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COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © PROGETTISTI: ARCH. PAOLO LUCCHIARI VIALE ITALIA 1 - 27039 SANNAZZARO (PV) E-MAIL: [email protected] TEL FAX 0382901049 - P.IVA 01790090185 gruppo argo architettura urbanistica design studio architetti associati marco colla Gabriele ferrari Roberto pellino Gian luca perinotto Vicolo cilea 11 27029 vigevano pv tel - fax 0381 903221 p.iva 02003500184 e.mail [email protected] sito web: www.gruppoargo.it PAGINA 1 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © INDICE 1. IL PGT NEL NUOVO QUADRO NORMATIVO DELLA REGIONE LOMBARDIA ........... 4 2. IL QUADRO RICOGNITIVO E PROGRAMMATORIO DI RIFERIMENTO ..................... 6 2.1. L’INDAGINE SUL SISTEMA SOCIO-ECONOMICO LOCALE...................................... 7 TABELLA 1. COMUNI BASSA LOMELLINA - DATI TERRITORIALI 2001 ........................................ 13 TABELLA 2. COMUNI BASSA LOMELLINA – POPOLAZIONE RESIDENTE 1901-1951 ................ 14 TABELLA 3. COMUNI BASSA LOMELLINA – POPOLAZIONE RESIDENTE 1951-2001 ................ 15 TABELLA 4. COMUNI BASSA LOMELLINA – VARIAZIONE % POPOLAZIONE 1901-2001 ............ 16 TABELLA 5. COMUNI BASSA LOMELLINA – POPOLAZIONE RESIDENTE 2002-2007 ................ 17 TABELLA 6. COMUNI BASSA LOMELLINA – VARIAZIONE % POPOLAZIONE 2002-2007 ............ 18 TABELLA 7. COMUNI BASSA LOMELLINA – POPOLAZIONE STRANIERA 2002-2007................. 19 TABELLA 8. COMUNI BASSA LOMELLINA – BILANCIO DEMOGRAFICO 2002-2007 .................. 20 TABELLA 9. COMUNI BASSA LOMELLINA – DISTRIBUZIONE POPOLAZIONE RESIDENTE 1951 21 TABELLA 10. COMUNI BASSA LOMELLINA – DISTRIBUZIONE POPOLAZIONE RESIDENTE 2001 22 TABELLA 11. COMUNI BASSA LOMELLINA – POPOLAZIONE PER CLASSI ETA’ 1951 .................. 23 TABELLA 12. COMUNI BASSA LOMELLINA – POPOLAZIONE % PER CLASSI ETA’ 1951 .............. 24 TABELLA 13. COMUNI BASSA LOMELLINA – POPOLAZIONE PER CLASSI ETA’ 2001 .................. 25 TABELLA 14. COMUNI BASSA LOMELLINA – POPOLAZIONE % PER CLASSI ETA’ 2001 .............. 26 TABELLA 15. COMUNI BASSA LOMELLINA – DATI GENERALI SULLE ABITAZIONI 2001.............. 27 TABELLA 16. COMUNI BASSA LOMELLINA – SPOSTAMENTI LAVORO STUDIO 2001 .................. 28 TABELLA 17. COMUNI BASSA LOMELLINA – DATI SUL PARCO VEICOLARE CIRCOLANTE 2006 . 29 TABELLA 18. COMUNI BASSA LOMELLINA – DATI GENERALI SERVIZI PUBBLICI 2007 .............. 30 TABELLA 19. COMUNI BASSA LOMELLINA – OCCUPATI PER ATTIVITA’ ECONOMICA 1951......... 36 TABELLA 20. COMUNI BASSA LOMELLINA – OCCUPATI PER ATTIVITA’ ECONOMICA 2001......... 37 TABELLA 21. COMUNI BASSA LOMELLINA – VARIAZIONE % OCCUPATI E ADULTI 1951-2001 ... 38 TABELLA 22. COMUNI BASSA LOMELLINA – UNITA’ IMPRESE LOCALI 2001 .............................. 39 TABELLA 23. COMUNI BASSA LOMELLINA – ADDETTI IMPRESE LOCALI 2001 ........................... 40 TABELLA 24. COMUNI BASSA LOMELLINA – UNITA’ E ADDETTI IMPRESE IN % 2001 ................ 41 TABELLA 25. COMUNI BASSA LOMELLINA – CONSISTENZA ESERCIZI RICETTIVI 2006.............. 42 TABELLA 26. COMUNI BASSA LOMELLINA – IMPRESE ATTIVE E ISCRITTE 2007........................ 43 TABELLA 27. COMUNI BASSA LOMELLINA – AZIENDE AGRICOLE PERIODO 1990-2000............ 44 TABELLA 28. COMUNI BASSA LOMELLINA – CAPI BESTIAME PERIODO 1990-2000 .................. 45 TABELLA 29. COMUNI BASSA LOMELLINA – SUPERFICIE AGRARIA IN ETTARI 1990.................. 46 TABELLA 30. COMUNI BASSA LOMELLINA – SUPERFICIE AGRARIA % 1990 ............................... 47 TABELLA 31. COMUNI BASSA LOMELLINA – SUPERFICIE AGRARIA IN ETTARI 2000.................. 48 TABELLA 32. COMUNI BASSA LOMELLINA – SUPERFICIE AGRARIA % 2000 ............................... 49 TABELLA 33. COMUNI BASSA LOMELLINA – VARIAZIONE SUP. AGRARIA 1990-2000................ 50 2.2. GLI ATTI DI PROGRAMMAZIONE SOVRACOMUNALE...........................................51 2.3. I VINCOLI AMMINISTRATIVI SOVRAORDINATI .....................................................86 PAGINA 2 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © 2.4. LA RACCOLTA DI ISTANZE E PROPOSTE ...........................................................126 TABELLA 34. COMUNE DI FERRERA – ISTANZE PRESENTATE 2008-2009 ...............................130 3. IL QUADRO CONOSCITIVO E ORIENTATIVO DEL TERRITORIO COMUNALE.......132 3.1. IL SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITA’..............................134 TABELLA 35. MATRICE PROVINCIA/PROVINCIA DEGLI SPOSTAMENTI LOMBARDI....................135 TABELLA 36. ELENCO DELLE LINEE FERROVIARIE IN LOMELLINA ............................................137 TABELLA 37. ELENCO DELLE STRADE STATALI TRASFERITE ALLA PROVINCIA IN LOMELLINA .139 TABELLA 38. NUMERO DI CORSE DA FERRERA VERSO PAVIA E ALESSANDRIA ........................143 TABELLA 39. RETE PRIMARIA E SECONDARIA IN COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE.............145 TABELLA 40. COMUNE FERRERA - ELENCO E CARATTERISTICHE DELLE STRADE VICINALI .....148 3.2. IL SISTEMA DEL TERRITORIO URBANO STORICO E ATTUALE ..........................151 TABELLA 41. COMUNE FERRERA –AREE DI TRSFORMAZIONE DI PGT 2008 VIGENTE .............164 3.3. IL SISTEMA DEL TERRITORIO AGRICOLO E NATURALISTICO ...........................167 TABELLA 42. PROVINCIA DI PAVIA – AZIENDE E SUPERFICIE AGRARIA IN HA ...........................170 TABELLA 43. PROVINCIA DI PAVIA – SUPERFICIE AGRARIA UTILIZZATA E NON IN HA...............171 TABELLA 44. PROVINCIA DI PAVIA – SUPERFICIE AGRARIA IN HA PER TIPO DI UTILIZZO .........171 TABELLA 45. REGIONE LOMBARDIA – SUPERFICIE AGRARIA IN HA PER TIPO DI UTILIZZO ......171 TABELLA 46. PROVINCIA DI PAVIA – SUPERFICIE AGRARIA IN HA DIVISA PER COLTIVAZIONI ..173 TABELLA 47. REGIONE LOMBARDIA – SUPERFICIE AGR. IN HA DIVISA PER COLTIVAZIONI......173 TABELLA 48. PROVINCIA DI PAVIA - SUPERFICI AGRARIE COLTIVATE IN HA PER TIPO ..............174 TABELLA 49. COMUNE DI FERRERA – SUPERFICIE AGRARIA TOTALE E UTILIZZATA IN HA .......178 TABELLA 50. COMUNE FERRERA ERBOGNONE – CAVE ESISTENTI 2007 .................................185 ELENCO FIGURE FUORI TESTO FIGURA 1 AMBITO TERRITORIALE BASSA LOMELLINA - INQUADRAMENTO COMUNE IN OGGETTO FIGURA 2 AMBITO TERRITORIALE BASSA LOMELLINA - POPOLAZIONE ASSOLUTA 1901 FIGURA 3 AMBITO TERRITORIALE BASSA LOMELLINA - POPOLAZIONE ASSOLUTA 1951 FIGURA 4 AMBITO TERRITORIALE BASSA LOMELLINA - POPOLAZIONE ASSOLUTA 2001 FIGURA 5 AMBITO TERRITORIALE BASSA LOMELLINA - VARIAZIONE POPOLAZIONE 1901-1951 FIGURA 6 AMBITO TERRITORIALE BASSA LOMELLINA - VARIAZIONE POPOLAZIONE 1951-2001 FIGURA 7 AMBITO TERRITORIALE BASSA LOMELLINA - VARIAZIONE POPOLAZIONE 2002-2007 FIGURA 8 AMBITO TERRITORIALE BASSA LOMELLINA - COMUNI ATTRATTORI GENERATORI 2001 FIGURA 9 AMBITO TERRITORIALE BASSA LOMELLINA - SINTESI SERVIZI PUBBLICI 2007 PAGINA 3 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © 2.4. LA RACCOLTA DI ISTANZE E PROPOSTE Proprio sulla base di quanto indicato dall’articolo 8, comma 1 della Legge Regionale n. 12 del 2005, il Documento di Piano completa il quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del Comune sulla base delle proposte dei cittadini singoli o associati. In particolare anche le citate “Modalità per la pianificazione comunale”, emanate dalla Regione Lombardia alla fine del 2005, che, peraltro come già detto forniscono alcune tracce generali, con valore espressamente indicativo, suggeriscono di considerare per l’elaborazione del quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento anche la raccolta di istanze e proposte provenienti dai cittadini, singoli od in forma associata. Tali istanze e proposte sono recepite dal Comune di Ferrera Erbognone con la procedura individuata dall’Articolo 13 (Approvazione degli atti costituenti il piano di governo del territorio), comma 2, della medesima Legge Regionale n. 12 del 2005. Qui si specifica che, prima del conferimento dell’incarico di redazione degli atti di Piano di Governo del Territorio, il Comune pubblica avviso di avvio del procedimento su almeno un quotidiano o periodico a diffusione locale e sui normali canali di comunicazione con la cittadinanza, stabilendo il termine entro il quale chiunque abbia interesse, anche per la tutela degli interessi diffusi, può presentare suggerimenti e proposte.222 Peraltro queste sono funzionali alla predisposizione del quadro ricognitivo, previsto dalla stessa Legge, la quale però non obbliga a dare per ogni suggerimento o proposta delle risposte circostanziate, come invece è generalmente previsto per le osservazioni conseguenti l’adozione dello strumento urbanistico comunale. Quindi l’analisi delle stesse viene qui svolta per categorie ed è finalizzata esclusivamente al completamento del quadro ricognitivo di riferimento, ovvero alla valutazione della domanda in atto e delle possibili alternative offerte da parte di Enti, Associazioni e Privati. Quale richiamo iniziale a quest’analisi, si evidenzia che in Comune di Ferrera Erbognone, precedentemente all’avvio del procedimento di elaborazione del nuovo Piano di Governo del Territorio ai sensi della Legge Regionale n. 12 del 2005 e s.m.i., risulta in vigore il primo Piano di Governo del Territorio, adottato con Delibera del Consiglio Comunale n.21 del 2007, approvato definitivamente con Delibera del 222 Cfr. Legge Regionale n. 12 del 11 marzo 2005 (Legge per il governo del territorio), citata. Articolo 13 (Approvazione degli atti costituenti il piano di governo del territorio) 1. Gli atti di PGT sono adottati ed approvati dal consiglio comunale. In fase di prima approvazione del PGT i comuni con popolazione superiore a 2.000 abitanti approvano il documento di piano, il piano dei servizi ed il piano delle regole mediante un unico procedimento. 2. Prima del conferimento dell’incarico di redazione degli atti del PGT, il comune pubblica avviso di avvio del procedimento su almeno un quotidiano o periodico a diffusione locale e sui normali canali di comunicazione con la cittadinanza, stabilendo il termine entro il quale chiunque abbia interesse, anche per la tutela degli interessi diffusi, può presentare suggerimenti e proposte. Il comune può, altresì, determinare altre forme di pubblicità e partecipazione. 3. Prima dell’adozione degli atti di PGT il comune, tramite consultazioni, acquisisce entro trenta giorni il parere delle parti sociali ed economiche. PAGINA 126 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Consiglio Comunale n.6 del 2008, ed entrato in vigore a seguito della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia BURL n.18 del 30 aprile 2008, Serie Inserzioni e Concorsi. In secondo luogo si elencano i passaggi procedurali effettuati nella fase iniziale dell’iter elaborativo del Piano di Governo del Territorio di Ferrera Erbognone, che sono costituiti dai seguenti atti di Avvio del procedimento: - con Delibera della Giunta Comunale n.158 del 2008 si dà l’Avvio del procedimento ai sensi dell’articolo 13, comma 2 della Legge Regionale n.12 del 2005 e s.m.i.; - con Delibera della Giunta Comunale n.160 del 2008 si dà l’Avvio del procedimento di VAS ai sensi dell’articolo 13, comma 2 della Legge Regionale n.12 del 2005 e s.m.i. A partire dalla data di avvio del procedimento finalizzata alla revisione del Piano di Governo del Territorio di Ferrera Erbognone, ai sensi della Legge Regionale n.12 del 2005 e s.m.i., sono pervenute al Comune un numero pari a dodici (12) istanze, e più precisamente le seguenti: 1. istanza pervenuta in data 15 dicembre 2008, da parte di società privata (Nova Mais srl), interessante un’area individuata catastalmente al Foglio 20, Mappale 49, con una superficie complessiva di circa 11.000 metri quadrati, per la quale si chiede la modifica da “area agricola” ad “area del tessuto urbano consolidato a prevalente destinazione produttiva”; 2. istanza pervenuta in data 18 dicembre 2008 (protocollo comunale numero 5152), da parte di società privata (Cerminati srl), interessante un’area individuata catastalmente al Foglio 5, Mappali 42 e 52, con una superficie di circa 4.500 metri quadrati, per la quale si chiede la modifica da “area del tessuto urbano a prevalente destinazione residenziale” ad area del tessuto urbano consolidato a prevalente destinazione produttiva”, ivi esistendo già oggi un’area con tale destinazione e con una attività esistente (area indicata con la lettera “A”), e un’ulteriore area individuata catastalmente al Foglio 5, Mappale 43, con una superficie di circa 5.500 metri quadrati, per la quale si chiede la modifica da “area agricola” ad “area del tessuto urbano consolidato a prevalente destinazione produttiva” in funzione dell’ampliamento della citata attività esistente (area indicata con la lettera “B”); 3. istanza pervenuta in data 19 dicembre 2008 (protocollo comunale numero 5165), da parte di società privata (Allevi srl), interessante un’area individuata catastalmente al Foglio 19, Mappale 91, con una superficie complessiva di circa 50.000 metri quadrati, per la quale si chiede la modifica da “area agricola” ad “area del tessuto urbano consolidato a prevalente destinazione produttiva” in funzione dell’ampliamento dell’attività esistente che si occupa di trattamento e riutilizzo di biomasse per l’agricoltura; PAGINA 127 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © 4. istanza pervenuta in data 19 dicembre 2008 (protocollo comunale numero 5166), da parte soggetto privato, interessante un’area individuata catastalmente al Foglio 8, Mappai 108 e 161, con una superficie complessiva di circa 1.000 metri quadrati, per la quale si chiede la modifica da “area di salvaguardia ambientale” ad “area del tessuto urbano consolidato a prevalente destinazione residenziale” in funzione della necessità di realizzare accessori per le abitazioni già esistenti nell’area limitrofa; 5. istanza pervenuta in data 19 dicembre 2008 (protocollo comunale numero 5167), da parte di soggetto privato, interessante un’area individuata catastalmente al Foglio 8, Mappale 14, con una superficie complessiva di circa 1.500 metri quadrati, per la quale si chiede la modifica da “area di salvaguardia ambientale” ad “area del tessuto urbano consolidato a prevalente destinazione residenziale” in funzione della necessità di realizzare accessori per le abitazioni già esistenti nell’area limitrofa; 6. istanza pervenuta in data 19 dicembre 2008 (protocollo comunale numero 5168), da parte di soggetti privati, interessante un’area individuata catastalmente al Foglio 20, Mappali 4 e 5, con una superficie complessiva di circa 36.000 metri quadrati, per la quale si chiede la modifica da “area agricola” ad “area del tessuto urbano consolidato a prevalente destinazione produttiva” in funzione della necessità di realizzare un insediamento di tipo commerciale ricettivo e produttivo lungo la strada provinciale che congiunge i nuclei di Sannazzaro e di Pieve del Cairo; per tale istanza è necessario notare che essa ricade entro un sito di interesse archeologico individuato dal vigente Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Pavia del 2003 ed è pertanto area vincolata, ai sensi dell’articolo 32, commi 53, 54 e 55, ai soli usi agricoli, previa autorizzazione della competente Soprintendenza archeologica per scavi con profondità superiore a mezzo metro, oppure ad attività di studio, ricerca e scavo inerenti i beni archeologici;223 7. istanza pervenuta in data 12 marzo 2009 (protocollo comunale numero 1082), da parte di soggetti privati (Tenuta Agricole Ponente), interessante un’area individuata catastalmente al Foglio 7, Mappali 74, 117 e 119, con una superficie complessiva di circa 10.000 metri quadrati, per la quale si chiede la modifica del perimetro (in riduzione rispetto a quello del PGT vigente), confermando la 223 Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Pavia (Deliberazione di Consiglio Provinciale n. 53/33382 del 7 novembre 2003), Norme Tecniche di Attuazione (NTA): Articolo 32 (Indirizzi specifici per la tutela degli elementi costitutivi del paesaggio) Siti di interesse archeologico: Comma 53. Rientrano in questa categoria le aree interessate da notevole presenza di materiali, già rinvenuti ovvero non ancora toccati da regolari campagne di scavo, ma motivatamente ritenuti presenti, le quali si possono configurare come luoghi di importante documentazione storica. Il fine che ci si propone è la valorizzazione dei singoli beni archeologici e del relativo sistema di relazione, nonché di altri valori eventualmente presenti. Comma 54. Nelle aree così individuate in sede di pianificazione locale, fino all'entrata in vigore di specifici piani di settore le attività vanno limitate a quelle di studio, ricerca, scavo, restauro, inerenti i beni archeologici, nonché agli interventi di trasformazione connessi a tali attività, ad opera degli enti e degli istituti scientifici autorizzati. Comma 55. In assenza di questi piani si deve consentire solo l'ordinaria utilizzazione agricola del suolo, secondo gli ordinamenti colturali in atto all'entrata in vigore della presente proposta e fermo restando che ogni scavo o aratura dei terreni a profondità superiore a 50 cm. deve essere autorizzato dalla competente soprintendenza archeologica. PAGINA 128 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © destinazione di tipo residenziale, al fine della fattibilità degli interventi nella stessa area sopra identificata; 8. istanza pervenuta in data 12 marzo 2009 (protocollo comunale numero 1082 bis), da parte di soggetti privati (Tenuta Agricole Ponente), interessante un’area individuata catastalmente al Foglio 7, Mappali 104, 104, 105 e 106, con una superficie complessiva di circa 54.000 metri quadrati, per la quale si chiede la modifica del perimetro (mantenendo la stessa superficie individuata dal PGT vigente), confermando la destinazione di tipo produttivo, al fine della fattibilità economica delle destinazioni d’uso e degli interventi nella stessa area sopra identificata; 9. istanza pervenuta in data 12 marzo 2009 (protocollo comunale numero 1083), da parte di società privata (Euricom), interessante un’area individuata catastalmente al Foglio 17, Mappali 14, 40, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 47 e 48, con una superficie complessiva di circa 130.000 metri quadrati, per la quale si chiede la modifica da “area di salvaguardia ambientale” ad area con destinazione produttiva soggetta a piano urbanistico attuativo; 10. istanza pervenuta in data 2 aprile 2009 (protocollo comunale numero 1426), da parte della società ENI spa (Divisione Refining and Marketing), interessante un’area individuata catastalmente al Foglio 17, Mappali 17, 18, 19 e 51, e al Foglio 18, Mappale 25 (parte), con una superficie complessiva di circa 170.000 metri quadrati, per la quale si chiede la modifica da “area di salvaguardia ambientale” ad area con destinazione produttiva, finalizzata alla realizzazione di un impianto denominato “EST Eni Slurry Technology”, occupando l’area oggetto di richiesta parzialmente con strutture permanenti e parzialmente con strutture temporanee; 11. istanza pervenuta in data 16 aprile 2009 (protocollo comunale numero 1623), da parte della società ENI spa (Divisione Refining and Marketing), interessante un’area individuata catastalmente al Foglio 7, Mappali 127 (parte), 128 (parte) e 129, con una superficie complessiva di circa 17.000 metri quadrati, per la quale si chiede la modifica da “area di salvaguardia ambientale” ad area con destinazione produttiva, al fine della realizzazione di un’ampia superficie a parcheggio di servizio connessa ad un nuovo accesso a Nord-Ovest dell’area ENI dedicato al personale delle imprese addette alla manutenzione in corrispondenza dell’esistente uscita di sicurezza dell’area stessa (area identificata con la lettera “A”); e inoltre un’ulteriore area individuata catastalmente al Foglio 17, Mappali 23, 25 (parte), 32 (parte) 34 (parte), 61 e 63, con una superficie complessiva di circa 80.000 metri quadrati, per la quale si chiede la modifica da “area di salvaguardia ambientale” ad area di espansione con destinazione produttiva, al fine della realizzazione di un nuovo Centro Elaborazione Dati connesso alla Raffineria di Sannazzaro de’ Burgondi (area identificata con la lettera “B”); 12. istanza pervenuta in data 21 aprile 2009 (protocollo comunale numero 1679), da parte della società ENI spa (Divisione Refining and Marketing), interessante un’area individuata catastalmente al Foglio 16, Mappali 2 (parte) e 3 (parte), con una superficie complessiva di circa 19.000 metri quadrati, per la quale si chiede PAGINA 129 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © la modifica da “area di salvaguardia ambientale” ad “area di trasformazione produttiva”, al fine dell’ampliamento dell’ambito di trasformazione già individuato con il numero 9 dal Piano di Governo del Territorio PGT in corso di vigenza, riducendo quindi la fascia destinata a mitigazione ambientale a una profondità di circa 50 metri. Tali istanze, presentate tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, a seguito dell’avvio del procedimento del nuovo Piano di Governo del Territorio, sopra descritte una per una, sono per comodità sintetizzate nella seguente tabella riassuntiva. TABELLA 34. COMUNE DI FERRERA – ISTANZE PRESENTATE 2008-2009 ANNO DATA PROT. CATASTALE AREA 1 2008 15 DIC. - FOGLIO 20 M.49 11.000 AGRICOLO PRODUTTIVO CONS. 2A 2008 18 DIC. 5152A FOGLIO 5 M.42, M.52 4.500 RESIDENZ. CONS. PRODUTTIVO CONS. 2B 2008 18 DIC. 5152B FOGLIO 5 M.43 5.500 AGRICOLO PRODUTTIVO CONS. 3 2008 19 DIC. 5165 FOGLIO 19 M.91 50.000 AGRICOLO PRODUTTIVO CONS. 4 2008 19 DIC. 5166 FOGLIO 8 M.108, M.161 1.000 SALVAGUARDIA AMB. RESIDENZ. CONS. 5 2008 19 DIC. 5167 FOGLIO 8 M.14 1.500 SALVAGUARDIA AMB. RESIDENZ. CONS. 6 2008 19 DIC. 5168 FOGLIO 20 M.4-5 36.000 7 2009 12 MAR. 1082 FOGLIO 2 M.74, M.117-9 10.000 8 2009 12 MAR. 1082 B FOGLIO 2 M.103-4-5-6 54.000 PRODUTTIVO CONS. PRODUTTIVO CONS. 9 2009 12 MAR. FOGLIO 17 M.40/48,14 130.000 SALVAGUARDIA AMB. PRODUTTIVO CONS. FOGLIO 17-8 1426 M.17-8-9,51,25 170.000 SALVAGUARDIA AMB. PRODUTTIVO CONS. 1083 CLASS. PGT VIGENTE CLASS. PROP. PGT AGRICOLO PRODUTTIVO CONS. RESIDENZ. CONS. RESIDENZ. CONS. 10 2009 2 APR. 11A 2009 16 APR. 1623A FOGLIO 7 M.127-8-9 17.000 SALVAGUARDIA AMB. PRODUTTIVO CONS. 11B 2009 16 APR. 1623B FOGLIO 17 M. 23-5,32-4,61-3 80.000 SALVAGUARDIA AMB. PRODUTTIVO CONS. 12 2009 21 APR. 1679 FOGLIO 16 M.2-3 19.000 SALVAGUARDIA AMB. PRODUTTIVO CONS. 68.500 DA RES. PROD. CONS. A RES. PROD. CONS. 518.500 2.500 DA AGRICOLA PRODUTTIVO CONS. DA AGRICOLA RESIDENZ. CONS. (FONTE: COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE, PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VIGENTE E ISTANZE PRESENTATE A SEGUITO DELL’AVVIO DEL PROCEDIMENTO AI SENSI DELLA LR12/05 PER IL NUOVO PGT) PAGINA 130 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © E’ possibile raggruppare le istanze presentate e sopra analizzate in dettaglio, essenzialmente in tre categorie, come segue: A. il primo gruppo comprende alcune richieste di rettifica e sistemazione dei perimetri che identificano aree del tessuto urbano consolidato a prevalente destinazione produttiva oppure residenziale, per complessivi circa sette ettari (7ha) di territorio, rispetto ai quali si chiede la conferma della classificazione come tessuto urbano consolidato (richieste numero 2A, 7 e 8 della precedente tabella riassuntiva); la localizzazione delle stesse è lungo la Strada Provinciale SP193 da Sannazzaro a Mede, in particolare ad Ovest del centro abitato di Ferrera Erbognone; B. il secondo gruppo comprende la maggiore parte delle istanze, sia in termini numerici sia in termini quantitativi, e raggruppa sei richieste di modifica di cospicue superfici, per complessivi circa cinquantadue ettari (52ha) di territorio, da area agricola oppure da area di salvaguardia ambientale, ovvero genericamente da aree rurali libere e non ancora interessate dal processo urbanizzativi, ad “area del tessuto urbano consolidato a prevalente destinazione produttiva” (richieste numero 1, 2B, 3, 6, 9, 10, 11A, 11B e 12 della precedente tabella riassuntiva); la quasi totalità di queste istanze si trova subito a Sud e ad Ovest dell’area del petrolchimico, le altre più sotto, comunque sono tutte concentrate nella parte orientale e meridionale del territorio comunale verso la fascia di salvaguardia del fiume Po; C. il terzo gruppo comprende una piccola e non significativa parte delle istanze presentate e corrisponde in particolare a due limitate porzioni di aree localizzate dentro il centro abitato di Ferrera, ad Ovest dell’Erbognone, con una superficie complessiva di circa un quarto di ettaro, per le quali viene chiesta la possibilità di realizzazione di locali accessori al servizio delle vicine abitazioni (richieste numero 4 e 5 della precedente tabella