mondiali del
2018. Il discorso vale sia per l’Italia che per la Spagna. Lo Juventus Stadium è un crocevia che dirà molto per il primato del girone
che vale il pass diretto per andare in Russia. Lo sanno bene i due
ct: Giampiero Ventura e Julen Lopetegui. E sono loro le due vere
grandi novità, tre mesi e qualche
giorno dopo la sfida di Parigi, negli ottavi dell’Europeo francese,
quando gli azzurri vinsero due a
zero. Allora c’erano Antonio Conte e Vicente Del Bosque. Poi in
estate per motivi diversi è cambiata la guida tecnica di azzurri e
furie rosse. E diverse sono state le
strade scelte dalle due Federazioni: l’Italia si è affidata all’esperienza e a un uomo che ha fatto grandi cose con squadre medio-piccole, la Spagna a un tecnico “federale”, cinquantenne con una parentesi in un grande club, nel Porto.
Non vantano trionfi clamorosi,
se non un titolo europeo under
21 lo spagnolo.
Entrambi però sono come entrati in punta di piedi, non hanno
subito marcato la distanza dalla
precedente gestione. Se non a parole. Come Ventura dopo il ko
all’esordio con la Francia: «Basta
parlare di Conte». Per il resto hanno scelto la continuità a partire
dal modulo. La difesa a tre “contiana” da una parte, il tridente
con le ali dall’altra. Se c’è discontinuità è solo nell’interpretazione dell’idea di gioco: l’ex allenatore del Torino va più in verticale
rispetto al predecessore, mentre
l’ex Porto non è un integralista
del tiki taka. Mentre anche nella
scelta degli interpreti le novità
non sono sostanziali. Addirittura
stasera Ventura potrebbe cambiare due soli uomini rispetto alla vittoria di Parigi: oltre a Giaccherini, nemmeno convocato, lo
squalificato Chiellini. Dall’altra
parte non ci saranno sicuramente solo Juanfran e Fabregas, fuori
dalle scelte di Lopetegui, che deve risolvere due ballottaggi. Nella
peggiore delle ipotesi saranno comunque sette gli spagnoli titolari
allo Juventus Stadium come in
Francia.
Insomma ribaltando Giuseppe
Tomasi di Lampedusa «cambia-
Ventura copia Conte
In campo con la Spagna
va l’Italia dell’ex ct
La sfida si ripete 3 mesi dopo il 2-0 di Parigi
Solo due novità con Romagnoli all’esordio
re niente o poco per cambiare tutto». In una sfida che è diventata
un classico, stasera sarà la decima negli ultimi dieci anni. Non è
un caso perché in questo lasso di
tempo l’Italia ha vinto un Mondiale, la Spagna un Mondiale e
due Europei, l’ultimo nel 2012
proprio con un poker agli azzurPRIMA VINCERE POI CAMBIARE
Anche Lopetegui, erede
di Del Bosque, all’insegna
della continuità
ri. Non fu la sola volta che ci si
giocò qualcosa di importante, allo Juventus Stadium andrà in scena il sesto confronto “pesante”.
Si contano sulle dita di una mano i sempre presenti: da una parte Buffon e De Rossi (che sarà premiato dall’Uefa per le cento (e otto) presenze in azzurro), dall’altra Sergio Ramos, Iniesta e David
Silva. E se Chiellini non fosse stato squalificato per l’ingenua
espulsione in Israele, sarebbe stato un tre contro tre. Non ingannino le tre vittorie a uno (un pareggio) degli spagnoli perché due in
TORINO, ORE 20.45
TV: Raiuno
Arbitro: Brych (GER)
ITALIA
SPAGNA
1 BUFFON
1 DE GEA
15 BARZAGLI 20 CARVAJAL
19 BONUCCI
3 PIQUÈ
13 ROMAGNOLI 15 SERGIO RAMOS
8 FLORENZI 18 JORDI ALBA
6 PAROLO
8 KOKE
16 DE ROSSI
5 BUSQUETS
7 BONAVENTURA 6 INIESTA
2 DE SCIGLIO 11 VITOLO
9 PELLÈ
19 DIEGO COSTA
17 EDER
21 DAVID SILVA
Ct. Ventura
realtà sono arrivate ai rigori. Se
non siamo stati alla pari, se non
altro sul campo li abbiamo spesso fermati.
Anche stasera potrebbe essere
una sfida in equilibrio. E la chiave potrebbero essere i totem: De
Rossi incrocerà spesso e volentieri Iniesta in mezzo al campo,
mentre Buffon dovrà sbarrare la
strada a David Silva. Non all’ex
compagno Alvaro Morata perché
gioca Diego Costa. Buffon “ringrazia” Lopetegui «perché Alvaro
in questo tipo di partite mette
sempre la zampata». Invece Ventura conferma: «In campo i soliti». Senza Verratti, ancora non al
meglio. Assenza pesante perché
contro Israele ha dimostrato di
essere l’unico a poter accendere
la luce come un tempo Pirlo. Nella difesa a tre al posto di Chiellini, suo l’uno a zero all’Europeo,
dentro Romagnoli che sarà l’unico azzardo, ma calcolato del ct. A
cui non manca il coraggio «d’altra parte ho lanciato Ranocchia e
Bonucci ventenni in serie A a San
Siro». Ne servirà di coraggio anche alla sua nazionale per ripetere l’impresa di Parigi. Non serve
una rivoluzione. L’Italia sa come
si fa.
Aurelio De Laurentiis da
Londra torna a parlare della
cessione di Higuain: «Non è
semplice, anzi non è possibile,
trattenere un calciatore se nel
suo contratto c'è una clausola
rescissoria e c'è un club disposto a pagarla. Non mi aspettavo che questo club fosse la Juventus, che ha fatto una cosa a
parer mio poco elegante». Il
presidente del Napoli a margine del convegno “Sport Business Summit” ha rivelato:
«L'amico Antonio Conte dirà
che non è vero ma il Chelsea
ha offerto 58 milioni per Koulibaly. Ho rifiutato perché per
me il giocatore quest'anno doveva rimanere. Se ne potrà riparlare la prossima estate». E a
proposito di mercato attacca i
procuratori: «Gli agenti di calcio sono il cancro di questo
sport. Io non capisco la necessità dei procuratori. Quando
faccio cinema a Hollywood è
l'attore a pagare il proprio
agente, ma io nel calcio perché dovrei pagarli? Tra l'altro,
rovinano anche i propri assistiti, proponendo contratti più
ricchi in altre squadre». De
Laurentiis guarda al futuro:
«Mi piacerebbe avere un club
in Cina, negli Usa. Anche in Inghilterra, mi piacerebbe partire dal basso e arrivare in alto a
piccoli passi». Magari a quella
Champions League che cambierebbe: «C'è una cosa che
non mi piace ed è che quando
fanno il sorteggio, o hai molta
fortuna o sei morto. Meglio un
campionato classico, con
un'andata e un ritorno che duri tutto l'anno».
Ct. Lopetegui
ALLO STADIUM COL TORO NON HA MAI TRIONFATO
«Vincere per liberarmi da chi mi ha preceduto...»
