stenotatuaggio - Fondazione Giulietti

Transcript

stenotatuaggio - Fondazione Giulietti
Il record di Barbara
il primo
di ANNA MARIA
TROMBETTI
stenotatuaggio
della storia
S
CIVILTÀ DELLA SCRITTURA
Traduzione dello
stenoscritto: Nell’infinito e nella
mia anima svuotata
di significato… sei
speciale.
N.B. Non è stata effettuata l’unione tra
“infinito” e la preposizione precedente per non rischiare
che il tatuatore incorresse in difficoltà nella rappresentazione di uno
stenogramma più
complesso e anche
per dare a ciascun
elemento della frase
il dovuto risalto.
3
i è più volte avuta occasione di sottolineare il binomio “duttilità/vastità” dei campi applicativi della scrittura stenografica, portata a correlarsi con le esigenze di
fissazione sincronica, sia delle parole altrui, sia dei più diversi contesti soggettivi;
ogni volta in pragmatica, descrittiva aderenza ad uno specifico linguaggio o ad un determinato scopo comunicativo. Ma la sua versatilità è connotata di molti altri aspetti
che scaturiscono dal suo grandioso DNA di arte-scienza, sfuggente ad ogni clonazione: non vi sono script, o altri surrogati scrittòri, ad eguagliarla nella pittorica bellezza
dei suoi sinteticissimi tracciati, in particolare di quelli a cui il corsivo ha conferito
estetica perfezione. Se n’è accorta persino l’arte del tatuaggio, grazie all’input di della ristorazione. Il suo è un primato
una prima, recentissima committenza. vero e proprio, non casuale né originato
Dopo la pergamena, la carta, la lavagna, da una moda in atto: l’idea, infatti, di
e le altre tradizionali superfici atte alla realizzare su se stessa uno stenotatuagriproduzione del segno grafico, ora an- gio (foto qui sotto a sinistra) non le è
che l’epidermide si è fatta supporto della nata per contagio degli ambienti in cui
Stenografia.
operano gli artisti della pigmentazione –
Il primo riscontro effettivo di una ancora completamente all’oscuro della
tendenza ad “incorporare” la simbologia valenza di una calligrafia sintetica, pittodegli stenogrammi (un interesse in tal rica, portatrice di un metalinguismo
senso era comunque già emerso da parte espressivo e affascinante nel suo mix di
di diversi soggetti incuriositi da un siste- velamento/svelamento dei messaggi –
ma di segni criptico ed elitario) ci viene ma dalla sua stessa forma mentis, conda Barbara, trentun anni, romana, una tratta con l’apprendimento scolastico
professione d’imprenditrice nel campo della Stenografia. L’estro degli stenografi proviene dal loro allenamento a far uso
di combinazioni segniche e simboliche,
da una visione mentale prima ancora che
da una tecnica manuale: essi si muovono
su scale di iconicità che, mentre attizzano l’inventiva stimolando il gusto della
metafora e aguzzando l’ingenium, danno
anche esca al vivere sentimentalmente
l’esperienza sensoriale della loro peculiare scrittura.
Barbara ha obbedito ad un “richiamo” che va al di là di una semplice nostalgia del tempo in cui frequentava un
istituto statale di ragioneria della capitale
ed apprendeva la Stenografia in modalità
stenitaliana. La prova è nel fatto che il
suo desiderio di tatuarsi stenografica-
CIVILTÀ DELLA SCRITTURA
mente ha avuto un lungo periodo di gestazione scandito da più fasi: la prima è
consistita in un esame comparato delle
quattro scritture elette a sistemi di Stato
in Italia; la seconda, nella scelta del metodo Gabelsberger-Noe, giudicato di particolare scioltezza ed armoniosità; la terza, nel puntiglioso rastrellamento, dalle
antologie o da altri testi, di stenogrammi
dal forte impatto visivo-iconico. Il tutto,
sostenuto dall’indispensabile guida didattica (dato che il Gabelsberger non
coincideva con il sistema di base appreso) e dalla realizzazione grafica del modello, ma sostanzialmente frutto di autoiniziativa consapevole e mirata. La composizione della frase da far diventare
“carne della propria carne”, è scaturita
proprio da questa complessiva ricerca intesa a dare corrispondenza di caratteri figurativamente eloquenti, esteticamente
suggestivi, ad una somma di sentimenti
sottesi.
La parola “infinito”, in versione gabelsbergeriana, richiama il guizzo di un
fulmine che si staglia nel cielo, quelle di
“mia” e di “anima”, l’ondulato e deciso
movimento di figure che danno l’impressione di procedere da destra a sinistra
quasi a rappresentare la necessità di un
senso alternativo al concetto di unidirezionalità, mentre “significato” ha un poderoso sviluppo “alla San Michele Arcangelo” di un modello iconografico
classico (Figura qui sotto) che stabilisce
un parallelismo tra “f” e posizione della
gamba che schiaccia il demonio, mentre
4
Il San Michele
“mancino”
rappresenta una
versione rarissima
del San Michele
Arcangelo dipinto
da Guido Reni,
certamente prima
del 1636. Tecnica
ad olio su seta
(293×202 cm),
custodito nella
chiesa dei
Cappuccini
(Chiesa di Santa
Maria della
Concezione)
a Roma.
fa corrispondere la divaricazione “f” / “t”
a quella che, nel quadro, divide l’asta della spada dal braccio che la impugna scendendo e risalendo verso la seconda ala.
