VIS IN RDCONGO - SINTESI CENTRO NGANGI

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VIS IN RDCONGO - SINTESI CENTRO NGANGI
Una breve descrizione del Centro Don Bosco Ngangi di Goma
Il Centro Don Bosco Ngangi (DBNG) è cominciato nel 1988 (anno centenario della morte di san
Giovanni Bosco) come semplice campo da gioco nel quartiere di Ngangi, all'estrema periferia nord di
Goma (RD Congo). Poco a poco, alcune attività educative (alfabetizzazione, formazione
professionale) si sono aggiunte alle attività ricreative. Le guerre che hanno turbato la regione dal 1992
hanno obbligato il Centro ad accogliere un numero sempre più grande di ragazzi e di ragazze vittime
di situazioni di violenza. Nel 1997, l'installazione definitiva di un comunità salesiana ha dato al Don
Bosco Ngangi il suo aspetto attuale di Centro di formazione e di accoglienza. In 16 anni di attività ha
sostenuto più di 35.000 giovani (e le loro famiglie) in situazione di vulnerabilità sociale ed economica.
La comunità salesiana, con la collaborazione di una decina di volontarii del VIS (Volontariato
Internazionale per lo Sviluppo) e la collaborazione del personale congolese ha cercato di dare una
risposta immediata ai bisogni essenziali di uomini, donne e bambini che hanno perso tutto a causa
della guerra o di calamità naturali che hanno colpito Goma (la più grave, certamente, l'eruzione del
vulcano Nyiragongo nel 2002). Ogni giorno il Centro offre vari servizi gratuiti: scuola materna,
primaria, secondaria e professionale (con i corsi di falegnameria, elettricità, idraulica, taglio e cucito,
saldatura, costruzione, agricoltura, informatica), accoglienza per bambini abbandonati, ragazze-madri,
bambini di strada, riunificazione familiare dopo un percorso di recupero, dispensario medico, Centro
per malnutriti, programma di case per senzatetto, sostegno con le borse di studio per bambini e
ragazzi che studiano all'esterno, corso di recupero scolastico per i minorenni vulnerabili, micro-credito
per mamme in difficoltà, sostegno scolastico in due villaggi nel Nord e Sud Kivu (Shasha e Nyangoma
- dove il Centro possiede due piantagioni, una di banane e l'altra di caffè), attività di sensibilizzazione,
gioco ed animazione per le famiglie ed i minorenni vulnerabili.
I principali settori di intervento sono:
1) protezione, accoglienza e presa in carico dei minorenni vulnerabili.
Molti bambini e giovani sono orfani, abbandonati o non accompagnati in seguito alla guerra o alla
colata vulcanica. Dal 1997 al 2011, il Centro ha accolto 37.528 bambini e giovani, in condizione di
vulnerabilità socioeconomica, ed ne ha riunificato 28.952. Il Don Bosco Ngangi prende ancora oggi in
carico totale (alloggio, cibo vestito, cure mediche scuola) circa 400 bambini e giovani. Tra questi
interni ci sono:
- 85 bambini da 0 a 6 anni che vivono in una struttura di accoglienza temporanea chiamata Casa
Ushindi. Si tratta per la maggior parte di orfani di madre, di bambini restati con un solo genitore che
non è in grado di occuparsi di loro, di bambini abbandonati, di malnutriti. A Goma, la mortalità delle
mamme al parto è molto alta (il 13%), dovuta in buona parte alla povertà estrema (le mamme non
hanno il denaro per partorire in un buon ospedale). Ci sono famiglie che non hanno la possibilità di
tenere un neonato orfano di madre e allora lo portano al Centro, dove il bambino sarà nutrito e curato
finché si possa resituirlo alla sua famiglia. L'orfanotrofio è gestito da 18 mamme che sono sempre
presenti, a turno, per assistere i piccoli orfani. Per lottare contro la mortalità al parto, il Centro ha
introdotto un progetto per la formazione degli infermieri ed ostetriche che lavorano negli ospedali e
dispensari di Goma, perché possano intervenire meglio, con la parola e con l'azione, per salvare la
vita delle mamme che partoriscono. La Casa Ushindi si trova dentro al Centro Don Bosco. I bambini
sono divisi in due gruppi accolti in due dormitori separati: la Casa Ushindi A riceve i bambini da 0 a 3
anni ed la Casa Ushindi B riceve i bambini da 3 a 6 anni ed anche alcune bambine più grandi (fino a
14 anni).
