Diario di bordo - La casa padovana di Galileo Galilei
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Diario di bordo - La casa padovana di Galileo Galilei
Decio & Susanna Productions presents “Il nostro viaggio di nozze” …riding the USA… Questo diario del nostro viaggio di nozze vuole essere un ringraziamento per voi che ce lo avete regalato, un racconto per voi e per chi ci si imbatterà più o meno per caso, e un ricordo per noi. Potrebbe essere anche un’ispirazione, una traccia per chi volesse fare un viaggio negli stati del sud degli USA. Per ogni giorno abbiamo riportato la mappa, la distanza percorsa, gli indirizzi, alcune foto, oltre ovviamente ad un breve racconto. Abbiamo percorso 1618 miglia (2604 km) con la prima moto, quella che ci ha condotti da Miami a New Orleans e 1666 miglia (2681 km) con la seconda, presa a San Diego e restituita a San Francisco; in tutto fanno 3284 miglia (5285 km). Buona lettura… Prima parte – da Miami a New Orleans 26 maggio 2008 Alle 7 in punto partenza da Baranzate con la Merola’s mobile. A Malpensa sbagliamo Terminal … 50% di possibilità!! Al ceck in ci accorgiamo di essere in coda con altre 15 giovani coppie con le fedi luccicanti come le nostre … tutti sposati il 24 maggio come noi, ma loro sotto la pioggia!!! Malpensa – New York 9 interminabili ore … le articolazioni piangono! Un pranzo ed una “pizza” (?). Grazie alle 6 ore di fuso sono solo le 2 pm. Passiamo 2 ore all’aeroporto di New York tra dogane, impronte e foto. Altre 3 ore di aereo per arrivare a Miami: siamo affamati, assetati e stanchi! A Miami ci aspetta Beppe from Siracusa Beach … è qui da 15 anni; ci è venuto per cercare i pezzi per la sua Electra Glide … ed è rimasto qui! Ci porta al nostro albergo, Avalon Majestic Hotel, al 700 di Ocean Drive a Miami Beach … proprio in riva all’Oceano … wow! Qui come vedono il passaporto ci parlano in spagnolo!! Per strada c’è una festa hip hop … neri, macchinoni, mega ruote cromate, musica a palla … siamo praticamente gli unici bianchi!! Andiamo a mangiare dai Fratelli La Bufala … la miglior pizza che abbiamo mai mangiato! Poi subito a letto … sono le 11 pm, ma per noi sono le 5 del mattino! La gente per strada va in giro con il costume anche a quest’ora… noi siamo a letto con il piumino per colpa dell’aria condizionata!!! Non è possibile … spegniamo l’aria condizionata e via il piumino! 27 maggio 2008 Miami - Key West - Miami, 326 miglia = 524 km Eagle Rider, 7871 NW 15th Street, Miami, FL (A) Southernmost point of continental USA, Key West, FL (B) Avalon Majestic, 700 Ocean Drive, Miami, FL (C) Ci svegliamo presto (causa fuso) e facciamo colazione alle 7. Nell’albergo fa veramente freddo... se si aggiungono il vento forte e le nuvole, sembra che stia arrivando un tornado da un momento all’altro! Decidiamo di uscire per vedere la spiaggia e l’oceano … fuori fa molto caldo già alle 7 del mattino … niente a che vedere con quello che immaginavamo prima di uscire!! Attraversiamo la strada per raggiungere la spiaggia; vento forte da est, onde (non enormi) ed acqua calda. Le nuvole mattutine si diradano … è cosi tutte le mattine in questo periodo. Il taxista Marco Silva ( brasiliano con evidenti origini italiane e logo Ferrari sul cruscotto del suo Ford Galaxy) ci porta da Eagle Rider a ritirare la moto. Ci consegnano la nostra Electra Glide Classic (blu e silver); la chiave di accensione non funziona (dovremo sempre legarla) ed i caschi sono peggio delle scodelle che utilizzano gli zarri in Italia … partiamo in direzione sud, verso le Keys. Pensavamo di fermarci a metà, ma poi decidiamo di andare fino in fondo (consapevoli che saranno 260 km all’andata ed altrettanti al ritorno). Quando ci rendiamo conto che il sole è quasi verticale (siamo al 