Il commissario tecnico: «Ma potrebbe non bastare». Poi mani avanti: «Batterli non è decisivo»
Domenico Latagliata
Buffon
Felice se non
gioca Morata
Nelle sfide
che contano
temo le
sue zampate
Piqué
Noi poco
umili? Non è
vero. E ormai
abbiamo
voltato
pagina
Torino Ci scherza su, Ventura. «Quando sono venuto allo Stadium, ha sempre vinto la
squadra di casa». Non ne pronuncia il nome, ma non ce n’è bisogno: lo Juventus Stadium (con l’enorme 34, che di solito fa mostra di sé all’ingresso, oscurato dalla Figc
padrona di casa) è la casa bianconera e tutti
ne conoscono le virtù. Ventura per primo,
che qui con il Toro ha sempre perso.
Servirà insomma anche l’effetto arena,
stasera: «Spero stavolta tocchi a me gioire.
Confermo quanto detto: per vincere, non
basterà dare il sessanta per cento. Dovremo
correre e farlo bene, leggendo quanto ci proporrà la partita. Ricordiamoci comunque
che ci aspetta una partita importante, ma
non ancora drammaticamente decisiva: la
qualificazione arriverà più avanti». Fallire
però lascerebbe un sapore amaro. E magari
il fantasma di Conte tornerebbe a palesarsi:
«Non so se, in caso di vittoria, questa possa
essere la partita che ci affrancherebbe dalla
gestione precedente. Lo spero, ma non so-
no sicuro: se anche andasse bene, qualche
rimasuglio rimarrebbe sempre. Ormai sono
abituato, non è un problema». Buffon lo osserva, quasi divertito. E del resto lui con
Conte ci ha giocato per anni: «Dovremo
mantenere lo stesso atteggiamento avuto
agli Europei, quando li battemmo – così il
numero uno -. Sarà imprescindibile avere
dentro di noi la giusta emozione e il desiderio di fare un’impresa. Mi aspetto una Spagna ferita, sì. E anche per questo non potremo sentirci appagati. Questa è una partita
che vale tanto, pur se manca parecchio al
Mondiale».
Vale tanto, certo. Perché davvero potrebbe spazzare via i dubbi e le perplessità di
tanta gente: «La Spagna, rispetto al recente
passato, mi pare migliorata tatticamente –
dice Ventura -. E rimane una squadra che
ha qualità assolute, unite a spensieratezza
ed entusiasmo. Hanno studiato come affrontare la difesa a tre? Può darsi. Ma poi
dipende anche da come vai in campo: uno
può studiare tutto il tempo che vuole, ma la
differenza la determina il modo in cui si met-
tono in pratica le cose apprese».
«Noi siamo pronti – le parole del ct spagnolo Lopetegui -. E lo saremo anche se dovessero aggredirci. Il sistema di gioco di questa Italia è simile a quello di Conte: il collettivo viene prima di tutto, è la vostra scuola».
«Non è vero che agli Europei ci è mancata
l’umiltà e non ho mai sentito nessun calciatore italiano fare un’affermazione del genere – aggiunge Piqué -. Semplicemente, con
Del Bosque abbiamo vinto tutto ma quel
ciclo si è chiuso: abbiamo voltato pagina e
siamo pronti a ricominciare. Se faremo nostri i tre punti, la qualificazione diventerà
improvvisamente vicina». È lo stesso pensiero di Buffon, orfano di Casillas: «È un segnale che mi arriva. Ma è anche la vita dello
sportivo: finché posso, la vivo da protagonista. E poi farò lo spettatore. Per adesso, però, sono concentrato sul bene del gruppo e
sul poco futuro che mi resta: proprio perché
è poco, voglio farlo bene e senza rimpianti.
Ho ancora margini di miglioramento: pensarlo è il solo modo che conosco per cercare
di essere felice».
Le eccellenze
della sanità italiana
Presente a:
MEDICA, Düsseldorf
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S T O R I E
D I
G U E R R A
IL JIHADISTA DELLA CIA
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Perché persino Obama conosceva il nome di Morten Storm?
È possibile che i servizi segreti americani si siano affidati proprio
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Una storia vera
Giovedì 6 ottobre 2016
SPORT 33
il Giornale
BASKET: EX CASERTA E VENEZIA
MACEDONIA, MOORE CHOC
ULTIMA SCHIACCIATA FATALE
Pallacanestro in lutto per Cameron Moore,
il cestista di 26 anni deceduto in Macedonia dopo un collasso in seguito a una schiacciata. Moore, un pivot i due metri e 8 centimetri, era affetto da cardiomegalia, un ingrossamento del cuore che era stato riscon-
trato nel 2013 dallo staff medico della Juvecaserta, al suo arrivo in Italia. Gli era stato
consentito di proseguire l’attività a patto di
sottoporsi a controlli semestrali. A Caserta
aveva giocato pochi mesi realizzando 155
punti e 77 rimbalzi prima del taglio a Natale
per un’operazione al menisco. La stagione
successiva era approdato a Venezia dove
aveva disputato appena 11 partite. Nel giugno 2015, sempre a causa della cardiomegalia, era entrato in coma ma si era ripreso e
aveva scelto di non abbandonare il basket.
MILAN: UFFICIALIZZATO L’ARRIVO DI MIRABELLI COME DIRETTORE SPORTIVO
I cinesi sbattono la porta in faccia a Maldini
Non sono piaciute le parole di ieri dell’ex capitano e alcune sue frasi durante gli incontri
Franco Ordine
Il Milan dei cinesi ha chiuso la porta
in faccia a Paolo Maldini. E l’ha fatto con
un bel comunicato ufficiale con il quale
ha reso pubblico e definitivo la catena di
comando cui toccherà guidare le sorti del
club: e cioè Marco Fassone col ruolo di
ad delegato e Massimiliano Mirabelli con
la qualifica di ds. La spiegazione di una
tale scelta è elementare e deve far capire
da oggi per il futuro che non è possibile
giocare a fare la principessa nel castello.
IlMilan dei cinesi ha considerato l’intervista concessa da Paolo Maldini come il no
definitivo all’offerta, presentata per iscritto, e illustrata a voce da Marco Fassone
nella giornata di martedì. Anzi, proprio le
frasi e le espressioni su alcuni esponenti
della vicenda utilizzate dall’ex capitano,
hanno provocato più di un risentimento
tra la compagine degli investitori del fondo destinato a diventare l’azionista di
maggioranza del club berlusconiano dopo il closing fissato per fine novembre.
Non solo: ma è stato anche formalmente
tradito l’impegno tra le parti di far filtrare
la notizia dell’incontro senza aggiungere
dichiarazioni ufficiali nell’attesa che maturassero le riflessioni dell’interessato.
Poiché Maldini ha rotto il patto di riservatezza, i cinesi hanno firmato la nota, annunciato l’arrivo di Mirabelli e sbattuto la
porta in faccia all’ex capitano.
Sono interessanti i particolari emersi
del colloquio più recente che ha fatto se-
guito a una serie di precedenti appuntamenti tra Maldini e un esponente del fondo cinese («l’unico che parla inglese» la
battuta utilizzata come se fosse una colpa
per i cinesi che hanno investito, tutto
EX CAPITANO Paolo Maldini, 48 anni
compreso, quasi 1 miliardo di euro nel
Milan non parlare inglese, ndr) e il faccia
a faccia con lo stesso Mirabelli, avvenuti
tutti a casa di Paolo Maldini in zona piazzale Lotto, perciò al riparo da taccuini e
telecamere.
