Capitolo d`esempio - Mondadori Informatica

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Capitolo d`esempio - Mondadori Informatica
GarageBand
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Con le centinaia, anzi migliaia di app musicali disponibili nell’App Store, potrebbe
sembrare difficile scegliere con quale iniziare a fare musica, ma in realtà non è così:
che siate musicisti di lungo corso o absolute beginner, il vostro primo approccio dovrebbe essere con GarageBand. Anche se non è la app più versatile in assoluto, GarageBand offre un notevole assortimento di strumenti (chitarra, basso, batteria, piano,
tastiere e archi) sia in versione “touch” (che si suonano in modo simile agli strumenti
veri) che “smart” (che si suonano in modo semplificato). Vi è anche la possibilità di
registrare la voce o uno strumento acustico tramite il microfono incorporato o un
microfono esterno, oppure uno strumento elettrico tramite un adattatore come iRig
di IK Multimedia o AmpKit LiNK, e di organizzare tutte le registrazioni su otto tracce distinte. GarageBand offre inoltre una “chicca” davvero notevole: la possibilità di
organizzare una jam session in cui due o più musicisti suonano contemporaneamente su dispositivi differenti. Tutto ciò a soli 4 euro, un vero affare!
Sul mio sito saxopedia.com ho raccolto video e alcuni link utili per GarageBand.
Potete trovarli a questo URL: http://it.saxopedia.com/app-garageband.
Comporre un nuovo brano
La prima cosa da fare per comporre un nuovo brano è toccare il pulsante I miei brani, poi il pulsante “+” che appare in alto a sinistra, e infine selezionare Nuovo brano: a
questo punto appare la lista degli strumenti, che si può scorrere in orizzontale. Di solito, quando si intende comporre un nuovo brano la cosa migliore da fare è registrare
una “traccia guida”, tipicamente usando la batteria oppure la chitarra d’accompagnamento, in modo da poter poi aggiungere i vari strumenti fino a completare il brano.
GarageBand dispone di due batterie, una in versione touch e l’altra in versione
smart. Se non siete batteristi conviene sicuramente partire con Smart Drums (figura
1): in questa modalità, infatti, non dovete fare altro che scegliere un kit di batteria (il
pulsante grande in alto a sinistra), assicurarvi che il pulsante on/off sia attivato, poi
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trascinare qualche strumento nella zona centrale quadrata. La riga su cui depositate
ciascuno strumento influenza il suo volume, mentre la colonna indica quanto complessa sarà la configurazione ritmica per quello strumento. Considerando che avete
otto strumenti e otto possibili pattern ritmici per ciascuno (nove contando anche il
pattern “silenzio”, quando non utilizzate quello strumento), un piccolo calcolo mostra che avete oltre 43 milioni di combinazioni con cui divertirvi, senza contare le
variazioni di volume e quelle che si ottengono selezionando un differente kit!
Figura 1 Lo strumento Smart Drums.
Provate ad esempio a inserire gli strumenti come mostrato in figura 1, poi toccate
l’icona Chiave inglese sulla barra di controllo in alto (la seconda icona da destra) per
accedere alla finestra Impostazioni e decidere il ritmo della canzone, ovvero il numero di BPM (beat per minuto), l’indicatore del tempo (quasi sempre 4/4) e la tonalità.
A differenza delle registrazioni effettuate in uno studio “vero”, con GarageBand potete modificare sia il ritmo di un brano che la sua tonalità anche successivamente,
ottenendo che tutte le tracce già registrate con strumenti touch e smart e con i loop
predefiniti si adattino al nuovo ritmo e alla nuova tonalità. Attenzione, però: le tracce
audio di tipo Audio Recorder e Guitar Amp non si adattano alle variazioni di ritmo e
tonalità, quindi se prevedete di registrare tracce di questo tipo è preferibile impostare
il prima possibile i valori di tempo e tonalità.
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Dopo aver preparato un pattern ritmico potete cominciare a registrare la traccia
di batteria. I brani sono suddivisi in sezioni (ad esempio, intro, strofa e ritornello) e
ciascuna sezione deve essere registrata separatamente quando si lavora con Smart
Drums. Come impostazione predefinita, ciascuna sezione dura otto misure, ma tra
un attimo vedremo come creare sezioni di lunghezza qualsiasi.
Immediatamente sotto la barra di controllo in alto si trova il righello, con un linea
verticale che indica la posizione della testina di registrazione e riproduzione. Se necessario, trascinate la testina all’inizio del righello (ovvero la misura 1), fate partire
la batteria smart, premete il tasto rosso di registrazione e lasciate che la registrazione
proceda per le otto misure. Vedrete che il righello si colorerà progressivamente di
rosso, mentre al termine dell’ottava misura il colore diventerà verde, per indicare che
la registrazione è terminata e il programma è ora in modalità riproduzione.