- 200 ragazzi di età compresa tra 7 e 17 anni in condizioni di abbandono parziale o totale o di estrema
vulnerabilità (bambini respinti da parte dei genitori, aaccusati di stregoneria, orfani di guerra, bambini
ex-soldato, vittime di AIDS e/o di violenza sessuale…) che sono accolti in una struttura di accoglienza
interna al Centro il Don Bosco chiamata Casa Kizito/Bakanja. In questa casa lavoriamo per offrire ai
minorenni un ambiente accogliente e sicuro, dove possono ricuperare un sentimento di identità nuova
e differente. Si lavora per costruire con essi un nuovo percorso di vita, a cominciare dalla prima
accoglienza: i bambini sono ricevuti ed assistiti, per permettere loro di fare l'esperienza di un ambiente
rassicurante e attrezzato, dove possono ritrovare se stessi ed il loro diritto all’infanzia che è stata
rubata loro, nell'attesa della riunificazione in famiglia, là dove è possibile. I ragazzi più grandi seguono
dei corsi di alfabetizzazione e/o sono reinseriti nella scuola formale o nella scuola professionale.
- 80 bambini di strada, dai 7 ai 13 anni, accolti in un'altra casa in città chiamati Casa Gahinja (dal
nome del primo ragazzo accolto). Gli assistenti sociali del Centro cercano di riunificarli nelle loro
famiglie: nel frattempo i bambini seguono i corsi di alfabetizzazione, che possono continuare a seguire
anche da esterni.
- 33 ragazze vulnerabili, ragazze-madri, ragazze vittime di violenza sessuale o a rischio. Sono
accolte in una casa in città, chiamata Casa Margherita dal nome della mamma di Don Bosco. Il
personale di questa casa (assistenti sociali, educatrici, psicologo...) accolgono queste ragazze, le
aiutano a superare i traumi, assistono quelle che devono partorire, ricercano il contatto con le famiglie
allo scopo di riconciliare le ragazze con i loro genitori (che spesso le hanno condannate e cacciate di
casa). Durante il loro soggiorno nella Casa Margherita, le ragazze seguono dei corsi breve di
alfabetizzazione e di formazione professionale (per diventare parrucchiera, sarta, cuoca) in modo da
imparare un mestiere che permetta loro di inserirsi, anche economicamente, nella società, quando
lasciano il Centro. Molte di loro approfittano del loro soggiorno per completare il loro catecumenato e
chiedere il battesimo per loro e per i loro bambini.
2) educazione
Dalla sua fondazione il Centro Don Bosco Ngangi ha avuto una chiara missione educativa rivolta ai
bambini e ai giovani. Durante i periodi recenti di emergenza, ha accolto ed organizzato dei corsi per
bambini sfollati. Il Centro è forse l'unica grande scuola della Repubblica Democratica del Congo che è
interamente gratuita. Le iscrizioni sono fatte con l'aiuto di assistenti sociali che hanno elaborato una
griglia di vulnerabilità: guardano, anche con le visite sul terreno, se il bambino è orfano, se è già stato
a scuola, in che casa abita, cosa fanno i genitori, ecc.
Nel gennaio 2013, frequentavano le scuole del Centro 3518 alunni: 123 la scuola materna, 2358 la
scuola elementare, 504 i corsi di recupero scolastico, 533 la scuola media e professionale.
Iscriviamo, secondo i posti disponibili, quelli che hanno la più grande vulnerabilità.
Per i giovani che finiscono la formazione professionale, il Centro ha creato un Ufficio del lavoro,
incaricato di accompagnarli alla fine della scuola. Ogni ex-allievo riceve un kit con gli strumenti
necessari per esercitare il suo mestiere, è aiutato ad inserirsi in fabbriche o laboratori artigianali, o a
formare con altri piccole cooperative di produzione.
Il Centro Don Bosco paga anche borse di studio per circa 400 bambini e giovani vulnerabili che
frequentano scuole elementari e secondarie all’esterno del Centro. Inoltre per estendere l'educazione
a tutte le categorie di persone che lo frequentano, il Centro organizza corsi di istruzione specifica per
le mamme dei bambini malnutriti e corsi di alfabetizzazione per le donne dei quartieri limitrofi che non
sono mai state a scuola (o molto poco). Queste mamme o giovani donne imparano a leggere, a
scrivere e a far di conto, ricevono nozioni utili di economia domestica, consigli per evitare l'AIDS,
spiegazioni per partecipare alle elezioni... in maniera da diventare sempre più responsabili della loro
vita e della loro famiglia. Ragazze e donne hanno cominciato anche l'artigianato (taglio e cucito,
ricamo, lavoro ai ferri, confezione di sporte e tappeti...), utile per la loro casa e per un piccolo
guadagno.
