L`ARTE DEL SOGNO

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L`ARTE DEL SOGNO
L'ARTE DEL SOGNO
Sito: http://www.lasciencedesreves-lefilm.com/accueil.htm
Anno 2005
Titolo Originale
La science des rêves
Altri titoli
The Science of Sleep
Durata
105
Origine
FRANCIA
Colore
C
Genere
COMMEDIA, FANTASY, ROMANTICO
Specifiche tecniche 35 MM (1:1.85)
Produzione PARTIZAN, SOCIETE DES ETABLISSEMENTS L. GAUMONT, FRANCE 3
CINEMA, CANAL+, TPS STAR
Distribuzione MIKADO (2007)
Data uscita 19-01-2007
Regia Michel Gondry
Attori
Gael García Bernal Stéphane Miroux
Charlotte Gainsbourg
Stéphanie
Alain Chabat Guy
Miou-Miou Christine Miroux
Pierre Vaneck
Sig. Pouchet
Emma de Caunes
Zoé
Aurélia Petit Martine
Sacha Bourdo Serge
Stéphane Metzger
Sylvain
Decourt Moyen
Gérard
Inigo Lezzi Sig. Persinnet
Yvette Petit Ivana
Jean-Michel Bernard Poliziotto pianista
Eric Mariotto Poliziotto
Bertrand Delpierre Presentatore
Soggetto Michel Gondry
Sceneggiatura Michel Gondry
Fotografia Jean-Louis Bompoint
Musiche Jean-Michel Bernard
Montaggio Juliette Welfling
Scenografia Ann Chakraverty, Pierre Pell, Stéphane Rosenbaum
Costumi Florence Fontaine
Critica:
"Chi ha visto i film girati da Gondry negli Usa, 'Human Nature' (2000) e 'Se mi lasci ti cancello'
(2004), sa cosa aspettarsi da 'L'arte del sogno': un miscuglio di frammenti onirici e situazioni reali,
ghirigori mentali e slittamenti spazio-temporali che si alternano in modo tale da far perdere la voglia
di seguire il senso della storia. E, tuttavia, l'evidente matrice autobiografica della vicenda, gli effetti
speciali artigianali e ingenui come i giochi dei bambini, gli intonatissimi interpreti conferiscono a
questo primo film francese di Gondry un'amabilità che ci rende più disponibili ad abbandonarci al
sogno di un altro." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 19 gennaio 2007)
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"Michel Gondry ci aveva entusiasmato qualche tempo fa con 'Se mi lasci di cancello', messa in scena
surreale di ipotetici mondi escheriani, tra realtà e memoria. Ora ritorna e si supera con un altro film,
'L'arte del sogno', che mette in opera tutto l'estro dei tanti e altri mondi di cui s'abbevera Gondry. (...)
Gondry è una vera ventata di aria fresca nel cinema di oggi, proprio perché porta la forza di un
immaginario nuovo e forte." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 19 gennaio 2007)
"Film fantastici? Commedie oniriche? Trip metapsichici? Bisognerà dare un nome ai lavori del
francese Michel Gondry, che dopo 'Se mi lasci ti cancello' continua a tuffarsi nella mente dei
personaggi, più varia e forse abitabile di qualsiasi paesaggio reale. Anche 'L'arte del sogno' (scritto
senza Charlie Kaufman, e si sente), si svolge infatti per buona parte nella testa di Stephane (...)
Materiali poveri, intuizioni colte (le citazioni fioccano), stupore garantito. Anche se alla lunga
Gondry si smarrisce un po' nel suo labirinto. Proprio come Stéphane, che non sapendo amare la
Gainsbourg, svitata come lui, la trascina in quel mondo dove l'acqua è fatta di cellophane e i cavalli
di pezze cucite insieme. Mentre l'eccentrico Chabat ci ricorda che il divertimento, per fortuna, abita
anche nel nostro banale mondo di tutti i giorni." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 gennaio 2007).
"Celebre per i suoi clip, che hanno sovvertito l'estetica del genere, nel 2004 il franco-newyorchese
Michel Gondry ci sorprese con una commedia amara insolitamente creativa, interpretata da Jim
Carrey, 'Se mi lasci ti cancello'. 'L'arte del sogno' è il suo primo film girato in Francia e, per
l'occasione, Gondry ha inteso non farsi mancare nulla. Ne ha fatto un po' la summa del suo
surrealismo postmoderno, viaggiando continuamente sul confine tra realtà e sogno e abbandonandosi
a una moltitudine di piste in totale libertà. (...) Risultato bizzarro, affascinante, euforico e
melanconico insieme. Con le scenografie è stata allestita una mostra, a New York e a Milano."
