Scheda film - Cineteatro Baretti

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Scheda film - Cineteatro Baretti
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
Calendario Maggio 2012
8 maggio 2012
15.05.2012 BEYOND di Pernilla August [2010]
22.05.2012 TUTTI PER UNO di Romain Goupil [2010]
29.05.2012 IL DONO di Michelangelo Frammar no [2003]
E’ prevista la presenza del regista in sala
cineBaretti
In occasione del SALONE OFF il CineTeatro Bare
12 maggio 2012
è lieto di ospitare:
SOLINO di Fa
h Akin
[ Versione originale in tedesco con so o toli in italiano ]
Teatro:THE PHONE CALL
Consegnando questo depliant alla cassa avrai diri o a due ingressi
ridoƫ per lo spe acolo:
THE PHONE CALL
Liberamente traƩo dall’opera di Larry Cohen
Regia di Andrea Ba s ni
con Giancarlo Judica Cordiglia
e con Olivia Manescalchi, Sax Nicosia, Davide Livermore
9 - 11 maggio 2012, ore 21.00
PORTOFRANCO è realizzato:
Con il contributo di:
Unicredit Group - Cineforum Circolo Torino
In collaborazione con: Goethe Institut di Torino - Associazione culturale Russkij Mir
Wic.it - Web Image Communications - Libreria Trebisonda
Agenzia Formativa tuttoEUROPA - Neon Video
PROFIT, casa di distribuzione cinematografica - Mosca
Portofranco rispetta l'ambiente e sceglie la carta riciclata
Sarà presente Silvia Lombardo in sala, regista e scri rice del libro omonimo edito da Miraggi
Edizioni. Interverrà inoltre Stefano Tallia, giornalista e vice segretario dell’associazione Stampa
Subalpina.
Con:
Durata:
Genere:
Nazionalità:
Sceneggiatura:
Fotografia:
Montaggio:
Musiche:
Scenografia:
Barnaby Metschurat, Moritz Bleibtreu, Gigi Savoia,
Antonella A li, Tiziana Lodato, Patrycia Ziółkowska
120 minu
Dramma co
Germania, Italia
Ruth Toma
Rainer Klausmann
Andrew Bird
Jannos Eolou
Michael Pfalzer, Be na Schmidt
Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187
www.cineteatrobaretti.it - [email protected]
Come la pizza e la pasta arrivarono
nel bacino della Ruhr: nel 1964 con
la famiglia pugliese Amato. La prima
ondata di migrazione verso la Repubblica
Federale di Germania, paese del
miracolo economico, conduce gli Amato
a Duisburg. Con immagini nostalgicopiƩoresche FaƟh Akin sfoglia un’epopea
familiare che copre un arco di 20 anni e
che racconta di nostalgia e del diventare
adulƟ, del successo professionale e della
sfortuna personale. Al centro della storia,
tuƩavia, si svolge un Ɵpico dramma
imperniato su una lite fra fratelli.
fratelli
Fa h Akin, nato nel 1973 come figlio
di immigran turchi ad Amburgo,
appar ene alla prima generazione di
immigran e nel cinema tedesco ha
portato la loro prospe va. È stato
una rivelazione con i suoi primi due
lungometraggi Rapido e indolore del
1998 e In luglio del 2000. In essi Akin
raccontava storie partendo da esperienze
personali e giocando con modelli di
genere polizieschi e romanzeschi, per
arrivare ad un eccentrico mix fa o di
cinema d’autore e cinema di genere.
s le di una leggera commedia italiana
che inquadra la vita di paese in belle
e nostalgiche immagini da cartolina
e con la cadenza di ricordi infan li
Akin abbozza una sequenza scenica
disinvolta: scherzi dei due ragazzi della
famiglia Amato, Gigi (8) e Giancarlo
(10); un amore infan le teneramente
accennato; un passero o svolazza nella
stanza dove il nonno si trova sul le o di
morte storcendo gli occhi più in modo
comico che tragico. Papà Romano e
mamma Rosa decidono di me ere in
a o un piano a cui hanno pensato da
molto e quindi salgono sul treno per
la Germania, seguendo il richiamo del
miracolo economico e dell’occupazione
a tempo pieno.
Solino ha rappresentato un’impresa
audace: per la prima volta una
sceneggiatura di altri e la storia di una
famiglia di immigran italiani. Akin nel
2002 non parlava una parola di italiano,
tu avia riuscì a convincere la rinomata
sceneggiatrice Ruth Tomas che egli
era proprio il regista ada o per questo
tema: “Solino racconta di Gigi, figlio di
immigranƟ che diventa regista e questo
Gigi sono io!” .