riassuntiva). L’insieme delle istanze costituisce parte del quadro conoscitivo del territorio comunale di Ferrera Erbognone e viene evidenziato in particolare nell’elaborato del presente Piano di Governo del Territorio (PGT) intitolato “DP03 – Documento di Piano – Quadro conoscitivo del territorio comunale. Piano di Governo del Territorio 2008 e istanze presentate - scala 1:10000”. Nello stesso elaborato le istanze sono sovrapposte al Piano di Governo del Territorio vigente e approvato nel 2008. PAGINA 131 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © 3. IL QUADRO CONOSCITIVO E ORIENTATIVO DEL TERRITORIO COMUNALE Oltre alla ricostruzione del quadro ricognitivo e programmatorio, di cui ai precedenti paragrafi, il Documento di Piano definisce il quadro conoscitivo del territorio comunale, come risultante dalle trasformazioni avvenute, individuando i grandi sistemi territoriali, il sistema della mobilità, le aree a rischio o vulnerabili, le aree di interesse archeologico e i beni di interesse paesaggistico o storico-monumentale, e le relative aree di rispetto, i siti interessati da habitat naturali di interesse comunitario, gli aspetti socio-economici, culturali, rurali e di ecosistema, la struttura del paesaggio agrario e l’assetto tipologico del tessuto urbano e ogni altra emergenza del territorio che vincoli la trasformabilità del suolo e del sottosuolo. In particolare poi le già citate “Modalità per la pianificazione comunale”, emanate dalla Regione Lombardia alla fine del 2005 in modo da esplicitare meglio i contenuti della Legge Regionale n.12 del 2005, forniscono alcune tracce generali, con valore espressamente indicativo, per l’elaborazione del quadro conoscitivo del territorio comunale come risultante delle trasformazioni avvenute. Esso si propone come quadro unitario e organizzato delle informazioni territoriali, finalizzato a comprendere: l’assetto e le dinamiche di funzionamento dei sistemi insediativi; l’organizzazione e le tendenze evolutive delle attività economiche; i caratteri e le problematiche ambientali emergenti; le caratterizzazioni e vulnerabilità paesaggistiche del territorio; l’assetto idrogeologico e le relative classi di rischio; il valore agroforestale del territorio. In quest’ottica, l’elenco delle tematiche indicate dalla legge diviene, entro un processo di elaborazione coordinato con il coinvolgimento di Provincia e Comuni contermini, il riferimento per: inquadrare la realtà comunale nel contesto territoriale di appartenenza nonché rispetto ai sistemi territoriali finitimi in riferimento all’assetto insediativo e infrastrutturale, alle dinamiche socio-economiche, ai sistemi ambientali, rurali e paesaggistici, alla configurazione ed all’assetto idro-geologico del territorio, tenendo conto delle indicazioni provenienti dalla pianificazione sovraordinata; e inoltre indagare le peculiarità e i processi propri del livello locale in riferimento ai diversi aspetti indicati e nelle loro interazioni con lo scenario di scala più ampia. E’ bene sottolineare che nel nuovo approccio richiesto dalla legge la tematica ambientale, rurale e quella paesaggistica si pongono in termini non settoriali ma trasversali, incrociando i diversi livelli e temi di indagine. Si segnala in tal senso che risulta necessario: tenere conto delle indicazioni contenute nell’Allegato A e privilegiare un approccio organico nella lettura del territorio finalizzata alla costruzione della carta condivisa del paesaggio e quindi della carta della sensibilità paesaggistica dei luoghi, descritte nel suddetto Allegato A; tener conto dei criteri emanati, ai sensi dell’articolo 4 della Legge Regionale n.12 del 2005, in riferimento alla Valutazione Ambientale Strategica; applicare i “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio”, in attuazione dell’articolo 57 della stessa Legge Regionale n. 12 del 2005. PAGINA 132 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Il quadro conoscitivo deve quindi indagare i diversi sistemi funzionali in base alle considerazioni sopraesposte: - per il Sistema delle infrastrutture e della mobilità: è importante che le indagini sul sistema della mobilità, analizzando le problematiche relative al sistema territoriale e a quello urbano, affrontino e analizzino il sistema infrastrutturale nel suo complesso e nelle sue diverse componenti e valenze:nei suoi rapporti con il sistema economico e dei servizi ma anche con attenzione alla rete minore, al significato storico - culturale e/o paesaggistico di alcuni tracciati, alle potenzialità di sviluppo di forme di mobilità ambientalmente sostenibile. Si deve valutare inoltre il sistema della mobilità del territorio analizzato rispetto al sistema dei “poli attrattori” e della intermodalità individuati dal PTCP; - per il Sistema urbano: le indagini sull’assetto urbano e insediativo devono approfondire sia gli aspetti funzionali che morfologici e tipologici che caratterizzano il territorio ed il paesaggio urbano, nonché i processi socioeconomici e culturali, i piani e i progetti che ne hanno generato gli attuali usi, la configurazione e le relazioni con il territorio. Si devono in tal senso mettere in rilievo: le diverse fasi di sviluppo del sistema urbano, la stratificazione delle regole insediative, le trasformazioni dei sistemi funzionali, l’evoluzione dell’assetto morfologico e tipologico del tessuto urbano ed edilizio (il paesaggio dentro la città), il sistema dei servizi e l’evoluzione del rapporto tra “forma” urbana e “forma” del territorio (paesaggio urbano e paesaggio extraurbano); - per il Sistema agricolo: l’indagine sul territorio agricolo, in termini integrati e sintetici, dovrà individuare la dinamica evolutiva di usi e funzionamento produttivo, assetto attuale e processi di costruzione del paesaggio rurale, consistenza e caratteri storico tradizionali del patrimonio edilizio, struttura idrografica e sistemi ambientali, situazioni di criticità ambientale o di marginalità rurale, elementi intrusivi o di frammentazione ambientale e paesaggistica. E’ particolarmente importante mettere a fuoco i processi socio-economici e culturali nonché tutte le politiche sovraordinate che potrebbero influire sulla gestione multifunzionale del territorio rurale e la valorizzazione paesaggistica e ambientale dello stesso. Tali indagini devono essere condotte coerentemente ai contenuti dei criteri di cui all’articolo 15 comma 4 della legge; - per le Aree e beni di particolare rilevanza: la legge pone l’accento sulla necessità che il quadro conoscitivo compia una ricognizione puntuale di tutti i beni immobili e le aree che rivestono particolare interesse e rilevanza sotto il profilo archeologico, storico - monumentale, naturalistico e paesaggistico e delle situazioni di specifica vulnerabilità o rischio. In conclusione le elaborazioni necessarie per definire il quadro conoscitivo e orientativo costituiscono il presupposto per arrivare a delineare un’interpretazione della realtà territoriale locale (lo scenario di riferimento) che deve mettere in luce: le dinamiche in atto; le criticità (socio - economiche, ambientali, paesaggistiche e territoriali); e le potenzialità del territorio; le opportunità che si intendono sviluppare. PAGINA 133 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © 3.1. IL SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITA’ Il primo sistema che la nuova Legge per il Governo del Territorio propone di indagare è quello della mobilità e dei trasporti, che costituiscono una componente essenziale dell’armatura insediativa territoriale in esame. L’importanza, evidenziata dalla Legge Regionale n.12 del 2005, di studiare il sistema della mobilità, anche in ambito locale, è indicata da questi due semplici dati: in Regione Lombardia ogni giorno si spostano i 3/4 della popolazione residente e di questi i 3/4 tramite mezzo privato motorizzato; inoltre metà degli spostamenti sono sistematici (ovvero per motivi di studio o lavoro), l’altra metà non sistematici (ovvero per motivi di svago o acquisti). I movimenti totali sono oltre 15 milioni al giorno (la gran parte dei quali, il 95%, avviene all’interno dei confini regionali); gli spostamenti dei non residenti in Lombardia che entrano giornalmente in Regione sono circa 150.000 (corrispondenti a solo il 2% rispetto a quelli dei residenti) e di questi circa il 10% sono spostamenti di attraversamento.224 In sostanza nel territorio lombardo si verifica quotidianamente una grande quantità di spostamenti di tipo differenziato, che di fatto occupano la rete in tutto l’arco della giornata. Gli spostamenti derivati dall’esterno della Regione compreso quelli di attraversamento costituiscono una minima parte di quelli complessivi e sono diretti soprattutto verso il capoluogo regionale. All’interno della Provincia di Pavia il principale polo d’attrazione è proprio dal Comune Capoluogo che assorbe da solo oltre 12.000 spostamenti in ingresso quotidianamente, ovvero oltre il 25% dei flussi complessivi che giornalmente avvengono per motivi di lavoro con provenienza da altri Comuni della Provincia. Altri poli attrattori provinciali sono costituiti da Vigevano (4.000 spostamenti) e Mortara (1.400 spostamenti), che assommano un ulteriore quota del 10% (a cui si deve aggiungere Voghera con circa 3.500 spostamenti); ed in misura minore i centri lomellini di San Martino Siccomario, Gambolò, Sannazzaro de’ Burgondi, Garlasco, Mede, Robbio, Cassolnovo, Gropello Cairoli, Dorno, che insieme assorbono un altro 10% dei flussi totali. 225 224 225 Cfr. Regione Lombardia. Settore Infrastrutture e Mobilità, Indagine Origine/Destinazione regionale 2002, pag. 14. 5. In Lombardia in un giorno tipo: - Sono più di 15 milioni gli spostamenti effettuati dai lombardi, dei quali la maggior parte, il 95%, avviene all’interno dei confini regionali. - Le persone mobili, cioè che compiono almeno uno spostamento, sono circa il 70%, pari a 5.7 milioni di individui. - Chi si sposta, mediamente, compie 2,65 spostamenti, per i quali spende circa 1 ora e 12 minuti. - 7 milioni sono le ore consumate in spostamenti. - Il 22% di tutti gli spostamenti viene effettuato tra le 7 e le 9 del mattino. - Il 72% degli spostamenti viene effettuato con un mezzo privato motorizzato, il 14% con il trasporto collettivo, il 12% con i modi lenti (bicicletta e a piedi), la restante parte (2%) rientra nella voce “altro”. - Sono circa 155.000 i non residenti in Lombardia che entrano nel territorio regionale tra le 7.00 e le 19.00. - Gli ingressi dei non residenti sono così distribuiti: 69% in auto, il 18% in treno, il 9% in aereo, il 3% con un mezzo di navigazione e l’1% in autobus. Pagg. 20-21 Sul totale degli spostamenti censiti con l’indagine alle famiglie, gli spostamenti sistematici (lavoro, studio) rappresentano circa il 29%. Escludendo i ritorni a casa (46% del totale), la mobilità sistematica è pari al 53,8% del totale. Ciò dimostra la sempre maggiore rilevanza degli spostamenti non sistematici, che raggiungono il 46,2%. Negli spostamenti non sistematici prevalgono i motivi legati al tempo libero come svago e acquisti. Cfr. Provincia di Pavia, PTCP, Allegato alla Relazione, Aree gravitazionali, sistemi locali del lavoro e relazioni funzionali tra i comuni alla luce degli spostamenti per motivi di lavoro e di studio, pag. 10. PAGINA 134 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © In sostanza i numeri che riguardano gli spostamenti in Regione Lombardia ed in Provincia di Pavia sono considerevoli e richiedono un’attenta analisi della dotazione infrastrutturale sia su ferro che su gomma, da indagarsi sotto il profilo della rete ed delle caratteristiche di ogni singola asta o strada.226 PROVINCIA VERSO MILANO % VERSO ALTRE PROVINCE LOMBARDE % DENTRO ALLA PROVINCIA % TOTALE TABELLA 35. MATRICE PROVINCIA/PROVINCIA DEGLI SPOSTAMENTI LOMBARDI BERGAMO 52.525 6,57% 44.791 5,60% 701.864 87,82% 799.180 BRESCIA 15.793 1,59% 40.756 4,10% 937.767 94,31% 994.316 COMO 48.169 10,08% 35.746 7,48% 393.849 82,44% 477.764 CREMONA 18.656 6,40% 24.775 8,50% 247.902 85,09% 291.333 LECCO 37.061 13,47% 19.357 7,03% 218.769 79,50% 275.187 LODI 30.722 21,03% 8.918 6,10% 106.441 72,86% 146.081 2.169 0,70% 19.572 6,36% 286.123 92,94% 307.864 0 0,00% 199.489 5,96% 3.147.578 94,04% 3.347.067 46.530 11,49% 10.351 2,56% 347.909 85,95% 404.790 3.750 2,62% 7.319 5,12% 131.983 92,26% 143.052 VARESE 80.620 10,21% 20.030 2,54% 688.615 87,25% 789.265 TOTALE 335.995 4,21% 431.104 5,41% 7.208.800 90,38% 7.975.899 MANTOVA MILANO PAVIA SONDRIO (FONTE: REGIONE LOMBARDIA – DIREZIONE GENERALE INFRASTRUTTURE E MOBILITA’ - INDAGINE O/D REGIONALE, ANNO 2002; NEI DATI SONO INCLUSI GLI SPOSTAMENTI PER MOTIVI DI STUDIO O LAVORO DEI RESIDENTI ALL’INTERNO DELLA REGIONE LOMBARDIA, E SONO ESCLUSI I RITORNI A CASA) Il sistema della mobilità che struttura l’ambito territoriale della Lomellina è basato principalmente su tracciati veicolari, e solo marginalmente dalla maglia su ferro, la quale risulta composta essenzialmente da aste minori della rete ferroviaria regionale. Proprio partendo con l’analisi del sistema della mobilità su ferro nell’ambito geografico considerato, si nota che il territorio lomellino è interessato principalmente dall’attraversamento di quattro linee ferroviarie FS, che hanno tutte come gestore Trenitalia, e che corrispondono ai seguenti tracciati: 226 Al fine di una valutazione dello stato attuale relativo al sistema della mobilità all’interno del territorio regionale lombardo, le principali fonti di riferimento sono contenute nel Sistema Informativo delle Infrastrutture di Trasporto in Lombardia (TRAIL), che viene costantemente aggiornato da Unioncamere Lombardia (si veda http://www.trail.unioncamerelombardia.it/.) In aggiunta a queste è altrettanto utile la consultazione dei dati forniti dalla Divisione Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia (si veda in particolare il seguente sito internet: http://www.trasporti.regione.lombardia.it/main/home/home.asp. Per quanto attiene poi al trasporto pubblico nella regione lombarda, costituisce riferimento di base la pubblicazione “Guida ragionata al trasporto pubblico in Lombardia”, elaborata nel 2006, che comprende e sistematizza la grande quantità di materiale sparso sull’argomento in ambito regionale (si veda. AA.VV. a cura di Assoutenti Lombardia, Lombardia senza automobile. Guida ragionata al trasporto pubblico in Lombardia, 2006). Per quanto riguarda in particolare la rete ferroviaria i dati ufficiali sono forniti direttamente dal gruppo Ferrovie dello Stato, e nello specifico dalle due principali società del gruppo, rappresentate da “Trenitalia” e da “Rete Ferroviaria Italiana” (RFI). Cfr. http://www.ferroviedellostato.it/. PAGINA 135 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © 1. la linea Novara-Mortara-TorreBeretti-Alessandria (codice linea: FS136), che transita per i centri lomellini di Olevano, Valle, Sartirana, con un servizio prettamente regionale e con poche corse che coprono l’intera relazione tra le città piemontesi di Novara e di Alessandria;227 2. la linea Milano-Mortara-TorreBeretti-Alessandria (codice linea: FS140), che transita per Vigevano e Parona, e poi per i centri lomellini di Olevano, Valle, Sartirana, con un livello di servizio non adeguato, soprattutto nella tratta tra Milano e Mortara, dove risente di ritardi nell’aggiornamento infrastrutturale (linea ancora a binario unico elettrificata per tale tratta), nonostante i numerosi progetti per la riqualifica ed il raddoppio esecutivo; 228 3. la linea Pavia-TorreBeretti-Alessandria (codice linea: FS141), che transita per i centri lomellini di Cava Manara, Sairano, Zinasco, Pieve Albignola, Sannazzaro de’ Burgondi, Ferrera Erbognone, Lomello, Mede, Castellaro, che è caratterizzata da basse prestazioni infrastrutturali (linea a binario unico non elettrificata per l’intera tratta);229 4. la linea Pavia-Mortara-Vercelli (codice linea: FS150), che transita per i centri lomellini di Cava Manara, Villanova, Gropello Cairoli, Garlasco, Tromello, Gambolò, anch’essa caratterizzata da basse prestazioni infrastrutturali (linea a binario unico non elettrificata per l’intera tratta).230 Tutte le linee citate costituiscono tracciati minori della rete ferroviaria lombarda (e piemontese) e sono classificabili come complementari rispetto alle linee principali del quadrilatero, costituito dalla Genova-Milano (per Pavia), dalla Genova–Torino (per Savona), dalla Torino-Piacenza (per Alessandria) e dalla Torino-Milano (per Novara).231 Tali linee lomelline sono genericamente caratterizzate dalla vetustà della dotazione infrastrutturale: sono infatti per la maggiore parte a binario unico e non elettrificate (ovvero a trazione diesel), spesso non consentendo addirittura usi diversi e più consistenti di quelli oggi presenti, ad esempio quelli relativi alla circolazione del traffico merci pesante.232 227 228 229 230 231 232 Cfr. AA.VV. a cura di Assoutenti Lombardia, Lombardia senza automobile. Guida ragionata al trasporto pubblico in Lombardia, 2006, pagina 28. Cfr. ibidem, pagina 28. Cfr. ibidem, pagina 28: “La linea che collega Pavia ad Alessandria costituisce un valido collegamento alternativo all’utilizzo dell’auto. Peccato che ancora insieme alle altre linee minori sia gestita con mezzi a trazione diesel e piuttosto vetusti che sembrano quasi invitare i pochi utenti a decidere di passare ad altre modalità. Tuttavia se ci fosse una maggiore attenzione sia da parte dell’azienda gestrice che dall’organo di controllo regionale, si potrebbero concentrare risorse opportune scegliendo magari del materiale un po’ più moderno ed appetibile.” Cfr. ibidem, pagina 29: “Questa linea attraversa il territorio della Lomellina da est ad ovest, risultando di fatto un utile itinerario alternativo per chi ha esigenza di raggiungere punti diversi senza dover transitare da Milano. Il servizio è giornaliero, con limitazioni nei giorni festivi, ma diverse sono le corse che coprono l’intero percorso.” Cfr. http://www.trail.unioncamerelombardia.it/. Cfr. http://www.trail.unioncamerelombardia.it/: ad esempio per la linea Pavia-Mortara: caratteristiche tecniche linea ferroviaria: "D4 - con particolari limitazioni per carichi superiori al limite relativo alla categoria C3 (velocità non superiore a 50 km/h) tra Pavia e Cava Carbonara; trazione: Diesel.” In effetti la linea ferroviaria Vercelli-Mortara-Pavia, date queste caratteristiche, non è destinata a sopportare il traffico merci pesante. PAGINA 136 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Inoltre, a dispetto dell’esistenza di un servizio strategico per gli spostamenti quale quello offerto dalla presenza nel territorio lomellino di un sistema ferroviario ramificato, si devono sottolineare altre questioni di deficit infrastrutturale relativi a queste linee. In primo luogo la circolazione, avviene essenzialmente tramite treni regionali e con una bassa frequenza di corse durante tutta la settimana nei giorni lavorativi, riducendosi ulteriormente nei giorni festivi. In seconda istanza la velocità commerciale della linea risulta in genere piuttosto bassa, anche se nella media dei treni locali, cioè dell’ordine dei 50-60 km orari. Infine lungo il tragitto delle linee ferroviarie si trovano serie numerose di passaggi a livello, con evidente bassa funzionalità delle linee stesse. Le tre caratteristiche sopradescritte, vale a dire la limitata frequenza giornaliera delle corse, la bassa velocità commerciale e la presenza cospicua di passaggi a livello lungo la linea, determinano un livello di servizio mediocre per la quasi totalità delle linee su ferro della regione Lomellina. BINARIO TIPOLOGIA FS136 NOVARA-MORTARA-TORREBERETTI-ALESSANDRIA DOPPIO ELETTRIFICATA FS140 MILANO-MORTARA-TORREBERETTI-ALESSANDRIA UNICO ELETTRIFICATA FS141 PAVIA-TORREBERETTI-ALESSANDRIA UNICO NON ELETTRIFICATA FS150 PAVIA-MORTARA-VERCELLI UNICO NON ELETTRIFICATA CODICE FS ITINERARIO TABELLA 36. ELENCO DELLE LINEE FERROVIARIE IN LOMELLINA (FONTE: FERROVIE DELLO STATO) Dal punto di vista della rete di mobilità su gomma l’area lomellina è oggi attraversata nella parte orientale del proprio territorio dall’Autostrada A7 Milano - Genova, con un unico casello autostradale localizzato in Comune di Gropello Cairoli.233 Il tratto lombardo di tale tracciato da Milano a Casei Gerola è di circa 50 km, a tre corsie in entrambi i sensi di marcia da Milano al ponte sul fiume Po; mentre a sole due corsie per ogni senso di marcia nell’altra parte del percorso, anche se è in fase di realizzazione l’allargamento della carreggiata da due a tre corsie nella porzione di tracciato a Sud del fiume Po fino al collegamento fino al collegamento con l’Autostrada A21 Torino - Piacenza (20 km).234 Questo asse costituisce oggi, nella rete veicolare e trasportistica dell’area lomellina, l’elemento primario per le connessioni a largo raggio. 233 234 Cfr. http://www.serravalle.it/pages/common/page_rete_tratteautostradali/. Cfr. http://www.trail.unioncamerelombardia.it/. L'intervento è finalizzato al miglioramento della viabilità sulla direttrice Milano - Genova, attraverso la risoluzione del problema del passaggio da 3 a 2 corsie a sud del fiume Po, fino al collegamento con la A21 Torino - Piacenza. L'intevento prevede la realizzazione della terza corsia per entrambe le carreggiate tra il fiume Po e l'autostrada A21 Torino - Piacenza. I comuni interessati dall'intervento sono: Corana (PV), Silvano Pietra (PV), Casei Gerola (PV), Castelnuovo Scrivia (AL), Tortona (AL). Nel dettaglio il progetto prevede l'allargamento di 9 metri (da 25 a 34) della sezione stradale, per una lunghezza di 20 km, equamente distribuiti tra i territori piemontese e lombardo, e la contestuale posa di asfalto drenante fonoassorbente. Sono previste, oltre alle corsie di emergenza, piazzole tecniche ogni 700 - 800 metri per entrambe le carreggiate. La realizzazione dell'intervento prevederà la modifica delle principali interconnessioni con la viabilità ordinaria, con l'abbattimento e la ricostruzione di PAGINA 137 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Il restante del sistema della mobilità stradale in Lomellina è composto poi da una maglia di strade primarie, recentemente trasferiti dall’ambito statale direttamente a quello provinciale, che collegano tra loro i centri maggiori di questa parte della provincia pavese,235 ed in particolare da: - la Strada Provinciale Vigevanese (ex-SS494), che va da Milano al confine piemontese (e da qui verso Alessandria fino all’intersezione tra le Autostrade A21 e A26) passando per Vigevano, ed attraversando il territorio lomellino da Nord-Est a Sud-Ovest, configurandosi nei Comuni di Vigevano e di Mortara come strada di superamento, e deviando dopo Mortara in direzione Sud verso Zeme, Valle Lomellina, Sartirana e Frascarolo;236 il tratto della ex-SS494 che attraversa la Lomellina è di 46 km di lunghezza; - la Strada Provinciale Dei Cairoli (ex-SS596), da Pavia (Strada Provinciale dei Giovi ex-SS35 e Tangenziale Ovest di Pavia) al confine piemontese tramite Garlasco e Mortara, che attraversa il territorio lomellino da Sud-Est a Nord-Ovest, superando i Comuni di Gropello Cairoli, Garlasco, Tromello e Mortara con strade di circonvallazione (e da qui prosegue verso Vercelli – Autostrada A26 – e con la sua diramazione ex-SS596dir verso Casale Monferrato – Autostrada A26);237 il tratto della 596 che attraversa il territorio della pavese è di 56 km di lunghezza, a cui si sommano i 12 km della sua diramazione (ex-SS596dir); - la Strada Provinciale della Lomellina (ex-SS211), che collega Tortona (intersezione tra le Autostrade A7 ed A21) con Novara (Autostrada A4), passando 235 236 237 16 cavalcavia. Tra le opere d'arte principali sono previsti gli allargamenti del viadotto sul fiume Scrivia e dei ponti sui torrenti Grue e Curone. Il progetto prevede inoltre lo spostamento del casello di Casei Gerola (e relativo svincolo), la costruzione di un centro di manutenzione a Tortona, e la realizzazione di un sistema di raccolta, depurazione e smaltimento delle acque di prima pioggia lungo il tratto autostradale interessato. Il 18 aprile 2003 la Conferenza dei servizi ha approvato il progetto definitivo. Il progetto esecutivo è stato approvato il 6 novembre 2003 da parte del Cda dell'Anas. Nel maggio 2004 l'Anas ha dato il via libera all'avvio dei cantieri. Il 13 aprile 2005 sono iniziati i lavori nel tratto compreso tra il ponte sul fiume Po e l’interconnessione con l’autostrada A21, all’altezza del casello di Tortona (AL). Il costo dell'opera è stimato in circa 93.000.000 Euro, in autofinanziamento. I tempi previsti per il completamento sono pari a 826 giorni. Cfr. Regione Lombardia, Elenco delle strade trasferite. Cfr. http://www.trail.unioncamerelombardia.it/. Il tracciato attraversa dapprima l’hinterland occidentale di Milano parallelamente al