itinerario spirituale di laura vicuna
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itinerario spirituale di laura vicuna
ITINERARIO SPRIRITUALE DI LAURA VICUÑA "CAMMINO DELLA LUCE" 1. IL REGALO DELLA VITA 2. IDDIO MI FA SUA FIGLIA 3. EMIGRANTE SEMPRE IN RICERCA 4. UNA CASA CHE ACCOGLIE 5. L'AMICIZIA É UNA FESTA 6. IL MIO INCONTRO CON GESÚ 7. SONO FIGLIA DI MARIA 8. LA MIA VITA PER LA TUA CONCLUSIONE ITINERARIO SPIRITUALE DI LAURA VICUÑA "CAMMINO DELLA LUCE" Presentiamo la “strada della luce” dell'adolescente Laura Vicuña. Anche se non ha la pretesa di essere una esauriente investigazione scientifica, emana sempre una piccola luce che ci aiuta a scoprire l'azione di Dio che plasma tra le sue agili mani la creta della vita di Laura. 1.- IL REGALO DELLA VITA "Beati coloro che ricevono la vita come dono, perché il loro camminare si trasformerá in un continuo servizio" "Ancora prima di formarti nel seno materno, io ti conoscevo" Ger. 1,5 Il 5 aprile del 1891 nasce la nostra piccola protagonista nella cittá di Santiago della Repubblica del Cile. Figlia di Domenico Vicuña e di Mercedes Pino. Apre gli occhi alla vita in circostanze storiche di conflitto: suo padre era un perseguitato politico dell'opposizione di Balmaceda 1. Questo non é il fatto più importante, secondo il Brugna 2, ma la delicata situazione familiare dei genitori della nostra Beata. Non si può affermare con sicurezza che essi realmente si fossero sposati, il nostro interesse non é, comunque, quello di rispondere a questo interrogativo ma, partendo da questa situazione familiare, tanto comune ai nostri giorni, approfondire la dimensione spirituale di Laura. Laura é frutto di una storia d'amore. La Sacra Scrittura é piena di storie d'amore dove Dio scrive diritto anche su righe storte, il suo piano di Salvezza. Pensiamo alla storia di Davide e al suo amore passionale per Bersabea 3: dalla loro relazione nasce il grande Re Salomone. Dio perdona il peccato di Davide mantenendo la sua fedeltá e le sue promesse ai discendenti di Davide. Ancor di più, Salomone sarà il 1 Le persecuzioni avvennero nella rivoluzione del 1891, anno della nascita di laura Vicuña e della morte di Giuseppe Manuele Balmaceda. 2 Cf. BRUGNA CIRO, Aportes para el conocimiento de Laura Vicuña", 161-172 3 Cf. 2 Sam. 11-12 destinatario delle promesse: Dio farà passare la sua grazia, là dove ci fu il peccato. Questo ci dice che Dio si serve di strade meno appariscenti per noi. Tutto è inserito in un progetto d'amore. Laura é parte, come tutti noi, di questo progetto di salvezza. Quella bambina, che ancora molto piccola rimane orfana di padre, sente molto forte la presenza del Signore in lei. Sa accogliere il regalo della vita ricevuto gratuitamente per fare della stessa, una continua risposta di amore a Dio e ai fratelli. Esistono esseri che accolgono e vivono più intensamente ciò che viene detto nella Dei Verbum: "Dio invisibile parla agli uomini come amico, mosso dal suo grande amore, e abita in loro, per invitarli a parlare con loro e riceverli nella sua compagnia 4.” Perciò possiamo dire che l'itinerario spirituale di Laura Vicuña incomincia proprio nel momento della sua nascita, quando la vita concepita, curata e accolta si fa dono per ricevere le infinite grazie che Dio offre all'umanità e dare così risposta all'amore gratuito che Egli offre. Allora, il “regalo della vita” di Laura non si può ridurre alla sola sua nascita biologica. Esiste una rinascita spirituale che, nel caso della nostra Beata, avviene pochi giorni dopo la sua nascita: il Battesimo. D'altronde, durante tutta la sua breve esistenza Laura darà una continua e costante risposta a questa chiamata d'amore di Dio, fino a farsi lei stessa dono gratuito con l'offerta della sua stessa vita a Colui che l'ha creata. Si può dire che Laura era un'anima contemplativa? Dagli studi fatti sulla figura di Laura non si hanno argomenti per confermarlo, però lo era senza ombra di dubbio. Secondo Brugna 5, l'aspetto più valido di Laura, nella dimensione contemplativa della vita, fu la sua collaborazione all'azione dello Spirito Santo, cioè, la sua apertura a Dio. Se analizzassimo alcuni contemplativi nella Sacra Scrittura potremmo dimostrare questa tesi. Parliamo ad esempio di Geremia. Javhé gli assicura che prima di formarlo nel seno materno, lo conosceva, e lo aveva consacrato e destinato ad essere profeta delle nazioni 6. Geremia asseconderà la forza dello Spirito e i timori propri della natura svaniranno con questa forza. Non é facile la vita del Profeta: la maggior difficoltà non é l’ostilità degli uomini ma l’imparare, giorno dopo giorno, a convivere con Dio. Però il Signore gli assicura che, nelle tribolazioni e nelle difficoltà, egli sarà presente per aiutarlo 7. Questa storia si ripete per ciascuno di noi come per Laura. Nel suo disegno eterno, Dio ha scelto, insieme a Gesù Cristo, coloro a cui darà una missione trascendente. Laura vive questa esperienza in forma libera: accettando la sua vita, accoglie pure la chiamata del Signore ad essere profeta dell'amore e trasformando in olocausto, liberamente accettato, la sua vita. La vita non é altro che una risposta al soffio vitale che Dio regala a ciascuno di noi. Laura accoglie la ruah 8 (soffio) di vita, e fa di questa un sì fecondo d'amore. La vita, fatta olocausto, la vita accolta e donata, la vita che diventa parola di Dio. Felice chi perde la sua vita per amore, perché Dio è la sua fonte insondabile di eternità. Difatti leggiamo, in uno dei suoi scritti, uno dei suoi propositi della prima Comunione: "Dio mio, voglio amarti e servirti tutta la vita: perciò ti do la mia anima, il mio cuore, e tutto il mio essere 9.” Laura scopre il senso della sua vita, motivata dal dolore provocato per la presenza di sua madre che l'accompagna senza poter ricevere Gesù, nel giorno della prima Comunione, giorno così importante nella sua vita. Laura scopre che la vita non è che un dono, perché gli "altri" scoprano la vita in abbondanza, come lei l'ha scoperto. Secondo alcuni, nel giorno della prima comunione, inizia il 4 CONSTITUCION DOGMATICA, Dei Verbum, n.2 Cf. BRUGNA, 185 6 Cf. Jer 1,1ss 7 Lo stesso si puó vedere in Mosé (Ex. 3,12) y en Pablo (He 26,17) 8 Cf. Gn. 2,7 9 BRUGNA, 213 5 dramma della vita di Laura; per noi é la risposta cosciente al Signore che ha maturato in lei la decisione di offrirsi vittima come Gesù. 2. DIO MI FA SUA FIGLIA “Beati coloro che rinascono nell'acqua