Introduzione al mondo della sordità, a cura di David Mininno

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Introduzione al mondo della sordità, a cura di David Mininno
“BISOGNA ESSER SORDO PER CAPIRE”
di Willard J. Madsen
Che cosa c'è di più terribile che essere un bambino,
a scuola, in una stanza vuota di suono
con una maestra che parla e parla e parla;
e quando ti viene vicino
si aspetta che tu abbia capito le sue parole?
Devi essere sordo per capire.
0 quando la maestra pensa che per farti felice
basti insegnarti a parlare con la tua voce;
come se tu fossi un giocattolo rotto
nelle mani di un bambino ignaro
che ti strapazza per ore ed ore senza fine e pietà,
prima che venga fuori un verso che assomigli a un
suono?
Devi essere sordo per capire.
Che cosa c'è di più terribile che avere la tentazione di conoscere tutte le verità del mondo
e di volerle conoscere con le tue sole forze,
e poi scoprire che questo tuo desiderio è destinato ad andare in fumo
e allora ti rivolgi a un fratello, a una sorella, a un
amico perché ti guardino per darti una risposta
e che invece ti dicono,
"ma di che ti impicci, lascia perdere"
Devi essere sordo per capire.
Che cosa c'è di più terribile
che starsene in un angolo in castigo,
pur sapendo di non aver fatto niente di male,
se non di esserti azzardato ad usare le mani
per comunicare a un fratello del silenzio
un pensiero che ti è venuto in mente
proprio in quel momento?
Devi essere sordo per capire.
Che cosa c'è di più terribile che vedere qualcuno gridare,
qualcuno che è solo convinto di aiutarti a sentire;
o interpretare male le parole di un amico
che non vuole far altro che aiutarti a capire,
mentre tu credi che voglia prenderti in giro?
Devi essere sordo per capire.
Che cosa c'è di più terribile di quando ti ridono in faccia,
solo perché tu cerchi di ripetere le parole degli altri
proprio per essere sicuro di aver capito bene,
e poi ti accorgi che non avevi capito niente
e allora vorresti gridare, "Ti prego, fratello, aiutami!"?
Devi essere sordo per capire.
Che cosa c'è di più terribile che pendere dalle labbra
di qualcuno che sente per te al telefono un amico;
o far telefonare a una ditta
ed essere costretto a svelare le tue cose più intime,
e poi scoprire che le tue parole non sono state "tradotte" chiaramente?
Devi essere sordo per capire
Che cosa c'è di più terribile che essere sordo e solo
in compagnia di quelli che possono sentire
e tu non puoi far altro
che tirare ad indovinare mentre si cammina,
perché non c'è nessuno che ti tenda una mano
mentre tu cerchi di destreggiarti tra le parole e i suoni?
Devi essere sordo per capire.
Cosa c'è di più terribile che incontrare per strada
uno sconosciuto che all'improvviso apre la bocca per chiederti qualcosa
le parole corrono veloci sulle sue labbra
e tu non riesci a capire nulla,
perché lui non sa che tu ti sei smarrito
a rincorrere la sua voce?
Devi essere sordo per capire…….
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Handicap o cultura?
Definizione di Sordo:
Spesso nella Comunità Sorda, i membri s'identificano con il termine di Sordo con
la "S" maiuscola per distinguere in due diversi punti di vista:
Medico-scientifico: viene identificato come malato d'orecchi e in quel caso viene
spesso definito "non udente" oppure "audioleso".
Essere sordo ha il deficit uditivo viene considerato la patologia sordità, ha
l'assenza di feedback uditivo.
Il medico focalizza la cura, la diagnosi precoce, la prevenzione della sordità.
Sono stati assegnati vari termini legati alla sordità: audioleso, sordomuto, muto,
basso d'udito, minorato della favella, non udente e così via, sono tanti termini.
Con la Legge del 20 febbraio del 2006 il termine è stato sostituito sordo.
*I sordi non sono necessariamente muti
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Handicap o cultura?
Definizione di cultura sorda:
Con l'espressione cultura sorda si intende il modo in cui le persone sorde
rappresentano consapevolmente se stessi e il mondo in cui vivono, in tutti i
campi artistici e culturali: letteratura, arte, cinema, teatro
Esiste anche il festival cinematografico chiamato Festival internazionale del
cinema sordo meglio conosciuto come CINEDEAF fondato nel 2012.
Anche nella letteratura ci sono tante storie che parlano della cultura sorda e di
altri aspetti fondamentali.
Nel 1987, l'autrice Lou Ann Walker, pubblicò A Loss for Words: The Story of
Deafness in a Family. Si tratta di un romanzo che a tema di carattere sociale con
una storia che incentra sui CODA, ossia dei figli non sordi in una famiglia dei
sordi.
Emmanuelle Laborit pubblica Il grido del gabbiano del 1993. Racconta la vita di
un personaggio nato sordo che si figura come un gabbiano a cui grida più volte
nonostante la crisi dell'identità sorda con il tempo impara la lingua dei segni
francese e la cultura dei sordi che però sono negate.
