Nuovo sbarco di migranti a Taranto. In mille e settecento sul Molo

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Nuovo sbarco di migranti a Taranto. In mille e settecento sul Molo
Nuovo sbarco di migranti a Taranto.
In mille e settecento sul Molo San
Cataldo
La nave San Giusto della Marina militare è approdata oggi al molo San
Cataldo del porto di Taranto con a bordo l’ennesimo carico di 1.722
migranti salvati in mare , nell’ambito dell’operazione “Mare
nostrum” . Si tratta di
1192 uomini, 274 donne (19 delle quali
incinte) e 256 minorenni di varie nazionalità: Siria, Palestina,
Pakistan, Sudan, Tunisia, Marocco, Libia, Bangladesh e Nigeria. Le
operazioni di sbarco sono state seguite dal comandante di nave San
Giusto, capitano di vascello Mario Mattesi, e dal Comandante del 29.mo
Gruppo Navale, contrammiraglio Francesco Sollitto.
Sul molo , come da prassi, è stato predisposto un presidio medico
avanzato per far fronte ogni eventuali necessità. Il Comune di
Taranto ha messo subito a disposizione indumenti, scarpe, bottigliette
d’acqua, viveri di prima necessità e bagni chimici. Soltanto una parte
dei migranti rimarrà a Taranto per alcune ore, mentre gli altri
saranno subito trasferiti nei vari centri di accoglienza.
Non sono stati riscontrati casi sanitari preoccupanti: i migranti sono
apparsi molto provati dal lungo viaggio , mostravano i soliti segni
di affaticamento, disidratazione e patologie croniche . Ad attenderli
sulla banchina del porto mercantile c’erano anche il sindaco di
Taranto Ezio Stefàno, pediatra, che ha visitato alcuni degli oltre
duecento bambini a bordo, ed il vicesindaco Lucio Lonoce. La Croce
Rossa Italiana e l’ ASL e erano presenti con 4 ambulanze, due presidi
medici avanzati, quattro medici, quattro infermieri e 20 soccorritori
sul posto.
L' ILVA paga regolarmente gli
stipendi. Domani gli operai
protesteranno con il premier Renzi
alla Fiera del Levante
Oggi l ‘ILVA ha erogato regolarmente gli stipendi con ogni competenza
dovuta ai dipendi
dello stabilimento siderurgico di Taranto. A
comunicarlo via e-mail agli stessi dipendenti
è stata la stessa
azienda, che ha pubblicato anche una breve nota sul portale interno
aziendale. La comunicazione è firmata da Enrico Martino,
il responsabile delle Risorse umane del gruppo ILVA, Il pagamento è
stato possibile «grazie all’impegno profuso dal commissario
straordinario – si precisa – che ha permesso di ottenere ad oggi la
prima tranche del prestito ponte da parte delle banche», per un
importo di circa 125 milioni di euro.
Quindi i dipendenti dello stabilimento ILVA di Taranto «vedranno
accreditate sui propri conti le rispettive spettanze, con regolare
valuta, al 12 settembre, al più tardi con visibilità lunedì 15
settembre». . Nel frattempo però il coordinamento provinciale di
Taranto dell’Usb (l’ Unione sindacale di base – n.d.r. ) conferma lo
sciopero di 24 ore indetto per domani per i lavoratori dello
stabilimento ILVA e degli appalti e organizza una manifestazione di
protesta a Bari in occasione dell’inaugurazione della Fiera del
Levante e dell’arrivo del presidente del consiglio Matteo Renzi. Gli
autobus con gli operai partiranno alle ore 10.30 alla volta di bari,
dalla Concattedrale di Taranto.
«Il Governo – riporta un volantino del sindacato – 26 mesi fa si
impegnò a tutelare ambiente, salute e lavoro, da allora si sono
succeduti tre presidenti del Consiglio, una decina di ministri, una
settantina di segretari e sottosegretari. Il risultato lo conosciamo
tutti: ambiente devastato, salute rubata e ora ci scippano anche il
lavoro». L’Usb contesta inoltre che gli interventi previsti
dall’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) «al punto di partenza,
impianti fatiscenti, stipendi a rischio tutti i mesi o come nel caso
dei lavoratori dell’appalto, diverse mensilità arretrate. L’unica
grossa opera finora realizzata è la copertura, ma non di certo dei
parchi minerali. Hanno solo coperto i lavoratori e i cittadini di
chiacchiere». Mentre a Genova «i colleghi entravano col trattore in
Prefettura, qui a Taranto per protestare – ricorda il sindacato di
base – qualcuno si faceva visitare dal collega. Tiriamo fuori la
dignità, ribelliamoci e chiediamo il conto a 26 mesi di bugie e
ingiustizie, a 26 mesi di isolamento, il governo si deve prendere le
proprie responsabilità. Cacciate fuori i soldi. Senza soldi – conclude
l’Usb – non si risana, non si tutela l’ambiente, non si lavora sicuri.
Senza soldi si chiude».
In otto rischiano un processo:
affittavano case destinate ad
incontri a "luci rosse"
Sono otto, complessivamente, le persone per le quali il sostituto
procuratore della Repubblica dottoressa Filomena Di Tursi ha chiuso
il procedimento chiedendone il rinvio a giudizio, cioè il processo.
Gli uomini indagati, agevolavano l’attività di prostituzione di
alcune donne, prevalentemente sudamericane mettendo a loro
disposizione una serie di abitazioni
in affitto disseminate lungo il
capoluogo tarantino, spacciandosi come i proprietari o proponendo la
stipula di contratti di locazione sotto falsa nome ed identità.
Il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio per Nicola
Zanframundo, di 43 anni di Massafra, di Leonardo Tortorella di 41,
Luigi Stramaglia di 36, Flavio Cesare Cricellli di 36 tutti e tre
tarantini, ed anche per due donne sudamericane. Chiesto il rinvio a
giudizio per un cittadino albanese, accusato di aver agevolato la
prostituzione, che peraltro compare pure come vittima nel
procedimento, ma la sua posizione è decisamente la più tranquilla.
Infatti, l’albanese avrebbe dato a Zanframundo la procura a vendere di
un immobile che lo stesso Zanframundo, secondo l’accusa, avrebbe
invece sublocato autonomamente per favorire la prostituzione di una
cittadina colombiana.
L’ ottavo imputato Pietro Balestrieri , 41 anni di Taranto , è stato
accusato di concorso in varie ipotesi di sostituzione di persona.
Secondo la procura e gli investigatori , il quarantunenne avrebbe
permesso ad un presunto complice di poter utilizzare la propria carta
di identità su cui era stata apposta la foto di un altra persona.
Attraverso questa identità fasulla. venivano affittati alcuni
appartamenti che venivano utilizzati per l’esercizio della
prostituzione. La vicenda, che finirà
all’esame del giudice
dell’udienza preliminare del tribunale di Taranto, non è delle più
semplici
Nelle indagini svolte dagli uomini della Squadra Mobile della Questura
di Taranto nel 2013, infatti, non compaiono soltanto l’organizzazione
di attività di prostituzione in violazione della legge Merlin, che
compaiono frequentemente nei diversi capi di imputazione, ma anche
degli episodi di truffa, sostituzione di persona e di falsità in
scrittura privata. Gli uomini della Mobile a questo
proposito, per approfondire le indagini, non si sono solo limitati a
denunciare le donne che esercitavano la prostituzione ma hanno scavato
dietro le quinte dell’organizzazione per definire il ruolo reale i
proprietari degli appartamenti ed accertare se fossero a conoscenza
della destinazione degli immobili.