del Battesimo, perché dal loro cuore nasce il germe della vita” "Ho mandato su di te il mio Spirito” Is 42,1 Abbiamo affermato che nella vita di Laura c’é una nascita spirituale: il suo Battesimo. Laura fu battezzata il 24 maggio del 1891 nella chiesa di Santa Anna, Santiago del Cile. Scrive Don Crestanello: “Pochi giorni dopo la sua nascita venne battezzata, volendo il Signore prendere possesso, con la sua divina grazia e il piú presto possibile, di quel tenero cuore, purificarlo e farlo suo 10”. Il Battesimo é il sacramento per cui l'uomo nasce alla vita spirituale, per mezzo dell'acqua e dell'invocazione della Santissima Trinitá. Il Battesimo é il fondamento di tutta la vita cristiana, é il portone d'entrata della Vita nello Spirito e ci permette di ricevere tutti gli altri sacramenti. Per mezzo del battesimo, siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, siamo membra di Cristo, e veniamo incorporati alla Chiesa, che ci fa partecipi della sua missione. 11 Nella Sacra Scrittura troviamo molte prefigurazioni di questo sacramento, di cui più avanti faremo un breve cenno. Il libro della Genesi, per esempio, ci parla dell'acqua come fonte di vita e della fecondità; la Sacra Scrittura dice che lo Spirito di Dio aleggiava “sopra di essa 12”; l'arca di Noè é un altro esempio che la Chiesa ci ricorda: in essa, “solamente pochi, cioè otto persone, furono salvate per mezzo dell'acqua 13.” Se l'acqua del fiume significa la vita, l'acqua del mare é simbolo di morte. Per cui potrebbe essere simbolo della croce. Per questo simbolismo il battesimo significa “comunione con la morte di Cristo”. 14 Soprattutto nel brano relativo al Mar Rosso, vera liberazione di Israele dalla schiavitù dell'Egitto, si annuncia la liberazione operata dal Battesimo: si entra come schiavi e si esce liberi. Anche il passaggio del Giordano, luogo dove gli Israeliti entrano in possesso della terra promessa, é una prefigurazione di questo sacramento 15. Tutte queste prefigurazioni hanno il loro culmine nella figura di Cristo. Egli stesso riceve il Battesimo da Giovanni Battista, battesimo destinato ai peccatori ed egli, senza aver commesso peccato, lo riceve per compiere “ogni giustizia”. 16 Scende lo Spirito Santo su Gesu Cristo e il Padre manifesta che Gesú é il suo “Figlio prediletto 17”. Cristo si é lasciato battezzare per amore e umiltá, per darci l’esempio. Se ricordiamo l'incontro di Gesú con Nicodemo, vediamo che Egli spiega il bisogno di ricevere il battesimo. 18 10 10 CRESTANELLO AUGUSTO, Vida de Laura Vicuña, Alumna de las Hijas de Mar{ia Auxiliadora e hija de María Inmaculada, E scuela Tip. Gratitud Nacional 1991,8 11 CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA, Nº 1213 12 Gn 1,2 13 1 P 3,20 14 CCC n. 1220 15 15 Cf. CCC n. 1117*1122 16 Mt 3, 15 17 Mt 3, 16-17 18 Cf Jn 3 3 -5 Dopo la sua risurrezione, dà agli apostoli la missione di battezzare. “Mi é stato dato ogni potere in cielo e in terra, andate quindi, insegnate a tutti gli uomini, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo 19.” Con la sua Pasqua, Cristo ha reso possibile il battesimo per tutti gli uomini. Infatti, la sua passione, rappresenta il “battesimo” con il quale doveva essere battezzato. Il sangue e l'acqua che sgorgarono dal suo cuore ferito a causa della lancia del soldato, quando era in croce, sono figure del “battesimo” e dell' “eucaristia”: entrambi sacramenti della nuova vita. Da allora, infatti, é possibile “nascere dall' acqua e dallo Spirito” per entrare nel Regno di Dio. Dal giorno della Pentecoste, la Chiesa ha amministrato il battesimo seguendo gli insegnamenti di Gesú Cristo. Così la nostra beata Laura Vicuña nasce dall'acqua e dallo Spirito per rinascere a una vita nuova, e le bastano pochi anni per raggiungere la maturità spirituale che le permette di ritornare alle "fonti" della vera Acqua dove mai più soffrirà la sete. Nonostante la sua precaria salute, la sua apertura e collaborazione all'opera dello Spirito Santo trovò terra fertile per far crescere in lei la grazia battesimale. Afferma Brugna: "La salute di Laura fu precaria fin dalla nascita: la malattia sofferta durante la sua infanzia, le difficoltà, i grandi freddi e le sommersioni nell'acqua gelida a cui fu sottoposta verso gli otto anni, nel lungo viaggio verso Junin pieno di ostacoli, debilitarono la sua resistenza fisica. D'altra parte, e soprattutto, é stato il suo spirito inzuppato di Dio, totalmente e continuamente in tensione verso di Lui, ciò che la consumò più duramente e rapidamente. Questo é vero, non é stato un male giacché tutti, presto o tardi, finiamo nella consumazione finale della morte; però per Laura é stato il mezzo accelerato dall'unione eterna con il suo Amato". 20 Laura coltivò con diligenza le grazie ricevute nel Battesimo. Si racconta, in una delle sue biografie, che a una compagna che le domanda quale fra tutte le virtù sia la più cara e apprezzata, Laura risponde che lo sono tutte, ma le preferite erano l'umiltà, l'obbedienza, la carità e la castità. Difatti si testimonia che per Laura l'obbedienza era la stessa voce di Dio che si manifestava anche negli orari e nei regolamenti 21. Sentirsi e sapersi “figlia” di Dio Padre, risvegliò in Laura il desiderio della Santità e della sua continua comunione con il Signore. É il cammino di salita verso l'Amore degli Amori, é il cammino di chi sta in relazione, non con un’ idea, ma con una Persona che l'ha segnata con il suo “sigillo” di santità e a cui Laura non ha posto resistenze. La maturità spirituale di Laura si va svolgendo in questo “cammino di luce” che vogliamo condividere e che insieme andiamo scoprendo. Scoprire Laura nel suo cammino di luce é scoprire il nostro cammino di santità e di risposta alla chiamata del Signore nel dono della nostra vita e del nostro Battesimo. 