Il libro più famoso è La lunga vita di Marianna Ucrìa di Dacia Maraini del 1990.
Parla di un personaggio storico, Marianna Ucrìa, che era nata sorda fin dalla
nascita
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Handicap o cultura?
e ancora…:
Nel teatro esiste la IVT (Parigi).
Negli Stati Uniti esiste un frequente della cultura drammaturgica e ci sono numerose
compagnie, alcune sono antiche come la West Theatre Deaf.
In Italia, ci sono numerose compagnie teatrali, come il Laboratorio Zero e l'ex duo
Diversamente comici.
La prima compagnia teatrale per sordi venne fondata nel 1957, a Milano, che diede
vita a Compagnia Senza parole.
Successivamente, in Sicilia, a Palermo venne fondata un'altra compagnia Il Ciclope
del 1976.
A Roma, nello stesso anno nacque la compagnia La Mandragola, che nel 1986
cambiò la denominazione in Laboratorio Zero. A Molfetta venne creata una
compagnia teatrale dei sordi il Compagnia Padre Luigi Aiello. A Catania, in Sicilia, nel
1989 nacque il Teatro del Sole.
Altre compagnie sparse in Italia.
Festival Clin’ d’oeil Internazionale
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ANALIZZIAMO:
emancipazióne s. f. [dal lat. emancipatio -onis; v.
emancipare]. – L’azione e l’effetto dell’emancipare,
dell’emanciparsi, dell’essere emancipato: e. degli schiavi,
dei servi della gleba, delle donne; chiedere, concedere,
ottenere l’e.; e. da una schiavitù, dalla tirannide, da una
soggezione, dalla tradizione; in senso più ampio, nel
linguaggio sociale e politico, il processo attraverso cui un
popolo si libera da un sistema oppressivo, o una classe
sociale si sottrae a una soggezione, a una situazione
subalterna e ottiene il riconoscimento dei propri
diritti.
E. di un minore, nel diritto privato italiano, l’atto
attraverso cui si attribuisce al minore la capacità di agire
limitatamente agli atti di ordinaria amministrazione,
esonerandolo dalla patria potestà.
E. della donna, parificazione della donna all’uomo nei
diritti civili e politici (ma anche, più generalm.,
liberazione da quei pregiudizi e quelle convenzioni che
limitano la sua libertà e la sua autonomia).
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DOMANDE E RISPOSTE SULL’IMPIANTO COCLEARE
Che cos’è un impianto cocleare?
E’ un dispositivo elettronico, molto sofisticato in grado di sostituire il funzionamento dell’orecchio interno, la coclea (detta anche organo
del Corti o chiocciola). Infatti anche di fronte di una grave distruzione della coclea (e cellule deputate alla ricezione degli stimoli sonori,
alla loro trasformazione in impulsi bioelettrici e alla trasmissione al nervo acustico), le informazioni acustiche trasformate in segnali
elettrici dall’impianto cocleare vengono inviate direttamente al nervo e da questo al cervello.
Come è fatto l’impianto?
La parte esterna comprende:
un piccolo computer (elaboratore dei suoni) con microfono;
una antenna trasmittente.
La parte interna:
un ricevitore;
gli elettrodi (in numero variabile, a seconda del modello dell’impianto).
Le dimensioni dell’impianto sono quelle di protesi retroauricolare.
La parte interna, essendo di dimensioni ridotte, può essere impiantata anche in bambini molto piccoli.
Che differenza c’è fra protesi acustica e impianto cocleare?
La protesi acustica, tramite l’amplificazione, stimola le cellule nervose ancora funzionanti dell’orecchio interno e quindi
sfrutta al meglio le strutture nervose dell’orecchio residue. L’impianto cocleare invece converte i segnali acustici in segnali
elettrici che, oltrepassando le strutture danneggiate dell’orecchio interno, stimolano direttamente il nervo acustico; in tal
modo il paziente, pur non avendo residui uditivi percepirà nuovamente i suoni anche se inizialmente potranno
essere percepiti in modo inusuale.
Come si svolge l’intervento?
L’intervento che viene effettuato al microscopio in anestesia generale; contempla i seguenti momenti chirurgici:
incisione dietro e sopra l’orecchio;
preparazione delle vie d’accesso alla cassa del timpano con individuazione della finestra rotonda, attraverso la quale gli
elettrodi vengono inseriti nella coclea;
preparazione della nicchia per l’alloggiamento del ricevitore;
introduzione degli elettrodi;
fissaggio del ricevitore e sutura.
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Quanto costa l’impianto?
Circa 23.000 Euro
Ma per i cittadini italiani viene fornito a totale carico
dell’ASL cosi come la riabilitazione. Le riparazioni fuori
garanzia sono ad oggi a pagamento.
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LE PROTESI ACUSTICHE:
Con le attuali protesi digitali, o meglio con i computer acustici come andrebbero chiamati, è possibile intervenire
su migliaia di parametri sonori diversi in tempo reale. In questo modo ne beneficiano sia la qualità di
amplificazione dei suoni che la comprensione delle voci. Inoltre anche il comfort e la facilità d’uso vengono
premiati.
