Press - Blue Film
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Claudio Bondì presenta il work in progress del suo documentario sul regista di Divorzio all’italiana Signore & Signori mister Pietro Germi A lla critica ufficiale Pietro Germi non è mai stato un autore molto gradito. Sarà per questo motivo che la sua figura, pur avendo segnato un’importante stagione del cinema italiano soprattutto con le sue caustiche commedie Sedotta e Abbandonata e Divorzio all’italiana, se non si può dire che sia stata dimenticata è però sicuramente non abbastanza celebrata. Il film documentario diretto da Claudio Bondì e scritto da Manuela Tempesta, dal titolo Pietro Germi: il Bravo, il Bello, il Cattivo, nell’anno in cui ricorrono i 35 anni dalla scomparsa del regista va a colmare un vuoto, descrivendo in maniera approfondita, per la prima volta, l’uomo e il cineasta attraverso le testimonianze di chi con lui ha lavorato e di chi l’ha conosciuto e amato. Proprio con l’intenzione di riscoprire un autore che nessuno fino in fondo ha raccontato che i produttori Chiara Bondì e Alessandro Bonifazi per la Blue Film,Andrea Paris e Matteo Rovere per Ascent Film hanno voluto realizzare il do- cumentario, in coproduzione con La7, che in autunno lo manderà in onda, «unico network che ci ha voluto affiancare in questa avventura», ha detto Bonifazi. Qualche giorno fa il work in progress del film è stato presentato presso la Casa del Cinema di Roma, alla presenza della vedova Germi, Olga D’Ajello, e della loro figlia Maria Lida, nonché di numerose personalità del mondo dello spettacolo legate alla figura del grande regista, premio Oscar per la sceneggiatura di Divorzio all’italiana e Palma d’Oro per Signore & Signori. Il press agent Enrico Lucherini lo ha ricordato sfatando la leggenda che lo voleva sempre scontroso e invece ne ha sottolineato la simpatia: «Detestava i locali chic e amava le trattorie. Quando ci vedevamo in uno di questi posti, mi diceva cose tipo “ma Visconti, che sta a fa’?”». Stefania Casini, protagonista di Le Castagne sono Buone, penultimo film del regista, ha raccontato di quando partì da Milano per fare il provino a Roma «Germi cercava la sperduta adole- scenza che c’era nella mia faccia, nonostante avessi fatto il ‘68 e fossi femminista. Ha saputo tirar fuori il meglio di me». Lo sceneggiatore LucianoVincenzoni, che con Germi ha realizzato, tra gli altri, Il Ferroviere e Signore & Signori, a proposito di quest’ultima pellicola ha rivelato alcuni divertenti retroscena: «A Treviso l’ho portato in una pasticceria e lui ha preso il pasticciere per la parte del prete. Siamo andati nella casa in stile art deco di una mia ex fidanzata che volevo fargli vedere e ha ingaggiato il mio mancato suocero. Lui era così». Edoardo Nevola, il piccolo Sandrino de Il Ferroviere, ora sessantenne ha detto commosso: «Per me che non l’ho avuto, lui era come un padre». Infine, il critico Marco Vanelli ha annunciato un’importante scoperta: una sceneggiatura inedita sullaVita di Gesù custodita nell’archivio di Don Zeno, a Nomadelfia, che getta una luce nuova sull’opera di Germi, fino a oggi considerato esclusivamente laico. di Luigi Aversa Scoop ■ 27 10 Maggio 2009 14 Maggio 2009 15 Maggio 2009 19 Maggio 2009 Maggio 2009 17 Maggio 2009 29 Aprile 2009 17 Maggio 2009 18 Maggio 2009 15 Maggio 2009 18 Maggio 2009 giovedì 21 l maggio 2009 l PIETRO GERMI : IL BRAVO, IL BELLO, IL CATTIVO martedì 3 marzo 2009 di Redazione Close-up Quest’anno ricorrono i trentacinque anni dalla scomparsa di uno dei registi più importanti del cinema italiano : Pietro Germi. Pietro Germi : il bravo, il bello, il cattivo. un film documentario di Claudio Bondì, scritto da Manuela Tempesta, descrive in maniera approfondita, per la prima volta, la figura del grande regista. E’ proprio con l’intenzione di riscoprire o meglio di “scoprire” un autore che nessuno fino in fondo ha raccontato che i produttori Chiara Bondì e Alessandro Bonifazi per la Blue Film, Andrea Paris e Matteo Rovere per Ascent Film, in coproduzione con LA7 e con il contributo dell’Assessorato Cultura, Spettacolo e Sport – Area Cinema, Audiovisivi e Programmi Europei della Regione Lazio, hanno voluto realizzare