3. EMIGRANTE IN CERCA DI UNA TERRA “Beati coloro che sono sempre in cammino perché saranno i primi ad arrivare al Cuore del Padre” "Lascia il tuo paese… e va verso la terra che io ti mostreró” Gn. 12,1 Quando Abramo è chiamato da Dio s' incammina per una strada che gli é sconosciuta. La sua fede fa sí che la realizzazione della promessa si compia per la sua risposta, e lo fa quindi padre di un grande 19 Mt 28 18-19 BRUGNA, 185 21 Cf Vida de Laura Vicuña, 47-50 y 206 -207 20 popolo. Quando il Signore sceglie e chiama, le strade sono sconosciute, piene di luci e di ombre che portano sempre al raggiungimento di una mèta dove il Padre conduce i suoi figli per mostrare loro il suo infinito amore e far loro il regalo della vera pienezza. La nascente famiglia formata dal Signor Giuseppe Domenico Vicuña, di nobile casato, e dalla Signora Mercedes Pino, donna semplice e di modesta situazione economica, vide messa in pericolo, per la situazione civile di rivoluzione, la sua serenità e la sua sicurezza. La carriera militare del padre lo aveva collocato tra le file del regime del presidente. I fatti storici del Cile del 1891 e la caduta del Governo di José Manuel Balmaceda obbligarono la famiglia a fuggire da Santiago e a salvarsi nell'esilio. Laura, primogenita della famiglia, incomincia il suo esodo, molto comune anche oggi, giacché per differenti ragioni la gente si vede costretta a emigrare per poter avere dignità e la sicurezza necessaria per la stabilità della famiglia. Nasce quindi una domanda nella fede: chi sarà questa bambina? Perché gli eventi le tolgono la sicurezza e la tranquillità fin dall'inizio della vita? Quale sarà il messaggio della sua testimonianza? La società globalizzata in cui viviamo genera migliaia di bambini a rischio, senza affetto nè dignità. Che cosa ci può dire Laura, bambina portata tra le braccia dai genitori? Incomincia un esodo che ci ricorda le parole della Sacra Scrittura: "Lascia la tua terra… e vai verso la terra che io ti mostreró". 22 L'esilio é la prima decorosa realtà che affronta questa famiglia che deve partire verso Temuco nella primavera del 1894, per ricominciare una nuova vita. La situazione di insicurezza, di mancanza del necessario, sono i compagni. Laura cammina senza sapere dove arriverà, anche se il calore dell'amore dei genitori mitiga la sofferenza propria di una condizione tanto antica come la storia. Temuco, terra del Sud del Cile, riceve, con il suo freddo e piovigginoso clima, Laura e i suoi genitori che vogliono ricominciare lì la loro vita fatta di gioie e di amarezze. Il piccolo paese i cui abitanti non sono stabili ed eterogenei, vede nascere Giulia Amanda, l'unica sorella di Laura, nel 1894. Il padre muore improvvisamente due mesi dopo a causa di una polmonite fulminante, lasciando la famiglia totalmente allo sbaraglio. Donna Mercedes, gettata nell'insicurezza incomincia a cercare nuove strade che le diano la possibilità di sopravvivere e dare alle sue piccole figlie una vita degna con una certa stabilità per poter tirare avanti. Iniziano un altro viaggio, diverso dal primo, come emigranti. La carovana del gruppo familiare Vicuña 23 prende la strada del Nord di Temuco, un cammino lungo, pieno di difficoltà e di molte peripezie. Donna Mercedes, che arriva in Argentina dal Neuquen, ha una meta precisa, quasi una ossessione: Junin de los Andes. Brugna sottolinea con forza e chiarezza che per lei non esisteva unicamente il desiderio di cercare un lavoro ed avere la bramata tranquillità che per ragioni politiche non aveva trovato in Cile. "Lei seguiva una meta chiara anche se le fosse costata molti sacrifici e dolorose privazioni, voleva raggiungere il collegio delle Suore, stabilirsi vicino e poter così educare le sue figlie. Norquin, Las Lajas, Chapelco e Junin de los Andes é stato l'itinerario percorso dalle nostre emigranti". 24 Il relatore sottolinea la lentezza del viaggio a causa delle difficoltà climatiche e ci mostra Laura a Las lajas dove partecipa alle classi di catechismo. Qui Laura vive l'impatto doloroso provocato dalla morte di una compagna nelle acque del fiume Agrio (affluente del Neuquén) per aver disobbedito a sua madre. Quest’ esperienza, le fa apprezzare immensamente la virtú dell'obbedienza. 22 22 Gn, 12,1 Cf. BRUGNA CIRO SDB, Aportesss para el conocimiento de Laura Vicuña, Bs.,Aires, 1990,31-40 24 Cf. Idem, 31-32 23 La strada si fa lenta e Donna Mercedes spera sempre con gli occhi fissi alla meta: Junin de los Andes. Lei spera. L'occasione si presenta, quando alla fine di maggio del 1899, fa ritorno da un viaggio Manuel Mora che le offre l'aiuto e la possibilità di continuare il suo viaggio verso il sud. Quando il Signore chiama Abramo, questi inizia il suo esodo con esperienze e realizzazioni sostenute da una promessa in cui crede con tutte le sue forze 25. Laura sembrerebbe essere figlia di una promessa di incertezze e di abbandono; però sappiamo bene che niente, nella vita di chi crede, succede per caso. La Provvidenza di Dio alimenta la vita di ogni suo figlio conducendolo per sentieri, molte volte sconosciuti fino a raggiungere la meta. La capacità di accogliere le vie dello Spirito e di scoprire la propria realtà e i disegni della Provvidenza sulla propria vita é una sfida constante che si trova nel cuore di ogni battezzato. Molti si ribellano a questo loro cammino o a questa loro situazione; altri, invece, l'accolgono con fiducia e scoprono miniere nascoste che la Provvidenza di Dio le ha preparato perché possano raggiungere la vera pienezza. Sconcerto e dolore saranno stati i sentimenti di Abramo quando Yavhé gli chiede di sacrificare il figlio della promessa. La sua fede indomita nel Dio che gli va mostrando strade sconcertanti per farlo padre di un popolo, é l'ancora che gli permette la comunicazione con Colui che gli disse: "ti faró padre di un grande popolo". Questo Signore, autore, garanzia, e propositore dell'Allenza di Salvezza per il popolo, cerca sempre tra i suoi figli i collaboratori della sua missione coinvolgendoli nella sua azione di salvezza. Laura visse il suo esodo che ci ricorda gli esodi di questi tempi dove tanti immigranti e rifugiati vivono senza godere dei diritti fondamentali. Sono migliaia i volti che chiedono di poter vivere ed esistere; sono pure tante le giovani con gli stessi problemi di Laura: immigrate prive di affetto, preda facile di mafie senza scrupoli. La nostra piccola emigrante può dir loro una parola di speranza e di fiducia con la sua vita e la sua esperienza? Padre Crestanello 26, biografo e direttore spirituale, ci presenta la figura di Laura ricordando in modo positivo i momenti, le amicizie fatte nei diversi luoghi, lungo il difficile viaggio fino ad arrivare al suo amato collegio. Sempre in cammino, alla ricerca di una meta é stata la sua esperienza, qui Laura visse come itinerante… “Lascia il tuo paese… e vai dove ti mostrerò 27” ha detto il Dio Vivente ad Abramo. La vita itinerante é stata per lei esperienza di incertezza che la porterà sui sentieri dei semplici e degli eletti, chiamati a pregustare, fin da questa terra, la meravigliosa realtà di sentirsi immersi in Dio tanto da poter esclamare “Dio é qui ”. I lineamenti della sua condotta, che presenta il direttore spirituale, ci fanno vedere la normalità del suo agire: prontezza e sicurezza di chi sa benissimo dove dirige i suoi passi. La solitudine della nostra piccola emigrante, la ricerca di sicurezze per vivere, le avranno formato un carattere abituato al sacrificio e a dar valore a ciò che le circostanze offrono? Le strade del Signore sono per ogni figlio suo un mistero d'amore e una manifestazione della Provvidenza. Avere Dio nel cuore é la più grande beatitudine che bambini e giovani di tutti i tempi hanno sperimentato. Laura nella sua breve esistenza ci può dire qualcosa di questa realtà. 