Durante questi incontri, in totale quattro, a dimostrazione della volontà di arruolarlo, Paolo Maldini ha ripetuto più
volte di non voler “riferire a Fassone” del
suo lavoro tecnico e anzi di reclamare per
la sua figura un rapporto diretto con
l’azionista di maggioranza, trascurando il
dettaglio decisivo che trattandosi di un
fondo e non di un solo proprietario come
SilvioBerlusconi, la gestioneè interamente affidata all’ad. Altro ostacolo, ancora
più insormontabile, è stato rappresenta-
to dall’aspetto economico. È vero cheufficialmente Fassone e Maldini non sono
passati a discutere di cifre ma una serie di
frasi spese dallo stesso padrone di casa
hanno fatto intendere all’ospite che non
ci sarebbe stata possibilità alcuna di intesa. Maldini,sul tema al quale è molto sensibile fin da quando era calciatore, è partito da lontano. Ha chiesto a Fassone: «Ma
lo sa quanto guadagnava Leonardo al
Psg?». E ancora: «Lo sa a quanto ammonta lo stipendio di Galliani?». E infine, che
è forse la frase più significativa, ha commentato: «Non posso guadagnare meno
di Antonelli». La differenza era enorme:
offerta una cifra intorno ai 600 mila euro,
richiesti 3 milioni. A questo punto Fassone ha chiuso le porte non solo a Maldini
ma anche a un’altra figura che possa occuparsi di scelte tecniche e lascerà l’uscio
aperto solo per un altro eventuale ex milanistachiamato a occupareun ruolo diverso, tipo manager della squadra, replicando quello che fece Stankovic nell’Inter
con Mancini allenatore.
La scoperta dell’aria calda
Pier Augusto Stagi
Stadi vuoti: si gioca nel deserto. Il ciclismo ha deciso invece di
andarci a correre. È la mondializzazione bellezza, e nessuno ci
può fare niente. Qatar, Oman e da
due anni anche l’Abu Dhabi
Tour, manifestazione organizzata
dalla Rcs Sport, mamma del Giro:
questa è la nuova frontiera delle
due ruote.
Quest’anno poi, nel deserto si
assegnerà anche il titolo di campione del mondo. Il 16 ottobre
prossimo in Qatar, a Doha per la
precisione, si assegnerà il titolo iridato riservato ai professionisti.
Una sfida nel deserto, a 40 gradi
all’ombra, ecco perché il mondiale è slittato così in là nel calendario. Ma nonostante la proroga, i
problemi ambientali sono in ogni
caso tanti, molti e tali da mettere
in crisi tutti. L’organizzazione
mondiale dei corridori(CPA), presieduta dall’ex campione del
mondo Gianni Bugno, è vigile. La
stessa Uci è molto preoccupata
per le condizioni estreme e per la
salute dei corridori che potrebbe
essere messa a dura prova. Non a
caso per l’evento è stato pubblicato in questi giorni un manualetto
di 28 pagine per spiegare come
«lottare contro il caldo».
Dubbi sulla scelta operata
dall'Uci ce ne sono stati fin dal primo giorno, fin dall’assegnazione
e il percorso – nel frattempo - è
stato cambiato più volte alla ricerca della quadratura del cerchio,
ma avvicinandosi l'evento la tensione sale e i nodi stanno venendo al pettine. Su tutti, guarda un
po’, quello del caldo e delle condizioni meteo in generale. Cose da
non crederci. Il ciclismo ha scoperto che in Qatar, a metà ottobre, fa caldo. In Italia si vive ancora in un clima estivo e molti si sorprendono che negli emirati faccia
caldo. La Fifa, omologo dell’Uci
per il calcio, ha deciso di assegnare i mondiali 2022 al Qatar, ma
saranno giocati per ragioni di caldo a dicembre; nel mondo del ciclismo, invece, ci si sorprende per
GARA IRIDATA
IL 16 OTTOBRE
Il gruppo
dei corridori
impegnati
nell’ultimo
Giro del Qatar.
Tutti fermi
in mezzo alla
strada che
taglia in due
il deserto
mentre
un cammello
la attraversa.
È solo una
delle molte
incognite che
attendono
i corridori
al mondiale
di Doha
Mondiale, allarme Doha
I ciclisti hanno capito
che nel deserto fa caldo
Pronto un manuale di sopravvivenza a 40°
Gara dimezzata? Ct Cassani: «Imbarazzante»
le condizioni ambientali che potrebbero mettere a rischio la salute dei corridori. Noi temiamo fortemente, invece, per la salute
mentale dei dirigenti dell’Uci, ma
questo è tutto un altro discorso.
Cosa succederà? Che alla vigilia di ogni corsa (le sfide iridate
incominceranno domenica 9 ottobre, con la cronosquadre, ndr) si
riunirà la commissione deputata
a verificare le condizioni meteo e
potrà modificare tracciato e programma, sulla base del nuovo regolamentosulle «condizioni estreme». La commissione sarà composta,come prevedeil regolamento, dal presidente del collegio dei
Commissari della prova Ingo
Rees, dal direttore di corsa, dal
medico della corsa, dal responsabile della sicurezza e dal rappresentante dell'associazione dei corridori Bobbie Traksel. Accanto a
loro, l'Uci ha deciso di costituire
una commissione di medici composta da Anton Zasada, Olaf
Schumacher, Sébastien Racinais
e Juan Manuel Alonso - che sarà
incaricata di valutare le condizioni ambientali nella capitale Doha.
Cosa puòdecidere tale commissione? Di non fare nulla, di cambiare il luogo di partenza e di arrivo, di utilizzare un percorso alternativo, di neutralizzare una parte
della corsa, di annullare la prova.
Così recita il regolamento ma in
un mondiale di spostare partenza
e arrivo o di modificare il percorso non se ne parla, anche perché
se il problema è il caldo, fa caldo
ovunque. Resta quindi come “extrema ratio” la neutralizzazione
di una parte della corsa: come dire gare più corte e mondiali inevitabilmente falsati.
In particolare, nella corsa dei
professionisti potrebbe essere
cancellata la parte che si addentra nel deserto, mentre c’è la concreta possibilità di aumentare il
numerodei giridel circuito cittadino (per altro diminuito poche set-
timane fa proprio a beneficio del
tratto in linea) ma inevitabilmente ci sarebbe una riduzione del
chilometraggio, attualmente fissato a 257,5 chilometri, che potrebbe scendere a circa 150 chilometri. Insomma, una farsa. Come divertente, oltre al manualetto mandato alle stampe in questi giorni
su come combattere il caldo, sono le due moto in più munite di
borracce di acqua fredda. Insomma, hanno pensato davvero a tutto. Preoccupato il ct azzurro Davide Cassani, che da lunedì è in ritiro con gli azzurri a Cavaso del
Tomba,nel Trevigiano, alle pendici del Monte Grappa. «Sarebbe
importante sapere quanto prima
cosa hanno intenzione di fare – ci
spiega il selezionatore azzurro - .
Ho fatto delle scelte tecniche sulla
base di un certo tipo di percorso
(Viviani e Nizzolo le punte, ndr) e
sulla base di un certo chilometraggio, se davvero si dovesse arrivare
a ridurre la corsa iridata e ci si trovasse a correre solo 150 km è bene saperlo il prima possibile. Personalmente spero che non si arrivi a tanto, perché correre un mondiale così breve sarebbe semplicemente imbarazzante. Ma come si
dice in questi casi? Resto in attesa
di saperne di più». Anche noi.
