La Macchia - Sito Istituto Comprensivo Albano
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La Macchia - Sito Istituto Comprensivo Albano
Istituto Comprensivo Albano a.s. 2015/16 “ La Macchia” Progetto didattico rivolto alle classi di scuola dell’Infanzia e primo ciclo Primaria Premessa Il progetto “La Macchia” nasce all’interno di una progettazione più ampia rivolta a tutte le classi dell’Istituto, dall’Infanzia alla secondaria di primo grado, denominata “Macchie di Luce” Intento del progetto è affrontare già in tenera età sia la produzione che la fruizione grafico-pittorica salvaguardando gli spazi creativi già insiti nel pensiero infantile a tutto vantaggio della costruzione di una personalità esteticamente orientata che veda, viva ed esprima mediante l’osservazione e la produzione di opere grafico-pittoriche, le proprie sensazioni e le proprie emozioni . Perché la Macchia Perché un progetto dedicato alla macchia? Perché riteniamo che la macchia rappresenti l’unità basiliare ed essenziale attraverso cui il bambino inizia a rapportarsi sia con l’osservazione che con la produzione grafico-pittorica… All’origine ogni cosa è macchia in quanto gli oggetti della rappresentazione grafica sono ancora sconosciuti alla tabula rasa su cui vanno a fissarsi le immagini della realtà quotidiana… Ma già dopo pochi mesi le immagini prendono forma e le forme verranno associate a dei nomi ai fini di una catalogazione indispensabile per la vita reale… Normalmente questa fase di graduale formazione del pensiero reale mortifica la fantasia del bambino ed incanala la sua creatività lungo percorsi già canonizzati in cui c’è sempre meno spazio per la libera espressione e per un’evoluzione più personale delle proprie sensazioni associate al pensiero artistico… Ne consegue che già nei suoi primi tentativi espressivi lo strumento che quasi sempre il bambino avrà a propria disposizione sarà una matita o un colore puntiforme, e quindi lo strumento orienterà la sua espressione in direzione di percorsi lineari e formali, in cui il colore avrà più o meno la funzione di “riempire” le forme ottenute… Non a caso consideriamo “lo scarabocchio” il primo tentativo di espressione grafica spontanea, ben sapendo che si tratta invece di una produzione indotta dai limiti strumentali della matita e dagli esempi su cui si orienta la produzione del bambino. Il colore finisce così per rivestire un carattere secondario, facoltativo, quasi suppletivo dell’espressione primaria che è comunque lineare e formale… Il nostro progetto parte invece dalla convinzione che non incanalare l’espressione grafica del bambino da subito in direzione del tratto lineare e dello scarabocchio possa invece favorire la formazione di un pensiero artistico orientato al colore come espressione grafico-pittorica primaria! A questo punto non sarà più il tratto lineare e formale a determinare la rappresentazione dell’oggetto ma il colore stesso con le sue variazioni di tinta e di intensità… Il tratto lineare e formale, i profili, le forme, potranno anche essere delineati ma in un secondo tempo, come a voler sancire e rinforzare una rappresentazione già identificata dall’uso appropriato del colore. A questo punto l’unità elementare dell’espressione grafico-pittorica diviene il colore stesso e lo scarabocchio lascia il posto alla MACCHIA. Obiettivi e finalità Le finalità principali del progetto sono le seguenti: a) Favorire lo sviluppo di una personalità creativa esteticamente orientata. b) Favorire l’insorgenza di un pensiero divergente capace di osservazioni e produzioni artistiche non banali e complesse nei contenuti. c) Affinare la capacità d’osservazione e d’interpretazione in campo artistico come nelle altre discipline. Obiettivi 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Aumentare la coordinazione grafico –motoria muovendo in maniera più naturale dalla massa. alla periferia, lungo una dimensione centrale-periferica. Identificazione delle macchie come produzioni casuali o intenzionali generate da diversi. materiali con diverse caratteristiche. Ricerca delle macchie casuali negli ambienti familiari. Ricerca e classificazione dei diversi materiali in grado di produrre macchie. Produrre macchie intenzionalmente utilizzando diversi materiali. Conoscere e classificare i diversi materiali per produrre macchie. Produrre