Allegato II Progetti strategici Piano Energetico Provinciale

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Allegato II Progetti strategici Piano Energetico Provinciale
Allegato II
Progetti strategici
Piano Energetico Provinciale
“Produzione ed uso razionale dell’energia”
1. Promozione della produzione diffusa di energia di piccola – media taglia
L’obiettivo del Piano Energetico Provinciale di incrementare la produzione di energia da fonti
rinnovabili in modo da portarne l’incidenza almeno fino al 17% rispetto al consumo finale di
energia al 2020, potrà essere raggiunto attraverso lo sviluppo di impianti di piccola e media taglia al
servizio delle industrie, delle aziende agricole, delle famiglie e dei Comuni. Questi impianti saranno
alimentati da fonti rinnovabili: solare fotovoltaico, solare termico, eolico, a biomasse da filiera corta
e/o certificata per fornire energia elettrica e/o termica a copertura dei consumi della struttura al
servizio della quale viene realizzato l’impianto.
L’azione da sviluppare si propone di sostenere una tipologia di produzione energetica che si realizza
direttamente presso il luogo di consumo dell’energia stessa; per facilitarne la diffusione dovranno
essere previsti accordi con i Comuni e con le Associazioni di Categoria con impegni delle parti a
− promuovere l’iniziativa, portando a conoscenza degli utilizzatori finali le opportunità di
risparmio energetico ed economico ed informando sulla possibilità di conseguire incentivi,
contributi e fidanzamenti agevolati,
− fare conoscere i vantaggi legati alla generazione distribuita, cioè di produzione di energia
elettrica in impianti di piccola – media taglia (da pochi kW ad alcuni MW), localizzate in più
punti del territorio ed in prossimità dell’utente finale (contribuendo così a ridurre la necessità
d’investimenti e d’infrastrutture per aumentare la capacità di trasporto delle reti di trasmissione
e distribuzione e consentendo nello stesso tempo la riduzione delle perdite di rete e dei costi di
distribuzione,
− individuare eventuali programmi comunitari volti a favorire questo modo di produrre energia
Con i Comuni l’obiettivo è di raggiungere accordi affinché gli insediamenti civili, industriali e
commerciali di nuova costruzione siano organizzati in modo da favorire ed incentivare una
produzione di energia da fonti rinnovabili attraverso unità di produzione di taglia medio - piccola
(da qualche decina/centinaio di kW a qualche MW) al servizio delle singole utenze o
dell’insediamento.
2. Installazione di impianti fotovoltaici in sostituzione dei tetti in eternit presso le aziende
industriali, artigianali ed agricole
La Provincia di Livorno ha aderito alla campagna “Provincia Eternit Free”, promossa da
AzzeroCO2 e Legambiente che l’obiettivo di promuovere la sostituzione di tetti in eternit con
impianti fotovoltaici presso le aziende, gli enti e i privati del territorio beneficiando degli incentivi
previsti per il solare fotovoltaico e della maggiorazione per l’eliminazione dell’amianto dalle
coperture.
La Provincia, insieme con le associazioni di categoria e i Comuni, ha il compito di diffondere la
campagna su tutto il territorio, promuovere l’eliminazione di una sostanza pericolosa per la salute
pubblica e contribuire, grazie alla tecnologia fotovoltaica, ad un uso più razionale dell’energia e alla
riduzione della bolletta energetica.
I principali benefici della campagna consistono nella:
• eliminazione di sostanze pericolose
• diffusione dell’energia rinnovabile
• sensibilizzazione della cittadinanza
•
•
•
benefici per le aziende
maggiorazione incentivo per il fotovoltaico
guadagno a lungo termine
I Decreti Ministeriali che negli anni hanno previsto forme di incentivazione per la realizzazione di
impianti fotovoltaici (l’ultimo è del 5 maggio 2011) hanno introdotto un premio che va ad
incrementare la tariffa incentivante riconosciuta alla produzione di energia dei pannelli fotovoltaici
installati in sostituzione delle coperture in eternit dei capannoni industriali o agricoli o comunque
contenenti amianto. Il sistema di incentivazione insieme con la riduzione dei costi di realizzazione
del fotovoltaico consentono di mantenere la redditività e la convenienza di questa operazione,
nonostante una riduzione degli incentivi stabilita dall’ultimo decreto del conto energia.
I costi dell’operazione riguardano:
- rimozione e smaltimento dell’eternit
- rifacimento della copertura
- realizzazione impianto fotovoltaico
- pratiche autorizzative e progettazione
- procedure di allacciamento alla rete ed incentivazione
Alla Campagna possono aderire
− gli Installatori di impianti fotovoltaici. Le aziende aderenti devono rispettare i requisiti minimi
posti da AzzeroCO2 (riportati nel modulo di adesione) e potranno beneficiare dei contatti che si
creano grazie ad essa, in particolare:
• partecipare alla presentazione di preventivi per l’installazione di impianti su capannoni,
previa richiesta di AzzeroCO2;
• essere inserite in un network di imprese aderenti alla campagna, e quindi essere contattate
direttamente per la richiesta di preventivi da parte di proprietari che intendano investire
risorse proprie, ma che si avvarranno della consulenza tecnico-normativa di AzzeroCO2.
− le Aziende che effettuano la bonifica delle coperture in eternit. Le aziende aderenti devono
rispettare i requisiti minimi richiesti riportati nel modulo di adesione. Tali aziende saranno
inserite in un network di imprese specializzate che potrà intervenire per operazioni di bonifica e
smaltimento. In particolare potranno:
• presentare ad AzzeroCO2 i proprietari di capannoni che necessitano di smaltimento di
superfici in eternit ma che sono restii ad effettuare i lavori a causa dei prezzi elevati, di
conseguenza in caso di cessione del diritto di superficie ad AzzeroCO2 l’azienda sarà
incaricata di eseguire i lavori di smaltimento (previa presentazione di preventivi
competitivi);
• essere incaricati di consulenza amministrativa in ambito di smaltimento dell’eternit.
Dovranno:
• fornire un prezzo per lo smaltimento indicativo e generale, in base al quale poter
calmierare i prezzi per le operazioni sul territorio;
• fornire la certificazione della filiera di smaltimento;
•
fornire la documentazione relativa all’iscrizione all’A.N.G.A. e essere in regola con la
documentazione d’azienda.
− i Proprietari di capannoni, che per aderire alla campagna dovranno compilare una scheda di
adesione. Raggiunto un certo numero di adesioni saranno effettuati i sopralluoghi e sarà
realizzato uno studio preliminare da parte dell’ufficio tecnico di AzzeroCO2, con l’obiettivo di
valutare la fattibilità tecnico-economica dell’intervento. Nel caso di esito positivo, saranno
definiti gli accordi con il proprietario che potrà decidere se:
1. investire direttamente nell’operazione e quindi avvalersi della consulenza di AzzeroCO2
2. cedere il diritto di superficie ad AzzeroCO2 in cambio della sostituzione gratuita
dell’eternit.
La fase successiva è lo sviluppo del progetto.
Per l’azienda che non è in grado, o semplicemente che non vuole, investire, AzzeroCO2 offre la
possibilità di sostituire la copertura in eternit con un impianto fotovoltaico a costo zero.
Per gli impianti di potenza superiore ai 200 kWp AzzeroCO2 sostituisce la copertura in eternit
gratuitamente in cambio della cessione del diritto di superficie, sostenendo le spese totali di
bonifica e di ricopertura della struttura.
AzzeroCO2, in questo modo, diventa il titolare delle superfici in oggetto per 20 anni (durata
dell’incentivo in Conto Energia), nonché il titolare del contratto di vendita dell’energia prodotta
dal pannello fotovoltaico e della conseguente incentivazione. Al termine dei 20 anni il
proprietario rientra in possesso delle superfici e dell’impianto fotovoltaico che potrà utilizzare
per la produzione di energia e disporne nel proprio interesse.
Per gli impianti di potenza inferiore ai 200 kWp AzzeroCO2 propone la partecipazione a gruppi
d’acquisto per pannelli fotovoltaici a prezzi vantaggiosi, ossia la possibilità di mettere insieme
più acquirenti interessati al fotovoltaico al fine di aumentare la potenza complessiva richiesta e
conseguentemente di ridurre i costi di acquisto.
Il servizio di AzzeroCO2 in questo caso comprende:
• l’accesso a finanziamenti agevolati presso istituti bancari, costruiti “ad hoc”, per
impianti di taglia < 200 kWp;
• consulenza tecnico-normativa e progettazione dell’impianto;
• contatti con le aziende di bonifica della provincia/regione che hanno aderito alla
campagna;
• contatti con le aziende installatrici di impianti fotovoltaici che hanno aderito alla
campagna.
− le Associazioni di Categoria, che sottoscrivendo il protocollo d’intesa da Provincia, AzzeroCO2
e Legambiente si impegnano ad a supportare l’iniziativa attraverso il coinvolgimento dei propri
associati
− i Comuni, che avrebbero, sul territorio, il ruolo di:
• promuovere la campagna verso le aziende del proprio territorio
• autorizzare celermente gli impianti proposti dalle aziende
• partecipare alle iniziative di comunicazione.
3. Costituzione di gruppi di acquisto solari sia di pannelli fotovoltaici che termici a favore di
aziende e di cittadini
La Provincia in accordo con Legambiente ed AzzeroCO2 promuove la costituzione di “Gruppi di
Acquisto Solare”, infatti nell’ambito dell’accordo “Provincia Eternit Free” sottoscritto con
Legambiente ed AzzeroCO2 è prevista anche la possibilità di attivare l’iniziativa dei GAS,
promuovendo la stessa presso le Associazioni di Categoria ed i Comuni della provincia.
L’iniziativa ha l’obiettivo di promuovere l'incontro della domanda e dell'offerta di impianti di
energia solare attraverso lo strumento del gruppo di acquisto solare (GAS), un metodo innovativo e
democratico di agevolare l'accesso al mercato solare da parte delle famiglie (ed anche delle
imprese).
il GAS solare nasce per eliminare alcune delle barriere all'accesso al mercato che i cittadini
incontrano: cognitive, commerciali, culturali, economiche, burocratiche. il GAS solare si propone di
ottenere impianti di qualità ad un giusto prezzo. Mediamente si ottengono, se i volumi di
installazione sono rilevanti, degli sconti che possono variare dal 10 al 25% sul prezzo di mercato
delle tecnologie e servizi legati al mondo dell'energia solare domestica.