A questo punto siete pronti ad aggiungere altre sezioni al brano: toccate il tasto “+”
che si trova all’estrema destra del righello per accedere alla finestra Sezioni brano, poi
toccate il tasto Aggiungi per creare una nuova sezione vuota oppure Duplica se volete
che la nuova sezione contenga già la traccia appena registrata. Se ora toccate la freccia
alla destra di Sezione B visualizzerete una nuova finestra che permette di specificare
la durata in misure della sezione B. In alto si trova anche l’interruttore Automatico/a
che, se attivato, specifica che la durata di questa nuova sezione sarà pari alla durata
della prossima registrazione.
La finestra Sezioni brano è importante perché tipicamente la vista in modalità tracce mostra una sezione alla volta, e tale sezione corrente si sceglie appunto in questa
finestra. In alternativa potete selezionare Tutte le sezioni, in modo da lavorare con
l’intero brano. Selezionerete sicuramente questa modalità quando la composizione
sta per essere terminata, per sentire tutte le sezioni insieme e apportare le ultime
modifiche. Toccando il tasto Modifica potete cancellare una sezione o modificare l’ordine delle sezioni esistenti. Tenete presente che un brano GarageBand non può essere
più lungo di 320 misure.
Aggiungere la chitarra
Ora che avete preparato la traccia di batteria, potete aggiungere gli altri strumenti:
toccate il tasto Strumenti in alto e selezionate Smart Guitar dalla galleria di strumenti. Nonostante il nome, questo strumento si può suonare sia in modalità smart (semplificata) che touch (come una chitarra normale): la prima volta che lo mostrate apparirà in modalità smart (figura 2). Come accadeva per la batteria, potete selezionare
un modello di chitarra acustica o elettrica toccando il tasto grande in alto a sinistra.
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Figura 2 Lo strumento Smart Guitar.
In modalità smart la chitarra mostra otto accordi: potete arpeggiare le note una
per una, oppure adottare la tecnica detta strumming e dare una pennata (strisciando
il dito sulle corde dall’alto verso il basso) o una contropennata (dal basso verso l’alto), proprio come fareste con una chitarra vera; potete anche suonare tutte le corde
insieme toccando il nome dell’accordo. Se tenete premuta la sezione del manico alla
estrema sinistra (prima del primo accordo), si produrrà un suono di note “stoppate”,
come fanno i chitarristi usando il polso della mano destra per impedire alle corde di
vibrare liberamente. Se avete selezionato una chitarra elettrica, troverete anche un
paio di pedali (a scelta tra chorus, eco, flanger, overdrive) con cui modificare il suono.
Infine potete toccare l’icona Mixer (la terza da destra in alto) per modificare il volume della traccia, il panning, l’eco e il riverbero.
Se non volete dare pennate e contropennate potete attivare la modalità AutoPlay,
che arpeggia automaticamente l’accordo che avete toccato (toccate nuovamente lo
stesso accordo per fermare il suono); potete anche toccare l’accordo con due o tre dita
per ottenere variazioni nell’arpeggio. Con 4 differenti modalità di AutoPlay e tre variazioni per ciascuna modalità avete in tutto 12 arpeggi differenti, che possono essere
sufficienti per la maggior parte dei brani. Notate che queste 12 varianti sono differenti
a seconda del modello di chitarra prescelto.
Toccando l’interruttore Chords/Notes si passa in modalità touch, in cui potete
suonare in modo simile a come fareste con una chitarra vera: toccate un tasto per
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suonare la nota corrispondente, oppure toccate nella sezione all’estrema sinistra per
suonare la corda a vuoto, fate scivolare il dito verso destra o sinistra per ottenere il
glissato, oppure verso l’alto o il basso per effettuare il bending. A chi non è un vero
chitarrista, GarageBand offre un aiuto non da poco, ovvero la possibilità di impostare
una scala a scelta tra maggiore, minore, misolidia, klezmer, e le varianti maggiori e
minori delle scale pentatonica e blues. Non tutte le scale vanno bene su tutti gli accordi, quindi avete due scelte: (a) potete studiate un minimo di armonia (su Internet
potete trovare molti siti che insegnano a mettere in relazione le scale con gli accordi,
ad esempio http://www.apassion4jazz.net/jazz-chords-scales.html; oppure (b) lasciate perdere la teoria e divertitevi a provare le scale sui vari accordi per vedere quale
si adatta meglio.