La definizione “computer acustico” è appropriata in quanto gli apparecchi acustici, oggi, sono potenti PC
miniaturizzati, dalle dimensioni di poche decine di millimetri. Il principio di funzionamento è semplice: i suoni
captati da uno o più microfoni vengono elaborati e amplificati digitalmente da un microprocessore (comunemente
chiamato “microchip”) e quindi ritrasformati in suono e inviati al timpano. L’applicazione protesica, però, richiede
una profonda preparazione tecnica e audiologica del personale, sia in fase diagnostica che terapeutica, senza la
quale si rischia di vanificare le potenzialità offerte dalla tecnologia. David Mininno - Consulente sordità - mail: [email protected]
In uso come dattilologia
A
L
F
A
B
E
T
I
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METODO BIMODALE
Nel metodo bimodale o misto si utilizza l'italiano segnato (IS). Il bambino viene così
esposto ad una unica lingua, l'italiano, trasmessa però contemporaneamente in due
modalità: segni e parole.
I segni seguono in tutto e per tutto sia la struttura dell'italiano che l'ordine delle
parole nella frase.
L'italiano segnato esatto (ISE) utilizza degli evidenziatori, cioè dei segni creati
apposta.
Bimodale significa doppia modalità e infatti in questa metodologia vengono
utilizzate la modalità acustico-verbale, perchè si parla, e la modalità visivo-gestuale,
perchè si segna, rispettando però la struttura della lingua vocale.
In pratica quando si parla con un bambino sordo, si dà un supporto gestuale a tutto
quello che viene detto. L'aspetto peculiare della modalità bimodale sta nel fatto di
dare la massima importanza alla scelta dei contenuti da trasmettere e alla
comprensione di questi.
Nella metodologia bimodale il logopedista lavora prevalentemente su tre livelli:
stimolazione fonoacusica, lettura labiale, sviluppo cognitivo-linguistico. L'utilizzo di
un supporto gestuale è determinante per trasmettere informazioni maggiormente
ricche, per una comunicazione affettivamente più naturale e per dare al bambino,
quando non ha ancora strumenti vocali adeguati, la possibilità di fare richieste
complesse, di trasmettere emozioni e stati d'animo, di comunicare esperienze, in
sintesi di avere una comunicazione adeguata alla sua età.
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METODO ORALE
Nell'ambito della scelta oralista, si sono sviluppate nel tempo metodiche
differenti che però hanno in comune la caratteristica di escludere,
nell'educazione al linguaggio parlato e scritto, qualsiasi uso dei segni.
Queste puntano da una parte all'allenamento acustico, per aiutare il sordo
ad utilizzare al massimo i suoi residui uditivi, dall'altra al potenziamento
della lettura labiale, su cui si basa la comunicazione.
L'intervento logopedico si focalizza su alcuni punti: la diagnosi precoce,
l'esatta valutazione del deficit, l'immediata protesizzazione, la
collaborazione della famiglia nell'intervento logopedico,
l'integrazione nelle scuole normali.
La metodologia orale qui esposta fa riferimento al " Nuovo manuale di
logopedia" di A. De Filippis del 1998. Le strategie educative hanno come
obbiettivo lo sviluppo e la maturazione del linguaggio del bambino sordo, il
più possibile simile alla norma.
Dall'educazione acustica scaturisce la prima fase dell'evoluzione del
linguaggio, cioè l'emissione di suoni vocalici e consonantici (lallazione). E'
importante che il bambino sia attento nel guardare le labbra di chi parla e
in contemporanea, la sua manina deve essere posta sulla laringe in modo
che percepisca le vibrazioni. L'educazione sonora-verbale ha inizio con
l'utilizzo di esercizi-gioco allo scopo di:
a) acuire la sensibilità uditiva;
b) portare il bambino a distinguere parole e fonemi;
c) comprendere le frasi e cogliere le inflessioni, le interrogazioni e le
esclamazioni riproducendone timbro, melodia e ritmo.
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LIS E BILINGUISMO
La Lingua Italiana dei Segni (L.I.S.)
Negli ultimi anni in Italia sono stati fatti degli studi sulla comunicazione dei sordi
Istituto di Psicologia del C.N.R. di Roma.
Si possono mettere in risalto alcuni dati interessanti: la lingua dei segni non è una
semplice mimica, è una forma di comunicazione che si esprime nella modalità visivogestuale invece che acustico-vocale; ha caratteristiche molto complesse che permettono
di definirla una "lingua a tutti gli effetti".
Non è una lingua dei segni universale ma si può definire "zonale", perchè ciascuna
comunità di sordi sviluppa e utilizza una sua lingua dei segni con caratteristiche legate al
gruppo in cui viene usata e ai bisogni comunicativi che deve assolvere; all'interno di uno
stesso paese esistono diverse varietà di una stessa lingua dei segni (dialetti).
Per ogni nazione esistono differenziazioni, alcuni esempi sono: l'american sing language
(A.S.L.), la langue des signes francaise (L.S.F.), il british sing language (B.S.L.).
