Nuovo sbarco di migranti a Taranto. In mille e settecento sul Molo
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Nuovo sbarco di migranti a Taranto. In mille e settecento sul Molo
Nuovo sbarco di migranti a Taranto. In mille e settecento sul Molo San Cataldo La nave San Giusto della Marina militare è approdata oggi al molo San Cataldo del porto di Taranto con a bordo l’ennesimo carico di 1.722 migranti salvati in mare , nell’ambito dell’operazione “Mare nostrum” . Si tratta di 1192 uomini, 274 donne (19 delle quali incinte) e 256 minorenni di varie nazionalità: Siria, Palestina, Pakistan, Sudan, Tunisia, Marocco, Libia, Bangladesh e Nigeria. Le operazioni di sbarco sono state seguite dal comandante di nave San Giusto, capitano di vascello Mario Mattesi, e dal Comandante del 29.mo Gruppo Navale, contrammiraglio Francesco Sollitto. Sul molo , come da prassi, è stato predisposto un presidio medico avanzato per far fronte ogni eventuali necessità. Il Comune di Taranto ha messo subito a disposizione indumenti, scarpe, bottigliette d’acqua, viveri di prima necessità e bagni chimici. Soltanto una parte dei migranti rimarrà a Taranto per alcune ore, mentre gli altri saranno subito trasferiti nei vari centri di accoglienza. Non sono stati riscontrati casi sanitari preoccupanti: i migranti sono apparsi molto provati dal lungo viaggio , mostravano i soliti segni di affaticamento, disidratazione e patologie croniche . Ad attenderli sulla banchina del porto mercantile c’erano anche il sindaco di Taranto Ezio Stefàno, pediatra, che ha visitato alcuni degli oltre duecento bambini a bordo, ed il vicesindaco Lucio Lonoce. La Croce Rossa Italiana e l’ ASL e erano presenti con 4 ambulanze, due presidi medici avanzati, quattro medici, quattro infermieri e 20 soccorritori sul posto. L' ILVA paga regolarmente gli stipendi. Domani gli operai protesteranno con il premier Renzi alla Fiera del Levante Oggi l ‘ILVA ha erogato regolarmente gli stipendi con ogni competenza dovuta ai dipendi dello stabilimento siderurgico di Taranto. A comunicarlo via e-mail agli stessi dipendenti è stata la stessa azienda, che ha pubblicato anche una breve nota sul portale interno aziendale. La comunicazione è firmata da Enrico Martino, il responsabile delle Risorse umane del gruppo ILVA, Il pagamento è stato possibile «grazie all’impegno profuso dal commissario straordinario – si precisa – che ha permesso di ottenere ad oggi la prima tranche del prestito ponte da parte delle banche», per un importo di circa 125 milioni di euro. Quindi i dipendenti dello stabilimento ILVA di Taranto «vedranno accreditate sui propri conti le rispettive spettanze, con regolare valuta, al 12 settembre, al più tardi con visibilità lunedì 15 settembre». . Nel frattempo però il coordinamento provinciale di Taranto dell’Usb (l’ Unione sindacale di base – n.d.r. ) conferma lo sciopero di 24 ore indetto per domani per i lavoratori dello stabilimento ILVA e degli appalti e organizza una manifestazione di protesta a Bari in occasione dell’inaugurazione della Fiera del Levante e dell’arrivo del presidente del consiglio Matteo Renzi. Gli autobus con gli operai partiranno alle ore 10.30 alla volta di bari, dalla Concattedrale di Taranto. «Il Governo – riporta un volantino del sindacato – 26 mesi fa si impegnò a tutelare ambiente, salute e lavoro, da allora si sono succeduti tre presidenti del Consiglio, una decina di ministri, una settantina di segretari e sottosegretari. Il risultato lo conosciamo tutti: ambiente devastato, salute rubata e ora ci scippano anche il lavoro». L’Usb contesta inoltre che gli interventi previsti dall’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) «al punto di partenza, impianti fatiscenti, stipendi a rischio tutti i mesi o come nel caso dei lavoratori dell’appalto, diverse mensilità arretrate. L’unica grossa opera finora realizzata è la copertura, ma non di certo dei parchi minerali. Hanno solo coperto i lavoratori e i cittadini di chiacchiere». Mentre a Genova «i colleghi entravano col trattore in Prefettura, qui a Taranto per protestare – ricorda il sindacato di base – qualcuno si faceva visitare dal collega. Tiriamo fuori la dignità, ribelliamoci e chiediamo il conto a 26 mesi di bugie e ingiustizie, a 26 mesi di isolamento, il governo si deve prendere le proprie responsabilità. Cacciate fuori i soldi. Senza soldi – conclude l’Usb – non si risana, non si tutela l’ambiente, non si lavora sicuri. Senza soldi si chiude». In otto rischiano un processo: affittavano case destinate ad incontri a "luci rosse" Sono otto, complessivamente, le persone per le quali il sostituto procuratore della Repubblica dottoressa Filomena Di Tursi ha chiuso il procedimento chiedendone il rinvio a giudizio, cioè il processo. Gli uomini indagati, agevolavano l’attività di prostituzione di alcune donne, prevalentemente sudamericane mettendo a loro disposizione una serie di abitazioni in affitto disseminate lungo il capoluogo tarantino, spacciandosi come i proprietari o proponendo la stipula di contratti di locazione sotto falsa nome ed identità. Il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio per Nicola Zanframundo, di 43 anni di Massafra, di Leonardo Tortorella di 41, Luigi Stramaglia di 36, Flavio Cesare Cricellli di 36 tutti e tre tarantini, ed anche per due donne sudamericane. Chiesto il rinvio a giudizio per un cittadino albanese, accusato di aver agevolato la prostituzione, che peraltro compare pure come vittima nel procedimento, ma la sua posizione è decisamente la più tranquilla. Infatti, l’albanese avrebbe dato a Zanframundo la procura a vendere di un immobile che lo stesso Zanframundo, secondo l’accusa, avrebbe invece sublocato autonomamente per favorire la prostituzione di una cittadina colombiana. L’ ottavo imputato Pietro Balestrieri , 41 anni di Taranto , è stato accusato di concorso in varie ipotesi di sostituzione di persona. Secondo la procura e gli investigatori , il quarantunenne avrebbe permesso ad un presunto complice di poter utilizzare la propria carta di identità su cui era stata apposta la foto di un altra persona. Attraverso questa identità fasulla. venivano affittati alcuni appartamenti che venivano utilizzati per l’esercizio della prostituzione. La vicenda, che finirà all’esame del giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Taranto, non è delle più semplici Nelle indagini svolte dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Taranto nel 2013, infatti, non compaiono soltanto l’organizzazione di attività di prostituzione in violazione della legge Merlin, che compaiono frequentemente nei diversi capi di imputazione, ma anche degli episodi di truffa, sostituzione di persona e di falsità in scrittura privata. Gli uomini della Mobile a questo proposito, per approfondire le indagini, non si sono solo limitati a denunciare le donne che esercitavano la prostituzione ma hanno scavato dietro le quinte dell’organizzazione per definire il ruolo reale i proprietari degli appartamenti ed accertare se fossero a conoscenza della destinazione degli immobili. Nel corso delle indagini la “Squadra Mobile ” aveva accertato e verificato che alcuni dei reali proprietari degli appartamenti di fatto ignoravano le attività che si svolgevano realmente all’interno delle loro abitazioni, così come alcuni inquilini delle abitazioni, a loro volta , erano assolutamente ignari della circostanza che le persone che ne proponevano la locazione di fatto non esistevano, presentandosi con false generalità, utilizzando documentazioni “taroccate”. Secondo le conclusioni della procura di Taranto, uno degli indagati (il Tortorella ) avrebbe utilizzato un documento di identità di un tarantino il quale aveva smarrito il proprio documento di riconoscimento. E proprio Tortorella si sarebbe dato da fare per stipulare un contratto di locazione di un immobile, utilizzando l’identità rubata apponendo la sua foto sul documento utilizzato per il contratto che probabilmente si era procurato da sconosciuti. La Corte indiana autorizza il rientro del marò Latorre in Italia per 4 mesi La Corte suprema indiana ha accolto oggi l’istanza presentata nei giorni scorsi dai legali del marò Massimiliano Latorre per un rientro in Italia per un periodo di convalescenza di quattro mesi dopo l’ischemia che aveva colpito il fuciliere della Marina Militare italiana lo scorso 31 agosto. I giudici hanno accolto una garanzia scritta di rientro a nome del Governo italiano, depositata dall’ambasciatore a Delhi Daniele Mancini, chiedendo pero’ anche una nuova garanzia scritta “non ambigua e non equivoca” a Latorre. Garanzia che – si è appreso – verrà depositata presentata oggi stesso. “Abbiamo ottenuto quanto volevamo” la dichiarazione all’ ANSA di Soli Sarabjee, l’avvocato di Massimiliano Latorre, che ha illustrato in Corte Suprema l’istanza di rientro a fini terapeutici in Italia del fuciliere. «Nella richiesta – hanno scritto i giudici indiani – si dichiara che il Latorre ha avuto un ictus e che richiede continua attenzione, cure, trattamenti riabilitativi e terapie. Quindi per ragioni umanitarie si chiede che gli sia permesso di tornare a casa in Italia per un periodo all’incirca di quattro mesi». I giudici hanno precisato anche che all’istanza «sono stati allegati certificati medici» per sostenere la richiesta del permesso. Giulia Latorre, figlia del marò Massimiliano, commentando la notizia del rientro del padre in Italia per 4 mesi , che gli consentiranno di potersi curare dai postumi dell’ischemia che lo ha colpito in India dove è trattenuto con il commilitone Salvatore Girone da oltre due anni, questa volta su Facebook ha scritto qualcosa di buono: «Che bella notizia ». «Speriamo che questo sia un passo avanti verso la risoluzione di tutta la vicenda – ha dichiarato il padre dell’altro marò Girone – ma ora vengono prima di tutto le cure per Massimiliano e la sua serenità. Questo è l’augurio che, da parte mia e di tutta la mia famiglia, facciamo a Massimiliano: il suo rientro – ha sottolineato – crediamo sia una cosa molto bella, anzi, meravigliosa». «Salvatore – ha aggiunto – l’ho sentito ieri l’ultima volta, ed è chiaro che la preoccupazione, in situazioni simili, trabocca. Ma – ha concluso – dobbiamo andare avanti perchè siamo fiduciosi e crediamo molto nel lavoro delle istituzioni». Taranto F.C. : gli abbonati calano del 50% . I tifosi rossoblu la pensano come noi. La conferma della crisi di fiducia dei tifosi sul prossimo campionato del Taranto Fc, si evince dal crollo degli abbonamenti. A fornire i numeri è proprio un’azionista: la Fondazione Taras. Numeri molto chiari e si sa la matematica è una scienza esatta. il Il caro-prezzi fissato della campagna abbonamenti stabilito dalla società (che dimentica di giocare in Lega Dilettanti…) non ha certamente invogliato i tifosi. Ventiquattro ore dopo la prima giornata di campagna abbonamenti sono stati sottoscritti 95 abbonamenti, e per la precisione 44 abbonamenti di curva, 30 di gradinata, 18 di tribuna laterale e soltanto 3 di tribuna Vip. Una cifra a dir poco “modesta” per una campagna abbonamenti che durerà soltanto quattro giorni. Per fare un confronto attendibile e verificare la sfiducia dei tifosi, basti ricordare che lo scorso anno, con una campagna durata un mese e mezzo, nella prima giornata furono 118 i sottoscrittori di tessera. Arrestati dalla Polizia di Stato un topo d'appartamento e due spacciatori di droga Intorno alle 22.30 di ieri sera, gli agenti della Volante allertati dalla sala Operativa 113 si sono recati in via Pupino angolo Via Di Palma dove era stata segnalata la presenza di un uomo che aveva appena bloccato un ladro d’appartamento. Giunti sul posto i poliziotti hanno identificato e tratto d’arresto Fabio Legari che come accertato aveva appena compiuto un furto in appartamento di uno stabile di via Pupino. Sul posto era presente anche l’uomo che era immediatamente intervenuto bloccando il malvivente. Gli agenti apprendevano dalla sue dichiarazioni che mentre era in casa sentendo dei rumori sospetti provenire dall’appartamento sottostante, si era affacciato sul pianerottolo sorprendendo di fatto il Legari mentre scappava per le scale. Dopo un breve inseguimento l’uomo era riuscito a fermare per strada il ”topo d’appartamento” che alle strette consegnava le banconote rubate in precedenza per un importo di 210,00 euro. Il ladro veniva prima condotto negli Uffici della Questura, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, e successivamente accompagnato presso la locale Casa Circondariale in attesa del processo per direttissima. nella foto Michele Taurino Nella mattinata precedente , gli agenti della Squadra Mobile, nel corso di mirati servizi antidroga, giunti in Piazza Fontana, notavano un giovane, Michele Taurino di anni 28, che alla loro vista si dava a precipitosa fuga nei vicoli della “Città vecchia”. Dopo un inseguimento a piedi il Taurino veniva bloccato in via Cava. Nel corso della perquisizione personale i poliziotti recuperavano due involucri termosaldati contenenti cocaina per un peso di quasi 12 grammi e 150.00 euro probabile provento della sua attività di spaccio. Dopo quanto recuperato il giovane fermato veniva condotto negli Uffici della Questura e al termine delle formalità di rito tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Su disposizione dell’ Autorità Giudiziaria l’arrestato veniva condotto presso la locale Casa Circondariale. nella foto Michele Taurino Nel pomeriggio di ieri , gli agenti della “Sezione Falchi” della Squadra Mobile, hanno tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente Andrea Castelli tarantino di anni 19. Il giovane da qualche giorno era stato messo sotto attenzione in quanto sospettato di aver messo in atto , nella zona di Talsano, una fiorente attività di spaccio. Nel pomeriggio di ieri, nel corso dell’ennesimo servizio di appostamento i poliziotti notavano il 19enne che seduto su una panchina di piazza della Vittoria di Talsano, veniva avvicinato spesso da giovani noti come abituali consumatori di sostanze stupefacenti, con i quali aveva dei velocissimi scambi soldi/droga. Dopo l’ennesimo scambio gli agenti decidevano di interrompere l’attività di spaccio, intervenendo e bloccando il Castelli. In una prima sommaria perquisizione il giovane veniva trovato in possesso di 12 dosi preconfezionate di hashish e di 25 euro probabile provento dell’illecita attività. Nella successiva perquisizione presso il domicilio del fermato i “Falchi” recuperavano, nascosto in un cassetto di un armadio un panetto della stessa sostanza sequestrata in precedenza per un peso complessivo di 20 grammi circa ed un bilancino di precisione. Dopo quanto rinvenuto al Castelli , lo spacciatore veniva tratto in arresto e sottoposto , come disposto dell’ Autorità Giudiziaria competente agli arresti domiciliari. Nel bicentenario dell’Arma dei Carabinieri celebrata la messa commemorativa della morte del Maresciallo Maggiore Ettore D'Amore Questa mattinata odierna, nell’ambito delle celebrazioni per il bicentenario della fondazione dell ’Arma dei Carabinieri, si è tenuta una Santa Messa commemorativa presso la Chiesa del Carmine alla presenza del comandante della Legione Puglia, Gen. di Brigata Claudio Vincelli, del comandante provinciale di Taranto , Col. Daniele Sirimarco, e di una rappresentanza di comandanti delle Stazioni e militari, dei rappresentanti del COBAR regionale ed una delegazione di appartenenti all’Associazione Nazionale Carabinieri, per solennizzare l’anniversario della morte del Maresciallo Maggiore dei Carabinieri Ettore D’Amore, insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare per la seguente motivazione: “comandante di Stazione in ambiente particolarmente difficile perché dominato dalla paura e dall’omertà ed in cui imperavano l’anonimo e l’intimidazione, al fine di mantenere fermi il prestigio e la forza della legge e di stroncare ogni velleità delittuose che avrebbe peggiorato la grave situazione della pubblica sicurezza locale, da solo, e con spezzo della vita affrontava temibile malvivente armato ed appostato, autore di una lettera estorsiva. Colpito a morte, trovava la forza di scagliare una bomba a mano che metteva in fuga il malvivente, rendendone vana l’azione criminosa. Coronava così un’esistenza interamente dedicata al culto del servizio. Orgosolo (Nu), 11.09.1959.” Nel corso della cerimonia, alla qual hanno partecipato anche i famigliari del Maresciallo Maggiore dei Carabinieri D’Amore, è stato consegnato un attestato al Gen. di Brigata dei Carabinieri in congedo, Giuseppe Del Core, nipote di quest’ultimo. La celebrazione è terminata, presso il cimitero di “San Brunone” con la deposizione di una corona di fiori sul logo di tumulazione. Ilva, operaio cade e batte la testa finendo in ospedale. Nulla di grave Mariano Severi, un operaio dipendente della ditta Mariano Severi di Massafra, che lavora in appalto ILVA, è rimasto ferito in un incidente sul lavoro avvenuto nella zona della discarica dello stabilimento siderurgico di Taranto. Secondo fonti della Fim Cisl, il lavoratore, stava sistemando un telone su un camion quando è caduto battendo la testa. Il ferito è stato soccorso e trasportato in ospedale per essere sottoposto ad accertamenti. Le sue condizioni non sono gravi. Soltanto la settimana scorsa un altro operaio dell’indotto ILVA aveva perso la vita nell’Acciaieria 1 dello stabilimento tarantino. Angelo Iodice, 54 anni, dipendente della Global Service, era stato investito da un mezzo meccanico sui binari di un carroponte. Iodice era addetto alla manutenzione e stava effettuando degli interventi proprio sul tratto di strada ferrata dove la settimana precedente si era ribaltato un carroponte pieno di ghisa fusa. Caso Marò: Chiesta una perizia per accertare le condizioni di salute di Latorre Freddy Bosco il pescatore proprietario dell’imbarcazione coinvolta nell’incidente della petroliera Enrica Lexie, ha presentato oggi alla Corte Suprema indiana un ricorso con il quale cui chiede che venga disposta una perizia medica indipendente per verificare le condizioni di salute di Massimiliano Latorre, colpito da un’ischemia il 31 agosto, prima di concedergli una eventuale autorizzazione a curarsi in Italia. Con una application registrata alla Corte Suprema indiana, che è ancora in attesa di accoglimento, i legali del pescatore mettono in dubbio la malattia del fuciliere della Marina Militare italiana e citano l’incidente diplomatico dello scorso anno in occasione della licenza di quattro settimane concessa ai due militari per votare in Italia. In particolare, il ricorrente ricorda alla Corte che «è pratica comune verificare la veridicità e la serietà di una malattia», e che «un rapporto di specialisti qualificati dopo un esame medico del paziente è altamente necessario». Si suggerisce poi che questo compito venga affidato a una commissione medica dell’All India Institute of Medical Science (Aiims), il più grande ospedale pubblico di New Delhi. L’avvocato Usha Nandini ha confermato all’ANSA di aver presentato stamani l’istanza, insieme a un affidavit (dichiarazione scritta di Bosco), ma che essa deve ora essere «verificata e approfondita». LE VERIFICHE – Tuttavia da fonti vicine al team dei legali della difesa di Latorre si è appreso che «a un controllo presso il Registro della Corte Suprema, di questa istanza non si è trovata traccia». È quindi possibile che la procedura di verifica possa richiedere qualche giorno. Secondo quanto disposto dai giudici nell’ultima udienza, venerdì il governo indiano dovrà presentare la sua opinione alla Corte Suprema in merito alla richiesta di autorizzare Latorre a rientrare per alcuni mesi in Italia per motivi di salute. Ci sono infatti forti possibilità che la domanda venga accolta in quanto, come anticipato dalla ministro degli Esteri indiano, Sushma Swaraj, il governo di New Delhi non si opporrà all’eventuale concessione del permesso terapeutico. Lo scorso aprile il proprietario del St.Antony, a bordo del quale si trovavano i due pescatori Valentine Jelastine e Ajeesh Binki rimasti uccisi il 15 febbraio 2012, aveva già presentato un ricorso al massimo organo giudiziario indiano per chiedere il trasferimento del processo da New Delhi al Kerala, dove è avvenuto l’incidente e dove risiedono la maggior parte dei testimoni. Lo stesso Bosco, che è anche colui che ha presentato la denuncia per omicidio alla polizia portuale di Neendakara, afferma di essere stato ferito e di aver subito lesioni alla colonna vertebrale che gli impediscono lunghi viaggi. Nell’aprile 2012 il pescatore aveva firmato un accordo di conciliazione con il Governo italiano ricevendo come risarcimento la somma di 1,7 milioni di rupie (all’epoca circa 25 mila euro) per i danni provocati al peschereccio che è ancora sotto sequestro della polizia keralese. In cambio si impegnava a ritirare le cause intentate contro i due marò e contro l’armatore della petroliera Enrica Lexie. Evidentemente il pescatore indiano vuole altri soldi…. Taranto ringrazia il Generale Leonardo Gallitelli di Antonello de Gennaro Il Generale Leonardo Gallitelli (nato Taranto, 9 Giugno 1948), sposato con due figli, si è laureato in Giurisprudenza, Gallitelli , ha intrapreso la carriera militare il 22 ottobre 1967 frequentando i corsi dell’Accademia Militare di Modena e della Scuola di Applicazione Carabinieri di Roma. Supera i corsi di Stato Maggiore presso la Scuola di Guerra. È direttore editoriale de Il Carabiniere, la rivista mensile pubblicata dall’ Arma dei Carabinieri. Leonardo Gallitelli ha lavorato nello Stato Maggiore del Comando Generale, da Ufficiale superiore ha retto il Comando provinciale di Torino, l’Ufficio Operazioni del Comando Generale dell’Arma. Consegue il grado di colonnello e diviene il vice comandante della Regione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta agli ordini del Generale Francesco Delfino sino al 1993, successivamente regge il Comando Provinciale di Roma per cinque anni. È stato poi Capo del II Reparto del Comando Generale, cui sono devoluti il coordinamento e la direzione dell’attività nel contrasto a tutte le manifestazioni delinquenziali che interessano il Paese, anche nei risvolti ultranazionali. Dal 2000 al 2002 è Sottocapo di stato maggiore del Comando Generale e, poi Comandante della Scuola Ufficiali Carabinieri. Dal 7 ottobre 2003 al 4 settembre 2006, dirige la Regione Carabinieri Campania. Gallitelli dal 5 settembre 2006 al 11 giugno 2009, è Capo di Stato Maggiore del Comando Generale dell’Arma. Il ruolo è quello di “principale consulente e collaboratore del Comandante Generale: riceve le direttive per l’attività ed impartisce le conseguenti disposizioni; è responsabile delle attività dello Stato Maggiore, coordina lo svolgimento ed esamina i risultati; traduce le decisioni del Comandante Generale in ordini e piani; rappresenta il Comandante ed emana ordini in suo nome quando autorizzato; ha alle dirette dipendenze le Direzioni di Sanità e di Amministrazione, il Reparto Autonomo ed il Capo Servizio Assistenza Spirituale”. Il 12 giugno del 2009 Leonardo Gallitelli venne nominato dal Consiglio dei ministri, Comandante generale dell’Arma , prendendo il posto dal 22 luglio del Generale Gianfrancesco Siazzu . Al Generale Gallitelli, la Direzione e redazione del quotidiano il Corriere del Giorno, intende dire grazie, per aver dato con il suo incarico e con il suo operato al servizio dei cittadini e dello Stato, un elevato lustro alla nostra città, a Taranto ed ai tarantini. La città di Taranto e i suoi concittadini sono fieri di lei e le augurano tutte le fortune e soddisfazioni che merita. Craxi, i giorni dell'abbandono quando spediva messaggi nella bottiglia di Paola Sacchi Forse solo un indovino avrebbe potuto prevederlo con certezza già nel 1997. Bisognava essere Bettino Craxi per scrivere in appunti, come messaggi spediti in una bottiglia nel mare da Hammamet all’Italia, che Gianfranco Fini avrebbe prima o poi tradito Silvio Berlusconi. Il quale sarebbe stato oggetto di «persecuzione giudiziaria». Bisognava essere il leader che per un decennio dominò e modernizzò l’Italia con un carisma inversamente proporzionale ai voti del suo partito, che toccò quota massima del 14 per cento, per prevedere già da allora che ci sarebbe venuto a governare un consulente di qualche banca americana, parole dietro le quali già si stagliava l’identikit di Mario Monti. Ma la bottiglia con quei messaggi non arrivava in Italia, si arenava quasi sempre nel Mediterraneo. E se arrivava, quegli appunti finivano regolarmente cestinati nelle redazioni dei giornali. Craxi era il diavolo, l’appestato, il male assoluto. Avvicinarsi a lui significava toccare i fili della luce della «falsa rivoluzione» di Mani pulite. Ora, quei messaggi affidati a un bottiglia sono approdati davvero in Italia, per volontà di Stefania Craxi, figlia di «Bettino» e presidente della Fondazione dedicata alla memoria del padre. «Io parlo e continuerò a parlare» (Mondadori), curato dallo storico Andrea Spiri, ci restituisce per intero tutti gli appunti, in parte inediti, dell’esilio tunisino. Craxi li scrisse tutti a mano, con «la biro, come Pietro Nenni», come lui stesso disse alla sottoscritta che per tre estati di seguito andò a trovarlo per un’intervista sulla mancata unità tra Psi e Pci. (ascolta) IL BOOKTRAILER di “Io parlo e continuerò a parlare“ Mi parlò a lungo sulla terrazza della Sheraton ma a patto che non scrivessi, perché solo lui avrebbe stabilito i tempi per farla uscire. L’intervista, autorizzata da sua figlia Stefania, è uscita su Panorama.it l’anno scorso (leggila qui ) in occasione del tredicesimo anniversario della sua morte avvenuta il 19 gennaio 2000. Ma, rispettando il patto di non scrivere, ebbi da Craxi il privilegio di poter avvicinare «il diavolo». Ho assistito in presa diretta a una parte dei giorni in cui sono maturati quegli appunti. Era domenica 24 agosto 1997. Terrazza dello Sheraton (detto Sheratòn, con francesismo tunisino), che non sembrava uno Sheraton (elegante, ma sobrio, e niente rubinetti d’oro, semmai perdevano acqua con fastidioso ticchettio notturno e regolare ma quasi mai risolutivo intervento di gentili idraulici tunisini). Capii che Craxi era ancora Craxi quando si presentò. Lo charme dello statista, non bello ma affascinante, una sorta di Al Pacino della politica italiana, si confermò tutto nel rispettoso e affettuoso saluto con il quale accolse, con posa istituzionale, «Monsieur le president» la bella e giovane manager francese della catena Sheraton. Craxi ordinava ogni volta «citronelle» (acqua e limone), la offriva alla sottoscritta. E si intignava per pagare, mentre lo Sheraton voleva offrire. L’aveva sempre vinta lui. Ogni volta salutava tra i primi il pianista libanese che suonava «Mambo number five», di Lou Bega. E baciava la mano ai reietti della storia, come una signora siciliana, di ceto proletario, diventava tale dopo un’operazione a Casablanca, ma schifata sulla spiaggia dai radical o nazional-chic di casa nostra. «Bettino» lo sapeva e lo faceva apposta ogni volta. E dopo essere stata omaggiata da lui, alla povera neo-signora almeno per qualche giorno veniva assicurato il saluto. Questo era Craxi negli anni dell’esilio. Con lui gli italiani in vacanza in Tunisia erano doppi. Sulla terrazza dello Sheraton lo omaggiavano e chiedevano autografi e chiedevano come andava la sua salute. Poi però qualcuno di loro il giorno dopo riprendeva a uniformarsi alla nomèa del diavolo. Ma una buona parte di quei turisti si interrogava e non capiva davvero perché quell’uomo, che incuteva rispetto, trasmetteva autorevolezza, carisma e charme, anche con le scarpe da ginnastica tagliate ai lati per via dell’amputazione di una parte delle dita dei piedi, a causa del diabete, fosse stato ridotto a passare i suoi giorni così. Ma «Monsieur le President» non amava compiangersi. Andava dritto al punto. Prima domanda alla cronista: «Come vanno le cose in Italia?». Non faccio in tempo a rispondere che me lo dice lui: «Bravo, eh, Giuliano Ferrara, uno dei pochi che mi telefona sempre, a presentarsi nel Mugello contro Antonio Di Pietro…Bravo e coraggioso. Purtroppo non vincerà. Di Pietro? Ma quello è un ometto. Lui è il killer per conto di altri (la Cia era tra i sospetti maggiori di Craxi ndr). Romano Prodi? Obbedisce a poteri forti internazionali, che porteranno l’Italia in miseria, perché l’Italia deve diventare un paese terziarizzato, che non conta più nulla…». Quanto al sistema di finanziamento illecito ai partiti, alla fatidica domanda della cronista sui destinatari delle tangenti del Psi, Craxi non negò la risposta dopo alcuni attimi di suspence: «Ho finanziato Yasser Arafat, i dissidenti sovietici…la bella vita l’hanno fatta altri nel Psi, non io, lo vedi con i tuoi occhi la vita che Anna ed io conduciamo qui….». Indossava sempre la sahariana dell’esiliato, il massimo del lusso era una bella maglia rosa corallo di cotone con la quale si presentò un giorno allo Sheraton. I turisti italiani: «Presidente, come è elegante oggi!». E lui: «Grazie, sto anche bene, sono dimagrito. Ho smesso di fumare, per una volta ho dato retta al medico e la “santè” va molto meglio». Autografi a non finire. Magari sono gli stessi italiani che ogni giorno ancora oggi omaggiano la tomba del «latitante» che «latitante» non era. Come scrive Nicolò Amato, ex direttore del Dap (dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), ex magistrato di grido, avvocato di Craxi, nel libro «Bettino Craxi, dunque colpevole», lui lasciò l’Italia il 5 maggio del 1994 con regolare passaporto. Ma il 12 maggio la Procura di Milano gli vietò di lasciare l’Italia, mentre anche i bambini sapevano dove fosse: casa sua, Hammamet, Tunisia. Dice Amato (Nicolò): i magistrati devono applicare le leggi, non scriverne di nuove. Ma, in questo modo, sottolinea l’ex direttore del Dap, scrissero di fatto la legge dell’ordine di rimpatrio che nella nostra legislatura non esiste. C’era, invece, una volta Bettino Craxi. Che continua a parlare. * tratto dal sito www.panorama.it Scusate il disagio... AI nostri lettori: ci scusiamo se oggi non abbiamo pubblicato alcuna notizia sul nostro quotidiano online, ma durante delle operazioni di potenziamento sui server (causa il grosso incremento di traffico) un un disservizio imprevisto ci ha impedito di inserire notizie. Ne abbiamo approfittato per festeggiare il compleanno del nostro Direttore. Le pubblicazioni riprenderanno regolarmente da domani mattina 9 settembre, la Marina Militare ricorda i caduti in mare Oggi 9 settembre 2014 la Marina Militare ricorderà i caduti in mare con la cerimonia commemorativa della “Giornata della Memoria dei Marinai Scomparsi in Mare”, a perenne ricordo del sacrificio dei marinai militari e civili scomparsi in mare. L’istituzione della giornata commemorativa è dedicata al giorno (9 settembre 1943) in cui si ricorda l’affondamento della corazzata Roma . Le celebrazioni si svilupperanno in due luoghi, a Brindisi alle ore 11.00, presso il Monumento Nazionale al “Marinaio d’Italia” e nelle acque dell’arcipelago di La Maddalena a bordo della fregata multiruolo Margottini. Durante il transito di nave Margottini nelle acque dell’arcipelago di La Maddalena, verrà celebrato anche il 71° anniversario dell’affondamento della corazzata Roma e dei cacciatorpedinieri Da Noli e Vivaldi. A bordo sarà tenuta una conferenza rievocativa dei fatti del 9 settembre 1943 a seguito della quale sarà deposta simbolicamente una corona in mare in ricordo dei Marinai Scomparsi in mare. Polizia Ferroviaria: consuntivo estate 2014 L’estate 2014 ha visto il consueto incremento dei servizi della Polizia Ferroviaria in relazione al maggior afflusso di viaggiatori. Nel periodo interessato dagli spostamenti vacanzieri sono state impiegate oltre 47.000 pattuglie in stazione e quasi 12.000 a bordo treno. Nell’intero arco temporale sono stati scortati 26.285 convogli ferroviari (con una media di oltre 285 treni al giorno). Sono stati inoltre predisposti 3.684 servizi antiborseggio in abiti civili sia negli scali che sui convogli. Grazie a tale dispositivo la Specialità ha tratto in arresto ed indagato in stato di libertà rispettivamente 360 e 2.995 persone, procedendo complessivamente a 194.390 controlli. 146 autori di furto, cosiddetti L.O.F. (Ladri Operanti in Ferrovia) sono stati sorpresi in flagranza di reato, sia in stazione che a bordo treno. Un tentativo di violenza sessuale a bordo treno è stato sventato dal pronto intervento degli agenti richiamati dalle urla della vittima. L’attività di contrasto ai furti di rame, che in ambito ferroviario si traducono spesso in ritardi alla circolazione dei treni e consistenti disagi per i viaggiatori, si è esplicata in oltre 350 controlli ai centri di raccolta e recupero metalli, in circa 2.400 servizi di pattugliamento delle linee ferroviarie ed in 240 servizi di controllo su strada a veicoli sospetti. Tale dispositivo ha consentito il recupero di oltre 10 t del cosiddetto “oro rosso” di provenienza furtiva, l’arresto di 11 persone e la sottoposizione ad indagini preliminari di 36 soggetti. E’ altresì proseguita l’azione di contrasto al fenomeno dell’abusivismo nelle principali stazioni ferroviarie con 197 servizi di controllo straordinario del territorio e la conseguente sanzione nei confronti di chi è stato sorpreso ad esercitare attività commerciali senza le previste autorizzazioni e, più in generale, ad arrecare molestie ai viaggiatori. Il personale della Specialità nel solo periodo estivo ha rintracciato 192 minori; in una circostanza, in particolare, gli operatori della Polfer sono intervenuti provvidenzialmente intercettando e ponendo in salvo un gruppetto di giovani intenti a camminare lungo i binari. Gesto sconsiderato che avrebbe potuto finire in tragedia se solo si pensi che nel primo semestre di quest’anno 8 delle 46 vittime di investimento sono ragazzi di età inferiore ai 25 anni (circa il 18% dei casi), con un aumento del 100% rispetto allo scorso anno. In due occasioni, invece, il tempestivo intervento degli operatori della Specialità ha consentito di salvare la vita a cittadini colti da arresto cardiaco. In entrambi i casi la conoscenza delle tecniche di rianimazione e l’uso del defibrillatore da parte degli operatori di Polizia si sono rivelati decisivi. L’estate 2014 si è caratterizzata anche per la campagna “stai attento! Fai la differenza”, realizzata dalla Polizia Ferroviaria in collaborazione con le Ferrovie dello Stato Italiane per richiamare l’attenzione dell’utenza ferroviaria sui comportamenti che maggiormente risultano esposti al pericolo di furti o truffe. Elezioni per la Provincia di Taranto, depositate le liste Rispettato il termine da entrambi gli schieramenti per la presentazione delle liste per le prossime elezioni che decideranno chi sarà il prossimo Presidente della Provincia di Taranto . A correre per la carica dell’amministrazione provinciale saranno Martino Tamburrano, sindaco di Massafra, potenziale vincitore grazie ad un accordo di “larghe intese” fra Forza Italia ed il Pd, che ricalca gli accordi politici nazionali. Tamburrano gode non solo del consenso del centro destra ma anche di quello della maggioranza del direttivo del Partito Democratico di Taranto, nonostante l’intervento “disturbatore” del segretario regionale del Pd Michele Emiliano che ha consentito alla minoranza del Pd jonico di compattarsi sulla candidatura (di facciata) di Gianfranco Lopane, sindaco di Laterza, che ha poche speranza di prevalere. Concorso in memoria di mons. Motolese. La sesta edizione della cerimonia il 19 novembre 2014 Per venire incontro a numerose richieste pervenute al comitato organizzatore della Fondazione San Raffaele Cittadella della Carità. e per dare la possibilità a tutte le scuole e gli Istituti coinvolti di poter partecipare con una rappresentanza ancor più ampia e qualificata, si è deciso di far slittare la cerimonia di premiazione del concorso in memoria di mons. Guglielmo Motolese, fondatore della Cittadella della Carità, giunto alla sesta edizione, al 19 novembre 2014. Rimangono invariati l’orario – le 10.30 ed il luogo – l’ Auditorium della Fondazione. Eè stata prorogata anche la data di consegna ultima dei lavori, che è stata fissata per le ore 12.00 del 30 ottobre 2014. Quattro i bandi creati per sviluppare i lavori: 1) la Scuola Secondaria Superiore con le classi quarte e quinte, 2) il Seminario Arcivescovile, 3) L’Istituto di Scienze Religiose Romano Guardini e la Lumsa di Taranto, 4)il Centro di Formazione professionale “Mons. G.Motolese” di Malindi, Kenya, Africa. La Fondazione San Raffaele Cittadella della Carità erogherà 4.000 euro ai vincitori della traccia di lavoro: Taranto città di frontiera, città di accoglienza; San Cataldo patrono dei forestieri. La traccia è stata scelta da mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, di concerto con il CDA della Fondazione. “Un tema molto suggestivo – afferma mons. Santoro – che ci collega sia all’attualità che a mons. Motolese, costruttore di ponti con altri paesi e di nuove strade per lo sviluppo della nostra città. Il tema dell’accoglienza ai profughi e agli immigrati è stato un passo importante per la crescita del territorio. Taranto, nell’affrontare l’emergenza, ha dimostrato di essere andata oltre il lamento, di saper affrontare le sfide in maniera positiva. Siamo di fronte ad una situazione epocale, e possiamo fare tante cose. Penso all’operazione mare Nostrum, penso alla nostra capacità di accoglienza. Invitare i giovani a riflettere su questo tema vuol dire raccogliere alcuni dei messaggi di Mons. Motolese, che dal passato ci apre strade nel presente, facendoci andare oltre, rendendoci capaci di vivere la speranza cristiana, non fermandoci ai problemi, che pure abbiamo, ma vivendo e diventando fattori di crescita, di progresso e di sviluppo”. Per partecipare al concorso gli studenti interessati possono rivolgersi al proprio Istituto di riferimento o chiedere informazioni all’ufficio U.R.P. – dott.ssa Gabriella Ressa, email: [email protected], tel 099/4732294 (preferibilmente di mattina). Info sul sito della Fondazione San Raffaele Cittadella della Carità: www.cittadelladellacarita.it Fallout New Vegas di Paolo Campanelli Fallout New Vegas è il più recente capitolo della omonima serie, sviluppato da Obsidian Entertainment e pubblicato da Bethesda Softworks, ed è ritenuto uno dei migliori degli ultimi anni. Il gioco è stato pubblicato il 22 ottobre 2010, ed è disponibile per PC, Xbox 360 e Playstation 3. Lo scenario è ambientato nel deserto del Mojave, area fra California e Nevada (molto più vicino alle aree dei due giochi originali rispetto al terzo capitolo), al cui centro si trovano le rovine della vecchia Las Vegas, la cui nomea di “città del peccato” non è stata realmente intaccata nei duecento anni che hanno seguito la caduta delle bombe ed è controllata dai gestori dei casinò e dal misterioso Mr.House, brillante scienziato già prima della fine della civiltà. Il protagonista, il Corriere, incaricato di effettuare una consegna a Mr.House, subisce una imboscata, viene sparato in testa e lasciato per morto; tuttavia sopravvive e, dopo essere stato curato, si incammina verso la vendetta, ignorando che le sue azioni saranno le basi del futuro della zona contaminata del Mohave, il cui controllo è ora combattuto tra la Nuova Repubblica della California e la Legione di Cesar. Trattandosi apocalittica radiazioni e vanta brani Robbins. di un gioco della serie Fallout, l’ambientazione postè farcita di rimandi agli anni ’50 dell’Almerica, con creature mutate in ogni dove, con la colonna sonora che di Frank Sinatra, Nat King Cole, Peggy lee e Marty Il gioco mantiene molte similitudini con il precedente, fra queste le statistiche indicate in decimi, le abilità in centesimi, e le abilità supplementari ottenute salendo di livello, e le funzioni relative al combattimento; le aggiunte principali comprendono 3 differenti giochi d’azzardo (Blackjack, roulette e slot machine) e un gioco di carte supplementare, munizioni dagli effetti differenti (fra cui proiettili incendiari) e la possibilità di aggiungere modifiche alle armi: possano essere caricatori da più munizioni, mirini, parti più leggere o più resistenti e simili Il mondo di gioco è molto esteso e alterna i colori vibranti degli esterni ai cupi, polverosi e decadenti interni delle costruzioni, passando per grotte naturali, villaggi di capanne, l’imponente diga Hoover e le mille luci della Strip. Una ulteriore novità è data dal fatto che le varie fazioni reagiranno alla fama del giocatore, divenendo più amichevoli o apertamente aggressive a seconda del comportamento del giocatore stesso nelle varie missioni; le fazioni principali sono la Nuova Repubblica della California, quanto di più simile al vecchio governo americano nato dopo l’apocalisse nucleare, la Legione di Cesar, un grande gruppo prono alla conquista basato sul modello dell’antica Roma, la Confraternita dell’Acciaio con le sue imponenti armature e fucili laser, e il misterioso Mr.House e i suoi robot, a cui si uniscono piccole cittadine autonome e gruppetti di criminali Il comparto grafico è esattamente lo stesso utilizzato in Fallout 3, con dei minimi ritocchi per permettere agli effetti di luce e alle piante di dare un maggior senso di realismo, ma la maggior parte dei “pezzi” che compongono il mondo di gioco sono, per l’appunto, riutilizzati dal gioco precedente, almeno nel gioco base, in quanto i contenuti scaricabili contengono un enorme quantitativo di materiale nuovo ed inspirato Il mondo di gioco, come negli altri titoli della Bethesda, è enorme e variegato, con una grande possibilità di scelta e di reazione al comportamento del giocatore, creando per ogni partita una esperienza diversa. Un aggiunta interessante è la modalità “hardcore” nella quale sono presenti ulteriori elementi di difficoltà; alla barra della vita e all’indicatore di radiazioni subite vanno ad aggiungersi la necessità di mangiare, bere e dormire regolarmente; le munizioni delle armi perdono la caratteristica assenza di peso tipica dei videogiochi; gli oggetti curativi subiscono dei malus, e i pochi compagni che è possibile incontrare nel gioco subiranno degli effetti di morte permanente nel caso vengano danneggiati senza possibilità di curarsi tempestivamente. Al gioco base si vanno ad aggiungere 6 DLC (DownLoadable Content), scaricabili singolarmente o già integrati nella versione gioco dell’anno, qui rinominata Ultimate Edition ; i 4 maggiori portano ulteriori aree e missioni, armi, abiti e armature, nemici e dettagli sul mondo di gioco e sulla serie in generale, con una sotto trama che si dipana attraverso le nuove aree. Il quinto aggiunge del contenuto in più per i fanatici delle armi e il sesto è nulla più che una versione a pagamento di alcuni oggetti regalati a coloro che prenotarono il gioco prima della data di uscita che, all’infuori degli stessi, nulla aggiungono al gioco in se. -Dead Money; innumerevoli legende parlano del casinò del Sierra Madre, una fortezza lasciata intonsa dal tempo, piena d’oro e di oggetti di valore; molte non parlano della velenosa nube rossa che lo avvolge, delle trappole, delle immortali creature che si fingono umane che vagano per la villa. Il Corriere, spinto da un vecchio folle intenzionato a mettere le mani sull’oro, dovrà collaborare con gli altri prigionieri per portare a segno il colpo del secolo e fuggire dal casinò infernale -Honest Hearts; prima della “Bestia dell’Est”, la legione aveva un altro Legato a supportare Cesar, ma in seguito al fallimento, l’uomo fu cosparso di pece, datogli fuoco e scaraventato infondo al Grand Canyon. Da allora, la legenda dell’ “Uomo Bruciato” si è sparsa; il Corriere viaggerà fin nella Zion Valley, una riserva naturale sopravvissuta intonsa e incontaminata all’apocalisse, e rimarrà invischiato nella lotta definitiva per il territorio e le sue tribù, svelando la verità sull’Uomo Bruciato una volta per tutte. -Old World Blues; prima della guerra, il laboratorio di Big Mountain era il più avanzato centro di ricerche di tutta l’America. Il Corriere sarà costretto ad attraversare i laboratori pieni di robot assassini, esperimenti falliti e tecnologie assurde in pieno stile film di fantascienza degli anni ’50 per recuperare il suo cuore, ritrovare la sua colonna vertebrale e far pace con il suo cervello. -Lonesome Road; dopo aver ricevuto un semplice messaggio firmato “Ulysses”, il Corriere si reca nel Divide, un are talmente devastata da essere quasi inabitabile persino da esseri mutati dalle radiazioni. Attraversando mille pericoli, il Corriere scoprirà il suo passato e quello del misterioso Ulysses, così come quello del Divide stesso. -Gun Runner’s Arsenal; aggiunge al gioco base un enorme numero di armi, accessori per queste, munizioni speciali e alcune missioni basate sull’uso del contenuto stesso (costo 2 euro). -Courrier’s Stash; una piccola raccolta di armi e abiti inspirati ai capitoli precedenti, forniti all’inizio della partita (costo 1 euro). Così come per il gioco precedente, I fan della serie hanno creato un enorme quantitativo di mod dalle caratteristiche più varie, da nuove armi ad armature personalizzate, nuove missioni, nuovi brani ,nuove aree, e persino varianti in grado di modificare profondamente lo stile di gioco, e in continuo aggiornamento Il gioco, così come il suo predecessore, è a pieno diritto ritenuto uno dei migliori giochi della decade, ed è un acquisto consigliato, avendo, tralatro vinto numerosi premi della critica più accreditata. Unica nota dolente, più evidente per le versioni consolle è la grande presenza di bug e momenti di instabilità del gioco, che talvolta si blocca e costringe a dover resettare, perdendo così tutti i progressi fatti dall’ultimo salvataggio Il gioco è scaricabile da Steam Origins e GoodOldGames per 10 euro in versione base e 20 per quella gioco dell’anno, i cui DLC sono di 5 euro l’uno (eccetto i due sopraindicati); costo simile è per le versioni consolle ed è molto facile da trovare nei negozi Ilva, anche gruppi asiatici ed arabi nelle trattative in corso Ieri dal palco della festa nazionale dell’Unità a Bologna, il premier Renzi non ha fatto il . nome ma l’imprenditore che ha incontrato sabato mattina a Firenze in Prefettura è Sajjan Jindal, presidente della multinazionale indiana Jsw Steel . In realtà, la circostanza che gli impianti siderurgici di Taranto erano sott’osservazione anche da parte di Jindal era già nota sin dallo scorso mese e cioè quando l’ Arcelor Mittal, il gruppo franco indiano in trattativa per l’acquisizione dell’ ILVA di Taranto, aveva “ufficializzato” il suo interesse . Successivamente il commissario dell’ ILVA, Piero Gnudi, incontrando nei giorni scorsi a Milano alle banche per sbloccare il prestito da 250 milioni all’azienda, ha confermato queste trattative ed , infine, proprio ieri è arrivata anche la conferma per voce del premier Renzi. Quindi la Arcelor Mittal e la Jindal sono entrambe interessate quindi all’ ILVA. Ma non sono i soli in quanto il commissario Gnudi ha riferito alle banche, senza però ufficializzarne l’identità , che vi è anche un terzo gruppo interessato, che i sindacati avrebbero individuano in un gruppo industriale arabo. Poter prevedere oggi, con chi si chiuderanno le trattative in corso che il commissario Gnudi definirà nei prossimi mesi è un azzardo. Al momento infatti, l’unica certezza esistente è che i gruppi Arcelor Mittal e Jindal attualmente hanno già avuto accesso alle informazioni necessarie sull ‘ ILVA attraverso una “data room” virtuale realizzata appositamente dall ILVA in modo da consentire ai potenziali acquirenti di poter avere un’idea dell’azienda chiara e certa, e poter quindi decidere di compiere eventualmente lo step successivo, e cioè formalizzare la propria l’offerta di acquisto. Arcelor Mittal, negli scorsi mesi di giugno e luglio ha spedito i suoi emissari a Taranto per due volte, attualmente è più avanti rispetto ai concorrenti nella valutazione dello stabilimento siderurgico di Taranto, avendo manifestato per primi il proprio interesse ed essendosi impegnata a depositare al commissario Gnudi entro la fine di settembre il proprio piano industriale. La Arcelor Mittal inoltre ha sempre e solo manifestato il proprio interesse sull’ ILVA mentre le attenzioni dei concorrenti della Jsw Steel, attualmente è focalizzata essenzialmente sull’acquisizione della Lucchini di Piombino che èstata il reale motivo dell’incontro avvenuto tra lo stesso imprenditore indiano Jindal ed il premier Renzi a Firenze. Mentre in un primo momento Jindal era interessato esclusivamente all’all’area a freddo del laminatoio di Piombino, adesso ora sarebbe intennzionato a produrre anche acciaio e quindi al conseguente ripristino dell’area a caldo. Jindal pensa al preridotto di ferro, una tecnologia alternativa di produzione che avevano iniziato a sperimentare a Taranto Enrico Bondi il precedente commissario dell’ ILVA ed il sub commissario Edo Ronchi, quando erano in carica. Il preridotto infatti elimina dal ciclo l’agglomerato di minerali e il coke delle cokerie, e quindi due passaggi produttivi dell’acciaio, molto importanti sotto il profilo della tutela ambientale. Bondi e Ronchi pensavano che questa potesse essere la soluzione e prospettiva ideale per Taranto, e questa operazione doveva avvenire gradualmente e con una serie di investimenti pianificati sino al 2020, in quanto solo in questa maniera si sarebbe potuto produrre in modo ecologico e quindi “pulito” l’ acciaio . Ma Claudio Riva, esponente della famiglia attualmente proprietaria dell’ ILVA, ha sparato a zero contro il progetto dei commissari, ed il braccio “armato” della famiglia Riva , cioè la Federacciai ha amplificato questa posizione attaccando l’accoppiata BondiRonchi. Conseguentemente il Governo Renzi, e per la precisione il ministro Federica Guidi, ha valutato essere troppo oneroso il piano Bondi-Ronchi che prevedeva 4 miliardi tra investimenti industriali e ambientali sino al 2020, nonostante del “preridotto” si parla persino nel piano ambientale approvato dallo stesso Governo Renzi, è bloccato. e tutto si Adesso se persino gli indiani della Jsw Steel lo rilanciano, allora vuol dire che nel mondo ci sono dei consolidati produttori di acciaio che ritengono che si possa produrre anche a basso impatto ambientale. E che probabilmente Bondi e Ronchi avevano visto bene. Non è dato sapere invece le esperienze di Claudio Riva in quanto come noto a prendere le decisioni sull’azienda di famiglia è sempre stato il “vecchio” Emilio Riva recentemente deceduto. E spesso gli eredi non sono mai competenti quanto i propri predecessori. Marò, la Corte suprema: "Su rimpatrio decida il governo". Latorre esonerato dalla firma La Corte suprema indiana ha esentato oggi Massimiliano Latorre a seguito della richiesta ricevuta dai legali del militare italiano dall’obbligo di doversi recare a firmare presso il commissariato di polizia per le sue condizioni di salute. Con la stessa decisione i giudici hanno chiesto al governo un parere-consenso sulla richiesta di ritorno a casa di Latorre, colpito da ischemia, e quindi l’udienza per la decisione è stata rinviata al 12 settembre. Ma proprio nel momento in cui si intravede uno soluzione più vicina per la vicenda dei due marò italiani, sono arrivate dalle autorità indiane delle nuove accuse sui marò . L’attacco è arrivato attraverso il quotidiano indiano Hindustan Times, che accusa i due fucilieri della Marina italiana coinvolti nell’incidente che il 15 febbraio 2012 provocò la morte di due pescatori indiani al largo del Kerala sostenendo che “presumibilmente cercarono di coprire il loro operato spingendo il capitano della petroliera Enrica Lexie a inviare un rapporto per le organizzazioni internazionali di sicurezza marittima in cui si sosteneva che i pescatori erano armati e che questo fu alla base della decisione di sparare“. Una fonte del ministero dell’Interno indiano che ha preferito nascondersi dietro l’anonimato ha dichiarato al giornale locale che “il capitano della Enrica Lexie generò un rapporto via e-mail in cui si sosteneva che sei dei pescatori a bordo del peschereccio St. Antony erano armati”. “Ma – aggiunge ancora la fonte “anonima” del ministero – gli investigatori indiani verificarono che tutti gli undici pescatori a bordo erano disarmati. Non c’erano armi sul peschereccio“. Il giornale indiano sostiene che secondo le informazioni documentali a propria disposizione la mail fu inviata ad una organizzazione per la sicurezza marittima che a sua volta la avrebbe in seguito inoltrata all’International Maritime Organisation, l’ agenzia dell’ Onu per il rafforzamento della sicurezza marittima. “Ma quando durante le sue indagini l’Agenzia nazionale per la sicurezza (Nia) indiana ha interrogato il capitano (Umberto Vitelli, ) della Enrica Lexie – ha detto concludendo la fonte del ministero indiano – questi ha negato di essere stato testimone dell’incidente e della sparatoria, dichiarando di aver redatto la mail sotto la pressione dei fucilieri di Marina accusati. L’obiettivo era quello di presentare i pescatori come pirati“. Le fonti dell’ Hindustan Times interne alla NIA, la polizia antiterrorismo indiana, scrive infine il quotidiano , non hanno voluto commentare queste dichiarazioni, preferendo a rispondere che “presenteremo il rapporto con i capi di accusa al tribunale che deve processare i due militari (Massimiliano Latorre e Salvatore Girone n.d.r. ) una volta che tutte le questioni sollevate saranno state risolte dalla Corte Suprema“. Il marò Latorre è stato dimesso dall'ospedale di New Delhi Massimiliano Latorre è stato dimesso oggi dall’ospedale di New Delhi dov’era stato ricoverato a seguito di un improvviso un attacco ischemico transitorio. La notizia è stata diffusa da fonti mediche. Il paziente, hanno detto i medici, “si sta riprendendo molto bene. Dovrà solo tornare in ospedale fra qualche giorno per un controllo di routine del decorso del suo recupero“. Non sono state fornite al momento informazioni (che non “ufficiali”) sulla percentuale attuale del recupero del fuciliere, né sui tempi del suo completo ristabilimento, limitandosi ad indicare che “dovrà seguire alcune terapie e vivere in un ambiente tranquillo“. Non essendo trapelate informazioni dirette da fonti diplomatiche italiane, è presumibile che Latorre si trovi adesso nella sua residenza nell’ambasciata d’Italia nella capitale indiana. Domani i legali del marò depositeranno alla Corte indiana istanza per ottenere il suo trasferimento in Italia per poter proseguire le cure volte ad un sua completa guarigione .