MOTOGP
Marquez sicuro
«Non casco
nella polemica
verbale di Vale»
«La verità è che mi ha
sorpreso il fatto che sia tornato ancora a parlare di
questo tema ma si avvicina
il finale di stagione e lui ha
molta esperienza in questo
genere di situazioni, è sveglio e ha saputo giocare le
sue carte. Ma continuerò la
mia guerra in pista, che è
dove mi piace tirare fuori
tutto quello che ho. Fuori
dalla pista è una gara che
non mi conviene e a cui
non voglio prendere parte».
Marc Marquez, a Madrid
per presentare la sua linea
di profumi, evita di rispondere a Valentino Rossi, che
nei giorni scorsi è tornato a
parlare dell’incandescente
finale della passata stagione, puntando di nuovo il dito contro lo spagnolo. Ma il
pilota della Honda sta già
pensando all’appuntamento di Motegi dove potrebbe
festeggiare il terzo titolo
mondiale della sua carriera. Primo match-point insomma «ma è una possibilità molto piccola perché dovrebbero succedere troppe
cose e non credo sarà così.
Non dovrò farmi prendere
dall’ansia, dobbiamo continuare a crescere per arrivare all’obiettivo finale che è
il titolo. Non credo che in
Giappone succederà niente di speciale». Del resto,
nonostante i 52 punti di
vantaggio su Rossi, Marquez non dimentica quanto successo nel 2014 quando, per una serie di errori
ad Aragon, rischiò la beffa.
«Non voglio preparare nessuna festa, il titolo non arriverà in Giappone né credo
nella gara dopo. L’ansia potrebbe farmi commettere
degli sbagli e non voglio ripetere lo stesso errore».
34 LA PAROLA AI LETTORI
Giovedì 6 ottobre 2016
»
il Giornale
L’angolo
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di Alessandro
Sallusti
la stanza di Gian Galeazzo Biazzi Vergani
Strage di Viareggio, assurda la pena richiesta per Moretti
Egregio Biazzi Vergani, trovo assurdo che Moretti venga accusato
di essere responsabile in prima persona della tragedia di Viareggio. Se è vero chel’ex Ad delle Ferrovie non ha considerato la
pericolosità di far viaggiare un treno carico di gas tra le case di
Viareggio, perché dovremmo sopportare che tanti aerei stracarichi di cherosene sorvolino in ogni momento le nostre teste? E
perché dovremmo sopportare le autobotti cariche di benzina nei
centri abitati? Leggo che Moretti non avrebbe considerato che il
vagone, rovesciandosi, si sarebbe potuto tagliare con un picchetto
di ferro… Incredibile. Forse il treno doveva viaggiare in un tunnel
di materassi? Qui siamo in una gabbia di matti! Se c’è un colpevole sarà certamente chi ha omesso la manutenzione dei mezzi e
della rete ferroviaria nel suo complesso, o chi ha autorizzato il
trasporto del gas su ferrovia, ammesso che sia vietato per legge,
cosa che non credo proprio. Moretti, caso mai, sarà colpevole di
non aver messo le persone giuste al posto giusto, ma per questo
non sarà certamente responsabile del disastro né tanto meno
condannabile a 16 anni.
Caro Cavallini, ho trovato anch’io qualcosa di strano nella sproporzionata richiesta di condanna di Moretti per la tragedia di Viareggio. In primo luogo mi pare assurdo che un Ad delle Ferrovie,
seduto nel suo ufficio, debba rispondere di persona di ogni possibi-
le incidente ferroviario, senza che sia dimostrata una sua personale
colpa. La richiesta di condanna, poi, definirla eccessiva è poco. Mi
auguro che sia possibile ristabilire certi equilibri, per ora assurdamente violati.
TEMPO DI GUERRA
Il cimitero
di Porta Tosa
Sono nata e cresciuta a Milano, in quel quadrilatero di case popolari che circondano
la chiesa di Santa Maria del
Suffragio: via Bonvesin de la
Riva, via Marcona, via fratelli
Bronzetti e, nel cuore, via
Goffredo Mameli, la mia strada, la mia casa. Quando scoppiò la guerra, nel giugno del
1940, nelle cantine del caseggiato furono ricavati i rifugi e
fu nominato il capo della casa. Quando di notte suonava
la sirena dell’allarme, tutti
correvamo giù in cantina.
Noi bambini a giocare, le
mamme in gruppo con i loro
lavori a maglia, mentre una
di loro incominciava la recita
del rosario. Per un bel po’
non accadde granché, ma un
pomeriggio l’allarme suonò
mentre già si sentivano gli
scoppi. Tutti giù di corsa nel
rifugio. Ad un tratto una bomba cadde vicinissima. Sopra
di noi la casa tremò e dalle
travi cadde una pioggia di
polvere. Noi bambini eravamo impietriti (si seppe poi
che la bomba aveva colpito la
cartiera di via Mameli, dstruggendo tutti i libri del deposito dell’editore Hoepli). Le
mamme gridavano e piangevano. In mezzo a quel bailamme si levò, chiara e tranquilla, una voce femminile: «Non
piangete donne. Queste case
sono state costruite sopra
l’antico cimitero di Porta Tosa. I morti sono ancora qui,
sotto di noi e ci proteggeranno. Nessuna bomba cadrà su
questa casa». E così fu. Se oggi andate a Porta Vittoria
(l’ex Porta Tosa) la potete vedere. È sempre lì, bella e intatta.
Nella Galmuzzi Marchesi
Sesto San Giovanni (Milano)
NO A UNA VIA COL SUO NOME
IL GIORNALE
Reg. Trib. Milano N. 215 del 29-5-1982
IL GIORNALE DEL LUNEDÌ
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DEL 6-4-2016
LA TIRATURA DI MERCOLEDÌ 5.10.2016
È STATA DI 154.645 COPIE
il Giornale
Sinistra contro Caprotti
«nemico di classe»
La sinistra si oppone a che
sia intitolata una via a Bernardo Caprotti in quanto considerato «nemico di classe».
Questo nonostante abbia dato lavoro a migliaia di persone, inaugurato e guidato il
processo di modernizzazione
della distribuzione italiana,
con grande beneficio per tutti i consumatori (proletari
Gianni Cavallini
e-mail
La vignetta di Krancic
mune mezzo gaudio», ma qui
c’è poco da godere. Il calcio
un po’ ovunque si porta appresso un’immagine fosca,
infangato da interpreti che
pensano più ai fatti loro che
non al benessere dello sport
più bello del mondo.
Giuseppe Da Sacco
Belluno
REFERENDUM UNGHERESE
Evidente il sostegno
al premier Orban
compresi, anzi soprattutto)
in termini di abbattimento
dei prezzi. Di uomini come
Caprotti ce ne vorrebbero tanti e in tutti i settori (anche
nella pubblica amministrazione) per far ripartire l’Italia.
e da dove arriva? Dalle
Coop... e a chi vanno i fondi
per il dopo terremoto? Alle
Coop! Scusate se è poco. Ma
il Pd non è all’asciutto in tema di finanze? E la magistratura? Tace.