Naviglio Grande, e gli abitati di Corsico (MI), Trezzano sul Naviglio (MI) ed Abbiategrasso (MI), dove interseca la S.S. n. 526. Superato il Ticino ed il confine provinciale con Pavia, la Statale percorre da Est ad Ovest la Lomellina, toccando prima Vigevano (PV), e quindi Mortara (PV), crocevia con le S.S. n. 596 e n. 211. Subito dopo quest’ultima cittadina il tracciato si dirige verso Sud attraversando prima Sartirana Lomellina (PV), poi il Po al km 70,220, ed infine Valenza (AL), per terminare ad Alessandria nei pressi del casello autostradale sulla A21. Strada molto trafficata lungo tutto il tracciato, con circolazione particolarmente caotica nel primo tratto , soprattutto negli orari coincidenti con l’ingresso e l’uscita dei lavoratori da Milano. Una volta superato Abbiategrasso (MI), il traffico si fa via via meno intenso, salvo i veicoli gravitanti su Vigevano (PV) e Mortara (PV), e sul capoluogo alessandrino. Cfr. http://www.trail.unioncamerelombardia.it/. Il tracciato mette in comunicazione Pavia con Vercelli, attraverso il territorio pianeggiante della Lomellina. Il tracciato si diparte dalla S.S. n. 35 a S. Martino Siccomario (PV), nella periferia meridionale del capoluogo pavese, attraversa gli abitati di Gropello Cairoli (PV), dove sottopassa l’autostrada A7 nei pressi dell’omonimo casello, Garlasco (PV), ed infine Mortara (PV), all’intersezione con la S.S. n. 494. Nell’ultimo tratto a ridosso del confine regionale con il Piemonte attraversa anche la zona ed il centro di Palestro (PV), prima di terminare a Vercelli, innestandosi nella S.S. n. 11. Strada caratterizzata da condizioni di traffico non eccessivamente sostenute (ma con una quota abbastanza elevata di veicoli pesanti), se si escludono gli estremi occidentale ed orientale nelle ore di punta mattutine e serali, e gli attraversamenti di Garlasco (PV) e Mortara (PV) nel tratto centrale, in cui la circolazione risulta spesso rallentata. PAGINA 138 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © in Lomellina da Pieve del Cairo ad Albonese, che attraversa il territorio lomellino da Sud a Nord passando per Lomello e Mortara;238 il tracciato della 211 che attraversa centralmente il territorio della Lomellina è di 33 km di lunghezza. STRADA PROVINCIALE EX-S.S. N. NOME PROGRESSIVA CAPOSALDO INIZIALE LOCALITA’ CAPOSALDO INIZIALE PROGRESSIVA CAPOSALDO FINALE LOCALITA’ CAPOSALDO FINALE ESTESA TABELLA 37. ELENCO DELLE STRADE STATALI TRASFERITE ALLA PROVINCIA IN LOMELLINA 211 DELLA LOMELLINA 29+700 PIEVE DEL CAIRO 62+750 ALBONESE 33,05 494 VIGEVANESE 23+930 CONFINE MI-PV 70+255 CONFINE PIEMONTE 46,325 596 DEI CAIROLI 0+000 PAVIA 56+606 CONFINE PIEMONTE 56,606 596DIR DIR. DEI CAIROLI 0+000 CASTEL D'AGOGNA 12+560 CONFINE PIEMONTE 12,56 (FONTE: REGIONE LOMABRDIA, ELENCO STRADE TRASFERITE) Ai tracciati sopradescritti si aggiungono i seguenti percorsi di strade provinciali: - la Strada Provinciale SP193bis, con andamento Est-Ovest, che collega i centri di San Martino Siccomario (in corrispondenza della Strada Provinciale ex-SS596), Zinasco, Pieve Albignola, Sannazzaro de’ Burgondi, Ferrera Erbognone, Lomello, Mede, Torre Beretti (in corrispondenza della Strada Provinciale ex-SS494) e prosegue poi verso Valenza; - e la Strada Provinciale SP206, che ricalca l’antico percorso da Voghera a Novara, con andamento Nord-Sud che si svolge parallelamente alla Strada Provinciale della Lomellina (ex-SS211) sopradescritta, e che collega i centri di Cassolnovo, Vigevano e Garlasco, e poi di Dorno, Scaldasole e Ferrera Erbognone (fino alla Strada Provinciale SP193bis); - ed anche il percorso della Strada Provinciale SP183, con andamento Nord-Sud, che collega i centri di Vigevano, Gambolò, Tromello, Ottobiano, Lomello. Tutti i suddetti tracciati hanno perso gran parte della loro funzionalità di strade maestre per il collegamento tra centri maggiori, in ragione dei numerosi interventi che nell’ultimo periodo si sono realizzati: soprattutto la costruzione di lunghe varianti di superamento dei centri abitati e la riprogettazione di molte intersezioni tramite svincoli a raso del tipo “a rotatoria” hanno infatti contribuito alla sistemazione della circolazione (peraltro non sempre ottimale) in un ottica localistica piuttosto che con un progetto di rete complessivo. In sostanza la costruzione del sistema della mobilità su gomma in Lomellina si è realizzato fino ad oggi per interventi parziali, invece che 238 Cfr. http://www.trail.unioncamerelombardia.it/. Il tracciato attraversa da Sud a Nord la parte occidentale della Pianura Padana, partendo da Pozzolo Formigaro (AL), diramandosi dalla S.S. n. 35 bis, e terminando a Novara. Subito dopo aver attraversato il fiume Po al km 30,332 la Strada Statale entra in Lombardia, tocca Pieve del Cairo (PV), Lomello (PV) e Mortara (PV), in una zona completamente pianeggiante, e quindi termina in Piemonte, innestandosi nella S.S. n. 11 "Padana Superiore" nei pressi di Novara. Il traffico non è particolarmente intenso nella prima parte del tracciato, salvo quello gravitante sul casello autostradale di Tortona (AL), crocevia tra la A7/26 e la A21. Nel tratto lombardo, inoltre, la Statale attraversa aree non densamente popolate, se si escludono i pressi di Mortara (PV), e ciò si ripete in Piemonte, fino a Novara. PAGINA 139 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © tramite un progetto di insieme per le relazioni tra il territorio lomellino e le regioni circostanti. Pertanto, proprio in ragione di quanto sopradetto, per quanto riguarda la grande viabilità nel territorio lomellino, è di fondamentale importanza il progetto di nuova autostrada Broni–Pavia– Mortara- Vercelli.239 Il progetto preliminare dell’infrastruttura autostradale regionale, redatto a cura del soggetto promotore (SABROM S.p.a. Società Autostrada Broni-Mortara S.p.a.)240 Tale progetto relativo all’Autostrada regionale Broni/Strabella–Pavia-Mortara,241 interessa 239 240 241 Cfr. Infrastrutture Lombardia, Autostrada regionale Integrazione del Sistema Transpadano Direttrice Broni–Pavia-Mortara, redatto ai sensi della Legge Regionale n. 9 del 2001 e del Regolamento Regionale del 8 luglio 2002, Progetto Preliminare, Parte generale, Relazione sintetica divulgativa, Settembre 2006, pag. 3. L’Autostrada Regionale Broni-Pavia-Mortara è stata oggetto di uno Studio di Prefattibilità redatto dalla Direzione Generale Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia ed emesso nell’ottobre del 2003. In questo studio sono state ipotizzate tre alternative progettuali per il completamento del nuovo corridoio alternativo alla A4. La prima ipotesi consisteva nel collegamento della A21 a Cremona con la A4 a Boffalora, incrociando la A1 a Lodi e la A7 a Binasco. L’interferenza che questo tracciato avrebbe avuto con progetti viabilistici futuri, come la Tangenziale Ovest esterna di Milano, e la considerazione del fatto che la prosecuzione verso ovest avrebbe insistito sul già saturo corridoio della A4, hanno portato a scartare questa ipotesi. Il secondo possibile tracciato differiva rispetto al primo per il recapito sud, posizionato non più a Cremona, ma sulla A21 tra Broni e Stradella. Il vantaggio che offriva rispetto al primo tracciato risiede nel fatto che si connetteva alla tangenziale di Pavia, ma per le stesse osservazioni citate per la prima soluzione non è stato considerato migliore della terza ipotesi. Questa consisteva nel collegamento della A21 da Broni con la A26 a sud di Vercelli, con l’aggiunta della connessione alla tangenziale di Pavia e con il passaggio a sud di Mortara. Successivamente, il Comitato promotore della tratta autostradale regionale Broni-Pavia-Mortara, costituito su iniziativa della Provincia di Pavia, ha fatto predisporre uno Studio di Fattibilità che ha definito con maggior dettaglio le caratteristiche del tracciato autostradale e delle opere ad esso funzionalmente connesse, individuando nella terza soluzione quella che meglio risolveva le problematiche trasportistiche ed ambientali dell’area attraversata. Tale studio, trasmesso alla Regione Lombardia il 10 giugno 2005, è stato quindi oggetto di attente analisi da parte della Società Infrastrutture Lombarde, cui è stato conferito dalla Regione Lombardia il ruolo di Concedente dell’autostrada regionale “Integrazione del sistema Transpadano direttrice Broni/Stradella – Pavia – Mortara”, per verificarne la completezza e confermarne la rispondenza ai criteri indicati nell’art. 3 del Regolamento Regionale 8 luglio 2002 n. 4 (RR 4/2002) relativo alle “Procedure di concessione delle autostrade regionali”. La Regione Lombardia, lo ha quindi approvato con delibera n°VIII/001789 del 25 gennaio 2006, conferendo ad Infrastrutture Lombarde mandato di procedere all’individuazione del soggetto Promotore. A seguito dello svolgimento di apposita gara, è stato individuato nella Società SA.Bro.M. S.p.A. il soggetto Promotore incaricato di redigere la progettazione preliminare della autostrada regionale per il tratto Broni – Mortara interno alla Regione Lombardia. Inoltre, affinché la Regione possa avere a disposizione un valido ed esaustivo supporto tecnico per le successive valutazioni da effettuare con soggetti terzi (Ministeri competenti, ANAS, Regione Piemonte, Provincia di Vercelli, ecc.) in merito al tratto di raccordo in territorio piemontese, il Promotore ha sviluppato il progetto preliminare anche per il tratto di completamento con il raccordo A26/4 (da Mortara a Stroppiana). Cfr. Infrastruttre Lombardia, Autostrada regionale - Integrazione del Sistema Transpadano Direttrice Broni-Pavia-Mortara, Relazione generale, settembre 2006 (ai sensi della Legge Regionale n. 9 del 2001 e del Regolamento Regionale n. 4 del 8 luglio 2002, è datato settembre 2006). Cfr. http://www.regione.lombardia.it/. L’idea di realizzare il collegamento autostradale Broni/Stradella–Pavia–Mortara nasce nell’ambito dell’attività di partenariato territoriale promossa dalla Regione, ed in particolare del Tavolo Territoriale di Confronto. L’esigenza di dotare la nostra provincia di questa autostrada è stata individuata alla sessione tematica del Tavolo Territoriale di Confronto su “Mobilità ed Infrastrutture in provincia di Pavia” dell’11 luglio 2002. La tratta dovrebbe avere inizio dall’autostrada A21 Torino-Alessandria-Piacenza, in un punto compreso tra i caselli di Broni/Stradella e Casteggio/Casatisma, collegandosi in direzione nord al sistema tangenziale di Pavia, dopo aver superato il fiume Po con un ponte di nuova realizzazione, per poi piegare verso nord-ovest, collegando Pavia con Mortara e quindi Vercelli, realizzando così il collegamento est-ovest tra le autostrade A21 (Torino-Piacenza-Brescia) e A26 (Genova-AlessandriaGravellona Toce), intercettando sul territorio provinciale la A7 (Milano-Genova). Il Comitato Promotore della tratta autostradale regionale Broni/Stradella–Pavia–Mortara ha approvato all’unanimità, il 9 giugno 2005, lo studio di fattibilità e il 15 dicembre 2005 è stata sottoscritta una convenzione tra Regione Lombardia e Infrastrutture Lombarde, con la quale quest’ultima si PAGINA 140 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © direttamente il territorio della Lomellina. Esso ha il principale obiettivo di separare, a livello regionale, il traffico di scorrimento da quello locale e di offrire un servizio ed un’opportunità di sviluppo produttivo alle aree attraversate. In sostanza l’idea dell’autostrada Broni–Pavia–Mortara-Vercelli ha il duplice scopo di spostare gran parte del traffico di media e lunga distanza che oggi attraversa la Lomellina (e l’Oltrepo pavese) dalla rete locale alla nuova infrastruttura, e nel contempo di garantire maggiore accessibilità al territorio che essa serve direttamente.242 Il percorso, nell’ambito della Provincia di Pavia, si divisibile in due tratte:243 - la prima da Broni a Gropello Cairoli (ovvero dall’Autostrada A21 alla A7), per una lunghezza pari a 23,5 km, attraversa tre corsi d’acqua e quattro linee ferroviarie e presenta quattro svincoli o interconnessioni: interconnessione di Broni con l’Autostrada A21; svincolo di Verrua Po per il collegamento con la Strada Provinciale dei Giovi (ex-SS35); svincolo di Pavia Sud per il collegamento con la Tangenziale Ovest di Pavia, con la Strada Provinciale dei Cairoli (ex-S596); interconnessione di Gropello Cairoli con l’Autostrada A7; lungo questa tratta è prevista la realizzazione dell’area di servizio di Carbonara al Ticino; - la seconda da Gropello Cairoli a Mortara (ovvero dall’Autostrada A7 alla Strada Provinciale Vigevanese ex-SS494), per una lunghezza pari a 26,5 km fino al Comune di Castello d’Agogna, attraversa i Comuni di Gropello Cairoli, Dorno, Garlasco, Alagna, Tromello, Cergnago, Mortara, Olevano Lomellina, Castello d’Agogna, ed inoltre attraversa tre corsi d’acqua (Tedoppio, Arbogna ed Agogna) e due linee ferroviarie, prevede quattro svincoli autostradali, ovvero: lo svincolo di Garlasco, lo svincolo di Tromello, lo svincolo di Mortara e lo svincolo di Castello 242 243 configura quale Soggetto Concedente e quindi titolare per l’espletamento di tutte le procedure previste fino al completamento dell’opera. A seguito del bando di gara per l’individuazione del Soggetto Promotore, è risultata aggiudicataria della procedura un’Associazione Temporanea di Imprese composta da Autostrade Torino-Milano, Torino- Piacenza, SATAP SpA, Milano–Serravalle, Milano-Tangenziali SpA, Grassetto Lavori SpA. Nei mesi di giugno e luglio 2006 si sono svolti una serie di incontri tecnici con i soggetti interessati al percorso, per la raccolta di indicazioni ai fini della predisposizione del progetto preliminare, che è stato concluso il 21 settembre 2006. Il confronto è proseguito attraverso l’utilizzo di apposito portale web, così da preparare e facilitare lo svolgimento della Conferenza dei Servizi sul progetto preliminare, in fase di svolgimento. Cfr. Infrastruttre Lombardia, Autostrada regionale cit., Relazione sintetica divulgativa, settembre 2006, pag. 4. L’autostrada Broni/Stradella-Pavia-Mortara è stata inserita tra le opere viabilistiche prioritarie della Regione Lombardia. L’intervento fa parte del pacchetto delle “autostrade regionali”, unitamente alla Cremona-Mantova ed all’interconnessione Pedemontana-BreBeMi (DGR n. VII/9865 del 19-07-2002). La nuova infrastruttura si pone l’obiettivo di separare, a livello regionale, il traffico di scorrimento da quello locale e di offrire un servizio ed un’opportunità di sviluppo produttivo alle aree dell’Oltrepò e della Lomellina. Infatti tali aree sono connotate da una scarsa infrastrutturazione viaria che comporta assenza di connessioni gerarchicamente adeguate tra le maglie della rete primaria (A21 e A7), isolamento della Lomellina e insufficienza di collegamento tra le città di Broni, Pavia e Mortara. A livello superiore, la nuova arteria va ad alleggerire il carico di traffico della A4 proponendosi, assieme alle infrastrutture esistenti dell’A1, A21, A26/4, A4/5 ed A5, come un tracciato alternativo di collegamento tra il centro Italia e il traforo del Monte Bianco. Considerando che il Veneto ha in programma la prosecuzione della direttrice verso i porti dell’Adriatico, l’autostrada regionale in studio costituirà un tassello importante per il completamento, insieme all’Autostrada Regionale Cremona-Mantova e l’attuale A21, di un corridoio in direzione est-ovest che attraverserà l’intero bacino padano e sarà completamente alternativo rispetto a quello della A4. In una visione a livello europeo, infine, le autostrade regionali citate possono essere considerate come gli “anelli mancanti” di una catena infrastrutturale che va a costituire il “corridoio 5”, che rappresenta una connessione ideale tra Barcellona e Kiev. Cfr. Infrastruttre Lombardia, Autostrada regionale cit., Relazione sintetica divulgativa, settembre 2006, pagg. 5-6. PAGINA 141 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © d’Agogna (quest’ultimo in una prima fase realizzativa si configura come tratto terminale dell’autostrada e successivamente assumerà la configurazione definitiva di svincolo); lungo questa tratta è prevista la realizzazione della stazione di servizio di Alagna (successivamente trasformata in stazione di servizio di Tromello). Riassumendo, questa parte del tracciato, lunga 50 chilometri, presenta otto svincoli (uno ogni 6,25 chilometri circa) e deve superare, tramite cavalcavia e ponti, sei importanti corsi d’acqua ed altrettante linee ferroviarie. Per quanto riguarda le caratteristiche dell’infrastruttura, la categoria utilizzata per il progetto del nuovo asse è la “A” delle autostrade in ambito extraurbano con soluzione base a due corsie per senso di marcia con velocità di progetto compresa tra 90 ed i 140 km/h.244 Il tracciato si sviluppa per la quasi totalità in rilevato (83%), con un’altezza media sul piano di campagna pari a circa 2,50m, fatta eccezione per un breve tratto in trincea (2%) e per i viadotti necessari per oltrepassare corsi d’acqua, linee ferroviarie ed autostrade (15%).245 Il progetto di autostrada regionale Broni–Pavia-Mortara prevede l’inserimento ambientale dell’opera tramite fasce di mitigazione, ricuciture del paesaggio, salvaguardia dei corridoi ecologici, mitigazione degli impatti acustici ed atmosferici.246 Per quanto riguarda gli elementi appartenenti al sistema stradale su ferro e su gomma, dal punto di vista normativo, è necessario riferirsi ad alcune norme fondamentali attinenti a caratteristiche specifiche delle infrastrutture, alcune delle quali già citate, che si riportano in nota.247 244 245 246 247 Cfr. Infrastruttre Lombardia, Autostrada regionale cit., Relazione sintetica divulgativa, settembre 2006, pag. 7. Cfr. Infrastruttre Lombardia, Autostrada regionale - Integrazione del Sistema Transpadano Direttrice Broni-Pavia-Mortara, Relazione generale, settembre 2006, pag. 14. Cfr. Infrastruttre Lombardia, Autostrada regionale cit., Relazione sintetica divulgativa, settembre 2006, pagg. 9-10. Per le ferrovie è da seguirsi il seguente provvedimento: Decreto del Presidente della Repubblica n. 753 del 1 luglio 1980 (Nuove norme in materia di polizia, sicurezza e regolarità dell'esercizio delle ferrovie e di altri servizi di trasporto), pubblicato sul Supplemento alla Gazzetta Ufficiale n. 314 del 15 novembre 1980). Per la classificazione ed le caratteristiche delle strade urbane ed extraurbane, i principali riferimenti legislativi sono i seguenti: Decreto Legislativo n. 285 del 30 aprile 1992 (Nuovo Codice della Strada), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 114 del 18 maggio 1992, supplemento ordinario, e successive modifiche ed integrazioni; Decreto del Presidente della Repubblica n. 495 del 16 dicembre 1992 (Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo Codice della Strada), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 303 del 28 dicembre 1992, supplemento ordinario, e successive modifiche ed integrazioni; Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti D.M. n. 6792 del 5 novembre 2001 (Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 3 del 4 gennaio 2002, S.O. n. 5, e s.m.i. Infine riferimenti normativi per le piste ciclabili sono costituiti dalle seguenti norme statali e regionali: Decreto Ministeriale n. 557 del 30 novembre 1999, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 225 del 26 settembre 2000, Serie Generale (Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili); Deliberazione di Giunta Regionale n. VI/47207 del 22 dicembre 1999, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – sussidi tematici – il 12 maggio 2000 (Manuale per la realizzazione della rete ciclabile regionale). PAGINA 142 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © E’ possibile distinguere l’analisi del sistema della mobilità in Comune di Ferrera Erbognone secondo la categoria della rete su ferro e di quella su gomma. Per quanto attiene al sistema del ferro, il territorio comunale di Ferrera Erbognone è attraversato dalla linea ferroviaria FS141 Pavia-TorreBeretti-Alessandria (la tratta passante all’interno del territorio comunale di Ferrera è di circa 4,5km), in direzione Est-Ovest, nella parte Sud del nucleo abitato centrale e qui ha una stazione passeggeri, localizzata a breve distanza dal centro storico. Tale linea su ferro consente le connessioni di Ferrera, non solo con le stazioni intermedie di Cava Manara, Sairano, Zinasco, Pieve Albignola e Sannazzaro de’ Burgondi da un lato, e di Lomello, Mede e Castellaro dall’altro, ma anche con il nodo ferroviario di Pavia e tramite questo il raggiungimento di altre destinazioni a maggiore distanza: verso Milano (percorso di circa 29km), verso Casalpusterlengo (circa 43km), verso Voghera (circa 26km) e verso Mortara (percorso di circa 39km). Nonostante le possibilità offerte dalla presenza della linea ferroviaria che attraversa il territorio comunale ferrarino, si deve però sottolineare il basso livello di servizio offerto da questa tratta, principalmente determinato dai tre seguenti fattori: una limitata frequenza giornaliera delle corse, una bassa velocità commerciale e un’alta presenza di passaggi a livello lungo la linea. Infatti la circolazione sulla linea presenta una bassa frequenza di corse durante tutta la settimana nei giorni lavorativi, e viene ridotta ulteriormente nei giorni festivi. In effetti essa è percorsa solo da treni regionali, con una frequenza pari ad una dozzina di treni giornalieri in direzione Pavia (più precisamente 4 giornalieri e 8 feriali, oltre a 2 circolanti nei giorni festivi) ed altrettanti in direzione Alessandria (più precisamente 3 giornalieri e 9 feriali, oltre a 3 circolanti nei giorni festivi). TABELLA 38. NUMERO DI CORSE DA FERRERA VERSO PAVIA E ALESSANDRIA DIREZIONE CORSE GIORNALIERE CORSE FERIALI CORSE FESTIVE TOTALE PAVIA 4 8 2 14 ALESSANDRIA 3 9 3 15 (FONTE: REGIONE LOMBARDIA, DIVISIONE INFRASTRUTTURE E MOBILITA’) In secondo luogo la linea ha una velocità commerciale piuttosto bassa (dell’ordine dei 55km/h), con tempi di percorrenza medi di circa 40-45 minuti per raggiungere la stazione di Pavia e di circa 40-45 minuti per quella di Alessandria. Infine vi è da notare che lungo il percorso della linea ferroviaria Pavia-TorreBerettiAlessandria, nella tratta che attraversa il territorio comunale di Ferrera Erbognone, si trovano ben sei passaggi a livello, ovvero in media uno ogni 650 metri circa. In breve tutte le strade che attraversano il tracciato ferroviario, siano esse provinciali, comunali o strade vicinali, sono controllate da un passaggio a livello. L’esistenza di questa quantità considerevole di passaggi a livello lungo la tratta contribuisce ad un’inadeguata funzionalità della linea e, nelle ore di punta della mattina e della sera, provoca code di attesa lungo i percorsi della viabilità ordinaria. PAGINA 143 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Oltre a quanto detto sulle potenzialità (teoriche) e le carenze (reali) della linea ferroviaria Pavia-TorreBeretti-Alessandria, si evidenziano anche i limiti attuali della stazione FS di Ferrera Erbognone, sia in termini di dotazione interne che esterne. Si deve rilevare infatti che la stazione ferroviaria di Ferrera, meglio classificata come fermata non presenziata, non è dotata di alcun servizio interno alla stazione stessa (non si trovano ad esempio né biglietteria e né self-service per l’acquisto biglietti).248 La stazione ferroviaria di transito del Comune di Ferrera è effettivamente classificata come piccola stazione, e, come tutte le stazioni appartenenti a questa categoria, è gestita direttamente dalla società Rete Ferroviaria Italiana (RFI) con il semplice generico obiettivo di attuare processi atti a garantire il decoro e il mantenimento in efficienza degli spazi. Si segnala anche che, oltre alla linea ferroviaria Pavia-TorreBeretti-Alessandria, sono passanti per il Comune di Ferrera tramite la rete della mobilità su gomma di seguito descritta, le seguenti linee automobilistiche del Trasporto Pubblico Locale:249 - Linea Mortara-Voghera (Codice M17 – Gestore: SVA), che collega i seguenti centri: Mortara, Cergnago, San Giorgio di Lomellina, Ottobiano, Ferrera Erbognone (bivio), Lomello, Mede, Tortorolo, Pieve del Cairo, Mezzana Bigli, Cornale, Casei Gerola, Medassino, Voghera; tale linea è a frequenza ferialescolastica con poche corse che coprono l’intero percorso, più frequenti da Mortara per San Giorgio Lomellina e Mede; - Linea Mede-Pavia (Codice M22 – Gestore: Cuzzoni e Gilona), che collega i seguenti centri: Mede, Lomello, Ferrera Erbognone (corso Repubblica), Sannazzaro de' Burgondi, Pieve Albignola, Zinasco Nuovo, Mezzana Rabattone, Zinasco Vecchio, Sairano, Sommo, Cava Manara, Pavia; tale linea è segue lo stesso itinerario della ferrovia da Pavia verso Torre Berretti e Alessandria. Per quanto attiene al sistema della mobilità