25° parallelo a fine maggio a mezzogiorno) e che sarebbe meglio mettersi una crema, finiscono le farmacy ( piccoli market con tutto!). Arriviamo finalmente a Key West (abbastanza ustionati) … compriamo la crema, ce la mettiamo, andiamo a fare la foto a Southern Most point e torniamo indietro. Il ritorno è faticoso a causa del vento contrario che crea turbolenze sul parabrezza (i ponti sono molto esposti). Arriviamo in Hotel verso le 8, giusto in tempo per doccia e gelato (= cena). Susanna alle Keys Decio a Southern Most Point 28 maggio 2008 Miami - Orlando, 245 miglia = 394 km Avalon Majestic, 700 Ocean Drive, Miami, FL (A) Extended Stay America, 1760 Pembrook Drive, Maitland (Orlando), FL (B) E’ il giorno del primo trasferimento, ma prima di partire decidiamo di fare un giro al Miami Beach Marina … è molto strano vedere le barche a vela e dietro i grattacieli di Miami! Torniamo in albergo, salutiamo ed andiamo a caricare la moto, ma riempite le borse laterali ed il maxi bauletto rimane fuori giusto un borsone- zaino da 70 litri contenente 2 zainetti e qualche rimasuglio … Decio se lo carica in spalla, saliamo sulla moto e partiamo … aiutooooo!!!! Prendiamo la US1 x vedere down town ed i quartieri sul mare (tipo Palm Beach); dopo 50 km di semafori e relative scaldate del motore e nostre passiamo alla I95 e poi alla Florida Turnpike. Viaggio faticosissimo ed interminabile; verso le 6:30 - 7 arriviamo ad Orlando a casa di Giulia e Wayne e poi ci sistemiamo nel nostro albergo – residence (con cucina) con finestra al piano terra senza tapparelle proprio sul parcheggio. Andiamo a cena con Giulia, Wayne e due loro amici in un ristorante medio americano … si mangia bene, ma si gela!!! Uff … non posso neanche sfoggiare i miei vestitini a causa dell’aria condizionata!!! Tornando a casa con la Buick degli amici veniamo fermati da 1 Cop per una svolta irregolare. A fare agguati notturni sono meglio dei gatti neri … quando accendono le luci sono già a mezzo metro!! “El primero ticket” dice lui “como se dice? Multa? …soy avocado …!” Miami Beach Marina Susanna con Giulia e Wayne (la macchina non è di Wayne, lui ci tiene a precisarlo, preferisce le sportive) 29 maggio 2008 Orlando - Cape Canaveral - Orlando, 122 miglia = 197 km Extended Stay America, 1760 Pembrook Drive, Maitland (Orlando), FL (A e C) Kennedy Space Center, Cape Canaveral (B) Tra le varie attrattive dei dintorni di Orlando scegliamo Cape Canaveral e il Kennedy Space Center (pensando di passare al ritorno da Cocoa Beach). Partiamo al mattino presto ed in poco più di un’ora ci siamo. Alla biglietteria sembra di accedere ad un enorme parco di divertimenti con cinema, teatri, giardini e laghetti. Un pullman ci porta in giro per la base fermandosi in 3 tappe (punto panoramico, Apollo ed International space station). Il tutto si estende su un’area enorme tra mare e laguna … l’autista ci spiega che è una riserva naturale, infatti vediamo anche 2 alligatori e degli uccelli mai visti prima; ci sono anche le tartarughe e gli elefanti marini, ma non li vediamo. Quando finisce il giro ormai è tardi per andare in spiaggia; torniamo ad Orlando a casa di Giulia e Wayne per sfruttare il loro pc per caricare le foto sul nostro sito e vediamo assieme a loro per la prima volta il video del matrimonio … che emozione!! Poi andiamo a cena (composta da hamburger, hot dog e gelato gigante) e Wayne ci dimostra le prestazioni della sua Civic Si … fortunatamente non ci sono poliziotti nascosti!! Tornati a casa lasciamo a Giulia un pacco di vestiti “superflui” da rispedire a casa, cosi ci liberiamo un po’ in modo da viaggiare molto più comodi!! Apollo The Rocket Garden 30 maggio 2008 Orlando - Tahallassee, 258 miglia = 415 km Extended Stay America, 1760 Pembrook