macchie intenzionalmente utilizzando i colori. Conoscere le denominazioni dei colori. Conoscere le combinazioni tra i colori. Utilizzo dei colori trasparenti (acquerelli) e contrapposizione con i colori opachi (tempere). Riconoscere delle forme o dei soggetti nelle macchie osservate e/o prodotte. Creare dei profili sulle macchie che identifichino i soggetti individuati. Utilizzare le macchie per creare rappresentazioni grafiche. Conoscere diverse opere e i corrispettivi autori che hanno utilizzato le macchie come unità di base per la loro arte (In particolare Joan Mirò e Wassilj Kandinskij ) Tecniche operative L’osservazione e l’esplorazione. L’osservazione sarà alla base di qualsiasi tecnica operativa usata. Infatti l’osservatore si attiva animato da diversi tipi di motivazione, per esempio curiosità o interesse, passione o semplice gusto estetico per l’oggetto osservato. Sarà compito degli insegnanti creare le giuste premesse motivazionali per fa si che l’osservazione abbia luogo animata dalle giuste motivazioni. L’esplorazione rappresenta invece una fase precedente alla stessa osservazione è caratterizzata dal momento in cui l’alunno si guarda intorno alla ricerca di stimoli e materiali idonei a rappresentare l’oggetto da esplorare che può essere una macchia già preesistente, una macchia appena creata o dei materiali idonei a creare una macchia. Classificazione dei diversi tipi di macchia. Per comodità d’analisi e per semplificare le procedure ci è sembrato il caso di distinguere i diversi tipi di macchia secondo una classificazione che tiene conto di 2 diversi fattori : CARATTERISTICHE - La materia di cui è costituita; - Sconosciuta; - Grande o piccola; - Colore; - Intensità forte o debole - Pareidolia - PRODUZIONE - Prodotta casualmente; - Prodotta intenzionalmente; - Da chi è stata prodotta; - Preesistente, scoperta dopo esplorazione; - Tecnica di produzione; Macchie casuali e macchie intenzionali Ogni macchia non prodotta intenzionalmente o ritrovata nell’ambiente circostante all’esplorazione sarà definita “macchia casuale”; in alternativa ogni macchia prodotta intenzionalmente sarà definita “macchia intenzionale”. Mentre le macchie casuali potranno essere solo oggetto di classificazione secondo i due fattori di cui sopra, le macchie intenzionali dovranno anche essere oggetto di accurata descrizione circa il modo e la tecnica con cui sono state prodotte. Tutte le macchie saranno oggetto di attenta osservazione pareidoliaca. ATTENZIONE… Ogni macchia, per essere tale, non deve MAI essere stata prodotta con l’intenzione di rappresentare qualcosa, altrimenti non sarebbe più una macchia ma sarebbe quel qualcosa e vanificherebbe i requisiti del progetto. Foto originale del "volto su Marte" scattata dalla sonda Viking Un esempio di classificazione Macchia 1 Macchia 2 CARATTERISTICHE Di caffè; piccola; opaca; marrone; a forma di uccello; su tovaglia di plastica; Di acquerello; rosso; semitrasparente; a forma di occhio; PRODUZIONE Casuale durante la consumazione di un caffè dall’insegnante; Intenzionale; su foglio di carta con pennello; NOTE Un esempio di lavoro: Dalla macchia a Mirò: apprendere attraverso l'immaginario Possono fogli di carta velina, strappati e lanciati in aria, dare vita a una tempesta d'idee? (Il seguente lavoro è stato progettato e realizzato dagli alunni e gli insegnanti della classe primaria 1B della scuola Lombardo Radice di Perugia) L'intenzionalità del docente Miró significa colui che guarda; a lui bastava un’emozione anche piccola per mettere in moto l’immaginazione. Una macchia sul muro piuttosto che un filo che usciva da una tela generava un’idea che ne faceva nascere un’altra e ancora un’altra (Con gli occhi di Miró, Artebambini). era sempre sospinto verso nuove scoperte ed è quello che è successo ai nostri alunni durante questo percorso. Possiamo affermare che le peculiarità dell’artista ci hanno dato l’idea per questo progetto insieme alla convinzione che l’ingresso in prima elementare è un momento importante nella vita di un bambino, perché è un’esperienza intensa, attesa, desiderata, a volte temuta e mai banale. Da qui la necessità di creare un ambiente in cui i bambini potessero via via diventare un gruppo, fare domande, dare risposte libere, osservare per conoscere, descrivere, disegnare e giocare per far sì che