il documentario e un evento culturale alla Casa del Cinema di Roma il 04 marzo 2009 alle ore 16.00. La narrazione è sorretta dalle testimonianze dei più cari collaboratori, amici e familiari del regista e ripercorre tutte le tappe fondamentali della vita e dei successi cinematografici di Germi. Oltre al materiale di repertorio delle Teche Rai, a spezzoni dei suoi film, ai racconti dei protagonisti del cinema di Germi, nel documentario sono presenti materiali inediti e restaurati per l’occasione. Non è servito l’Oscar vinto per la sceneggiatura di Divorzio all’italiana, lo strepitoso successo di Sedotta e abbandonata e nemmeno la Palma d’Oro per Signore & Signori (oltre a numerosi Nastri d’argento) per tenerlo in vita nella memoria del cinema italiano. Non è servito il suo talento, la sua originalità nel panorama produttivo, nè i suoi affreschi di personaggi folli e allucinati per ricordarne l’immenso valore. Questo documentario porta alla luce tutto ciò, insieme al fascino ed al mistero che circonda un grande maestro come Germi ; un grande artigiano del nostro cinema, pieno di ombre e contraddizioni ; un uomo geniale che ha saputo dipingere e raccontare intensamente il nostro Paese. http://www.close-up.it Alla casa del Cinema si celebra Pietro Germi Mercoledì 4 marzo alle ore 16 verrà presentato alla Casa del Cinema il documentario di Claudio Bondì Pietro Germi - Il Bravo, Il Bello, Il Cattivo, scritto da Manuela Tempesta, descrive in maniera approfondita, per la prima volta, la figura del grande regista, è prodotto da Blue Film e da Ascent Film, con il supporto di La7 e della Regione Lazio. Verrà proiettato un working progress del lavoro, e seguirà una breve conferenza sul grande regista, nell'anniversario della sua scomparsa Infatti quest’anno ricorrono i trentacinque anni dalla scomparsa di Pietro Germi, uno dei registi più importanti del cinema italiano e l'iniziativa si nasce con l’intenzione di riscoprire o meglio di “scoprire” un autore che nessuno fino in fondo. La narrazione è sorretta dalle testimonianze dei più cari collaboratori, amici e familiari del regista e ripercorre tutte le tappe fondamentali della vita e dei successi cinematografici di Germi. Oltre al materiale di repertorio delle Teche Rai, a spezzoni dei suoi film, ai racconti dei protagonisti del cinema di Germi, nel documentario sono presenti materiali inediti e restaurati per l’occasione. Non è servito l’Oscar vinto per la sceneggiatura di Divorzio all’italiana, lo strepitoso successo di Sedotta e abbandonata e nemmeno la Palma d’Oro per Signore & Signori (oltre a numerosi Nastri d’argento) per tenerlo in vita nella memoria del cinema italiano. Non sono servitoi il suo talento, la sua originalità nel panorama produttivo, né i suoi affreschi di personaggi folli e allucinati per ricordarne l’immenso valore. Questo documentario porta alla luce tutto ciò, insieme al fascino ed al mistero che circonda un grande maestro come Germi; un grande artigiano del nostro cinema, pieno di ombre e contraddizioni; un uomo geniale che ha saputo dipingere e raccontare intensamente il nostro Paese. Pietro Germi, un docufilm per ricordare i 35 anni dalla scomparsa 05/03/2009 [ di Daria Ciotti ] Nel 35° anniversario della sua scomparsa, Pietro Germi rivive nelle parole e nei racconti di chi lo ha vissuto, di chi ha lavorato con lui e di chi gli è stato amico. Mercoledì 4 marzo alla Casa del Cinema è stato presentato uno stralcio del documentario “Pietro Germi: il bravo, il bello, il cattivo”, prodotto dalla Blue Film e dalla Ascent Film in collaborazione con La7, e con il contributo dell’Assessorato Cultura, Spettacolo e Sport - Area Cinema, Audiovisivie e Programmi Europei della Regione Lazio. Un docufilm diretto da Claudio Bondì, di cui sono stati presentati solo 22’ (un “rough cut”), e che una volta completato conterrà 85’ circa di interviste ad attori, sceneggiatori, produttori e registi che, ai tempi, hanno lavorato con Germi. Nel “rough cut” si sono susseguite interviste a personaggi come Gianni Morandi, che ha lavorato con Germi in “Le castagne sono buone”, Claudia Cardinale, Virna Lisi, Mario Sesti, Adriano Aprà (presente anche all’incontro/dibattito), Pupi