su gomma, il centro abitato di Ferrera Erbognone sorge lungo il precorso storico principale, costituito dalla strada che collega Pavia con Alessandria, in direzione Est-Ovest, oggi corrispondenti al tracciato della Strada Provinciale Alessandria-TorreBeretti–Pavia (Strada Provinciale SP193bis). Un secondo tracciato, di minore importanza nella maglia viaria lomellina, attraversa il territorio comunale di Ferrera Erbognone nella parte sud-orientale del territorio comunale, servendo la grande area produttiva degli impianti petrolchimico e delle attività vicine, e corrisponde alla Strada Provinciale Lomello-Galliavola-GalliaSannazzaro de’ Burgondi (Strada Provinciale SP28). Questi percorsi250 consentono le connessioni viabilistiche tra Ferrera Erbognone ed i centri maggiori di Mortara (distante 20,6 km), Vigevano (distante 26,2 km), Pavia (distante 27,1 km), ed anche i centri di Mede (distante 11,5 km) e di Gropello Cairoli (distante 14,0 km), nonché con i percorsi di lunga distanza attraverso l’Autostrada 248 249 250 Cfr. http://www.ferroviedellostato.it/ Cfr. Guida ragionata al trasporto pubblico in Lombardia (a cura di Assoutenti) 2006. Tali tracciati sono classificabili, ai sensi del Codice della Strada, come strade extraurbane secondarie (categoria C: strada ad unica carreggiata con almeno una corsia per senso di marcia e banchine). PAGINA 144 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Milano Genova (A7) tramite i caselli autostradali di Gropello Cairoli (verso Milano) e di Casei Gerola (verso Genova), distanti entrambi meno di quindici chilometri (<15km) dal centro abitato ferrarino. Sulla maglia dei due assi primari di attraversamento sopradescritta si innestano i percorsi della viabilità secondaria,251 che collegano Ferrera Erbognone con i centri abitati limitrofi: - la Strada Provinciale Gropello-Dorno-Valeggio-Ferrera (Strada Provinciale SP19) a carreggiata unica e senza banchine; - la Strada Provinciale Scaldasole-Ferrera (Strada Provinciale SP68) anch’essa a carreggiata unica e senza banchine; e anche la Strada Comunale extraurbana della Corradina (identificata in questo contesto come “SC0A”), che svolge un ruolo importante di connessione comunale tra le due principali strade che attraversano Ferrera, ovvero tra la SP193bis (Strada Provinciale Alessandria-TorreBeretti–Pavia) e la SP68 (Strada Provinciale LomelloGalliavola-Gallia-Sannazzaro). A queste si devono aggiungere i percorsi di due altre strade comunali: la Strada Comunale extraurbana di Cantaberta (identificata come “SC0B”) e la Strada Comunale extraurbana di Malandrana (identificata come “SC0C”), che collegano il centro abitato di Ferrera con la parte Sud del territorio comunale verso la SP28 lambendo ad Ovest la grande area produttiva del petrolchimico. TABELLA 39. RETE PRIMARIA E SECONDARIA IN COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE CODICE PARTENZA ARRIVO LUNGHEZZA (M) CATEGORIA SP193b CONFINE COMUNALE OVEST CONFINE COMUNALE EST 4.200 “C” SP28 CONFINE COMUNALE EST CONFINE COMUNALE SUD-OVEST 2.400 “C” SP19 CONFINE COMUNALE NORD CENTRO ABITATO INT. SP193 1.800 “F” SP68 CONFINE COMUNALE NORD CENTRO ABITATO INT. SP193 1.300 “F” SC0A CENTRO ABITATO INT. SP193 INTERSEZIONE CON SP28 3.500 “F” SC0B CENTRO ABITATO INTERSEZIONE SC0C 1.200 “F” SC0C CENTRO ABITATO INTERSEZIONE SC0A 3.100 “F” TOTALE 17.500 I TRACCIATI ELENCATI IN TABELLA SONO CLASSIFICATI, AI SENSI DEL CODICE DELLA STRADA, COME STRADE EXTRAURBANE SECONDARIE (CATEGORIA C: STRADA AD UNICA CARREGGIATA CON ALMENO UNA CORSIA PER SENSO DI MARCIA E BANCHINE) O COME STRADE LOCALI (CATEGORIA F: STRADA URBANA OD EXTRAURBANA OPPORTUNAMENTE SISTEMATA NON FACENTE PARTE DEGLI ALTRI TIPI DI STRADE) Per quanto attiene ai volumi di traffico presenti sulla viabilità all’interno del territorio comunale di Ferrera, si deve notare anzitutto che il percorso della Strada Provinciale Alessandria-TorreBeretti–Pavia (SP193bis) presenta i maggiori flussi di traffico (i recenti dati del 2007 evidenziano che nell’ora di punta della mattina, tra le 7.00 e le 251 I tracciati sono classificabili, ai sensi del Codice della Strada, come strade locali (categoria F: strada urbana od extraurbana opportunamente sistemata non facente parte degli altri tipi di strade). PAGINA 145 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © 8.00, risultano circa 300 veicoli equivalenti in direzione Sannazzaro e circa 250 provenienti da Lomello, e circa 150 veicoli equivalenti provenienti da Sannazzaro e circa 50 in direzione Lomello).252 Sulla Strada Provinciale Lomello-Galliavola-Gallia-Sannazzaro de’Burgondi (SP28) invece i flussi veicolari dell’ora di punta mattutina diminuiscono fortemente (80 veicoli equivalenti in direzione Sannazzaro e 140 in direzione Pieve del Cairo).253 E ancora meno sono quelli verificati sulla Strada Provinciale Gropello-Dorno-ValeggioFerrera (SP19) e sulla Strada Provinciale Scaldasole-Ferrera (SP68), che sono quasi irrilevanti. 254 Oltre a ciò è necessario rilevare che le caratteristiche geometriche delle strade provinciali che interessano il territorio comunale di Ferrera Erbognone, se si eccettuano i tratti in cui queste attraversano il centro abitato principale, risultano con sezioni quasi sempre inferiori a quelle specificamente previste dal Decreto Ministeriale del 5 novembre 2001 (Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade) per questo tipo di viabilità (strada extraurbana secondaria – C2), ovvero con corsie di 3,50 metri e banchine di 1,25 metri, per un totale di 9,50 metri di piattaforma stradale. All’interno del Comune di Ferrera Erbognone sono infatti verificate infatti le seguenti ampiezze di sezione stradale, rilevabili dalla cartografia digitale fotogrammetrica: - i due assi principali della Strada Provinciale Alessandria-TorreBeretti–Pavia (SP193bis) e della Strada Provinciale Lomello-Galliavola-Gallia-Sannazzaro (SP28) hanno rispettivamente sezione media di sette metri (7,00m) e di sette metri e mezzo (7,50m) per tutto il tratto comunale; - la Strada Comunale extraurbana della Corradina (“SC0A”), che ha un ruolo importante nella maglia viaria del Comune ferrarino, come già detto, ha sezione media di cinque metri (5,00m) per tutto il percorso; - la Strada Provinciale Gropello-Dorno-Valeggio-Ferrera (SP19) e la Strada Provinciale Scaldasole-Ferrera (SP68), che servono ai collegamenti minori con i centri limitrofi posti a Nord, hanno entrambe sezioni medie inferiori ai tre metri e mezzo (3,50m) per tutto il tratto comunale; - e anche la Strada Comunale extraurbana di Cantaberta (“SC0B”) e la Strada Comunale extraurbana di Malandrana (“SC0C”), strade utili per i collegamenti verso l’area del petrolchimico, hanno entrambe sezioni medie addirittura inferiori ai tre metri (3,00m) per tutta la loro estensione. Da quanto sopra evidenziato, risulta che il ruolo primario rivestito dalle Strade Provinciali SP193bis e SP28, per le connessioni di Ferrera Erbognone con la rete di ordine superiore e con i Comuni limitrofi, non corrisponde a caratteristiche delle strade adeguate. 252 253 254 Cfr. Provincia di Pavia, Piano di Traffico della Viabilità Extraurbana PTVE, marzo 2008, Elaborato 2, Grafo caricato, Rete stato di fatto 2007, Flussi 2007. Cfr. ibidem. Cfr. ibidem. PAGINA 146 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © E però, soprattutto gli altri percorsi extraurbani con caratteristiche di strade secondarie e locali, vale a dire Strada Comunale extraurbana della Corradina (“SC0A”), e anche le Strade Provinciali Gropello-Dorno-Valeggio-Ferrera (SP19) e Scaldasole-Ferrera (SP68), nonché le Strade Comunali extraurbane di Cantaberta (“SC0B”) e di Malandrana (“SC0C”), non hanno nemmeno le caratteristiche minime di tracciato previste per le sezioni delle strade locali, ovvero di almeno 6,50 metri. Una terza rete del sistema della viabilità, all’interno del territorio comunale di Ferrera Erbognone, è costituita dal gruppo di Strade Comunali e Vicinali che servono per le connessioni tra il centro abitato maggiore e i principali complessi cascinali o aree rurali all’interno del Comune. Con Deliberazione del Consiglio Comunale del 11 dicembre 1963 è individuata l’elenco delle Strade Comunali e delle Strade Vicinali di pubblico passaggio del Comune di Ferrera Erbognone, secondo quanto disposto dalla Legge n.126 del 12 febbraio 1958, aggiornando un precedente elenco del 1893.255 Tale elenco, oltre a classificare come Strade Comunali esterne i percorsi della Strada della Corradina (“SC0A”), della Strada di Cantaberta (“SC0B”) e della Strada di Malandrana (“SC0C”), riporta i seguenti tracciati che risultano evidenziati anche nella cartografia allegata alla stessa Delibera: 1. Strada Vicinale Comunale della Cascinetta (identificata con il numero “1”), che parte dalla Strada della Corradina, raggiunge la Cascina Bosatra, e di qui prosegue fino alla Provinciale Pavia-Alessandria, oggi SP193bis (con una lunghezza totale tracciato di 3.300 metri e una larghezza media di 3,00 metri); 2. Strada Vicinale Comunale della Crimea (identificata con il numero “2”), che parte dalla Provinciale Pavia-Alessandria, oggi SP193bis, e arriva fino al numero 36 del foglio 2 (con una lunghezza totale tracciato di 1.900 metri e una larghezza media di 3,50 metri); 3. Strada Vicinale Comunale di Galliavola (identificata con il numero “3”), che parte dalla Strada della Corradina e arriva al fiume Agogna, sul Confine del Comune in località Molino Caffarella (con una lunghezza totale tracciato di 2.900 metri e una larghezza media di 3,00 metri); 4. Strada Vicinale delle Vigne (identificata con il numero “4”), che parte dalla Strada di Cantaberta e arriva al Confine del Comune di Sannazzaro de’Burgondi (con una lunghezza totale tracciato di 1.400 metri e una larghezza media di 3,00 metri); 5. Strada Vicinale dei Casoni (identificata con il numero “5”), che parte dalla Strada Pavese e arriva al Confine del Comune di Mezzana Bigli (con una lunghezza totale tracciato di 1.500 metri e una larghezza media di 4,50 metri); 6. Strada Vicinale del Roggione (identificata con il numero “6”), che parte dall’estremo dell’abitato di via Roggione al Cavo Quintone, ovvero al numero 33 255 La medesima Delibera di Consiglio Comunale riporta anche le Strade Comunali interne di Ferrera Erbognone, che corrispondono al seguente elenco (ovviamente riferito all’anno dell’atto, cioè il 1963): via Circonvallazione, via Roggione, vicolo Molino, piazza San Giovanni, via Garibaldi, vicolo Erbognone, piazza Bertellini, via XX Settembre, via Mazzini, via Roma. PAGINA 147 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © del foglio 3 (con una lunghezza totale tracciato di 600 metri e una larghezza media di 3,50 metri). TABELLA 40. COMUNE FERRERA - ELENCO E CARATTERISTICHE DELLE STRADE VICINALI ID. DENOMINAZIONE LUNGHEZZA (M) LARGHEZZA (M) 1 STRADA VICINALE COMUNALE DELLA CORRADINA 3.300 3,00 2 STRADA VICINALE COMUNALE DELLA CRIMEA 1.900 3,50 3 STRADA VICINALE COMUNALE DI GALLIAVOLA 2.900 3,00 4 STRADA VICINALE DELLE VIGNE 1.400 3,00 5 STRADA VICINALE DEI CASONI 1.500 4,50 6 STRADA VICINALE DEL ROGGIONE 600 3,50 11.600 I TRACCIATI ELENCATI IN TABELLA SONO CLASSIFICATI, AI SENSI DEL CODICE DELLA STRADA, COME STRADE LOCALI (CATEGORIA F VICINALE STRADE PRIVATE FUORI DAI CENTRI ABITATI AD USO PUBBLICO) Si deve sottolineare che, ai sensi degli articoli 1 e 2 del Codice della Strada (Decreto Legislativo n. 285 del 30 aprile 1992, e successive modifiche e integrazioni), le strade vicinali sono definite come strade private fuori dai centri abitati ad uso pubblico, e pertanto sono assimilate alle Strade Comunali. In sostanza è definita strada vicinale una strada privata gravata da servitù di uso pubblico. Come si può desumere dai precedenti elenchi, anche in questo caso come precedentemente evidenziato per le strade provinciali e comunali, primarie e secondarie, le caratteristiche geometriche delle Strade Comunali extraurbane e vicinali esistenti in Comune di Ferrera Erbognone, non rispettano minimamente quelle prescritte dal già citato Decreto Ministeriale del 5 novembre 2001, corrispondenti a quelle delle strade locali extraurbane a traffico limitano, con sezione pari a 3,25 metri per corsia e 1,00 metro per banchina, per una larghezza totale della piattaforma stradale di 8,00 metri. Tutti i tracciati precedentemente elencati e descritti costituiscono la rete minore del territorio comunale con valore non solo funzionale ma anche paesaggistico e di particolare interesse storico. Per quanto attiene alla viabilità ciclabile,256 si evidenzia la mancanza di piste ciclabili classificabili come tali all’interno del territorio comunale di Ferrera Erbognone. Pertanto, allo stato di fatto, la mobilità ciclistica nel territorio comunale di Ferrera si svolge sui tracciati della viabilità ordinaria, costituita dalle Strade Provinciali, Comunali e Vicinali, elencate in precedenza, senza però opportuna segnaletica, con una grave problematica di sicurezza, a causa anche della stessa geometria delle sedi viarie che hanno carreggiate con sezioni ristrette, come già evidenziato. In sostanza non esiste ad 256 I tracciati ciclabili sono classificabili, ai sensi del Codice della Strada, come strade di categoria F bis Itinerario Ciclopedonale: strada locale, urbana, extraurbana o vicinale, destinata prevalentemente alla percorrenza pedonale e ciclabile e caratterizzata da una sicurezza intrinseca a tutela dell’utenza debole della strada. PAGINA 148 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © oggi un funzionale e sicuro sistema della viabilità ciclabile in Comune di Ferrera Erbognone, ovvero una rete dei percorsi ciclabili in grado di avere una compatibilità, e dove possibile un’autonomia, nei confronti della viabilità veicolare.257 L’elaborato del presente Piano di Governo del Territorio (PGT) contrassegnato come Elaborato DP04 (Quadro conoscitivo del territorio comunale. Il sistema infrastrutturale e della mobilità– scala 1:10000) costituisce la tavola di riferimento per tutte le argomentazioni e gli approfondimenti qui svolti. In sintesi si possono evidenziare le seguenti tematiche relativamente al sistema della mobilità esistente nel Comune di Ferrera Erbognone: A. come si è visto, oltre alla linea ferroviaria Pavia-Alessandria (FS141) passante a Sud del centro abitato di Ferrera (che è oggi caratterizzata dalla vetustà degli impianti e da un basso livello di servizio), il sistema della viabilità ferrarino è composto principalmente da un asse stradale di attraversamento Est-Ovest, costituito dalla Strada Provinciale Alessandria-Pavia (ovvero la SP193bis) che passa dentro il centro abitato e storico, a cui si aggiunge la Strada Provinciale Lomello-Sannazzaro (ovvero la SP28), scorrente a Sud-Est del territorio comunale; da queste due vie primarie si dipartono una serie di strade locali (provinciali, comunali e vicinali) che collegano Ferrera ai centri vicini (Scaldasole e Valeggio) e ai nuclei cascinali ed extraurbani esistenti; la funzionalità di tutte queste strade presenta però diversi elementi di criticità, che in gran parte sono ancora da risolvere: B. anzitutto permane il problema dell’attraversamento del centro abitato di Ferrera della SP193bis (Pavia-Alessandria), vale a dire di un asse stradale importante per la mobilità in questa porzione del territorio pavese; tale problema è risolto solo per quanto attiene alla velocità dei veicoli all’interno del centro abitato, ridotta con l’ausilio di impianti semaforici ubicati all’inizio a alla fine del centro abitato stesso; e però attende ancora risoluzione il problema del passaggio di mezzi pesanti (e in generale della quantità di traffico) all’interno del centro ferrarino, essendosi accantonata nel primo Piano di Governo del Territorio (anno 2008) la soluzione progettuale prevista dal vecchio Piano Regolatore Generale (anno 257 Tale obiettivo è raggiungibile con una duplice pianificazione urbanistica e progettuale: in primis definendo i percorsi ottimali della rete ciclabile, anche in relazione agli elementi di paesaggio ed ai servizi esistenti (spazi a verde o attrezzature del parco); in secondo luogo valutando le caratteristiche dei tracciati per la mobilità ciclistica nei diversi tratti, ovvero se questi si debbano configurare come percorsi in sede propria, o come corsie preferenziali al margine della carreggiata stradale, o come itinerari promiscui al traffico automobilistico. In particolare i due requisiti fondamentali a cui si dovrà attenere la progettazione della rete ciclabile in Comune di Ferrera Erbognone sono i seguenti, come indicato dal citato Manuale per la realizzazione della rete ciclabile regionale: anzitutto privilegiare gli ambiti di maggior interesse paesistico o naturalistico; in secondo luogo privilegiare tutte le infrastrutture esistenti dismesse, quali argini, alzaie e ripe di fiumi, canali e navigli, tronchi stradali dimessi. I riferimenti normativi per le piste ciclabili sono costituiti dalle seguenti norme statali e regionali: Decreto Ministeriale n. 557 del 30 novembre 1999, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 225 del 26 settembre 2000, Serie Generale (Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili); Deliberazione di Giunta Regionale n. VI/47207 del 22 dicembre 1999, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – sussidi tematici – il 12 maggio 2000 (Manuale per la realizzazione della rete ciclabile regionale). PAGINA 149 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © 2000), ovvero la previsione di una strada di circonvallazione o superamento a Nord dell’abitato ferrarino; C. un secondo ordine di problematiche riguarda le sezioni delle strade ferrarine, sempre inferiori ai minimi individuati dal Decreto Ministeriale del 2001, che assegna dimensioni alla carreggiata proporzionate al ruolo svolto dalla stessa nella maglia infrastrutturale; di fatto si verificano sezioni ridotte anche per strade locali rilevanti per i collegamenti interni a Ferrera, ad esempio la Strada della Corradina, che costituisce l’unico collegamento diretto, all’interno dell’ambito comunale, tra le due Strade Provinciali principali, cioè la SP193bis (PaviaAlessandria) e la SP28 (Lomello-Sannazzaro); o anche le Strade Comunali extraurbane di Cantaberta e di Malandrana utili per i collegamenti verso l’area del petrolchimico; D. sarebbe anche utile la revisione della rete ciclabile di progetto schematizzata dal Piano di Governo del Territorio vigente, al fine di una sua maggiore definizione e verifica della fattibilità, anche in relazione al Piano dei Servizi (collegamento tra le diverse aree per attrezzature pubbliche di uso pubblico e di interesse generale), agli interventi edificatori futuri (nuove aree residenziali di trasformazione) e alle aree di pregio ambientale e naturalistico lungo il corso del Torrente Erbognone che scorre nel territorio comunale con andamento Nord-Sud e presenta ancora diverse zone boscate. Si ribadisce che la tavola di riferimento per tutte le argomentazioni e gli approfondimenti qui svolti è rappresentata dall’elaborato del presente Piano di Governo del Territorio (PGT) contrassegnato come Elaborato DP04 e intitolato “Quadro conoscitivo del territorio comunale. Il sistema infrastrutturale e della mobilità– scala 1:10000”. PAGINA 150 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © 3.2. IL SISTEMA DEL TERRITORIO URBANO STORICO E ATTUALE Oltre all’armatura costituita dal sistema della mobilità e dei trasporti, descritto ed analizzato nel precedente paragrafo, la nuova Legge per il Governo del Territorio sottolinea la necessità di indagare anche l’assetto del territorio urbano ed extraurbano, considerandone anche le principali dinamiche in atto, le criticità e le potenzialità. Le indagini sull’assetto urbano e insediativo devono approfondire sia gli aspetti funzionali che morfologici e tipologici che caratterizzano il territorio ed il paesaggio urbano, nonché i processi socio-economici e culturali, i piani e i progetti che ne hanno generato gli attuali usi, la configurazione e le relazioni con il territorio. Si devono in tal senso mettere in rilievo: le diverse fasi di sviluppo del sistema urbano, la stratificazione delle regole insediative, le trasformazioni dei sistemi funzionali, l’evoluzione dell’assetto morfologico e tipologico del tessuto urbano ed edilizio (il paesaggio dentro la città), il sistema dei servizi e l’evoluzione del rapporto tra “forma” urbana e “forma” del territorio (paesaggio urbano e paesaggio extraurbano). In prima battuta, questo paragrafo analizza quindi le trasformazioni urbanistiche ed edilizie del territorio e del nucleo abitato di Ferrera, considerato principalmente sotto il profilo della costruzione storica territoriale e paesaggistica, tralasciando perciò informazioni meramente nozionistiche, come le date o i personaggi che si trovano nelle storie locali, e non sono attinenti all’argomento in oggetto. 258 258 Quale inquadramento storico amministrativo è peraltro utile la sintesi riportata nel sito sulle istituzioni storiche del territorio lombardo (http://civita.lombardiastorica.it/) a proposito di Ferrera Erbognone: “In un documento del 999 si trovano citati i nobili Sannazzaro come signori feudatari della chiesa di Ferrera (Bergamo 1995). Nell’Elenco dei pagamenti di tasse di fodro e di giogatico, si legge “Secundum breue de Lomellina, Jn Ferraria (…)” (Bollea 1909). La località è inclusa nell’elenco delle terre del contado di Pavia del 1250 come Ferraria, in Contea Lumellina (Soriga 1913). Nella relazione del 1 novembre 1707 dell’intendente generale Fontana, incaricato di censire i comuni della Lomellina dal duca di Savoia, Ferrera, comune dipendente da Sannazzaro (e con il quale concorre per il pagamento dei carichi, in ragione dei due settimi dell’Estimo Rurale), conta 500 anime. In seguito alla lite col suddetto comune, per separarsi dal suo territorio e registro, la comunità fa le sue imposte a parte (ASTo, Paesi di nuovo acquisto). Fra le terre considerate vocali per metà risulta anche Ferrera insieme a San Nazzaro de’ Burgondi (Malagugini 1911). Il comune, nella compartimentazione territoriale sabauda del 1723, insieme a S. Nazaro, fa parte della provincia Lomellina e dipende dalla prefettura di Mortara (regolamento delle provincie 1723). Nello stabilimento delle province del 3 settembre 1749 viene confermata l’appartenenza di Ferrera alla provincia Lomellina (stabilimento delle provincie 1749). Dal manifesto senatorio del 17 agosto 1750 si evince che il comune è incluso nel terzo cantone della Lomellina (manifesto senatorio 1750). In seguito al nuovo censimento delle province del 15 settembre 1775 Ferrera è confermata alla Lumellina (editto 1775). Il primo decreto napoleonico del 1800 emanato per la Lomellina sancisce che il dipartimento dell’Agogna è diviso in 17 distretti, o circondari comunali, Mortara è capoluogo del quinto distretto e Ferrera ne fa parte (legge brumale anno IX). Nella compartimentazione territoriale del 28 aprile 1806 Ferrera ricade sotto il dominio napoleonico e, precisamente, nel dipartimento dell’Agogna, distretto di Vigevano, cantone terzo di San Nazzaro di Borgondi, come comune di terza classe unito a Cassina Ardizzi e Confaloniera, Gattinara, con popolazione di 1247 abitanti (compartimentazione 1806). Con la compartimentazione del 7 ottobre 1814 Ferrera insieme a Gattinera, fa parte del mandamento di San Nazaro de’ Burgondi, nella provincia di Mortara (regio editto 1814, ASCVo). Per mezzo del regio editto del 10 novembre 1818 “portante una nuova circoscrizione generale delle provincie de’ regi stati di terra-ferma”, Ferrera viene inserita nel mandamento di Sannazzaro de’ Burgondi, nella provincia di Lomellina (regio editto 1818, ASC Casei Gerola). Nella compartimentazione territoriale del 23 ottobre 1859, Ferrera appartiene al circondario primo di Pavia, mandamento settimo di San Nazzaro e ha una popolazione di 1994 abitanti (decreto 1859). In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 PAGINA 151 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Pertanto, senza cominciare la storia urbana di Ferrera Erbognone da tempi eccessivamente lontani, per i quali sono state fatte talvolta diverse congetture,259 non sempre verificate e quindi poco attendibili, si può comunque sostenere quanto segue.260 259 260 ottobre 1859, il comune di Ferrera Erbognone con 1.994 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento VII di Sannazzaro, circondario I di Pavia, provincia di Pavia. Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 1.986 abitanti (Censimento 1861). Sino al 1863 il comune mantenne la denominazione di Ferrera e successivamente a tale data assunse la denominazione di Ferrera Erbognone (R.D. 8 Febbraio 1863, n.1192). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Nel 1867 il comune risultava incluso nel mandamento di Sannazzaro de’ Burgondi, circondario di Pavia e provincia di Pavia (Circoscrizione amministrativa 1867). Popolazione residente nel comune: abitanti 2.150 (Censimento 1871); abitanti 2.409 (Censimento 1881); abitanti 2.283 (Censimento 1901); abitanti 2.121 (Censimento 1911); abitanti 1.997 (Censimento 1921). Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Pavia della provincia di Pavia. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Popolazione residente nel comune: abitanti 1.771 (Censimento 1931); abitanti 1.839 (Censimento 1936). In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1946 il comune di Ferrera Erbognone veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 1.841 (Censimento 1951); abitanti 1.594 (Censimento 1961); abitanti 1.484 (Censimento 1971). Nel 1971 il comune di Ferrera Erbognone aveva una superficie di ettari 1.954. Cfr. ad esempio per gli inizi, le brevi note del classico: Mario Merlo, Castelli Rocche Case - forti Torri della Provincia di Pavia (a cura della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Pavia), 1971, Volume Primo (Pavese e Lomellina), pagg. 273: “La storia ci ha tramandato poche notizie sul passato di questo antico borgo. II Pezza ricorda, su un dato del Sòriga, che la locale chiesa di S. Giacomo fu fondata nell'anno 999 e che il relativo rogito si trova tra le carte di S. Maiolo che si conservano nella Biblioteca Ambrosiana di Milano. A parte la notorietà goduta probabilmente dal paese nel medioevo - per il nome di Giovanni, costruttore, unitamente a Jacopo da Cozzo, del ponte vecchio di Pavia e di quello di Verona, sul fiume Adige (che avrebbe progettato da solo), sta di fatto che Ferrera fu luogo quasi certamente fortificato, anche se non se ne vedono segni apprezzabili. All'inizio dell'abitato, entrando da Pavia, si nota a mano destra una torrettacolombaia quadrangolare, con un fregio dentellato in cotti, che potrebbe benissimo essere stata di compendio di una casa-forte. II nome stesso del paese, anche se di origine incerta, induce a pensare ad un centro di attività fuori del comune e, come tale, di una certa rilevanza politicoeconomico-sociale. Secondo il Capsoni Ferrera avrebbe derivato il nome dal fatto che vi esisteva anticamente una vena di ferro, ma il Calvi ritiene più verosimile che l'origine del toponimo risalga al culto di Giove Faretrio, divinità che aveva forse onori durante il paganesimo.” O anche il sito http://www.comune.ferreraerbognone.pv.it/storia.php: “La presenza di una comunità organizzata nel territorio di Ferrera Erbognone è antichissima. Negli anni scorsi lungo il corso del torrente Erbognone furono ritrovati alcuni reperti della tarda età del bronzo risalenti al 1300-1200 avanti Cristo. La nascita del borgo si fa risalire all’epoca romana. Dal latino deriverebbe il toponimo Ferraria, per via di alcune vene di ferro presenti nel sottosuolo: così pensava lo storico pavese Siro Capsoni. Secondo altri, qui erano presenti alcune attività (ferraria officina) che lavoravano il metallo. Le versioni sull’origine del nome sono discordanti. Anche l’acqua avrebbe avuto qualità straordinarie, in grado di temprare il ferro (ferraria aqua). Nel 1874, invece, don Carlo Calvi sosteneva che Ferrera derivasse da Giove Feretrio, divinità del mondo romano che qui sarebbe stata adorata con particolare intensità. Anche nel Settecento padre Antonio Portalupi ipotizzava un’etimologia latina: Ferrera avrebbe sopportato (a ferendo) per lungo tempo le frequenti esondazioni del torrente Erbognone.” Si veda il sito http://www.comune.ferreraerbognone.pv.it/storia.php: “Notizie particolari dei suoi primi secoli di vita non se ne hanno: è fuori di dubbio, comunque, che il borgo fosse già sviluppato nella tarda età imperiale. A nord dell’abitato correva la via di comunicazione che collegava Ticinum (Pavia) ad Augusta Taurinorum (Torino) nei secoli dell’Impero romano. In Lomellina l’antica strada collegava Duriæ (Dorno) a Laumellum (Lomello). In epoca longobarda Ferrera Erbognone seguì le sorti di Lomello, vicinissima e influente. Lungo i secoli si arriva alla fine del primo millennio dell’era cristiana. Le prime testimonianze di una comunità organizzata sono rappresentate dalla chiesa di Santa Maria della Fede o di San Giacomo, di cui si è persa ogni traccia. Secondo le carte sorgeva nei pressi della ghiacciaia di via Giovanni da Ferrera. Nel Medioevo il borgo fu quasi sicuramente fortificato: l’unica testimonianza sembra essere la casaforte che sorge nella parte orientale del paese, verso Sannazzaro. Per un certo periodo, Ferrera fu feudo dei Sannazzarii: il borgo era già citato in documenti firmati da Federico I Barbarossa nel 1164 e da Enrico IV nel 1311. In un atto del 4 marzo 1316 si legge di un Francesco Sannazzaro de Ferraria. Nel 1395 a Praga l’imperatore Venceslao confermava il privilegio del territorio al ramo della famiglia noto come “Sannazzarii da PAGINA 152 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Nel territorio rurale lungo il percorso fluviale del torrente Erbognone, a poca distanza dalla confluenza dello stesso con il maggiore torrente Agogna, il centro abitato di Ferrera nasce e cresce in corrispondenza di un incrocio singolare tra itinerari che collegano diversi nuclei abitati, come del resto accade per parecchi centri della Lomellina. In questo ambito territoriale, interamente pianeggiante, sono infatti le trame viarie, rappresentate dapprima dai tragitti fluviali e poi da quelli stradali, che articolano nel tempo l’armatura insediativa. Ferrera si sviluppa, di fatto, attorno al crocevia di alcune antiche strade, che svolgono ruoli diversi: una strada principale che collega, in direzione Est Ovest, i centri maggiori di Sannazzaro e di Lomello, sullo storico percorso via terra tra le città di Pavia e di Alessandria, ed una serie di itinerari viari minori che uniscono tra loro, attraverso triangolazioni (e non centuriazioni), Ferrera con i centri circostanti posizionati a Nord, Scaldasole, Valeggio ed altri, e a Sud il fiume Po. La posizione strategica di Ferrera è in sintesi dettata, come accade per quasi tutti i centri lomellini, dalla presenza di punti nevralgici della rete delle acque e della rete di comunicazione via terra. Tale particolare posizione geografica di Ferrera e di altri centri lomellini emerge con evidenza, non tanto dalle vecchie carte cinque e seicentesche,261 ma piuttosto dalla cartografia storica del Settecento e dell’Ottocento, dove si inizia a vedere il nucleo abitato ferrarino che si incastra lungo l’itinerario Lomello-Sannazzaro (ovvero PaviaAlessandria) proprio nel tratto in cui si diramano le vie per Ottobiano, per Valeggio, per Scaldasole verso Nord, e le vie dirette al territorio agricolo, al torrente Agogna e poi al fiume Po verso Sud. L’intersezione di questi percorsi, destinati ai traffici e agli scambi di media e lunga distanza tra le città di Pavia e di Alessandria, nonché tra i centri vicini e i percorsi fluviali, è quindi con ogni probabilità l’occasione che dà origine all’originario insediamento di Ferrera Erbognone. A maggiore comprensione di quanto sopra affermato si veda, ad esempio, la cartografia storica del periodo settecentesco e soprattutto la famosa e più volte pubblicata262 “Carta della Lomellina in otto parti”, senza data ma segnalata come probabilmente del 1765 circa, conservata all’Archivio di Stato di Torino (AST). Nel Settecento Ferrera Erbognone ha un forte sviluppo, anche demografico, dovuto non solo alla sua posizione strategica, ma anche all’incremento della attività connesse all’agricoltura: la sua popolazione raddoppia nell’arco di questi cento anni, passando dai 500 abitanti di inizio secolo (anno 1707) ai 1.247 abitanti dei primi Ottocento (anno 1806). Tale impulso produttivo, legato alle attività agricole e ai commerci, continua in modo sostenuto anche per tutta la prima metà dell’Ottocento, 261 262 Ferraria”. Nel Catasto pavese del 1250 sono citate anche alcune località del paese come Mellendraria e Domus Marianorum: si può ipotizzare che il primo toponimo sia la cascina Malandrana, abbattuta circa trent’anni fa. Altri sostengono che il secondo nome sia da attribuire alla Confaloniera. Per il resto, Ferrera seguì le sorti della famiglia aristocratica dei Malaspina, di cui rappresentò una parte del feudo dal 1431 fino all’arrivo dei francesi, alla fine del Settecento.” Si veda ad esempio l’iconografia riportata in: Franco Poma, Imago Chorographica. Cartografia della Lomellina e del Contado di Vigevano, Società Storica Vigevanese. Arkè Edizioni, 1999. Cfr. ad esempio Annali di Storia Pavese, n. 4-5, dicembre 1980 (numero dedicato al lavoro “Uomini, Terre e colture nel ‘700 pavese”). PAGINA 153 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © considerando che Ferrera arriva a contare all’Unità d’Italia quasi 2.000 abitanti (più precisamente 1.995 abitanti nel 1859 e 1.986 abitanti nel 1861), quadruplicando quindi i propri residenti in centocinquanta anni.263 Proprio al primo periodo ottocentesco risale poi, effettivamente, la prima documentazione di un certo interesse, utile per analizzare e descrivere, nello specifico, anche le diverse fasi di sviluppo del sistema urbano, e anche extraurbano, di Ferrera. La “Mappa del territorio di Ferrera”, conservata nell’odierna sede municipale e risalente all’anno 1831, evidenzia il centro abitato ferrarino, cresciuto attorno all’asse formato dalla “Strada pubblica di Lomello” e dalla “Strada pubblica che tende a Sannazzaro”, da cui si dipartono i percorsi verso Nord della “Strada pubblica di Ottobiano” (antico tracciato oggi scomparso), della “Strada pubblica di Valeggio”, della “Strada pubblica di Scaldasole”, e verso Sud i numerosi tracciati diretti alla vasta, varia e fertile campagna e ai corsi d’acqua dell’Agogna e del fiume Po. Da questa cartografia si evince che il nucleo storico di Ferrera Erbognone non ha elementi di particolare rilievo, a parte i due principali monumenti costituiti dalla chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista,264 localizzata lungo la strada principale e oggi ancora esistente, e dalla chiesa di Santa Maria della Fede o di San Giacomo, successivamente demolita, localizzata a Sud della prima (proprio in corrispondenza della superstite ghiacciaia che oggi si trova di fronte alla biblioteca). Il restante dei fabbricati si dispone “a cortina” seguendo l’andamento dei tracciati viari di collegamento e in particolare concentrandosi lungo il percorso maggiore di direzione Est-Ovest, costituito dalla strada che collega Lomello a Sannazzaro. Tra gli edifici civili, localizzato sul principale percorso che volge a Sud verso la campagna e il fiume Po, emerge il Palazzo Strada tipico palazzo gentilizio dei piccoli centri della pianura lombarda e probabile avamposto di proprietà terriere ubicate nel rurale intorno.265 263 264 265 Si vedano i dati riportati in: http://civita.lombardiastorica.it/ a proposito di Ferrera Erbognone. Si veda il sito http://www.comune.ferreraerbognone.pv.it: “La chiesa parrocchiale, dedicata a san Giovanni Battista, fu costruita in stile romanico. Prima del XIII secolo la parrocchia dipendeva dal convento cluniacense di San Maiolo di Pavia: in seguito passò alle dipendenze della chiesa di Santa Maria di Lomello. L’edificio è citato nelle Rationes decimarum del 1322-23. Nel 1460 la parrocchiale fu visitata dal vescovo di Pavia: è identificata come “rettoria entro le mura”. Nel 1592 vi arrivò il vescovo sant’Alessandro Sauli in visita pastorale. La chiesa fu restaurata nel XVI secolo e, in seguito, assunse caratteristiche barocche. Nel XVIII secolo fu ampliata con l’aggiunta delle due navate laterali. L’ultima costruzione fu l’ampliamento del coro, avvenuto nel 1913. All’interno si notano cinque altari: l’altare maggiore, in marmo, è di stile barocco. Di fronte si trova un caratteristico presbiterio a forma di mosaico, realizzato nel 1840. Gli altari laterali, anch’essi in marmo, risalgono al Settecento. La chiesa conserva anche affreschi dei pittori Villa di Vigevano e di Annibale Ticinese di Semiana. Notevole anche una statua lignea della Madonna, datata 1766. Nel 1920 don Antonio Cuzzoni fece costruire la grotta di Lourdes, con relativo altare, in memoria dei soldati di Ferrera morti nella Grande guerra. L’altare della navata destra della chiesa parrocchiale conserva un pregevole dipinto di Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo. Alla fine del Cinquecento il celebre artista dipinse la Madonna del Rosario. Il cimitero conserva una statua della Madonna del Carmine, cui è dedicata la cappella centrale. Fu benedetta il 14 luglio 1935 dal parroco, don Antonio Crotti, e da padre Francesco Pianzola, il celebre predicatore lomellino.” Si veda il sito http://www.comune.ferreraerbognone.pv.it: “Fra i palazzi civili degni di nota sono palazzo Strada e l’antica casaforte di corso della Repubblica. Palazzo Strada, alla fine dell’Ottocento noto come palazzo Spinelli, è situato in via Roma: oggi sede della biblioteca comunale, conserva alcune pregevoli volte affrescate. La costruzione di corso della Repubblica è dotata di una torretta con fregio dentellato in cotto: nel XVIII e XIX secolo vi abitarono gli Strada, famiglia di “nobiluomini”. (…) L’antica ghiacciaia della casata nobiliare degli Strada è una preziosa testimonianza della civiltà contadina lomellina. La struttura in mattoni a forma sferica, un PAGINA 154 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Altra traccia evidente in questa mappa di inizio Ottocento è il sistema canalizio, ovvero la rete di acque, che circonda il nucleo storico ferrarino e parimenti lo attraversa trasversalmente da Nord a Sud: in particolare si deve segnalare il percorso della Roggia Regina che corre parallelamente al corso del torrente Erbognone e che ancora oggi passa in mezzo il centro antico di Ferrera . Sempre dalla “Mappa del territorio di Ferrera” del 1831 si vede che il restante del territorio ferrarino è caratterizzato dalla presenza di numerosi nuclei cascinali che costellano l’intorno del centro abitato di Ferrera. Tra queste la maggiore è certamente costituita dalla Cascina Confaloniera, situata ad Ovest del nucleo principale. Tale configurazione prettamente agricola del territorio ferrarino persisterà per tutto l’Ottocento e per la prima metà del successivo secolo, come del resto si verifica anche per gli altri comuni circostanti come ad esempio per Sannazzaro. Con l’Unità s’inizia peraltro a configurare in parecchi comuni lomellini un primo ed embrionale sistema di attrezzature pubbliche al sevizio della popolazione locale, composto in primis da un sistema dell’istruzione localizzato nei centri più importanti, come nel confinante Sannazzaro, dove nascono nel 1860 l’asilo infantile e, successivamente, nel 1890 le scuole elementari.266 Risalgono alla fine dell’Ottocento anche l’istituzione della sede di asilo infantile e scuole elementari, fino alla classe terza, di Ferrera Erbognone localizzata nell’edificio che oggi è sede municipale.267 In questo periodo viene realizzata altresì la linea ferroviaria tra Alessandria e Pavia, inaugurata nell’anno 1862, con una stazione anche in corrispondenza del centro abitato di Ferrera Erbognone, che rafforzerà le connessioni tra i diversi Comuni disposti lungo l’asse di mobilità su ferro. Alla fine dell’Ottocento il nucleo storico di Ferrera ha le dimensioni di quello d’inizio secolo come si constata da quanto riportato nella Carta compilata dall’Istituto Geografico Militare (IGM) su rilievi del 1882 e del 1884 (costituente la cosiddetta tavola di prima levatura del centro ferrarino): l’abitato di Ferrera si concentra lungo la strada che collega Lomello e Sannazzaro e appare circondata da numerosi nuclei cascinali. I principali percorsi viari individuati in questa cartografia sono ancora quelli storici composti dal crocevia tra la strada Lomello–Sannazzaro e la strada ValeggioCorradina, nonché dall’itinerario verso Scaldasole. Il nucleo di antica formazione di Ferrera appare disposto secondo una doppia modalità tipo-morfologica: gli edifici realizzati a cortina lungo gli assi stradali principali e le grandi corti che si estendono dai primi verso il circostante territorio agricolo.268 266 267 268 frigorifero ante litteram, era utilizzata per la conservazione del cibo. È visibile fra le vie Roma e Giovanni da Ferrera.” Si veda il sito http://www.comune.sannazzarodeburgondi.pv.it/territorio/cenni-storici: “Poco prima, nel 1860, era stato edificato per volere di Giovanni Antona Traversi, come dono alla moglie, Donna Claudia , il tuttora esistente asilo infantile, esemplato su modelli di istituzioni educative d'oltralpe. Nel 1890 sorsero invece le scuole elementari e nel 1932 il nuovo Palazzo Comunale, in stile piacentiniano e ingombro di bassorilievi inneggianti alla retorica fascista.” Si veda Umberto De Agostino, L’alba del secolo Ferrera Erbognone dal 1900 al 1909, Edizioni Clematis, Vigevano, 2008, pagg. 64, 80, 92 e 104. Sulle vicende di Ferrera a cavallo dei secoli XIX e XX si vedano anche i seguenti due volumidi recente pubblicazione: Umberto De Agostino, Giorno per giorno. Ferrera Erbognone dal 1890 al 1899, e Umberto De Agostino, L’alba del secolo. Ferrera Erbognone dal 1900 al 1909, Edizioni PAGINA 155 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © In effetti, fino alla metà del secolo novecentesco l’agricoltura riveste di fatto ancora un ruolo fondamentale nelle attività dei residenti considerando che una grande parte di questi abita le numerose e diverse cascine ferrarine e la quasi totalità del territorio comunale è destinata alle attività agricole. Nel 1951, come risulta dal censimento statistico di questo anno,269 su 1.841 abitanti del Comune Ferrera Erbognone 1.252 abitanti risiedono nel centro abitato principale e i restanti 589 abitanti (ovvero circa un terzo della popolazione totale) risiedono nella decina di nuclei cascinali sparsi nel territorio agricolo: Cascina Bosatra (38 abitanti), Cascina Confallonera (133 abitanti), Cascina Corradina (56 abitanti), Cascina Crimea (25 abitanti), Cascina Furiosa (37 abitanti), Cascina Gallona (35 abitanti), Cascina Gattinera (60 abitanti), Cascina Gesù (23 abitanti), Cascina Malandrana (60 abitanti), Cascina Rivolta (51 abitanti), o anche in case sparse (71 abitanti). Per tutta la prima metà del XX secolo il nucleo abitato di Ferrera rimane circoscritto entro l’area storica, sviluppatasi lungo la strada di collegamento tra Sannazzaro e Lomello e a Nord della linea ferroviaria Pavia-Alessandria. Gli eventi più rilevanti per la storia urbana del Comune di Ferrera Erbognone avvengono però successivamente al secondo conflitto mondiale. All’inizio degli anni Sessanta infatti s’insedia, occupando le aree agricole a Sud tra i centri abitati di Sannazzaro de’ Burgondi e di Ferrera Erbognone, a circa un chilometro di distanza dall’uno e dall’altro sulla strada verso Pieve del Cairo, la raffineria che inizierà la propria attività nell’anno 1963, dando origine ad uno dei poli petrolchimici più importanti d’Italia e d’Europa.270 269 270 Clematis, Vigevano, 2008. Per la Carta complilata dall’Istituto Geografico Militare nel 1923 su rilievi del 1882-1884 si veda Umberto De Agostino, L’alba del secolo, citato, pag. 141. Si veda Istituto Centrale di Statistica (ISTAT), IX Censimento generale della popolazione 4 novembre 1951, volume I – Dati sommari per comune, Fascicolo 14 Provincia di Pavia, Soc. Abete, Roma, 1956 (di seguito abbreviato con “ISTAT 1956”). Sono riportati, oltre al centro abitato di Ferrera Erbognone, anche i nuclei cascinali di: Confaloniera, Cascinetta, C.na Furiosa, C.na Malandrana, C.na Corradina tutti a Sud della linea ferroviaria e a Nord quelli di C.na Campalestra, C.na Cardinala e C.na Erbogna Cfr. il sito internet dell’ENI (ovvero: http://www.eni.it/it_IT/azienda/storia/la-nostra-storia.page) dal quale si possono dedurre i seguenti elementi cronologici sulla storia istituzionale dell’ente petrolchimico: 1926 - Fondazione dell'AGIP (Azienda Generale Italiana Petroli), con obiettivo la ricerca del petrolio in Italia (nel 1934 AGIP acquisisce la raffineria di Porto Marghera a Venezia, fondata nel ’26 per iniziativa privata); 1936 - AGIP estende la propria attività nel settore della raffinazione e della petrolchimica (nello stesso anno viene realizzata la raffineria di Livorno dall’ANIC, ovvero Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili); 1941 - L'Ente Nazionale Metano, l'AGIP e altre società danno vita alla SNAM (Società Nazionale Metanodotti), finalizzata alla costruzione e all'esercizio dei metanodotti, ovvero alla distribuzione e alla vendita del gas; 1953 Nasce ENI (Ente Nazionale Idrocarburi), con Enrico Mattei come primo Presidente, con l’obiettivo di fornire energia all'Italia “contribuendo in questo modo allo sviluppo industriale del paese”; 1963 Inizio delle attività per le raffinerie di Sannazzaro de' Burgondi e Gela (alla fine degli anni ’60 entra in esercizio anche la raffineria di Taranto); 1992 - Approvata la legge che trasforma ENI in Società per Azioni; 1998 - ENI incorpora AGIP, confermando gli obiettivi orientati all’esplorazione e alla produzione di olio e gas (nel 1999 viene costituita la società ENIPOWER direttamente controllata da ENI); 2002 - SNAM confluisce in ENI, che con nuova divisione Gas & Power gestisce tutte le attività relative al gas e all'energia elettrica in Italia e all'estero (in data 1 gennaio 2008 ENI incorpora anche PRAOIL Oleodotti Italiani s.p.a). Sempre dal sito http://www.eni.it/ si ricavano le seguenti notizie aggiuntive. Oggi ENI spa è un’impresa integrata nell’energia, impegnata a crescere nell’attività di ricerca, produzione, trasporto, trasformazione e commercializzazione di petrolio e gas naturale. Opera nelle attività del petrolio e del gas naturale, della generazione e commercializzazione di energia elettrica, della petrolchimica e dell’ingegneria e costruzioni, in cui vanta competenze di eccellenza e forti posizioni di mercato a livello internazionale. PAGINA 156 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Nel giro di alcuni anni, ovvero in poco più di un decennio, la capacità produttiva della raffineria di Sannazzaro e Ferrera raddoppia, ampliando così anche la propria estensione territoriale, allargando poi in seguito più volte l’area dei depositi di petrolio greggio nel Comune di Ferrera Erbognone.271 Le attività di approvvigionamento, lavorazione, stoccaggio e spedizione272 arrivano a coinvolgere non solo l’estesa area su cui insiste la raffineria, ma anche il territorio circostante con una fitta rete tecnologica di oleodotti che si ramificano proprio a partire dal sito del polo petrolchimico attraversando tutto il comune ferrarino. Le attività legate alla raffineria utilizzano progressivamente anche la rete esistente su gomma, e in minore quantità quella su ferro, per il caricamento via autobotti o tramite cisterne su rotaia dei prodotti della raffineria.273 271 272 273 Cfr. Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, n. 52 del 24 dicembre 1980. Cfr. in sito http://www.eni.it/it_IT/azienda/attivita-strategie/refining-marketing/raffinazione-rf/raffsannazzaro.shtml. (anno 2008) Raffineria di Sannazzaro. Con una capacità di raffinazione primaria bilanciata di 170 mila barili/giorno e un indice di conversione del 50,9% è una delle raffinerie più efficienti d’Europa. Situata nella Pianura Padana, rifornisce principalmente i mercati dell’Italia Nord Occidentale e della Svizzera e la sua elevata flessibilità consente di lavorare un’ampia varietà di greggi. (…) Nata nel 1963 con una capacità di 5 milioni di tonnellate /anno, raddoppiata nel 1975, ristrutturata tra il 1988 ed il 1992 e potenziata con interventi di miglioramento tecnologico negli ultimi anni, la Raffineria vanta oggi un livello di complessità e capacità di conversione tra i più elevati in Europa. Tecnologia ed efficienza, una felice posizione logistica e la flessibilità verso esigenze di mercato ed ambientali, fanno della Raffineria di Sannazzaro un punto di forza della Divisione Refining & Marketing dell’Eni. L’impegno della Raffineria non è però rivolto soltanto alle esigenze di produzione, ma, in linea con le politiche societarie dell’Eni, anche a garantire la sicurezza e la salute nelle proprie attività, a salvaguardare l’ambiente, ad assicurare un buon rapporto con il territorio. Per questo la Raffineria si è dotata di efficaci strumenti gestionali, quali un complesso Sistema di Gestione della Sicurezza ed un Sistema di Gestione Ambientale che ha ottenuto la Certificazione Internazionale ISO 14001. (…) Ciclo operativo. La Raffineria, posizionata al centro del triangolo industriale Torino-Milano-Genova, soddisfa le richieste di energia dell’area più industrializzata d’Italia. Questa collocazione ha inoltre suggerito di sviluppare una fitta rete di rifornimento e distribuzione via oleodotti, minimizzando così l’impatto ambientale ed i costi connessi al trasporto e alla movimentazione dei prodotti petroliferi su strada e garantendo un rifornimento puntuale e più veloce. (…) Sistema di approvvigionamento. La raffineria è collocata lungo il percorso dell’oleodotto che collega il terminale di Genova con la Svizzera Francese. La quantità di greggio ricevuta da Genova, proveniente via nave principalmente da Russia, Africa, Nord Europa, e Medio Oriente, ammonta a circa il 90%. La restante quantità proviene dal giacimento di Villafortuna presso Trecate (NO), anche essa mediante apposito oleodotto. (…) Flusso di lavorazione. La trasformazione del petrolio grezzo in prodotti finiti avviene attraverso fasi successive che comportano l’utilizzo di diversi tipi di impianti. (…) Stoccaggio. La Raffineria dispone di un parco di 170 serbatoi per una capacità complessiva di stoccaggio di oltre 2,3 milioni di metri cubi. Il greggio viene suddiviso in base alle caratteristiche e stoccato in 11 serbatoi aventi capacità unitaria di 35 mila e 120 mila metri cubi. Il greggio ed i vari prodotti vengono stoccati in serbatoi di diversa tipologia. Per evitare la formazione di miscele esplosive da idrocarburi ed aria, i prodotti volatili, quali il petrolio greggio, la benzina ed il kerosene, vengono stoccati in serbatoi a tetto galleggiante, tutti dotati di doppia tenuta ad anello liquido per evitare evaporazione di idrocarburi leggeri nell’ambiente. In particolare i serbatoi di kerosene a tetto galleggiante sono dotati di una ulteriore copertura per evitare contaminazione da acqua piovana. Per i prodotti più pesanti, quali gasolio ed olio combustibile, si ricorre invece a serbatoi a tetto fisso. I serbatoi per lo stoccaggio dei prodotti pesanti ad alta viscosità, quali bitume ed olio combustibile, sono coibentati e dotati di impianto di riscaldamento con vapore e/o olio diatermico. Tutti i serbatoi sono protetti da dispositivi antincendio e sono circondati da appositi argini di protezione che costituiscono i cosiddetti bacini di contenimento necessari a contenere, in caso di grosse perdite, il prodotto stoccato nel serbatoio stesso. Lo stoccaggio del Gpl avviene in particolari strutture a pressione separate e protette. Dal 2000 la Raffineria ha predisposto uno stoccaggio di Gpl che fa uso di sigari tumulati. Cfr ibidem. (anno 2008) La Raffineria di Sannazzaro copre il fabbisogno di prodotti petroliferi di gran parte della Lombardia, del Piemonte, della Liguria e dell’Emilia, utilizzando un sistema misto di trasporti: oleodotti, autobotti, e ferrocisterne. Inoltre vengono riforniti alcuni depositi in Svizzera ed Austria. Il 75% dei prodotti viene spedito attraverso oleodotti che collegano la Raffineria ai grandi depositi di Rho (MI), Volpiano (TO), Fiorenzuola (PC), Arquata (GE) e Genova. Per il caricamento via autobotti, la Raffineria dispone di 30 pensiline dalle quali possono essere caricati PAGINA 157 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Nel frattempo finalmente, nella seconda metà degli anni Settanta, come accade per molti comuni lomellini, anche il comune di Ferrera Erbognone si dota di un Programma di Fabbricazione con annesso Regolamento Edilizio. Esso è approvato dalla Regione Lombardia nel 1975, e successivamente variato nel 1978 e poi nel 1982.274 Nello stesso periodo, alla fine degli anni degli anni Settanta, si provvede alla costruzione del centro sportivo comunale, localizzato a Sud della linea ferroviaria lungo la strada della Corradina.275 Alla sequenza di ampliamenti della raffineria, che si succedono senza soluzione di continuità per tutto l’ultimo quarto del Novecento, si aggiungono nel contempo ulteriori elementi di trasformazione urbanistica, vale a dire nuove attività disposte perifericamente allo stesso polo produttivo dell’Eni, che vanno ad intaccare ancor più lo storico paesaggio del territorio agricolo di Ferrera. Si deve in effetti evidenziare che, proprio a partire dagli anni Settanta e poi negli Ottanta e Novanta, nel Comune di Ferrera si sviluppano anche alcune attività localizzate proprio nell’intorno del polo petrolchimico. Tra queste si trovano: anzitutto, un impianto di stoccaggio provvisorio di rifiuti speciali, localizzato dalla ditta “Snam” lungo la strada provinciale per Pieve del Cairo;276 poi una discarica per rifiuti speciali della ditta “Agip”, autorizzata dalla Giunta Regionale nel 1989 e realizzata per lotti in diverse fasi;277 e inoltre un’attività di stoccaggio di rifiuti, sita dalla ditta “Allevi” in località Gallona di Cascinazza, per la quale nel 1985 viene ordinata dalla Giunta Regionale lombarda la chiusura e la bonifica, poi, l’anno dopo, di nuovo autorizzata con prescrizioni per l’utilizzo di rifiuti speciali in agricoltura, e successivamente ancora autorizzata nel 1991 e poi nel 1996 per un impianto di compostaggio, consolidandosi mediante progressivi ampliamenti e autorizzazioni.278 274 275 276 277 278 tutti i tipi di prodotto. Le operazioni di carico e pesatura hanno raggiunto un elevato livello di automazione che consente di avere una movimentazione media di 300 autocisterne al giorno. Altre pensiline consentono inoltre di caricare fino ad 60 cisterne su rotaia, movimentate nel raccordo ferroviario interno allo stabilimento. Cfr. Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, n. 29 del 19 luglio 1978; e Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, n. 7 del 17 febbraio 1982. Cfr. Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, n. 14 del 5 aprile 1978. Cfr. Delibera di Giunta Regionale n. 4/4753 del 20 dicembre 1985, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, n. 39 del 24 settembre 1986; e inoltre Delibera di Giunta Regionale n. 5/11933 del 30 luglio 1991, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, 1 Supplemento Straordinario al n. 49 del 1 dicembre 1992. Cfr. Delibera di Giunta Regionale n. 4/41273 del 4 aprile 1989; e Delibera di Giunta Regionale n. 5/28336 del 14 ottobre 1992, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, 2 Supplemento Straordinario al n. 17 del 29 aprile 1993; Delibera di Giunta Regionale n.6/9688 del 1 marzo 1996, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, 2 Supplemento Straordinario al n. 35 del 29 agosto 1996; Delibera di Giunta Regionale n.6/23362 del 20 dicembre 1996, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, 1 Supplemento Straordinario al n. 29 del 15 luglio 1997. Cfr. Delibera di Giunta Regionale n. 4/4725 del 20 dicembre 1985, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, n. 39 del 24 settembre 1986; Delibera di Giunta Regionale n. 4/10328 del 17 giugno 1986, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, 1 Supplemento Straordinario al n. 9 del 4 marzo 1987; Delibera di Giunta Regionale n. 5/13068 del 24 settembre 1991, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, 1 Supplemento Straordinario al n. 18 del 28 aprile 1992; Delibera di Giunta Regionale n. 6/12363 del 24 aprile 1996, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, 1 Supplemento Straordinario al n. 36 del 5 settembre 1996. PAGINA 158 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © All’inizio dell’anno 1987, messo da parte il vecchio Programma di Fabbricazione, entra in vigore il primo Piano Regolatore Generale (PRG) del Comune di Ferrera Erbognone, elaborato negli anni precedenti dall’architetto Giuseppe Boatti e approvato poi con deliberazione della Giunta Regionale, nella quale viene stabilito perentoriamente che tutti gli ambiti assoggettati a pianificazione attuativa previsti dal PRG sono da considerarsi di competenza comunale.279 In breve tempo lo stesso PRG viene variato e riapprovato dalla Giunta Regionale nel 1991280 (variante elaborata dall’architetto Gianni Ramella) e ancora nel 1995281 (nuova variante elaborata dallo stesso architetto Gianni Ramella) e nel 2000 (variante elaborata dall’ingegnere Vittorio Fuggini) tutti conclusi tramite atto approvativo regionale.282 A questi succedono alcune varianti parziali e non sostanziali, che sistemano le previsione dell’ultima versione del PRG, utilizzando i meccanismi previsti dalla allora vigente Legge Regionale n. 23 del 1997, varianti elaborate rispettivamente nel 2001, nel 2002, nel 2003 e nel 2004 dall’ingegnere Vittorio Fuggini e tutte approvate in via definitiva dal Consiglio Comunale.283 In sintesi il Piano Regolatore Generale (PRG) del Comune di Ferrera Erbognone, vigente fino all’approvazione e all’entrata in vigore nel 2008 del primo PGT (si veda infra), conferma le aree residenziali del nucleo abitato storico con pochi ampliamenti a carattere abitativo connessi alle aree centrali e però delinea e consolida quale caratteristica principale del Comune ferrarino la sua natura di centro destinato alle attività produttive piccole e grandi, esistenti e di progetto, sparse sul territorio consistenti in: una serie di aree produttive piccole e medie localizzate intorno al centro abitato e concentrate in particolare ad Ovest dello stesso, per le quali prevede la possibilità di completamento e di espansione (per un totale di oltre 25 ettari); e la grande superficie del polo petrolchimico e delle sue necessarie aree di espansione (per un totale di circa 250 ettari). Di fatto quindi circa 275 ettari, cioè oltre il 14% dell’intero territorio comunale, è destinato dal PRG di Ferrera agli usi produttivi e per la quasi totalità a quelli connessi al polo petrolchimico. Si deve notare anche che lo stesso Piano Regolatore Generale individua il percorso di una strada di circonvallazione da realizzarsi a Nord del centro abitato al fine di evitare il traffico di transito e di attraversamento all’interno del centro storico ferrarino. 279 280 281 282 283 Cfr. Delibera di Giunta Regionale n. 4/18044 del 24 febbraio 1987, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, Serie Inserzioni n. 16 del 22 aprile 1987. Cfr. Delibera di Giunta Regionale n. 5/5040 del 22 gennaio 1991, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, Serie Inserzioni n. 16 del 17 aprile 1991. Cfr. Delibera di Giunta Regionale n. 5/68549 del 18 maggio 1995, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, Serie Inserzioni n. 25 del 21 giugno 1995. Cfr. Delibera di Giunta Regionale n. 6/47948 del 28 gennaio 2000, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, Serie Inserzioni n. 6 del 9 febbraio 2000. Cfr. nel sito http://www.cartografia.regione.lombardia.it/mosaico20/Home_Mosaico.jsp i seguenti atti deliberativi citati ovvero: Delibera di Consiglio Comunale n.21 del 30 agosto 2001 (Modifica del perimetro del piano attuativo dell'area artigianale industriale di espansione da assoggettare a piano attuativo autonomo); Delibera di Consiglio Comunale n.20 del 30 settembre 2002 (Inserisce piano di recupero); Delibera di Consiglio Comunale n.4 del 21 marzo 2003 (Variazione di destinazione d'uso dell'area interessata all'ampliamento del centro assistenziale per anziani); Delibera di Consiglio Comunale n.11 del 23 aprile 2004 (Inserimento comparti edificabili, aree a standard e viabilità). PAGINA 159 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © In questo periodo, ovvero nell’ultimo quarto del secolo scorso, il centro abitato di Ferrera Erbognone si sviluppa intanto allargando la sua estensione al di là dell’originario nucleo di antica formazione, dando origine ad un nuovo tessuto circostante con destinazione prevalentemente residenziale di tipo estensivo (quasi esclusivamente con tipologia monofamiliare, bifamiliare e a schiera), all’interno del quale si inseriscono anche alcune nuove attività artigianali localizzate in particolare a Nord dell’abitato, permanendo altresì diverse attività agricole entro il centro edificato stesso. Questo tessuto, con destinazione in prevalenza abitativa, ma con parziali incastonature di piccole attività produttive o agricole, è quello che caratterizza ancora di fatto il centro abitato ferrarino.284 Ma l’aspetto più rilevante del territorio comunale di Ferrera Erbognone permane quello legato al paesaggio del polo petrolchimico e delle aree ad esso circostanti. Con l’inizio del nuovo millennio, in aggiunta alle attività nate attorno al polo petrolchimico, nel 2002,285 a seguito di parere favorevole della Regione Lombardia e del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio di concerto con il Ministero per i 284 285 Cfr. Comune di Ferrera Erbognone, Piano di Governo del Territorio PGT, Documento di Piano, Relazione, 2008, pagine 10-11: “3. Caratteri morfologici e distributivi del costruito. L’abitato di Ferrera Erbognone si caratterizza urbanisticamente lungo un asse di formazione sulla direttrice est-ovest: i fronti del costruito prospicienti risultano essere compatti ed altimetricamente omogenei. La viabilità secondaria comprende – in una forma ellittica leggermente allungata sull’asse principale – l’intero costruito: il tracciato della linea ferroviaria Pavia-Alessandria costituisce il limite a sud. La tipologia delle costruzioni evidenzia una comune origine di corti agricole consecutive ben conservate – per quanto riguarda il tracciato planimetrico – soprattutto all’ingresso del paese percorrendo Corso della Repubblica da est ad ovest, sul suo lato destro. Nella parte baricentrica dell’abitato, individuata da piazza San Giovanni e piazza Bartellini – ove ha sede il Municipio – troviamo costruzioni che, nate sul tracciato della cascina lombarda, hanno saturato la superficie interna originariamente adibita ad aia: gli edifici sono tipologicamente dei più vari e seguono esclusivamente la logica dell’ampliamento di corpi già esistenti. Discorso a sé stante è quello della piccola porzione di edifici interclusa tra via Garibaldi ed il torrente Erbognone: qui la presenza di vecchie abitazioni fatiscenti si alterna a costruzioni adibite un tempo al ricovero di animali da cortile ed al foraggio per la loro alimentazione. Le zone periferiche si possono così riassumere: a nord, est ed a sud vi sono le costruzioni a bassissima densità abitativa di recente costruzione mentre ad ovest vi è la presenza della zona artigianale ed industriale. Riferimenti importanti e caratterizzanti il costruito esterno al centro abitato sono le cascine. Si caratterizzano per la forma a quadrilatero chiuso su tutti i lati: la loro presenza definisce e sottolinea il territorio dell’agricoltura estensiva. Le caratteristiche tipologiche rimangono intatte anche se le trasformazioni tecnologiche operate dalla produzione degli ultimi anni hanno portato al proliferare di oggetti edilizi estranei alla tradizione.” Nel 14 maggio 2002 viene inaugurato a Ferrera Erbognone, in provincia di Pavia, il cantiere per la costruzione della nuova centrale termoelettrica a ciclo combinato di EniPower. Si tratta della prima nuova centrale realizzata in Italia dopo l'apertura del mercato elettrico italiano. Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato il Presidente e l'Amministratore Delegato dell'Eni, Gian Maria Gros-Pietro e Vittorio Mincato, il Presidente e l'Amministratore Delegato di Enipower, Alfredo Moroni e Giovanni Locanto. Si veda: Grazia Maria Mottola, Nel Pavese 1.200 megawatt accanto alla raffineria. Ma non ci sono i piani per l'impatto ambientale, in Corriere della Sera, 25 settembre 2003, pagina 54: “A poco più di 20 chilometri dalla centrale elettrica di Voghera, stanno nascendo le strutture per il mega-impianto Enipower di Ferrera Erbognone, nell'area dove sorge la raffineria Agip. Lungo la statale che lambisce la più grande sede delle industrie Eni, sottoposta a sorveglianza militare dall' 11 settembre del 2001 (è uno dei 200 obiettivi sensibili in Italia) è già possibile vedere i tre camini del complesso, di cui uno da poco funzionante. La centrale, con una potenza di 1.200 megawatt, è tra le più importanti fra quelle autorizzate dal ministero. Fra le tre previste in provincia di Pavia, risulta anche la meno problematica. Ma, nonostante non abbia trovato l'aperta opposizione degli ambientalisti, non è lontana dal dibattito sul territorio. Secondo gli ecologisti locali, in teoria la costruzione dell'impianto avrebbe dovuto essere un'occasione per ridurre l' impatto ambientale della raffineria. Ma i progetti che l'Eni era obbligata a presentare, secondo gli accordi previsti dal ministero che hanno accompagnato la valutazione di impatto ambientale, non si sono ancora visti. Così dalla vicina amministrazione di Sannazzaro de' Burgondi, il comune dove è previsto il maggior impatto sul territorio, arriva l'avvertimento: «Faremo di tutto per sollecitarli». PAGINA 160 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Beni e le Attività culturali, s’inizia la realizzazione del progetto di una Centrale di produzione di energia elettrica a ciclo combinato, alimentata a gas naturale e gas di sintesi, e di impianto di gassificazione idrocarburi pesanti, localizzata in Comune di Ferrera Erbognone, presso l’area Agip Petroli.286 L’impianto di tale Centrale cogenerativa a ciclo combinato, realizzata dalla società Enipower, viene attivato concretamente tra il 2003 e il 2004.287 Nell’anno 2008 viene approvato definitivamente con deliberazione del Consiglio Comunale il primo Piano di Governo del Territorio (PGT) del Comune di Ferrera Erbognone, elaborato ai sensi della Legge Regionale n.12 del 2005 e s.m.i.288 Il PGT del 2008 evidenzia quali obiettivi primari della pianificazione locale ferrarina non tanto quelli legati agli aspetti quantitativi ma quelli tesi alla qualità degli interventi e delle trasformazioni.289 286 287 288 289 Cfr. il seguente fascicolo illustrativo: Snamprogetti, Agip Petroli, Nuova centrale alimentata a gas naturale e gas di sintesi. Sintesi non tecnica, 2002 (“L'Impianto di Gassificazione sarà in grado di convertire in gas combustibile 50 t/h idrocarburi pesanti provenienti dalla Raffineria. La nuova Centrale sarà composta da tre gruppi a ciclo combinato per un totale di 1200 MW elettrici.“) Si veda anche : proponente: AGIP PETROLI; studio eseguito da: SNAMPROGETTI, Progetto di una Centrale Elettrica a ciclo combinato alimentata con gas naturale e gas di sintesi e dell'impianto associato di gassificazione in Comune di Sannazaro de' Burgondi e Ferrera Erbone (PV) / Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale nazionale (avviata in data 28 agosto 2000, conclusa con Decreto regionale n.3709 del 5 marzo 2001 e con Decreto ministeriale n.7012 del 20 marzo 2002) Cfr. il seguente fascicolo illustrativo: Enipower, Lo stabilimento di Ferrera Erbognone, 2006 (“Lo stabilimento, ubicato nel Comune di Ferrera Erbognone (Pavia) nelle adiacenze della Raffineria Eni Divisione R&M di Sannazzaro de’ Burgondi, è il primo impianto realizzato in Italia dopo la liberalizzazione del mercato elettrico. La centrale cogenerativa a ciclo combinato, avviata tra il 2003 e il 2004, ha una potenza complessiva di 1030 MW suddivisa su tre gruppi: due di essi da circa 390 MW sono alimentati a gas naturale mentre il terzo, da circa 250 MW è alimentato con una miscela di gas naturale e gas di sintesi prodotto dalla Raffineria. La tecnologia adottata del ciclo combinato cogenerativo rappresenta la Miglior Tecnologia Disponibile nell’ambito della produzione termoelettrica, in quanto consente di raggiungere la più elevata efficienza nella produzione congiunta di calore ed elettricità. La Società. Nata nel 1999, EniPower è la Società dell’Eni responsabile dello sviluppo del business elettrico. EniPower oggi dispone di sette impianti produttivi con una potenza installata di circa 4.500 MW. (…) La produzione. La centrale produce annualmente circa 6.500 GWh di energia elettrica e 1.200.000 t di vapore tecnologico ceduto alla Raffineria. L’energia elettrica è trasmessa per il 98% alla rete di trasmissione nazionale; la quota residua è ceduta allo stabilimento di produzione di gas tecnici Air Liquide. Il consumo annuo per le produzioni, è di circa 1,1 miliardo di metri cubi di gas naturale e 900 milioni di metri cubi di gas di sintesi. La capacità produttiva di energia elettrica dello Stabilimento di Ferrera Erbognone copre circa il 2 % dei consumi nazionali.”) Cfr. Delibera di Consiglio Comunale n.6 del 20 marzo 2008, PGT pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, Serie Inserzioni n. 18 del 30 aprile 2008. Cfr. Comune di Ferrera Erbognone, Piano di Governo del Territorio PGT, Documento di Piano, Relazione, 2008, pagine 19-20: “8. Linee strategiche generali. In una fase storica di stagnazione economica che lascia prospettare modeste possibilità di crescita per le aziende, accompagnata ad andamenti demografici naturali che dalla crescita zero tendono a valori negativi, è assai problematico intravedere possibilità di sviluppo per un piccolo centro a vocazione agricola, per di più isolato rispetto alla grande viabilità regionale, quale è Ferrera Erbognone, dotato di un territorio vasto (oltre 19 km quadrati) e di una popolazione quantitativamente assai modesta (1.103 abitanti). In questa situazione, la prospettiva più attendibile nella quale operare resta quella del ripiegamento interno, volto a ricercare il massimo della valorizzazione delle risorse esistenti, puntando esclusivamente alla qualità, nelle sue varie espressioni: la qualità della vita, in primo luogo, basata su condizioni abitative che possono godere di ampi spazi e della quiete propria della campagna; la qualità dei servizi alla persona, nei limiti determinati dalla consistenza demografica, che escludono dotazioni ai livelli superiori, comunque rintracciabili in un contesto territoriale accettabile; la qualità del costruito, convogliando le iniziative immobiliari soprattutto sul recupero e la valorizzazione dell’esistente e il consolidamento del tessuto urbanizzato; la qualità dell’offerta di lavoro, incentivando la localizzazione di nuove unità locali che consentano la conservazione delle condizioni occupazionali; la qualità dell’ambiente fisico, volta alla valorizzazione del contesto agricolo, alla individuazione di luoghi di eccellenza, alla definizione di percorsi ciclabili, alla PAGINA 161 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © In questa tendenziale ottica il Piano di Governo del Territorio approvato nel 2008 pone come prima azione di qualità il recupero del centro storico di Ferrera Erbognone, con particolare attenzione alla sua fruibilità, al risanamento delle parti degradate soprattutto delle corti e alla rivitalizzazione e messa a sistema degli spazi pubblici aperti costituiti dalle quattro piazze (della chiesa, del municipio, della biblioteca e della stazione).290 In secondo luogo lo stesso PGT del 2008 evidenzia la priorità conferita alle aree centrali per quanto riguarda le potenziali aree di completamento e trasformazione a carattere prevalentemente residenziale e d’incremento della dotazione di servizi, stimolando precipuamente la ristrutturazione urbanistica di aree dismesse e l’edificazione di aree interne ancora inedificate oppure in stretta connessione con l’area urbanizzata (aree di trasformazione numero 3, 5, 5 e 8).291 290 291 protezione con barriere visive dell’insediamento petrolchimico. Il presente Documento di Piano, base per la futura gestione del territorio di Ferrera Erbognone intende pertanto perseguire questi obiettivi, nella consapevolezza delle difficoltà derivanti dalla piccola dimensione, laddove le quantità assumono valori marginali elevati, quanto più si parte da dati numerici di modesta entità. Innescare processi di trasformazione qualitativa in un contesto minuto e fragile implica l’accettazione dei tempi lunghi, obbliga all’attenzione su ogni dettaglio e impone un uso oculato e ottimale delle risorse disponibili.” Cfr. Comune di Ferrera Erbognone, Piano di Governo del Territorio PGT, Documento di Piano, Relazione, 2008, pagine 20-22: “9. Nucleo storico. Come già indicato al paragrafo 1, nell’esame dell’edificazione risultante dalla prima levata I.G.M. e dell’evoluzione successiva del costruito, l’impianto urbano di Ferrera Erbognone nella sua porzione più antica è informato a grande semplicità ed è caratterizzato da una serie di corti agricole, sostanzialmente uniformi, tutte attestate sull’asse viario centrale, senza l’emergenza di un punto particolare di eccellenza. Gli obiettivi che, nell’ottica delle linee strategiche generali, si deve porre il Piano di Governo del Territorio per il nucleo storico consistono nel consolidamento e nella valorizzazione dei caratteri morfologici originari e nell’individuazione di un ambito territoriale specifico al quale attribuire un ruolo riconoscibile di centralità. La conservazione delle corti e della compattezza complessiva dell’insediamento deve costituire il criterio ispiratore di ogni intervento sul nucleo storico, che a sua volta