La principale caratteristica del GAS solare di Legambiente è quella di proporre interventi chiavi in
mano ovvero comprensivi di tutti gli oneri amministrativi e burocratici, prodotti e servizi per
rendere attivo e funzionante un impianto solare sul tetto di una famiglia, a prescindere dalla sua
dimensione.
A questo si aggiunge la manutenzione, sempre compresa nel prezzo, in maniera da sgravare l'utente
da possibili e futuri oneri e preoccupazioni di gestione dell'impianto.
Il processo decisionale è sempre nelle mani dei cittadini, riuniti nel GAS. In nessun momento
Legambiente o le Amministrazioni Comunali che promuovono lo sportello, decidono per un
prodotto o un altro, un'azienda o un'altra. La scelta delle aziende avviene sul libero mercato,
normalmente con un occhio di riguardo per le aziende locali, e viene effettuata dai cittadini, che
sono anche gli unici a firmare i contratti di acquisto e comparire come soggetti economici e
giuridici nella vicenda.
Le decisioni vengono prese dai cittadini e i momenti di valutazioni ed analisi di costi e servizi sono
coadiuvati da una commissione mista pubblico-privato che garantisce indipendenza e trasparenza.
Legambiente attraverso i referenti locali, attiva e promuove il GAS, organizzandolo con un'azione
di segreteria, redige e diffonde il capitolato privato sulla base del quale si richiedono i preventivi
alle aziende, e partecipa all'analisi delle offerte. Facilita e modera gli incontri del Gas, verifica la
congruità dei contratti stipulati con le condizioni dell'offerta scelta dai cittadini.
Rispetto all'avventurarsi sul mercato da soli, si ha la garanzia di un gruppo di lavoro che indica le
migliori offerte, eliminando quindi quelle che sono le possibili truffe, si ha la garanzia di trattare
assieme ad altri per volumi di servizi e prodotti maggiori, quindi con un peso contrattuale che non è
quello del singolo, ma del gruppo.
Inoltre si riescono a spuntare condizioni di servizio migliori, che difficilmente il privato
spunterebbe se trattasse da solo.
Si rivolge soprattutto alle famiglie (ma non solo in quanto può riguardare anche le imprese) e a chi
deve installare impianti di piccola e media taglia, che non abbiano una conoscenza specifica o non
abbiano il tempo di farsela e che siano disposti ad accettare i piccolo compromessi che l'acquistare
in gruppo presenta (tempi, materiali omogenei per tutti ecc).
4. Accordo di Programma promosso dalla Provincia per l’installazione di pannelli
fotovoltaici per la produzione di energia elettrica da parte di Comuni e degli altri enti
pubblici su strutture di proprietà
La Provincia di Livorno ha promosso uno specifico Accordo di Programma con i Comuni del
territorio provinciale che ha l’obiettivo di favorire investimenti nella produzione di energia elettrica
da solare fotovoltaico su strutture pubbliche di proprietà sia della Provincia che dei Comuni.
L’Agenzia Energetica della Provincia di Livorno ha sviluppato gli studi di fattibilità ed il piano di
lavoro. Al momento a seguito dei sopralluoghi effettuati e degli studi elaborati, è possibile
quantificare in 4 MW gli impianti potenzialmente installabili, per un valore degli investimenti di
circa 11,5 milioni di euro (0,64 MW su strutture di proprietà della Provincia e 3,36 MW su
strutture di proprietà dei Comuni).
Al fine di individuare la ditta che realizzerà gli impianti, rispettare le normative sugli appalti
pubblici e conseguire economie di scala a livello territoriale, la Provincia di Livorno farà un unico
bando di gara (Stazione Appaltante), per i propri impianti e per quelli dei Comuni. Tale bando sarà
fatto, in nome e per conto delle Amministrazioni Pubbliche, per individuare le imprese che operano
in qualità di ESCo e che progetteranno, realizzeranno e finanzieranno gli interventi.
Il bando di gara sarà fatto nel rispetto della normativa italiana (art. 15 del decreto legislativo 115 del
2008) e sarà “aperto” cioè potrà essere esteso ad altri interventi in aggiunti ai 2 MW già definiti
raccogliendo le richieste di realizzazioni di impianti fotovoltaici di altri Comuni per i quali sono in
corso le analisi preliminari. Il bando prevederà che tutti i costi riferibili alla prestazione
(preparazione delle pratiche per l’ottenimento di ogni necessaria autorizzazione, realizzazione e
manutenzione degli impianti fotovoltaici, compresa la progettazione esecutiva, la direzione dei
lavori, il coordinamento per la sicurezza) incluso il finanziamento saranno a carico del soggetto
affidatario le opere; a questa ditta sarà riconosciuto come controprestazione l’incentivo in conto
energia che sarà ceduto dalla Provincia o dal Comune, che rimane titolare dell’impianto, in base ad
un contratto per un numero di anni congruo a garantire una equa remunerazione dei costi di
investimento e di esercizio e comunque fino ad un massimo di 20 (20 anni è la durata in Italia
dell’incentivo in conto energia per la produzione elettrica da solare fotovoltaico).
Alla Provincia ed al Comune sarà riconosciuta l’energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici
e che potrà essere destinata a copertura dei propri consumi.
EALP oltre alla predisposizione degli studi di fattibilità, a verificare la correttezza della gara, così
come dei requisiti inseriti nel bando, si occuperà del monitoraggio del contratto e delle prestazioni
degli impianti per quanto riguarda il funzionamento e la produzione di energia e dell’attività di
informazione e comunicazione dei risultati conseguiti.
L’Accordo potrà essere esteso anche allo sviluppo di altri impianti a fonti rinnovabili (biomassa,
eolico ecc.) o ad interventi di risparmio energetico per i quali sono previsti incentivi e/o contributi
che ne permettano la realizzazione senza oneri a carico degli enti pubblici.
5. Campagna per l’autosufficienza energetica delle aziende agricole attraverso lo sviluppo di
impianti a biomassa, solare ed eolico
Negli ultimi decenni, il settore Agricoltura è stato caratterizzato da radicali trasformazioni sia di
carattere socio-economico che tecnologico e produttivo. Tra le altre, il sistema agricolo interagisce
sempre più spesso e in modo prioritario con i settori dell’energia, dell’efficienza energetica e
dell’ambiente. L’integrazione del fattore energia in Agricoltura costituisce uno strumento per
innovare il sistema agricolo se consideriamo che la valorizzazione virtuosa delle filiere agro
energetiche, la produzione di energia da fonti rinnovabili ed il miglioramento dell’efficienza
energetica dei processi produttivi, generano nuova fonte di reddito economico e nuova occupazione.
Per contrastare le spese di energia da un lato e la necessità di ridurre le emissioni di CO2 è
certamente indispensabile sia l’introduzione di tecnologie energetiche eco-compatibili e sia il
ricorso a pratiche colturali, sistemi e processi produttivi in grado di massimizzare da un lato
l’efficienza energetica dei cicli colturali e da un altro lato di favorire l’impiego di energie
rinnovabili localmente al fine di favorire la sostenibilità energetica ed ambientale del sistema
agricolo.
La campagna è finalizzata a favorire il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili in collaborazione
con la Associazioni di Categorie con l’obiettivo di conseguire l’autosufficienza energetica delle
aziende agricole attraverso lo sviluppo di impianti a biomassa, solare ed eolico. Le attività seguono
le indicazioni previste dalla normativa vigente relativamente alla localizzazione degli impianti ed ai
requisiti circa l’inserimento nel territorio ed il dimensionamento.
La diffusione del fotovoltaico in agricoltura pone una serie di criticità relativamente agli impatti
visivi sul paesaggio e alla occupazione di terreno agricolo se consideriamo che per 1 MWp di
fotovoltaico occorre una superficie di suolo compresa tra 2 e 2,5 ettari se alla superficie
rappresentata dalle celle fotovoltaiche si sommano anche le superfici occupate dalle strutture e dai
servizi.
E’ necessario tener conto che il D.Lgs. 28/2011 (Decreto Rinnovabili) prevede la concessione degli
incentivi agli impianti fotovoltaici su terreni agricoli solo per potenze non superiori ad 1 MW e, nel
caso di terreni appartenenti al medesimo proprietario, gli impianti devono essere collocati ad una
distanza non inferiore a 2 chilometri e che non deve essere destinato all'installazione degli impianti
più del 10% della superficie del terreno agricolo nella disponibilità del proponente. I limiti non si
applicano ai terreni abbandonati da almeno cinque anni.
Inoltre, sempre per gli impianti a terra, la Regione Toscana, nel rispetto del Decreto del Ministro
dello Sviluppo economico 10 settembre 2010 (Linee Guida per l'autorizzazione degli impianti
alimentati da fonti rinnovabili), ha provveduto a definire con la deliberazione del consiglio
regionale n. 68 del 26 ottobre 2011 le aree in cui non è possibile installare il fotovoltaico a terra
come previsto dalla L.R. 11/2011 (in particolare il comma 1 art. 7 prevedeva che le Province, sentiti
i Comuni interessati, indicassero alla Regione la proposta di perimetrazione di aree ritenute non
idonee all'installazione del fotovoltaico a terra per particolari pregi paesaggistici, colturali,
ambientali ecc.. La suddetta deliberazione provvede inoltre ad una diversa perimetrazione delle aree
non idonee, cioè alla individuazione di aree idonee per il fotovoltaico a terra all’interno delle aree a
denominazione di origine protetta (DOP) e delle aree a indicazione geografica tipica (IGP).
Non ci sono limitazioni per le installazioni di fotovoltaico sulle coperture degli edifici e sulle
superfici agricole a “serra”; per quest’ultime si può ottenere una riduzione del 100% dei consumi di
energia per la climatizzazione delle serre.
Per il Biogas, Biometano, Bioliquidi la normativa promuove ed incentiva l’uso efficiente a fini
energetici di rifiuti e sottoprodotti, di biogas da reflui zootecnici o da sottoprodotti delle attività
agricole, agro-alimentari, agroindustriali, di allevamento e forestali, di prodotti ottenuti da
coltivazioni dedicate non alimentari, nonché di biomasse e bioliquidi sostenibili e biogas da filiere
corte, contratti quadri e da intese di filiera; la realizzazione di impianti in cogenerazione; la
realizzazione e l’esercizio da parte di imprenditori agricoli, di impianti alimentati da
biomasse/biogas asserviti alle attività agricole in particolare di micro e minicogenerazione.