Drive, Maitland (Orlando), FL (A) Governor's Inn, 209 South Adams Street, Tahallassee, FL (B) Prima di partire verso NW passiamo da Orlando Downtown. Facciamo un giro del lago Eola, attorniato dall’omonimo parco aperto nel 1881. Da un lato i grattacieli, dall’altro le villette ed in mezzo questo parco pieno di scoiattoli, cigni e anche qualche piccione (non siamo mica in piazza del Duomo a Milano!!!). Passiamo a salutare Giulia in ufficio e poi via lungo la rete di autostrade che ormai conosciamo come le nostre tasche! Usciamo ad Ocala per imboccare l’Highway che percorre la costa lungo il golfo del Messico. Passiamo Perry, ridente cittadina nel mezzo del nulla, e proseguiamo verso Newport, dove pensiamo di dormire. Avendo capito che qui ci vive solo qualche alligatore, riprendiamo la strada verso nord e giungiamo a Tahallassee, che si trova stranamente in cima ad una collina (probabilmente l’unica di tutta la Florida!). Troviamo una camera proprio in centro al Governors Inn, nella stanza Perry (4° governatore della Florida). Siamo nella capitale, 1 delle città più vecchie della Florida, e l’hotel è in stile. Mangiamo all’aperto (dentro fa troppo freddo come al solito) in un ristorante French Style che si trova in una delle piazze principali della città … iniziamo con l’aperitivo come si usa in Europa! Uno scoiattolo di Orlando Eola Lake - Orlando 31 maggio 2008 Tahallassee - Pensacola, 241 miglia = 387 km Governor's Inn, 209 South Adams Street, Tahallassee, FL (A) Marriott Residence Inn, 601 East Chase Street, Pensacola, FL (B) Partendo da Tahallassee ci riportiamo subito vicino alla costa: sarà una giornata senza autostrada. Seguiamo lagune infinite e scavalchiamo baie enormi piene di barche. La zona è quasi disabitata … ci sono solo un po’ di case rialzate su palafitte (probabilmente per salvarsi dagli allagamenti), paesini di pescatori e moletti con barche da diporto. Siamo ancora in Florida, ma a Panama Beach cambia il fuso orario … guadagniamo un’altra ora. Il paesaggio cambia quando arriviamo a Seaside: qui non c’è laguna (siamo sul mare aperto) ed il posto deve essere molto di moda come località balneare. Qui hanno girato “The Truman Show” ed infatti le case sembrano finte. Ci fermiamo a fare il bagno in un’acqua limpidissima, calda al punto giusto e non salata... passeremmo in acqua tutto il giorno!! La sabbia, bianchissima, è formata da cristalli simili allo zucchero ed è difficile da togliere dal corpo. Alle 4 un trattore JD porta delle sedie e 3 ragazzi montano un gazebo traballante per un matrimonio … aspettiamo l’arrivo degli invitati e della sposa (tutti eleganti, ma a piedi nudi)… è passata una settimana dal nostro! Ripartiamo in direzione Pensacola con l’intenzione di passare da Pensacola Beach, ma a metà dell’isola scopriamo che il ponte che la congiunge alla terra ferma è stato distrutto dall’uragano Ivan nel 2004. Arrivati a Pensacola all’imbrunire ci sistemiamo in un Residence e ci infiliamo nella Steak House di fronte. Palafitta moderna ... in caso di alta marea!!! Bagno a Seaside Matrimonio sulla spiaggia 01 giugno 2008 Pensacola - New Orleans, 202 miglia = 326 km Marriott Residence Inn, 601 East Chase Street, Pensacola, FL (A) Hampton Inn Downtown, 226 Carondelet Street, New Orleans, LA (B) Al mattino un giretto tra le case tipiche del centro di Pensacola ed un tuffo nella pisci netta del Residence prima di rimettersi in viaggio. Partiamo per New Orleans lungo l’autostrada I10 in modo da arrivare abbastanza presto ed avere il tempo di sistemarci in albergo e visitare la città. Attraversiamo un pezzetto di Alabama e di Mississippi (pieno di fiumi fangosi che si snodano tra le foreste e le paludi). Per entrare a New Orleans si attraversa il lago Pontchartrain sul ponte della