La valigia della Memoria - Classi quinte Scuola primaria

Testi tratti (e adattati) da «Le valigie di Auschwitz» di Daniela Palumbo
ABBIAMO SAPUTO
CHE C’È STATO UN TEMPO IN CUI I BAMBINI VENIVANO
COSTRETTI A PARTIRE CON UNA VALIGIA RIEMPITA IN
FRETTA PER UNA DESTINAZIONE CHE NON CONOSCEVANO
E NON FACEVANO RITORNO A CASA. MAI PIÙ.
IL LUOGO CHE CONSERVA LA
MEMORIA DI QUEI BAMBINI E
DELLE LORO PICCOLE VALIGIE SI
CHIAMA AUSCHWITZ E SI PUÒ
VISITARE.
I NAZISTI COSTRUIRONO
IL CAMPO DI STERMINIO
DI AUSCHWITZ, NELLA PICCOLA
CITTADINA DI OSWIECIM,
IN POLONIA.
ERA IL 22 MAGGIO 1940.
IL CAMPO FU REALIZZATO PER UNO SCOPO: CANCELLARE GLI EBREI.
PERCHÉ? PERCHÉ ERANO EBREI.
OGGI IL CAMPO DI STERMINIO È
DIVENTATO UN MUSEO. È UN LUOGO
BUIO... UN POSTO IN CUI LA GIOIA, I
SORRISI, GLI ABBRACCI E GLI SCHERZI
NON SONO MAI ENTRATI.
UN LUOGO IN CUI ANCHE IL SOLE,
QUANDO SI AFFACCIA DENTRO LE
STANZE DALLE GRANDI FINESTRE,
NON RIESCE A CANCELLARE LA
GELIDA OSCURITÀ CHE È RIMASTA
ATTACCATA AI MURI E AI SOFFITTI.
COME UNA POLVERE SOTTILE L’OSCURITÀ È PENETRATA IN
OGNI FESSURA DI AUSCHWITZ. NON SE NE ANDRÀ PIÙ.
NELLA STANZA NUMERO 4 DEL BLOCCO 5 DI AUSCHWITZ C’È UN LUNGO
VETRO CHE SEPARA IL VISITATORE DA MIGLIAIA DI VALIGIE AMMASSATE UNA
SULL’ALTRA.
UNA MONTAGNA DI BORSE VUOTE, TUTTE DIVERSE:
VECCHIE, ROTTE, STRETTE, LARGHE, RATTOPPATE, DI CARTONE,
ELEGANTI, DI STOFFA, DI PELLE...
QUANDO SI ENTRA IN
QUELLA STANZA, SI
RESTA IMMOBILI A
GUARDARE LE VALIGIE.
SU TUTTE CI SONO
SCRITTI UN NOME, UN
COGNOME
E
UN
INDIRIZZO.
ABBIAMO IMMAGINATO CHE COSA
POTESSE CONTENERE UNA DI
QUELLE PICCOLE VALIGIE… ALCUNI
GIOCHI, UN LIBRO, UNA SCATOLA
DI COLORI, UN QUADERNINO,
DELLE FOTOGRAFIE… E POI
ABBIAMO PENSATO A QUANTI
RICORDI, PENSIERI, EMOZIONI,
DESIDERI
QUEGLI
OGGETTI
POTEVANO EVOCARE NEL CUORE E
NELLE MENTI DEI LORO PICCOLI
PROPRIETARI.
ANCHE NOI SIMBOLICAMENTE ABBIAMO SCELTO DI RIEMPIRE UNA VALIGIA CHE
ABBIAMO SOPRANNOMINATO LA “VALIGIA DELLA MEMORIA”. IN ESSA NON CI SONO
OGGETTI MA “PAROLE DI LUCE E DI SPERANZA”.