Desidero esprimere un sentimento di gratitudine per quanti hanno

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Desidero esprimere un sentimento di gratitudine per quanti hanno
Desidero esprimere un sentimento di gratitudine per quanti hanno contribuito alla realizzazione di
questa giornata di ricordo di nostro padre; credo, infatti, di manifestare non solo i miei sentimenti
ma anche quelli di tutta la nostra famiglia.
E’ certamente merito non solo degli organizzatori se la giornata si è svolta in un bel clima d’intensa
partecipazione, ma anche di quanti hanno voluto esporre il proprio pensiero ed il ricordo della
figura di nostro padre con gli accenti non solo della ragione e dello scambio scientifico, ma anche
con riferimenti alla propria vita personale e a volte ai propri sentimenti etici e di filosofia di vita.
Con questa commemorazione si é ricordato un uomo in maniera completa nei suoi aspetti
intellettuali, umani, di interesse per le persone e per la bellezza; non è certo casuale che la giornata
si sia conclusa con l’ascolto della musica che lui ha sempre amato molto; mi pare sia stata una
scelta felice perché in questa sala il suono del pianoforte ha trasmesso emozioni dense, affetti e
ricordi secondo il vissuto personale di ciascuno, rievocando l’amore per l’armonia e la bellezza del
Creato così care al papà; egli infatti si emozionava davanti al paesaggio semplice e mistico delle
montagne, della notte stellata, era in grado di stupirsi davanti alle meraviglie della conoscenza
scientifica, si commuoveva di fronte alle cattedrali gotiche, alla pittura medioevale e del
rinascimento, sulla tomba di Bach, alle manifestazioni più nobili dell’ingegno umano espressione
anch’esso di quello Superiore di cui é emanazione.
Se fosse qui, penso che si schernirebbe sostenendo di aver fatto “poche cosette” ma sarebbe
contento perché, nelle parole di quanti hanno voluto esprimere oggi il loro pensiero, si è percepito
che c’era qualche cosa che lo riguardava da vicino e che lo interessava in modo autentico e
profondo: l’attenzione alle persone, la delicatezza e la lealtà dei rapporti, l’amore per il bello,
qualche cosa di suo insomma che riguarda l’essenza della vita e che è riuscito a trasmettere a quanti
lo hanno conosciuto.
Era un uomo molto semplice, ingenuo per certi aspetti, ma sempre incuriosito e capace di ascoltare;
questi tratti del carattere lo rendevano vicino anche ai giovani di oggi; i nostri figli e suoi nipoti, pur
nella distanza dei ritmi di vita e di abitudini, lo andavano a trovare volentieri, gli confidavano i loro
progetti, le loro difficoltà, ricercando le sue opinioni e a volte qualche parola d’incoraggiamento,
come solo i nonni sanno dare.
Un altro aspetto che lo ha reso sempre vitale e in grado di adattarsi ai cambiamenti della vita è stata
la sua duttilità e la sua capacità di attribuire sempre un valore relativo alle cose materiali.
Nella sua giovinezza egli era abituato ad una vita molto agiata e senza problemi, dato che la sua
famiglia era molto ricca grazie ad un’attività commerciale fiorente. Per darmi la dimensione del
tenore di vita della sua infanzia, mi ha spesso raccontato di aver passato gli anni della prima guerra
mondiale lontano dalle ristrettezze e dalle difficoltà, a Losanna, in Svizzera, con tutta la sua
famiglia allargata, compresi nonni zii e cugini, tutti alloggiati in alberghi di lusso. Purtroppo tale
felice condizione della sua giovinezza si è interrotta bruscamente a causa del fallimento
dell’impresa commerciale della famiglia e all’età di diciotto anni papà ha lasciato Marsiglia dove
avevano sempre vissuto, tranne la parentesi della guerra, e dove aveva sede l’azienda familiare per
trasferirsi con la famiglia a Trieste, dove vivevano i nonni materni del papà (la famiglia Xydias) che
gestivano un’azienda commerciale efficiente; lì nostro nonno ha dovuto ricominciare da zero.
Purtroppo le condizioni economiche non erano più le stesse ed il papà dopo aver ripetuto l’esame di
maturità in Italia, poiché quello superato in Francia non era riconosciuto, si è iscritto alla facoltà di
scienze dell’università di Bologna per conseguire la Laurea in Fisica. Vale la pena di ricordare
anche la motivazione di questa scelta perché è espressione della curiosità e della duttilità della
persona: raccontava che si sentiva naturalmente portato per le materie letterarie, ma aveva scelto la
Laurea in Fisica appunto per conoscere e approfondire una materia che, pur non sentendo
congeniale lo incuriosiva e che, se avesse seguito le sue inclinazioni, avrebbe trascurato.
Così dopo una vita molto agiata, a diciotto anni, ha dovuto adattarsi a notevoli restrizioni, a dover
scegliere se spendere il poco denaro a disposizione per mangiare o per andare a teatro, o ad un
concerto; raccontava divertito che la scelta propendeva sempre per le seconde opzioni e credo che
questo non gli abbia giovato in salute.
Tale amore per l’arte gli era stato instillato fin da piccolo dalla madre di cui parlava con grande
ammirazione e riconoscenza: era una persona molto colta e un’appassionata lettrice che, pur
gravemente inferma, manteneva una grande voglia di vivere e di relazionarsi con le persone.
In seguito egli ha trovato in nostra madre una compagna in grado di condividere con lui la
sensibilità per l’arte, in particolare per la musica in cui lei era professionalmente competente
essendosi diplomata in pianoforte; inoltre la mamma integrava quella parte che per nostro padre era
particolarmente difficile: uscire dall’isolamento in cui la sua spontanea tendenza allo studio, alla
riflessione e al ragionamento lo portava, e mantenere e curare i rapporti sociali.
In questo senso è stato particolarmente ammirevole, dopo la morte di nostra madre; infatti, si è
sforzato ed è riuscito a cambiare il proprio modo di essere; ha toccato con mano quanto lei nella
semplicità e nella quotidianità di tante azioni e preoccupazioni gli agevolasse la vita ed i rapporti
con il resto della famiglia, i figli, le nuore il genero ed i nipoti. Si è fatto, così, carico di non
rinchiudersi nel lutto per la perdita di una persona che aveva amato moltissimo e della quale
avvertiva con intensità l’assenza, ma ha cercato di colmare il vuoto determinato dalla sua scomparsa
cercando di vicariare questa mancanza. Si preoccupava di avere gesti di ospitalità quando si andava
a trovarlo, di non far mancare un ricordo, un regalo ai nipoti per il loro compleanno o un’attenzione
per noi figli e per le nostre famiglie.
Tutto ciò non gli era naturale; nella sua vita era sempre stato particolarmente timido e schivo,
bisognoso di qualcuno che gli facilitasse l’incontro con gli altri, che gli organizzasse la vita pratica.
In questo senso nostra madre prima e mia sorella Annamaria dopo, sono state per lui figure
essenziali. Dopo la perdita della moglie, ha cercato di cambiare perché consapevole una volta di più
della necessità di riappropriarsi di questa parte della vita fatta di cose semplici e di relazioni umane.
Penso che quanto è stato oggi detto e ricordato, gli abbia fatto piacere, perché consono e
rispondente al suo spirito amante dell’essenzialità e dell’autenticità.
Ringrazio, pertanto nuovamente con tutto il cuore, quanti hanno contribuito alla realizzazione di
questa giornata e tutti coloro che con la loro presenza e le loro parole hanno testimoniato stima,
amicizia e affetto per nostro padre.