Se siete alle prime armi potreste decidere di registrare la traccia di chitarra usando
la modalità smart, che è poi quella più pratica per incidere una traccia di accompagnamento. A questo punto occorre stabilire gli accordi di cui è composto il brano, o
almeno la sezione su cui state concentrando i vostri sforzi. Se state lavorando sulla
cover di un brano famoso potete ottenere la lista degli accordi da uno qualsiasi degli
innumerevoli siti che riportano testi e accordi, ad esempio http://www.accordiespartiti.it oppure http://www.911tabs.com. Gli accordi mostrati rappresentano gli otto
accordi più comuni nella tonalità di DO maggiore, o più in generale nella tonalità
selezionata per il brano. Potete selezionare accordi differenti, toccando l’icona Chiave
inglese e selezionando poi il comando Modifica accordi nella parte bassa della finestra
Impostazioni, ma non potete avere più di otto accordi disponibili in ciascun momento: questo è uno dei maggiori limiti di GarageBand. Ritroverete gli accordi selezionati
anche negli altri strumenti smart.
A questo punto potete registrare la chitarra su una o più sezioni del brano, riportando la testina di registrazione sulla prima misura e premendo il tasto rosso. Per essere sicuri di suonare a tempo selezionate una modalità di quantizzazione, toccando
l’icona Mixer, poi il pulsante Quantizzazione, e scegliendo infine come quantizzare
le note. Ad esempio, selezionando Nota da 1/8 farete in modo che durante la registrazione GarageBand corregga le vostre pennate e faccia in modo che siano allineate
alla croma più vicina. Di solito lascerete l’impostazione 4/4, ma potete anche usare
Terzina per i tempi terzinati (ad esempio le ballad lente) oppure Swing per i brani
in stile jazz, in cui tipicamente la prima croma di ogni coppia dura un po’ più della
seconda croma.
Se fate un errore durante la registrazione e non volete annullarla completamente,
potete semplicemente far partire la riproduzione, spostare la testina un po’ prima del
punto in questione, toccare il pulsante di registrazione (punch-in), suonare le note
corrette e toccare nuovamente il pulsante di registrazione (punch-out). La differenza
principale rispetto alla tecnica di punch-in/punch-out classica, ben nota a chi incide
in studio di registrazione, è che le nuove note non sostituiscono ma si aggiungono a
quelle esistenti. Per ottenere l’effetto del punch-in/punch-out occorre quindi disattivare l’overdubbing, il che si ottiene toccando l’icona Mixer e disabilitando l’interruttore Unisci registrazioni; tale interruttore è disponibile nel mixer solo se la traccia selezionata contiene uno strumento che supporta l’unione; di default l’unione è attivata
per le percussioni e disattivata per gli altri strumenti touch che supportano l’unione.
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Gli altri strumenti smart
A questo punto sapete già come utilizzare una buona parte degli strumenti smart
di GarageBand. Per esempio, lo strumento Smart Bass è molto simile a Smart Guitar: anche in questo caso potete scegliere tra strumenti differenti ( tra bassi elettrici,
contrabbasso e bassi sintetizzati), disponete della modalità AutoPlay (4 modalità, ciascuna con tre variazioni), potete passare alla modalità touch toccando l’interruttore
Chords/Notes e potete impostare una scala differente dalla scala cromatica.
La Smart Keyboard è leggermente differente: in questo caso la striscia di ciascun
accordo è suddivisa in  sezioni, ognuna corrispondente a una delle note dell’accordo:
la parte in grigio per le note al basso, che un pianista suonerebbe con la mano sinistra,
la parte in bianco per le note che sarebbero suonate con la mano destra; toccando
invece il nome dell’accordo si suonano tutte le note insieme. Rispetto agli strumenti
smart già visti, noterete alcuni controlli in più. Ad esempio, selezionando Gran Piano
o Electric Piano appare il tasto Sustain, che simula la pressione del pedale del piano
e permette di prolungare il suono (potete tenerlo premuto per note singole, oppure
trascinarlo verso destra per lasciarlo sempre attivato); con il piano elettrico troviamo
anche i controlli per il tremolo e il chorus; per il Classic Rock Organ troviamo il
controllo per l’effetto Rotation (tipico degli altoparlanti Leslie), per lo Smooth Clav
troviamo gli effetti wah-wah e phaser, e così via.
Figura 3 Lo strumento Electric Piano (Smart Keyboard), con la finestra dell’arpeggiatore.