L’obiettivo della pianificazione energetica provinciale è di promuovere la creazione di una filiera
agricola che utilizzando le aree marginali e meno produttive, impiegando residui forestali, agroforestali, agricoli, possa fornire la materia prima ad impianti di piccola - media taglia alimentati a
biomassa, posti al servizio delle aziende agricole o che comunque siano in grado di fornire energia
elettrica e/o termica a tali imprese.
La promozione della suddetta filiera dovrà prevedere innanzitutto un accordo con Comuni,
Associazioni di Categoria ed Aziende finalizzato proprio a favorire la diffusione di impianti a
biomassa che abbiano le seguenti caratteristiche:
• utilizzazione delle risorse presenti nel territorio provinciale e derivanti dall’utilizzo di aree
marginale e non soggette a coltivazione di prodotti destinati all’alimentazione per la produzione
di biomassa con fini energetici, da residui, reflui e sottoprodotti delle attività agricole, agroalimentari, forestali e di allevamento
• realizzazione di impianti di piccola – media taglia presso le imprese che hanno la disponibilità
di materia prima per raggiungere una taglia minima o di un impianto consorziato che possa
fornire energia elettrica e/o termica a prezzi vantaggiosi a favore dei partecipanti al consorzio,
cioè alle imprese che hanno fornito la materia prima o di un impianto presso strutture pubbliche
in modo da fornire l’energia elettrica ai consorziati e l’energia termica di scarto all’utenza
pubblica a compensazione dell’attività di promozione e coordinamento svolta dall’ente
pubblico
• partecipazione a progetti comunitari per conseguire finanziamenti a fondo perduto a copertura
di parte del costo di investimento o finanziamenti agevolati per favorire l’investimento a costi
contenuti
• integrazione del reddito delle aziende agricole attraverso l’installazione di questi impianti a
filiera corta
Il ruolo degli enti pubblici è di promuovere l’iniziativa e coordinare i diversi soggetti per mettere
insieme le aziende, identificare la materia prima da impiegare negli impianti, individuare eventuali
utenze pubbliche per l’utilizzo dell’energia, favorire il percorso di realizzazione degli impianti.
Al fine di agevolare la realizzazione degli impianti nell’ambito dell’accordo potrà essere prevista la
necessità di individuare organismi finanziari che provvedano ad accollarsi tutto o parte del costo di
investimento. In questo caso un protocollo o una lettera d’intenti potrebbe definire le condizioni per
realizzare gli impianti, che dovranno produrre energia elettrica e termica con i ritorni a favore delle
imprese e dei Comuni, il tutto abbinato al rispetto delle coltivazioni agricole e ad una indispensabile
integrazione reddituale delle aziende del settore.
L’interesse dell’azienda agricola verso un’operazione di questo tipo è dato da:
• incasso dell’affitto per il terreno destinato alla coltivazione della biomassa da impiegare
nell’impianto
• coltivazione programmata per 15 anni da destinare all’impianto, venduta direttamente in cascina
con una filiera cortissima
• eventuale partecipazione in percentuale nella redditività dell’impianto.
6. Campagna per una maggiore sostenibilità delle isole minori e dei comuni di piccole
dimensioni
Definizione ed attuazione di interventi finalizzati a favorire la fornitura di energia alle comunità
quali isole e piccoli comuni in modo sicuro, continuativo ed ambientalmente sostenibile:
• metanizzazione
• rete di distribuzione a minore impatto ambientale
• risparmio energetico
• impianti a fonti rinnovabili (eolico, solare fotovoltaico, biomassa)
Il progetto strategico si fonda principalmente sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e del risparmio
energetico.
Per quanto riguarda la metanizzazione, nella predisposizione del progetto GALSI la Regione
Toscana ha svolto uno studio di fattibilità della possibile metanizzazione dell’Elba e delle altre zone
attualmente non raggiunte. In particolare è stato previsto la metanizzazione di tutti gli otto Comuni
dell’Elba sia per quanto riguarda le reti di trasporto (per le connessioni delle località) e sia per
quanto riguarda le reti di distribuzione interne (all’interno delle località). E’ stata fatta un’analisi
dettagliata dei Comuni di Porto Azzurro e di Portoferraio per la creazione delle reti cittadine al fine
di creare un modello di analisi adottabile per i restanti Comuni dell’isola. Successivamente alla
costruzione delle reti cittadine di distribuzione dei Comuni di Porto Azzurro e di Portoferraio e
all’applicazione del modello creato sugli altri Comuni dell’isola, sono state ipotizzate le reti di
interconnessione tra i vari Comuni. E’ stata considerata l’esistenza attuale delle reti di distribuzione
a GPL nei Comuni di Marciana Marina e di Capoliveri che potrebbero essere riadattate per una
distribuzione a gas naturale, anche se il criterio progettuale adottato per tale tipologia di
distribuzione a copertura delle utenze termiche deriva dalla necessità di installare serbatoi di
stoccaggio del combustibile in appositi siti adibiti.
Il vantaggio ambientale conseguente al cambio di fonte energetica è stato stimato partendo dal
fabbisogno energetico dell’isola per riscaldamento, acqua calda e cottura cibi, trasferibile al gas
naturale e considerando 25.312 utenti equivalenti è quantificabile in:
− tep annue risparmiate 6,917 pari al 22% dell’attuale
− t CO2 annue risparmiate 0,698 pari al 43% dell’attuale
Nel calcolo non è stato tenuto conto del risparmio dovuto alla diminuzione dei viaggi necessari per
il trasporto del gasolio e del GPL dal continente all’isola.
Per la rete di distribuzione a minor impatto ambientale si può fare ancora l’esempio dell’Isola
d’Elba.
La rete di trasmissione e distribuzione elettrica nell’isola d’Elba è di vecchia concezione
tecnologica, obsoleta, di scarsa affidabilità e non più in grado di assicurare un adeguato servizio
elettrico richiesto in futuro. A fronte di tali criticità, ENEL e TERNA hanno proposto un riordino ed
ammodernamento che prevede la realizzazione di un anello a 132 kV dell’isola d’Elba. L’obiettivo
è di mettere in sicurezza il territorio Elbano dal punto di vista dei possibili guasti sul cavo dell’alta
tensione, creando quindi un anello che consenta di minimizzare eventuali rischi di black out proprio
nei momenti più critici per l’economia elbana.
Tuttavia si ritiene che tale obiettivo possa essere raggiunto anche con modalità tecniche
indubbiamente meno impattanti sul paesaggio, che rappresenta la maggiore ricchezza del territorio.
In particolare le proposte che possono essere portate al tavolo di lavoro possono essere le seguenti:
a)
Prevedere che il secondo collegamento sottomarino a 132 kV in corrente alternata arrivi a
Portoferraio e non a Cala Telegrafo (come da progetto)
b) In base al punto sopra non sarebbe più necessaria la doppia linea in alta tensione tra Cala
Telegrafo e San Giuseppe
c) confermare la dismissione del tratto in media tra Cavo e S. Giuseppe e del cavo marino in
media tensione.
d) Mantenere la linea TERNA a 132 kV da S. Giuseppe a Portoferraio con gli ulteriori
interramenti come proposti dal Comune di Portoferraio in zona Volterraio e zona ingresso a
Portoferraio e come ritenuti accettabili da TERNA stessa
e) Realizzare il tratto in alta tensione Portoferraio - Procchio, concordando, per quanto possibile,
la maggior parte dei km interrati
f)
A seguito di quanto detto sopra, si ritiene non necessaria la linea al alta tensione prevista dal
progetto ENEL tra Procchio e Portoazzurro; sarebbe sufficiente una ristrutturazione o
manutenzione straordinaria dell’attuale linea in media tensione.
Ovviamente l’arrivo del cavo sottomarino ottimale sarebbe Procchio, per chiudere in maniera
perfetta l’anello in alta tensione. Questa soluzione deve comunque essere verificata in virtù del fatto
che in quel caso il cavo sottomarino attraverserebbe la nascitura area protetta marina.
Comunque anche l’assetto che si propone (con l'approdo del cavo sottomarino a Portoferraio)
metterebbe comunque in sicurezza il territorio elbano. L’unico possibile punto debole potrebbe
essere rappresentato da un eventuale guasto sulla linea ad alta tensione Portoferraio-Procchio. In
quel caso infatti, il carico della cabina di Procchio dovrebbe essere sostenuto dalla linea in media
tensione proveniente da Portoazzurro (in questo caso, nei momenti di punta potremmo trovarci un
po’ al limite). Tuttavia si ritiene preferibile, anche nell’ottica di lasciare sull’isola un minimo di
“autoproduzione” di poter compensare tale eventuale rischio con la realizzazione di una piccola
centrale in zona Procchio che andrebbe a sostituire la vecchia centrale turbogas di Portoferraio. E’
allo studio, in questo senso, la valutazione di una produzione, seppur di modeste dimensioni, ma
distribuita:
• Da Biogas della discarica di Literno
• Da Biogas prodotto dalla digestione anaerobica dei rifiuti organici
• Da biomasse provenienti dal territorio elbano.
Questa scelta potrebbe essere la più adatta, anche per lasciare lo spazio e l’opportunità per un futuro
utilizzo da parte del territorio elbano del gas che dovrebbe arrivare dall’Algeria.
Si ribadisce comunque, che un eventuale approdo del cavo sottomarino in alta tensione a Procchio
supererebbe totalmente anche queste piccole difficoltà.
Progetto Sassetta “Comune verde”
Al fine di favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico presso i piccoli
Comuni della provincia, una campagna specifica è stata fatta per il Comune di Sassetta, denominata
“Sassetta Comune Verde” che ha avuto l’obiettivo di definire uno studio sul potenziale utilizzo
delle fonti energetiche rinnovabili (eolico, solare fotovoltaico, biomassa) attraverso quantificazione
dei possibili apporti energetici e definizione delle eventuali realizzazioni, al fine di fornire l’energia
necessaria al fabbisogno dell’Amministrazione Comunale e all’intera cittadinanza.