3) sostegno alle famiglie vulnerabili
La guerra e le condizioni di insicurezza cronica che si sono installate ormai da quasi vent’anni nel
Nord Kivu, e gli spostamenti di famiglie che hanno provocato, hanno avuto conseguenze gravi per la
popolazione di Goma e della provincia. Le famiglie sono spesso scomposte e poco stabili: ci sono
numerosi matrimoni precoci e numerose separazioni, di cui sono spesso vittime i bambini, respinti dai
due genitori perché ostacolano il loro desiderio di trovare un nuovo coniuge. Le famiglie non riescono
a soddisfare i bisogni di base (cibo, alloggio dignitoso, igiene e salute, istruzione, ecc.) a causa del
basso livello economico dovuto all'assenza di lavoro o ad un lavoro rimunerato in modo inadeguato. Il
Centro DBNG cerca dunque di sostenere le famiglie più vulnerabili e i minorenni, attraverso parecchie
attività:
- Alloggio per le famiglie. Il Centro il Don Bosco ha potuto costruire nel passato più di 150 case
(base di cemento, muri di legno, tetto di lamiera) con due piccoli appartamenti per casa, per dare un
alloggio alle famiglie degli sfollati. È nato così un quartiere, Kinogo, attiguo al Centro Don Bosco. Gli
abitanti di queste case possono diventarne proprietari, impegnandosi a pagare il terzo del costo della
casa. In pratica devono dare 6 dollari al mese durante 10 anni. Chi non ha risorse per pagare questi 6
dollari può guadagnarli rendendo un servizio di interesse comunitario al Centro. Il denaro rimborsato
servirà a costruire altre case.
- Cibo. Con l'aiuto del PAM (Programma Alimentare Mondiale) e coi suoi propri fondi il Centro
continua, faticosamente, a dar da mangiare a tutti gli alunni ed ai bambini accolti al Centro. Una
grande cucina prepara 4000 pasti per giorno. Nel Centro c’è anche un "servizio di sostegno ai bambini
malnutriti" dei dintorni che ricevono ogni giorno, in più del pasto normale di polenta e fagioli, una
pappina di sorgo, soia e mais. I bambini malnutrii hanno in generale da uno a sei anni. Le mamme o le
sorelle più grandi che li accompagnano ricevono pure il pasto normale. Gli educatori del Centro
nutrizionale le riuniscono regolarmente per dar loro nozioni di base sulla salute, l'alimentazione, la
prevenzione delle malattie...
- Assistenza sanitaria gratuita. Il Centro attraverso il suo dispensario assicura le cure di base agli
alunni, agli impiegati ed alle loro famiglie, ai bambini interni ed alle famiglie più povere dei quartieri
limitrofi. Tutti i servizi resi nel dispensario, come pure i medicinali, sono gratuiti. Per i casi più gravi, i
malati sono trasferiti negli ospedali della città ed il Centro prende in carico il pagamento delle fatture.
- Lavoro. Per aiutare le famiglie povere a pagare la loro casa e a nutrire i loro bambini, nel Centro
funziona da cinque anni un servizio di microcredito. L'esperienza ha fatto limitare il servizio alle sole
donne. Mamme e vedove bisognose si iscrivono in gruppi di vicinato (da dieci a venti persone),
seguono una formazione appropriata, poi ricevono una somma di denaro (progressivamente da 50 a
300 dollari) che permette loro di cominciare una piccola attività generatrice di reddito (piccolo
commercio, allevamento, orticultura, artigianato). Le mamme rimborsano la somma ricevuta, con
l'interesse del 3%. Ogni gruppo ha una responsabile che riunisce regolarmente le altre mamme per
vedere insieme come le cose funzionano. Gli agenti del microcredito le accompagnano per verificare
se la loro attività produce benefici. Così, il tasso di rimborso del credito è del 97%. Dopo tre o quattro
rimborsi completi, il gruppo può accedere al credito pubblico delle casse di risparmio della città con la
garanzia del Centro. Questo servizio aiuta le mamme a superare i loro complessi e la tendenza alla
mendicità, e permette loro di sviluppare attività autonome.
Goma, 24 agosto 2013
Piero Gavioli
Centre des jeunes Don Bosco Ngangi – Goma – Repubbl. Democratica del Congo
e-mail: [email protected] - tel. 00243 997035650
Nota. Varie persone mi chiedono come aiutare il Centro Don Bosco Ngangi. Mi permetto di trascrivere
le indicazioni per un bonifico bancario o postale:
INTESTAZIONE CONTO: VIS
BANCA: BANCA POPOLARE ETICA
IBAN: IT70 F050 1803 2000 0000 0520 000
BIC/SWIFT: CCRTIT2184D
Causale: DON PIERO GAVIOLI - CONGO GOMA
oppure
CCP 88182001
INTESTATO A VIS - VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO
VIA APPIA ANTICA 126
00179 ROMA
Causale: DON PIERO GAVIOLI - CONGO GOMA