4. UNA CASA CHE ACCOGLIE "Felici coloro che accolgono con bontà, perché Iddio mostrerà loro fin da questa vita la tenerezza e la pienezza del suo cuore" 25 Cf. Gn, 12,2 -5 Cf. CRESTANELLO AUGUSTO, Vida de Laura Vicuña, Escuela Tip. "Gratitud Nacional" 1911 27 Cf. Gn. 12,1 26 "A te le affido" Cronistoria FMA. Le nostre viaggiatrici arrivano al collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Junin, e chiedono di essere ammesse come educande 28, precisamente nelle vacanze del 21 gennaio del 1900. Nel registro troviamo citate le due sorelle Vicuña, Laura di 9 anni e Giulia di 6 anni, figlie di Domenico e di Mercedes, cileni cattolici. 29 C’è da immaginare il dolore delle bambine al momento di separarsi dalla madre. Chi la ricevette disse: “Giulia piangeva e Laura era triste e pensosa”. Il Direttore spirituale invece afferma che Laura si mostrava contenta “molto in contrario al suo naturale moderato 30”. “A te le affido 31” aveva sentito Maria Mazzarello nella visione di Borgo Alto, dove la Vergine affidava una missione a lei e alle sue figlie. Le Figlie di Maria Ausiliatrice di Junin 32, arrivate da poco tempo, offrivano con semplicità l'affetto e l'accoglienza alle fanciulle che bussavano alla loro porta, o figlie di emigranti o della gente semplice del luogo. Le suore nutrivano un amore radicale per il Signore povero e obbediente al Padre. La vita semplice e austera di quei tempi le aiutava a centrarsi solo sull'essenziale: annunciare Gesù Cristo e farlo amare dagli altri era la loro missione. Nell'ambiente povero e semplice di Junin si respirava un'aria tutta speciale di molta allegria, che il Sistema Preventivo di Don Bosco, fondato sulla fede, sulla ragione e sull'amore, lo rendeva unico. Protagonista di tutto era la persona della fanciulla e della giovane, aiutata a essere artefice della sua Crescita e della propria libertà. Lo stile di educazione produceva e alimentava le condizioni necessarie per aiutare le fanciulle e le giovani a sviluppare grandi ideali ed a raggiungere mete di santità. Le Suore vivevano con le giovani lo spirito di famiglia, caratteristica carismatica delle Figlie di Don Bosco, che voleva si coltivasse nei suoi ambienti. La comunitá educativa ricevette Laura con cuore aperto, “… La missione salesiana costituiva un ambiente educativo unitario, dal quale sorse Laura Vicuña 33” Le ricreazioni, il canto, il gioco, le feste, lo studio ed i teatri 34 davano uno stile peculiare all’ ambiente e lo rendevano sereno e propizio alla crescita integrale della persona. Le diverse attività religiose: Triduo scolastico all' inizio dell' anno, Esercizi Spirituali e atti formativi propri dell'epoca davano una caratteristica speciale a questa missione salesiana. Laura si mostrò sempre libera e decisa . Invitava le sue coetanee a vivere i fatti giornalieri con speranza e chiarezza di decisioni. La sua vita lasciò il collegio pieno di gesti semplici e profondi dimostrando che la santità é propria di chi si apre al Signore della vita. 5. LA AMICIZIA É UNA FESTA "Felici coloro che hanno lo sguardo limpido, perché con il loro sorriso creano lacci di amicizia" "Chi ha trovato un amico, ha trovato un tesoro" Sir. 6,14 28 BRUGNA, 56-58 Cf. Idem, 57 30 Cf. CRESTANELLO, 10 31 CAPETI G. FMA (a cargo) Cronohistoria I, Ediciones Don Bosco, Barcellona, 83 32 BRUGNA, 82 33 Cf. IDEM, 82-107 Per comprendere l'ambiente educativo dell'epoca raccomandiamo il capitolo VI che parla della comunità educativa di Junin. 34 Cf. Idem,83 29 L'ingresso in collegio é la mediazione che Dio mette sulla strada di Laura, per sviluppare in lei l'amicizia, valore profondo della vita come regalo di Dio, per viverlo alla sua presenza e farne regalo agli altri. L'ambiente e le Suore del collegio permettono a Laura di scoprire il valore della vita che assume come propria con grande responsabilità. É in questo ambiente che Laura scopre il valore dell'amicizia e si apre con fiducia, come farebbe ogni buon cristiano che é affabile e cordiale con tutti. Conosciamo l'amicizia con Mercedes Vera, chiamata Merceditas come lei stessa afferma: "Molti fatti edificanti scoprii nella mia cara compagna Laura Vicuña nei tre anni e mezzo che passai nella sua dolce e cara compagnia nel collegio di Junin de los Andes". 35 Merceditas era maggiore di Laura di tre anni: peró Laura per responsabilitá, serietá, pietá, studio e lavoro, sembrava la maggiore. Tra le due si stabilí un rapporto di amicizia, avevano piena fiducia l'una nell'altra e si stimolavano a vicenda alla santitá con le parole e con l'esempio. "Le due amiche erano aperte con le Superiore e con il Confessore, però di ciò che non era materia di confessione, o che poteva destare curiosità o sembrare impossibile, le due ragazze non facevano parola con nessun’ altro. 