Il Comune, supportato da EALP, sta promuovendo la realizzazione di un “Parco delle Rinnovabili”,
attraverso il quale una parte del territorio comunale potrà essere dedicata interamente ad
installazioni di impianti alimentati da Fonti Rinnovabili, per contribuire alla riduzione dell’impiego
dei combustibili fossili ed all’abbattimento dei gas serra, nonché tendere a trasformare Sassetta in
un comune energeticamente autosufficiente attraverso le fonti rinnovabili.
Contestualmente all’avvio del progetto del Parco delle Rinnovabili è stata avviata un’azione
informativa ed educativa, rivolta a tutta la cittadinanza, sul concetto di risparmio energetico, quale
prima vera fonte di energia.
Per avvicinare la cittadinanza al concetto di risparmio dell’energia sono state attivate iniziative per
le buone pratiche energetiche, con suggerimenti per un corretto impiego dell’energia. È stata fatta
una capillare e gratuita distribuzione di lampadine a basso consumo e rompi-getto per rubinetti, in
modo che i cittadini possano attuare fin da subito le buone pratiche energetiche prendendo
conoscenza dei risultati (riduzione della bolletta elettrica, riduzione bolletta di acquisto dell’acqua).
Parte integrante del Progetto Sassetta è l’educazione energetico-ambientale, con programmi
specifici rivolti alla popolazione scolastica. Temi come l’energia, la promozione del risparmio
energetico e l’utilizzo delle fonti rinnovabili sono stati oggetto di incontri con le classi della scuola
Primaria di Sassetta (che fa parte dell’Istituto Comprensivo di San Vincenzo). Le attività a scuola
non si sono limitate all’educazione degli studenti, ma si sono rivolte direttamente anche ai docenti
ed hanno cercato di coinvolgere le famiglie nelle proprie abitazioni.
Durante “Sassetta Solare”, svoltasi il 27 maggio 2011, sono stati organizzati spettacoli, allestiti
punti informativi e laboratori didattici, incentrati e finalizzati al risparmio energetico e all’impiego
delle fonti rinnovabili, mirati ad accrescere la consapevolezza della cittadinanza ed a coinvolgere ed
educare i bambini delle Scuole.
Per la realizzazione del Parco delle Rinnovabili è stata individuata un’area sul territorio comunale,
ma di proprietà del demanio regionale, in località Quercialte.
Il protocollo sperimentale attivato da EALP prende in considerazione tutte le fonti energetiche
rinnovabili attuabili sul territorio (fotovoltaico, eolico, geotermia e biomassa). Per il
dimensionamento degli impianti il primo riferimento è dato dai consumi energetici del comune.
consumi energia elettrica (fonte ENEL) - kWh
Agricoltura Domestico
Industria
Terziario
189.440
791.877
161.046
496.074
TOTALE
1.638.438
consumi energia termica civile (fonte elaborazione EALP di dati provinciali PEP)
137 TEP di energia primaria pari a 1.600.000 kWhth
di cui:
36 TEP gasolio pari a
418.604 kWh
93 TEP GPL pari a
1.081.395 kWh
8 TEP metano pari a
93.023 kWh
Oltre a produrre energia pulita per Sassetta, nel Parco delle Rinnovabili è prevista la realizzazione
di un Centro di Ricerca sulle Fonti Rinnovabili, attivando la collaborazione di enti ed istituti di
ricerca (Università, CNR ed altro) e di un Centro di Educazione energetico-ambientale. Il Parco
delle Quercialte, quindi, oltre che a proporsi quale luogo di sperimentazione di tecnologie
innovative di produzione energetica ‘verde’, mira a diventare un punto di riferimento per le scuole
dei comuni del circondario, per la conoscenza, anche attraverso l’ausilio di guide specializzate,
delle più avanzate tecnologie di produzione energetica.
L’area ipotizzata per il Parco delle Rinnovabili, in località Quercialte nel Comune di Sassetta, è
allocata sulla strada comunale ‘Via di Campagna est’, identificabile con le coordinate geografiche
10°42’5.93”E e 43°7’9.16”N.
La viabilità di accesso all’area non è sempre ottimale, in quanto a volte si superano pendenze
superiori al 15%.
L’area in esame ha un’estensione di circa 11 ha, priva di recinzioni, alquanto pendente, con la sola
esclusione di una zona pressoché pianeggiante di circa 2,5 ha, ad esposizione S-SE, quindi
particolarmente adatta ad ospitare un impianto FV (ore equivalenti stimabili: 1.327, da fonte
PVGIS).
La rete MT più vicina si trova a circa km 2,5, e può accogliere circa 1,5 MW, ma a 2,5/3 km si
estende la rete della Provincia di Grosseto, che potrebbe ricevere un’ulteriore connessione di 1,5
MW.
Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, l’idea progettuale prevede un contributo da
fotovoltaico e eolico.
Da una serie di studi preliminari effettuati dai tecnici dell’EALP, è stato calcolato che 1 MW di
fotovoltaico è sufficiente per coprire circa la metà dei consumi di Sassetta.
Con l’adesione del Comune di Sassetta all’Accordo di Programma con la Provincia di Livorno e
l’EALP, l’amministrazione potrebbe realizzare l’impianto FV a costo zero, beneficiando della
produzione di energia elettrica.
Le criticità di questa operazione riguardano l’occupazione di territorio demaniale e la presenza di
vincoli paesaggistici sul terreno stesso.
Un impianto da 1MW di fotovoltaico:
– avrebbe un costo d’investimento di circa 3.000.000 € (escluse opere accessorie)
– occuperebbe un’area di 1,5 ha
– produrrebbe circa 1.300.000 kWh/anno di energia elettrica
Per quanto attiene l’eolico, che potrebbe coprire la parte rimanente dei consumi energetici, le
problematiche sono più o meno le stesse che si presentano per il fotovoltaico:
• l’utilizzo di terreno demaniale
• la presenza del vincolo paesaggistico
Nonostante sia nota la ventosità del sito è difficile fare una previsione dell’energia elettrica
producibile con l’eolico in quella zona. Pertanto sarebbe necessario effettuare una campagna
anemometrica per caratterizzare in modo preciso il sito in termini di condizioni di ventosità.
L’impiego dell’energia geotermica a bassa entalpia a Sassetta potrebbe dare origine a nuove attività
di ricerca in questo settore, che potrebbero aggiungersi a quella che da sempre è svolta nella vicina
Larderello.
Molti sono i soggetti che potrebbero essere coinvolti nell’attività di ricerca, CNR, Università di Pisa
e Firenze, che già hanno manifestato diffuso interesse per l’area.
L’applicazione della biomassa è sostenibile se oltre all’energia elettrica anche quella termica viene
impiegata e non dispersa. L’area di Quercialte non è ideale per impiegare impianti di
cogenerazione, in quanto è situata troppo lontano dal centro abitato.
L’alternativa potrebbe prevedere la ricerca di un sito più vicino al villaggio, dove poter installare un
cogeneratore a biomassa che produca energia elettrica da immettere in rete (in vendita) e che
impieghi il calore prodotto per alimentare una rete di teleriscaldamento per la comunità.
L’impiego della biomassa si armonizza con le attività boschive tradizionali di Sassetta.
La biomassa da dedicare alla produzione energetica dovrà essere di provenienza locale (a km zero)
e dovrà far riferimento ad un idoneo Piano forestale, al fine di non turbare l’equilibrio biologico del
bosco e gestirlo in adeguato modo ecologico ed economico.
Un progetto per le Isole minori del’Arcipelago Toscano. L’esempio di Gorgona
Nelle isole dell’Arcipelago Toscano, perlomeno in quelle più piccole (Gorgona, Capraia, Pianosa)
dovrà essere favorito lo sviluppo delle fonti rinnovabili, ponendosi l’obiettivo dell’azzeramento
delle emissioni di CO2.
Gli interventi finalizzati a rendere l’isola autonoma per il soddisfacimento energetico da fonti
rinnovabili possono essere così sintetizzati.
Sostituzione lampade ad incandescenza
Un primo intervento di risparmio energetico potrebbe prevedere la sostituzione delle lampade ad
incandescenza con quelle fluorescenti ad alta efficienza considerato che a seguito di sopralluoghi è
possibile evidenziare un largo impiego di lampade ad incandescenza, sia nell’illuminazione
pubblica esterna, che in quella interna agli edifici.
Fotovoltaico
Gli impianti fotovoltaici proposti su coperture dovranno essere integrati parzialmente o totalmente
con la struttura esistente o con la nuova da realizzare.
Nelle isole dell’Arcipelago Toscano, perlomeno in quelle più piccole (Gorgona, Capraia, Pianosa)
deve essere favorito lo sviluppo delle fonti rinnovabili, ponendosi l’obiettivo dell’azzeramento delle
emissioni di CO2.
Gli interventi finalizzati a rendere l’isola autonoma per il soddisfacimento energetico da fonti
rinnovabili possono essere così sintetizzati.
Sostituzione lampade ad incandescenza
Un primo intervento di risparmio energetico potrebbe prevedere la sostituzione delle lampade ad
incandescenza con quelle fluorescenti ad alta efficienza considerato che a seguito di sopralluoghi è
possibile evidenziare un largo impiego di lampade ad incandescenza, sia nell’illuminazione
pubblica esterna, che in quella interna agli edifici.
Per le applicazioni esterne, laddove sia possibile per assenza di ombre e buona esposizione al sole,
si potrebbe anche pensare all’installazione di lampioni fotovoltaici.
Sostituzione infissi
Un intervento per ridurre le dispersioni termiche verso l’esterno delle strutture riscaldate, contempla
la sostituzione degli infissi esistenti con infissi dotati di vetro a bassa emissività.
Installazione di una centrale fotovoltaica
Al fine di ridurre l’attività delle centrali elettriche a gasolio, può essere considerata l’installazione di
un impianto fotovoltaico per la produzione dell’energia elettrica (ad esempio per la Gorgona lo
spazio individuato sull’isola e ritenuto idoneo consentirebbe l’installazione di un impianto di circa
440 kW di potenza, che potrebbe fornire circa 550.000 kWh/anno di energia elettrica, pari al 50%
del fabbisogno annuo dell’isola).
Installazione di pannelli solari termici
Può essere valutata la fattibilità dell’installazione di piccoli impianti solare termico per la
produzione di acqua calda necessaria alle utenze dell’isola.