Paolo Ponzano
Milano
Piero Biglia
Torino
I «PADRONI» DELL’UE
DIPENDENTI PUBBLICI
Furbetti o mascalzoni
Tedeschi impongono
regole senza rispettarle vanno subito cacciati
I tedeschi hanno ricevuto un
sacco di benefici sin dalla loro
riunificazione a scapito di altri
Paesi della Ue. Stanno tirando
troppo la corda dimostrando
ingratitudine, esosità e menefreghismo delle regole che impongono ad altri di rispettare.
Hanno un sacco di scheletri
nell’armadio che giornalmente
affiorano. Se avranno problemi seri di finanza se li saranno
cercati con la loro cupidigia.
Giuseppe Borghi
Modena
DOPO TERREMOTO/1
Alle solite: un affare
per le Coop rosse
Cominciamo bene... Il commissario Vasco Errani, sul quale si
era giurato fosse un uomo del
fare, indipendente dai partiti...
Si parla già, salvo smentite, di
un appalto a chi? Alle Cooperative rosse, naturalmente.
Pietro Ferretti
e-mail
DOPO TERREMOTO/2
A sinistra
niente di nuovo
Chi si occupa della rinascita
di Amatrice? Un tale Errani...
Questa volta è accaduto a
Biella scoprire che alcuni dipendenti pubblici timbravano il cartellino e poi se ne
andavano per i fatti propri. Il
direttore Sallusti ritiene opportuno chiamare le cose
con il loro nome, alla faccia
del politicamente corretto.
Bene. Perciò questi personaggi, definiti semplicemente
«furbetti del cartellino» siano
chiamati «mangiapane a tradimento». Gente che ha il
senso civico e morale sotto la
suola delle scarpe. Spero che
vengano cacciati presto per
far posto a persone, migliori
di loro, che cercano disperatamente un posto di lavoro.
Giampaolo Cortese
Cirimido (Como)
SCANDALO IN INGHILTERRA
Troppi mascalzoni
infangano il calcio
Non era solo l’Italia ad essere
contagiata dalla metastasi
che colpisce il calcio. Il cancro della corruzione è esteso
a macchia d’olio anche in Inghilterra dove otto manager
sono sotto inchiesta per aver
intascato bustarelle «sontuose». Verrebbe da dire «mal co-
L’esultanza di Gentiloni e soci per i risultati del referendum ungherese è fuori luogo.
I numeri, infatti, non mentono. Se si fosse raggiunto il
quorum dei votanti e ipoteticamente tutti i mancanti
avessero votato contro la proposta di Orban il risultato sarebbe cambiato di poco. Se
con i numeri dei partecipanti
i favorevoli erano il 98% con
il raggiungimento del quorum, come più sopra ipotizzato, la percentuale sarebbe
scesa all’85%. Sempre e comunque un chiaro sostegno
al premier Orban.
Fulvio Bellani
e-mail
PONTE SULLO STRETTO
Indecente battuta
del ministro Delrio
Se per capire la bontà e la
levatura (sic) di questo governo non basta neppure la dichiarazioni del ministro (infrastrutture e trasporti) Graziano Delrio, il quale ha affermato, con sprezzo del ridicolo e usando un francesismo,
– che il ponte sullo Stretto di
Messina voluto da Berlusconi era una str…ata, mentre
quello proposto da loro è una
cosa seria, che altro ancora ci
vuole per rendersene conto?
Ma si può?
Carlo Cerofolini
Sesto Fiorentino (Firenze)
Le teorie gender
uccidono
le differenze
Gentile Direttore, nei giorni
scorsi Papa Francesco ha
espresso la sua contrarietà
sulla cosiddetta teoria “gender”. Va precisato che questa teoria non è nata dalle
menti confuse di alcuni teologi, ma negli ambienti femministi Usa degli anni ’60.
Un’ideologia quella del “gender” che nega le differenze,
se non culturali, tra maschi e
femmine, che l’identità di
ognuno prescinde dal dato
biologico, ed è determinata
da modelli culturali e sociali. In alcuni Paesi dove l’ideologia “gender” viene diffusa
direttamente dal governo è
in atto una vera e propria
opera di indottrinamento
sin dalla più tenera età. In
Svezia esistono asili dove
l’educazione dei bambini viene fatta senza alcuna distinzione di genere, dove sono
stati aboliti i pronomi «Lei»
e «Lui» in cambio del pronome neutro «Hen», giochi
uguali per tutti ecc. e il governo ha pure approvato per legge 170 nomi unisex. Questa
teorie trovano parecchi scettici se non oppositori fra antropologi, psicologi e neuroscienziati. Penso che le donne e gli uomini sono ugualmente esseri intelligenti,
con stessi diritti e doveri ma
hanno inclinazioni diverse
ed è bello cosi. Condivide?
Fabio Mendler
e-mail
Caro Fabio, certo che condivido. Un conto è la parità di
diritti e di doveri, altro è negare differenze di genere. Il
creatore, chiunque esso sia,
non ci ha fatto tutti uguali e ci
ha assegnato ruoli diversi. No
c’è teoria che possa negare
questo, non c’è moda che possa annullare differenze, non
c’è cultura o società che possa
sopravvivere a una simile
sciocchezza. Io sono per le differenze, che vanno non annullate ma esaltate in quanto ricchezza del genere umano. Da
sempre ci sono donne “maschiacci” che preferiscono il
pallone alle bambole e viceversa uomini “effeminati”. Caratteri e gusti sessuali non sono nella nostra disponibilità
di scelta. Ognuno è fatto a modo suo, e questo è legittimo
oltre, appunto, che inevitabile. Ma sostenere che non siamo fatti diversi e impedire
l’esercizio di questa diversità
è una violenza inaccettabile.
Da combattere come una forma di nazismo.
»
Il santo del giorno
www.rinocammilleri.com
Tran Van Trung
La persecuzione dei cristiani in Asia durò per tutto il XIX secolo e cessò
(fino all’avvento dei comunisti) solo grazie alla «politica delle cannoniere» occidentali. Nel 1858, nell’allora Tonchino, il soldato Tran Van
Trung, battezzato cristiano dai missionari francesi col nome di François, faceva parte dell’esercito «imperiale» di Tu Duc, sovrano dell’Annam, nell’odierno Vietnam. Arrestato perché cristiano, a forza di torture si cercò di fargli calpestare un crocifisso in segno di rinnegamento.
Poiché si rifiutava di farlo e di ritornare al buddismo, venne decapitato.
Giovedì 6 ottobre 2016
Il consiglio
Lo sconsiglio
A Good year- Un’ottima annata
21.15 RETE 4
(Usa , 2006) di
Ridley Scott
con Russell
Crowe
Durata: 1.45
VOTO
6/7
TELEVISIONE 35
il Giornale
COMMEDIA Provenza. Diventa triste
il cinico agente di Borsa londinese
Max Skinner (Russell Crowe) entrando nella tenuta del defunto zio Henri, che tante vendemmie prima l'ha
allevato e l'ha appena nominato
erede. Ora, costretto a rinviare il ritorno, si accorge che la caparbia ristoratrice Fanny Chenal (Marion Cotillard) è molto carina. Piacevole
commedia paraturistica, un po' zoppicante quando tenta la via
dell'umorismo, molto più riuscita
sul versante romantico. A corrente
alternata anche l'occhialuto burino
Russell Crowe dal capoccione riccioluto: fuori parte quando fa il buffone in piscina o sul campo da tennis,
perfetto negli assalti galanti.