36 Le due amiche si aiutavano reciprocamente per fare il bene, fortificavano la comunione ed erano esempio per le altre compagne. Il senso dell'amicizia aiutava Laura a comunicare spiritualmente, e a stabilire anche rapporti di bontà non solo con Merceditas ma anche con gli altri. Troviamo un esempio di amicizia con il chierico Felix de Valois, che il Padre Brugna così presenta: "In quel 14 di febbraio del 1900, alle tre del pomeriggio, arrivava alla missione salesiana una comitiva: erano il P. Milanesio, il P. Zaccarias Genghini, il Chierico Ortiz, Il Signor Carlo Cernada con il suo segretario, il Signor Luigi Boccard. Questo fu il primo incontro; prima di incominciare le attività educative del collegio, un semplice stringersi la mano, sorrisi di compiacenza e dialoghi insignificanti furono, sin dall’inizio, il ponte di una prima comunicazione spirituale tra due santi: Laura Vicuña e Felix Ortiz, il chierico. Subito sintonizzarono, ed é cosi che nacque, con naturalità e nobiltà, un'amicizia vera e definitiva che fece del bene ad entrambi e che durerà fino alla morte 37.” “L'amicizia o sintonia soprannaturale di Ortiz e Laura si rivelarono ancora sei anni dopo la morte di Laura, nel dolore di Ortiz, che scrisse nel giornale “Fiori di Campo” riferendosi al ricordo della sua cara amica: “Non posso non sentire il vuoto…, inutilmente cerco la distrazione…, il suo ricordo non si può separare da noi… era impossibile avvicinarsi a lei senza sentire la forza della sua amicizia 38.” L'amicizia vera é una fratellanza che si sostiene se ha Cristo come fondamento. Questa amicizia é un regalo di Dio per i credenti. Se consideriamo la nostra cultura vediamo che ci sono aspetti per una vera amicizia perciò: "É necessario rivendicare i gesti fraterni, come prendersi per mano, appoggiare la mano sulla spalla, giacchè ciò che permette all'amicizia di essere trasparente é l’assenza di possesso" 39 Gli apporti della psicologia ci dicono che un bambino/a e un preadolescente hanno bisogno di sentirsi parte di un gruppo, di un ambiente: a questa età é fondamentale creare vincoli che aiutino a scoprire la profezia, identità e direzione. Per questo, i nostri ambienti educativi devono favorire situazioni che diano forza a queste esperienze vitali, dato che la preadolescenza e l'adolescenza, "sono la grande età dell' amicizia, in cui la nasce l'interiorità e la conoscenza di se stessi. Nell'adolescenza uno si scopre 35 35 Cf. Idem. 152 cf.idem 153 37 Cf. Idem 129 38 Cf. Idem, 36 39 Cf. Revista Mensaje, Julio 2003. Articulo: Las amistades de Xavier Lacroix, 35 36 unico, ha davanti a sé la visione di coloro che non sono della famiglia. Esce dalla famiglia, per creare una fraternità d'elezione, molto simile a quella della famiglia, però con l'incanto che da il poter scegliere 40.” L'autore continua dicendo: "L'amicizia é allo stesso tempo, una costruzione: implica la volontà, é frutto di una qualità dell'anima che si chiama virtù 41” e continua,… "Nella Chiesa, un'amicizia può nascere da una vita spirituale condivisa e comunitaria, nasce dalla comunione e dalla comunità, non solamente dall'affettività 42.” I bambini di tutte le età hanno bisogno di sentirsi accettati nella vita sociale, nel proprio ambiente. Arrivando all'adolescenza, il bisogno di "far parte del gruppo" é più forte che in ogni altra età. Le amicizie si fanno più strette, i vincoli sono sempre più importanti. É frequente che si formino piccoli gruppi, ciascuno dei quali con una identità speciale. Durante la preadolescenza e l'adolescenza gli amici influiscono sui gusti, sulla musica, sui vestiti e sulle pettinature, come pure sulle attività alle quali si vuole partecipare. Nasce così il bisogno di preoccuparsi delle amicizie dei nostri bimbi e dei giovani, di creare ambienti educativi che siano promotori del valore della vera amicizia, che, come avvenne per Laura, dia forza alla vita secondo i valori del Vangelo. Lei, nel trovare l'amicizia, scoprì un tesoro, la perla preziosa: il regno di Dio. Così anche i nostri bambini e i giovani possono incontrare il tesoro che è Gesù Cristo. Per questo, riaffermiamo con forza che Laura visse in pienezza un'esperienza di amicizia ricca in valori, e fece dell'amicizia un cammino e una festa. 6. IL MIO INCONTRO CON GESÚ "Felici coloro che si alimentano dell'Eucaristía, perché con la sua forza saranno sentinelle di speranza" "Sono venuto perché abbiano vita" Gv. 10,10 Facilmente Laura accoglie i segni positivi che le regala l'ambiente e li fa suoi. Ci dice il suo biografo: "Imparó subito a preoccuparsi della sua persona, dei suoi vestiti, delle sue cose e a fare tutto seguendo un orario". Il suo carattere aperto alla realtà le permise di godere profondamente di tutto ciò che scopriva positivo e pieno di significato. "Affascinata dalle feste salesiane, fatte di cerimonie religiose, di poesie, di canzoni e di grande allegria". Questa stessa apertura di spirito le faceva godere la vicinanza con Gesù. Scoprire la presenza di Dio segnò infatti in Laura un dinamismo interiore nuovo che infiammò il suo cuore con un chiaro ideale. Racconta il suo biografo che dopo aver saputo che non poteva essere ammessa come Postulante tra le Figlie di Maria Ausiliatrice, fece di questa situazione negativa un motivo per una maggiore consacrazione a Gesù: …“ Voglio essere tutta tua anche se dovrò restare nel mondo 43”. Si sente felice nel pensare all' amore infinito di Dio: alimenterà e diffonderà questa fiamma con tutte le sue forze. Si prepara con decisione e con grandi desideri al giorno della sua Prima Comunione. Il 31 di Maggio 1901 è un giorno decisivo e fondamentale. Si prepara con la confessione e con l'avvicinarsi molto affettuoso a sua madre, per chiederle perdono: e come risposta ne riceve un grande bacio in fronte. L'esperienza di Laura, in questi momenti della sua vita, si manifesta con i suoi desideri profondi. 40 cf. Idem, 34 Cf. Idem, 33 42 Cf. Idem 35 43 CRESTANELLO A. "Vida de Laura Vicuña" Escuela Tip. Gratitud Nacional, Santiago, Chile,1911,25 41 1°: “Dio mio, voglio amarti e servirti per tutta la vita; perciò ti do la mia anima, il mio cuore, tutto il mio essere. 2°: Voglio morire prima di peccare; perciò voglio mortificarmi in tutto ciò che mi potrebbe allontanare da te. 3°: Mi propongo di fare quanto so e posso perché tu possa essere conosciuto e amato e per riparare le offese che ricevi ogni giorno dagli uomini, specialmente dalle persone della mia famiglia. Mio Dio concedimi una vita di amore, di mortificazione e di sacrificio 44.” La fedeltà a questi propositi suppone anche la frequenza al sacramento della confessione. Sarà per Laura non solo requisito della sua vita morale, ma anche un mezzo formativo, scuola di santità, facendo spazio a una direzione spirituale che le permetterà di far suo il progetto di Dio. Tutti questi elementi ci gridano la forza della vitalità dello stile educativo proposto in Don Bosco. La comunione di Laura con Gesú nasce in uno spazio educativo carico, impregnato della presenza di un Dio vicino, amico, ideale di vita, il nucleo di tutta l'avventura. Intorno a questo valore scoperto e da questo incontro personale con Gesú, girano tutti i suoi progetti di vita e le sue opinioni. La testimonianza e l'annuncio delle Suore l'aiutano ad avvicinarsi al gran mistero che