Le insidie dei Grafici a Torta

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Le insidie dei Grafici a Torta
Le insidie dei
Grafici a Torta
“Perché i Pie Charts sono spesso
ambigui? Quali informazioni
visualizzare e come agevolare la
lettura per l’utente finale”
Leggere un dato sbagliato o interpretarlo in
modo errato ha lo stesso effetto, con l’unica
differenza che la responsabilità va ricercata a
livelli diversi.
I grafici a torta si sono guadagnati una cattiva
reputazione nella presentazione dei dati in
quanto sono spesso utilizzati in modo
inappropriato.
Di seguito sono illustrati alcuni esempi di “bad
data visualization” che dimostrano questa tesi
e sono specificate alcune accortezze per
fornire all’utente finale un’informazione più
chiara ed esaustiva attraverso questa tipologia
di grafico.
a) Torte tridimensionali
Nel grafico rappresentato in fig. 1 l’abuso del
3D inganna l’osservatore. In primo luogo non è
possibile distinguere quale tra i clienti G e H sia
il più rilevante per un’ipotetica azienda in
termini di fatturato (un’etichetta contenente
le percentuali di ogni fetta avrebbe aiutato tale
distinzione). In secondo luogo, poiché il
formato 3D distorce le aree, il fatturato dei
clienti A e D appare analogo quando in realtà
quello del cliente A è superiore di quasi 1000€.
In fig. 2 è possibile osservare come un semplice
grafico 2D a barre orizzontali, ordinato in senso
Come nelle grandi aziende, anche nelle PMI è
sempre più diffuso sfruttare gli strumenti di
Business Intelligence e di Data Visualization per
leggere, analizzare ed interpretare al meglio i
propri dati.
Tra le varie tipologie di grafici esistenti, quelli a
torta sono sicuramente tra i più comuni e di più
semplice lettura. E’ facile però, soprattutto per un
utente poco specializzato, incappare in qualche
piccolo errore che potrebbe inficiare la corretta
percezione delle informazioni che si vogliono
trasmettere: vediamo quali sono gli errori
principali e come si possono evitare.
decrescente rispetto al fatturato e con l’asse
inferiore scalato in euro sciolga ogni dubbio.
Fig. 1 - Fatturato per Cliente (bad)
A
B
C
D
E
F
G
H
I
Fig. 2 - Fatturato per Cliente
A
C
B
F
H
0
2000
4000
6000
Fatturato (€)
b) Torte “multifetta”
Il grafico in fig. 3 rappresenta la suddivisione
della popolazione americana tra i vari stati.
Non è in 3D e ogni fetta è contrassegnata dalla
sua etichetta, contenente il nome dello stato e
il numero di abitanti, ma le fette sono molto
piccole e di 50 colori più o meno differenti:
ovviamente il risultato finale è illeggibile.
Fig. 4 - Variazione vendite ult. 4 anni
Fig. 3 - Abitanti per Stato (USA)
In conclusione, per realizzare un grafico a torta
efficace occorre ricordare di:

c) Torte nel tempo
L’ultimo esempio mostrato in fig. 4 utilizza una
sequenza di torte per evidenziare la variazione
nel tempo del volume di vendita delle tre
categorie di prodotto principali di un’azienda.
Uno dei migliori esperti di dataviz Edward
Tufte, in merito ai problemi legati ai pie charts,
afferma: «L’unica cosa peggiore di un grafico a
torta è molti di essi». Questo è dovuto al fatto
che l’occhio umano fa fatica a confrontare
delle aree, rispetto ad esempio a delle
lunghezze.
Qualsiasi grafico deve poter essere
interpretato e capito immediatamente da
qualsiasi utente, se quest’ultimo non riesce a
comprenderlo allora significa che tale
visualizzazione ha fallito il suo obbiettivo
fondamentale di trasmettere in modo diretto
ed essenziale un’informazione.
Way Srl è una società
che si occupa di Business
Intelligence, Controllo di
Gestione, Data Integration
e
Machine
Learning
specializzata in progetti per le PMI. Il nostro approccio consente alle
organizzazioni di controllare e migliorare le proprie performances
sfruttando il patrimonio informativo di cui già dispone “in casa”.




Non superare mai le 3 o 4 fette, 2
sarebbe l’ideale, per non perdere la
significatività dell’effetto visivo (capire
il dato “a colpo d’occhio”);
Utilizzare colori contrastanti in modo
che la distinzione tra le fette sia netta;
Evitare il 3D per non distorcere la
grandezza delle fette;
Aggiungere delle etichette con i valori
associati alle fette (assoluti o %) per
favorire l’utente nella comprensione
del dato e per dare in modo semplice
un maggiore livello di dettaglio;
Non scegliere questo tipo di
visualizzazione per rappresentare dei
dati che variano nel tempo perché è
molto difficile confrontare delle aree
tra un grafico e l’altro.
Carolina Elefanti
[email protected]
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www.waybi.it