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Polonia mon amour | memopolitica in Germania
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http://www.polonia-mon-amour.eu/2009/03/08/memopolitica-in-germania/
memopolitica in Germania
Dibattito sulle forme più opportune per commemorare il passato
Il dibattito sulle forme più opportune e moderne di commemorare il passato in Germania è molto
acceso dai primi anni Ottanta. La discussione, interminabile e straordinariamente complessa, sulla
forma e sul contenuto più consoni per un monumento in memoria del genocidio di milioni di ebrei ha
sicuramente rappresentato il punto più alto di tale dibattito.
A metà degli anni Novanta il dibattito sulle forme più opportune per commemorare il passato è
diventato in Germania uno dei leitmotiv dominanti della cultura politica, soprattutto dopo la
riunificazione (1990) e nel contesto del 50° anniversario della liberazione dei lager e della fine della
guerra. Il punto focale è stato come sempre la discussione sul regime nazionalsocialista e la Seconda
Guerra Mondiale. Sempre più spesso, tuttavia, al centro delle controversie sono emerse anche
questioni relative alla storia delle due Germanie e alla diversa cultura dei monumenti
commemorativi presente nei due stati tedeschi. La rielaborazione di questa specifica problematica
tedesca ha assunto gradualmente un'importanza centrale per l'autodefinizione politico-culturale
della cosiddetta "Berliner Republik" (un'espressione entrata in uso a partire dal
trasferimento del Parlamento e del Governo da Bonn a Berlino nel 1999).
Una politica federale dei monumenti commemorativi, già elaborata nel 1999, è stata ulteriormente
sviluppata nell'estate del 2008 e, stando al titolo, dovrebbe portare a "essere consapevoli della
responsabilità, consolidare la rielaborazione, approfondire la memoria". Questo concetto
riassume il lungo dibattito sulla politica della commemorazione in Germania e tenta in questo modo,
non da ultimo, di rafforzare un'identità. In particolar modo si vuole pervenire a una corretta
valutazione delle differenti stratificazioni storiche e delle diverse culture della memoria presenti nelle
due Germanie. Allo stesso tempo si vorrebbe permettere un'analisi differenziata del regime di terrore
nazista e della dittatura comunista che mostri tuttavia in modo chiaro anche le differenze fra due
sistemi. Anche quelle categorie di vittime che per lunghi anni non hanno trovato spazio nel
panorama delle commemorazioni ufficiali, devono ora essere onorate.
Altri monumenti
Da quando il campo di stele di Peter Eisenman, eretto in memoria degli ebrei trucidati in Europa e
situato a due passi dal quartiere governativo, si è imposto come elemento integrante del nuovo
modello di rappresentanza tedesco nel centro della capitale, nelle vicinanze sono sorti nuovi
monumenti in memoria di altre categorie di vittime del regime nazista. Su iniziativa di associazioni
omosessuali e comitati civici, nell'estate del 2008 è stato inaugurato ai margini del Tiergarten un
monumento in memoria degli omosessuali perseguitati. Il progetto di una coppia di artisti, il danese
Michael Elmgreen e il norvegese Ingar Dragset, si compone di una stele di cemento grigia dove,
attraverso una piccola apertura, viene proiettato il video di due uomini che si baciano. Ogni due anni
il video viene sostituito per tematizzare anche l'omosessualità femminile. Un altro monumento sta
sorgendo appena più a sud del Reichstag su progetto di Dani Karavan per onorare la memoria dei
Sinti e dei Rom perseguitati. Un monumento temporaneo o meglio itinerante nella forma di un bus di
cemento, che verrà installato di volta in volta in città differenti, richiama il ricordo delle vittime del
programma eugenetico nazista.
Voci critiche
Per i promotori delle installazioni commemorative, soprattutto quando collocate nelle vicinanze del
quartiere del Governo, tali opere non sono soltanto monumenti commemorativi, ma anche un
appello alla responsabilità dello Stato verso i diritti umani e il diritto all'autodeterminazione delle
minoranze. Il variegato panorama delle opere commemorative è oggi il risultato di un lungo dibattito
sulla complessità della politica della memoria. Durante gli anni Novanta tuttavia il bersaglio dei
numerosi commenti critici è stato proprio il carattere statale-rappresentativo nella nuova cultura
della memoria tedesca. Come esempio si può citare la trasformazione nel 1993 della Neue Wache,
sul viale di Berlino Unter den Linden, in "Monumento contro la guerra e la tirannia". In
relazione ai progetti per il monumento commemorativo degli ebrei vittime dell'olocausto in Europa
("Denkmal für die ermordeten Juden Europas" o "Holocaust Mahnmal") alcune
voci critiche sottolineavano non da ultimo l'inadeguato tentativo di voler rappresentare la gravità dei
crimini attraverso la monumentalità della struttura. L'anglista e giudaista statunitense James E.
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Young, uno dei numerosi critici dei progetti e del dibattito intorno all'Holocaust Mahnmal, riteneva in
questo senso che il vero monumento commemorativo fosse proprio la discussione, spesso dolorosa,
intorno alla cultura della memoria in Germania e che nessuna opera commemorativa per quanto
perfetta e completa potesse sostituirla.
Cultura dei monumenti come lavoro della memoria
Con il suo intervento Young ha toccato uno dei punti più sensibili della cultura della memoria: le
opere commemorative servono a fissare un'interpretazione storica? Oppure i monumenti dovrebbero
fungere da stimolo per una riflessione costante? È possibile rappresentare il significato dell'oggetto
da commemorare attraverso la classica iconografia del maestoso, ossia attraverso la monumentalità,
il marmo, il cemento e il bronzo? Una tradizionale opera commemorativa può rappresentare il punto
di partenza per una memoria individuale? Quale significato dovrebbero avere sullo sfondo delle
nuove opere commemorative "gli autentici luoghi dei criminali", ad esempio i luoghi della
memoria già presenti nei lager o la cosiddetta "Topografia del terrore" nell'ex sede
centrale della Gestapo a Berlino?
Sullo sfondo di tali dibattiti in numerosi progetti commemorativi contemporanei si è imposto il
concetto di "lavoro sulla memoria". Sono sorte opere i cui principi si rifanno all'arte
concettuale e che dovrebbero essere monumenti meno tradizionali delle "pietre dello
scandalo".
Negli approfondimenti di queste pagine vengono presentati alcuni esempi di progetti
commemorativi contemporanei in Germania. Si tratta in primo luogo di progetti, il cui scopo è il
lavoro attivo, indipendente e critico sulla memoria, progetti che intendono svelare le orme del
passato e che si pongono il problema delle molteplici possibilità di accesso alla storia.
La selezione dei temi considerati dovrebbe riflettere, perlomeno in linea di principio, l'ampio
orizzonte della ricerca contemporanea verso un corretto rapporto pubblico e individuale con il
ricordo del passato, la responsabilità e la presa di posizione attraverso segni della memoria nello
spazio pubblico.
--------Paul Sigel, è uno storico dell'arte e dell'architettura
Copyright: Goethe-Institut e.V., Redazione online
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Novembre 2005, aggiornato nel luglio 2008
Link utili: Politica federale dei monumenti commemorativi, giugno 2008 page 2 / 2