statale (a 4 corsie) perché quello della I 10 è stato distrutto dall’uragano Katrina (lo stanno ricostruendo). Troviamo l’albergo (già prenotato per la sera successiva) al volo, un record in una città cosi incasinata. Appena sistemati andiamo a fare un giro sul lungo Mississippi, dove veniamo attratti dalle navi con le pale, e nel French Quartier con i suoi balconcini in ferro pieni di fiori. Mangiamo un trancio di pizza in un locale specializzato in daiquiri vicino all’hotel, perché la città non sembra molto affidabile dopo il tramonto. Case di Pensacola I balconi di New Orleans 02 giugno 2008 New Orleans - White Pearl River - New Orleans, 85,8 miglia = 138 km Hampton Inn Downtown, 226 Carondelet Street, New Orleans, LA (A) White Pearl River, HW 90, LA (B) Eagle Rider, 1938 Stumpf Blvd, Terrytown (New Orleans), LA (C) Piano della giornata: gita nelle paludi, riconsegna moto, gita sul Mississippi. Partiamo al mattino per il White Pearl River (il nome non c’entra niente con il colore del fiume) da dove partono gli Swamp Tours. Prima di imbarcarsi chiacchieriamo con un tale di Civitavecchia, negli USA da 52 anni, che insegna lingue in un College e che conosce Tullio Caronna, prof di chimica del Poli … certo che il mondo è piccolo! Si naviga su barche piatte di acciaio con fuoribordo da 150 CV. Dopo un pezzo a manetta sul fiume ci inoltriamo nelle vere paludi dove incontriamo gli alligatori attirati vicino alla barca dai Marshmallows, le caramelle appiccicose di zucchero … poveri alligatori con le carie!! Tornando alla base passiamo davanti alle case di legno sulle rive del fiume abitate dalla popolazione Cajun. Torniamo in città per riconsegnare la moto, ma l’indirizzo è sbagliato (nemmeno in internet troviamo quello esatto)… si sono spostati a causa dell’uragano Katrina che ha distrutto tutta la zona. Grazie alla centralina dell’albergo troviamo l’indirizzo giusto, consegniamo la moto e torniamo in albergo con un taxi … ma ormai è tardi per il giro sul Mississippi con il battello a vapore. Purtroppo al lunedì non fanno neanche il tour notturno ( che c’era invece la sera prima); decidiamo allora di cenare presto nel quartiere francese, dove proviamo la cucina Cajun (un po’ piccante) ed il famoso cocktail Hurricane, e approfittiamo per tornare presto in albergo e preparare bene le valige per il viaggio in aereo. In gita sul White Pearl River Alligator Il battello con le pale di New Orleans Seconda parte – da San Diego a San Francisco 03 giugno 2008 San Diego, 3,9 miglia = 6,3 km Eagle Rider, 3655 Camino Del Rio West Suite B, San Diego, CA (A) Best Western Bayside Inn, 555 W Ash Street, San Diego, CA (B) La Giornata inizia con sveglia alle 5, taxi alle 5:30 ed aereo alle 8:05. Un’ora di volo fino a Dallas, un’ora di scalo ed altre 3 ore fino a San Diego. Grazie alle 2 ore di fuso giungiamo a San Diego che sono solo le 11:50. Taxi fino al noleggio dove ci consegnano una Electra Glide nera con 20000 miglia in più della precedente, ma in condizioni migliori. Anche il noleggio ha tutt’altro aspetto! Caricata la moto voliamo in albergo in centro. L’aria è molto più fresca rispetto all’East. Facciamo subito un giro a piedi verso il mare. Mangiamo in un posticino sospeso sull’acqua (arrivano un paio di barche che ormeggiano, prendono da mangiare e ripartono … anche in barca si può fare il drive thru!!) e poi visitiamo il museo marittimo, composto da uno yacht del 1900, un sommergibile sovietico, un vecchio ferry boat e 2 velieri … foto a manetta! L’aria si fa sempre più fresca cosi torniamo in albergo a vestirci per uscire a cena. Non trovando niente di interessante (è difficile muoversi a piedi di sera in queste città) ci infiliamo in un mega centro commerciale all’aperto su 5 piani. Il quarto