l’apprendimento passasse anche attraverso l’esperienza corporea. Abbiamo così concordato di dare attenzione al singolo pensiero, alle scoperte personali fatte in compagnia di coetanei e insegnanti. Le attività hanno visto momenti in cui gli alunni hanno lavorato collettivamente, a piccoli gruppi e singolarmente. Nostra volontà era di far corrispondere alla semplicità della situazione proposta un potenziale generativo capace di originare processi profondi di rappresentazioni condivise, di iniziazione alla narrazione orale e scritta. Narrare, oltre ad essere una pratica umana, è, secondo la lezione bruneriana, una modalità fondamentale del pensiero per interpretare la realtà. L’attività proposta Dalla macchia a Mirò può essere paragonata ad una bacchetta magica che ha trasformato macchie di colore in immagini, quest’ultime in parole e, quindi, in piccoli racconti. La magia delle macchie colorate (ovvero l’apertura all'immaginario) può continuare all'infinito, è come un filo rosso che, una volta tra le dita, darà vita a quel gioco bellissimo di entrare in contatto con il proprio mondo interiore imparando a dargli forma espressiva. Ciò che è sotteso a questo percorso è un discorso rigoroso che ha coinvolto diversi linguaggi: corporeo, artistico, musicale e linguistico. In questa documentazione, per comodità espositiva, si è scelto di presentare l’attività in maniera segmentaria analizzando i rapporti tra l’artista e le discipline che hanno concorso in questo lavoro, ma durante l’anno, con gli alunni, il lavoro è stato portato avanti in maniera simultanea considerando i vari linguaggi come molteplici punti di vista che garantiscono un approccio plurimo capace di generare processi profondi di rappresentazioni condivise e l’avvio di operazioni di interpretazioni di sé. Miró e l’arte Il gruppo docente ha deciso di lavorare su Miró che è considerato un artista di indiscutibile valore culturale e, secondo noi, dal potenziale generativo, capace di avviare i bambini alla narrazione, alla poesia, alla musica e al sogno. L’attività ha preso il via da un gioco: i bambini muovendosi liberamente nell'atrio della scuola hanno strappato e lanciata in aria carta velina colorata che in modo leggiadro ricadeva a terra, in seguito i pezzi di carta variopinti sono stati appoggiati su cartoncini bianchi e poi spruzzati con acqua. Abbiamo ottenuto macchie di colore che gli alunni sono stati invitati, individualmente, ad osservare e a tracciare con un pennarello i contorni. Si è proposta un’attività riconducibile alla pareidolia, ovvero l’individuazione di figure note in forme amorfe (solo tre bambini non sono riusciti ad effettuare questo procedimento). Fra le varie immagini i bambini hanno identificato animali, persone e oggetti. Con tali elementi gli alunni hanno creato dei disegni, alla maniera delle Costellazioni di Miró, che raccontano le storie precedentemente inventate. Un’altra attività è stata quella di riprodurre, con i pastelli ad acqua, tre opere dell’artista: Il cane che abbaia alla luna, Giardino con somaro e Villaggio di Prades. Certamente l’aver presentato ai bambini Miró non aveva l’obiettivo di comprendere il complesso messaggio che l’artista dà con la sua opera, ma oltre ai motivi già dichiarati abbiamo tenuto conto della caratteristica del tratto dell’artista che appare familiare e riconoscibile ai bambini proprio per una certa somiglianza formale con il loro. Miró e la lingua orale e scritta Nell'insegnare a leggere e a scrivere deve primeggiare la codifica simbolica del parlato, perché queste abilità muovono visioni d’insieme, intuiscono significati e predicano la parola. È stato scelto un approccio cognitivo all'apprendimento della lettura e della scrittura dove la mente del bambino è stata protagonista del processo messo in atto; il ruolo che la narrazione ha assunto all'interno dei processi formativi ha suggerito di mantenere in equilibrio gli spazi di discussione, di condivisione, di negoziazione di significati che si sono aperti con altri di natura più marcatamente testuale. La strumentalità non ha mai prevalso sulla funzione della creazione di storie, di attivare esperienze formative; i meccanismi narrativi non sono mai stati disgiunti dalle situazioni che governano i processi di discussione e identificazione valoriale. L’attività di scrittura delle