Fantasia da cavallo? Surrealistiche visioni? O sfondamento prospettico di piani
suggerito dalla capacità di seduzione visiva di questa armoniosissima scrittura?
In quanto allo stenogramma di “speciale”, beh, non è il caso di cercargli un’ideale associazione con un’immagine definita: Barbara l’ha trovato talmente bello
da volergli assegnare una collocazione di
enfatico rilievo nella parte finale.
L
a prova del “vestito” tattoo 1 si è ripetuta per un certo numero di volte prima di essere presentata in versione definitiva al tecnico ed ai suoi magici aghi.
Poi l’ operazione di “cucitura” tra un’originale stoffa grafica e il fisico tessuto
della pelle. Già, la pelle, la più avanzata,
corporea frontiera su cui trovano inevitabile affaccio le verità provenienti dal
profondo di ogni esistenziale trincea; la
prima spia di ciò che siamo, di ciò che
diventeremo. La pelle che parla, che respira, che comunica… per alcune culture
antiche (la greca e la romana, quest’ultima soprattutto per influsso del cristianesimo), intoccabile, non alterabile, da rispettare nella sua nuda e pulita perfezione, per altre (le balcaniche, le nordiche,
le mediorientali), una superficie da caricare di ornamenti o di messaggi, una
modalità divulgativa di temi eterogenei,
quasi mai verbale, dal marchio eloquente. Ancora più lontane e diffuse, addirittura preistoriche, le tecniche che sono
state elaborate per dipingervi o incidervi
riproduzioni di figure del mondo animale, simboli tribali, caratteri legati a qualche status symbol, segni e segnali di potere. Dalla comparsa dell’uomo di CroMagnon, ma forse anche precedentemente, durante tutto il Neanderthal, sul
velo epidermico dell’umanità si è depositata un’infinita gamma di resoconti storici personali di cui qualche mummia ci
Tra le ipotesi filologiche più importanti, circa il
significato della parola “tatuaggio”, si accredita
quella che la fa discendere dal termine polinesiano (meglio ancora tahitiano) «tatau» - dal significato “scrivere sul corpo”. Il termine, importato da
Cook, è stato poi tradotto in inglese con “tattoo” e
come tale esportato in tutto il mondo.
1
ha recato testimonianza. Un dato ancestrale che stupisce, come non può non
stupire la sua risorgenza ai nostri giorni,
in continuità con un millenario, diacronico successo.
L’elemento di novità che qui si vuole
semiologicamente sottolineare riguarda
l’introduzione del codice stenografico
nel fenomeno riemergente del tatuaggio
ai nostri giorni. Alcune intraviste, tutt’altro che irrealistiche linee di sviluppo, ne
lasciano presupporre un allargamento in
quelle fasce giovanili già fuori dall’adolescenza, più esigenti nella ricerca di
modelli e di canoni non scontati. Per il
momento, la scelta di Barbara resta un
primato: anche di stile. Non tanto per il
fatto di non essere stata determinata da
un gusto di originalità fine a se stessa o
da una stravagante voglia di stupire,
quanto per l’intento, evidente anche ove
non fosse stato dalla stessa esplicitamen-
te dichiarato, di ricondurre a sintesi una
serie di significati dal valore esistenziale
profondo e connaturato. Incidere sull’epidermide concetti come il trasferimento
“nell’infinito” di una presenza amata,
“speciale”, che ha lasciato “l’anima
svuotata di significato”, non ha bisogno
di commenti; semmai ci sarà da continuare a riflettere sulla decisione di ricorrere ad uno tra i più artistici codici stenografici per velare di una sfumatura di riserbo una struggente dichiarazione e
conferirle, con la sobria eleganza della
scrittura, dignità più alta e più palese.
Al suo tatuaggio gabelsbergeriano è
stato affidato di significare e riecheggiare sommessamente, pudicamente, esemplarmente, voci di un vissuto mai sopito,
custodito per sempre nella polveriera del
cuore.
!
O
P
RINNOVA ORA IN TEM
C
N
A
L’ISCRIZIONE
SEI
2011
CIVILTÀ DELLA SCRITTURA
SOLTANTO GLI ASSOCIATI AGLI
AMICI DELLA FONDAZIONE GIULIETTI
POTRANNO RICEVERE LA RIVISTA
5
La quota di iscrizione è fissata in euro 20,00
euro 50,00 «sostenitori», euro 100,00 «fedelissimi»
da versarsi sul C/C postale n. 70343140
oppure con versamento bancario
codice IBAN IT 57 X 01005 02802 000000007746
intestato alla «Fondazione Giulietti» Via dei Cairoli 16/C - 50131 Firenze