si nasconde dietro la pace, l'allegria, la serenità e la bontà delle religiose che la educano. Lei a poco a poco va scoprendo il segreto: l'Amore é Dio. Si rende conto che Dio vive in lei, per cui essere buone significa precisamente: “Amare”. Qui incomincia l'avventura di Laura con Gesú e vivrà in una predisposizione di dialogo e di amicizia costante. Ci sono molti aneddoti significativi nella sua biografia. Uno é il nome con cui firma i suoi compiti scolastici: “La pazzerella di Gesú”, espressione che usò molte volte per giustificarsi quando la sorprendevano a parlare da sola, vedendola di tanto in tanto muovere le labbra o sussurrare qualche parola. Le chiedevano che cosa stesse dicendo: -Niente - rispondeva Lei - Stai parlando da sola? - Cosí fanno i matti - rispondeva sorridendo, riuscendo cosí ad esimersi di rispondere a domande inopportune e a dire ciò che non era conveniente si sapesse 45.” L'esperienza di un Dio personale si manifesta in modo profondo nell'orazione come dialogo pieno di affetto e di amicizia con Gesú. Laura realizzava visite frequenti al Santissimo. Don Crestanello scrive: "Aveva imparato a visitarlo, e per l'amore che Gli portava, avrebbe desiderato trascorrere lunghe ore in sua presenza, e accompagnarlo nella sua solitudine. Suppliva questa impossibilità con frequenti visite spirituali. Molte volte fu vista dalla scuola, dal laboratorio o dal cortile e anche dal letto durante la notte, rivolgere il suo sguardo verso la cappella e con gli affetti del suo cuore". 46 Lo spirito creativo e industrioso di Laura si manifesta nei dettagli quotidiani che cercano la comunicazione con l'amato. Donò a Dio il suo cuore, tutto il suo essere e si sentiva immersa in Dio e cosí lo manifestava: "Mi sembra che Dio stesso é colui che mantiene vivo in me il ricordo della sua Divina Presenza. Dovunque mi trovo, sia in classe, sia in cortile, questo ricordo mi accompagna, mi aiuta e mi consola 47.” L'intimità che Laura mantiene con Gesú é la forza che potenzia in lei la sua interiorità e le permette di essere forte, serena e decisa nelle sue scelte eroiche. Gesú Eucaristía e il suo amore a Maria sono le due forti colonne su cui si fonda il suo stile di santità. La presenza di Gesú che ama gratuitamente ciascuno di noi e che mai chiude le braccia della sua misericordia, il suo amore sempre presente e accogliente é l'esperienza basilare per la nostra 44 Cf. Idem,21 Cf. BRUGNA C "Aportes para el conocimiento de Laura Vicuña" Buenos Aires, 1990,138 46 CRESTANELLO, 60 47 Cf., Idem, 72 45 preadolescente. Dalla comprensione di questo amore che si trasforma in vita, Laura riceverá la forza per dar compimento al suo progetto d'amore e godere cosí abbondantemente della vita che lo Spirito le regala. 7. SON FIGLIA DI MARIA "Felici coloro che accolgono Maria come Madre, perché troveranno il sostegno alla loro vita" "Ecco tua Madre" Gv. 19,27 Svolgere il tema della spiritualità mariana di Laura Vicuña ci chiede di situarci, subito, nel contesto della pedagogia salesiana, così come Don Bosco l' ha capita e vissuta. Laura ha maturato questa devozione quasi esclusivamente nell'ambiente del collegio di Junin de los Andes, che l'accolse per circa quattro anni. La ricchezza spirituale delle suore trasformava quel luogo in un nido di fervore, con il sapore delle origini. Laura del Carmen, un nome di sapore mariano, donato dai genitori il 5 aprile del 1891, e confermato dalla chiesa il 24 maggio dello stesso anno. Il nome Carmen parla dello spirito cristiano dei genitori Giuseppe Domenico e Mercedes e della loro devozione alla Madonna onorata sotto questo titolo, devozione profondamente radicata nel popolo cileno. Questo dettaglio ci fa supporre che Laura, quando arrivò nel Collegio di Junin de los Andes, conoscesse la Madonna e la sua maternità divina, caratteristica della Madonna del Carmelo perchè probabilmente avrà avuto con lei un incontro filiale. Laura scopre la figura di Maria Santissima Sul fondamento di una religiosità mariana popolare… qual’ é la novità dell'apporto che l'ambiente salesiano dà a Laura? E’ chiarissimo il sigillo di Maria Santissima nella fondazione dell'opera salesiana, e lo zelo con cui Don Bosco diffondeva la devozione alla Madre di Dio, Immacolata Ausiliatrice. Lei é e sarà sempre la "maestra", "guida" e "rifugio" dei giovani. In questo ambiente pieno di spiritualità mariana, di allegria e di festa, di semplicità e chiarezza, di spirito di famiglia e di preghiera che si respirava ogni giorno, Laura incomincia a fare i primi passi decisivi e fondamentali nella sua relazione con Maria, la Vergine Madre. Godeva infatti moltissimo delle feste salesiane, fatte di cerimonie religiose, canzoni, poesie e musica. Tra queste feste spiccano quelle mariane, precedute da novena, triduo o, anche, da un mese di preparazione nelle quali le proposte spirituali, chiamate fioretti, costituivano la "migliore occasione per stimolare, alla luce di Maria, per amore a Maria o in onore a Maria, a un cristianesimo sempre più vero e impegnativo. 48 D'altra parte, non ci é possibile sapere con certezza quali fossero i contenuti mariani appresi da Laura, peró senza dubbio, dalle sue parole e dagli scritti é facile dedurre con indiscussa chiarezza, quello di invocare Maria come Madre Immacolata Ausiliatrice. Tra tanti, l'aspetto che spicca nella vita di Laura é quello della maternitá di María. Laura vede María come Madre, Madre di Dio e dell'umanitá. Se cerchiamo di scoprire la sua conoscenza rispetto alla maternitá di Maria, la sentiamo ripetere piú volte: "Qual sorte é la mia di essere Figlia di Maria! Cóme é stato buono Gesú con noi, regalandoci alla sua stessa Madre come madre nostra" 49 Con sempre nuovo stupore e profondo convincimento, a chi le parlava di María, Laura ripeteva: "Lei é mia Madre!" Così come Laura parla della Madonna come Madre con teneri affetti, con altrettanta ammirazione e desiderio vuole imitarla, soprattutto nella sua purezza. In questa fanciulla, la figura di Maria 48 49 DOSSIO,M. La spiritualitá mariana di Laura Vicuña Rivista scienze dell'educazione Roma, 3 CRESTANELLO A. Vida de Laura Vicuña, Argentina 1990,69 Immacolata é sempre presente e l'accompagna nella lotta contro le insidie del peccato e del male. Quando Manuel Mora tenta di violentarla, é Maria Immacolata in cui Laura si rifugia, sia come modello da imitare, sia come potente interceditrice. La medaglia che ha con sé, come Figlia