storie, realizzata a gruppi, dà conto del processo caratterizzato dal dialogo costante tra tutti i piani coinvolti nell'apprendimento delle lingua (fonologia, lessico, morfologia, testualità, prossemica e la pragmatica…). I 22 alunni della classe sono stati divisi in cinque gruppi formati dall'insegnante di lingua in modo che emergessero le potenzialità e le intelligenze personali di ciascuno. L’attività di creazione di altrettante piccole storie ha dato risultati inaspettati per tutte noi insegnanti, soprattutto per la capacità quasi naturale di inventare storie coese dal punto di vista strutturale. Ogni gruppo ha avuto a disposizione alcuni elementi rintracciati nei cartoncini colorati, con questi sono stati poi elaborate cinque storie. La ricostruzione orale ha fatto da collante tra tutte le attività del progetto, la descrizione è emersa in seguito all'osservazione delle tre opere di Miró sopra citate. Miró e la musica L’attività di musica è iniziata di pari passo con l’insegnamento della lingua attraverso forme parlate con ritmo, poliritmie, giochi e poesie musicali per pronunciare bene le lettere, i gruppi consonantici e le parole. L’ attività è stata ripresa durante l’orario di lingua italiana per evidenziare assonanze, rime, sinestesie e quel linguaggio per suoni, ritmi e immagini. Si è passati poi alla scoperta della “fisicità delle parole” intesa come ascolto della loro tonalità; è così nato il gioco di trovare “parole dell’aria e parole della terra” che ben si è collegato a Miró in quanto artista legato a questi due elementi. … Adorava la terra, si sentiva come un insetto con le antenne ben tese. Ronzava intorno a ogni cosa, sempre sospinto verso nuove scoperte!… (Con gli occhi di Miró, Artebambini). Durante l’attività musicale gli alunni hanno anche sonorizzato il testo della storia creata da uno dei gruppi intitolato Sotto il tendone del circo. Il lavoro si è concluso con una rappresentazione dove la classe ha messo in scena uno spettacolo frutto di un lavoro multidisciplinare a testimonianza della più ampia interazione dei linguaggi, condizione didattica alla base del nostro progetto. File:Dalla macchia a Mirò - apprendere attraverso l'immaginario ok.pdf Video degli elaborati artistici Nel video si possono rilevare le attività realizzate con la collaborazione preziosa del maestro d'arte Simone Farfanelli. Alla presentazione e discussione delle opere di Mirò, è seguita la riproduzione dei quadri da parte dei bambini, guidati dalla fantasia e dall'immaginario di ciascuno. https://www.youtube.com/watch?v=MsmpVTiYD5M&feature=youtu.be Sito per colorare immagini d’arte: http://www.thecolor.com/category/coloring/Famous-Paintings.aspx Biografia di Juan Mirò Enciclopedia dei ragazzi (2006) La realtà diventa un mondo di sogno Pittore, grafico e scultore catalano, Miró è profondamente legato alla sua terra: la vita dei contadini, i loro oggetti di uso quotidiano, l’arte popolare, le luci e i colori del Mediterraneo sono alcune delle sue fonti di ispirazione. In seguito, i soggiorni a Parigi e la frequentazione di Picasso e degli esponenti del dadaismo e del surrealismo ne hanno determinato lo stile e le scelte artistiche Osservare e immaginare la natura Miró affermava: «le cose più semplici mi danno delle idee». Il continuo contatto con la quotidianità della terra catalana, «il rumore dei cavalli nella campagna, le ruote di legno di carri che cigolano lungo la strada, il suono di passi, grida nella notte, grilli» alimentano la tensione emotiva e psicologica necessaria alla sua pittura. Nel 1912, intorno ai vent’anni, Miró (nato a Barcellona nel 1893) visita una mostra di pittori cubisti, come Juan Gris e Fernand Léger (cubismo), ma i suoi primi dipinti, pieni di colori vivaci e stridenti, dalla pennellata decisa, sono vicini alle opere di Van Gogh, Cézanne e dei pittori fauves. A Barcellona frequenta l’accademia privata diretta da Francisco Galí che segue un metodo molto libero: gli allievi devono riprodurre un oggetto praticamente senza guardarlo ma conservandone la prima impressione. D’altro canto, Miró è uno straordinario osservatore e riesce a soffermarsi per ore su piccoli particolari naturali: per lui un sasso o un filo d’erba sono espressione della perfezione della natura tanto quanto un paesaggio nella sua complessa bellezza. Lo dimostrano dipinti