Nel corso delle indagini la “Squadra Mobile ” aveva accertato e
verificato che alcuni dei reali proprietari degli appartamenti di
fatto ignoravano le attività che si svolgevano realmente
all’interno delle loro abitazioni, così come alcuni inquilini delle
abitazioni, a loro volta , erano assolutamente ignari della
circostanza che le persone che ne proponevano la locazione di fatto
non
esistevano,
presentandosi
con
false
generalità, utilizzando documentazioni “taroccate”. Secondo le
conclusioni della procura di Taranto, uno degli indagati (il
Tortorella ) avrebbe utilizzato un documento di identità di un
tarantino il quale aveva smarrito il proprio documento di
riconoscimento. E proprio
Tortorella si sarebbe dato da fare per
stipulare un contratto di locazione di un immobile, utilizzando
l’identità rubata apponendo la sua foto sul documento utilizzato per
il contratto che probabilmente si era procurato da sconosciuti.
La Corte indiana autorizza il
rientro del marò Latorre in Italia
per 4 mesi
La Corte suprema indiana ha accolto oggi l’istanza presentata nei
giorni scorsi dai legali del marò Massimiliano Latorre per un rientro
in Italia per un periodo di convalescenza di quattro mesi
dopo
l’ischemia che aveva colpito il fuciliere della Marina Militare
italiana
lo scorso 31 agosto.
I giudici hanno accolto una garanzia scritta di rientro a nome del
Governo italiano, depositata dall’ambasciatore a Delhi Daniele
Mancini, chiedendo pero’ anche una nuova garanzia scritta “non ambigua
e non equivoca” a Latorre. Garanzia che – si è appreso – verrà
depositata presentata oggi stesso. “Abbiamo ottenuto quanto
volevamo” la dichiarazione all’ ANSA di Soli Sarabjee, l’avvocato di
Massimiliano Latorre, che ha illustrato in Corte Suprema l’istanza di
rientro a fini terapeutici in Italia del fuciliere.
«Nella richiesta – hanno scritto i giudici indiani – si dichiara che
il Latorre ha avuto un ictus e che richiede continua attenzione, cure,
trattamenti riabilitativi e terapie. Quindi per ragioni umanitarie si
chiede che gli sia permesso di tornare a casa in Italia per un periodo
all’incirca di quattro mesi». I giudici hanno precisato anche che
all’istanza «sono stati allegati certificati medici» per sostenere la
richiesta del permesso.
Giulia Latorre, figlia del marò Massimiliano, commentando la notizia
del rientro del padre in Italia per 4 mesi , che gli consentiranno di
potersi curare dai postumi dell’ischemia che lo ha colpito in India
dove è trattenuto con il commilitone Salvatore Girone da oltre due
anni, questa volta su Facebook ha scritto qualcosa di buono: «Che
bella notizia ».
«Speriamo che questo sia un passo avanti verso la risoluzione di tutta
la vicenda – ha dichiarato il padre dell’altro marò Girone – ma ora
vengono prima di tutto le cure per Massimiliano e la sua serenità.
Questo è l’augurio che, da parte mia e di tutta la mia famiglia,
facciamo a Massimiliano: il suo rientro – ha sottolineato – crediamo
sia una cosa molto bella, anzi, meravigliosa». «Salvatore – ha
aggiunto – l’ho sentito ieri l’ultima volta, ed è chiaro che la
preoccupazione, in situazioni simili, trabocca. Ma – ha concluso –
dobbiamo andare avanti perchè siamo fiduciosi e crediamo molto nel
lavoro delle istituzioni».
Taranto F.C. : gli abbonati calano
del 50% . I tifosi rossoblu la
pensano come noi.
La conferma della crisi di fiducia dei tifosi sul prossimo campionato
del Taranto Fc, si evince dal crollo degli abbonamenti. A fornire
i numeri è proprio un’azionista: la Fondazione Taras. Numeri molto
chiari e si sa la matematica è una scienza esatta. il Il caro-prezzi
fissato della campagna abbonamenti stabilito dalla società (che
dimentica
di
giocare
in
Lega
Dilettanti…)
non
ha
certamente invogliato i tifosi.
Ventiquattro ore dopo la prima giornata di campagna abbonamenti sono
stati sottoscritti 95 abbonamenti, e per la precisione 44 abbonamenti
di curva, 30 di gradinata, 18 di tribuna laterale e soltanto 3 di
tribuna Vip. Una cifra a dir poco “modesta” per una campagna
abbonamenti che durerà soltanto quattro giorni. Per fare un confronto
attendibile e verificare la sfiducia dei tifosi, basti ricordare che
lo scorso anno, con una campagna durata un mese e mezzo, nella prima
giornata furono 118 i sottoscrittori di tessera.
Arrestati dalla Polizia di Stato un
topo d'appartamento e due
spacciatori di droga
Intorno alle 22.30 di ieri sera, gli agenti della Volante allertati
dalla sala Operativa 113 si sono recati in via Pupino angolo Via Di
Palma dove era stata segnalata la presenza di un uomo che aveva
appena bloccato un ladro d’appartamento. Giunti sul posto i
poliziotti hanno identificato e tratto d’arresto Fabio Legari che
come accertato aveva appena compiuto un furto in appartamento di uno
stabile di via Pupino. Sul posto era presente anche l’uomo che era
immediatamente intervenuto bloccando il malvivente.
Gli agenti apprendevano dalla sue dichiarazioni che mentre era in casa
sentendo dei rumori sospetti provenire dall’appartamento sottostante,
si era affacciato sul pianerottolo sorprendendo di fatto il
Legari mentre scappava per le scale. Dopo un breve inseguimento l’uomo
era riuscito a fermare per strada il ”topo d’appartamento” che alle
strette consegnava le banconote rubate in precedenza per un importo di
210,00 euro.
Il ladro veniva prima condotto negli Uffici della Questura, su
disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, e successivamente
accompagnato presso la locale Casa Circondariale in attesa del
processo per direttissima.
nella foto Michele Taurino
Nella mattinata precedente , gli agenti della Squadra Mobile, nel
corso di mirati servizi antidroga, giunti in Piazza Fontana, notavano
un giovane, Michele Taurino di anni 28, che alla loro vista si dava a
precipitosa fuga nei vicoli della “Città vecchia”. Dopo un
inseguimento a piedi il Taurino veniva bloccato in via Cava. Nel
corso della perquisizione personale i poliziotti recuperavano due
involucri termosaldati contenenti cocaina per un peso di quasi 12
grammi
e 150.00 euro probabile provento della sua attività di
spaccio. Dopo quanto recuperato il giovane fermato veniva condotto
negli Uffici della Questura e al termine delle formalità di rito
tratto in arresto
per detenzione ai fini di spaccio di sostanze
stupefacenti. Su disposizione dell’ Autorità Giudiziaria l’arrestato
veniva condotto presso la locale Casa Circondariale.
nella foto Michele Taurino
Nel pomeriggio di ieri , gli agenti della “Sezione Falchi” della
Squadra Mobile, hanno tratto in arresto per detenzione ai fini di
spaccio di sostanza stupefacente Andrea Castelli tarantino di anni
19. Il giovane da qualche giorno era stato messo sotto attenzione in
quanto sospettato di aver messo in atto , nella zona di Talsano, una
fiorente attività di spaccio.
Nel pomeriggio di ieri, nel corso dell’ennesimo servizio di
appostamento i poliziotti notavano il 19enne che seduto su una
panchina di piazza della Vittoria di Talsano, veniva avvicinato spesso
da giovani noti come abituali consumatori di sostanze stupefacenti,
con i quali aveva dei velocissimi scambi soldi/droga. Dopo l’ennesimo
scambio gli agenti decidevano di interrompere l’attività di spaccio,
intervenendo e bloccando il Castelli. In una prima sommaria
perquisizione il giovane veniva trovato in possesso di 12 dosi
preconfezionate di hashish e di 25 euro probabile provento
dell’illecita attività.
Nella successiva perquisizione presso il domicilio del fermato i
“Falchi” recuperavano, nascosto in un cassetto
di un armadio un
panetto della stessa sostanza sequestrata in precedenza per un peso
complessivo di 20 grammi circa ed un bilancino di precisione. Dopo
quanto rinvenuto al Castelli , lo spacciatore veniva tratto in arresto
e sottoposto , come disposto dell’ Autorità Giudiziaria competente
agli arresti domiciliari.
Nel bicentenario dell’Arma dei
Carabinieri celebrata la messa
commemorativa della morte del
Maresciallo Maggiore Ettore D'Amore
Questa mattinata odierna, nell’ambito delle celebrazioni per il
bicentenario della fondazione dell ’Arma dei Carabinieri, si è tenuta
una Santa Messa commemorativa presso la Chiesa del Carmine alla
presenza del comandante della Legione Puglia, Gen. di Brigata Claudio
Vincelli, del comandante provinciale di Taranto , Col. Daniele
Sirimarco, e di una rappresentanza di comandanti delle Stazioni e
militari, dei rappresentanti del COBAR regionale ed una delegazione di
appartenenti all’Associazione Nazionale Carabinieri, per solennizzare
l’anniversario della morte del Maresciallo Maggiore dei Carabinieri
Ettore D’Amore, insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare per
la seguente motivazione: “comandante di Stazione in ambiente
particolarmente difficile perché dominato dalla paura e dall’omertà ed
in cui imperavano l’anonimo e l’intimidazione, al fine di mantenere
fermi il prestigio e la forza della legge e di stroncare ogni velleità
delittuose che avrebbe peggiorato la grave situazione della pubblica
sicurezza locale, da solo, e con spezzo della vita affrontava temibile
malvivente armato ed appostato, autore di una lettera estorsiva.
Colpito a morte, trovava la forza di scagliare una bomba a mano che
metteva in fuga il malvivente, rendendone vana l’azione criminosa.
Coronava così un’esistenza interamente dedicata al culto del servizio.
Orgosolo (Nu), 11.09.1959.”
Nel corso della cerimonia, alla qual hanno partecipato anche i
famigliari del Maresciallo Maggiore dei Carabinieri D’Amore, è stato
consegnato un attestato al Gen. di Brigata dei Carabinieri in congedo,
Giuseppe Del Core, nipote di quest’ultimo. La celebrazione è
terminata, presso il cimitero di “San Brunone” con la deposizione di
una corona di fiori sul logo di tumulazione.
Ilva, operaio cade e batte la testa
finendo in ospedale. Nulla di grave
Mariano Severi, un operaio dipendente della ditta Mariano Severi di
Massafra, che lavora in appalto ILVA, è rimasto ferito in un incidente
sul lavoro avvenuto nella zona della discarica dello stabilimento
siderurgico di Taranto. Secondo fonti della Fim Cisl, il lavoratore,
stava sistemando un telone su un camion quando è caduto battendo la
testa. Il ferito è stato soccorso e trasportato in ospedale per essere
sottoposto ad accertamenti. Le sue condizioni non sono gravi.
Soltanto la settimana scorsa un altro operaio dell’indotto ILVA aveva
perso la vita nell’Acciaieria 1 dello stabilimento tarantino. Angelo
Iodice, 54 anni, dipendente della Global Service, era stato investito
da un mezzo meccanico sui binari di un carroponte. Iodice era addetto
alla manutenzione e stava effettuando degli interventi proprio sul
tratto di strada ferrata dove la settimana precedente si era ribaltato
un carroponte pieno di ghisa fusa.
Caso Marò: Chiesta una perizia per
accertare le condizioni di salute
di Latorre
Freddy Bosco il pescatore proprietario dell’imbarcazione coinvolta
nell’incidente della petroliera Enrica Lexie, ha presentato oggi alla
Corte Suprema indiana un ricorso con il quale cui chiede che venga
disposta una perizia medica indipendente per verificare le condizioni
di salute di Massimiliano Latorre, colpito da un’ischemia il 31
agosto, prima di concedergli una eventuale autorizzazione a curarsi in
Italia.
Con una application registrata alla Corte Suprema indiana, che è
ancora in attesa di accoglimento, i legali del pescatore mettono in
dubbio la malattia del fuciliere della Marina Militare italiana e
citano l’incidente diplomatico dello scorso anno in occasione della
licenza di quattro settimane concessa ai due militari per votare in
Italia. In particolare, il ricorrente ricorda alla Corte che «è
pratica comune verificare la veridicità e la serietà di una malattia»,
e che «un rapporto di specialisti qualificati dopo un esame medico del
paziente è altamente necessario». Si suggerisce poi che questo compito
venga affidato a una commissione medica dell’All India Institute of
Medical Science (Aiims), il più grande ospedale pubblico di New Delhi.
L’avvocato Usha Nandini ha confermato all’ANSA di aver presentato
stamani l’istanza, insieme a un affidavit (dichiarazione scritta di
Bosco), ma che essa deve ora essere «verificata e approfondita».
LE VERIFICHE – Tuttavia da fonti vicine al team dei legali della
difesa di Latorre si è appreso che «a un controllo presso il Registro
della Corte Suprema, di questa istanza non si è trovata traccia». È
quindi possibile che la procedura di verifica possa richiedere qualche
giorno. Secondo quanto disposto dai giudici nell’ultima udienza,
venerdì il governo indiano dovrà presentare la sua opinione alla Corte
Suprema in merito alla richiesta di autorizzare Latorre a rientrare
per alcuni mesi in Italia per motivi di salute. Ci sono infatti forti
possibilità che la domanda venga accolta in quanto, come anticipato
dalla ministro degli Esteri indiano, Sushma Swaraj, il governo di New
Delhi non si opporrà all’eventuale concessione del permesso
terapeutico.
Lo scorso aprile il proprietario del St.Antony, a bordo del quale si
trovavano i due pescatori Valentine Jelastine e Ajeesh Binki rimasti
uccisi il 15 febbraio 2012, aveva già presentato un ricorso al massimo
organo giudiziario indiano per chiedere il trasferimento del processo
da New Delhi al Kerala, dove è avvenuto l’incidente e dove risiedono
la maggior parte dei testimoni. Lo stesso Bosco, che è anche colui che
ha presentato la denuncia per omicidio alla polizia portuale di
Neendakara, afferma di essere stato ferito e di aver subito lesioni
alla colonna vertebrale che gli impediscono lunghi viaggi. Nell’aprile
2012 il pescatore aveva firmato un accordo di conciliazione con il
Governo italiano ricevendo come risarcimento la somma di 1,7 milioni
di rupie (all’epoca circa 25 mila euro) per i danni provocati al
peschereccio che è ancora sotto sequestro della polizia keralese. In
cambio si impegnava a ritirare le cause intentate contro i due marò e
contro l’armatore della petroliera Enrica Lexie.
Evidentemente il pescatore indiano vuole altri soldi….
Taranto ringrazia il Generale
Leonardo Gallitelli
di Antonello de Gennaro
Il Generale Leonardo Gallitelli (nato Taranto,
9 Giugno
1948), sposato con due figli, si è laureato in Giurisprudenza,
Gallitelli , ha intrapreso la carriera militare il 22
ottobre 1967 frequentando i corsi dell’Accademia Militare di Modena e
della Scuola di Applicazione Carabinieri di Roma. Supera i corsi di
Stato Maggiore presso la Scuola di Guerra. È direttore editoriale
de Il Carabiniere, la rivista mensile pubblicata dall’ Arma dei
Carabinieri.
Leonardo Gallitelli ha lavorato nello Stato Maggiore del Comando
Generale, da Ufficiale superiore ha retto il Comando provinciale
di Torino, l’Ufficio Operazioni del Comando Generale dell’Arma.
Consegue il grado di colonnello e diviene il vice comandante della
Regione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta agli ordini del
Generale Francesco Delfino sino al 1993, successivamente regge il
Comando Provinciale di Roma per cinque anni.
È stato poi Capo del II Reparto del Comando Generale, cui sono
devoluti il coordinamento e la direzione dell’attività nel contrasto a
tutte le manifestazioni delinquenziali che interessano il Paese, anche
nei risvolti ultranazionali. Dal 2000 al 2002 è Sottocapo di stato
maggiore del Comando Generale e, poi Comandante della Scuola Ufficiali
Carabinieri. Dal 7 ottobre 2003 al 4 settembre 2006, dirige la Regione
Carabinieri Campania.
Gallitelli dal 5 settembre 2006 al 11 giugno 2009, è Capo di Stato
Maggiore del Comando Generale dell’Arma. Il ruolo è quello
di “principale consulente e collaboratore del Comandante Generale:
riceve le direttive per l’attività ed impartisce le conseguenti
disposizioni; è responsabile delle attività dello Stato Maggiore,
coordina lo svolgimento ed esamina i risultati; traduce le decisioni
del Comandante Generale in ordini e piani; rappresenta il Comandante
ed emana ordini in suo nome quando autorizzato; ha alle dirette
dipendenze le Direzioni di Sanità e di Amministrazione, il Reparto
Autonomo ed il Capo Servizio Assistenza Spirituale”.
Il 12 giugno del 2009 Leonardo Gallitelli venne nominato dal Consiglio
dei ministri, Comandante generale dell’Arma , prendendo il posto dal
22 luglio del Generale Gianfrancesco Siazzu .
Al Generale Gallitelli, la Direzione e redazione del quotidiano
il Corriere del Giorno, intende dire grazie, per aver dato con il suo
incarico e con il suo operato al servizio dei cittadini e dello Stato,
un elevato lustro alla nostra città, a Taranto ed ai tarantini.
La città di Taranto e i suoi concittadini sono fieri di lei e le
augurano tutte le fortune e soddisfazioni che merita.
Craxi, i giorni dell'abbandono
quando spediva messaggi nella
bottiglia
di Paola Sacchi
Forse solo un indovino avrebbe potuto prevederlo con certezza già nel
1997. Bisognava essere Bettino Craxi per scrivere in appunti, come
messaggi spediti in una bottiglia nel mare da Hammamet all’Italia, che
Gianfranco Fini avrebbe prima o poi tradito Silvio Berlusconi. Il
quale sarebbe stato oggetto di «persecuzione giudiziaria».
Bisognava essere il leader che per un decennio dominò e modernizzò
l’Italia con un carisma inversamente proporzionale ai voti del suo
partito, che toccò quota massima del 14 per cento, per prevedere già
da allora che ci sarebbe venuto a governare un consulente di qualche
banca americana, parole dietro le quali già si stagliava l’identikit
di Mario Monti. Ma la bottiglia con quei messaggi non arrivava in
Italia, si arenava quasi sempre nel Mediterraneo. E se arrivava,
quegli appunti finivano regolarmente cestinati nelle redazioni dei
giornali.
Craxi era il diavolo, l’appestato, il male assoluto. Avvicinarsi a lui
significava toccare i fili della luce della «falsa rivoluzione» di
Mani pulite. Ora, quei messaggi affidati a un bottiglia sono approdati
davvero in Italia, per volontà di Stefania Craxi, figlia di «Bettino»
e presidente della Fondazione dedicata alla memoria del padre. «Io
parlo e continuerò a parlare» (Mondadori), curato dallo storico Andrea
Spiri, ci restituisce per intero tutti gli appunti, in parte inediti,
dell’esilio tunisino. Craxi li scrisse tutti a mano, con «la biro,
come Pietro Nenni», come lui stesso disse alla sottoscritta che per
tre estati di seguito andò a trovarlo per un’intervista sulla mancata
unità tra Psi e Pci.
(ascolta) IL BOOKTRAILER di “Io parlo e continuerò a parlare“
Mi parlò a lungo sulla terrazza della Sheraton ma a patto che non
scrivessi, perché solo lui avrebbe stabilito i tempi per farla uscire.
L’intervista, autorizzata da sua figlia Stefania, è uscita su
Panorama.it l’anno scorso (leggila qui ) in occasione del tredicesimo
anniversario della sua morte avvenuta il 19 gennaio 2000. Ma,
rispettando il patto di non scrivere, ebbi da Craxi il privilegio di
poter avvicinare «il diavolo». Ho assistito in presa diretta a una
parte dei giorni in cui sono maturati quegli appunti. Era domenica 24
agosto 1997. Terrazza dello Sheraton (detto Sheratòn, con francesismo
tunisino), che non sembrava uno Sheraton (elegante, ma sobrio, e
niente rubinetti d’oro, semmai perdevano acqua con fastidioso
ticchettio notturno e regolare ma quasi mai risolutivo intervento di
gentili idraulici tunisini).
Capii che Craxi era ancora Craxi quando si presentò. Lo charme dello
statista, non bello ma affascinante, una sorta di Al Pacino della
politica italiana, si confermò tutto nel rispettoso e affettuoso
saluto con il quale accolse, con posa istituzionale, «Monsieur le
president» la bella e giovane manager francese della catena Sheraton.
Craxi ordinava ogni volta «citronelle» (acqua e limone), la offriva
alla sottoscritta. E si intignava per pagare, mentre lo Sheraton
voleva offrire. L’aveva sempre vinta lui.
Ogni volta salutava tra i primi il pianista libanese che suonava
«Mambo number five», di Lou Bega. E baciava la mano ai reietti della
storia, come una signora siciliana, di ceto proletario, diventava tale
dopo un’operazione a Casablanca, ma schifata sulla spiaggia dai
radical o nazional-chic di casa nostra. «Bettino» lo sapeva e lo
faceva apposta ogni volta. E dopo essere stata omaggiata da lui, alla
povera neo-signora almeno per qualche giorno veniva assicurato il
saluto. Questo era Craxi negli anni dell’esilio.
Con lui gli italiani in vacanza in Tunisia erano doppi. Sulla terrazza
dello Sheraton lo omaggiavano e chiedevano autografi e chiedevano come
andava la sua salute. Poi però qualcuno di loro il giorno dopo
riprendeva a uniformarsi alla nomèa del diavolo. Ma una buona parte di
quei turisti si interrogava e non capiva davvero perché quell’uomo,
che incuteva rispetto, trasmetteva autorevolezza, carisma e charme,
anche con le scarpe da ginnastica tagliate ai lati per via
dell’amputazione di una parte delle dita dei piedi, a causa del
diabete, fosse stato ridotto a passare i suoi giorni così. Ma
«Monsieur le President» non amava compiangersi. Andava dritto al
punto.
Prima domanda alla cronista: «Come vanno le cose in Italia?». Non
faccio in tempo a rispondere che me lo dice lui: «Bravo, eh, Giuliano
Ferrara, uno dei pochi che mi telefona sempre, a presentarsi nel
Mugello contro Antonio Di Pietro…Bravo e coraggioso. Purtroppo non
vincerà. Di Pietro? Ma quello è un ometto. Lui è il killer per conto
di altri (la Cia era tra i sospetti maggiori di Craxi ndr). Romano
Prodi? Obbedisce a poteri forti internazionali, che porteranno
l’Italia in miseria, perché l’Italia deve diventare un paese
terziarizzato, che non conta più nulla…».
Quanto al sistema di finanziamento illecito ai partiti, alla fatidica
domanda della cronista sui destinatari delle tangenti del Psi, Craxi
non negò la risposta dopo alcuni attimi di suspence: «Ho finanziato
Yasser Arafat, i dissidenti sovietici…la bella vita l’hanno fatta
altri nel Psi, non io, lo vedi con i tuoi occhi la vita che Anna ed io
conduciamo qui….». Indossava sempre la sahariana dell’esiliato, il
massimo del lusso era una bella maglia rosa corallo di cotone con la
quale si presentò un giorno allo Sheraton. I turisti
italiani: «Presidente, come è elegante oggi!». E lui: «Grazie, sto
anche bene, sono dimagrito. Ho smesso di fumare, per una volta ho dato
retta al medico e la “santè” va molto meglio». Autografi a non finire.
Magari sono gli stessi italiani che ogni giorno ancora oggi omaggiano
la tomba del «latitante» che «latitante» non era.
Come scrive Nicolò Amato, ex direttore del Dap (dipartimento
dell’amministrazione penitenziaria), ex magistrato di grido, avvocato
di Craxi, nel libro «Bettino Craxi, dunque colpevole», lui lasciò
l’Italia il 5 maggio del 1994 con regolare passaporto. Ma il 12 maggio
la Procura di Milano gli vietò di lasciare l’Italia, mentre anche i
bambini sapevano dove fosse: casa sua, Hammamet, Tunisia. Dice Amato
(Nicolò): i magistrati devono applicare le leggi, non scriverne di
nuove. Ma, in questo modo, sottolinea l’ex direttore del Dap,
scrissero di fatto la legge dell’ordine di rimpatrio che nella nostra
legislatura non esiste. C’era, invece, una volta Bettino Craxi. Che
continua a parlare.
* tratto dal sito www.panorama.it
Scusate il disagio...
AI nostri lettori: ci scusiamo se oggi non abbiamo pubblicato alcuna
notizia sul nostro quotidiano online, ma durante delle operazioni di
potenziamento sui server (causa il grosso incremento di traffico) un
un disservizio imprevisto ci ha impedito di inserire notizie. Ne
abbiamo approfittato per festeggiare il compleanno del nostro
Direttore. Le pubblicazioni riprenderanno regolarmente da domani
mattina
9 settembre, la Marina Militare
ricorda i caduti in mare
Oggi 9 settembre 2014 la Marina Militare ricorderà i caduti in mare
con la cerimonia commemorativa della “Giornata della Memoria dei
Marinai Scomparsi in Mare”, a perenne ricordo del sacrificio dei
marinai militari e civili scomparsi in mare. L’istituzione della
giornata commemorativa è dedicata al giorno (9 settembre 1943) in cui
si ricorda l’affondamento della corazzata Roma .
Le celebrazioni si svilupperanno in due luoghi, a Brindisi alle ore
11.00, presso il Monumento Nazionale al “Marinaio d’Italia” e nelle
acque dell’arcipelago di La Maddalena a bordo della fregata multiruolo
Margottini.
Durante il transito di nave Margottini nelle acque dell’arcipelago di
La Maddalena, verrà celebrato anche il 71° anniversario
dell’affondamento della corazzata Roma e dei cacciatorpedinieri Da
Noli e Vivaldi. A bordo sarà tenuta una conferenza rievocativa dei
fatti del 9 settembre 1943 a seguito della quale sarà deposta
simbolicamente una corona in mare in ricordo dei Marinai Scomparsi in
mare.
Polizia Ferroviaria: consuntivo
estate 2014
L’estate 2014 ha visto il consueto incremento dei servizi della
Polizia Ferroviaria in relazione al maggior afflusso di viaggiatori.
Nel periodo interessato dagli spostamenti vacanzieri sono state
impiegate oltre 47.000 pattuglie in stazione e quasi 12.000 a bordo
treno. Nell’intero arco temporale sono stati scortati 26.285 convogli
ferroviari (con una media di oltre 285 treni al giorno). Sono stati
inoltre predisposti 3.684 servizi antiborseggio in abiti civili sia
negli scali che sui convogli. Grazie a tale dispositivo la Specialità
ha tratto in arresto ed indagato in stato di libertà rispettivamente
360 e 2.995 persone, procedendo complessivamente a 194.390 controlli.
146 autori di furto, cosiddetti L.O.F. (Ladri Operanti in Ferrovia)
sono stati sorpresi in flagranza di reato, sia in stazione che a bordo
treno.
Un tentativo di violenza sessuale a bordo treno è stato sventato dal
pronto intervento degli agenti richiamati dalle urla della
vittima. L’attività di contrasto ai furti di rame, che in ambito
ferroviario si traducono spesso in ritardi alla circolazione dei treni
e consistenti disagi per i viaggiatori, si è esplicata in oltre 350
controlli ai centri di raccolta e recupero metalli, in circa 2.400
servizi di pattugliamento delle linee ferroviarie ed in 240 servizi di
controllo su strada a veicoli sospetti. Tale dispositivo ha consentito
il recupero di oltre 10 t del cosiddetto “oro rosso” di provenienza
furtiva, l’arresto di 11 persone e la sottoposizione ad indagini
preliminari di 36 soggetti.
E’ altresì proseguita l’azione di contrasto al fenomeno
dell’abusivismo nelle principali stazioni ferroviarie con 197 servizi
di controllo straordinario del territorio e la conseguente sanzione
nei confronti di chi è stato sorpreso ad esercitare attività
commerciali senza le previste autorizzazioni e, più in generale, ad
arrecare molestie ai viaggiatori.
Il personale della Specialità nel solo periodo estivo ha rintracciato
192 minori; in una circostanza, in particolare, gli operatori della
Polfer sono intervenuti provvidenzialmente intercettando e ponendo in
salvo un gruppetto di giovani intenti a camminare lungo i binari.
Gesto sconsiderato che avrebbe potuto finire in tragedia se solo si
pensi che nel primo semestre di quest’anno 8 delle 46 vittime di
investimento sono ragazzi di età inferiore ai 25 anni (circa il 18%
dei casi), con un aumento del 100% rispetto allo scorso anno.
In due occasioni, invece, il tempestivo intervento degli operatori
della Specialità ha consentito di salvare la vita a cittadini colti da
arresto cardiaco. In entrambi i casi la conoscenza delle tecniche di
rianimazione e l’uso del defibrillatore da parte degli operatori di
Polizia si sono rivelati decisivi.
L’estate 2014 si è caratterizzata anche per la campagna “stai attento!
Fai la differenza”, realizzata dalla Polizia Ferroviaria in
collaborazione con le Ferrovie dello Stato Italiane per richiamare
l’attenzione dell’utenza ferroviaria sui comportamenti che
maggiormente risultano esposti al pericolo di furti o truffe.
Elezioni per la Provincia di
Taranto, depositate le liste
Rispettato il termine da entrambi gli schieramenti per la
presentazione delle liste per le prossime elezioni che decideranno chi
sarà il prossimo Presidente della Provincia di Taranto . A correre
per la carica dell’amministrazione provinciale saranno Martino
Tamburrano, sindaco di Massafra, potenziale vincitore grazie ad un
accordo di “larghe intese” fra Forza Italia ed il Pd, che ricalca gli
accordi politici nazionali.
Tamburrano gode non solo del consenso del centro destra ma anche di
quello della maggioranza del direttivo del Partito Democratico di
Taranto, nonostante l’intervento “disturbatore” del segretario
regionale del Pd Michele Emiliano che ha consentito alla minoranza
del Pd jonico di compattarsi sulla candidatura (di facciata) di
Gianfranco Lopane, sindaco di Laterza, che ha poche speranza di
prevalere.
Concorso in memoria di mons.
Motolese. La sesta edizione della
cerimonia il 19 novembre 2014
Per venire incontro a numerose richieste pervenute al comitato
organizzatore della Fondazione San Raffaele Cittadella della Carità. e
per dare la possibilità a tutte le scuole e gli Istituti coinvolti di
poter partecipare con una rappresentanza ancor più ampia e
qualificata, si è deciso di far slittare la cerimonia di premiazione
del concorso in memoria di mons. Guglielmo Motolese, fondatore della
Cittadella della Carità, giunto alla sesta edizione, al 19 novembre
2014. Rimangono invariati l’orario – le 10.30
ed il luogo – l’
Auditorium della Fondazione.
Eè stata prorogata anche la data di consegna ultima dei lavori, che è
stata fissata per le ore 12.00 del 30 ottobre 2014. Quattro i bandi
creati per sviluppare i lavori: 1) la Scuola Secondaria Superiore con
le classi quarte e quinte, 2) il Seminario Arcivescovile, 3)
L’Istituto di Scienze Religiose Romano Guardini e la Lumsa di Taranto,
4)il Centro di Formazione professionale “Mons. G.Motolese” di Malindi,
Kenya, Africa.
La Fondazione San Raffaele Cittadella della Carità erogherà 4.000 euro
ai vincitori della traccia di lavoro: Taranto città di frontiera,
città di accoglienza; San Cataldo patrono dei forestieri.
La traccia è stata scelta da mons. Filippo Santoro, arcivescovo di
Taranto, di concerto con il CDA della Fondazione. “Un tema molto
suggestivo – afferma mons. Santoro – che ci collega sia all’attualità
che a mons. Motolese, costruttore di ponti con altri paesi e di nuove
strade per lo sviluppo della nostra città. Il tema dell’accoglienza ai
profughi e agli immigrati è stato un passo importante per la crescita
del territorio. Taranto, nell’affrontare l’emergenza, ha dimostrato di
essere andata oltre il lamento, di saper affrontare le sfide in
maniera positiva. Siamo di fronte ad una situazione epocale, e
possiamo fare tante cose. Penso all’operazione mare Nostrum, penso
alla nostra capacità di accoglienza. Invitare i giovani a riflettere
su questo tema vuol dire raccogliere alcuni dei messaggi di Mons.
Motolese, che dal passato ci apre strade nel presente, facendoci
andare oltre, rendendoci capaci di vivere la speranza cristiana, non
fermandoci ai problemi, che pure abbiamo, ma vivendo e diventando
fattori di crescita, di progresso e di sviluppo”.
Per partecipare al concorso gli studenti interessati possono
rivolgersi al proprio Istituto di riferimento o chiedere informazioni
all’ufficio U.R.P. – dott.ssa Gabriella Ressa, email:
[email protected], tel 099/4732294 (preferibilmente di
mattina). Info sul sito della Fondazione San Raffaele Cittadella della
Carità: www.cittadelladellacarita.it
Fallout New Vegas
di Paolo Campanelli
Fallout New Vegas è il più recente capitolo della omonima serie,
sviluppato da Obsidian Entertainment e pubblicato da Bethesda
Softworks, ed è ritenuto uno dei migliori degli ultimi anni. Il gioco
è stato pubblicato il 22 ottobre 2010, ed è disponibile per PC, Xbox
360 e Playstation 3.
Lo scenario è ambientato nel deserto del Mojave, area fra California
e Nevada (molto più vicino alle aree dei due giochi originali rispetto
al terzo capitolo), al cui centro si trovano le rovine della vecchia
Las Vegas, la cui nomea di “città del peccato” non è stata realmente
intaccata nei duecento anni che hanno seguito la caduta delle bombe ed
è controllata dai gestori dei casinò e dal misterioso Mr.House,
brillante scienziato già prima della fine della civiltà.
Il protagonista, il Corriere, incaricato di effettuare una consegna a
Mr.House, subisce una imboscata, viene sparato in testa e lasciato
per morto; tuttavia sopravvive e, dopo essere stato curato, si
incammina verso la vendetta, ignorando che le sue azioni saranno le
basi del futuro della zona contaminata del Mohave, il cui controllo è
ora combattuto tra la Nuova Repubblica della California e la Legione
di Cesar.
Trattandosi
apocalittica
radiazioni e
vanta brani
Robbins.
di un gioco della serie Fallout, l’ambientazione postè farcita di rimandi agli anni ’50 dell’Almerica, con
creature mutate in ogni dove, con la colonna sonora che
di Frank Sinatra, Nat King Cole, Peggy lee e Marty
Il gioco mantiene molte similitudini con il precedente, fra queste le
statistiche indicate in decimi, le abilità in centesimi, e le abilità
supplementari ottenute salendo di livello, e le funzioni relative al
combattimento; le aggiunte principali comprendono 3 differenti giochi
d’azzardo (Blackjack, roulette e slot machine) e un gioco di carte
supplementare, munizioni dagli effetti differenti (fra cui proiettili
incendiari) e la possibilità di aggiungere modifiche alle armi:
possano essere caricatori da più munizioni, mirini, parti più leggere
o più resistenti e simili
Il mondo di gioco è molto esteso e alterna i colori vibranti degli
esterni ai cupi, polverosi e decadenti interni delle costruzioni,
passando per grotte naturali, villaggi di capanne, l’imponente diga
Hoover e le mille luci della Strip.
Una ulteriore novità è data dal fatto che le varie fazioni reagiranno
alla fama del giocatore, divenendo più amichevoli o apertamente
aggressive a seconda del comportamento del giocatore stesso nelle
varie missioni; le fazioni principali sono la Nuova Repubblica della
California, quanto di più simile al vecchio governo americano nato
dopo l’apocalisse nucleare, la Legione di Cesar, un grande gruppo
prono alla conquista basato sul modello dell’antica Roma, la
Confraternita dell’Acciaio con le sue imponenti armature e fucili
laser, e il misterioso Mr.House e i suoi robot, a cui si uniscono
piccole cittadine autonome e gruppetti di criminali
Il comparto grafico è esattamente lo stesso utilizzato in Fallout 3,
con dei minimi ritocchi per permettere agli effetti di luce e alle
piante di dare un maggior senso di realismo, ma la maggior parte dei
“pezzi” che compongono il mondo di gioco sono, per l’appunto,
riutilizzati dal gioco precedente, almeno nel gioco base, in quanto i
contenuti scaricabili contengono un enorme quantitativo di materiale
nuovo ed inspirato
Il mondo di gioco, come negli altri titoli della Bethesda, è enorme e
variegato, con una grande possibilità di scelta e di reazione al
comportamento del giocatore, creando per ogni partita una esperienza
diversa. Un aggiunta interessante è la modalità “hardcore” nella quale
sono presenti ulteriori elementi di difficoltà; alla barra della
vita e all’indicatore di radiazioni subite vanno ad aggiungersi la
necessità di mangiare, bere e dormire regolarmente; le munizioni delle
armi perdono la caratteristica assenza di peso tipica dei videogiochi;
gli oggetti curativi subiscono dei malus, e i pochi compagni che è
possibile incontrare nel gioco subiranno degli effetti di morte
permanente nel caso vengano danneggiati senza possibilità di curarsi
tempestivamente.
Al gioco base si vanno ad aggiungere 6 DLC (DownLoadable Content),
scaricabili singolarmente o già integrati nella versione gioco
dell’anno, qui rinominata Ultimate Edition ; i 4 maggiori portano
ulteriori aree e missioni, armi, abiti e armature, nemici e dettagli
sul mondo di gioco e sulla serie in generale, con una sotto trama che
si dipana attraverso le nuove aree. Il quinto aggiunge del contenuto
in più per i fanatici delle armi e il sesto è nulla più che una
versione a pagamento di alcuni oggetti regalati a coloro che
prenotarono il gioco prima della data di uscita che, all’infuori degli
stessi, nulla aggiungono al gioco in se.
-Dead Money; innumerevoli legende parlano del casinò del Sierra Madre,
una fortezza lasciata intonsa dal tempo, piena d’oro e di oggetti di
valore; molte non parlano della velenosa nube rossa che lo avvolge,
delle trappole, delle immortali creature che si fingono umane che
vagano per la villa. Il Corriere, spinto da un vecchio folle
intenzionato a mettere le mani sull’oro, dovrà collaborare con gli
altri prigionieri per portare a segno il colpo del secolo e fuggire
dal casinò infernale
-Honest Hearts; prima della “Bestia dell’Est”, la legione aveva un
altro Legato a supportare Cesar, ma in seguito al fallimento, l’uomo
fu cosparso di pece, datogli fuoco e scaraventato infondo al Grand
Canyon. Da allora, la legenda dell’ “Uomo Bruciato” si è sparsa; il
Corriere viaggerà fin nella Zion Valley, una riserva naturale
sopravvissuta intonsa e incontaminata all’apocalisse, e rimarrà
invischiato nella lotta definitiva per il territorio e le sue tribù,
svelando la verità sull’Uomo Bruciato una volta per tutte.
-Old World Blues; prima della guerra, il laboratorio di Big Mountain
era il più avanzato centro di ricerche di tutta l’America. Il Corriere
sarà costretto ad attraversare i laboratori pieni di robot assassini,
esperimenti falliti e tecnologie assurde in pieno stile film di
fantascienza degli anni ’50 per recuperare il suo cuore, ritrovare la
sua colonna vertebrale e far pace con il suo cervello.
-Lonesome Road; dopo aver ricevuto un semplice messaggio firmato
“Ulysses”, il Corriere si reca nel Divide, un are talmente devastata
da essere quasi inabitabile persino da esseri mutati dalle radiazioni.
Attraversando mille pericoli, il Corriere scoprirà il suo passato e
quello del misterioso Ulysses, così come quello del Divide stesso.
-Gun Runner’s Arsenal; aggiunge al gioco base un enorme numero di
armi, accessori per queste, munizioni speciali e alcune missioni
basate sull’uso del contenuto stesso (costo 2 euro).
-Courrier’s Stash; una piccola raccolta di armi e abiti inspirati ai
capitoli precedenti, forniti all’inizio della partita (costo 1 euro).
Così come per il gioco precedente, I fan della serie hanno creato un
enorme quantitativo di mod dalle caratteristiche più varie, da nuove
armi ad armature personalizzate, nuove missioni, nuovi brani ,nuove
aree, e persino varianti in grado di modificare profondamente lo stile
di gioco, e in continuo aggiornamento
Il gioco, così come il suo predecessore, è a pieno diritto ritenuto
uno dei migliori giochi della decade, ed è un acquisto consigliato,
avendo, tralatro vinto numerosi premi della critica più accreditata.
Unica nota dolente, più evidente per le versioni consolle è la grande
presenza di bug e momenti di instabilità del gioco, che talvolta si
blocca e costringe a dover resettare, perdendo così tutti i progressi
fatti dall’ultimo salvataggio
Il gioco è scaricabile da Steam Origins e GoodOldGames per 10 euro in
versione base e 20 per quella gioco dell’anno, i cui DLC sono di 5
euro l’uno (eccetto i due sopraindicati); costo simile è per le
versioni consolle ed è molto facile da trovare nei negozi
Ilva, anche gruppi asiatici ed
arabi nelle trattative in corso
Ieri dal palco della festa nazionale dell’Unità a Bologna, il premier
Renzi non ha fatto il . nome ma l’imprenditore che ha incontrato
sabato mattina a Firenze in Prefettura è Sajjan Jindal, presidente
della multinazionale indiana Jsw Steel . In realtà, la circostanza
che gli impianti siderurgici di Taranto erano sott’osservazione anche
da parte di Jindal era già nota sin dallo scorso mese e cioè quando
l’ Arcelor Mittal, il gruppo franco indiano in trattativa per
l’acquisizione dell’ ILVA di Taranto, aveva “ufficializzato” il suo
interesse .
Successivamente il commissario dell’ ILVA, Piero Gnudi, incontrando
nei giorni scorsi a Milano alle banche per sbloccare il prestito da
250 milioni all’azienda, ha confermato queste trattative ed , infine,
proprio ieri è arrivata anche la conferma per voce del premier Renzi.
Quindi la Arcelor Mittal e la Jindal sono entrambe interessate quindi
all’ ILVA. Ma non sono i soli in quanto il commissario Gnudi ha
riferito alle banche, senza però ufficializzarne l’identità , che vi è
anche un terzo gruppo interessato, che i sindacati
avrebbero individuano in un gruppo industriale arabo.
Poter prevedere oggi, con chi si chiuderanno le trattative in
corso che il commissario Gnudi definirà nei prossimi mesi è un
azzardo. Al momento infatti, l’unica certezza esistente è che i
gruppi Arcelor Mittal e Jindal attualmente hanno già avuto
accesso alle informazioni necessarie sull ‘ ILVA attraverso una “data
room” virtuale realizzata appositamente dall ILVA in modo da
consentire ai potenziali acquirenti di poter avere un’idea
dell’azienda chiara e certa, e poter quindi decidere di compiere
eventualmente lo step successivo, e cioè formalizzare la propria
l’offerta di acquisto.
Arcelor Mittal, negli scorsi mesi di giugno e luglio ha spedito i suoi
emissari a Taranto per due volte, attualmente è più avanti rispetto ai
concorrenti nella valutazione dello stabilimento siderurgico di
Taranto,
avendo manifestato per primi il proprio interesse ed
essendosi impegnata a depositare al commissario Gnudi entro la fine di
settembre il proprio piano industriale. La Arcelor Mittal inoltre ha
sempre e solo manifestato il proprio interesse sull’ ILVA mentre le
attenzioni dei concorrenti della Jsw Steel, attualmente è focalizzata
essenzialmente sull’acquisizione della Lucchini di Piombino che èstata
il reale motivo dell’incontro avvenuto tra lo stesso imprenditore
indiano Jindal ed il premier Renzi a Firenze.
Mentre in un primo momento Jindal era
interessato esclusivamente all’all’area a freddo del laminatoio di
Piombino, adesso ora sarebbe intennzionato a produrre anche acciaio e
quindi al conseguente ripristino dell’area a caldo. Jindal pensa al
preridotto di ferro, una tecnologia alternativa di produzione che
avevano iniziato a sperimentare a Taranto Enrico Bondi il precedente
commissario dell’ ILVA ed il sub commissario Edo Ronchi, quando erano
in carica.
Il preridotto infatti elimina dal ciclo l’agglomerato di minerali e il
coke delle cokerie, e quindi due passaggi produttivi dell’acciaio,
molto importanti sotto il profilo della tutela ambientale. Bondi e
Ronchi pensavano che questa potesse essere la soluzione e prospettiva
ideale per Taranto, e questa operazione doveva avvenire gradualmente
e con una serie di investimenti pianificati sino al 2020, in
quanto solo in questa maniera si sarebbe potuto produrre in modo
ecologico e quindi “pulito” l’ acciaio .
Ma Claudio Riva, esponente della famiglia attualmente proprietaria
dell’ ILVA, ha sparato a zero contro il progetto dei commissari, ed
il braccio “armato” della famiglia Riva , cioè la Federacciai ha
amplificato questa posizione attaccando l’accoppiata BondiRonchi. Conseguentemente il Governo Renzi, e per la precisione
il ministro Federica Guidi, ha valutato essere troppo oneroso il piano
Bondi-Ronchi che prevedeva 4 miliardi tra investimenti industriali e
ambientali sino al 2020, nonostante del “preridotto” si parla persino
nel piano ambientale approvato dallo stesso Governo Renzi,
è bloccato.
e tutto si
Adesso se persino gli indiani della Jsw Steel lo rilanciano, allora
vuol dire che nel mondo ci sono dei consolidati produttori di
acciaio che ritengono che si possa produrre anche a basso impatto
ambientale. E che probabilmente Bondi e Ronchi avevano visto bene. Non
è dato sapere invece le esperienze di Claudio Riva in quanto come noto
a prendere le decisioni sull’azienda di famiglia è sempre stato il
“vecchio” Emilio Riva recentemente deceduto. E spesso gli eredi non
sono mai competenti quanto i propri predecessori.
Marò, la Corte suprema: "Su
rimpatrio decida il governo".
Latorre esonerato dalla firma
La Corte suprema indiana
ha esentato oggi Massimiliano Latorre a
seguito della richiesta ricevuta dai legali del militare italiano
dall’obbligo di doversi recare a firmare presso il commissariato di
polizia per le sue condizioni di salute. Con la stessa decisione i
giudici hanno chiesto al governo un parere-consenso sulla richiesta di
ritorno a casa di Latorre, colpito da ischemia, e quindi l’udienza per
la decisione è stata rinviata al 12 settembre.
Ma proprio nel momento in cui si intravede uno soluzione più
vicina per la vicenda dei due marò italiani, sono arrivate dalle
autorità indiane delle nuove accuse sui marò . L’attacco è arrivato
attraverso il quotidiano indiano Hindustan Times, che accusa i
due fucilieri della Marina italiana coinvolti nell’incidente che il 15
febbraio 2012 provocò la morte di due pescatori indiani al largo del
Kerala sostenendo che “presumibilmente cercarono di coprire il loro
operato spingendo il capitano della petroliera Enrica Lexie a inviare
un rapporto per le organizzazioni internazionali di sicurezza
marittima in cui si sosteneva che i pescatori erano armati e che
questo fu alla base della decisione di sparare“.
Una fonte del ministero dell’Interno indiano che ha preferito
nascondersi dietro l’anonimato ha dichiarato al giornale locale che
“il capitano della Enrica Lexie generò un rapporto via e-mail in cui
si sosteneva che sei dei pescatori a bordo del peschereccio St. Antony
erano armati”.
“Ma – aggiunge ancora la fonte “anonima” del ministero – gli
investigatori indiani verificarono che tutti gli undici pescatori a
bordo erano disarmati. Non c’erano armi sul peschereccio“.
Il giornale indiano sostiene che secondo le informazioni documentali a
propria disposizione la mail fu inviata ad una organizzazione per la
sicurezza marittima che a sua volta la avrebbe in seguito inoltrata
all’International Maritime Organisation, l’ agenzia dell’ Onu per il
rafforzamento della sicurezza marittima. “Ma quando durante le sue
indagini l’Agenzia nazionale per la sicurezza (Nia) indiana ha
interrogato il capitano (Umberto Vitelli, ) della Enrica Lexie – ha
detto concludendo la fonte del ministero indiano – questi ha negato
di essere stato testimone dell’incidente e della sparatoria,
dichiarando di aver redatto la mail sotto la pressione dei fucilieri
di Marina accusati. L’obiettivo era quello di presentare i pescatori
come pirati“.
Le fonti dell’ Hindustan Times interne alla NIA, la polizia antiterrorismo indiana, scrive infine il quotidiano , non hanno voluto
commentare queste dichiarazioni, preferendo a rispondere che
“presenteremo il rapporto con i capi di accusa al tribunale che deve
processare i due militari (Massimiliano Latorre e Salvatore Girone
n.d.r. ) una volta che tutte le questioni sollevate saranno state
risolte dalla Corte Suprema“.
Il marò Latorre è stato dimesso
dall'ospedale di New Delhi
Massimiliano Latorre è stato dimesso oggi dall’ospedale di New Delhi
dov’era
stato ricoverato a seguito di un improvviso un attacco
ischemico transitorio. La notizia è stata diffusa da fonti mediche. Il
paziente, hanno detto i medici, “si sta riprendendo molto bene. Dovrà
solo tornare in ospedale fra qualche giorno per un controllo di
routine del decorso del suo recupero“.
Non sono state fornite al momento informazioni (che non
“ufficiali”) sulla percentuale attuale del recupero del fuciliere, né
sui tempi del suo completo ristabilimento, limitandosi ad indicare
che “dovrà seguire alcune terapie e vivere in un ambiente
tranquillo“. Non essendo trapelate informazioni dirette da fonti
diplomatiche italiane, è presumibile che Latorre si trovi adesso nella
sua residenza nell’ambasciata d’Italia nella capitale indiana.
Domani i legali del marò depositeranno alla Corte indiana istanza per
ottenere il suo trasferimento in Italia per poter proseguire le cure
volte ad un sua completa guarigione .