» FuoriSerie
di Massimo
Bertarelli
Su Netflix fumetto fa rima con raffinatezza
Sette anime
DRAMMATICO Los Angeles. Ha una
lista di sette nomi il malinconico
manager aerospaziale Ben Thomas
(Will Smith), sposato con Sara. Perché è tormentato dalla notizia di un
incidente stradale? E come mai si
finge un agente delle entrate con la
bella tipografa Emily Rosa (Rosario
Dawson), in attesa di un trapianto?
Aggrovigliato e presuntuoso melodramma di Gabriele Muccino, che,
stordito dal successo di «La ricerca
della felicità», commette l'errore di
tornare sul luogo del delitto, Hollywood, ancora per dirigere il monocorde Will Smith. Per un'ora e mezzo non si capisce niente, poi i troppi
nodi vengono al pettine. Quando
tutti dormono.
21.15 TV8
(Usa, 2008) di
Gabriele
Muccino con
Will Smith,
Rosario
Dawson
Durata: 1.55
VOTO
4
di Matteo Sacchi
S
e c’è una cosa che va riconosciuta a Netflix
è la capacità di declinare temi pop, come i
super eroi Marvel, in una versione decisamente adulta. Il canale on line può permetterselo
perché il suo pubblico è tendenzialmente il più
adatto a questo tipo di prodotto. Ma creare prodotti cinematograficamente raffinati partendo
da un immaginario comune e fumettistico, comunque, è un risultato notevole. È andata così
ad esempio con Daredevil e Jessica Jones, basti
confrontarli con un prodotto, comunque gradevole, come Agent of Shields. Da un lato piani
sequenza mozza fiato, dei personaggi ambigui
e psicologicamente complessi. Dall’altro un
onesto e divertente fumettone che piace a grandi e piccini.
Ora Netflix sta lavorando per allargare il suo
pacchetto di mischia. In primis prseguendo sul
filone Marvel. Dal 13 gennaio arriverà la serie(8
episodi) tratta dalla ciclo di romanzi di Daniel
Handler (il cui pseudonimo è Lemony Snicket)
intitolato Una serie di sfortunati eventi. A fare
da modello il film omonimo con Jim Carrey: tre
orfani – Violet, Klaur e Sunny Baudelaire – devono vedersela con il perfido Conte Olaf (Neil
Patrick Harris) deciso a mettere le mani sulla
loro eredità. Poi proseguirà anche il filone Marvel. Netflix ha annunciato la data di messa in
onda di Iron Fist, la quarta serie prodotta dal
colosso streaming dedicata ai Difensori. Narra
le vicende del miliardario Danny Rand, alias
Pugno d’Acciaio e debutterà il prossimo 17
marzo 2017. E promette di proseguire con lo
stesso stile delle precedenti.
Raiuno
Raidue
Raitre
Canale 5
Italia 1
Rete 4
La7
6.00 RaiNews24 Informazione
6.30 TG1 - Previsioni sulla viabilità CCISS Viaggiare informati
Informazione
6.45 Unomattina Attualità
10.00 Storie Vere Rubrica. Condotto
da Eleonora Daniele
11.05 Tempo & Denaro Attualità.
Condotto da Elisa Isoardi
11.50 La prova del cuoco Varietà.
Condotto da Antonella Clerici
13.30 TG1 Informazione
14.00 La vita in diretta Attualità.
Condotto da Marco Liorni e
Cristina Parodi
15.15 Torto o ragione? Il verdetto
finale “La doppia verità” Real
Tv. Condotto da Monica
Leofreddi
16.30 TG1 Informazione
16.40 TG1 Economia - Che tempo
fa Informazione
16.50 La vita in diretta Attualità
18.45 L’eredità Gioco
20.00 TG1 Informazione
20.30 Calcio, World Cup 2018
European Qualifiers Da
Torino Italia - Spagna Evento
sportivo (Diretta)
23.05 Petrolio “Mamma mia”
Attualità
0.30 TG1 Notte - Che tempo fa
Informazione
7.00 Il tocco di un angelo Telefilm
7.45 Le sorelle McLeod Telefilm
8.30 Homicide Hills - Un commissario in campagna Telefilm
10.10 TG2 Mizar Informazione
10.30 TG2 Achab Libri Rubrica
10.35 TG2 Eat Parade Rubrica
10.45 TG2 Medicina 33 Rubrica
10.55 TG2 Flash Informazione
11.00 I Fatti Vostri Attualità
13.00 TG2 Giorno Informazione
13.30 TG2 Tutto il bello che c’è
Estate Rubrica
13.50 TG2 Medicina 33 Rubrica
14.00 Detto fatto Attualità
16.30 The Good Wife Telefilm
17.10 Madam Secretary Telefilm
18.00 Rai Parlamento Telegiornale
Attualità
18.10 TG2 Flash L.I.S. Informazione
18.15 TG2 Informazione
18.30 Rai TG Sport - Meteo 2 Inf.
18.50 Blue Bloods Telefilm
19.40 N.C.I.S. “Primo piano” Telefilm
20.30 TG2 - 20.30 Informazione
21.10 Prima tv Rai Criminal Minds
“Affari Interni” “Futuro allo
specchio” Telefilm con
Thomas Gibson
22.50 Criminal Minds “Angeli”
Telefilm con Thomas Gibson
23.30 Prima tv American Gothic “La
clinica Gross” Telefilm
8.00 Agorà Attualità
10.00 Mi manda Raitre - In difesa
degli indifesi Attualità
11.00 Elisir “Aritmie” Attualità
11.10 Tutta salute Attualità
11.55 Meteo 3 - TG3 Informazione
12.25 Chi l’ha visto? 12,25 Attualità
12.45 Quante Storie Attualità
13.15 Rai Cultura Documentario
13.40 TG3 Fuori TG Attualità
14.00 TG Regione - Meteo Infor.
14.20 TG3 - Meteo 3 Informazione
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15.10 TGR Piazza Affari Rubrica
15.15 Il Commissario Rex Telefilm
16.00 Question Time Attualità (Dir.)
17.20 Aspettando Geo Doc.
17.40 Geo Documentario
18.55 Meteo 3 - TG3 Informazione
19.30 TG Regione - Meteo Infor.
20.00 Blob Varietà
20.05 Gazebo Social News Attualità
20.30 Prova pulsante... Quasi
Quasi Rischiatutto Gioco
20.40 Un posto al sole Soap
21.15 Agente 007 - La morte può
attendere - Spionaggio
(GB/Usa 2002). Di Lee
Tamahori, con Pierce Brosnan
0.00 TG3 Linea notte Attualità
1.00 Meteo 3 Informazione
1.05 Rai Parlamento Telegiornale
Attualità
6.00
7.55
8.00
8.45
7.35 Una spada per Lady Oscar
Cartoni
8.00 Sailor Moon Cartoni
8.30 Supercar Telefilm
10.30 Person of Interest Telefilm
12.25 Studio Aperto - Meteo.it
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13.00 Grande Fratello VIP Reality
show. Condotto da Ilary Blasi
13.20 Sport Mediaset Notiziario
13.55 I Simpson Cartoni
14.45 The Big Bang Theory Telefilm
15.20 2 Broke Girls “E le prigioniere
dei cupcake” Sit com
15.45 Due uomini e mezzo Telefilm
16.15 Prima tv free Baby Daddy “Il
gruppo di gioco” Sit com
16.45 How I Met Your Mother Tf
17.35 Friends “Torte a domicilio” Tf
18.00 Grande Fratello VIP Reality
show. Condotto da Ilary Blasi
18.30 Studio Aperto - Meteo.it
Informazione
19.25 C.S.I. NY “Tra le mura domestiche”“Eroi” Telefilm
21.10 Colorado 2016
“Terza puntata” Varietà.