piano è la food court … sono tutti fast food, ma almeno siamo sicuri di mangiare. Museo marittimo, sommergibile sovietico Museo marittimo, veliero da guerra 04 giugno 2008 San Diego - Laguna Beach, 73 miglia = 117 km Best Western Bayside Inn, 555 W Ash Street, San Diego, CA (A) By the Sea Inn, 475 North Coast Highway, Laguna Beach, CA (B) Mattina nuvolosa a San Diego. Passiamo da Eagle Rider a farci riparare la serratura della borsa sinistra che non si chiude e ci lanciamo sul ponte che attraversa la baia fino a Coronado, isola di villette tra la baia e l’oceano. Facciamo poi un salto al Balboa Park, dove sono concentrati tutti i musei della città, lo zoo e l’orto botanico. Abbiamo poco tempo quindi facciamo solo un giro veloce del parco e ripartiamo verso nord. Purtroppo ci mettiamo in viaggio nell’ora di punta e c’è un gran casino … e becchiamo anche l’unica mezz’ora di pioggia di tutto il viaggio! Quando l’autostrada si allontana dalla costa prendiamo la California 1 (Pacific Coast Highway). Ci fermiamo a Laguna Beach, piccolo paesino ricco di botteghe di artisti appena a sud di Los Angeles. Finalmente abbiamo un albergo con la vista sull’ oceano ed una bella piscina in mezzo alle camere. Appena va via il sole, che nel frattempo era spuntato tra le nuvole, fa veramente freddo. Cena in un ristorante italiano (milanese!) che ci consente di cambiare menù … finalmente pasta!! Qui la presenza italiana è evidente: ristoranti italiani, gelaterie ed artisti (c’è un negozio che si chiama Fiori!). Anche i menù ed i gusti dei gelati sono in italiano, con spiegazione in inglese. Spanish Village Art Center, Balboa Park 05 giugno 2008 Laguna Beach - Santa Monica - Laguna Beach, 118 miglia = 190 km By the Sea Inn, 475 North Coast Highway, Laguna Beach, CA (A e C) Ocean Front Walk, Santa Monica, CA (B) Decidiamo di rimanere un’altra notte a Laguna Beach, quindi ci possiamo concedere una mattinata tra spiaggia e piscina. L’acqua dell’oceano è freddina, torbida e piena di grosse alghe. Il sole si sente poco a causa dell’aria fredda, ma picchia e la sera si vedono i risultati! Nel pomeriggio partiamo per una gita a Santa Monica, Malibu, ect … seguendo sempre la Pacific Coast Hwy; le miglia sono tante ed i semafori ancor di più, così arriviamo a Santa Monica giusto in tempo per vedere la spiaggia, fare qualche foto e tornare indietro in autostrada per non arrivare troppo tardi (la corsia car pool only ci salva dal traffico di L.A.) … uff! Niente Malibu, Venice, Beverly Hills e Hollywood!!! Cena mexicana a base di tacos e Corona. Bagno nel Pacifico La spiaggia di Santa Monica 06 giugno 2008 Laguna Beach - Furnace Creek (Death Valley), 309 miglia = 498 km By the Sea Inn, 475 North Coast Highway, Laguna Beach, CA (A) Via Lido, Newport Beach, CA (B) Route 66 Museum, D Street, Victorville, CA (C) Furnace Creek (Death Valley) (D) L’impresa di oggi è ardua: arrivare a Furnace Creek, nel cuore della Death Valley. Non contenti decidiamo di fermarci a Newport Beach ed al museo della Route 66 a Victorville. Newport, appena a nord di Laguna Beach, è caratterizzato da un enorme marina ricavato nello stagno e da concessionari Ferrari, Maserati, Rolls … i Porsche Carrera li vendono come biciclette! Visitiamo l’isola Lido in cui le vie si chiamano “VIA” … con il nome di città italiane, francesi e spagnole. Il museo della Route 66 è artigianale, ma molto carino; qui facciamo i nostri primi acquisti per noi e per amici e parenti. Il clima è ormai desertico (basta allontanarsi 10 miglia dalla costa per non sentire più l’aria fredda dell’oceano) ed il viaggio inizia ad essere pesante. Solo in un pezzo a 1200 m vicino a S.Bernardino si respira un po’. A Baker abbandoniamo l’autostrada per Las Vegas (I15) per dirigerci nella Death