minuziosi come “L’orto con l’asino “ del 1918. Picasso, dada e i surrealisti Artista dal temperamento romantico, taciturno e riflessivo, Miró è però molto attento agli sviluppi dell’arte moderna, soprattutto francese. Nel 1920 si reca a Parigi, dove frequenta il pittore cubista Pablo Picasso, che lo incoraggia a lavorare. Si avvicina inoltre al circolo degli artisti e poeti dadaisti (dadaismo), di cui apprezza la mancanza di regole e preconcetti nell’arte. Ma Miró si muove su una strada autonoma, cercando soprattutto di lavorare liberamente, senza seguire le richieste dei mercanti d’arte. L’incontro più importante nella capitale francese è, tra il 1923 e il 1924, quello con gli esponenti del movimento surrealista. Del surrealismo Miró apprezza l’importanza attribuita al «gioco arbitrario dei pensieri» e al sogno, dove la realtà è solo un punto di partenza per arrivare ad associazioni di immagini dal significato più profondo, come nel Carnevale di Arlecchino (1924-25). La sua arte diventa sempre più concettuale e si semplifica nelle forme. Compaiono segni e simboli distribuiti sulla tela secondo un ordine a lungo meditato: «Se anche una sola forma è fuori posto, la circolazione si interrompe; l’equilibrio è spezzato». Anche se la pittura di Miró tende a divenire astratta, nelle variopinte forme fantastiche tra loro accostate, permane quasi sempre una traccia del reale: un occhio, una mano, la luna. Alcuni quadri fanno pensare a cieli stellati. Miró continua a ispirarsi alla natura, ma anche alla musica. Durante la terribile guerra civile spagnola, scoppiata nel 1936, lascia la Spagna e si rifugia a Parigi: qui com- pone poesie di stile surrealista, seguendo meccanismi psicologici simili a quelli adottati in pittura. Talvolta le parole compaiono anche nei quadri, costituendo la loro chiave di lettura. Le tecniche di Miró Miró dipinge a olio su tela, ma utilizza anche tecniche moderne come il collage. A volte sceglie accuratamente il supporto su cui dipingere, come le rozze tele di juta. Negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, si dedica con entusiasmo a tecniche fino ad allora trascurate: la ceramica, la scultura, l’acquaforte. Con la ceramica, esegue piatti, vasi, ma anche imponenti opere decorative per spazi pubblici: intere pareti ricoperte di maioliche variopinte o gigantesche sculture come Donna e uccello, collocata in un parco di Barcellona nel 1982, l’anno prima della scomparsa dell’artista a Palma di Maiorca. Le sculture, fuse in bronzo e talvolta colorate, danno voce alla vena più giocosa dell’artista poiché sono create a partire da oggettie materiali trovati (Ragazza che fugge, 1968). Altre, realizzate in vari materiali, sono la traduzione tridimensionale di tutti quei simboli, segni, ricordi del mondo naturale da sempre protagonisti dei suoi quadri ricchi d’immaginazione. Data la facile reperibilità in Internet delle immagini relative alle principali opere di Joan Mirò riteniamo di fare cosa utile inserendo un elenco completo Elenco delle principali opere di Joan Mirò Nude with a Mirror, 1919 Montroig, la chiesa e il paese, 1919 Animal Composition La fattoria, 1921-1922 Il carnevale di Arlecchino, 1924-1925 Ballerina II, 1925 Head of a Catalan Peasant, 1925 serie degli Interno olandese, 1928 Ceret Uomo e donna di fronte a una pila di escrementi, 1936 Aidez l'Espagne, 1937 Natura morta del sabatot, 1937 Portrait, 1938 Série des Constellations, 1939-1941 Femmes et Oiseau la nuit, 1945 Femmes et oiseaux devant la lune Peinture, 1954 Peinture, 1933 Famille d'oiseleurs, 1955 Bleu I, Bleu II, Bleu III, 1961 Salon De Mai, 1966 Juillet, 1968 Daybreak Tagesanbruch, 1968 Dona en la nit, 1973 La speranza del condannato a morte, 1974 Bernabè,1975 Personnage Etoile, 1978 Pintura, 1978 Femme, 1981 Femme assise, 1983 Dona i ocell, 1983 Constellations-Seibu, 1984 Fixe les Cheveux D'une Etoile L'oiseau Solaire Litho V (LE) Nightv Ode To Miro Personnage et oiseau Portrait of a Young Girl The singing fish Vladimir Vuelo de pajaros La chanteuse melancolique Labirinto Mi sono procurato alcune opere di Mirò… le allego qui sotto…! Danzatrice Bottiglia di vino Il Villaggio di Prades La fattoria Il Personaggio Il Giardino La Cantante malinconica Costellazione amorosa Ed ora provateci voi perchè io le opere… DEVO RESTITUIRLE ! Il Carnevale di Arlecchino