Condotto da Luca Bizzarri e
Paolo Kessisoglu
0.15 Prima tv free Ghost Movie Commedia (Usa 2012). Di
Michael Tiddes, con Marlon
Wayans, Essence Atkins
6.35 The Practice - Professione
avvocati Telefilm
8.30 Cuore Ribelle Soap
9.30 I Cesaroni “Cattive influenze”
Fiction. Di Francesco Vicario
10.40 Ricette all’italiana Rubrica.
Condotto da Davide Mengacci
e Michela Coppa
11.30 TG4 - Meteo.it Informazione
12.00 Un detective in corsia Tf
13.00 La signora in giallo “La morte
usa il computer” Telefilm
14.00 Lo sportello di Forum Real Tv.
Condotto da Barbara
Palombelli
15.30 Flikken - Coppia in giallo Tf
16.50 Dimmi la verità - Commedia
(Usa 1961). Di Harry Keller
18.55 TG4 Informazione
19.35 Dentro la Notizia - Meteo.it
Informazione
19.55 Tempesta d’amore Soap
20.30 Dalla vostra parte Attualità.
Condotto da Maurizio
Belpietro
21.15 A good year - Un’ottima
annata - Commedia (Usa
2006). Di Ridley Scott, con
Russell Crowe, Albert Finney
23.50 Fair Game - Caccia alla spia Thriller (Usa 2010). Di Doug
Liman, con Naomi Watts, Sean
Penn, Sam Shepard
6.00 Meteo - Traffico - Oroscopo
Informazione
7.00 Omnibus - News Attualità
(Diretta)
7.30 TG La7 - Meteo Informazione
7.55 Omnibus Attualità (Diretta)
9.40 Coffee Break Attualità.
Condotto da Andrea Pancani
(Diretta)
11.00 L’aria che tira Attualità.
Condotto da Myrta Merlino
(Diretta)
13.30 TG La7 Informazione
14.00 TG La7 Cronache Attualità.
Condotto da Bianca Caterina
Bizzarri
14.20 Tagadà Attualità. Condotto da
Tiziana Panella (Diretta)
16.15 L’Ispettore Tibbs Telefilm
18.00 Joséphine, ange gardien
“Fantasmi del passato”
Telefilm con Mimie Mathy
20.00 TG La7 Informazione
20.35 Otto e mezzo Attualità.
Condotto da Lilli Gruber (Dir.)
21.10 Piazzapulita Attualità.
Condotto da Corrado Formigli
(Diretta)
0.00 TG La7 Informazione
0.10 Otto e mezzo Attualità
(Replica)
0.45 L’aria che tira Attualità
(Replica)
Canali digitali free
Paramount Channel
20.40 Will & Grace “San Valentino” Tf
21.10 Sherlock Telefilm
23.00 Spartacus: La guerra dei dannati
“Morti e morituri” “La vittoria” Tf
Rai 4
20.30 Calcio, Rai dire Nazionale
Qualificazioni Mondiali 2018:
Italia - Spagna (Diretta)
22.50 Prima tv Braindead - Alieni a
Washington “The Power of
Euphemism: How Torture Became
a Matter of Debate in American
Politics” Telefilm
Iris
20.05 A-Team “Candidato scomodo”
Telefilm
21.00 La Papessa (Drammatico, 2009)
con Johanna Wokalek Film
23.40 Adesso cinema! Rubrica
Rai Movie
20.50 Buona vacanza (Comico, 1932)
con Stan Laurel Film
21.10 Il riccio (Commedia, 2009) con
Josiane Balasko Film
23.00 Quando meno te lo aspetti
(Commedia, 2004) con Kate
Hudson Film
Rai Storia
20.45 Rai Cultura - Il tempo e la Storia
“1951 - L’inchiesta sulla miseria in
Italia “ Documentario
21.10 A.C.d.C. - Le civiltà del passato
“La lega anseatica tedesca, una
superpotenza segreta” Doc.
22.10 A.C.d.C. - Le civiltà del passato
“Padri Pellegrini - La terra promessa” Documentario
Sky 507
Cubo Vision
web tv - IP TV
7.00
11.10
11.30
12.10
12.30
15.00
15.40
17.00
Caffè Affari Rubrica
Trading Room Rubrica
Market Quote Attualità
Forex Update Attualità
Analisi Tecnica Attualità
Linea Mercati Wall Street Rubrica
I Vostri Soldi Attualità
Alert Mercati Attualità
10.55
11.00
13.00
13.40
14.10
14.45
16.10
16.20
17.10
18.45
19.55
20.00
20.40
21.15
23.30
0.35
Prima pagina Tg5 Infor.
Traffico - Meteo.it Infor.
TG5 Mattina Informazione
Mattino Cinque Attualità.
Condotto da Federica
Panicucci e Francesco Vecchi
TG5 - Ore 10 Informazione
Forum Real Tv. Condotto da
Barbara Palombelli
TG5 - Meteo.it Informazione
Beautiful Soap
Una vita Soap
Uomini e Donne Talk show
Grande Fratello VIP Reality
show. Condotto da Ilary Blasi
Il segreto Soap
Pomeriggio Cinque Attualità.
Condotto da Barbara d’Urso
Caduta libera Gioco. Condotto
da Gerry Scotti
TG5 Prima Pagina
Informazione
TG5 - Meteo.it Informazione
Striscia la Notizia - La voce
dell’impudenza Attualità
Prima tv Il segreto “Hipolito e
Gracia si baciano ancora”
Soap con Maria Bouzas,
Carlota Baro, Alex Gadea
Novità L’intervista “Prima
puntata” Talk show
TG5 Notte - Meteo.it
Informazione
Mediaset Premium
La 5
18.40 Una mamma per amica “La scelta
di Luke” Telefilm
19.40 Uomini e Donne Talk show
21.10 Amori in corsa (Commedia, 2004)
con Mandy Moore Film
23.20 Grande Fratello VIP Reality show
Canale Italia
20.30 W l’Italia Rubrica
21.00 Cantando e Ballando Varietà
23.30 Cantando e Ballando - Story
Varietà
Boing
17.50 Yokay Watch Cartoni animati
18.15 DC Super Hero Girls + Teen
Titans Go! Cartoni animati
18.40 Teen Titans Go! Cartoni animati
19.05 Nuovi episodi Clarence Cartoni
animati
19.30 Doraemon Cartoni animati
20.00 We Bare Bears Cartoni animati
20.50 The Next Step Telefilm
Cielo
20.15 Affari di famiglia “Sbarco sulla
Luna” “Il primo Spider Man”
Documentario
21.15 Twin Dragons (Azione, 1992) con
Jackie Chan Film
23.00 Hong Kong colpo su colpo
(Avventura, 1998) con Jean-Claude
Van Damme Film
La7 D
19.40 A cena da me - Come Dine With
Me Real Tv
21.20 Benjamin Lebel - Delitti D.O.C.
“Missione a Pessac” Telefilm
23.05 Benjamin Lebel - Delitti D.O.C.
“L’acquavite della discordia”
Telefilm
18.00 Report - Il TG della Finanza “Ospite:
M. Fortuzzi (Banca Leonardo)”
Attualità
22.00 Linea Mercati Notte Rubrica
22.30 Italia Oggi TG Rubrica
Film
21.15 Il solista (Drammatico,
GB/Usa/Fra) con Robert Downey
Jr.
