Guida al teatro - Fabbri Editori
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Guida al teatro - Fabbri Editori
METTIAMO IN SCENA… GLI ACCHIAPPAGUAI Note di regia di Roberto Bencivenga Il lavoro di regia in questo testo è facilitato dalla divisione in scene e da didascalie dettagliate: sarà sufficiente seguirle per riuscire ad allestire uno spettacolo di qualità. Fondamentale in questa commedia è la caratterizzazione dei personaggi, che devono avere degli elementi distintivi ben evidenti. Per questo bisogna curare con attenzione la recitazione vera e propria, l'intonazione delle battute, il ritmo, il movimento, che deve essere fluido. È importante convincere i bambini a “divertirsi” con i personaggi e con l’interpretazione che ne devono dare, lasciandoli, almeno in un primo momento, liberi di creare e, anzi, incoraggiarli a inventare: se riusciranno a vincere la timidezza iniziale, potranno emergere delle belle sorprese. Fate anche molta attenzione a legare le scene tra di loro, senza lasciare tempi morti tra le uscite e le entrate dei personaggi; possono, eventualmente, aiutarci in questo compito musica e luci, anche se è sempre preferibile giocare d’anticipo: per esempio potete "isolare" con le luci una parte del palco dove un attore sta chiudendo il suo intervento; nel frattempo, un altro personaggio entrerà non visto e si posizionerà dall'altra parte del palcoscenico; finito l'intervento del primo attore, spegnete la luce e, contemporaneamente, accendetene un'altra dalla parte opposta della scena, dove si trova il secondo personaggio che potrà immediatamente cominciare la sua parte. Nell’esecuzione delle azioni descritte dalle didascalie del testo (per esempio Domitilla che cerca di suonare la campanella che non funziona), bisogna far muovere i bambini senza fretta, ricreando il tempo reale delle azioni, cercando di essere il più "veri" possibile, quindi motivando in maniera espressiva ogni movimento. Ogni espressione ha dietro di sé un pensiero, quindi l’espressione funziona solo se io ho quel pensiero e lo esprimo, ma se io non ho quel pensiero la mia azione risulterà vuota e demotivata. Gioco al teatro - Gli acchiappaguai © Copyright 2011 RCS Libri, Fabbri Editori - Tutti i diritti riservati 1 METTIAMO IN SCENA GLI ACCHIAPPAGUAI Per quanto riguarda i presentatori o i narratori, che intervengono solo in alcuni momenti, possono comunque restare sulla scena per tutto il tempo, magari impegnati in qualcosa di completamente diverso da quello che poi faranno o diranno, come se passassero di lì per caso (per esempio lavorare a maglia o giocare con il cubo di Rubrik…), E la situazione potrebbe evolversi, per esempio aiutandosi per avvolgere un gomitolo o litigando perché uno dei due scombina il lavoro sul cubo fatto dal compagno. In questo modo sarò possibile eliminare i tempi morti delle loro entrate e uscite. In molte scene compaiono contemporaneamente numerosi personaggi, perciò bisogna fare attenzione alle reciproche posizioni, e ai movimenti che vanno ben organizzati e armonizzati. Se si dispone di un palcoscenico grande, sarebbe bene dividere la scena in diversi spazi che, di volta in volta illuminati, creano i varie ambienti in cui sviluppare le situazioni. Per quanto riguarda la suddivisione in tre atti è bene fare, al massimo, un solo breve intervallo, facendo in modo che la prima parte dello spettacolo sia più lunga della seconda. Un intervallo troppo lungo può distrarre sia i ragazzi sia il pubblico e far perdere quella concentrazione che è, invece, necessaria per la buona riuscita dello spettacolo. L’apparato scenografico, come suggerito nella riduzione teatrale, deve essere semplice e caratterizzata da elementi ben riconoscibili. È quindi preferibile, e più divertente, seguire la proposta di indicare i diversi luoghi con delle scritte “brechtiane”, anziché perdersi in costruzioni scenografiche complesse che rischiano di far passare in secondo ordine l'importante lavoro degli attori sui loro personaggi. Ultima raccomandazione: ritmo, ritmo, ritmo! È fondamentale tenere sempre viva l’attenzione del pubblico e non dare mai nulla per scontato, ma sviluppare l’azione con una certa tensione emotiva. E, infine, lasciate dare libero sfogo alla fantasia: questo è un lavoro divertente, e anche il nonsense vi troverà un proprio spazio. Gioco al teatro - Gli acchiappaguai © Copyright 2011 RCS Libri, Fabbri Editori - Tutti i diritti riservati 2 1 GLI ACCHIAPPAGUAI • Non è necessario realizzare dei costumi ad hoc per i personaggi de "Gli Acchiappaguai", in quanto sono bambine e bambini o adulti. Per caratterizzare i personaggi però possiamo lavorare sulla scelta di indumenti particolari e degli accessori. • Leggendo le dettagliate descrizioni del libro è possibile scegliere alcuni elementi distintivi per ciascun personaggio, nelle schede seguenti trovate alcuni suggerimenti. • Sviluppate parallelamente una riflessione sulle apparenze. Sebbene nella finzione teatrale può