In un primo momento, l’effe o che
Duisburg ha su di loro nel 1964 è
scioccante. L’opprimente tonalità grigio
su grigio del paesaggio industriale, il
triste e stre o appartamento con la
toile e nella tromba delle scale. Il padre
si accorge ben presto che il lavoro in
miniera non gli si addice per niente e la
madre soffre di for a acchi di nostalgia
del suo paese: le cipolle nel negozio
di verdura sono piccolissime, non ci
sono né melanzane né basilico e la sua
arte culinaria non sa che farsene delle
bitorzolute scorzonere. Solo i due ragazzi
esplorano curiosi l’ambiente del bacino
della Ruhr. Gigi aspe a impaziente che
cada la prima neve e subito entra in
conta o con il simpa co proprietario
di un negozio di ar coli fotografici e
fa amicizia con una vicina, la bionda
ragazzina di nome Johanna.
Solino inizia nel 1964 nel luogo d’origine
della famiglia Amato, un idilliaco paesino
della Puglia di nome Solino. Nello
L’idea risolu va dei genitori: affi ano un
locale vuoto all’angolo e me ono su il
“Ristorante Solino” a ges one familiare.
Una reminiscenza del paese natale che
può ostentare la propria superiorità
con pizza e pasta e che viene tenuto in
grande considerazione anche dai vicini
tedeschi – al più tardi quando arriva
come a razione il televisore in bianco
e nero con le trasmissioni spor ve.
In generale, le reazioni degli abitan
vicini sono completamente benevole e
cordiali, senza i benché minimi segni di
xenofobia.
Salto temporale nell’anno 1974. Il
ristorante va a gonfie vele, ma la coesione
familiare si sbriciola inarrestabilmente.
Il padre fa il gigolo e va con altre donne.
La madre si ammala (leucemia) e infine
tornerà a Solino accompagnata da Gigi.
I figli, non più dispos a lavorare come
camerieri non paga , vogliono andare
ciascuno per la sua strada. Giancarlo,
amante di macchine spor ve, lavora
occasionalmente come meccanico
d’auto e Gigi sogna di diventare regista.
Il prezzo del successo in terra straniera è
alto per la famiglia Amato: separazione
dei genitori, confli o generazionale e
una lite fra fratelli che si acuisce e che
ora passa in primo piano.
Il mite, cordiale e intelligente Gigi è nato
con la camicia. Riesce a o enere tu o
con facilità. Quasi senza fa ca riesce a
conquistare l’a raente Jo e a realizzare
il suo sogno di diventare regista. Il suo
primo documentario in 16 mm viene
subito insignito del primo premio
nell’ambito del fes val cinematografico
“Ruhrfilmtage”. Giancarlo è invidioso
della fortuna che ha avuto il fratello e gli
ruberà entrambe le cose – Jo e la fama di
regista – in modo subdolo. Lo sgarbato,
aggressivo e spaccone Giancarlo in
ogni tra o del suo cara ere dimostra
di essere l’esa o contrario di Gigi.
Questa divergenza dei cara eri è stata
sempre rappresentata da Fa h Akin nei
suoi film, per ul mo nel contrasto dei
protagonis maschili di Contro il muro
del 2003 e di Dall’altro lato del 2007.
Da un lato, l’a eggiamento da macho
spietato, autolesionista e disperato,
dall’altro la tenera, quasi femminile
sensibilità. In alcune interviste Akin
ha accennato al fa o che con ciò egli
esprime i la contraddi ori del suo
cara ere. In Solino questo contrasto
viene condo o fino in fondo come lo a
fratricida secondo il modello di Caino e
Abele, ma con un finale conciliatorio.
Ancora un salto di dieci anni. 1984 a
Solino: Gigi cura la madre malata, ha
sposato colei che amava da bambino,
con lei ha avuto due figli e ha restaurato
l’arena del luogo. Con una festa di
matrimonio tardiva e una proiezione
dei suoi film vuole celebrare il quadro
nuovamente ristabilito della sua vita.
Un finale che dopo l’amaro realismo
degli episodi del 1974 riacquista ora di
nuovo un cara ere nostalgico e teatrale.
Assomiglia a una costruzione fantas ca
che trova il suo meritato accordo finale
nell’abbraccio fraterno.
Prossimo appuntamento:
15 maggio 2012
BEYOND
Regia di Pernilla August
[Svezia, Finlandia - 2010 - 92’]