Valley. Comincia una strada veramente deserta … un cartello ricorda che per 58 miglia non ci sarà nulla ( next gas 58 miles). La strada è divertente, si può andare forte (80 MPH) e fare qualche curva e saliscendi. L’unico problema è il forte vento di traverso che costringe a numeri per stare dritti e alza un po’ di sabba (per fortuna il deserto è praticamente roccioso). Scendendo nella valle ci si mette anche il sole al tramonto ovviamente negli occhi. Ultimo sfizio una deviazione di 7 miglia per sconfinare nel Nevada e fotografare i cartelli “Welcome in Nevada” e “Welcome in California”. Riprendiamo verso la Furnace Creek … i cartelli ci indicano l’altitudine: 3000 ft, 2000 ft, 1000 ft, 0 ft … siamo sotto il livello del mare, ormai siamo arrivati! L’unica stanza disponibile purtroppo ha 2 letti separati … si, ma sono 2 letti Queen Size, praticamente 2 matrimoniali!!! Andiamo a mangiare nella Steak House, dove ci accorgiamo che il posto è pieno di turisti italiani … sono i primi che incontriamo finora. All’uscita dal ristorante non c’è più il caldo soffocante di prima, ma soffia un vento caldo e secco. Newport Beach La Route 66 a Victorville Al confine tra Nevada e California 07 giugno 2008 Furnace Creek (Death Valley) - Lake Isabella, 277 miglia = 447 km Furnace Creek (Death Valley) (A) Badwater Basin (Death Valley) (B) Zabriskie Point (Death Valley) (C) Dante's View (Death Valley) (D) Lake Isabella Motel, HWYS 155-178, Lake Isabella, CA (E) Usciamo alle 7 per sfruttare le ore più fresche della giornata e poter lasciare bagagli e giacche in albergo. Andiamo a Badwater, punto più basso delle Americhe (- 86 metri), in cui rimane sempre una pozza d’acqua salata, da cui il nome. Poi percorriamo la Artist’s Drive con le sue rocce colorate (tipo tavolozza). Infine giungiamo a Zabriskie Point e a Dante’s view; quest’ultimo punto (1150 metri) ci porta un po’ di refrigerio e ci consente di vedere tutta la valle. Dopo essere passati a Furnace Creek a prendere le nostre cose e fare un po’ di shopping, ripartiamo verso ovest. Cerchiamo, senza trovarle, le Darwin Falls; in compenso in questo paese fantasma avvistiamo i mitici road runners, troppo veloci per poterli fotografare da vicino. Scesi a valle, dopo aver superato moltitudini di Joshua Trees, siamo al cospetto della Sierra Nevada, che dobbiamo aggirare per raggiungere il Sequoia Park. Verso le 6 siamo sulle coste del lago Isabella e a causa del forte vento e della stanchezza decidiamo di fermarci. Ci fermiamo nell’Isabella Motel, un postaccio, però comodo perché si trova sulla strada che prenderemo per raggiungere la prossima tappa … inoltre c’è vicino un bancomat ed un Mc Donald’s … perfetto!!! Badwater – 86 metri sotto il livello del mare Susanna nel deserto – Dante’s view Furnace Creek – Death Valley 08 giugno 2008 Lake Isabella - Three Rivers (Sequoia National Park), 177 miglia = 285 km Lake Isabella Motel, HWYS 155-178, Lake Isabella, CA (A) General Sherman Tree, (Sequoia National Park) (B) Moro Rock, (Sequoia National Park) (C) Buckeye Tree Lodge, 46000 Sierra Drive, Three Rivers, CA (D) Si riparte verso il Sequoia National Park. Tagliamo per le montagne … qualche miglio in meno e qualche vista in più. Il passo più alto è a Ponderosa, 7200 piedi (circa 2100 metri). I campeggi sono pieni (è domenica), i pochi paesini sembrano alpini, la strada è bella da guidare (larga e liscia) e si snoda lungo un fiume su cui si fa rafting. A valle ci tocca attraversare una serie di colline secche senza indicazioni e con una strada bruttina, ma passa anche questa. Superiamo un lago, seguiamo la strada lungo un altro fiume e finalmente arriviamo al parco … essendo domenica il parco è abbastanza affollato, cosi perdiamo un po’ di tempo per pranzare e trovare un hotel. Ci sistemiamo in un bell’albergo sul fiume (siamo a Three Rivers) appena fuori dal parco; anche pranzo e cena sono sul fiume. Nel pomeriggio riusciamo a vedere la Giant Forest ed il General Sherman Tree, a passare nel Tunnel Log scavato in una sequoia caduta e ad andare sulla Moro Rock (roccia panoramica sulla cui cima si arriva percorrendo 500 metri di scalini a strapiombo!). Il sole sta calando, c’è poca gente nel parco e tornando ci imbattiamo in due daini e poi in tre cervi. Il ritorno in albergo è lunghetto … le sequoie sono a 2000 m, l’albergo a 500 m e la moto non è un fulmine in discesa! Ma una volta arrivati ci aspetta una bella cena sul fiume. La sequoia più grossa al mondo Tunnel Log Un cervo ci guarda! 09 giugno 2008 – 30° compleanno di Susanna Three Rivers (Sequoia National Park) - Coalinga, 145 miglia = 233 km Buckeye Tree Lodge, 46000 Sierra Drive, Three Rivers, CA (A) Crystal Cave (Sequoia National Park) (B) Lodgepole Village (Sequoia National Park) (C) Motel 6, 25008 W Dorris Avenue, Coalinga, CA (D) E’ il compleanno di Susanna! La mattina è dedicata ancora al Sequoia Park, poi partiremo verso ovest. Alle 11 abbiamo la visita alle Crystal Caves, la cui entrata è nascosta nel bosco a bassa quota (dove non ci sono le sequoie). Poi, dopo un pranzo composto da insalatona e torta, andiamo a vedere le cascate, cosa che implica un percorso a piedi di 1,7 miglia lungo il fiume ad alta quota (e con possibilità di incontrare orsi). Il sentiero nel bosco supera molti corsi d’acqua e ci porta in fondo alla valle dove ci sono le cascate. Qui troviamo un gruppo di giapponesi, che ci fanno una foto e quando se ne vanno salta fuori una marmotta che si lascia fotografare. Finita la visita alle cascate, ci mangiamo un’altra fetta di torta (niente regalo … almeno la torta!) e poi cominciamo la discesa verso la pianura. Mentre attraversiamo la pianura siamo circondati da frutteti immensi (aranci e limoni) e distese coltivate con verdure varie. Il nostro obbiettivo è riavvicinarci al mare, ma ormai è tardi e ci fermiamo all’incrocio con la I5 nei pressi di Coalinga, dove è pieno di benzinai, motel e fast food. Qui finisce la pianura e si ricomincia con le montagne. Ceniamo da Denny’s, catena di ristoranti all’americana. Dopo cena ci mangiamo un gelato … ultimi festeggiamenti del compleanno di Susanna! Crystal Caves Le cascate E poi c’era la marmotta… 10 giugno 2008 Coalinga - Monterey, 164 miglia = 264 km Motel 6, 25008 W Dorris Avenue, Coalinga, CA (A) Mission San Antonio de Padua, Jolon, CA (B) McWay Falls, Julia Pfeiffer Burns State Park, Big Sur, CA (C) Comfort Inn, 1252 Munras Ave, Monterey, CA, (D) Sveglia e partenza al volo, passiamo Coalinga ed i suoi impianti di estrazione del petrolio e ci inoltriamo nelle montagne; per fortuna la strada rimane bassa e veloce. Attraversata un’altra valle ed un’altra autostrada si risale sulla catena costiera. Siamo circondati dal nulla … non ci sono neanche benzinai e siamo in riserva. Per raggiungere la Mission San Antonio de Padua e la costa dobbiamo attraversare un campo di addestramento dell’esercito. La missione non è altro che un chiostro pieno di rose colorate con una chiesa su un lato. L’esterno è completamente secco; solo all’interno si vede del verde grazie all’irrigazione. Ripartiamo verso il mare, ma abbiamo ancora le ultime montagne da superare (dobbiamo raggiungere i 2400 metri con poca benzina … incrociamo le dita). Una volta raggiunto il punto più alto iniziamo la discesa … a motore spento! Arrivati al mare chiediamo per il benzinaio più vicino e siamo costretti ad allungare verso sud … finalmente riusciamo a fare benzina. Siamo sul tratto panoramico della Pacific Coast Hwy … ci fermiamo alle McWay Falls nel Big Sur, una