riuscire utile caratterizzare un personaggio attraverso l'aspetto fisico, le apparenze non possono diventare un modo per interpretare la realtà: chi è vestito elegantemente non è sempre una brava persona, viceversa un certo tipo di abbigliamento non identifica automaticamente un bullo… Potete realizzare anche i "personaggi" rispettivamente del topolino Switzo e del serpente seguendo le indicazioni dei laboratori qui di seguito indicati, nella Guida per l'insegnante del volume "Gli Acchiappaguai": • Gioco al teatro - Laboratorio - Scheda n. 4 • Gli Acchiappaguai - Laboratorio - scheda n. 7 (in Materiale aggiuntivo da scaricare - Espansioni alle attività proposte nel volume di narrativa - Schede per l'alunno). L'abito fa… l'attore! - Gli Acchiappaguai © Copyright 2011 RCS Libri, Fabbri Editori - Tutti i diritti riservati 2 I RAGAZZI PIERRE Può indossare un giaccone allacciato male, con un bottone sbagliato, e un paio di scarponi da montagna, che rendono naturalmente più goffi i movimenti e soprattutto il camminare. KENIA La bambina deve essere vestita con abiti un po' frivoli, ma senza esagerare. L'abbigliamento deve essere curato, ma nello stesso tempo semplice. Eventualmente qualche particolare può essere indizio di una condizione sociale benestante: un fermacapelli con perline, una cintura elegante… ZIMBO Non è indispensabile sottolineare il colore della pelle truccando il bambino che deve impersonare Zimbo; lavorate piuttosto sull'abbigliamento del ragazzino che indosserà vecchie scarpe da ginnastica, più grandi rispetto al piede dell'attore, e un paio di jeans logori, anch'essi abbondanti. I GRIGNI L'aspetto dei grigni deve essere abbastanza minaccioso: colori scuri, se si riesce a recuperare da qualche genitore una giacca in similpelle, anche se un po' abbondante va benissimo, felpe con il cappuccio calato sugli occhi, capelli gellati dritti sul capo o, al contrario, ciuffi lunghi sulla fronte… Può essere divertente creare degli abiti con false griffe: una maglia con la scritta "DOLCE E SALATA" , una sciarpa di "COZZA VERACE"… L'abito fa… l'attore! - Gli Acchiappaguai © Copyright 2011 RCS Libri, Fabbri Editori - Tutti i diritti riservati 3 GLI ADULTI JAKO OSTIL Può indossare un camice (anche un grembiule bianco va bene!). Se volete accentuare l'aspetto grottesco, potete realizzare un naso finto con carta pesta: • costruite con del cartoncino una piramide a base triangolare delle dimensioni di naso; • bagnate della carta da cucina con un po' di colla vinilica allungata con acqua e modellate la pasta così ottenuta sul naso di cartoncino che avrete rivestito con della pellicola trasparente. Date alla pasta una forma di naso adunco e butterato; • lasciate asciugare la carta pesta molto bene, togliete l'armatura di cartoncino e pellicola trasparente e dipingete il "naso"; • fissate con una pinzatrice i due capi di un elastico al "naso", in modo da poterlo indossare. Costruire una parrucca da "testa pelata": • prendete una cuffia da piscina di plastica di color bianco o comunque chiaro; • aiutandovi con un ago da lana, fate passare dei fili di lana lunghi e scuri. Fissateli con un nodo all'interno della cuffia; • sfilacciate la lana che esce dalla cuffia e bagnatela con del gel per capelli: sarà uno "splendido" riporto… OSCAR DIMA Indossa un panciotto (o un gilet) su una camicia chiara e un paio di occhiali da presbite (se ne trovano a basso prezzo anche al supermercato). Può portare con sé provette e contagocce (pipette) di plastica che fuoriescono nelle tasche dei pantaloni e del gilet. L'abito fa… l'attore! - Gli Acchiappaguai © Copyright 2011 RCS Libri, Fabbri Editori - Tutti i diritti riservati 4 SWITZO OCCORRENTE un calzino bianco giornali vecchi o stracci lana nera ago da lana e filo forbici dalla punta arrotondata, nastro adesivo, pennarello da stoffa filo di nylon • Riempite la parte del piede del calzino con gli stracci o la carta da giornale in modo da ottenere il corpo allungato del topolino. • Infilate una trecciolina (la coda) fatta di fili di lana nell'apertura del calzino; quindi arrotolate il tessuto di questa estremità del calzino, come una carta da caramella, e legatelo molto bene con del nastro adesivo. Tagliate la parte di calzino in eccedenza. • Sull'altra estremità del calzino, disegnate un paio di occhietti con il pennarello. • Prendete tre fili di lana lunghi circa una spanna e, usando un ago da lana, fateli passare attraverso il "muso" del topolino, lasciando che le estremità pendano da entrambe le parti: avrete così creato i baffi. Potete far muovere il topolino grazie a un bastoncino che verrà fissato al calzino con del velcro. Fissate una parte del velcro su un bastoncino piatto di legno e cucite l'altra parte su un fianco del topolino. All'occorrenza, attaccate le due parti del velcro e agitando il bastoncino farete muovere il topolino. L'abito fa… l'attore! - Gli Acchiappaguai © Copyright 2011 RCS Libri, Fabbri Editori - Tutti i diritti riservati