l`inno nazionale porta fortuna
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l`inno nazionale porta fortuna
www.continentalidaferma.it www.giornaledellacinofilia.it (Pagina 1 di 2) N° 36 - Maggio 2010 COPPA EUROPA CONTINENTALI L’INNO NAZIONALE PORTA FORTUNA di Mario Di Pinto Cronaca della Coppa Europa Continentali, vinta dall’Italia malgrado avversità di varia genere. L’avventura della coppa Europa 2010 è cominciata con le selezioni di Zara, dove era impegnato un gran numero di Continentali sulle magnifiche starne di quelle zone. Il secondo capitolo è poi stato a Parma per la verifica della prima rosa di candidati su lepri che sono abbondanti sui terreni francesi in cui si deve correre la Coppa. Il rammarico è di dover formare una squadra di soli quattro cani più una riserva, lasciando quindi fuori altri soggetti anche loro di altissimo livello perché in Italia sono presenti Continentali di tutte le razze (o quasi) che per qualità ed attitudini venatorie potrebbero bastare a formare non una, ma dieci squadre. E questo rende più complicato il compito del selezionatore che deve destreggiarsi fra innumerevoli alternative, dubbi e ripensamenti: è un po’ come per Miss Italia, che fosse per me le prenderei tutte (ma non ditelo a mia moglie!). Alla fine comunque – scusandomi con i numerosi meritevoli esclusi – la mia scelta è stata per i cani che qui vi presento: Aman, Epagneul Breton, condotto da Pezzi: mezzi e qualità di razza da vendere, con grande facilità di incontro. Pradellinensis Pablo, Kurzhaar, condotto dal suo allevatore Nando Capelli: è una delle migliori espressioni che la razza oggi ci offre. Grande stilista, starnisti sontuoso. Saturnino di Cascina Croce, Bracco italiano, condotto da Tognolo, tipicissimo e gran cacciatore di starne, equilibratissimo anche in presenza di lepri e loro scie. Gullit del Rade Savic, Kurzhaar, conduttore Patrignani: un castigamatti che non sbaglia mai, con un’incredibile costanza di risultati positivi, un cane che è una garanzia. Dero di Cascina Bosco (riserva) Epagneul Breton di Lascialfari, soggetto di vaglia, fresco vincitore della Coppa Breton. Arrivati in Francia con i colleghi Ragatzu ed Aglio, diamo un’occhiata ai terreni dove il lungo inverno ha ridotto ai minimi termi- ni la vegetazione, rendendo così ancor più palese la presenza di lepri e caprioli: fa freddo e le previsioni del tempo non promettono nulla di buono. La mattina della prova invece un timido sole fa capolino fra le nuvole. La presentazione delle squadre è nel castello di Chateau Landon con i relativi inni nazionali. Arrivati a quello dei “Fratelli d’Italia” il registratore si rompe e l’inno lo cantiamo noi, la mano sul cuore, fra gli applausi degli astanti. È un segno del destino? Da buon napoletano interpello la mia personalissima smorfia che lo interpreta come un buon auspicio. Espletate le formalità e fatti i debiti scongiuri (pudicamente con le mani in tasca) si parte per i terreni. Quest’anno la presidenza è della Spagna e nella mia batteria il giudice centrale è A. Colliantes: ai lati io e la Brigitte De Lavallaz. I terreni sono di enormi mono-colture con lepri in movimento ovunque e starne velenose, pronte ad www.continentalidaferma.it www.giornaledellacinofilia.it involarsi al minimo disturbo (i soliti ben informati dicono che sono immesse, ma dal comportamento non si direbbe: sono comunque molto più difficili da trattare di quelle dell’Europa dell’Est). Si preannuncia una prova di gran difficoltà in cui sarà veramente duro uscire indenni dal turno con un punto. I primi cani sono di Paesi del Nord Europa, super addestrati ma di qualità naturali limitate, che sono “fuori nota” per una prova di caccia a starne. Finalmente un giovane Kurzhaar dell’amico Herak, di nome Extreme, ci fa vivere qualche emozione, ma a fine turno le lepri lo portano fuori mano. Al sesto turno tocca al nostro Aman: parte benissimo e si dispone nel vento con azione importante; Egidio Pezzi lo asseconda senza mai toccare il fischietto; si arriva infine dove il terreno finisce a ridosso di una strada ed il Presidente dice di “legare”. Mentre pregusto un sacrosanto richiamo, il Presidente Spagnolo mi raggela dicendo che “el perro italiano” – pur essendo il migliore cane visto finora – non può andare al richia- L’inno nazionale porta fortuna (Pagina 2 di 2) mo perché ha visto una coppia involarsi sul terreno utile. Si prosegue senza nessun cane in classifica sino al penultimo turno, ed infine è la volta di Manolo Blanco – spagnolo – che presenta il suo vecchio Tuno che, pur avendo perso la brillante azione dei suoi anni migliori, riesce ad assicurarsi un punto: sarà l’unico classificato della batteria con il 1° Eccellente. Torniamo al luogo del raduno dove trovo Ragatzu che aveva Pablo in batteria: mi racconta che il cane aveva fatto un gran turno ma che era stato impossibile richiamarlo perché dove il cane aveva fatto un accenno, si era poi palesata una coppia. Nel frattempo mi telefona Gritti e mi dice che Saturnino nel richiamo aveva fatto il punto. Manca solo Gullit all’appello: vuoi vedere che proprio il cane che non sbaglia mai questa volta fa cilecca? E invece no, la “macchina da punti” non ha fallito neppure questa volta e con il 2° Ecc. porta l’Italia alla vittoria quale unica squadra con due cani in classifica. Per dare un’idea delle difficoltà, i francesi – che su quei terreni zep- pi di lepri allenano abitualmente – non hanno nemmeno un cane in classifica. Non mi è stato detto perché a Saturnino sia stato dato solo il 1° Molto Buono … ma chissenefrega… abbiamo vinto lo stesso! Infine sul palco i protagonisti assoluti (cioè i cani) con i conduttori e l’orgogliosissimo qui presente selezionatore: parte l’inno di Mameli, e dopo poche note il registratore si guasta ancora. Ve l’aveva detto che era un segnale scaramantico positivo: ed anche se non è vero … io ci credo! Un’ultima, doverosa annotazione. La qualità dei nostri Continentali è decisamente superiore a tutti. Vi ricordate quando si doveva dare una mano per sostenere i Continentali? Ecco, adesso invece sono loro che tengono alto il nome della cinofilia italiana. Un merito speciale ai Continetali italiani che non perdono mai l’occasione per far bella figura. Custodiamoceli gelosamente e non facciamo distruggere questo enorme patrimonio da assurde proibizioni sul taglio delle code!.