deve basarsi soprattutto sul progressivo recupero edilizio dell’esistente e sulla ricucitura delle situazioni di frangia. In particolare devono essere individuate formulazioni normative che incentivino la liberazione delle corti dalle superfetazioni accumulatesi nel tempo, che riguardano edifici accessori o precari, fortemente penalizzanti i caratteri del contesto. Gli interventi di ristrutturazione e di restauro conservativo devono riguardare l’edificazione di bordo con la trasformazione d’uso in senso residenziale dei rustici, conservando libere e permeabili le superfici interne, che di norma devono essere aperte e – garantita ogni forma di sicurezza – devono essere percorribili al pubblico transito. A questo proposito ogni intervento deve provvedere ad una corretta soluzione per la sosta degli autoveicoli, che non deve gravare sugli spazi aperti liberi, ma che deve trovare ricovero preferibilmente nel sottosuolo o anche in superficie nel recupero dei rustici. E’ inoltre favorita la localizzazione nelle corti di piccole attività artigianali, che siano compatibili con la destinazione prevalentemente residenziale e che contribuiscano alla rivitalizzazione delle corti stesse. La scelta di conservare l’asse viario di Corso della Repubblica per l’attraversamento del paese, abbandonando l’ipotesi del P.R.G. vigente di prevedere una circonvallazione nord, appare da questo punto di vista molto opportuna: se infatti una condizione di sicurezza è comunque raggiungibile con adeguati accorgimenti sulla circolazione (già l’installazione di un sistema semaforico di controllo della velocità rappresenta un notevole passo in avanti), appare molto probabile, se non certo, che tagliar fuori il centro abitato dal traffico rappresenterebbe la premessa di un suo ulteriore declino e soprattutto negherebbe qualsiasi tentativo per la promozione di uno sviluppo, ancorché circoscritto e proporzionato alle dimensioni del sito. Questa scelta, oltre all’esigenza di individuare un luogo di centralità, induce ad ipotizzare il rafforzamento del sistema “delle quattro piazze” (Piazza San Giovanni, Piazza Bartellini, la futura Piazza della Biblioteca e il piazzale antistante la vecchia stazione ferroviaria) collegate dall’asse Via XX Settembre – Via Mazzini: distribuito ortogonalmente a Corso della Repubblica, il sistema comprende in sé i principali edifici pubblici della comunità, dalla Parrocchia, al Municipio, alla Biblioteca e alla residenza per anziani, fino alla stazione ferroviaria, destinata a poliambulatorio, e rappresenta il contesto sul quale sembra opportuno investire non solo per arrivare all’individuazione di un “centro” forte e distinguibile, ma anche per creare uno spazio per i momenti di vita collettiva.” Cfr. Comune di Ferrera Erbognone, Piano di Governo del Territorio PGT, Documento di Piano, Relazione, 2008, pagine 22-23: “10. Gli ambiti interni di completamento e trasformazione. Il tessuto urbano di Ferrera Erbognone, che – come si è detto – è caratterizzato da una sostanziale compattezza, presenta in ogni caso alcune porosità al suo interno, la maggior parte costituite da PAGINA 162 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Altre due aree di trasformazione del PGT del 2008 sono identificate ai margini dell’edificato: una a prevalenza artigianale ed una a prevalenza terziaria e commerciale localizzate ad Ovest dell’abitato, lungo la strada per Lomello, quali completamenti dei tessuti produttivi già esistenti (aree di trasformazione 1 e 2). Un’altra area di trasformazione, posta a Sud dell’attuale superficie attrezzata per il tempo libero e lo sport, viene dedicata all’ampliamento di tali servizi collettivi con destinazioni di tipo sportivo (area di trasformazione 4). A queste si aggiungono infine altre tre aree di trasformazione legate alle necessità di ampliamento logistico e gestionale del polo petrolchimico (aree di trasformazione numero 8, 9 e 10).292 292 aree di modesta entità, fatta salva la vasta area fra il nucleo storico e la Circonvallazione Sud attraversata in senso nord-sud dal Cavo Regina. L’obiettivo che è ragionevole porre al Piano di Governo del Territorio è quello di pervenire ad una saturazione controllata di dette porosità, basata in parte sull’edificazione di completamento e in parte sull’individuazione di spazi destinati all’uso pubblico secondo le esigenze definite dal Piano dei Servizi. La motivazione che principalmente avvalora questa scelta sta nell’eliminazione all’interno del tessuto costruito di reliquati di aree agricole che penalizzano la contrapposizione chiara fra il contesto urbanizzato e la campagna, che costituisce uno dei caratteri distintivi maggiormente qualificanti gli insediamenti della pianura pavese, fortemente sottolineato dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia. Gli ambiti di trasformazione consistono in limitati episodi di dismissione produttiva (il più significativo è il complesso della Riseria Aschei, già compreso in un Programma Integrato di Intervento, ma se ne contano anche altri, di dimensione minore, tutti da modificare in senso residenziale) e in varie situazioni di margine dove il tessuto costruito si presenta più rarefatto, ma con condizioni generali di compromissione ambientale (orti, aree incolte o abbandonate) che necessitano di un generale riordino. L’edificazione di questi ambiti è da attuarsi con una prevalenza di indici a carattere estensivo in coerenza con il resto del territorio, ma con l’introduzione di criteri di progettazione che conducano a standard qualitativi migliori di quelli attualmente riscontrabili nel contesto.” Cfr. Comune di Ferrera Erbognone, Piano di Governo del Territorio PGT, Documento di Piano, Relazione, 2008, pagine 22-23: “11. Gli ambiti esterni di trasformazione. Il territorio urbanizzato di Ferrera Erbognone, se si esclude l’insediamento petrolchimico, supera di poco i 50 ettari, pari a meno del 3% del territorio comunale (che, come si è visto, è di 1.900 ettari). Questi valori di partenza portano direttamente a dover prevedere l’introduzione di limitate possibilità di trasformazione dell’uso del suolo da agricolo ad edificabile, per non incidere negativamente su uno dei caratteri maggiorente significativi del territorio. In particolare, si ritiene che lo sviluppo residenziale debba essere il più possibile concentrato nell’ambito dell’insediamento esistente, con gli interventi di recupero e rinnovo urbano e con il riempimento parziale delle porosità illustrati ai punti precedenti. Trovano pertanto conferma ambiti già individuati come edificabili dal vigente P.R.G. (n. 4 e n. 5) nell’area “vuota” interna al perimetro edificato e un completamento di bordo sul lato est della Circonvallazione (n. 8). Al contrario appare opportuno orientare gli ambiti di trasformazione esterna in senso prevalentemente produttivo, nel tentativo di incrementare le potenzialità occupazionali sul territorio, con l’introduzione di previsioni che, da un lato, in considerazione della fragilità dell’esistente, introducano cambiamenti il più possibile coerenti con lo stato di fatto e, dall’altro, aumentino le potenzialità di successo con la diversificazione dell’offerta insediativa. In questa prospettiva, gli ambiti di trasformazione che è possibile individuare sono tre, così caratterizzati: il primo, ai margini occidentali del paese, a destinazione prevalentemente artigianale, con l’obiettivo accessorio di saturare e di completare gli insediamenti produttivi esistenti nell’immediato intorno, che hanno generato parziali discontinuità nell’edificato (detta previsione è – in larga misura – già presente nel vigente P.R.G.); il secondo, a destinazione terziaria e commerciale, sul lato nord della Provinciale, al fine di consentire l’insediamento di unità di vicinato con attività di servizio connesse, quale una stazione di servizio, oggi assente sul territorio: il terzo, a sud della ferrovia, in aderenza del centro sportivo comunale e con la finalità accessoria di un suo potenziamento, è volto a cogliere la proposta Eni di realizzare un piccolo centro ricettivo attrezzato per convegni e attività connesse al marketing aziendale. A questi si aggiungono due ambiti di trasformazione urbanistica finalizzati al consolidamento dell’attività dell’insediamento petrolchimico (n. 9 e n. 11) soprattutto finalizzati alla localizzazione di funzioni logistiche e gestionali attualmente poste all’interno dell’area occupata dagli impianti, oltre alla conferma dell’ambito produttivo n. 10 già previsto dal vigente P.R.G. L’attuazione di questi ambiti costituisce inoltre lo strumento per l’avvio di concreti interventi di riqualificazione ambientale volti a ridurre l’impatto soprattutto paesaggistico del complesso: alla realizzazione dei piani attuativi di ogni area è attribuita la parallela realizzazione di opere di mitigazione sulle aree individuate “di tutela ambientale” perimetralmente all’insediamento, in ragione di 5 mq. per ogni metro quadrato di superficie territoriale. Altri ambiti minori potranno essere individuati nel tempo, soprattutto se finalizzati alla ricomposizione del margine costruito e se coerenti con le finalità ambientali attribuite al Piano dei Servizi.” PAGINA 163 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Questa decina di aree di trasformazione previste dal Piano di Governo del Territorio vigente dal 2008 corrispondono a circa il 2,5% dell’estensione territoriale comunale di Ferrera e, come si evince dalla successiva tabella sinottica, sono suddivise in aree prevalentemente residenziali e per servizi (circa un quarto del totale), aree prevalentemente produttive terziarie e secondarie (poco meno di un quarto del totale) e aree produttive legate al polo petrolchimico (oltre la metà del totale). TABELLA 41. COMUNE FERRERA –AREE DI TRSFORMAZIONE DI PGT 2008 VIGENTE ID. DESTINAZIONE D’USO PREVALENTE SUP. TERRITORIALE (MQ) SUP. UTILE (M) 1 PRODUTTIVA TERZIARIO 54.000 12.000 2 PRODUTTIVA SECONDARIA 42.000 21.000 3 RESIDENZIALE 12.000 3.700 4 RICETTIVO SPORTIVO 40.000 12.000 5 RESIDENZIALE 45.000 13.500 6 RESIDENZIALE 5.000 2.400 8 RESIDENZIALE 9.000 3.000 9 PRODUTTIVO PETROLCHIMICO 68.000 34.000 10 PRODUTTIVO PETROLCHIMICO 91.000 46.000 11 PRODUTTIVO PETROLCHIMICO 105.000 52.600 TOTALE 471.000 200.200 DI CUI RESIDENZIALE E PER SERVIZI 111.000 34.600 DI CUI PRODUTTIVO TERZIARIO E COMMERCIALE 96.000 33.000 DI CUI PRODUTTIVO PETROLCHIMICO 264.000 132.600 Il PGT del 2008 evidenzia anche altre tre questioni fondamentali per il governo del territorio di Ferrera Erbognone, ovvero quattro necessità basilari da affrontare nella sua futura attuazione: la riqualificazione delle aree agricole; l’ottimizzazione dei servizi in rapporto alla rete ecologica; la mitigazione dell’impatto paesaggistico e ambientale del polo petrolchimico; ed il perfezionamento del sistema della mobilità locale.293 293 Cfr. Comune di Ferrera Erbognone, Piano di Governo del Territorio PGT, Documento di Piano, Relazione, 2008, pagine 25-29: “12. La riqualificazione delle aree agricole. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale attribuisce alla riqualificazione del contesto agricolo un’importanza centrale e non potrebbe essere altrimenti, valutato il preponderante uso del suolo in tal senso. Gli indirizzi che il P.T.C.P. introduce sono di triplice natura: diretti, sulle colture, con l’obiettivo di un loro consolidamento e di una loro diversificazione; diretti, sull’ambiente fisico, con la previsione di interventi di rinaturalizzazione, di conservazione e incremento degli episodi boschivi e dei filari, di salvaguardia attiva dei contesti fluviali e del reticolo idrografico; indiretti, sulle porzioni di territorio urbanizzate e sulla rete infrastrutturale, per la valorizzazione del rapporto città/campagna, per la formazione di circuiti ciclabili basati sul recupero degli originari percorsi interpoderali, per l’introduzione di attività agrituristiche in occasione del recupero degli insediamenti rurali. Il P.G.T. non può che far proprie queste indicazioni, non per passivo allineamento alle decisioni di uno strumento superiore, ma perché del tutto condivise: è primariamente dalla valorizzazione del paesaggio rurale che passa l’intero processo di riqualificazione che il piano vuole perseguire e che costituisce la sua linea strategica principale. Un problema a parte è rappresentato dalle cascine isolate nella campagna che per la maggior parte sono costituite da nuclei aziendali attivi. L’esercizio dell’attività agricola rappresenta di per sé una forma di tutela circa la conservazione degli aspetti ambientali e morfologici degli insediamenti, che rende difficilmente motivabile qualsiasi forma di riuso in caso di dismissione. In questa chiave è senz’altro preferibile incentivare forme di valorizzazione in costanza dell’attività agricola, che trova nell’agriturismo la sua forma migliore e sperimentata. Un ultimo aspetto è infine rappresentato dagli interventi di mitigazione ambientale correlati all’attuazione degli ambiti di trasformazione urbanistica riservati al PAGINA 164 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © petrolchimico, che dovranno essere progettati a partire dalla natura agricola delle aree, che dovrà essere conservata alternando ambiti coltivati a quelli orientati alla forestazione. 13. La qualità ambientale, obiettivo primario del piano dei servizi. In un contesto socio-ambientale come Ferrera Erbognone, il Piano dei Servizi previsto dalla Legge Urbanistica Regionale, è strumento di scarsa utilità se rivolto a disciplinare il sistema tradizionale dei servizi pubblici, per la maggior parte dei quali non si raggiunge la soglia demografica minima che ne giustifichi l’attivazione. Ne consegue che il Piano, verificato il soddisfacimento e l’eventuale fabbisogno residuo in relazione ai servizi attivabili e verificate le esigenze di coordinamento per il soddisfacimento dei bisogni ad una scala territoriale adeguata, sia in termini di offerta presente che di raggiungibilità in base alla rete infrastrutturale, deve soprattutto orientarsi al ritorno in termini di qualità insediativa delle potenzialità offerte dall’ambiente. La prima componente di valorizzazione è costituita dal sistema fluviale Erbognone – Agogna – Po, da raggiungersi con la salvaguardia e il recupero ambientale dei sistemi spondali e della vocazione boschiva delle anse galeniche e con l’individua-zione di percorsi ciclopedonali che permettano la fruizione di un contesto che – nella sostanziale uniformità del paesaggio di pianura – acquista valori di eccellenza ambientale. Va segnalato che tale sistema potrebbe configurarsi come elemento di continuità con i percorsi esistenti nel Parco Fluviale del Po della Regione Piemonte (tratto vercellese-alessandrino) e con il percorso della Ciclovia n. 2 appartenente al sistema europeo delle piste ciclabili a lunga percorrenza. La seconda componente è costituita dall’insieme delle aree coltivate e dalle cascine, a partire dalle triangolazioni visive che è possibile stabilire fra loro per arrivare alla valorizzazione dei percorsi interpoderali che la coltivazione del riso, caratterizzata dalle periodiche alluvioni del piano di campagna, pone spontaneamente in posizione sopraelevata. Investire su queste due componenti costituisce un legittimo obiettivo per un Piano dei Servizi che individui nel territorio in sé un valore sul quale puntare per la qualità residenziale, sia in direzione di un miglioramento rispetto allo stato di fatto per i già residenti, che di richiamo e di giustificazione per nuove scelte insediative. In particolare gli investimenti pubblici che gli annuali programmi delle opere pubbliche dovranno prevedere in attuazione del Piano dei Servizi riguarderanno essenzialmente le opere di mitigazione ambientale da attuarsi nell’area di tutela intorno al petrolchimico, i rimboschimenti, la nuova pavimentazione delle strade vicinali per una loro piena transitabilità ciclopedonale, che dovrà coesistere con la movimentazione dei mezzi agricoli, e la realizzazione di collegamenti a scavalco dei corsi d’acqua per garantire la continuità e la circolarità dei percorsi. Questo programma di opere pubbliche sarà tanto più efficace, quanto più saprà coordinarsi con le iniziative dei privati, con particolare riferimento alla conservazione delle coltivazioni tradizionali e alla parallela apertura di attività agrituristiche in grado di rafforzare l’attrattività del territorio. 14. Il problema della raffineria. Le problematiche generate dalla presenza del complesso petrolchimico ENI di San Nazzaro, che si sviluppa sul territorio comunale di Ferrera Erbognone ai suoi confini orientali, sono sviluppate compiutamente dal Rapporto Ambientale allegato al Documento di Piano e prodotto dal processo di Valutazione Ambientale Strategica. E’ una presenza massiccia, con un peso insediativo preponderante rispetto al territorio urbanizzato del Comune, di impatto tanto più grave, in quanto origina un contesto totalmente alieno rispetto all’intorno. Il risultato è un impatto visivo fra i più grevi e penalizzanti. Poiché con questa presenza Ferrera Erbognone deve necessariamente convivere, vuoi per l’importanza dell’impianto a livello nazionale, vuoi per il peso economico che esso ha sul territorio e al quale sarebbe assai difficile rinunciare, l’unica strada percorribile è quella che si è tentato di individuare, collegando (e condizionando) i futuri interventi di ampliamento fortemente richiesti dall’ENI alla realizzazione di mitigazioni ambientali che ne riducano l’impatto, dubitando che la tipologia dell’impianto consenta l’introduzione di modifiche al suo interno che ne migliorino l’aspetto esteriore. A partire da quanto già avviato in occasione del recente ampliamento dell’impianto nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale e delle conseguenti prescrizioni, si ritiene opportuno allargare il fronte di intervento, con la creazione di una sorta di cordone sanitario, realizzato con una fitta forestazione perimetrale, possibilmente rafforzata da movimenti di terra che creino un anello rilevato interamente piantumato intorno all’insediamento. E’ un intervento necessariamente di lungo periodo, sia per i costi elevati, che per i tempi fisiologici di crescita della vegetazione, ma è l’unico che può dare risultati e che soprattutto possa risultare coerente con gli interventi complessivi di riqualificazione dell’ambiente, ovvero con le finalità prioritarie definite dal P.G.T. 15. La mobilità. Il sistema della mobilità attuale si ritiene possa assolvere anche alle esigenze future della collettività: le percorrenze maggiori si registrano sulla S.P. 193 (il Corso della Repubblica che attraversa l’abitato), che collega Ferrera Erbognone con Sannazzaro de’ Burgondi e Pavia verso est e con Lomello, Valenza Po e Alessandria verso ovest. Il territorio comunale è interessato da altre due strade provinciali (la n. 18 e la n. 68) verso Valeggio e Scaldasole, entrambe di calibro minimo e dal traffico limitatissimo, ed è attraversato da una terza provinciale, la n. 28, Pieve del Cairo Sannazzaro, estranea di fatto alla viabilità locale. La rete interna di strade comunali assolve pienamente alle esigenze locali, fatta salva l’opportunità di chiudere il collegamento fra Via Cavour e Via Don Minzoni; anche la dotazione di parcheggi appare sufficiente. Al contrario è necessario il potenziamento dei servizi pubblici, limitati a cinque corse giornaliere per direzione sulla ferrovia Alessandria – Torre Beretti – Pavia e ad un servizio pullman per Pavia che assolve per lo più alla domanda studentesca: di fatto, dopo le ore 17, Ferrera è isolata dal resto del mondo. Si segnala infine che in base alle prescrizioni impartite dalla Provincia di Pavia in sede di esame di PAGINA 165 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Il PGT del 2008 prevedeva l’incremento di poco meno di 500 abitanti teorici rispetto alla popolazione già insediata nel territorio comunale di Ferrera Erbognone, con un incremento previsto pari a circa il 40%.294 La tavola di riferimento per le argomentazioni e gli approfondimenti qui svolti è rappresentata dall’elaborato del presente Piano di Governo del Territorio (PGT) contrassegnato come Elaborato DP05 e intitolato “Quadro conoscitivo del territorio comunale. Assetto del territorio urbano ed extraurbano e dinamiche in atto– scala 1:10000”. 294 compatibilità con il P.T.C.P., gli ambiti di trasformazione urbanistica n. 1 e 3 dovranno avere accessi dalla viabilità comunale, l’ambito n. 4 dovrà utilizzare l’accesso dalla S.P. 193 già a servizio dell’area industriale esistente e gli ambiti n. 9, 10 e 11 adiacenti all’insediamento petrolchimico dovranno utilizzare gli accessi già esistenti.” Cfr. Comune di Ferrera Erbognone, Piano di Governo del Territorio PGT, Documento di Piano, Relazione, 2008, pagine 33-34: “16. Lo sviluppo residenziale. Le indicazioni della V.A.S., confortate dagli indirizzi del P.T.C.P., orientano verso una programmazione di sviluppo residenziale che assolva essenzialmente alla eliminazione delle porosità del costruito, al fine di garantire al nucleo urbanizzato quella compattezza che – fin dalle origini – rappresenta il suo maggior carattere distintivo. L’obiettivo è essenzialmente raggiungibile confermando gli ambiti di espansione già individuati dal vigente P.R.G. (costituiti dall’area centrale fra il nucleo storico e l’insediamento di edifici prevalentemente unifamiliari attestato sulla circonvallazione sud ed est, che danno origine ai nuovi P.A. contrassegnati ai numeri 5, 6 e 8). Il nuovo P.A. 3 posto a completamento del P.I.I. individuato dal Documento di Inquadramento della Programmazione Urbanistica approvato nel maggio 2006, è invece funzionale a bordare in modo più ordinato l’ingresso ovest al Comune, completando la nuova edificazione a nord della Provinciale. Complessivamente le aree individuate sviluppano una superficie territoriale di mq. 71.621, di cui mq. 21.337 di edificabilità ex-novo non prevista dal vigente P.R.G., per una volumetria edificabile complessiva di mc. 67.800, pari a n. 452 abitanti teorici, con una cessione prevista di aree per parcheggi e verde pubblico per un totale di mq. 24.000. Detto sviluppo pare coerente con gli obiettivi di rilancio che il P.G.T. intende perseguire e la sua sostenibilità è sostanzialmente verificata qualora si consideri che l’integrale attuazione delle previsioni di sviluppo riporterebbe la popolazione di Ferrera Erbognone ai livelli registrati alla fine degli anni Cinquanta, recuperando pertanto le perdite demografiche registrate nell’ultima metà di secolo. 17. Lo sviluppo non residenziale. Gli ambiti esterni di trasformazione individuati al precedente paragrafo 11 misurano rispettivamente: il P.A. n. 1 a destinazione produttiva e commerciale, perimetra una superficie territoriale di mq. 54.362, per una Slp a destinazione prevalentemente commerciale (per esercizi di vicinato), con uffici, laboratori, depositi e servizi per un totale di mq. 12.000 con mq. 24.000 di parcheggi; il P.A. n. 2, a destinazione prevalentemente artigianale, posto a completamento delle attività produttive localizzate ad ovest del centro abitato, ha una superficie territoriale di mq. 42.140, per una Slp produttiva di mq. 21.000 e una cessione di mq. 10.000 per parcheggi (previsione parzialmente già presente nel P.R.G. vigente); il P.A. n. 4, a destinazione ricettiva – sportiva, in adiacenza al centro sportivo esistente, misura una superficie territoriale di mq. 39.560, nella quale edificarsi strutture sportive, alberghiere e congressuali per un totale di mq. 12.000 di Slp, oltre a mq. 8.000 per parcheggi; il P.A. n. 10, a destinazione produttiva, adiacente al petrolchimico, a conferma di un’area di espansione interamente già prevista dal vigente P.R.G misura mq. 91.139 per un totale di mq. 46.000 di Slp. Complessivamente sono interessate aree per un totale di mq. 227.101. I due ambiti di trasformazione relativi all’impianto petrolchimico misurano complessivamente mq. 173.318, per una Slp realizzabile di mq. 86.000 e definiscono aree di tutela oggetto di riqualificazione ambientale correlate per un totale di mq. 879.000, alle quali contribuisce anche il P.A. n. 10.” PAGINA 166 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © 3.3. IL SISTEMA DEL TERRITORIO AGRICOLO E NATURALISTICO Con riguardo al sistema agricolo le Modalità per la pianificazione comunale della Legge Regionale 12/2005 specificano che l’indagine sul territorio agrario, in termini integrati e sintetici, deve individuare la dinamica evolutiva di usi e funzionamento produttivo, assetto attuale e processi di costruzione del paesaggio rurale, consistenza e caratteri storico tradizionali del patrimonio edilizio, struttura idrografica e sistemi ambientali, situazioni di criticità ambientale o di marginalità rurale, elementi intrusivi o di frammentazione ambientale e paesaggistica. Inoltre le stesse Modalità sottolineano come sia particolarmente importante mettere a fuoco i processi socio-economici e culturali nonché tutte le politiche sovraordinate che potrebbero influire sulla gestione multifunzionale del territorio rurale e la valorizzazione paesaggistica e ambientale dello stesso. Tali indagini devono essere condotte coerentemente ai contenuti dei criteri di cui all’articolo 15 (Contenuti del piano territoriale di coordinamento provinciale) comma 4 della Legge 12/2005, il quale stabilisce che è compito del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) definire gli ambiti destinati all’attività agricola analizzando le caratteristiche, le risorse naturali e le funzioni e dettando i criteri e le modalità per individuare a scala comunale le aree agricole, nonché specifiche norme di valorizzazione, di uso e di tutela, in rapporto con strumenti di pianificazione e programmazione regionali, ove esistenti. E’ basilare evidenziare da subito che per definizione il sistema rurale lombardo comprende l'insieme di boschi e campi coltivati, canali di bonifica e irrigazione, aziende agricole e cascine, e l'ambiente ed il paesaggio ad essi connessi.295 Tale complesso sistema definito dalle attività agricole costituisce la prima forma di utilizzo del territorio lombardo. Pertanto la sua conoscenza rappresenta un elemento fondamentale di indirizzo nelle scelte di trasformazione del territorio. In effetti, come già evidenziato anche nella presente relazione di Piano, il settore dell’agricoltura ha, a tutto oggi, grande importanza nella regione lombarda ed ancora più nella bassa pianura pavese e lomellina. Basti pensare che, al Censimento generale del 2000296 la Superficie Agricola Totale (SAT) in Lombardia è pari al 60% dell’intera 295 Cfr. Il sito web http://www.agricoltura.regione.lombardia.it/. 