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Tutti i tipi di tastiere includono un tasto che mostra la finestra Arpeggiatore, per
selezionare il tipo di arpeggio automatico, il numero di ottave e la durata di ciascuna
nota (vedi figura 3). Quando si attiva la modalità AutoPlay il tasto per l’arpeggio automatico scompare, perchè il tipo di arpeggio è stabilito dalla modalità di AutoPlay
e dalle variazioni che si ottengono toccando con due o tre dita. Inoltre, è possibile
toccare la parte alta di un accordo e la parte bassa di un accordo differente, il che
moltiplica le possibilità armoniche totali. Notate che, a differenza di Smart Guitar
e Smart Bass, lo strumento Smart Keyboard non dispone dell’interruttore Chords/
Notes, perché per passare alla versione touch della tastiera è necessario scegliere uno
strumento differente (usando il tasto Strumenti in alto a sinistra).
L’ultimo strumento smart da descrivere è Smart Strings, che permette di suonare
addirittura un quintetto di archi (primo e secondo violino, viola, violoncello e contrabbasso) con una mano sola (figura 4). La struttura di base è quella vista per gli
altri strumenti smart, ma ci sono alcune differenze che rendono questo strumento
incredibilmente espressivo. Ad esempio, potete toccare uno dei cinque strumenti per
includerlo o escluderlo dal gruppo; potete toccare le strisce degli accordi in una delle
quattro sezioni per suonare in modalità “pizzicato” oppure trascinare il dito su e giù
per produrre il suono ottenuto con l’archetto (in questo caso il volume dipende dalla
velocità con cui spostate il dito). Passando in modalità AutoPlay si ottengono vari riff
ritmici (col suono pizzicato) e anche in questo caso si producono variazioni toccando
la striscia con due o tre dita.
Figura 4 Lo strumento Smart Strings.
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Toccando il pulsante Notes si passa alla modalità touch. In questo caso potete suonare uno solo dei cinque strumenti a disposizione (modificate lo strumento facendo
scorrere la galleria, nella parte al centro sotto il righello). Suonare uno strumento ad
arco in modalità touch richiede una certa esperienza, perchè occorre toccare le corde
in punti ben precisi per ottenere l’intonazione corretta. Meglio allora selezionare una
scala, perché in tal caso apparirà una tastiera simile a quella di una chitarra.
In entrambi i casi (che stiate suonando sulla tastiera completa o che abbiate selezionato una scala) ci sono tre modi per suonare lo strumento. Toccando una corda
si produce normalmente il suono “con archetto”, ma l’espressività è minima perchè
non potete dosare il suono. Provate invece a toccare la metà inferiore dell’icona che si
trova all’estrema sinistra della tastiera, poi toccate una delle quattro corde nel punto
corrispondente alla nota: non verrà prodotto alcun suono, ma apparirà una riga verticale che indica che potete modulare la nota con un “archetto virtuale”, spostando il
dito su e giù a diverse velocità. Infine, potete toccare la parte superiore della icona a
sinistra, per produrre il suono pizzicato.
Gli strumenti touch
Restano ancora da descrivere due strumenti touch. Dei due, di sicuro il più divertente è Drums, che vi permette di scegliere tra sei kit di batteria, tre acustici e
tre elettronici. I kit acustici riproducono fedelmente i vari pezzi della batteria: cassa,
rullante, tom, charleston (o hi-hat), piatti. Come potete immaginare, toccando i vari
pezzi si produce il suono corrispondente, ma tenete presente che si ottengono suoni
differenti a seconda di dove si tocca (vedi figura 5). Inoltre, nella finestra Impostazioni
potete stabilire la sensibilità al tocco e se la grancassa deve suonare ogni volta che
viene toccato il piatto in alto a sinistra.
Anche se siete già soddisfatti della resa dello Smart Drums, spesso vale la pena
registrare una traccia anche con il Drums touch, ad esempio per accentare alcune
battute, aggiungere rullate, e in generale evitare quell’effetto “batteria elettronica”
che è inevitabile quando un pattern viene ripetuto sempre uguale all’infinito.
Lo strumento Drums si registra esattamente come tutti gli altri: trascinate la testina di registrazione all’inizio del righello e premete il tasto rosso per far partire la
registrazione. A differenza degli strumenti smart visti finora, però, la registrazione
non termina al raggiungimento dell’ultima misura: ve ne accorgete perché il righello
continua ad essere rosso (anziché diventare verde), per indicare che si è in modalità sovraincisione (o overdubbing). In questo modo potete creare dei pattern ritmici
molto complessi, inclusi quelli che sarebbero fuori dalla portata della maggior parte
dei batteristi veri. Se fate un errore non preoccupatevi: toccate il tasto Annulla, che
ha la funzione di Undo, e ricominciate. Oppure attivate la vista tracce e correggete le
singole note, come spiegherò più avanti.