cascatella di 15 metri che finisce sulla spiaggia. Poi dopo una breve sosta sul Bixby Creek Bridge arriviamo a Monterey con un vento pazzesco. Breve gita a Carmel by the Sea, ma niente 17 miles drive perché è vietata alle moto. Cena sul molo a Monterey da Domenico’s. Mission San Antonio de Padua – Il roseto McWay falls, Big Sur Carmel by the Sea 11 giugno 2008 Monterey - San Francisco, 138 miglia = 222 km Comfort Inn, 1252 Munras Ave, Monterey, CA, (A) Laguna Seca Raceway, Highway 68, Monterey, CA (B) Beach Boardwalk, Santa Cruz, CA (C) Radisson Fisherman's Warfs, 250 Beach Street, San Francisco, CA (D) Sveglia e visita al faro di Monterey (pezzo storico) e poi si parte per Laguna Seca. Arrivati al circuito con un ponte passiamo al centro della pista ed una stradina in salita ci porta al Cavatappi. Ci sono parecchi privati che girano con moto sportive … dal vivo fa molta impressione! Poi una “sciura” ci fa entrare nel paddock dove oltre a box troviamo i corsi di guida sicura ed il negozio di souvenirs, dove prendiamo altri regali. Da Laguna Seca ripartiamo per Santa Cruz ed il suo Boarderwalk beach, un lunapark sulla spiaggia, con un carosello del 1911 e montagne russe in legno del 1924. Susanna prova finalmente le montagne russe (quelle nuove però) e poi andiamo in spiaggia e Decio fa il bagno. Dopo il pomeriggio a prendere il sole a Santa Cruz si riparte per l’ultima tappa del viaggio, San Francisco, dove arriviamo dopo un’ora di coda a causa del rientro dal lavoro. Abbiamo tempo per un giretto al molo e qualche foto ad Alcatraz dal parcheggio dell’albergo. Il faro di Monterey Decio al Corkscrew di Laguna Seca Susanna sulle montagne russe al Santa Cruz Beach Boardwalk 12 giugno 2008 San Francisco, 4,1 miglia = 6,6 km Radisson Fisherman's Warfs, 250 Beach Street, San Francisco, CA (A) Eagle Rider, 1060 Bryant Street, San Francisco, CA (B) Al mattino decidiamo di cercare subito Eagle rider, memori di New Orleans, e gli lasciamo la moto. Torniamo a piedi sul lungo-baia dove si trovano i vecchi moli commerciali (Pier) e il Bay Bridge. Arrivati al Pier 41 ci imbarchiamo per un giro sotto il Golden Gate Bridge ed intorno ad Alcatraz. Il vento è forte e la baia è popolata da windsurf, kytesurf e barche a vela. Scatto foto a manetta sperando di centrare gli obiettivi in movimento. Tornati al molo noleggiamo un tandem per andare sul Golden Gate. E’ la nostra prima esperienza in tandem e ci sono un bel po’ di salite (il ponte è alto), ma dopo una prima salita penosa, prendiamo la mano ed arriviamo in cima. Sul ponte il vento è molto forte ed il panorama è stupendo. Dopo la pedalata passiamo al Pier 39 dove hanno preso domicilio su alcuni moli galleggianti un centinaio di elefanti marini; Susanna ne approfitta per prendere uno zucchero filato rosa. Il resto del pomeriggio è dedicato allo shopping e ai souvenirs. Poi ci prepariamo per l’ultima cena americana. Al ritorno in albergo facciamo i bagagli e poi a nanna presto perché ci aspetta un lungo viaggio. Il tram di Milano… a San Francisco In tandem sul Golden Gate Bridge Alcatraz Gli elefanti marini del Pier 39 13 giugno 2008 Sveglia Alle 5, volo alle 8:10 per New York. Trasferimento in aeroporto con alba e rimasugli di nebbia sulle colline. Arriviamo in ritardo a NY e corriamo da un gate all’altro (ben lontani naturalmente) senza poterci fermare a spendere gli ultimi dollari. Il volo per Milano se ne va tra 2 film e una notte brevissima (3 ore). Arrivati a Malpensa scopriamo che i nostri bagagli non sono stati veloci come noi a passare da un aereo all’altro. Ma questa è un’altra storia … ormai è già il 14 mattina!!! A casa ci aspetta una camera da letto piena di palloncini da scoppiare … opera di Livio!!! La nostra camera da letto END.. THE END