Avati, Lando Buzzanca e altri personaggi del mondo del cinema tanto caro a Germi che con il regista e attore hanno lavorato e nella cui memoria è rimasto indelebile il ricordo. Alessandro Bonifazi, produttore per la Blue Film, ha innanzitutto ringraziato La7, «unico network che ci ha voluto affiancare in questa avventura», e che in autunno manderà in onda il documentario finito. Nel pomeriggio dedicato a Germi sono intervenuti a ricordare aneddoti e momenti speciali della sua vita, privata e lavorativa, lo sceneggiatore Luciano Vincenzoni, che con Germi ha realizzato tre film, tra cui “Il Ferroviere” e “Signore e Signori”, Adriano Aprà, storico del cinema, Stefania Casini, oggi regista, all’epoca protagonista insieme a Morandi di “Le castagne sono buone”. Nel 35° anniversario della scomparsa di Germi, il cui film “Divorzio all’italiana” vinse l’Oscar per la sceneggiatura («Ma non è il suo miglior film, secondo me. "Sedotta e abbandonata è migliore"», ha detto Aprà), tutti i presenti in sala ed anche coloro che hanno fatto la loro comparsa sullo schermo, lo hanno voluto ricordare quale «uomo curiosissimo, maestro dell’inquadratura, regista attento e rispettoso che sapeva instaurare un rapporto quasi "familiare" con i suoi attori». Evento su Pietro Germi giovedì 12 marzo 2009 di Donato Guida Mercoledì 4 marzo si è tenuto, alla Casa del Cinema, un convegno su Pietro Germi, a 35 anni dalla sua scomparsa. Presenti in sala, oltre a critici estimatori del regista genovese, anche “storici” collaboratori e attori : da Luciano Vincenzoni a Stefania Casini, fino a Edoardo Nevola, il piccolo protagonista di due delle migliori opere dell’autore, Il ferroviere (1956) e L’uomo di paglia (1958). La base portante del convegno è stata la presentazione del documentario dal titolo Pietro Germi. Il bravo il bello il cattivo, firmato da Claudio Bondì ; un work in progress di circa una ventina di minuti, estrapolati dai novanta minuti totali di un lavoro non ancora completato. Tra varie interviste e spezzoni di opere indimenticate, è venuto fuori il ritratto di un Germi meno conosciuto (la presentazione di una sua sceneggiatura inedita dal titolo Vita di Gesù, ritrovata da poco, spiega ancor di più come il convegno sia stato pensato al fine di mostrare la parte più sconosciuta del regista), autore di opere che, purtroppo, sono state fortemente oscurate dal successo dei suo film satirici più famosi, quali Divorzio all’italiana (1961), Sedotta e abbandonata (1964) e Signore e signori (1965). La tavola rotonda, successiva alla visione del documentario, ha visto gli interventi di Adriano Aprà, Stefania Casini, Enrico Lucherini, Marco Vanelli e Luciano Vincenzoni. I loro interventi hanno avuto il merito di riesumare l’opera di un regista ‘ignoto’ ad una nuova generazione affascinata più dalle luci hollywoodiane che dall’artigianale lavoro di un autore che ha contribuito a rendere grande in tutto il mondo il nome del cinema italiano. Chi era in realtà Pietro Germi ? Uomo caparbio e di sani principi, autore essenziale e mai spettacolare, fermo e deciso nel momento in cui bisognava dare un messaggio chiaro con l’aiuto di una macchina da presa : in una sola espressione, “il grande falegname”, così come amava definirlo Federico Fellini. Non è poi così semplice delineare il carattere dell’autore genovese, come non è semplice tracciare un resoconto delle sue opere, rischiando sempre di cadere nel banale clichè di “padre della Commedia all’italiana” ; un’osservazione più che giusta, ma che non deve assolutamente rischiare di sminuire il lavoro fatto dal regista prima delle sue opere più famose. Uomo capace di far commuovere gli spettatori con film come Il cammino della speranza (1950), capace di imporre i suoi ideali di giustizia rivisitando la lezione di uno dei suoi grandi maestri – John Ford – ne In nome della legge (1949), capace di bissare la sua grandezza d’autore grazie a interpretazioni memorabili ne Il ferroviere, L’uomo di paglia e Un maledetto imbroglio (1959), quest’ultimo uno dei migliori gialli mai realizzati nella storia del cinema italiano. Ma soprattutto Germi è stato capace di stupire gli spettatori, abbandonando, alla fine degli