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Figura 5 L’help dello strumento Drums indica dove toccare i vari pezzi per ottenere variazioni
del suono.
Lo strumento Keyboard è sicuramente lo strumento touch più difficile da suonare:
in questo caso non si può “barare” ed occorre che abbiate un po’ di familiarità con
una tastiera vera. Ci sono ben 0 strumenti tra cui scegliere, suddivisi in sei categorie:
potete trovare pianoforti acustici ed elettrici, organi, synth adatti per linee melodiche
(Lead), linee di basso (Bass), tappeti (Pads) o effetti speciali (FX), come mostrato in
figura . Per alcune categorie occorre far scorrere l’elenco verso destra per mostrare
tutti gli strumenti disponibili.
Se 0 strumenti vi sembrano pochi, sappiate che potete modificare le impostazioni
della maggior parte di questi strumenti per ottenere suoni anche molto differenti:
il piano elettrico offre tremolo e chorus, gli organi dispongono del controllo delle
armoniche, i synth offrono filtri di inviluppo, ecc. Quando trovate un suono che vi
piace potete salvarlo mostrando l’elenco degli strumenti e toccando il pulsante Salva
in alto a destra: potete assegnare un nome al vostro nuovo strumento, che sarà salvato
in una categoria speciale chiamata Ad Hoc.
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Figura 6 Tutte le varianti di pianoforte e synth suonabili con lo strumento Keyboard.
Tutti gli strumenti Keyboard hanno alcuni controlli in comune. In particolare, i
tasti a sinistra sopra la tastiera servono per far scorrere la tastiera virtuale verso le
ottave più basse o più alte (il pulsante al centro riporta sul DO centrale). Il tasto Sustain corrisponde al pedale di espressione, e può essere bloccato facendolo scivolare a
destra. La posizione del tasto al centro determina cosa accade quando si trascina un
dito sulla tastiera: Glissando significa che viene suonata la nota sotto il dito, Scorri indica che è la tastiera a scorrere, Tono (disponibile solo per i synth) è come il glissando
ma sono prodotte tutte le intonazioni intermedie, come se si stesse usando la rotella
del pitch bend.
Come accade per lo strumento Smart Keyboards, i tasti Scala e Arpeggio impostano
una scala particolare oppure attivano l’arpeggiatore. L’ultimo pulsante sulla destra
permette di accedere alla finestra Tastiera, dove potete stabilire la dimensione dei
tasti (e indirettamente il numero dei tasti visibili), attivare la seconda tastiera e mostrare o meno il controllo della velocity. Normalmente più forte “picchiate” sui tasti
più alto è il volume del suono prodotto, ma il controllo Velocity, solitamente mostrato
alla destra delle rotelle Tono (pitch bend) e Mod (Modulation), permette di indicare il
valore inferiore e superiore dell’intervallo della dinamica.
Lo strumento Keyboard si registra come lo strumento Drums, con la differenza che
in questo caso la modalità overdubbing non è attivata di default: se sbagliate qualche
nota, toccate Annulla e ricominciate daccapo, oppure modificate le note della traccia,
come spiego più avanti.
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Registrare voce e strumenti “veri”
Gli strumenti smart e touch non esauriscono le potenzialità di GarageBand, che
permette anche di registrare la voce e altri strumenti reali, oppure di campionare un
suono e suonarlo come se fosse uno strumento a tastiera.
La cosa più semplice da fare è registrare la voce o un altro strumento acustico,
selezionando Audio Recorder dalla galleria degli strumenti di GarageBand. Non ci
sono molte impostazioni da scegliere con questo strumento, a parte quelle disponibili
toccando l’icona Spinotto in alto a sinistra. Quando si registra con il microfono incorporato dell’iPhone o iPad, l’unico comando che trovate nella finestra Impostazioni
ingresso è Noise Gate; se invece collegate un microfono o un adattatore dovreste vedere i controlli mostrati in figura . La regolazione del controllo Noise Gate è cruciale,
perché se è troppo bassa potreste sentire del fruscio indesiderato, se invece è troppo
alta i suoni troppo deboli non saranno registrati e le note suonate con sustain tenderanno a interrompersi bruscamente.
Durante la registrazione è opportuno verificare il livello del VU Meter, per assicurarsi che non vada troppo spesso nella zona rossa. Se ciò accade, allontanatevi dal
microfono oppure diminuite il volume dello strumento in ingresso.