La scelta della definizione "lingua dei segni" vuole sottolineare il fatto che si tratta di una
"lingua" vera e propria, con un sistema di simboli e di regole grammaticali, che i membri
di una comunità condividono. Inoltre è significativo differenziare il termine "segno" come
insieme di movimenti manuali e/o espressioni facciali usati dai sordi, dal "gesto"
prodotto dagli udenti in accompagnamento al vocale. (V.Volterra, 1987) Le caratteristiche linguistiche sono diverse da quelle della lingua parlata e vocale, la
struttura della frase cambia, come anche le regole grammaticali e sintattiche. Non si
parla di fonemi, ma di "cheremi" dal greco "chero" (mano) che significa costruzione,
posizione della mano. Nella costruzione del segno si possono rintracciare quattro
parametri: luogo: lo spazio dove si esegue il movimento delle mani (spazio segnico);
configurazione: la forma della mano nell'eseguire il segno;
movimento: come si muovono nello spazio la mano, le braccia, le dita, il polso;
orientamento: la posizione del palmo della mano rispetto a colui che segna.
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PROBLEMA GRAMMATICALE
(L.I.S.) Italiano
Maria sua gonna nera La gonna di Maria é nera.
Tuo nome (espressione di domanda) Come ti chiami?
Anni? Quanti anni Hai?
Abitare dove? Dove Abiti?
Tavolo legno. Il tavolo è di legno.
Tavolo palla sopra. La palle è sopra il tavolo.
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Un legge approvata nel 1977 ha determinato la
chiusura delle scuole per sordi e il passaggio
all’Integrazione in scuole normali della
grandissima maggioranza dei bambini sordi.
Sebbene adottato con le migliori intenzioni,
questo provvedimento ha introdotto una nuova
causa di isolamento e un nuovo ostacolo alle
possibilità di comunicazione.
Come già avvenuto nel 1880 (congresso di Milano)
gli effetti sulle capacità linguistiche dei giovani
alunni, sulla loro istruzione, sull’intera loro
esistenza sono stati infausti; si spera che tale
follia possa essere fermata prima che vengano
chiuse tutte le scuole per sordi… (O.Sacks
Vedere Voci - 1990 pag.23)
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QUANTI SONO I SORDI? Sordi preverbali:
0,1% della popolazione;
Uno su mille! “Handicap invisibile”
Distinzione
Bambini sordi figli di genitori sordi
Bambini sordi figli di genitori udenti.
Famiglia udente:
Forma comunicativa oralismo;
Spesso sottoposti all’impianto cocleare.
**
Rari casi, o solo quando altri metodi
educativi hanno fallito, vengono esposti alla
lingua dei segni (il genitore la conosce
molto poco; più facilmente viene appresa
dalla madre che si dedica maggiormente al
figlio ma spesso è estranea al padre e agli
altri membri della famiglia).
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Criteri terapisti per inserimento
scuola dell’obbligo:
Valutazione individuale
Disponibilità dei genitori
Linguaggio
Livello cognitivo
Disponibilità regionale
Grado di sordità
Protesi o altro
Assenza di disturbi collaterali
Personalità
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Assistente alla comunicazione - Educatore sordo
Legge n.517 , 4 agosto, 1977 , art.10 (prevede l’inserimento dei
sordi nella scuola pubblica)
D.M. 256/92 (riguarda i criteri perla stipula di accordi di
programma fra amministrazione scolastica, Enti locali e Unità
sanitarie locali concernenti l’integrazione scolastica per gli
alunni in situazione di handicap)
Legge Quadro n.104, 5 febbraio 1992, “Legge quadro per
l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone in
situazione di handicap” art. 12/16 ed in particolare, art.13
Nota importante :
La legge e le indicazioni nazionali non differenziano l’educatore
sordo e l’assistente alla comunicazione. Entrambe le figure sono
incluse nella categoria di “assistenti alla comunicazione” e
nominate poi separatamente all’interno del testo
Legge n. 17, 28 gennaio 1999 (indica l’interprete di Lingua
Italiana dei Segni tra le agevolazioni per l’Università)
Nota Ministeriale 30 novembre 2001, prot. n. 3390/01 (che indica
esplicitamente la figura dell’educatore sordo e del “traduttore di
lingua dei segni)
Protocollo d’Intesa tra Ministero P.I. con ANCI, UPI, UNCEM e
OO.SS del 13/9/2001, secondo cui l’Ente Locale ha il compito di
“fornire l’assistenza specialistica da svolgersi con il personale
qualificato sia all’interno che all’esterno della scuola come
secondo segmento della più articolata assistenza all’autonomia
ed alla comunicazione personale prevista dall’art.13, comma 3,
della Legge 104/92, a carico degli stessi enti”
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DEFINIZIONI CORRETTE ?
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Principali difficoltà dei soggetti sordi relativamente all’Italiano (n.b.
non relativamente alla competenza linguistica in generale ….)
Tutte le ricerche finora condotte concordano nel rilevare che i
ragazzi sordi, nella larga maggioranza dei casi, evidenziano le
seguenti difficoltà relative alla lingua parlata e alla lingua scritta,
a confronto dei loro coetanei udenti:
Producono frasi più brevi e tendono ad evitare strutture
sintattiche complesse
Evidenziano un vocabolario più povero sia in produzione che in
comprensione
Mostrano un’accentuata rigidità lessicale che non permette loro
di padroneggiare le diverse sfumature di significato di una
stessa parola
Commettono errori nella comprensione di testi scritti che
contengono frasi passive reversibili, pronomi, preposizioni e
nomi nella forma plurale
Commettono errori di omissione, sostituzione e aggiunta in
diversi aspetti della morfologia, in particolare con le
preposizioni, gli articoli, i pronomi e le forme verbali
* Nota: si tratta di un quadro generale, ci sono naturalmente
anche difficoltà specifiche relative alla modalità orale o scritta
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La competenza linguistica:
Valutare la competenza linguistica di un
soggetto non comporta semplicemente
assicurarsi che questi sia in grado di sostenere
una breve conversazione, leggere un brano ad
alta voce e scrivere un tema, ma significa molto
di più……
Significa verificare e valutare:
La conoscenza del lessico sia in senso letterale
che metaforico.
La capacità di padroneggiare le regole
grammaticali e morfologiche che in alcune
lingue, come l’Italiano, possono essere molto
complesse.
L’abilità di produrre frasi anche nelle forme
sintattiche più complesse
La capacità di usare tutte queste abilità in
forma orale e in forma scritta, sia in
comprensione che in produzione.
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PROBLEMA APERTO
Bilinguismo simultaneo:
Es. bambino figlio di 2 genitori di diversa nazionalità
(dominanza del contesto in cui si vive)
Bilinguismo consecutivo Es. bambino che nei primi anni di
vita si trova in un contesto linguistico diverso rispetto a
quello dei propri genitori
Bilinguismo =/= Bimodale =/= Italiano segnato esatto
Ma si tratta veramente di un bilinguismo parallelo?
E’ equiparabile al bilinguismo consecutivo non in termini
di priorità di acquisizione (prima una lingua, poi l’altra),
ma in relazione al fatto che un canale è deficitario e
quindi per la lingua vocale ci vuole molto più tempo e le
modalità di apprendimento sono diverse?
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PROBLEMA GRAMMATICALE
(L.I.S.) Italiano
Maria sua gonna nera La gonna di Maria é nera.
Tuo nome (espressione di domanda) Come ti chiami?
Anni? Quanti anni Hai?
Abitare dove? Dove Abiti?
Tavolo legno. Il tavolo è di legno.
Tavolo palla sopra. La palle è sopra il tavolo.
**RIPRPOSTA**
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LOGOGENIA
E’ una disciplina di linguistica applicata ideata più di 20 anni fa dalla
linguista Bruna Radelli: il suo approccio al problema
dell’acquisizione della lingua orale nei sordi è prettamente
linguistico che necessita di un attivatore esterno che deve essere
disponibile entro un periodo di tempo determinato.
La logogenia come disciplina, dunque, studia il processo di
acquisizione della lingua orale per come si realizza in condizione di
sordità.
Allo stesso tempo, la Logogenia® è un metodo che si propone di
coadiuvare lo sviluppo di tale lingua nel bambino sordo, portandolo
alla comprensione e produzione autonoma della lingua scritta.
Come disciplina, la logogenia da circa 10 anni è oggetto di
insegnamento entro il Dipartimento di Scienze del Linguaggio della
Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università Ca’ Foscari
Venezia.
Come metodo, la Logogenia® è marchio registrato ed è applicata
esclusivamente da logogenisti abilitati.
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ESEMPI
Rispetto all’italiano, infatti, un bambino sordo profondo opportunamente esposto
a input linguistici orali e/o scritti può in effetti saperlo, almeno nella sua forma
scritta, come un qualunque coetaneo udente. A riprova di ciò riportiamo di
seguito alcuni esempi originali, tratti dai quaderni di lavoro di Logogenia®, della
produzione e della comprensione di 4 sordi profondi prelinguali.
(1) Produzione di un bambino sordo di 7 anni e in (2) quella di una bambina sorda
di 9 anni. In entrambe le produzioni possiamo rilevare degli errori di ortografia,
ma certamente stanno scrivendo in italiano!
(1) Sapere l’italiano a 7 anni
[Sei andato in vacanza?] Sì, ci sono andato.
…Un cammioncino è passato imparte a mé e mi ha bagnato tutto.
…Intanto Pingu finisce di mettere ha posto.
(2) Sapere l’italiano a 9 anni
Sono andata 1 settimana al mare era stato bellissimo e si tava bene e c’è anche
un po’ di arietta. Ogni sera loro fanno uno spettacolo con la musica alta e mi fa
spaccare le orecchie.
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Riportiamo invece dati originali di comprensione di specifiche
strutture sintattiche dell’italiano da parte di due adolescenti
sordi profondi prelinguali.
osserviamo che, al di là di alcuni errori nella produzione, il
ragazzo capisce perfettamente la differenza fra le due frasi,
determinata da due strutture sintattiche diverse.