(ad esempio per la Gorgona, nei siti individuati potrebbero essere installati 34 m2 di pannelli, i quali
consentirebbero di risparmiare circa 1.481 l/anno di gasolio).
Installazione di un impianto eolico
Le isole presentano condizioni di ventosità ottimali per l’installazione di impianti eolici, fermo
restando le valutazioni di carattere ambientale e paesaggistico che devono essere fatte e che spesso
costituiscono un vero e proprio vincolo.
(per la Gorgona, il luogo ideale dove installare un aerogeneratore, in quanto privo di ostacoli e ben
esposto ai principali venti che soffiano sull’isola, è la zona chiamata “Punta Gorgona”. L’ipotesi è
di installare una macchina da 100 kW di potenza, la quale, consentirebbe una
produzione di energia elettrica pari a circa 220.000 kWh/anno, che, sommata ai 550.000 kWh/anno
prodotti dall’impianto fotovoltaico, coprirebbero più del 70% del fabbisogno annuo dell’isola).
Utilizzo del biodiesel
Per la copertura del fabbisogno di energia elettrica di un’isola può essere considerata anche la
possibilità di sostituire esistenti motori a gasolio della centrale elettrica con motori a biodiesel (per
la Gorgona potrebbero essere installati motori da 328 kW di potenza utilizzando biodiesel al 100%,
come recentemente è stato fatto presso la centrale elettrica ENEL sull’isola di Capraia; il
funzionamento del motore rimarrebbe discontinuo a carico variabile, in base alle esigenze di rete e
di servizio, spegnimento per ore di funzionamento o manutenzione).
Piano d’azione per la sostenibilità energetica dell’Isola di Gorgona
La produzione energetica dell’isola di Gorgona è caratterizzata principalmente dai seguenti fattori:
a) quasi assoluta assenza di una pianificazione energetica;
b) presenza di sistemi altamente inquinanti e a basso rendimento;
c) alti costi di gestione;
d) assoluta mancanza di politiche di risparmio energetico;
e) assoluta assenza di produzione energetica con fonti rinnovabili.
Attualmente vivono sull’isola una sessantina di detenuti ed altrettanti Agenti di Polizia
penitenziaria che costituiscono una pressione antropica non indifferente, se si tiene conto della
limitata estensione dell’isola (Kmq 2,25), e che tutti i residenti sono concentrati in un paio di
agglomerati urbani, piccoli, ma addossati l’un l’altro: “il Villaggio”, con annesso l’insediamento
carcerario “le Capanne”, e “Villa Margherita”, conosciuta sull’isola anche come “Agricola”.
L’altro insediamento, noto come “Casa Colonica”, nel settore meridionale di Gorgona, risulta
fatiscente ed ormai totalmente abbandonato.
Pochi sono i dati disponibili, riguardanti il sistema produttivo energetico dell’isola. Per certo è
noto che Gorgona si presenta del tutto dipendente da fonti fossili e non risulta collegata alla rete
elettrica nazionale.
Gli unici dati al momento disponibili, sono estrapolabili dallo “Studio di fattibilità per il risparmio
energetico e l’uso di fonti di energia rinnovabili per l’isola di Gorgona”, elaborato in passato dal
Comune di Livorno, ma risultano ormai obsoleti.
Da tali dati scaturisce che la produzione di energia elettrica è garantita da gruppi di produzione
alimentati a gasolio, il cui approvvigionamento è affidato ai collegamenti con navi cisterna. I 3
gruppi di produzione attuale sono da 315 kW cadauno.
Dalla stessa fonte risulta che il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria è affidato a 4
centrali di potenzialità compresa tra 100 e 350 kW, a cui si aggiungono circa 30 impianti
monofamiliari, di potenzialità inferiore a 35 kW/cad, ad uso di abitazioni private e alloggi di
servizio. La potenzialità totale degli impianti termici installati è tra 2.000 e 2.500 kW termici (le
incertezze sui dati sono dovute alle difficoltà di reperimento degli stessi e alla presenza di diversi
generatori disattivati; condizione, questa, che pare sia tuttora in essere).
L’energia necessaria è attualmente fornita da gasolio, che alimenta sia i motori diesel per la
produzione di elettricità, sia le caldaie per la produzione di acqua calda, sia infine alcuni veicoli per
la mobilità interna dell’isola e motrici per le attività agricole.
Nel 2007 è stato realizzato un impianto fotovoltaico da 50 kW, situato a nord del paese.
L’impianto, per difetti di progettazione, ha però funzionato per pochi mesi, ed attualmente risulta
in totale stato di abbandono.
All’epoca della redazione dello “Studio di fattibilità” fu rilevato un diffuso impiego di lampade ad
incandescenza, sia nell’illuminazione pubblica esterna, che in quella interna agli edifici. Non si
hanno notizie di cambiamento della situazione a suo tempo registrata.
Il rifornimento idrico è assicurato da un impianto di dissalazione, anch’esso alimentato con fonti
fossili.
Da quanto risulta, non esistono codici ufficiali di comportamento virtuoso per il risparmio idrico
ed energetico sull’isola, e tutto è affidato alla formazione e alla buona volontà individuale, con
risultati facilmente immaginabili.
Esiste, pertanto, innanzitutto l’esigenza di definire un quadro conoscitivo preciso e puntuale
dell’attuale struttura energetica dell’isola. I principali obiettivi dello studio risultano la conoscenza
del reale fabbisogno, indagine sui correnti valori di produzione energetica con relativi consumi delle
fonti utilizzate, lo studio delle potenzialità di razionalizzazione dei consumi e di risparmio
energetico, l’individuazione delle fonti energetiche rinnovabili alle quali è possibile ricorrere in
sostituzione delle fonti fossili ora in uso.
L’obiettivo di una forte riduzione dell’utilizzo di fonti energetiche fossili, anche in considerazione
degli indirizzi di tutela derivanti dal Parco Nazionale, e delle indicazioni dei Piani energetici in atto
o in corso di approvazione (PIER e PEP) risulta condizione indispensabile ed urgente. I carichi
inquinanti emessi risultano insostenibili per i delicati equilibri biologici, terrestri e marini,
dell’isola.
La previsione di un esteso ricorso alle fonti rinnovabili mira altresì ad un severo contenimento dei
costi, possibili già con l’applicazione di una intelligente politica di risparmio energetico, e di
razionalizzazione dell’uso delle fonti rinnovabili, in parte già a disposizione sull’isola, ma non
attivate (impianto FV da 50 kWp).
Si prevedono 3 fasi successive, di studio e progettazione, di informazione e formazione, di azioni
volte al risparmio energetico e di installazione di fonti rinnovabili.
FASE A:
aggiornamento da parte di EALP dello Studio di fattibilità e redazione di un Piano energetico per
l’isola (in recepimento delle linee di indirizzo del PIER e dell’approvando PEP). Redazione
puntuale di un quadro conoscitivo, relativo alle potenze installate, le produzioni, i consumi attuali.
Individuazione delle potenzialità produttive energetiche con fonti rinnovabili, ricorrendo
principalmente alla produzione di energia dalle onde del mare, dal FV utilizzando l’impianto
esistente, ma non escludendo altre fonti, quali il mini eolico e le biomasse.
FASE B:
azioni di risparmio energetico:
- distribuzione gratuita lampadine, mirante a sostituire la totalità delle lampade ad
incandescenza presenti sull’isola.
- Distribuzione di frangiflutto da applicare ai rubinetti. Il risparmio, di per sé già
fondamentale, è anche risparmio energetico, soprattutto in considerazione dell’uso del
dissalatore.
- redazione a cura di E.A.L.P. di pubblicazioni educative al risparmio energetico (depliant da
distribuire singolarmente e locandine da appendere negli uffici, nelle caserme e nelle sezioni)
FASE C:
intervento sulle Fonti energetiche rinnovabili:
- progetto sperimentale per la generazione di energia elettrica dalle onde del mare (tipo
progetto 40South Energy) con generatori modulari a partire da 25 e 50 Kw.
- Riattivazione del presente impianto FV da 50 Kw.
- Contestualmente, i tecnici di 40SE provvedono al controllo della rete elettrica.
L’installazione di altre tipologie di impianto (tipo eolico con aerogeneratori di piccola taglia, la
progettazione di piccoli impianti a biomassa) o la promozione dell’uso del biodiesel per la nautica e
per i veicoli presenti o sostituendo uno dei gruppi diesel presenti, viene rimandato al nuovo studio
di fattibilità e al conseguente Piano energetico per l’isola.
Occorrerà che i tecnici di 40South Energy, dopo i sopralluoghi sull’isola, quantifichino i costi
relativi alla sistemazione della rete elettrica ed al ripristino dell’impianto FV (acquisto nuovi
inverter). I fondi necessari per queste operazioni dovranno arrivare dai Ministeri (Ambiente e
Giustizia) e possibilmente con il contributo della RT (che ha cofinanziato, per 190.000 euro,
l’impianto FV).
La ripartizione delle spese di impianto del generatore 40SE sarà oggetto di accordo tra DAP e
40SE, partendo dal presupposto che il generatore sarà fornito gratuitamente e 40SE provvederà a
vendere energia al carcere a prezzo concordato, inferiore all’attuale costo di produzione energetica.
L’accumulatore (o l’impianto di produzione di idrogeno) potrebbe essere fornito gratuitamente da
Enel su interessamento del PNAT, attraverso Mario Tozzi. Si esclude a priori il ricorso al mini-idro,
in quanto la zonizzazione del PNAT (Gorgona è zona B e C) non rende possibile interventi similari.
Enel potrebbe essere eventualmente coinvolta anche per la fornitura di un generatore a biodisel, in
sostituzione degli attuali motori.
Un progetto per l’Isola d’Elba
L’Isola d’Elba può essere considerato come un laboratorio naturale di grande dimensioni dove
favorire lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e verificare la possibilità attraverso tali fonti
di soddisfare intermante il fabbisogno energetico dell’isola nelle diverse stagioni.
Nell’ambito di tale progetto saranno definiti innanzitutto i consumi di energia complessivi, per fonte
utilizzata e per settore d’uso.