Dopo aver registrato una traccia con Audio Recorder troverete nella finestra numerose icone, ciascuna corrispondente a un effetto che potete applicare al suono (figura
). I suoni sono infatti registrati in modalità dry (senza alcun effetto) e gli effetti sono
aggiunti solo in fase di riproduzione. In questo modo avete la massima libertà di
modificare gli effetti fino a un attimo prima del mixdown finale. Notate che tutti gli
effetti si possono controllare mediante un paio di cursori, il cui significato dipende
dal tipo di effetto.
Figura 7 La finestra Impostazioni ingresso e gli effetti applicabili alle registrazioni effettuate
con Audio Recorder.
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Selezionando Guitar Amp dalla galleria degli strumenti potete suonare e registrare
una chitarra, un basso o una tastiera esterna, utilizzando un connettore tipo iRig o
AmpKit LiNK. Selezionate un modello di amplificatore tra i nove disponibili (fate
scorrere l’immagine al centro verso destra o sinistra), poi impostate i controlli di
EQ, riverbero, tremolo e presenza utilizzando le manopole sull’amplificatore (tutti i
modelli di amp hanno i medesimi controlli), come mostrato in figura .
Figura 8 Lo strumento Guitar Amp.
Per modificare ulteriormente il suono, toccate l’icona Pedale in alto a destra per
accedere ai 10 effetti a pedale disponibili, tra cui chorus, delay, fuzz, overdrive, flanger
e compressore. Ciascun pedale ha pulsanti e manopole per controllare la quantità
e il tipo di effetto, e ne potete inserire fino a quattro in sequenza (figura ). Potete
anche selezionare uno dei 32 preset disponibili, toccando il pulsante al centro sopra
l’amplificatore, oppure salvare l’attuale combinazione amplificatore+pedali usando il
pulsante Salva.
Come avviene per Audio Recorder, potete controllare il volume in input toccando
il pulsate Spinotto in alto a sinistra, nonché accordare la chitarra toccando il pulsante Diapason. Quando la chitarra è collegata alla presa delle cuffie e il monitoraggio
dell’input è attivo potrebbe innescarsi un fastidioso effetto di diafonia, meglio noto
come feedback, più frequente quando il volume di ingresso è alto e si usano pedali
di overdrive o booster. GarageBand protegge automaticamente da questo problema,
ma potete disattivare la protezione dal programma Impostazioni dell’iPhone o iPad.
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Figura 9 I pedali di Guitar Amp.
L’ultimo strumento di GarageBand è Sampler, un semplice campionatore che permette di registrare un suono qualsiasi (un vocalizzo, uno strumento acustico, una
percussione, un suono ambientale) e riprodurlo alle varie altezze mediante una tastiera virtuale. Per partire si prema il tasto Inizio e si registri il suono desiderato: se state
campionando uno strumento acustico suonate la nota DO.
Dopo la prima registrazione, al suono viene assegnato il nome Campioni1 ed è
pronto per essere usato nel brano corrente, ma potete toccare il tasto Aggiungi alla
libreria per renderlo disponibile anche in altri brani. Selezionando uno dei campioni
disponibili entrate in modalità modifica (figura 10): con il pulsante Accorcia potete
stabilire esattamente quale parte della registrazione vi interessa (utile per eliminare
silenzi all’inizio e alla fine del campione); il pulsante Forma determina l’inviluppo
ADSR del volume; il pulsante Tonalità permette di correggere l’intonazione del campione fino a farlo coincidere con la nota suonata sulla tastiera. È anche disponibile
il comando Rev per suonare il campione al contrario e Loop per riprodurlo ripetutamente.
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Figura 10 Lo strumento Sampler.
Dopo aver registrato un nuovo campione, o selezionato un campione dalla libreria,
lo strumento Sampler si suona e si registra esattamente come lo strumento Keyboard:
vi sono i pulsanti per scorrere la tastiera, per sostenere il suono, impostare una scala,
arpeggiare le note, determinare la velocity, visualizzare la doppia tastiera, ecc.
La vista Tracce
Dopo aver registrato uno o più strumenti potete passare a visualizzare le tracce,
toccando l’icona Tracce che si trova alla immediata sinistra dei controlli per la riproduzione in alto. Le tracce di colore verde corrispondono agli strumenti touch e smart,
quelle in viola alle registrazioni effettuate con Audio Recorder e Guitar Amp, quelle
in azzurro ai loop predefiniti. Normalmente nella parte sinistra è mostrata solo l’icona dello strumento usato per la traccia, ma potete allargare questa zona per mostrare
altri controlli (figura 11): il pulsante Mute (per escludere la traccia dalla riproduzione),
il pulsante Assolo con l’icona delle cuffie (per ascoltare solo quella traccia) e il controllo del volume di quella traccia. Questi stessi comandi sono anche raggiungibili
selezionando la traccia e toccando poi l’icona Mixer in alto a destra.
