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1P 120210_CristalloArteMicenea, Pagina 1 di 4 ARTE MICENEA RIASSUNTO DELLA LEZIONE TIPO TWEET Twitter is an online social networking and microblogging service that enables its users to send and read textbased posts of up to 140 characters, informally known as "tweets"(=CINGUETTII), spazi inclusi >>Menù Strumenti > Conteggio parole RIASSUNTO DELLA LEZIONE TIPO MAIL = 7 righe dattiloscritte La cartella dattiloscritta è l'unità di misura dell'editoria. Una cartella equivale a una pagina di 30 righe x 60 colonne di testo >>> perciò 7 righe dattiloscritte equivalgono a … caratteri, spazi inclusi Sottotitolo (o DUBBI) + GLOSSARIO IMMAGINE + riferimento iconografico La civiltà micenea: Civiltà Micenea, Peloponneso Spiegazione del prof. scritta in nero, suddivisa in paragrafi individuati dalle immagini trattate, da integrarsi con le informazioni tratte dal libro scritte in blu. La civiltà micenea si sviluppa nel Peloponneso, attorno il XVI secolo. La popolazione discende dagli Achei, che si sono instaurati 1500 anni prima nella penisola greca e vi sono rimasti in condizioni di vita neolitiche fino allo sviluppo dei commerci con la ricca civiltà cretese. Nel 1200 questa civiltà e la sua organizzazione sociale scomparvero del tutto travolte dall’invasione dei popoli del nord. Distinguiamo la cronologia in tre periodi: • Miceneo Antico (1600 – 1500 a.C.); • Miceneo Medio (1500 – 1400 a.C.); • Miceneo Tardo (1400 – 1100 a.C.). Nel Miceneo Antico gli influssi cretesi son ancora molto evidenti e la stessa produzione artistica minoica si sovrappone a quella micenea. Nel Miceneo Medio il carattere distintivo è la realizzazione di un numero notevole di tombe a thòlos, quasi tutte di rilevanti dimensioni e aventi per lo più le medesime caratteristiche costruttive e la stessa organizzazione degli spazi. Il Miceneo Tardo si conclude con la distruzione dei grandi edifici a opera dei Dori, nuova popolazione proveniente da Nord, stabilizzatasi nel Peloponneso alla fine del XI secolo a.C. La caratteristica del periodo è la costruzione delle immense mura che circondano il palazzo reale e le altre fabbriche dell’acropoli: infatti, solitamente, le città micenee si definiscono città-fortezza. Tu sei libero di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera Alle seguenti condizioni: Attribuzione — Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera. Non commerciale — Non puoi usare quest'opera per fini commerciali. Non opere derivate — Non puoi alterare o trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra. 1P 120210_CristalloArteMicenea, Pagina 2 di 4 Tesoro di Atreo: Tesoro di Atreo Tesoro di Atreo Fasi costruttive della tholos: Sezioni varie della tholos Il Tesoro di Atreo è noto anche come Tomba di Agamennone ed è situata a Micene, costruita nel 1500-1400 a.C. È una tipica tomba a tholos, scavata nella collina da un lungo corridoio scoperto lungo 36 metri e largo 6 metri. Le pareti del corridoio sono formate da blocchi di pietra a filoni orizzontali, ed è delimitato da mura possenti. L’accesso alla tholos avviene tramite un’ampia apertura di forma trapezoidale, alta 5.40 metri e larga 2.70 metri, sormontata da un architrave monolitico del peso di 120 tonnellate circa. L’unico ornamento attuale della facciata è costituito dalle leggere cornici dell’architrave, ma originariamente si trovava un complesso di elementi composto da semicolonne decorate, collocate di fianco all’apertura, al di sopra delle quali due ulteriori colonnine delimitavano una lastra ornata con motivi a spirale di ispirazione minoica. L’architrave è sormontato dal cosiddetto triangolo di scarico, un accorgimento costruttivo che porta il peso sovrastante a gravare sugli stipiti (o piedritti) della porta, sostenendo soltanto il peso proprio. La processione funebre entrava in una sala circolare, dal diametro di 14.50 metri e dall’altezza di 13.20 metri, decorata con rosette di bronzo a imitazione di un cielo stellato, coperta con una pseudo cupola (falsa cupola). La camera sepolcrale era luogo di sepoltura e di svolgimento dei riti funerari, mentre la sala circolare contiene un ricco corredo funebre, solitamente costituito da armi, scudi, carri e altri strumenti da guerra impreziositi con rivestimenti in lamina d’oro, per la natura guerriera delle stirpi micenee. L’intera costruzione, compreso il corridoio di accesso, veniva subito dopo ricoperta con terra pressata per mimetizzarla completamente e per sempre. La tholos è formata da anelli lapidei (dal latino lapis, pietra) che vanno restringendosi verso l’alto. I massi di ogni anello aggettano (sporgono) rispetto a quelli sottostanti. La forma circolare degli anelli orizzontali impedisce alle pietre di precipitare durante la costruzione. La faccia interna di ogni elemento squadrato viene sagomata, originando una superficie perfettamente liscia. La tholos si regge per gravità: è il peso dei suoi vari elementi (conci, pietre squadrate nelle costruzioni) ad assicurare la stabilità. Al contrario, nella cupola, i conci sono disposti filare per filare (un anello di conci) su una superficie conica e indirizzati verso il centro (detto di curvatura), spingendosi l’un l’altro consentono alla struttura di sostenersi per mutuo contrasto. I principi statico e costruttivo della cupola sono gli stessi dell’arco Sezione della camera principale della tholos Tu sei libero di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera Alle seguenti