Saranno individuate le fonti energetiche (solare termico, solare fotovoltaico, eolico, biomasse
solide, gassose e liquide) potenzialmente utilizzabili per soddisfare il fabbisogno come sopra
definito e che in particolare possano coprire il 100% dei consumi energetici, esclusi i picchi che si
registrano durante la stagione estiva con importanti flussi turistici che fanno incrementare in modo
sensibile i consumi (ad esempio di elettricità per il condizionamento e di energia termica a bassa
temperatura per la produzione di acqua calda sanitaria). In particolare lo studio dovrà evidenziare
quale dovrà essere la produzione energetica da fonti rinnovabili per coprire interamente il consumo
di energia di base dell’isola, cioè senza considerare i picchi di richiesta che si registrano in estate, e
dopo aver ottimizzato i consumi stessi a seguito della possibile realizzazione di interventi di
risparmio energetico.
7. Promozione della geotermia a bassa e media entalpia
La geotermia è una forma di energia pulita e rinnovabile che sfrutta lo scambio di calore tra il
terreno (con temperatura costante tutto l'anno già a 10-15 metri di profondità) e l'edificio (più caldo
in estate, più freddo in inverno). Lo scambio termico avviene mediante scambiatori costituiti da
sonde geotermiche verticali, che raggiungono profondità comprese tra 50 e 150 metri - e macchine a
elevata efficienza - le pompe di calore - con consumo di quantità modeste di energia elettrica.
L’obiettivo dell’azione è di promuovere l’uso diretto del calore con o senza prelievo di fluido, con
l’impiego di sonde geotermiche verticali e/o orizzontali a circuito chiuso e pompa di calore, in
modo da favorire la diffusione delle tecnologie a bassa entalpia quali:
• impianti di climatizzazione a mezzo di sonde geotermiche a circuito chiuso e pompe di calore;
• impianti di climatizzazione con prelievo di fluido e pompe di calore;
• impianti di teleriscaldamento con prelievo di fluidi geotermici
L’istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR di Pisa ha proposto uno studio del potenziale
geotermico nella provincia di Livorno in modo da ampliare e migliorare le conoscenze nel settore
geotermico a bassa entalpia del territorio.
Innanzitutto deve essere premesso che il potenziale energetico immagazzinato nella parte superiore
della crosta terrestre è elevatissimo. A partire da 10 m di profondità, la temperatura del terreno
risulta pressoché costante tutto I'anno. Oltre tale profondità, il gradiente geotermico medio aumenta
di circa 3'C ogni 100 m. Mediamente a 100 - 150 m di profondità si registrano temperature del
terreno comprese tra 13 e 17°C; queste condizioni, costanti tutto I'anno e indipendenti dalle
condizioni climatiche esterne, risultano ottimali per I'associazione pompa di calore - sonda
geotermica (SG), sostanzialmente inesauribili e totalmente rinnovabili nel tempo.
Il sottosuolo della provincia di Livorno in alcune aree possiede delle alterazioni di questi valori che
vengono comunemente dette "anomalie termiche". In presenza di queste anomalie, verificata la
potenzialità, possono essere installate le pompe di calore per innalzare la temperatura a valori
considerati ottimali per I'uso diretto. La geotermia a bassa entalpia, è quella "geotermia" con la
quale qualsiasi edificio, in qualsiasi luogo della terra, può riscaldarsi e raffreddarsi, invece di usare
la classica caldaia d'inverno ed il gruppo condizionamento nel periodo estivo. In presenza di una
falda, il sistema rende di più. Inoltre la risorsa idrica non viene in alcun modo alterata, perché si
tratta solo di uno scambio termico. Questa risorsa geotermica è utile per sistemi di riscaldamento
decentralizzati, quali installazioni per abitazioni familiari, gruppi di ville, piccoli e grandi immobili,
municipi, scuole, impianti sportivi, ecc.
In base alla lettura di alcuni documenti esistenti può essere di particolare interesse condurre indagini
inizialmente in tre aree: Collesalvetti, Rosignano - Cecina e area di Venturina. L’obiettivo è di
definire le potenzialità geotermiche delle zone suddette.
Lo studio può essere effettuato seguendo le seguenti fasi:
1) ricerca del materiale bibliografico esistente; sua organizzazione ed attualizzazione
2) misurazione delle temperature nei pozzi esistenti (sarà cura dei vari comuni comunicarne
I'ubicazione e garantirne l'accessibilità); si ritiene che 6 pozzi per area siano sufficienti
3) studio geochimico (composizione chimica ed isotopica delle acque; applicazioni
geotermometriche) e studio della geologia delle aree interessate; integrazione con informazioni
di natura geofisica
4) elaborazione di un manuale contenente le interpretazioni e le informazioni dedotte dai risultati
analitici.
I tempi di esecuzione necessari per portare a termine l'attività è quantificabile in 15 mesi.
8. Sviluppo dell’energia dal Vento
Lo diffusione della produzione di energia dal vento può attuarsi secondo 3 diverse modalità che
possono rappresentare 3 diverse iniziative di promozione:
1) Sviluppo di impianti eolici di piccola – media taglia (fino a 200 kW) in siti (aree agricole,
turistiche, isole) con le opportune condizioni di ventosità
Con la normativa che prevede la possibilità di cedere alla rete elettrica locale la produzione da fonte
rinnovabile per impianti inferiori a 200 kW e che concede incentivi in conto energia (tariffa
onnicomprensiva), diventeranno interessanti e convenienti anche le installazioni di impianti eolici di
piccola – media taglia in siti che presentino le opportune condizioni di ventosità. Si possono
pertanto ipotizzare installazioni in aree agricole, turistiche, nelle isole ecc..
2) Installazioni di turbine eoliche off-shore
Considerate le condizioni di ventosità che si hanno in mare e che la scelta di alcuni siti non
interferirebbe con la navigazione e con le attività in mare quali la pesca, per l’eolico di grande
taglia, sono da preferire le installazioni off-shore.
In particolare la realizzazione di una centrale eolica offshore galleggiante può diventare
un’opportunità sia per lo sviluppo del sistema economico livornese che per la produzione di energia
da fonti rinnovabili. Dal punto di vista tecnologico l’impiego di turbine galleggianti in mare aperto
può risultare conveniente rispetto alle pale tradizionali perché permetterebbe di collocare parchi
eolici anche in zone con fondali profondi, a largo rispetto alla costa dove si possono sfruttare venti
più intensi e costanti. Gli studi fatti dimostrano che il potenziale per l’eolico in acque con fondali
oltre i 30 metri è molto grande e la tecnologia delle turbine galleggianti (la cui fase di sviluppo deve
essere ancora completata) è molto promettente e potrebbe aiutare a sfruttare l’elevato potenziale di
energia eolica offshore.
E’ da verificare se le acque prospicienti le coste livornesi sono idonee per la realizzazione di un
parco eolico off-shore, non solo per le condizioni del vento. A questo scopo è opportuno verificare
con diversi soggetti (enti interessati alle autorizzazioni, operatori del settore ecc.) la fattibilità di un
progetto di questo tipo. Tra gli altri potrebbero essere coinvolti nello studio:
•
OLT e / o E.ON, che sono gli sviluppatori e proprietari dell’impianto di rigassificazione offshore e che potrebbero essere coinvolti nello sviluppo di una centrale eolica offshore (E.On. è
uno dei più grandi gruppi energetici privati del mondo, con una capacità installata in Italia di
oltre 6.000 MW da fonti tradizionali e 300 MW da rinnovabili)
•
OWEMES (Associazione per l’Eolico Off-shore e Altre Energie Rinnovabili nei Mari Europei
e nel Mediterraneo) che potrebbe indirizzare sulle tecnologie dell’eolico offshore e sulle
potenzialità in Italia
•
Ministero Ambiente o Infrastrutture (Direzione Porti), Capitaneria di Porto e Autorità Portuale
Livorno per la normativa e l’autorizzazione degli impianti offshore
•
Regione Toscana, per lo sviluppo di un’attività produttiva innovativa ed una opportunità di
rilancio del territorio livornese
•
Lamma, per valutare le condizioni di ventosità del Tirreno per l’utilizzo delle turbine eoliche in
mare
3) Sviluppo di turbine innovative e ad alta efficienza che utilizzano la tecnologia della levitazione
magnetica
La turbina a lievitazione magnetica (ad asse verticale) produce energia elettrica senza attrito ed il
design consente la cattura massima del vento con una vita operativa fino a 100 anni. Le turbine
producono la stessa quantità di energia, come le centrali eoliche in corso a 1/5 del costo e usando
1/100 della superficie terrestre.
Le turbine eoliche ad asse verticale catturano il vento da qualsiasi direzione. Non c'è bisogno di una
imbardata, perché le vele sono installate a 360 gradi attorno ad un asse verticale e possono sempre
catturare la massima quantità di vento, non importa in quale direzione esso provenga. Questo
permette alle turbine ad asse verticale di essere installate in qualsiasi settore, in modo che il flusso
del vento costante permette di essere convertito in potenza. Le turbine ad asse verticale possono
essere posizionate in prossimità degli edifici e strutture senza provocare un flusso di vento
turbolento.
La turbina ad asse verticale aumenta la generazione di elettricità con l'aumentare della velocità del
vento, per contro a circa 28 miglia all'ora (14mt/s) la produzione di energia da turbine ad asse
orizzontale inizia a diminuire. Inoltre le turbine ad asse verticale cominciano a produrre energia a
velocità del vento molto più basse.
Le turbine a vento a levitazione magnetica saranno turbine da 10 MW che galleggiano su un
cuscino d'aria. Conterranno la più recente tecnologia a levitazione magnetica, che è attualmente
utilizzata nei treni ad alta velocità in Germania, Cina e Giappone. La turbina eolica incorpora profili
regolabili che catturano più vento rispetto a lame che deviano il vento stesso. Il motore lineare
sincrono (LSM) aiutato dalla rotazione delle lame, con attrito pari a zero, produce una enorme
quantità di energia. Offre i vantaggi della tecnologia a levitazione magnetica, che utilizza magneti
permanenti eliminando l'attrito con il "galleggiamento" del rotore sopra la base. Il prodotto migliora
sostanzialmente la capacità di produzione energetica fino all’80% rispetto alle turbine eoliche
tradizionali, e si possono ridurre le spese di investimento per parchi eolici fino al 50%.