Capire l’italiano, a 15 anni
Spiegami queste due frasi:
1.Marco ha detto: “Mi hanno rotto un dito”.
2.Marco ha detto: “Mi sono rotto un dito”.
[Spiegazione del ragazzo sordo]
1.Qualcuno gli hanno rotto un dito. Gli amici.
2. È stato lui a rompere il dito. -
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All ragazza era stato chiesto di scrivere due frasi, una
con la parola SALE nome (il sale da cucina) e una con la
parola SALE verbo (voce del verbo salire).
La ragazza ha perfettamente chiaro il significato di
entrambe le parole, e infatti entrambe le sue produzioni
sono perfettamente adeguate dal punto di vista
semantico.
Crucialmente, però, non è in grado di costruire intorno
ad esse una frase sintatticamente corretta; la
conoscenza del contenuto semantico di una parola non
garantisce, infatti, che di questa sia anche percepito
“l’abito sintattico”.
Non sapere l’italiano, a 13 anni
1. La mamma sale la cucina.
3. 2. La mamma cammina le sale.
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Non sapere l’italiano, a 12 anni
Io era vado in Sicilia è bello e molto caldo, mare
medio fresco e poco caldo, Io sempre amici e
amiche uscita sera tardi! Poi sempre bagno
mare è bellissimo, giochi pallavolo! Io amici e
amiche sempre giro
Non sapere l’italiano, a 12 anni
L’uomo di cuoco è non bravo, un uomo è
piccolò e grasso. l’uomo piccolò mangio non
buono e che schifò, l’uomo piccolò dice dire
un’uomo è asino! Un uomo e triste tanto. dopo
come guardo di c’è topo piccolò. Non capire l’Italiano, a 17 anni
[Logogenista] Spiegami questa frase: Gigi ha un
letto in giardino
[Ragazzo] Gigi ha letto un giornale in giardino
[Logogenista] NO!
[Ragazzo] Perché no? C’è UN, è articolo, cioè ha
letto un giornale, un libro
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Struttura Scuola - Upgrade - Gli studenti sordi che si potranno incontrare saranno
tanto diversi l'uno dall'altro da rendere quasi inutile la
stessa definizione del termine Sordità Dobbiamo avere chiaro che la radice del problema
non è nell’orecchio ( ma nel cervello). Ciò su cui
dobbiamo intervenire nella scuola non risiede nel
suo sistema uditivo, né sulle compensazioni
protesiche, bensì sull’esito che l’assenza o la
parziale o la tardiva esposizione al linguaggio ha
provocato sul linguaggio stesso.
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Struttura Scuola - Upgrade Docenti con studenti sordi
Il docente e la docente si occupano di bambini, di adolescenti e di giovani adulti audiolesi (dall'ipoacusia
alla sordità profonda). Il loro intervento mira a favorire lo sviluppo scolastico e personale e l'integrazione
sociale e professionale, nonostante la disabilità uditiva.
Lavorano con gruppi ristretti o in piccole classi, nell'ambito di strutture scolastiche o presso istituti privati oppure
con le classi regolari per informare, sensibilizzare e accompagnare gli allievi normodotati e i loro docenti.
Insegnano con metodi specifici come il linguaggio dei segni e la lettura labiale.
I loro compiti principali possono essere così descritti:
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•
definire un percorso pedagogico adattato ad ogni allievo, seguendo i programmi di studio ordinari;
sviluppare approcci pedagogici differenziati in relazione alla comunicazione (linguaggio dei segni,
lettura labiale) in modo da favorire la trasmissione delle conoscenze e lo sviluppo di ogni allievo;
preparare, creare e rinnovare il materiale educativo;
aumentare il grado di autonomia dell'allievo organizzando attività che stimolano la sua integrazione
nella classe e lo sviluppo della maturità sociale e affettiva;
osservare lo sviluppo individuale di ogni allievo e definire il percorso pedagogico che più gli si adatta
modificando i programmi di studio;
preparare programmi di animazione al fine di osservare gli allievi in interazione con gli altri e di
percepire problemi di comportamento (aggressività, passività, ecc.).
intrattenere relazioni regolari con i genitori e organizzare serate informative;
collaborare con altri docenti o operatori che si occupano degli allievi;
organizzare uscite per favorire maggiormente il contatto fra gli allievi e il mondo esterno.
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Struttura Scuola - Upgrade I docenti per audiolesi sono confrontati con situazioni e
compiti molto diversi.
Al di là dell'insegnamento propriamente detto,
essi assicurano sostegno psicologico e affettivo agli
allievi e alle loro famiglie favorendo l'accettazione e
l'adattamento all' handicap.
Per questo è importante che il loro apporto venga
inserito in un lavoro di gruppo con operatrici e operatori
sociali con competenze nel campo dell' handicap e con i
docenti regolari.