condizioni: Attribuzione — Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera. Non commerciale — Non puoi usare quest'opera per fini commerciali. Non opere derivate — Non puoi alterare o trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra. 1P 120210_CristalloArteMicenea, Pagina 3 di 4 Maschera di Agamennone: Maschera funeraria di Agamennone La religione: All’interno di queste tombe sono stati ritrovati anche oggetti legati a rituali locali come le grandi maschere in lamina d’oro. In essa si nota la volontà di ritrarre la fisionomia del defunto nella rigidità della morte attraverso gli occhi, le labbra serrate, espressioni che esprimono un senso d’angoscia e di paura. Nelle tombe reali di Micene furono rinvenute da Heinrich Schliemann cinque maschere funebri in lamina d’oro. Due di esse risultano particolarmente significative. In una di queste, la cosiddetta Maschera di Agamennone, di più pregevole e curata fattura, una linea incavata sottolinea le palpebre chiuse. La fine barba e i baffi dalla linea ondulata nobilitano il personaggio raffigurato. Questa maschera appare estremamente più raffinata e stilisticamente notevole se paragonata alle altre, e proprio questo è il motivo per cui ne è stata messa in dubbio, anche recentemente, l’autenticità. Gli Achei sono politeisti, cioè adorano molti dei, come Zeus e Apollo, che entreranno, in seguito, a far parte della religione greca. Dio Apollo Zeus Le città-fortezza: Pianta del Palazzo di Pilo Interno del Palazzo di Pilo Le principali città sono Micene, Tirinto e Tebe, che sorgevano su alture o in posizioni facilmente difendibili. Erano protette da mura monumentali costruite con blocchi di pietra quasi squadrati. Le possenti mura di Tirinto che circondano l’acropoli, sono dotate di pochi accessi e di un camminamento coperto di lastroni di pietra inclinati. All’interno delle cinte fortificate si trovano edifici pubblici e privati e anche i palazzi dei sovrani organizzati intorno a una sala principale, chiamata il megaron, di forma rettangolare. Essa conteneva il trono e un grande focolare centrale di forma rotonda spesso circondato da quattro colonne disposte a quadrato. Il megaron si compone di tre spazi: al contatto con l’esterno, il vestibolo; l’antisala, dove si entra per tre aperture del vestibolo; comunicante per una sola apertura con l’anticamera, la sala del trono. Attorno al megaron si disponevano sale minori residenziali e di servizio, vi si accedeva tramite cortili spesso porticati (aulè) o ingressi monumentali (pròpylon, dal greco pro, davanti, e pylos, porta ). Mura spesse di circa 8 metri tanto poderose che la leggenda dice fossero opera dei Ciclopi, esseri semidivini e giganteschi. Tu sei libero di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera Alle seguenti condizioni: Attribuzione — Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera. Non commerciale — Non puoi usare quest'opera per fini commerciali. Non opere derivate — Non puoi alterare o trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra. 1P 120210_CristalloArteMicenea, Pagina 4 di 4 Porta dei Leoni: Porta dei leoni Decorazione a rilievo, due leonesse La pittura e la ceramica: (P. 47, 48, 49, 50, 51 libro) Il monumento più rappresentativo di questa architettura militare è la Porta dei Leoni, situata a Micene: era l’ingresso principale all’acropoli (àkros, estremo e polis, città), la parte elevata della città, posta nelle immediate vicinanze del recinto delle tombe reali. Da essa si diparte la strada che conduce alle ricche pianure dell’Argolide. È uno dei più importanti esempi di sistema trilittico (dalle parole greche preis, re, e lithos, pietra, ovvero re pietre). È un metodo costruttivo basato sull’uso di tre pietre, di cui due verticali e una orizzontale. Il grande bassorilievo è di circa 3 metri, ha una decorazione a rilievo, originariamente colorata a tinte vivaci che riproduce lo stemma della famiglia reale micenea: due leonesse custodi dell’acropoli che sono ai lati di una colonna posata sopra un altare. I feroci felini rappresentavano simbolicamente sia la potenza delle mura sia quella della città posta sotto la loro protezione. L’apertura triangolare scarica sui due piedritti (elementi verticali di sostegno) il peso del muro, che altrimenti spaccherebbe l’architrave. La funzione dell’arte ha la duplice funzione di esaltare la potenza del re e di incutere timore nei nemici. Quando l’architettura megalitica è realizzata con colossali massi di pietra risponde direttamente alle esigenze del carattere guerriero della civiltà micenea. Dalla distruzione dei Dori solo una città di impianto miceneo si salva: Atene, nell’Attica. Da essa, simbolo di tutta la Grecia, si svilupperà la grande arte ellenica erede e continuatrice della cultura e della creatività minoica e micenea. La pittura e la ceramica furono profondamente influenzate da quelle minoiche. Scartando spesso soggetti naturalistici, considerati poco adatti a una società guerriera, si preferirono i temi riguardanti al mondo aristocratico come la guerra, i combattimenti, le figure di guerrieri o scene di caccia. Vaso con guerrieri in marcia da Micene Tu sei libero di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera Alle seguenti condizioni: Attribuzione — Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera. Non commerciale — Non puoi usare quest'opera per fini commerciali. Non opere derivate — Non puoi alterare o trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra.