LA MUSICISTA CHE LE SUONA AI PARÀ

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LA MUSICISTA CHE LE SUONA AI PARÀ
[IL PERSONAGGIO]
DI MASSIMO FERRARI
I
n un’epoca come questa, dominata dal
continuo ricorso agli eserciti per missioni
di pacificazione o repressione del terrorismo, l’apprendimento delle arti marziali fa
parte del bagaglio tecnico dei reparti di tutti i
Paesi, e anzi a volte la loro conoscenza è più
importante che non disporre di mezzi tecnici
ultramoderni e sofisticati. Per apprendere i
I soldati della Brigata Folgore studiano le arti marziali dei
samurai con una pianista giapponese ultrasettantenne
LA MUSICISTA CHE LE SUONA AI PARÀ
fondamenti di questo metodo di combattimento non occorre avere solo buoni muscoli
ma anche e soprattutto cuore e cervello. Così
non stupisce che i paracadutisti della nostra Brigata Folgore abbiano scelto
come istruttore quella che, a prima
vista, è una tenera signora in età
matura, che per di più ha fatto di
professione la cantante lirica.
Incredibile ma vero: Keiko
Wakabayashy, nata 74 anni fa
a Osaka in Giappone, poi vissuta a Tokyo e ora residente in
Italia nei pressi di Rosignano,
istruisce i parà nelle tecniche del
corpo a corpo, usando anche spada e bastone. A vederla si fatica a
crederlo, tanta è sorridente e gentile:
niente a che vedere con certe eroine
dei film d’avventura tutte muscoli e
nervi tesi. Ma non fatevi ingannare:
basta vederla in azione e la professionalità aggressiva della signora Keiko
appare come per incanto dietro a
un volto sereno e mansueto.
«Avrei voluto dedicarmi al judo», spiega tramite la figlia Yoko,
che fa da interprete, «ma poi ho fiIn queste foto: Keiko Wakabayashy,
pianista e soprano, durante l’allenamento
della Brigata Folgore e nella sua casa
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nito per coltivare anche l’aikido, soprattutto
perché più che esaltare la forza fisica rafforza
quella dello spirito». E quando chiedo che collegamento passi tra il suo passato di cantante
lirica e pianista e le arti marziali, la risposta è
immediata: « L’aikido è una disciplina interiore proprio come la musica. Inutile pretendere l’eccellenza nel fisico senza una totale
concentrazione della mente e del cuore, proprio come avviene per una pagina del melodramma o una sonata al pianoforte».
Che la musica classica sia un amore profondo per Keiko Wakabayashy lo si capisce dal
modo in cui ne parla, ricordando gli studi
compiuti in patria per diventare una brava soprano: « Ho frequentato una delle migliori accademie di Tokyo», spiega soddisfatta, «con
eccellenti maestri, e da quando ho finito di
studiare ho coltivato un solo sogno: venire
in Europa, patria del bel canto». Il fatto curioso è che la signora Keiko c’è riuscita nel
2000. Prima aveva mandato in avanscoperta
la figlia Yoko, che negli anni Ottanta si era trasferita a Bruxelles e che ora lavora anche lei a
Rosignano, alle porte di Livorno. Poi, confortata dal suo parere, ha fatto il grande salto.
E dal momento che oltre alla musica aveva
avuto modo di seguire, già trentenne, anche
corsi di aikido («È tutta una questione di diaframma e respirazione, come per il canto»),
ben presto si è trovata a girare l’Europa proprio come esperta di arti marziali. L’idea era
di farsi conoscere in questo settore per poi de-
dicarsi all’attività concertistica. Ma anche se il
canto le ha dato soddisfazione, è con le arti
marziali che ha ottenuto i maggiori successi.
Tanto che a Livorno, dov’era venuta per
un’esibizione, è stata notata da un ufficiale
della Folgore: da qui l’avvio della collaborazione con i paracadutisti, che la signora Wakabayashy stima moltissimo.
Nel vederla fare salti e piroette, nasce spontanea una domanda: ma qualè il segreto di
tanta forza, specie in un periodo della vita in
cui i suoi coetanei fanno i conti con l’osteoporosi e la debolezza dei femori? «Nessun segreto, nessuna dieta speciale: io mangio quel che
mi pare, naturalmente in forma moderata», risponde la signora, che però torna a battere il
tasto dell’equilibrio interiore. A sentire il suo
parere tutto parte da lì: quel che conta è essere
in pace con se stessi. Quindi una confessione:
« Io sono piuttosto golosa, qualche volta vorace, e adoro la cucina italiana». La figlia aggiunge: «Ama moltissimo i formaggi e li consuma volentieri e spesso». Insomma il quadro
d’insieme è quello di una persona serena, piena di interessi, capace di mettersi in gioco sempre per fare meglio e di più.
Mi resta un’ultima curiosità: ma perché proprio l’aikido per i paracadutisti? «Perché rende saldi nello spirito e pronti a ogni necessità». In effetti, se si pensa al tipo di missione
che questi soldati possono svolgere, specie
in terra straniera, si capisce quanto sia importante padroneggiare ogni tipo di tecnica difensiva. Se si viene aggrediti da uno o più malintenzionati, è indispensabile reagire con rapidità, nel modo più appropriato e proporzionato alla minaccia. Ma soprattutto per ottenere questi risultati occorrono consapevolezza delle proprie risorse fisiche, equilibrio
e concentrazione mentale. Se si posseggono
queste virtù i movimenti giusti vengono quasi spontanei: come in una sinfonia, di quelle
che Keiko Wakabayashy ama eseguire. Prima al piano e poi in palestra.
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Le arti marziali sono
una disciplina interiore
proprio come la
musica: esaltano la
forza dello spirito più
che quella del fisico
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