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Figura 11 La vista Tracce, dopo aver espanso l’area dei controlli (a sinistra) e toccato due volte
una traccia per mostrare l’elenco dei comandi disponibili.
Toccando la quarta icona da destra in alto si mostra la finestra Apple Loop, che permette di selezionare uno dei 20 loop preregistrati forniti con GarageBand (figura 12).
I comandi Strumenti, Generi e Descrittori servono per restringere l’elenco dei loop,
in modo da poter trovare più velocemente quelli a cui potreste essere interessati. Si
possono ascoltare i vari loop toccando gli elementi della lista e si possono aggiungere
i loop a una traccia trascinandoli nella finestra principale: il loop si estende automaticamente fino alla fine della sezione corrente. Potete trascinare un loop su una traccia
che già contiene loop oppure su una traccia vuota.
È anche possibile importare i vostri loop personalizzati: per fare ciò occorre usare
la condivisione iTunes per copiare il file audio sull’iPhone o iPad, poi si apra la finestra Apple Loop e si selezioni Documenti audio.
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Figura 12 La finestra Apple Loop permette di selezionare uno dei loop preregistrati di GarageBand.
Toccando una regione di note la si seleziona, ma è anche possibile selezionare più
regioni alla volta toccando la prima e poi tutte le altre, ma mantenendo il dito sulla
prima; si possono selezionare tutte le regioni toccando in un’area vuota e scegliendo
il comando Seleziona tutto. Nella vista Tracce si vede normalmente solo la sezione
corrente, ma si possono mostrare tutte le sezioni del brano toccando il tasto “+” alla
destra del righello e selezionando Tutte le sezioni.
Potete spostare la regione selezionata verso sinistra o destra, per modificare il punto in cui comincia la riproduzione; usando il “pinch” potete modificare il fattore di
ingrandimento; trascinate il bordo sinistro o destro per modificarne la durata (mantenendo premuto il dito sul bordo, GarageBand ingrandisce la zona, per permettervi
modifiche più accurate). Potete anche spostare una regione su un’altra traccia, che
però deve contenere la registrazione dello stesso strumento o di uno strumento “compatibile”: ad esempio si può trascinare un segmento di una traccia Audio Recorder su
una traccia Guitar Amp (e viceversa).
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Toccando due volte la regione selezionata appare una lista di comandi (vedi figura
11): i comandi Taglia, Copia ed Elimina spostano o copiano la regione negli Appunti,
oppure la cancellano. Il comando Loop estende la regione verso destra, fino alla regione successiva oppure fino alla fine del brano. Il comando Suddividi permette di dividere la regione in due o più parti: dopo averlo toccato appare un cursore con l’icona
delle forbici, che dovete trascinare in orizzontale sul punto desiderato e poi verso il
basso per “tagliare” effettivamente la regione. Il comando Unisci appare solo se sono
selezionate più regioni consecutive e serve appunto a creare una unica regione che le
raggruppa. Il comando Modifica è illustrato nella prossima sezione.
Toccando velocemente due volte l’icona della traccia, a sinistra, si mostra la videata
dello strumento corrispondente. Selezionando una traccia e poi toccando nuovamente l’icona si mostra invece una lista di tre comandi: Elimina cancella la traccia; Duplica crea una nuova traccia vuota, ma con le stesse impostazioni di strumento; Unisci
permette di unire due o più tracce di tipo qualsiasi (track bouncing), in modo da liberare delle tracce e aggirare quindi il limite delle otto tracce imposto da GarageBand:
selezionando Unisci dovrete scegliere le tracce da unire, poi GarageBand provvederà
a salvare una copia del brano corrente (in modo da non perdere le tracce separate) e
infine a fondere le tracce selezionate in un’unica traccia audio.
Modificare le tracce
Il comando Modifica è disponibile solo per le regioni corrispondenti a strumenti
touch e smart (ma non per Smart Drums): selezionandolo appare la finestra mostrata
in figura 13. Potete scorrere questa finestra sia in orizzontale (per mostrare tutte le
note della regione) sia in verticale (per mostrare le note nelle varie ottave); usate il
“pinch” per ingrandire lungo entrambi gli assi. Toccando una nota la si seleziona e la
si può spostare sia in orizzontale (per modificare il punto di attacco) che in verticale
(per modificare la sua intonazione); toccando e trascinando il bordo destro di una
nota se ne modifica la lunghezza; toccando e tenendo premuta una nota o il bordo
destro si ingrandisce tutta l’area circostante, in modo da modificare attacco e durata
con maggiore precisione.
