“Business Opportunity” in Canada A) Highlights Paese Il Canada è il

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“Business Opportunity” in Canada A) Highlights Paese Il Canada è il
“Business Opportunity” in Canada A) Highlights Paese Il Canada è il Paese del G20 che sta maggiormente sviluppando le politiche di attrazione degli investimenti stranieri e di sostegno all’innovazione tecnologica. La stabilità politica di cui gode ed una crescita del PIL al 2% nonostante il clima di incertezza economica internazionale rappresentano due aspetti centrali nell’orientare le scelte di investitori ed esportatori. Gli alti livelli di formazione professionale ed universitaria e gli incentivi messi a disposizione dal governo federale e dalle autorità provinciali stanno attraendo sempre più interessi in vari settori soprattutto ad alto valore aggiunto di tecnologia. Il Paese dispone inoltre di ampie fonti di energia a basso costo e di numerose materie prime, agricole e minerarie. B) Focus sulle singole opportunità 1) L’industria chimica: plastica e polimeri L’industria chimica canadese continua a rappresentare uno dei mercati più interessanti per gli investimenti nel Paese nordamericano. Nel 2010 il fatturato del settore è stato di circa 47 miliardi di euro, il 57% destinato all’export. Le spese in ricerca e sviluppo nel settore chimico e della plastica ammontano a circa 850 milioni di euro. L’intero settore occupa circa 150.000 persone. L’industria petrochimica rappresenta un segmento significativo con circa 600 aziende e 16mila occupati per un fatturato di 12 miliardi di euro. Un comparto che merita attenzione è quello della produzione di polimeri e composti ad alta resistenza, in cui il Canada rappresenta un mercato emergente in Nord America. La produzione di gas naturale e petrolio a bassi costi rappresenta il valore aggiunto più significativo, assieme alle capacità in campo tecnologico, di cui l’Institute of Industrial Materials di Montréal è un esempio riconosciuto a livello internazionale. Il governo canadese è stato il primo Paese del G20 ad eliminare o ridurre le tariffe doganali per i beni e servizi utili alla produzione manifatturiera nel periodo 2010‐2015. La cancellazione dei dazi riguarda i prodotti chimici, i materiali per la produzione di plastiche e polimeri e i relativi macchinari. I consumi interni in Italia, così come in altri Paesi europei, si sono contratti a seguito della crisi internazionale e faticano a riprendersi. Negli ultimi anni molte delle aziende italiane del settore della plastica hanno avviato profondi processi di ristrutturazione per una maggiore internazionalizzazione. La quota esportata è aumentata del 20% negli ultimi 16 anni ed oggi la chimica è il settore italiano con la percentuale più elevata d’imprese esportatrici sul totale del settore. Le aziende italiane potrebbero beneficiare maggiormente della ripresa dei consumi internazionali investendo nelle opportunità offerte dal Canada nel settore delle materie plastiche e sviluppare la loro presenza commerciale e produttiva in loco anche ai fini dell’esportazione in altre aree. 2) Il settore farmaceutico: i medicinali generici Il mercato canadese della farmaceutica è l'ottavo al mondo in termini di ricavi, con circa 22 miliardi di dollari nel 2011 e manterrà verosimilmente questa posizione anche nei prossimi anni dati i costanti indici di crescita del mercato interno. Nel 2010 l'Italia ha esportato circa 14 miliardi di euro di prodotti farmaceutici mentre nel 2011 la quota di export sulla produzione interna è giunta al 60%. La crisi del mercato interno italiano rende necessario lo sviluppo ulteriore dell’export, cercando di ampliare la propria presenza nei mercati già consolidati oltre che tentare l’ingresso nei mercati in via di sviluppo. I prodotti farmaceutici costituiscono già una parte importante dell’export italiano verso il Canada: nel 2011 sono stati esportati 95,5 milioni di medicinali e preparati farmaceutici e 44 milioni di prodotti farmaceutici. Nel mercato canadese sono presenti i principali gruppi industriali del settore a livello internazionale. Il Canada fornisce varie opportunità di business per l’industria farmaceutica italiana sia in termini di ingresso diretto nel mercato che di sviluppo di partnership strategiche. In particolare si segnala la crescita del comparto dei farmaci generici, che rappresenta il 60% delle vendite retail in termini di volumi e il 24,5% in termini di valore economico (4,5 miliardi di dollari canadesi su un totale di 22 miliardi di dollari). 