anni ’50, il suo stile “serio” per apprestarsi a divenire comico, satirico, ma soprattutto grottesco. È proprio questa svolta improvvisa che, paradossalmente, permette al regista di varcare le soglie nazionali ed essere riconosciuto come uno dei migliori autori della scena cinematografica italiana. Il paradossale è riferito al fatto che, mettendo da parte i capolavori precedenti firmati da Germi – i quali ebbero sì successo, ma furono visti molte volte con sufficienza e difficilmente apprezzati, anche all’estero – il successo straniero è arrivato con storie e faccende che sembrerebbero prettamente italiane. È difficile pensare che gli americani possano capire le vicende del barone Cefalù che si affida alla legge italiana per raggiungere lo scopo di uccidere la moglie e sposare la giovane e bellissima cugina ; e sembrerebbe ancor più impossibile credere che i francesi possano comprendere le maldicenze e le ossessioni sessuali dei “cattolicissimi” abitanti della provincia veneta, rinchiusi in un giro di feste borghesi e tradimenti. Invece è proprio questa la grandezza di Germi : riuscire nell’intento di vincere l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale col suo Divorzio all’italiana ed alzare la Palma d’Oro a Cannes sotto gli occhi di una giuria affascinata dalla visione di Signore e signori. Il regista genovese è riuscito nell’intento d’imporre la realtà quotidiana della nostra bella e disgraziata Italia a critici e pubblico ancora legati alle magnifiche visioni dei film neorealisti di Rossellini, De Sica e Visconti. “Ogni mondo è paese”, e se Germi tornava carico di premi sia dagli Stati Uniti che dalla Francia, significa che quel che accade in Italia non era del tutto estraneo ad altre mentalità. Pietro Germi, un uomo all’antica, “col risvolto ai pantaloni” come amava spesso definirsi, ha creato delle opere moderne che, a guardarle dopo più di quarant’anni, non risultano essere invecchiate, ma sono sempre più forti, vere e – purtroppo – rispecchiano ancora un’Italia che sguazza nella sadica furbizia e nel mero provincialismo. Questo è ciò che viene fuori da un convegno egregiamente organizzato, in una sala gremita di persone affascinate dalla figura del regista genovese, nelle cui opere risiede la comicità di un grande genio cinematografico capace, come detto, di perfezionare il grottesco al punto tale da aprire una strada a successive opere di altri autori come Marco Bellocchio, Lina Wertmüller e Marco Ferreri. Ogni grande autore ha un maestro a cui ispirarsi : senza ombra di dubbio il “grande falegname” genovese è stato – e continua ad essere – un faro satiricogrottesco ; illumina l’animo di registi che navigano in un cinema che, purtroppo, non riesce più ad avere un tocco sadico e pungente che Germi, più di tutti, è riuscito a dare con il suo inconfondibile stile, mostrando una quotidianità italiana reale e mai forzata nel suo mero sadomasochismo. A tutto ciò bisognerebbe aggiungere la bellezza di opere che, seppur non hanno avuto la possibilità di varcare il confine della visibilità internazionale, restano gemme del cinema nostrano e insegnamenti di bravura ed essenzialità tecnica : pregio, questo, di non tantissimi registi. Gli interessanti venti minuti del documentario di Bondì hanno avuto il pregio di riesumare vari aspetti del carattere e dell’operato di Pietro Germi ; siamo in fremente attesa del lavoro finito, in grado, magari, di svelare elementi ancor più interessanti e anche di restituire gli elogi che l’autore genovese merita senza alcuna ombra di dubbio. http://www.close-up.it 2009-03-04 Cinema: documentario su Pietro Germi Traccia un ritratto dell'arte di un maestro del cinema italiano (ANSA) - ROMA, 4 MAR - A 35 anni della scomparsa, e' stato realizzato il documentario, 'Pietro Germi: il bravo, il bello, il cattivo' di Claudio Bondi'. Scritto da Manuela Tempesta e prodotto da Blue Film, Ascent Film, in coproduzione con La7 e il contributo della Regione Lazio, da' un ritratto dell'arte di un maestro del cinema italiano, tanto schivo quanto poliedrico. La pellicola, di cui sono stati presentati 22 minuti, in anteprima alla casa del Cinema, potrebbe debuttare in un festival internazionale.