Toccando un’area vuota e toccando poi Seleziona tutto si selezionano tutte le note
attualmente visibili; toccando in un’area vuota e trascinando il dito potete selezionare tutte le note in un’area rettangolare. Toccando due volte una delle note selezionate
si mostra un menu di comandi: Taglia, Copia e Elimina rispettivamente spostano e
copiano le note selezionate negli Appunti, oppure le cancellano; il comando Velocity
permette di modificare la velocity, in modo quindi da creare accenti ed effetti di fadein o fade-out.
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C A P I TO L O
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Figura 13 L’editor per modificare le note degli strumenti touch e smart.
Si possono aggiungere note (o eliminare quelle esistenti) toccando nell’area centrale mentre si tiene premuta l’icona rossa Matita in alto a sinistra; trascinando l’icona verso destra si blocca questa funzione, in modo da aggiungere o rimuovere più
note con le dita di una sola mano. Notate che alcuni strumenti mostrano una riga
supplementare in basso: ad esempio, lo strumento Guitar mostra una riga chiamata
Mute, che permette appunto di stabilire quali note debbano essere suonate con l’effetto “stoppato”.
Nel caso di Smart Strings sono disponibili altri due comandi, accessibili selezionando le note e toccando il tasto “+”: il comando Strumento seleziona lo strumento
che deve suonare le note selezionate, mentre il comando Articolazione permette di
scegliere tra legato, staccato e pizzicato.
Tutte le modifiche fatte nell’editor possono essere annullate toccando il tasto Annulla in alto. Si esce dall’editor toccando il tasto azzurro Fine, in alto a destra.
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GarageBand
Suonare in jam session
e condividere i brani
Come accennato all’inizio del capitolo, GarageBand offre la possibilità di organizzare una jam session in cui due o più musicisti suonano e registrano insieme un
brano, collegati via Bluetooth. Per creare una jam session si tocca l’icona Nota in alto
(la quinta da destra, immediatamente a destra del cursore di volume) per mostrare
la finestra Jam Session, poi si tocca il comando Crea Sessione. Se un altro dispositivo
nelle vicinanze ha già attivato una jam session, in questa finestra apparirà un pulsante che permette di unirsi a tale sessione.
Colui che crea la jam session è il leader del gruppo e le impostazioni del suo brano
corrente (tonalità, tempo, effetti master, accordi personalizzati, ecc.) sostituiranno
temporaneamente le impostazioni degli altri partecipanti. Quando il leader attiva
la registrazione, gli altri partecipanti avranno la possibilità di registrare una traccia;
quando il leader attiva la riproduzione, ciascuna traccia sarà riprodotta dal dispositivo su cui è stata registrata (tale traccia apparirà anche nella vista Tracce del leader,
ma di default sarà in mute e non verrà riprodotta).
Se il comando Raccogli automaticamente della finestra Jam Session è attivato le tracce dei partecipanti sono raccolte automaticamente alla fine di ogni registrazione; in
caso contrario nella finestra apparirà il pulsante Raccogli registrazioni, per procedere
alla raccolta manuale. Quando il leader raccoglie le registrazioni dei partecipanti, le
tracce registrate in precedenza sul suo iPad sono sostituite dalle nuove tracce, a meno
che il leader non abbia nel frattempo attivato l’audio della traccia (un altro modo per
evitare di cancellare una traccia precedente è farne una copia).
Alla fine delle vostre fatiche, che siano solitarie o in jam session, avrete finalmente
un brano completo, che vorrete sicuramente far ascoltare ai vostri amici. Per fare
ciò, toccate il pulsante I miei brani, premete Modifica, selezionate uno o più brani, e
infine premete l’icona Condividi (la prima in alto a sinistra). A questo punto potrete
condividere il brano via iTunes, inviarlo via mail, o pubblicarlo su Facebook, YouTube o SoundCloud (in questi ultimi casi dovrete ovviamente fornire le credenziali per
accedere al vostro account). Se avete un Mac potete caricare il progetto nella versione
desktop di GarageBand, per gli ultimi ritocchi. Esiste anche la possibilità di importare il brano in uno progetto iMovie, se questa app è installata sull’iPad.
Ora ne sapete abbastanza su GarageBand per lavorare ai vostri brani: serve solo
inventiva e un po’ di tempo a disposizione. Probabilmente non comporrete il tormentone della prossima estate e non diventerete ricchi e famosi, ma il divertimento
è assicurato.
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