Il viaggio più bello che ho compiuto

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Il viaggio più bello che ho compiuto
Il viaggio più bello che ho compiuto
La Thailandia è un posto da visitare; sono partita con la mia famiglia per un
soggiorno di un mese e così visitare tante affascinanti località della Thailandia. Il
primo grande problema: le valigie! Non ci entra mai niente, non sono mai troppo
grandi, troppi vestiti, trucchi e scarpe. Non riuscivo a chiuderla! Provai a sedermi
sopra, ma niente non si chiudeva, così fui costretta a lasciare qualche maglietta a
casa, anche se mi dispiaceva. Visto che fa sempre caldo in Thailandia partii con i
sandali, pantaloncini a pinocchietto e una t-shirt. Al solo pensiero di stare nove ore
in aereo mi sentivo male, con mia sorella che strillava come un'ossessa. L’aereo
stava per decollare, ero felice di andare nel mese di dicembre in un posto caldo a
rilassarmi; mi addormentai pensando a cosa mi aspettava. Quando mi svegliai
eravamo già atterrati, era mattina, un bel cielo splendente e un sole raggiante mi
infuocavano gli occhi. Scendemmo dall’aereo e una macchina ci venne a prendere
e ci portò nella lussuosa villa. La villa era d’incanto, due piscine, tante camere da
letto con vista sul mare o sulla piscina, tanti camerieri a cui potevi chiedere
qualsiasi cosa, tutti parlavano thailandese, ma anche inglese fortunatamente… La
lingua thailandese è molto complicata sia da scrivere che da parlare, tanto che
l’unica parola che ho imparato in un mese è stata: ”Suadikaa”; che significa
buongiorno. Il giorno seguente, nel dirigerci al mare, passammo davanti al palazzo
del re, tutto interamente d’oro. I thailandesi adorano il loro re, o venerano, fino al
punto che se dici qualcosa di sbagliato o lo offendi, è prevista la pena di morte. La
Thailandia è un paese molto povero, anche a causa dello Tsunami che ha distrutto
interi paesi e ha causato migliaia di vittime. I paesaggi sono bellissimi: architetture
orientali, isole, tramonti sul mare, foreste… Ho fatto anche esperienze molto
divertenti: corso con la moto d’acqua, cavalcato un elefante e tenuto in braccio un
pitone; prima pensavo che abbracciare un serpente fosse pericoloso, ma si è
rivelata un’esperienza divertente e ho superato una delle mie paure. Però mi è
capitato anche un brutto imprevisto: stavo nuotando nel mare quando senza
accorgermene una medusa mi ha “abbracciata”; tutti urlavano e fuggivano. Mia
mamma me l’ha staccata dalla schiena, era grande mezzo metro! Bruciava
tantissimo… per guarire la ferita e diminuire il bruciore mi hanno versato limone e
succo di ananas mischiato con ammoniaca: metodi loro! Solo che ho il segno
ancora oggi! Questo viaggio mi ha insegnato a superare le mie paure, ho
assaggiato nuovi cibi, conosciuto nuove culture, indossato nuovi vestiti come il
Sarong, una specie di gonna tradizionale che usano sia gli uomini e sia le donne. È
stato un viaggio anche per imparare a conoscermi meglio, di scoperta che non
dimenticherò molto facilmente.
Luna Duarte, classe 2^ C