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Attitudini pedagogiche
Capacità di ascolto e comprensione dell'altro
Tolleranza e rispetto dell'altro
Capacità di mettere a proprio agio gli altri
Senso di osservazione
Creatività e immaginazione
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IL SOSTEGNO
Il sostegno Queste situazioni devono indurci a riflettere bene anche
sul ruolo e sulla presenza degli insegnanti di sostegno e degli
assistenti alla comunicazione, che, necessari e preziosi, devono
però avere sempre chiaro che il loro ruolo è:
di sostegno alle autonomie
e non alla dipendenza.
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INSGNANTE di SOSTEGNO
e/o
ASSISTENTE alla COMUNICAZ
CHIARIAMO LE DIFFERENZE - La distinzione tra le due figure professionali è indicata nell’art. 13
della L. 104/94:Nelle scuole di ogni ordine e grado, fermo restando (…) l’obbligo per gli enti locali
di fornire l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap
fisici o sensoriali, sono garantite attività di sostegno mediante l’assegnazione di docenti
specializzati. L’insegnante di sostegno, dunque, introdotto dalla L. 517/77, è un docente,
specializzato nella didattica speciale per l’integrazione degli alunni con disabilità certificati in
base alla L. 104/92. Assume la contitolarità di cattedra della classe in cui opera e pertantofirma i
documenti di valutazione di tutti gli alunni. L’insegnante di sostegno, cioè, è assegnato alla
classe e non all’alunno con disabilità, con il compito prioritario di attuare interventi
di integrazione attraverso strategie didattiche specifiche, insieme agli insegnanti curricolari. A
rigore, è superflua anche la distinzione tra docenti di sostegno e curricolari ed è invece
sufficiente parlare di insegnanti della classe.
Vi è poi la figura professionale di assistenza di tipo educativo, cioè l’assistente all’autonomia ed
alla comunicazione, previsto dal citato articolo 13 della L. 104/94 ed assegnato ad personam. Si
tratta di un operatore che ha il compito precipuo di facilitare la comunicazione dello studente
disabile, stimolare lo sviluppo delle abilità nelle diverse dimensioni della sua autonomia, mediare
tra l’allievo con disabilità ed il gruppo classe per potenziare le loro relazioni, supportarlo nella
partecipazione alle attività, partecipando all’azione educativa in sinergia con i docenti.
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Insegnanti
di classe
Insegnante di
sostegno
STUDENTE
Assistente alla
Comunicazione
Specialisti
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UNA SCUOLA DIVERSA
Fare scuola in modo diverso quando si ha in classe un alunno sordo.
Lo studente sordo può peraltro rappresentare un’ottima opportunità per la classe e per
la sperimentazione di nuove modalità didattiche e organizzative.
La scuola consapevole delle difficoltà può diventare sede di opportunità per tutti e per
lo studente sordo in particolare.
Solo una scuola “ripensata” trasforma il rischio di emarginazione in reale integrazione,
luogo di confronto tra i pari e con adulti diversi dai propri genitori.
Si accompagna il bambino nel costruire la sua identità evitando frustrazioni e
insicurezze. Per fare tutto ciò dobbiamo però trasformare i due pilastri della nostra
scuola:
LEZIONE FRONTALE
VERIFICHE ORALI
Sin dalla prima infanzia i modelli didattici da seguire devono essere altri. Soprattutto
nella prima infanzia, con il bambino sordo più che con chiunque altro è necessario agire
incisivamente, offrendo percorsi studiati e possibilità multiple, perché è nei primissimi
anni che si gioca la sua futura autonomia linguistica e quindi, a cascata, l'autonomia
sociale, civile e lavorativa.
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METODO:
VEDO & IMPARO
Valido sopratutto per materie
scientifiche
artistiche
LOGOGENIA
*** Questi sono alcuni
dei metodi
da intendersi come
sperimentale
e di ricreazione nel
percorso del progetto
scuola polo per sordi
COMUNICZIONE
AUMENTATIVA
METODO DREZANIC
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METODOLOGIA
* La storia dell'educazione dei sordi, con particolare
riguardo ai metodi proposti e ai risultati ottenuti
* Le dimensioni esistenziali, psicologiche, sociali e
linguistiche dei sordi
* I più recenti studi, soprattutto a livello pedagogico e
linguistico
** È fondamentale che i sordi siano quanto più
precocemente possibile avviati alla
contemporanea acquisizione del linguaggio
gestuale
codificato e del linguaggio verbale
(quest'ultimo facendolo veramente
vivere al
sordo anche a livello esistenziale e
non
facendolo percepire come uno sterile strumento
meccanico)
Per conseguire le finalità
educativo-didattiche e per superare
le difficoltà derivanti dalla sordità è
prioritario comunicare con il
soggetto sordo
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No allo Standard educativo ma un
progetto di vita che si basi sul
soggettivo
1. Ogni comunicazione si differenzia per il suo fine
e in base a questo si utilizzano in modo diverso
modalità comunicative e linguaggi
2. Per educare il sordo è fondamentale entrare in
comunicazione e in relazione con lui
3. E' basilare sapere quali linguaggi utilizza e quali
privilegia, ma non per rimanere ancorati a questi,
ma per allargare i suoi orizzonti
4. Non si educa alla comunicazione insegnando
solamente a parlare, ricorrendo esclusivamente
al linguaggio verbale, non si utilizza la sola
parola per insegnare la parola
5. Si educa alla comunicazione e si educa il
soggetto nella sua globalità partendo dalla sua
realtà ed utilizzando tutti i linguaggi che sono
funzionali alla sua maturazione
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Note Necessarie
Nell'educazione dei sordi è indispensabile trovare un equilibrio nell’utilizzazione dei vari linguaggi.