Premium Cinema Emotion
21.15 Momentum (Azione, 2013) con
Olga Kurylenko
Premium Cinema Energy
21.15 Gone Baby Gone (Drammatico,
2007) con Casey Affleck
Studio Universal
21.15 Prima tv Steve Jobs (Biografico,
2015) con Michael Fassbender
Premium Cinema
22.50 The Prestige (Drammatico, 2006)
con Hugh Jackman
Premium Cinema Energy
23.10 He got game (Drammatico, 1998)
con Denzel Washington
Studio Universal
23.10 Get on Up - La storia di James
Brown (Biografico, 2014) con
Chadwick Boseman
Premium Cinema Emotion
23.25 Ex Machina (Fantascienza, 2015)
con Domhnall Gleeson
Premium Cinema
Telefilm
20.15 No Limit “Traffico d’armi” Action
20.20 Covert Affairs “Attacco cibernetico”
Premium Stories
20.25 Due uomini e mezzo “L’uomo più
bello della casa” “Al, il papà figo!”
Joi
21.15 Prima tv Containment “Inferno”
Action
21.15 Prima tvThe Goldbergs “La famiglia si prende cura della famiglia”
Joi
Sky 221
Tivù Sat 55
Canali Satellitari
21.15 Shameless “Il ragazzo di casa”
Premium Stories
21.40 Prima tvThe Goldbergs “Pupo
spalla la palla”
Joi
22.05 Prima tvContainment “Il punto
debole di ogni cosa”
Action
22.15 L’uomo di casa “Libero mercato”
Joi
22.15 Shameless “Abitudini pericolose”
Premium Stories
22.40 L’uomo di casa “Un posto per
Kyle”
Joi
Sport
12.25 Calcio, Serie A 2016/2017 Lazio Juventus (Anticipo 2a giornata)
Premium Sport 2
14.20 Calcio, Serie A 2016/2017 Palermo
- Juventus (Anticipo 6a giornata)
Premium Sport 2
15.00 Calcio, Ligue 1 2016/2017 Dal
Parco dei Principi di Parigi Paris
Saint Germain - Bordeaux
Premium Sport
16.10 Calcio, Serie A 2016/2017 Napoli Bologna (Anticipo 4a giornata)
Premium Sport 2
18.00 Calcio, Ligue 1 2016/2017
Dall’Allianz Riviera di Nizza Nizza Marsiglia
Premium Sport 2
19.00 Premium Sport News
Premium Sport
21.00 Speciale Premium Sport
Premium Sport
21.00 Arsenal Channel
Premium Sport 2
22.00 Speciale Premium Sport
Premium Sport
22.30 Serie A Emotion Premium Sport
23.00 Premium Sport News
Premium Sport
17.00 Cowboy tv “Il magico mondo della
monta americana torna protagonista
su ClassHorse Tv” Rubrica sportiva
8.10 Non Solo Cavalli Rubrica sportiva
9.00 Equitazione, Special Class: Polo per 19.10 Highlights FEI Classics 2016:
un Sorriso 2016 Evento sportivo
Burghley Evento sportivo
11.15 Special Class: Attacchi al Parco
Giardino Sigurtà Il secondo parco
più bello d’Europa ospita il
Concorso di Eleganza degli Attacchi
di Tradizione Evento sportivo
Film
21.00 Revolutionary Road
(Drammatico, 2008) con Leonardo
DiCaprio
Sky Cinema Cult
21.00 Lo straordinario viaggio di T.S.
Spivet (Avventura, 2013) con
Helena Bonham Carter
Sky Cinema Family
21.00 Soldato semplice (Commedia,
2015) con Paolo Cevoli
Sky Cinema Comedy
21.00 Spy (Azione, 2015) con Jude Law
Sky Cinema Passion
21.00 Nightwatch (Thriller, 1997) con
Ewan McGregor Sky Cinema Max
21.00 22.11.63 Buon compleanno, Lee
Harvey Oswald (Drammatico,
2016) con James Franco
Fox
21.15 Star Wars - Il risveglio della
forza (Fantascienza, 2015) con
Harrison Ford
Sky Cinema 1
21.15 Fratelli unici (Commedia, 2014)
con Raoul Bova Sky Cinema Hits
21.50 22.11.63 Tiratore scelto
(Drammatico, 2016) con James
Franco
Fox
22.45 Head of State (Commedia, 2003)
con Chris Rock
Sky Cinema Comedy
Telefilm
21.00 Prima tvCandice Renoir “Il peggior nemico è nel nostro cuore”
Fox Crime
21.00 Rizzoli & Isles “La bestia che è in
me”
Fox Life
21.15 Mad Men “Un caldo tropicale”
Sky Atlantic
Sky 180
Tivù Sat 56
7.00
12.00
12.30
13.00
14.00
16.00
22.00 Rizzoli & Isles “Quando la pistola
fa bum bum”
Fox Life
22.05 Prima tvCandice Renoir “Meglio
prevenire che curare” Fox Crime
22.10 Mad Men “Nixon contro Kennedy”
Sky Atlantic
22.55 Nashville “Rapporti difficili”
Fox Life
23.05 Criminal Minds “Il banco vince
sempre”
Fox Crime
Sport
12.00 Biliardo, European Masters 2016
4a giornata, da Bucarest,
Romania (Diretta)
Eurosport
14.00 Golf, PGA European Tour 2016 Da
St. Andrew (Scozia) Alfred Dunhill
Links Championship: 1a giornata
(Diretta)
Sky Sport 2
18.00 Biliardo, European Masters 2016
4a giornata, da Bucarest,
Romania (Diretta)
Eurosport
20.00 World Cup 2018 Qualifiers
Prepartita (Diretta) Sky Sport 1
20.45 Calcio, WC 2018 Diretta Gol
European Qual. (Dir.) Sky Sport 1
20.45 Calcio, World Cup 2018 European
Qualifiers Kosovo - Croazia
(Diretta)
Sky Sport 3
21.00 Wrestling, WWE Domestic Raw
Sky Sport 2
22.45 World Cup 2018 Qualifiers
Postpartita (Diretta) Sky Sport 1
22.45 Golf, PGA European Tour 2016 Da
St. Andrew (Scozia) Alfred Dunhill
Links Championship: 1a giornata
Sky Sport 2
23.00 Calcio, World Cup 2018
Sudamerican Qualifiers Ecuador Cile (9a giornata) (Diretta)
Sky Sport 3
18.00 Full Fashion Designer - Le sfilate
dei grandi stilisti Rubrica
18.30 Breakout Rubrica
Full Fashion Designer - Le sfilate
19.00 Ladies Rubrica
dei grandi stilisti Rubrica
21.00 Models New York - Il reality della
Milano Models - Il docu-reality sulla
moda Real Tv
moda e sulla vita delle modelle Real 23.30 Full Fashion Designer - Le sfilate
Tv
dei grandi stilisti Rubrica
Breakout Rubrica
Full Fashion Designer - Le sfilate
dei grandi stilisti Rubrica
Ladies Rubrica
Fashion Dream Reality show