di Maria è motivo di grandissima fiducia in Maria. Mai Laura si sente sola nelle forti lotte che affronta: vicino a Lei c'é Maria. E quando la situazione si fa difficile, sa resistere e vincere. Questa vittoria é senza dubbio frutto di una particolare assistenza di Maria 50. Se di questa natura era la devozione di Laura all'Immacolata, non meno vivo e intenso é il suo amore per l'Ausiliatrice. Il fatto di concepire la Madonna come Madre e Immacolata la guidava a fidarsi di Lei come Aiuto. Più ancora, il trovarsi in un collegio messo sotto la sua protezione con educatrici che portavano il suo nome, la aiuta a scoprire un nuovo aspetto di questa devozione mariana. Don Bosco aveva sperimentato e raccontato moltissime volte l'intervento potente di Maria per la Chiesa e, in particolare, per i suoi giovani e la sua presenza viva, materna e attiva nella congregazione da lui fondata. Trasmise questa esperienza ai suoi collaboratori con la passione e l'ardore proprio di un figlio che intende far conoscere le grandezze di sua madre. Gli educatori e gli educandi di Junín si sono lasciati conquistare in profondità da questo messaggio e, come figli del Santo padre, lo trasmettevano con molto impegno a tutti. Non lasciavano passare occasione senza far conoscere le molte intercessioni di Maria, farla amare dai giovani e farla imitare nella vita semplice di tutti i giorni, invocandola con la giaculatoria: "MarIa aiuto dei cristiani, prega per noi". Questa fervorosa insistenza non poteva non avere una risposta positiva da parte delle allieve del collegio. Laura era una di queste. Scoprire MarIa Santissima come Ausiliatrice le aveva aperto nuovi orizzonti riguardo alla sua presenza nella storia della salvezza nella Chiesa. Maria é l'aiuto che Dio liberamente si é scelto per realizzare il suo disegno di salvezza; nella sua risposta libera e generosa il Verbo si é fatto carne 51. Laura, anche se di giovane età, comprese pienamente il senso e il valore di MarIa S. ma come Ausiliatrice; non tanto per mezzo di una ricerca teologica, ma attraverso la narrazione delle gesta gloriose realizzate dalla Vergine a favore dei suoi figli lungo la storia, specialmente nella vita di Don Bosco. Se nel momento della tentazione di Mora, come si diceva prima, l'immagine della Madonna le si presentava come modello di purezza, il nome di Maria Ausiliatrice é nella sua preghiera supplica di aiuto, di presenza, di forza nella dura lotta contro il male. D'altra parte, il senso apostolico presente in questa devozione, non lascia Laura insensibile o apatica davanti alle situazioni o alle persone. Sicura dell' aiuto di Maria, si impegna ad essere, anche lei, "ausiliatrice con Dio" per la salvezza di sua madre. Laura vive la sua devozione mariana in forma matura e responsabile, e non con sentimentalismi o con debole adesione alla Madonna. E’ precisamente l'Ausiliatrice che la guida a vivere sempre per gli altri. É per questo che in casa la chiamano la seconda ausiliatrice 52. La sua personalità era frutto dell’amore a Maria Ausiliatrice che i figli e le figlie di Don Bosco alimentano nei giovani. Un momento forte e intenso per far vivere questa devozione é la celebrazione del 24 di maggio, commemorazione liturgica di Maria Ausiliatrice. Il 24 maggio del 1903 si ricorda in modo molto speciale. Laura, in questa occasione, manifestò in forma singolare la pienezza del suo amore per l'Ausiliatrice. "In presenza delle autorità locali civili ed ecclesiastiche, Laura lesse con tanta grazia e soavità un saluto a Maria preparato da lei stessa, tanto da far commuovere i presenti. Non sembrava vero per una ragazzina della sua età. I presenti non capivano come una ragazzina di solo 12 50 Cf. DOSIO,M.; Op.Cit, 4. Cf. Idem,5 52 Cf. Idem. 6 51 anni avesse potuto esprimere tali sentimenti di amore, di gratitudine, come lo aveva fatto Laura. Senza dubbio solamente il grande amore racchiuso nel suo cuore poteva averle dettato quelle dolci parole 53.” 8. "LA MIA VITA IN CAMBIO DELLA TUA" "Felici se cercano donarsi totalmente per il bene di coloro che amano, specialmente per i più vicini, perché i loro desideri si compiranno". "Non c'é amore più grande che dare la vita". Gv. 15,13 Il cammino di crescita nella vita cristiana é un cammino di maturità nella fede, di un acquisto continuo e progressivo di comunione e di vita con Dio in Cristo Gesú. In questo senso risulta relativamente facile parlare della maturità della fede per gli adulti, perché sono più maturi ed hanno migliori elementi per stabilire autentici e nuovi incontri di comunione con Dio e con i fratelli. Nel caso di Laura Vicuña, preadolescente che muore poco prima di compiere i tredici anni non è così. Lei, senza aver raggiunto la piena maturità umana, per la sua giovane età, ha fatto passi da gigante reali e concreti di un’autentica maturità nella fede. La donazione della vita di Laura non é prodotto del caso. Non la muovono a prendere questa decisione motivazioni superficiali o sentimentalismi. L'offerta della propria vita é in Laura una conseguenza di un breve, però intenso, cammino di amore e di comunione con Dio. É il frutto più gustoso che questa piccola fanciulla può regalare a Colui che dette fondamento alla sua vita e alla sua missione. Sono precisamente questi fatti, che permettono di intuire in Laura la presenza di una dinamica spirituale che, sulla base di una particolare sensibilità ai valori religiosi, svolge un tipo di comunione con Dio del tutto speciale per ragazze della sua età, e le ispira un atto eroico di carità: il dono della propria vita 54. Secondo lo studio fatto da suor Maria Dosio 55, risulta significativo il riferimento a San Tommaso di Aquino, riguardo i segni che mettono in luce la presenza di una intensa vita spirituale fin dalla fanciullezza. Ne elenchiamo tre: "Disposizione al silenzio e all'attenzione interiore (il gusto di Dio) disposizione a fare gesti gratuiti (disprezzo delle cose del mondo), un senso speciale di pace e di allegria. Queste disposizioni naturali si manifestano con un orientamento sincero e perseverante verso il Signore, nell' incontro con Lui in un’ attività prolungata e abituale dell'intelligenza e della volontà, illuminata e sostenuta dalla grazia soprannaturale, nel discernimento più o meno chiaro di una orientamento di vita conforme alla volontà di Dio, nell'ascesi e nella lotta contro le inclinazioni disordinate e la ricerca di se stessi, nell'apostolato e nelle azioni che aiutano gli altri a incontrarsi con Dio e a servirlo 56.” Il suo direttore spirituale ci parla dell’apertura all'azione della grazia divina e della felicità che provava nello stare alla sua presenza. Così confermano i testimoni: "Si notava in lei una vera inclinazione alla pietà. Il suo cuore trovava pace e riposo nelle cose del Signore. Durante la preghiera si vedeva che la sua mente era immersa in ciò che stava facendo tanto che molte volte bisognava farle notare che ormai era tempo di uscire di chiesa". 