Equilibrio che scaturisce dal soggetto che si ha di fronte
Ci sono variabilità
grado e tipo di sordità
periodo di insorgenza della sordità
periodo della diagnosi e dell'inizio dell'educazione alla comunicazione
qualità dell'azione educativa e didattica
Importante da evitare
Assolutizzazioni
Generalizzazioni
Sclerotizzazioni
L' attività didattica si può strutturare, a seconda delle circostanze e realtà, utilizzando:
il linguaggio verbale orale
il linguaggio verbale scritto
il linguaggio iconico
il linguaggio corporeo
il linguaggio gestuale spontanee
il linguaggio gestuale codificato (LIS, IS, ISE)
le loro possibili combinazioni
**Il rapporto tra i linguaggi e le loro modalità di utilizzazione dipendono essenzialmente dal
soggetto sordo che si ha di fronte
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Il Valore de:
vedere e imparare
Fare per capire
In ogni caso non è
possibile fare scuola
ai sordi senza:
FAR FARE ( far
agire, operare,
r e a l i z z a r e ,
rappresentare,
manipolare)
FAR VEDERE
POF
PEP
Inserimento e/o il
potenziamento di determinate
discipline e/o attività più
funzionali per l’alunno sordo
(es. educazione linguistica,
verbale e segnica,
drammatizzazione)
un loro diverso abbinamento
(educazione linguistica e
informatica)
Presenza di specifiche
figure professionali
(es. assistente alla
comunicazione) e del
loro ruolo
Tipologia di rapporto
con le famiglie, le
altre agenzie, le
associazioni e gli enti
(ripresa nel PEP)
Conversione ad altro sistema:
Destrutturazione della scuola (dalla destrutturazione del gruppo classe alla
destrutturazione della scuola)
Tipologia di strutturazione dei gruppi di alunni (apertura orizzontale o verticale,
obiettivi, numero alunni, attività)
Differenziazione sistematica di discipline e/o attività (es. potenziare alcune ore di
educazione linguistica verbale o di lingua dei segni)
Unità di lezione
Tipo di presenza dei docenti (unica, compresenza, contemporaneità)
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Focus Didattico
OBIETTIVI
A. Tipologia di accoglienza degli alunni
B. Orario flessibile
C. Progettualità compatta
D. Flessibilità progettuale a vantaggio dell’alunno
sordo (strutturazione di attività
specifiche,
singole-comuni più funzionali)Spazi,
attrezzature, sussidi (e loro utilizzazione)
E. Specifici spazi attrezzati per l’alunno sordo
(sussidi multimediali, lavagna luminosa,
videoregistratore, film e documentari
sottotitolati)attività comune
F. obiettivo uguale, differente strutturazione,
contenuti,metodologie, sussidi, attività
G. verbo uguale prodotto della prestazione
diverso
H. obiettivo differenziato
Alcuni sono differenti e, in
base all’età e alla classe
frequentata, non possono
mancare in un percorso
personalizzato per un alunno
sordo leggere dalle labbra
degli altri ...
integrare mentalmente ...
ampliare la conoscenza
lessicale ...
strutturare la frase minima
ampliare la frase
strutturare un periodo
complesso o composto
coordinare i periodi
comprendere vari tipologie di
testi
Gli altri obiettivi saranno
individuati in base:
alla realtà dell’allievo
alla classe frequentata
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Alcune strategie utili
In primo luogo è indispensabile verificare quali
linguaggi conosce, privilegia, utilizza l’allievo
perché in base a questo si strutturano le
successive prove di verifica
per le verifiche:
far ricorso a tutti i linguaggi, evitando una
indiscriminata e massiccia utilizzazione del
linguaggio verbale (sia nelle formulazioni che nella
esecuzione delle consegne)
far partecipare attivamente, coinvolgere l’allievo
nelle prove di verifica
valorizzare le verifiche incrociate, ricorrendo a
linguaggi, modalità e tempi differenti (prove verbali
e non verbali, prove diverse, tempi differenti)
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L’importanza di conoscere il punto di
partenza del sordo, della sua famiglia e di
tutti gli aspetti di vita che lo riguardano…
LA MATURAZIONE GLOBALE
DEGLI ALUNNI SORDI
È SEMPRE STRETTAMENTE VINCOLATA AGLI EDUCATORI, ALLE
LORO COMPETENZE, ALLA LORO CAPACITÀ DI AGIRE IN
SINERGIA
COME ADULTI SIGNIFICATIVI,
ANCORATI AI VALORI
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