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RECYCLED BAGS
CUT AND SEW, ANZI, TAGLIA E CUCI
Banner pubblicitari che diventano una messenger bag, camere d’aria trasformate in
portafogli, bottiglie di plastica riutilizzate come tessuto ultraresistente. Quando il
riciclo si fa business c’è di mezzo la creatività, anche in Italia.
DI Enrico S. Benincasa
60.
DA SINISTRA: IL MODELLO AIDA DI GARBAGE LAB, NELLA VERSIONE INTERAMENTE IN PVC; LA TOTE BAG L7 DI MNMUR, REALIZZATA
RICICLANDO CAMERE D’ARIA PER BICICLETTE.
In principio furono i fratelli Freitag, nel
lontano 1993: Markus e Daniel, ciclisti
convinti di Zurigo, avevano l’esigenza
di avere delle borse resistenti all’acqua e
trovarono nel PVC dei teloni dei camion
un materiale perfetto per realizzarle. Da
allora è stato un susseguirsi di successi e
oggi i due sono a capo di un’azienda con
120 dipendenti che produce in Svizzera
e vende in tutto il mondo.
Il PVC non è l’unico materiale riciclato
che si utilizza per produrre borse e
accessori: Tetra-Pak dei succhi di
frutta (Rebagz), involucri di caramelle
e snack (Ecoist), cinture di sicurezza
(959), targhe di automobili (Littlearth),
linguette delle lattine (Neide Ambrosio)
e magliette da calcio (Copa) si sono
dimostrate tutte ottime materie prime.
È un fenomeno glocal che coinvolge
anche l’Italia. Spesso si inizia quasi per
gioco, come è successo a Marco e Laura
di Mnmur (si legge minimur), che a
Torino producono borse, portafogli
e accessori utilizzando camere d’aria
usate. Il materiale non manca, tanto
che le stesse ciclo-officine sono contente di liberarsi di questi scarti per il cui
smaltimento dovrebbero pagare. Per fare una borsa, ci spiega Marco, “occorrono
dalle tre alle sei camere d’aria, per un portafoglio ne basta una sola. I tempi? Per un
portafoglio può bastare un’ora di lavoro, per la borsa più complicata anche cinque. E a
livello di resistenza la gomma è un materiale che non ha nulla da invidiare alla pelle”.
Come Mnmur, anche Garbage Lab ha iniziato nel 2009. Sono in tre, hanno base
a Sesto San Giovanni e sono partiti utilizzando il PVC. “Noi utilizziamo il PVC dei
banner pubblicitari, che rispetto a quello dei teloni dei camion ha senz’altro un ciclo
di utilizzo più breve - puntualizza Daniela - per ogni borsa ci vuole circa un metro
quadro di PVC che scegliamo, laviamo, tagliamo e cuciamo direttamente noi”. Anche
in questo caso la materia prima è a costo zero, questa volta i “fornitori” sono però le
società che si occupano di affissioni. In realtà Garbage Lab utilizza anche le cinture
di sicurezza, il RePET (una fibra ricavata dal riciclo delle bottiglie di plastica,
ottima anche per i rivestimenti interni) e sta sperimentando altri materiali. Anche
perché la sua clientela si sta diversificando: sono diverse le aziende che richiedono
delle limited edition personalizzate con i propri banner. La Tenaris, multinazionale
dell’acciaio, ha deciso di utilizzare i suoi banner in PVC presenti negli impianti
produttivi di Dalmine per farne delle borse. Il materiale era stato stampato per
sensibilizzare i suoi dipendenti sul tema della sicurezza e sulle misure obbligatorie
alle quali attenersi mentre si lavora. A fine anno è in progetto di premiare con le
borse gli operai che si saranno dimostrati più attenti. Angelini farmaceutici, invece
ha commissionato delle bag per i suoi dipendenti, sempre utilizzando materiali
pubblicitari in PVC da lei prodotti. Non stupitevi, quindi, se la prossima volta
che andate dal dottore l’informatore - quello che vi passa sempre davanti, per
intenderci - ha una borsa più eco-friendly della vostra.