57 Posso assicurare che Laura viveva una vita di fede, vivendo alla presenza di Dio, dirigendosi a Lui con fiducia in mezzo ai 53 Cf. Idem, 6 Cf. DOSIO M., La "vicenda religiosa di Laura Vicuña (1891-1904) sullo sfondo della religiositá preadolescenziale, Rivista di Scienze dell'Eucazine 26, 1988,15 55 Cf.Idem,16 56 Cf. Idem, 18 57 CRESTANELLO, Vida de Laura Vicuña,227 54 problemi e alle difficoltà, e osservando spontaneamente e per amore i comandamenti, i precetti della Chiesa e i suoi obblighi personali. Durante il lavoro e anche in ricreazione ripeteva con molto fervore giaculatorie e preghiere". 58 La preghiera per Laura non era solo un’abitudine: lo dimostra 59 la ferma volontà nella fedeltà ai doveri assunti quando, nel tempo delle vacanze trascorse nella fattoria aveva difficoltà per le sue pratiche di pietà. La vita all' aria libera, le amicizie e la bellezza che la natura le regalava, l' assenza di stimoli idonei e favorevoli, potevano essere ragione più che sufficiente per una vacanza della sua vita di preghiera. Tutte queste motivazioni non possono modificare il suo proposito. Al contrario, Laura coltiva più intensamente la sua amicizia e il suo dialogo con Dio, soprattutto quando presagisce il momento della lotta giacché vive sotto lo stesso tetto di Manuel Mora. Questa strategia le dà la vittoria nel momento del pericolo 60. Ci domandiamo: Chi é Dio per Laura? Certamente non era un essere astratto, lontano, come neppure il frutto della fantasia. Se ci riferiamo allo studio di Suor Maria Dosio, scopriamo che con quello che apprese nel collegio scopre il Signore vivo, attivo con cui é possibile entrare in un dialogo e a cui si deve amore, obbedienza, rispetto, senza perdere la piena fiducia di una figlia. Se Laura non avesse fatto l'esperienza di Dio Padre e non lo avesse considerato un bene assoluto e trascendentale, non ci potremmo spiegare i suoi atti di adorazione, di adesione alla sua volontà e, allo stesso tempo, la sua illimitata fiducia in Lui. 61 In Laura é innata la comunicazione con Dio. "Mi sembra, é sempre lei che lo dice, che Dio stesso mantenga vivo in me il ricordo della Sua Divina Presenza. In qualsiasi parte mi trovi, sia in classe, sia nel cortile, questo ricordo mi accompagna, mi conforta e mi aiuta a fare tutto nel migliore dei modi e non mi é occasione di distrazione, perché anche non pensando a questo, senza accorgermi mi trovo a godere di questo ricordo". 62 Quindi in rapporto all'autentica fede di Laura, ci riferiamo al più grande gesto d'amore nella donazione oblativa di se stessa per la conversione della Mamma. É questo il frutto maturo di una pietà seria, autentica, sigillata dal ringraziamento al Signore che ha accolto la sua offerta e regala alla Signora Mercedes la salvezza invocata. Perché "non c’è amore più grande che dare la vita ". Laura lo comprese e non dubitó un solo istante per realizzarlo. Anche senza questo gesto, in se stesso molto significativo, la sua vita é piena di fatti, di segni che mostrano l'azione trasformatrice della grazia nella sua persona e nelle sue azioni nell'esercizio della carità. Finalmente possiamo dire che la vita di Laura si svolge nell'ordinarietà della giornata, tanto che uno sguardo superficiale non sarebbe capace di scoprire la grandezza della sua interiorità. Però dai frutti si conosce l'albero, e dalla fine della sua vita possiamo scoprire lo stile della sua esistenza. Solo l'amore di Dio coltivato con delicatezza e costanza, fa possibile una continua comunione con Colui che le ispira e le da la forza per compiere il gesto più grande della sua vita: il dono totale di se stessa per la salvezza di sua madre. Questo ci dice che le preadolescenti, spinte dall'amore, possono fare della loro vita, senza misure, il dono di se stesse a Dio e al prossimo. Sua Santità Giovanni Paolo II, parlando ai giovani a Toronto, diceva loro: "Non aspettate di essere più vecchi per avventurarvi sulla strada della santità! La santità é sempre giovane, Così come é giovane 58 DOSIO, M. Op. Cit. 16 Cf. CASTANO, Laura, p.115 60 Cf. Ibid., pp.91-94 61 Cf. Dosio, M Op.Cit, 18 62 CRESTANELLO, Vida de Laura Vicuña", 254 59 l’eterna gioventù di Dio. La santitá non é questione d'età" Così ce l’ha dimostrato la nostra Beata Laura Vicuña. CONCLUSIONE LA SUA VITA CI DICE Dopo questo itinerario vorremmo sintetizzare le impressioni sulla breve esistenza di questa ragazzina che ha senza dubbio la profondità di chi scopre dentro di sé la certezza di essere visitata da una forza interiore che la spinge a camminare; che insieme alle sue disposizioni personali, la porta per strade di vera pienezza. • La nostra preadolescente Laura é attiva, dinamica, semplice e inserita nel suo ambiente in forma normale, capace di fare scelte semplici e anche eroiche. • L'ambiente educativo salesiano permette a Laura di trovarsi con se stessa per rispondere alla vocazione che Dio le ha dato: la santità nel quotidiano. • Il messaggio della sua vita ci parla delle sue capacità di accogliere le vicende familiari del quotidiano con serenità, reagendo in modo positivo. Due grandi elementi sono presenti nel suo itinerario spirituale: 1. Umanamente é capace di: • vivere con serenitá e allegria coltivando in pienezza l'amicizia • farsi rispettare e difendere la sua dignitá di fanciulla- donna. • vivere in obbedienza al confessore e alle sue educatrici. 2. Il suo progetto di vita cristiana si caratterizza per: • L'interioritá coltivata per mezzo della Direzione spirituale • La devozione a Maria • La frequenza dei sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucaristia • L'amore a Gesú Sacramentato manifestato nelle sue visite frequenti nei tempi liberi dallo studio. • La capacitá di amare con trasparenza chi ci é vicino fino a farsi capace di donare la propria vita perché gli altri possano sperimentare l'allegria e vivere l'esperienza di sentirsi Figli di Dio.