3) Agri‐business: il mercato dei biscotti Il settore dell’agri‐business in Canada è tra i più avanzati a livello mondiale per investimenti e sviluppo tecnologico. Tra i comparti più promettenti va segnalato quello della produzione e confezionamento di biscotti ed altri prodotti da forno. L’abbondanza di materie prime e i costi sostenibili del packaging fanno del Canada uno dei Paesi più interessanti al mondo per gli operatori di questo comparto industriale. In particolare il Canada dispone di un’ampia produzione di zucchero a costi competitivi, di molto inferiori a quelli statunitensi, dove il governo sostiene la produzione interna con prezzi elevati. Un simile discorso vale anche per altre materie prime. La partecipazione del Canada all’accordo di libero scambio del Nord America (NAFTA) consente a chi opera nel Paese di usufruire di un mercato di circa 500 milioni di potenziali consumatori. Nell’ultimo decennio gran parte del consumo negli Stati Uniti di biscotti e dolci confezionati è stato alimentato dalle esportazioni canadesi, cresciute del 90%: attualmente la quota canadese di consumi statunitensi è del 50%. L’Italia è uno dei principali produttori ed esportatori di biscotti e dolci confezionati al mondo ed è il terzo fornitore del mercato statunitense. 4) Agri‐business: il mercato del vino Il consumo di vino in Canada è in costante crescita. In media un canadese consuma 16 litri di vino all’anno per una spesa di circa 170 euro. Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione alla produzione italiana, mentre è diminuito il consumo di vino francese, storicamente ai vertici delle importazioni canadesi. Nel periodo settembre 2010 – agosto 2011, il consumo di vino rosso e bianco in Canada è stato di 354 milioni di litri, di cui il 27,8% di produzione locale, il 14,9% importato dall’Italia e il 13,4% dalla Francia. La quota detenuta dal vino rosso è del 63,4%, il 16,6% di provenienza italiana. In termini di valore, l’Italia è il secondo fornitore di vino del Canada dietro alla Francia e davanti a Stati Uniti, Australia e Cile. La quota italiana di importazioni canadesi di vino è da diversi anni al 19‐
20% (la Francia ha una quota del 22‐23%). Un dato significativo è invece quello relativo al progressivo avvicinamento delle esportazioni italiane rispetto a quelle francesi, con un divario che si è andato costantemente assottigliando, fino al sorpasso italiano avvenuto nel 2010. Attualmente l’Italia è il principale fornitore canadese in termini di quantità importate: nei primi 8 mesi del 2011, il Canada ha importato dall’Italia 43 milioni di litri, in aumento del 11,3% rispetto allo stesso periodo del 2010, per un valore di oltre 170 milioni di euro. Quebec e Ontario raccolgono quasi l’80% dell’export italiano di vino, seguiti da British Columbia e Alberta. Nello specifico, in Ontario il consumo di vino italiano è al primo posto. 5) Il mercato dell’arredamento: i mobili di design Il mercato canadese dell’arredamento ha sofferto in misura minore rispetto a quello statunitense gli effetti della crisi del mercato immobiliare. Oltre alle principali città, alcune aree periferiche in via di progressivo sviluppo immobiliare possono offrire nuove opportunità. Alcune previsioni danno la crescita del comparto dell’arredo al 33% nei prossimi cinque anni, grazie all’aumento della popolazione e delle unità residenziali, nonché ai forti investimenti nel settore immobiliare e delle infrastrutture. La maggior parte dei futuri consumi riguarderà l’arredamento residenziale, seguita da quella dei mobili per ufficio. Entrambi questi settori hanno visto crescere le importazioni negli ultimi tre anni: la crescita delle importazioni dall’Italia è stata di circa il 4%. Ricerca del design e cura dei materiali rappresentano aspetti sempre più ricercati da una nicchia di consumatori di fascia alta, che si sta progressivamente ingrandendo. Ontario, British Columbia, Alberta e Quebec sono le province più interessate. Gli esportatori di mobili italiani devono far fronte all’agguerrita concorrenza dei Paesi emergenti, soprattutto di quelli cinesi ed asiatici, oltre alla più consolidata produzione statunitense e messicana che beneficia dell’accordo di libero scambio del NAFTA. Opportunità sembrano emergere dal lato della produzione in loco, anche alla luce di una ripresa del vasto mercato statunitense e delle agevolazioni fiscali e doganali di cui le imprese straniere possono beneficiare in Canada.