La Provincia di Livorno ha sottoscritto un protocollo d’intesa con la società Workmind (autorizzata
alla presentazione, alla vendita, nonché sviluppo, realizzazione e gestione in ogni parte del mondo
delle turbine “Regenedyne MWTT” a levitazione magnetica in qualità di General Contractor) per
favorire la realizzazione di uno o più impianti eolici che impiegano la tecnologia della “levitazione
magnetica” nel territorio provinciale. In particolare l’accordo ha l’obiettivo di favorire la
realizzazione di impianti eolici con la caratteristica di essere tecnologicamente innovativi, a basso
impatto ambientale e visivo rispetto alle turbine di tipo tradizionale; nel caso specifico l’interesse
consiste nel promuovere la diffusione sul territorio provinciale di turbine funzionanti con la
tecnologia della “levitazione magnetica” e nel sostenere la nascita di un “polo per lo sviluppo
dell’eolico”.
La Provincia di Livorno si impegna, senza alcun onere finanziario, nelle seguenti fasi:
- coinvolgimento dei comuni per individuare i potenziali siti idonei alla installazione delle
turbine eoliche
- informazione alla cittadinanza sulle possibili opportunità, anche di tipo economico, derivanti
dalla partecipazione alla realizzazione di un impianto eolico di tipo innovativo e ad alto
rendimento
- verifica delle fasi necessarie alla autorizzazione per l'esecuzione delle opere e l'allaccio alla rete
elettrica nazionale
- sviluppo di un polo eolico nella provincia di Livorno attraverso la ricerca di eventuali
investitori interessati a sostenere parte dei costi dell’impianto eolico ed il coinvolgimento delle
associazioni di categoria e delle imprese locali potenzialmente interessate alla realizzazione e
assemblaggio di alcune parti dell'impianto
- verifica della possibile partecipazione a programmi comunitari per finanziare la fase di
implementazione del progetto, di studio di fattibilità e di impatto ambientale
- diffusione dei risultati e delle attività di sviluppo del progetto.
Nello svolgimento delle attività sopra menzionate la Provincia di Livorno potrà avvalersi del
supporto di EALP.
9. Sviluppo dell’energia dal Mare
La società 40Southenergy ha proposto un progetto pilota per produrre energia dalle onde del mare
che è stato valutato in termini positivi dalla Provincia, da EALP, dalla Direzione del Carcere, dal
Parco del’Arcipelago Toscano e del Comune di Livorno, avendo il totale appoggio da parte di
questi enti.
Anche la CP ha apprezzato il progetto nella sua interezza, valutando altresì positivamente il
sostegno al progetto medesimo da parte degli Enti locali livornesi e del Parco Nazionale.
L’attività prevede l’installazione e la messa in funzione nelle acque antistanti l’Isola di Gorgona di
un impianto innovativo ad alto contenuto tecnologico che ricava energia dalle onde del mare e
costituito da una o più macchine con potenza complessiva non superiore a 150kW (tali macchine
sono generatori che operano in immersione pochi metri sotto la superficie.
Sia la Direzione del locale carcere che il Parco dell’Arcipelago Toscano hanno autorizzato, per
quanto di propria competenza, i sopralluoghi in terra e in mare; i ricercatori di 40SE hanno
effettuato tali sopralluoghi con l’obiettivo di effettuare un’indagine preventiva per la posa
dell’impianto e del cavo.
Dopo una attenta analisi sia della conformazione dell’isola sia dei dati delle boe ondametriche
posizionate nelle zone di mare adiacenti, è stato individuato il punto ottimale per il posizionamento
del Wave Energy Park. La zona è l’area antistante la Punta di Cala Maestra, settore nord orientale;
questo posizionamento permetterà un buon rendimento da parte delle macchine senza andare ad
influenzare la zona 1. Le macchine non rappresentano un impatto ambientale di rilievo, salvo che
per due corpi morti con funzione di fissaggio della macchina che saranno posizionati a circa 60
metri di profondità e quindi su substrati senza la presenza di biocenosi di particolar pregio
ambientale.
Sarà necessaria la messa in opera di un cavo elettrico di ridotte dimensioni, per trasportare l’energia
dal sito (“Parco per l’Energia delle Onde”, o “Wave Energy Park”) ad una cabina elettrica, posta
presso la centrale energetica dell’isola a Cala Martina.Il cavo verrà posato in un fondale di circa 70
m all’interno della Zona 2 del Parco, e risalirà al di fuori della Zona 2 in batimetriche minori per
l’approdo.
40SE ha avanzato alla direzione del carcere una proposta complessiva di gestione energetica
dell’isola, così riassumibile: 40SE, contestualmente all’installazione del generatore in mare,
provvederebbe al ripristino dell’impianto FV da 50 kW presente sull’isola (come è noto, in stato di
abbandono, dopo un breve utilizzo di pochi mesi nel 2007), si prenderebbe in carico la gestione dei
motori diesel, attualmente unica fonte di generazione elettrica sull’isola, provvedendo ad una
generale risistemazione dei motori stessi (prevedendo anche la totale sostituzione degli attuali
motori, obsoleti o addirittura al limite delle possibilità di utilizzo). Tale proposta deriva dalla
necessità, da parte di 40SE, di avere la garanzia un controllo diretto ed assoluto sui sistemi di
produzione energetica integrati (con l’esclusione della rete, che dovrebbe essere rifatta
completamente). 40SE venderebbe, con un prezzo/kWh da concordare, ma minore di quanto
attualmente il carcere spende (circa 0,34 euro/kWh), l’energia elettrica prodotta, e con questo
sarebbe in grado di sostenere gli impegni assunti.
La direttrice, pur premettendo che ogni decisione dovrà essere assunta in sede di PRAP
(Provveditorato Regionale di Amministrazione Penitenziaria, ovvero i suoi superiori), si è detta
interessata all’accordo. Peraltro in queste attività 40SE potrebbe coinvolgere alcuni detenuti
attualmente addetti alla conduzione dei generatori.
Da un punto di vista tecnico, tra energia dalle onde e dal sole, oltre un terzo dell’energia potrebbe
essere prodotta con fonti rinnovabili; se poi fosse possibile l’accumulo (con celle a combustibile o
mini-idro), ed integrare successivamente con altre fonti (mini eolico e biomassa) si potrebbe tendere
alla totale indipendenza dal combustibile fossile. In tal caso, il problema sarebbero soprattutto i
finanziamenti da attivare per sostenere i costi di realizzazione che, come detto, dovrebbero
estendersi anche al rifacimento della rete di distribuzione.
Da parte di EALP si tratterebbe di supportare e supervisionare il lavoro di 40SE, anche con lo scopo
di garantire il perfetto allineamento tra il “Piano Gorgona” e le indicazioni del PEP.
Inoltre resterebbe in essere la proposta di un intervento organico sull’isola, da parte di EALP, con
percorsi educativi ed informativi per la popolazione residente (libera e reclusa), con la
distribuzione di lampadine a risparmio ed altro, come previsto dal “Piano d’azione energetico”
preparato da EALP e, se approvato dal Ministero, con la realizzazione del progetto “Muoversi col
sole nell’isola, nel parco, nel carcere”.
10. Costruzione di una partnership pubblico - privato
La Provincia ha avviata nell’ambito del progetto comunitario LACRE una partnership con le
aziende e con le Associazioni di Categoria finalizzata a promuovere un percorso volontario per la
riduzione delle emissioni di gas serra nelle aziende del territorio, promuovendo strategie volontarie
per l’efficienza energetica, le energie rinnovabili, la riduzione delle emissioni e la riduzione
dell’impatto ambientale dei processi produttivi.
Il LACRe è il tentativo da parte dell’ente pubblico partendo dall’analisi dell’impatto ambientale
dell’attività di ogni singola impresa, di implementare una programmazione unitaria che favorisca la
collaborazione e la partnership tra imprese ed istituzioni per attivare percorsi innovativi e
sostenibili, fornire informazioni sulle iniziative che vengono messe in campo per ridurre gli impatti
ambientali, raccogliere le informazioni e le migliori pratiche delle imprese attive nei settori green
per diffonderle e replicarle.
La fasi previste dal progetto sono le seguenti:
• calcolo della “carbon footprint” da parte dell’azienda partecipante all’iniziativa, ossia la
misurazione delle emissioni climalteranti;
• elaborazione di un piano di azione in cui sono individuate una serie di azioni volontarie per la
riduzione delle emissioni;
• monitoraggio sullo stato di attuazione del piano di azione con la quantificazione (dove
possibile) delle emissioni risparmiate, verifica dello stato di attuazione del piano di azione e
rilevazione di ulteriori azioni connesse allo sviluppo di “green job”, “green business” e ulteriori
misure con impatto su altre risorse ambientali (es. acqua), in grado di generare un impatto
positivo indiretto sulla lotta ai cambiamenti climatici;
• valutazione dell’impatto delle azioni intraprese e calcolo, dove tecnicamente possibile, delle
emissioni risparmiate;
• rilevazione delle necessità e aspettative delle aziende coinvolte.
Gli interventi previsti dalle imprese ed attuati con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 sono
state diverse, tra queste:
− ricorso alle fonti rinnovabili, in particolare impianti fotovoltaici, solare termico
− installazione di Fontanelle di Acqua Alta Qualità
− risparmio energetico (uso di lampade a e di inverter sui motori)
− interventi manutentivi preventivi
− raccolta differenziata
− installazione riduttori di flusso
Altri interventi innovativi e green:
− razionalizzazione della raccolta dei rifiuti
− attività di formazione e sensibilizzazione del personale
− acquisto prodotti verdi
− realizzazione di prodotti innovativi da materiale di scarto (conglomix, progetto Hysteel)
− adozione di una filiera corta di approvvigionamento delle materie prime;
In prospettiva lo sviluppo del progetto LACRe è di contribuire a sviluppare ulteriormente una
partnership pubblico – privato e mettere in rete le aziende che operano a diverso modo in una logica
di “green business”:
•
da una parte imprese che offrono prodotti e servizi innovativi, dall’altra aziende che intendono
effettuare investimenti nel processo o sulle strutture;
supportare la spinta all’innovazione di molte imprese del territorio, coordinandosi con i poli
locali e regionali;
•
creazione di filiere locali di fornitura attraverso reti informali
•
stimolare sinergie tra pubblica amministrazione e economia locale, valorizzando gli sforzi di
innovazione delle aziende (ad esempio tramite gli acquisti verdi) e favorendo il reperimento di
risorse (ad esempio relativamente all’accesso al credito e a finanziamenti e incentivi locali,
nazionali e comunitari).