(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 19 gennaio 2007)
"Il bello dell'affabile pasticcio sta nei paesaggi della psiche, materializzata dal sincero e dotato
regista come una cittadella autosufficiente, a metà strada tra un set cinematografico, un campo da sci
e un'installazione rifinita con materiali poverissimi da un artista della transavanguardia. Alla lunga il
«trip» stanca e annoia, anche perché non aiutano lo spettatore le tonalità più monocordi che poetiche,
più malinconiche che euforiche: non è un caso che è andata sicuramente meglio ai visitatori della
mostra delle scenografie del film allestita a New York e a Milano." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 20
gennaio 2007)
"Michel Gondry, 'versaillese' residente a New York, noto ai cinefili onirici per 'Se mi lasci ti
cancello' rilancia con un fantasy in cui sposa l'arte del sogno a quella di amare seguendo un giovane
disegnatore che torna a Parigi da mammà e si innamora della vicina del pianerottolo. Tra i due è un
colpo di fulmine visionario, i due si scambiano fantasia e giocattoli (ma non è detto sia amore
eterno), così come Gondry, regista di video e spot, anche il Clooney al caffè, prende al lazo il
pubblico con una serie di meraviglie, di trovate fantastiche, alcune irresistibili, portandoci con ironia
nel mondo irreale che si dipana parallelo per chi non si accontenta del quotidiano. Suoi i sogni e i
disegni catastrofici del calendario, suo lo stile estremo, lieve, infantile di un autore che gioca coi
sentimenti, le paure, i misteri di cuore & cervello, trovando in Garcia Bernal e in Charlotte
Gainsbourg due complici perfetti." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 19 gennaio 2007)
Struggente viaggio sentimentale con Bernal e la Gainsbourg. Michel Gondry conferma il proprio
talento visionario
Michel Gondry nel paese delle meraviglie. Meraviglie oniriche e romantiche affidate a Gael Garcia
Bernal che arriva a Parigi con gli occhi tumidi e ingenui di Stephane, un ragazzo che da sempre
confonde realtà e immaginazione. E’ il suo universo parallelo, ripreso con telecamere di cartone nella
sua personale Stephane Tv, il protagonista de L’arte del sogno, ultimo capitolo della filmografia del
genietto francese, già autore-culto di Human Nature e Se mi lasci ti cancello (prosaica traduzione
italiana di Eternal Sunshine of the Spotless Mind). Accanto a Bernal/Stephane troviamo Charlotte
Gainsbourg/Stephanie, imbruttita ad hoc e quasi irriconoscibile dall’interpretazione di Nuovomondo,
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sensibile oggetto del desiderio del timido e impacciato vicino di casa. Creativo illustratore di
calendari, ridotto a un lavoro di mera routine, Stephane si aggrappa con tutta la forza della sua
immaginazione a Stephanie, per la quale costruisce una macchina del tempo e altre invenzioni
partorite dalla sua “mente senza macchia” di fanciullo. Quella che spinge Stephane verso Stephanie è
una tensione - che il giovane vorrebbe comunione - di amorosi sensi nei territori della fantasia, abitati
da pony di pezza dorati, foreste galleggianti e mari di cellophane “animati” negli studi di Gondry. In
questo altro mondo possibile le due S possono incontrarsi, intrecciarsi e sovrascriversi, ma la realtà è
un’altra: di fronte a Stephanie c’è un bambino, incapace di una matura relazione affettiva e sessuale,
incline alle volgarità e insieme inguaribilmente romantico...(www.cinematografo.it)
Michel Gondry dichiara candidamente che un film è come un lungo videoclip e in effetti il risultato
de L’arte del sogno gli dà ragione. Se la tendenza del regista di pluripremiate clip di famosissimi
gruppi e cantanti come Björk, era mitigata nel film precedente Se mi lasci ti cancello dall’intervento
dello sceneggiatore Charlie Kaufman, ne L’arte del sogno, ideato, scritto e diretto in piena
autonomia, la fantasia di Gondry si scatena indisturbata a dilatare in un’ora e mezzo un’idea già
utilizzata per un video dei Foo Fighters: due ragazzi condividono gli stessi sogni.
I ragazzi in questione sono Stéphane (Gael Garcia Bernal) e Stéphanie (Charlotte Gainsbourg), vicini
di casa sognatori e un po’ artisti, innamorati ma incapaci di dichiararsi. Lui è tornato a vivere a Parigi
dopo la morte del padre e lavora insoddisfatto in uno studio grafico, fino all’improvviso e inaspettato
successo di un suo calendario illustrato (proprio il lavoro che faceva Gondry prima di entrare nel
cinema); lei è una musicista creativa che traduce i suoi sogni in pupazzi di pezza e allestimenti
artistici molto casalinghi. Fra i due nasce un’intesa sul piano del surreale, poiché entrambi hanno una
forte attività onirica che invade e quasi risucchia la realtà.
I sogni dei due protagonisti sono la scusa per mettere in scena siparietti dalle ardite e coloratissime
scenografie, incursioni nell’assurdo, trucchi e animazioni di ogni genere, in una tale sovrabbondanza
da provocare quasi subito un effetto di saturazione nello spettatore. Le (poche) buone idee iniziali,
come la cucina-televisione in cui Stéphane presenta i propri sogni, affogano nel “troppo pieno” di un
film che sembra voler gettare un ponte fra cinema, musica e video-arte, ma che in realtà assomiglia
più ad un’operazione autocelebrativa a tutto campo, astutamente amplificata dalla mostra delle
scenografie che accompagna il film, attualmente allestita a Milano.(www.fice.it)
Note:
- FUORI CONCORSO AL 56MO FESTIVAL DI BERLINO (2006).
- EFA 2006: PREMIO PER IL CONTRIBUTO ARTISTICO (PIERRE PELL E STÉPHANE
ROZENBAUM)
Trailer:
http://www.mymovies.it/trailer/?id=43751
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