Gli obiettivi sono molteplici, tra questi quello di informare e diffondere buone pratiche tra le
aziende del territorio; arrivare a considerare LACRe come brand distintivo delle aziende virtuose
del territorio e creare un network tra imprenditori e manager nella green economy locale.
Per sviluppare la partnership pubblico – privato è necessario estendere il progetto LACRe ad altre
imprese, ampliando il numero e la tipologia di aziende aderenti alla partnership e definendo una
procedura che favorisca l’adesione del maggior numero di imprese attraverso autodiagnosi per la
misurazione della “carbon foot-print” ed individuazione degli interventi di miglioramento delle
performance ambientali.
•
Al fine di valutare il potenziale impatto delle attività previste dal progetto si riportano di seguito i
risultati, in sintesi, conseguiti con l’applicazione della procedura messa in atto con lo svolgimento
del LACRe nell’ambito del programma LIFE+ che ha visto coinvolte 12 imprese della provincia
(AAMPS, ASA, ASIU, ATL, CLC, CPL – CILP, Itinera, REA, Sogese-Polaris, Unicoop Tirreno,
TRW):
Carbon foot-print 2009 totale aziende LACRE
105.261
ton CO2 eq
Emissioni totali CO2 Provincia 2010
7.883.112
ton CO2 eq
Emissioni CO2 Provincia 2010 escluse centrali termoelettriche
3.232.625
ton CO2 eq
% imprese Lacre su totale emissioni
1,3
%
% imprese Lacre su emissioni totali escluse centrali
termoelettriche
3,3
%
5.232
ton CO2 eq
5,0
%
Interventi ed impegni aziende LACRE nella riduzione della
CO2 (2010 - 2012)
% riduzione delle emissioni di CO2 delle aziende Lacre
rispetto al 2009
11. Promozione della mobilità sostenibile, in particolare presso le scuole
L’obiettivo del progetto avviato da Provincia di Livorno ed EALP progetto denominato
“BUS...siamo per un’aria pulita” è di definire una proposta per rendere maggiormente sostenibile la
mobilità degli studenti in particolare negli spostamenti da casa a scuola, favorendo in particolare
l’utilizzo del trasporto pubblico locale ed in generale l’integrazione tra scuola e territorio e la
partecipazione della scuola alla costruzione dello sviluppo sostenibile.
L’attività è stata sperimentata presso alcune scuole superiori della Provincia in collaborazione con
l’Azienda Municipalizzata Trasporti Pubblici, il Comune di Livorno, l’ARPAT e la USL.
Il progetto è composto da tre fasi di lavoro:
1. insegnamento ed educazione al risparmio energetico ed alla mobilità sostenibile
2. analisi della situazione attuale della mobilità degli studenti in particolare per gli spostamenti
casa – scuola con conseguente valutazione dei fabbisogni, delle esigenze e delle motivazioni di
spostamento
3. soluzioni proposte per una mobilità sostenibile degli studenti delle scuole secondarie fatte dagli
studenti stessi ai quali è stato richiesto di sviluppare, con il supporto di EALP, un vero proprio
piano degli spostamenti casa – scuola che preveda l’utilizzo di mezzi alternativi al trasporto
individuale.
Le proposte formalizzate riguardano diversi aspetti:
⋅
tariffe agevolate ed abbonamenti a prezzo agevolato
⋅
iniziative video sugli autobus
⋅
colazioni a prezzo ridotto
⋅
utilizzo congiunto di Bus e Bici
⋅
interventi sugli orari scolastici
⋅
razionalizzazione del numero, dei tragitti e delle corse dei mezzi da destinare al trasporto
degli studenti in relazione ai poli scolastici da servire
⋅
maggiore attenzione ai percorsi dei bus per renderli più rapidi
⋅
software per indicare orari di treni e bus
⋅
monitor nelle scuole con indicazione degli orari e dei servizi ATL
L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di attuare concretamente le soluzioni individuate
congiuntamente e convincere gli studenti ad utilizzare effettivamente il trasporto pubblico (o anche
altre modalità a basso impatto ambientale), anche attraverso forme di incentivazione.
Tutte le iniziative attuate sono pubblicizzate al fine di portare a conoscenza delle autorità locali e
della cittadinanza i risultati conseguiti con la possibilità di estendere la mobilità sostenibile ad altri
settori pubblici e privati.
In particolare l’Istituto Marco Polo di Cecina ha sviluppato, partendo dalle attività proposte e svolte
a livello educativo ed informativo da EALP, un’idea progettuale per la realizzazione di un servizio
di “bike sharing” da realizzare nel Comune. L’Istituto, che è anche Agenzia Turistica (in forma
virtuale) e punto di informazione, è fortemente interessato alla mobilità sostenibile da sviluppare
attraverso l’uso della bicicletta per gli spostamenti all’interno del Comune e verso le aree turistiche
che sfrutti la rete di piste ciclabili presenti sul territorio. L’intenzione dell’Istituto è di definire un
progetto con l’obiettivo di promuovere sul Comune di Cecina il bike sharing con la possibilità di
utilizzare bici standard, bici elettriche e carrozzelle elettriche per disabili.
La scuola ha già lanciato una prima “campagna” per far diventare l’ISIS Marco Polo il centro di
promozione e di informazione del bike sharing nel comune di Cecina. Inoltre la scuola a livello
didattico ha già avviato gli approfondimenti sulle diverse questioni legate al bike sharing che sono
state sviluppate nei corsi di diritto, economia, matematica, turismo e grafica.
E’ stata proposta la definizione di uno studio di fattibilità con l’intento di avviare un progetto
integrato fortemente innovativo che coinvolga il Comune di Cecina, la Provincia di Livorno,
l’Istituto Marco Polo di Cecina ed altri soggetti potenzialmente interessati (ad esempio ATL)
attraverso la costituzione di un sistema che promuova, sostenga ed organizzi gli spostamenti casa –
lavoro, casa – scuola e la mobilità dei turisti in modo sostenibile attraverso l’uso della bicicletta ed
in particolare tramite il bike sharing. Un sistema che consenta di usufruire del servizio sia agli
abitanti, in particolare agli studenti pendolari, che ai turisti, singoli od associati, utilizzando la
bicicletta per raggiungere e per spostarsi nelle diverse zone della città.
Le attività proposte con il progetto sperimentale prevedono le seguente fasi:
Fase 1
Individuazione, definizione e costituzione di una rete di soggetti potenzialmente interessati e da
coinvolgere nella implementazione ed attuazione del servizio di bike sharing (enti pubblici, enti
privati, Società di trasporto pubblico, associazioni di categoria, scuole, associazioni di volontariato,
promotori locali ecc). Questa fase include anche:
− ricerca di possibili finanziatori / sponsor del progetto
− attività didattica presso le scuole
− campagna di comunicazione del progetto e promozione della mobilità sostenibile, delle energie
rinnovabili e della cultura della bicicletta
Fase 2
Attività di coordinamento ed elaborazione di un progetto operativo per l’effettivo avvio delle
attività di bike sharing nel Comune di Cecina con l’obiettivo di:
− individuare le postazioni da attrezzare con le bici con preferenza per le zone vicine a parcheggi
in modo da funzionare come intermodalità o possibile interconnessione con altre modalità di
trasporto
− definire le piste ciclabili o gli itinerari preferenziali per le biciclette (incluse aree turistiche e
culturali di interesse)
− analizzare la fattibilità e la progettazione di massima con valutazione tecnica e quantificazione
dei costi delle strutture, degli accessori e delle opere da realizzare, incluso lo sviluppo del
progetto fotovoltaico)
− definire un bando per individuare un soggetto realizzatore delle opere e gestore delle attività
12. Promozione dell’utilizzo dei biocarburanti nella nautica da diporto
Al fine di promuovere l’utilizzo dei biocarburanti è stato predisposto un progetto pilota per
l’utilizzo del biodiesel nelle aree protette per le imbarcazioni da diporto
L’obiettivo è la realizzazione di una stazione di distribuzione del biodiesel presso un porto turistico
della provincia in modo da soddisfare la richiesta di carburante da parte delle imbarcazioni per
almeno il 10 – 20 % dei consumi di diesel
Attraverso lo studio è stata analizzata la modalità di inserimento di un impianto di distribuzione
all’interno di una struttura portuale, con l’individuazione di un porto presso il quale realizzare
l’opera inclusa la valutazione del percorso autorizzativo necessario. In aggiunta a ciò sono state
valutate le condizioni per raggiungere degli accordi con produttori e distributori di biodiesel
affinché sia favorita la diffusine dell’impiego di questo biocarburante da parte delle imbarcazioni a
prezzi concorrenziali.
Lo studio ha preso in considerazione diversi aspetti:
•
analisi dei porti del territorio provinciale ed in particolare dei porti turistici dotati di stazioni di
rifornimento ed indagine sui posti barca e sui consumi di carburante: individuazione del porto
interessato alla realizzazione di un impianto di distribuzione del biodiesel
•
censimento delle imbarcazioni e dei motori che garantiscono il funzionamento con biodiesel
•
accordi con soggetti interessati alla realizzazione e con i produttori di biodiesel con la
possibilità di concordare prezzi vantaggiosi, almeno nella fase di lancio della stazione di
distribuzione del biodiesel
•
•
•
•
analisi delle possibili agevolazioni e certificazione per la navigazione delle imbarcazioni
alimentate da biodiesel
requisiti ambientali del biodiesel nel rispetto delle direttive comunitarie
progetto pilota di fattibilità tecnico-economica per una cisterna da 10 m3 di biodiesel
definizione del procedimento autorizzativo
Alla luce sulle caratteristiche di sostenibilità ambientale del biodiesel e sulle prestazioni dei motori,
avendo verificato la disponibilità dei porti e dei produttori di biodiesel a partecipare al progetto
pilota di realizzazione di una stazione di rifornimento a biodiesel, per di più con un
approvvigionamento da filiera corta (nel progetto è stato coinvolto lo stabilimento produttivo della
società Novaol a Livorno), è possibile concludere che la realizzazione di una stazione di biodiesel
per nautica da diporto è tecnicamente ed economicamente fattibile.