296 Cfr. ISTAT, Glossario. Superficie (aziendale) è divisa in: 1. Superficie Totale: area complessiva dei terreni dell'azienda formata dalla superficie agricola utilizzata, da quella coperta da arboricoltura da legno, da boschi, dalla superficie agraria non utilizzata, nonché dall'area occupata da parchi e giardini ornamentali, fabbricati, stagni, canali, cortili situati entro il perimetro dei terreni che costituiscono l'azienda; 2. Superficie agricola utilizzata (SAU): insieme dei terreni investiti a seminativi, coltivazioni legnose agrarie, orti familiari, prati permanenti e pascoli e castagneti da frutto. Essa costituisce la superficie investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole. E' esclusa la superficie investita a funghi in grotte, sotterranei ed appositi edifici; 3. Superficie agraria non utilizzata: insieme dei terreni dell'azienda non utilizzati a scopi agricoli per una qualsiasi ragione (di natura economica, sociale od altra), ma suscettibili di essere utilizzati a scopi agricoli mediante l'intervento di mezzi normalmente disponibili presso un'azienda agricola. Sono compresi gli eventuali terreni abbandonati facenti parte dell'azienda ed aree PAGINA 167 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © superficie territoriale regionale, in Provincia di Pavia al 75% del territorio provinciale ed in Lomellina ad oltre l’80% di tutto l’ambito di riferimento considerato.297 Nell’ultimo periodo (in particolare confrontando i dati degli ultimi due censimenti dell’Agricoltura risalenti al 1990 ed al 2000) l’agricoltura ha però evidenziato, con valori assimilabili in tutto il territorio lombardo, profonde trasformazioni che consistono principalmente in due fenomeni: anzitutto una progressiva diminuzione della superficie agraria complessiva (oltre il 10% in meno nel decennio) ed in secondo luogo un quasi dimezzamento del numero di aziende agricole esistenti (circa il 45% in meno nel decennio),298 di gran lunga superiore a quanto avvenuto mediamente a livello nazionale (-13%).299 Inoltre in Regione Lombardia si verifica nell’ultimo periodo una diminuzione della Superficie Agraria Utilizzata (SAU) ed una sempre minore varietà colturale: in effetti nello stesso arco di tempo prima considerato (decennio tra i due censimenti dell’Agricoltura del 1990 e del 2000) nel calcolo della Superficie Agraria Utilizzata (SAU), che subisce un decremento pari al 6%, si riducono le superfici coltivate con foraggere avvicendate (-25%), piante ornamentali (-22%), piante industriali (-21%) ed anche i prati permanenti (-10%); subiscono una diminuzione anche le superfici agrarie con colture boschive (-28%), come ad esempio le aree con pioppeti (-17%).300 Ulteriore conferma della rilevanza del settore agricolo e delle sue caratteristiche generali entro la regione lombarda si verifica con maggiore dettaglio proprio nella Provincia di Pavia e nell’ambito della Lomellina.301 destinate ad attività ricreative. Sono esclusi i terreni a riposo. 4. Altra superficie: è costituita dalle aree occupate da fabbricati, cortili, strade poderali, fossi, canali, cave, terre sterili, rocce, parchi e giardini ornamentali. Sono comprese anche le superfici delle grotte, dei sotterranei e degli appositi edifici destinati alla coltivazione dei funghi. 297 Cfr. anche Provincia di Pavia, Settore Politiche Agricole, Faunistiche e Forestali, Piano Agricolo Triennale PAT provinciale, 2001, pag. 12, Cartina 1 – Incidenza relativa alla superficie agricola rispetto alla superficie territoriale (La maggiore parte dei Comuni pavesi presenta un’elevata destinazione agricola della superficie territoriale, ovvero superiore all’80%). 298 Cfr. ISTAT, 5° Censimento generale dell’Agricoltura, Presentazione dei dati definitivi – Lombardia: “Questi risultati inducono a ritenere che la struttura dimensionale delle aziende agricole della regione sia stata interessata da una dinamica di espansione delle realtà imprenditoriali più rilevanti e produttive, collegate alle aziende di maggiori dimensioni, e dalla marginalizzazione delle aziende minori, comprovata dalla forte diminuzione del loro numero”. 299 Cfr. ISTAT, 5° Censimento generale dell’agricoltura - Risultati provvisori. Statistiche in breve - 20 giugno 2001 “Le aziende agricole. Secondo i risultati provvisori, nel 2000 esistono in Italia 2.611.580 aziende agricole, forestali e zootecniche, con una diminuzione di 411.764 unità rispetto alla situazione accertata con il precedente censimento agricolo del 1990. Rispetto alla tendenza nazionale, che ha visto una diminuzione delle aziende agricole pari al 13,6%, i dati per ripartizione geografica e per regione mostrano variazioni di entità piuttosto differenziata. In particolare, la diminuzione del numero di aziende è stata assai più cospicua di quella media nazionale nelle regioni nord-occidentali e ha raggiunto il massimo in Lombardia (-43,1%) e Liguria (-38,2%). 300 Cfr. ISTAT, 5° Censimento generale dell’Agricoltura, Presentazione dei dati definitivi – Lombardia, Tavola 10. Cfr. anche le elaborazione dei dati tecnici delle aziende agricole provenienti dal Sistema Informativo Agricolo della Regione Lombardia (SIARL), che, gestendo il sistema dei contributi comunitari, fra cui la Domanda Unica, elabora una grande mole di dati tecnici delle aziende agricole; in particolare la Carta dell'uso agricolo 2006, che mette a confronto con le carte omologhe relative al 2003, 2004 e 2005. 301 La Provincia di Pavia oggi è divisa in diversi sistemi agricoli territoriali, contraddistinti per proprie specifiche caratteristiche in relazione ai rapporti tra agricoltura e territorio, sia sul versante paesistico che su quello ambientale, e alle caratteristiche socioeconomiche e produttive dell’attività agricola. La Lomellina comprende Pianura della Lomellina occidentale, Pianura della Lomellina centrale, Pianura del Parco della Valle del Ticino. PAGINA 168 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © L’importanza dell’agricoltura in Provincia di Pavia è stata del resto più volte evidenziata in svariate occasioni; come ribadito ad esempio nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) essa costituisce storicamente l’attività principale che connota la quasi totalità del paesaggio provinciale.302 Soprattutto nell’ambito della regione lomellina303 l’ambiente rurale rappresenta l’elemento connotativo primario del territorio da diverso tempo,304 attraverso le sue varie componenti antropiche (il sistema irriguo, colturale, cascinale) e naturali (il sistema dei fiumi, dei boschi, dei fontanili).305 Il vigente PTCP di Pavia sottolinea anche, attraverso il suo quadro conoscitivo d’insieme, gli elementi di criticità del sistema agricolo provinciale, ed in particolare della Lomellina, che sostanziano in un impoverimento degli elementi che lo compongono, ovvero in: una minore varietà di coltivazioni e progressiva eliminazione della rotazione colturale, una maggiore frammentazione, discontinuità e diradamento della trama naturalistica, ed un abbandono e degrado dei nuclei cascinali per il mancato utilizzo di cospicue parti delle cascine storiche.306 302 Cfr. Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Pavia, approvato con Deliberazione di Consiglio Provinciale n. 53/33382 del 7 novembre 2003, pubblicato sul B.U.R.L., Serie Inserzioni, n. 53, del 31 dicembre 2003, Relazione, pag. 78 e segg. Come noto, il settore produttivo legato alle attività agricole assume per la Provincia di Pavia dimensioni e ruoli di grande rilevanza, sia dal punto di vista economico e sociale che dal punto di vista della definizione di uno spazio agricolo che si articola in diverse forme di paesaggio che connotano la peculiarità della varietà di contesti morfologici e territoriali che definiscono il territorio provinciale. 303 Si sottolinea che il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia (PTCP) di Pavia individua il territorio comunale della Lomellina all’interno dell’Ambito Territoriale (Unità di Paesaggio) della Pianura Irrigua Lomellina. 304 Cfr. Roberto Pracchi, La Lombardia, UTET, Torino, 1960, pagg. 417-418. “La Lomellina (…) costituisce la zona di più intensa coltivazione risicola della Lombardia Qui la coltivazione del prezioso cereale fu introdotta verso il secolo XV, trovando un ambiente favorevole per l’estensione delle aree acquitrinose e per la prevalenza della grande proprietà nobiliare. Gli acquitrini sono scomparsi in seguito a bonifica, la risaia stabile è stata trasformata in risaia avvicendata, la proprietà si è conservata invece di grandi dimensioni, come di grandi dimensioni conservano le corti. Ovviamente, se il riso costituisce un tipico prodotto della Lomellina, non è neppure l’unico; per il fatto stesso dell’avvicendamento notevoli sono le produzioni di foraggio, di frumento e di ortaggi” Si sottolinea che il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia (PTCP) di Pavia individua il territorio comunale della Lomellina all’interno dell’Ambito Territoriale (Unità di Paesaggio) della Pianura Irrigua Lomellina. 305 Cfr. PTCP, Relazione, pag. 94. La Pianura irrigua Lomellina “si estende fra la golena del Sesia ed il Parco del Ticino. L’elemento connotativo primario di questo ambito è determinato dall’assetto agricolo ad orientamento risicolo, con la sua tipica organizzazione colturale (fitto reticolo irriguo con presenza di acqua stagnante) ed aziendale (cascine). La pressione agricola ha per contro semplificato ed a tratti impoverito l’assetto ecosistemico del territorio, che mantiene caratteri ancora soddisfacenti in presenza dei corsi d’acqua principali, delle risorgive (fontanili) ed in alcune aree con particolari caratteri morfologici (dossi).” 306 Cfr. PTCP, Relazione, pag. 106. Nelle aree di pianura, specie in quelle lomelline ed oltrepadane, si registra un progressivo impoverimento del sistema ambientale sotto la spinta crescente ed in evoluzione dell'attività agricola, che in questi ambiti costituisce l'elemento condizionante per la sua alta produttività e redditività. L'assetto ecosistemico risulta abbondantemente semplificato e la trama naturalistica presenta caratteri frammentari e discontinui, assumendo spesso connotati di residualità di per sé poco inclini a favorire condizioni di stabilità e di autorigenerazione. La ricerca della grande produttività, ha portato all'abbandono di pratiche agronomiche importanti (es. le rotazioni colturali) per la qualità ecosistemica. Ciò influenza anche il paesaggio sia dal punto di vista della continuità, che della tessitura (trama dei confini e dei canali). L'estensione degli appezzamenti porta alla eliminazione o al diradamento delle barriere vegetali tipiche di un'agricoltura promiscua, impoverendo progressivamente il territorio sia sotto l'aspetto puramente percettivo che naturalistico (corridoi ecologici). La stessa risicoltura, elemento fortemente caratterizzante della Lomellina, sembra tendere alla ricerca di nuove forme colturali "a secco", che comporterebbe il cambiamento radicale di un'immagine ampiamente radicata nella tradizione e nella cultura anche iconografica della Regione. A questi fenomeni, di per sé riduttivi dal punto di vista paesistico, si assomma un progressivo degrado del sistema insediativo che si manifesta in PAGINA 169 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © In generale si può affermare che in Lombardia la Superficie Agricola Totale è in diminuzione. La stessa tendenza si verifica in Provincia di Pavia (con una Superficie Territoriale di quasi 300.000 ettari), dove la Superficie Agricola Totale va progressivamente diminuendo: questa passa da 250.000 ettari nel 1982, a poco più di 240.000 ettari nel 1990 ed a circa 220.000 ettari nel 2000 (ovvero dall’84% del totale nel 1982, all’82% nel 1990, e quindi al 74% nel 2000). Lo stesso trend negativo si verifica in Lomellina (con una Superficie Territoriale di circa 125.000 ettari), dove la Superficie agraria totale passa da circa 110.000 ettari nel 1990 a 102.000 ettari nel 2000 (ovvero dall’87% nel 1990 all’81% nel 2000). D’altra parte questi dati confermano la predominanza, in termini di occupazione, delle superficie agricole in tutto il territorio provinciale ed in particolare in quello lomellino, dove come già detto l’incidenza relativa alla superficie agricola rispetto alla superficie territoriale complessiva è superiore ai quattro quinti (oltre l’80%).307 TABELLA 42. PROVINCIA DI PAVIA – AZIENDE E SUPERFICIE AGRARIA IN HA LOMELLINA % AZIENDE ANNO 1982 PROVINCIA PV % LOMBARDIA 25.699 162.636 AZIENDE ANNO 1990 4.874 20.491 132.160 AZIENDE ANNO 2000 2.618 11.222 74.867 SUP. AGR. TOTALE (SAT) 1982 % 248.172 84% 1.696.794 71% SUP. AGR. TOTALE (SAT) 1990 109.748 87% 243.637 82% 1.601.325 67% SUP. AGR. TOTALE (SAT) 2000 102.586 81% 220.155 74% 1.418.004 59% SUP. TERRIT. (ST) IN ETTARI 126.207 100% 296.473 100% 2.385.846 100% (FONTE: ISTAT, CENSIMENTI SULL’AGRICOLTURA – ANNI 1982, 1990, 2000) In seconda battuta si deve notare che nell’ultimo ventennio anche la Superficie Agraria Utilizzata (SAU), escludendo quindi dalla superficie agraria totale la superficie boscata, quella coltivata con arboricoltura da legno, quella non utilizzata e il restante della superficie residua, in Regione Lombardia è diminuita complessivamente con tassi del 5% ogni decennio, cosa verificatasi anche nella Provincia di Pavia tra il 1990 e il 2000. Oggi, in base ai dati dell’ultimo Censimento dell’Agricoltura, la Superficie Agricola Utilizzata, ovvero quella effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole, è pari al 73% della superficie agraria totale regionale e all’83% di quella provinciale. D’altro canto, in base ai censimenti sul settore agricolo, nell’ultimo periodo in Regione Lombardia la Superficie Agraria non utilizzata a scopi agricoli risulta crescere percentualmente rispetto alla Superficie agraria totale, mentre nell’ambito della Provincia di Pavia essa presenta valori inferiori, indicando mediamente un maggiore sfruttamento ai fini produttivi della Superficie agricola sull’intero territorio provinciale. due direzioni: da un lato l'abbandono dei presidi sparsi nella campagna, le così dette cascine, così ricche dal punto di vista tipologico e culturale; dall'altro lo svilupparsi di modelli tipicamente urbani, spesso stridenti sia con la morfologia che con i modelli tipologici dei vecchi insediamenti. 307 Cfr. anche Provincia di Pavia, Settore Politiche Agricole, Faunistiche e Forestali, Piano Agricolo Triennale PAT provinciale, 2001, pag. 12, Cartina 1 – Incidenza relativa alla superficie agricola rispetto alla superficie territoriale. PAGINA 170 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © TABELLA 43. PROVINCIA DI PAVIA – SUPERFICIE AGRARIA UTILIZZATA E NON IN HA PROVINCIA PV % LOMBARDIA % SUP. AGRARIA UTILIZZATA SAU (E % SAU/SAT) 1982 188.464 76% 1.162.257 68% SUP. AGRARIA UTILIZZATA SAU (E % SAU/SAT) 1990 195.037 80% 1.104.278 69% SUP. AGRARIA UTILIZZATA SAU (E % SAU/SAT) 2000 184.005 84% 1.039.817 73% SUP. AGR. NON UTILIZZATA SAU (E % SANU/SAT) 1982 8.389 3% 58.186 3% SUP. AGR. NON UTILIZZATA SAU (E % SANU/SAT) 1990 9.940 4% 60.805 4% SUP. AGR. NON UTILIZZATA SAU (E % SANU/SAT) 2000 4.691 2% 75.077 5% (FONTE: ISTAT, CENSIMENTI SULL’AGRICOLTURA – ANNI 1982, 1990, 2000) Altri dati interessanti da analizzare ai fini di una migliore comprensione della struttura del paesaggio agricolo lombardo e pavese sono quelli che riguardano le varietà colturali ed in genere le modalità di utilizzo del territorio agrario, anche in relazione alle variazioni avvenute in questo ultimo quarto di secolo, come evidenziato dalle successive due tabelle con i dati della Regione Lombardia e della Provincia di Pavia. TABELLA 44. PROVINCIA DI PAVIA – SUPERFICIE AGRARIA IN HA PER TIPO DI UTILIZZO 2000 % 1990 % 1982 % 164.864 75% 173.260 71% 165.035 66% 14.741 7% 16.948 7% 16.540 7% 4.400 2% 4.829 2% 6.888 3% 184.005 84% 195.037 80% 188.463 76% ARBORICOLTURA DA LEGNO 13.157 6% 14.183 6% 24.340 10% BOSCHI 11.055 5% 13.931 6% 16.977 7% SUP. AGR. NON UTILIZZATA (SANU) 4.691 2% 9.940 4% 8.389 3% ALTRA SUPERFICIE 7.247 3% 10.546 4% 10.003 4% 220.155 100% 243.637 100% 248.173 100% SEMINATIVI COLTIVAZIONI LEGNOSE AGRARIE PRATI PERMANENTI E PASCOLI TOTALE SUP. AGR. UTILIZZATA (SAU) SUP. AGR. TOTALE (SAT) TABELLA 45. REGIONE LOMBARDIA – SUPERFICIE AGRARIA IN HA PER TIPO DI UTILIZZO 2000 % 1990 % 1982 % 731.326 52% 759.378 47% 760.280 45% 32.463 2% 36.710 2% 42.662 3% 276.028 19% 308.190 19% 359.315 21% 1.039.817 73% 1.104.278 69% 1.162.257 69% 30.722 2% 31.847 2% 44.888 3% 204.974 14% 295.948 18% 321.813 19% SUP. AGR. NON UTILIZZATA (SANU) 75.077 5% 60.805 4% 58.186 3% ALTRA SUPERFICIE 67.414 5% 108.448 7% 109.650 7% 1.418.004 100% 1.601.325 100% 1.696.794 100% SEMINATIVI COLTIVAZIONI LEGNOSE AGRARIE PRATI PERMANENTI E PASCOLI TOTALE SUP. AGR. UTILIZZATA (SAU) ARBORICOLTURA DA LEGNO BOSCHI SUP. AGR. TOTALE (SAT) (FONTE: ISTAT, CENSIMENTI SULL’AGRICOLTURA – ANNI 1982, 1990, 2000) PAGINA 171 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Dalle analisi dei dati relativi ai vari Censimenti dell’Agricoltura, corrispondenti agli anni 1982, 1990 e 2000, è possibile evidenziare i seguenti elementi riguardanti la varietà colturale in Lombardia e in Provincia di Pavia, ovvero che: - le aree a seminativi costituiscono la maggiore quota delle superficie agrarie complessive in tutta la regione, rappresentando oggi la metà delle aree agricole lombarde ed il 75% di quelle pavesi; non solo, le estensioni dei territori dedicati a queste tipologie di coltivazioni erbacee (comprendenti i cereali come il frumento, l’orzo, il mais ed il riso, i legumi e le piante da tubero) rispetto alla complessiva superficie agraria sono in costante aumento nell’ultimo ventennio (essendo passate dal 45% del 1982 al 52% del 2000 in Lombardia e dal 66% del 1982 al 75% del 2000 in Provincia di Pavia, con un aumento percentuale del 12-15%); - le aree con coltivazioni legnose (che comprendono principalmente la vite) e quelle con prati permanenti (pascoli) di fatto rimangono con valori costanti, vale a dire poco più del 2% in Regione Lombardia e quasi il 7% in Provincia di Pavia per le legnose agrarie, e circa il 20% e circa il 2% per i prati permanenti; - le aree coltivate con arboricolture da legno (quali ad esempio i pioppeti) diminuiscono notevolmente la loro estensione in valore assoluto, riducendosi dal 1982 al 2000 di 1/3 (-32%) nella regione lombarda e addirittura quasi dimezzandosi (-46%) in Provincia di Pavia nello stesso periodo; - le aree boscate, che costituiscono nel 2000 una quota consistente delle superfici agricole regionali (quasi il 15% della superficie agraria totale) ed in misura minore di quelle provinciali (circa il 5%), hanno peraltro subito un decremento nell’ultimo ventennio, diminuendo tra il 1982 ed il 2000 da oltre 320.000 a poco più di 200.000 ettari (ovvero -36%) in Regione Lombardia e da circa 17.000 a circa 11.000 ettari (anche qui -35%) nella Provincia di Pavia; - in ultimo, come già evidenziato, la Superficie agricola non utilizzata nell’ultimo ventennio è aumentata complessivamente in tutta la Regione, mentre nella Provincia pavese è diminuita, dimezzandosi nel decennio 1990-2000. Inoltre si evidenzia la permanenza di alcune tendenze genericamente rilevate su tutto territorio lombardo (ad esempio la progressiva perdita, o meglio il dimezzamento, delle superficie utilizzate per la coltivazione del frumento e delle foraggere avvicendate), ma anche alcune peculiarità del territorio pavese all’interno dell’ambito regionale: - anzitutto appare con chiarezza che le aree coltivate a mais (o granoturco) nell’ambito pavese sono diminuite, tra il 1982 ed il 2000, dal 20% al 15% sul totale delle superfici agrarie, mentre mediamente in Lombardia si è verificato, nello stesso periodo, un incremento dal 15% al 20% sul totale; - poi si deve sottolineare la predominanza delle superficie coltivate a riso, che nella Provincia di Pavia occupano un terzo del territorio agricolo, mentre in Lombardia esse occupano solo il 6%; di fatto ben l’83% delle aree risicole lombarde è concentrato in ambito pavese e quasi tutte si trovano in Lomellina; - in ultimo poi si evidenzia che le aree a pioppeto, pur diminuendo la loro estensione, cioè dimezzandosi dal 1982 al 2000, permangono nella provincia PAGINA 172 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © pavese con una certa consistenza corrispondente ad oltre il 5% del territorio agricolo e rappresentando comunque quasi la metà (45%) delle superfici a pioppo dell’intera regione lombarda. TABELLA 46. PROVINCIA DI PAVIA – SUPERFICIE AGRARIA IN HA DIVISA PER COLTIVAZIONI 2000 % 1990 % 1982 % 13.196 6% 20.404 8% 23.483 9% 3.765 2% 6.067 2% 2.289 1% GRANOTURCO 34.598 16% 35.461 15% 48.656 19% RISO 74.048 34% 74.757 31% 52.275 21% LEGUMI SECCHI 795 0% 48 0% 54 0% PATATA 184 0% 243 0% 395 0% BARBABIETOLA DA ZUCCHERO 5.833 3% 6.281 3% 5.518 2% PIANTE INDUSTRIALI 3.709 2% 8.055 3% 141 0% ORTIVE 1.671 1% 953 0% 977 0% FORAGGERE AVVICENDATE 18.794 9% 19.060 8% 30.039 12% PIOPPETI 11.907 5% 14.183 6% 24.340 10% 220.155 100% 243.637 100% 248.173 100% FRUMENTO ORZO SUP. AGR. TOTALE (SAT) TABELLA 47. REGIONE LOMBARDIA – SUPERFICIE AGR. IN HA DIVISA PER COLTIVAZIONI 2000 % 1990 % 1982 % FRUMENTO 43.095 3% 58.042 4% 105.301 6% ORZO 19.149 1% 75.585 5% 49.821 3% 285.954 20% 219.823 14% 248.988 15% 89.055 6% 85.580 5% 60.129 4% LEGUMI SECCHI 1.270 0% 1.267 0% 110 0% PATATA 1.889 0% 1.663 0% 2.732 0% BARBABIETOLA DA ZUCCHERO 21.900 2% 23.841 1% 15.163 1% PIANTE INDUSTRIALI 50.219 4% 62.692 4% 284 0% ORTIVE 12.421 1% 10.584 1% 9.528 1% 155.931 11% 207.613 13% 253.946 15% 26.790 2% 31.847 2% 44.888 3% 1.418.004 100% 1.601.325 100% 1.696.794 100% GRANOTURCO RISO FORAGGERE AVVICENDATE PIOPPETI SUP. AGR. TOTALE (SAT) (FONTE: ISTAT, CENSIMENTI SULL’AGRICOLTURA – ANNI 1982, 1990, 2000) Gli aspetti relativi alla perdita progressiva della varietà colturale all’interno della Provincia di Pavia sono rilevabili anche dai dati statistici recenti, come forniti dall’ISTAT negli ultimi anni, tra il 2000 ed il 2006. Da questi si evince che in questi sei anni a fronte di una sostanziale stabilità dimensionale delle superfici coltivate a cereali (che costituiscono ancora oltre il 70% aree rurali produttive; solo il riso costituisce oltre il 45% delle aree rurali produttive delle provincia pavese) sono diminuite notevolmente quelle coltivate a mais (con una perdita del 30%); inoltre si riducono le aree destinate alla coltura di altre erbacee quali gli ortaggi (meno 10%), le piante da tubero (meno PAGINA 173 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © 50%) e le coltivazioni industriali come colza, girasole e soia (meno 60%); parimenti diminuiscono le superficie destinate piante di frutta fresca (meno 20%). SUPERFICIE TOTALE (HA) ANNO 2000 SUPERFICIE TOTALE (HA) ANNO 2001 SUPERFICIE TOTALE (HA) ANNO 2002 SUPERFICIE TOTALE (HA) ANNO 2003 SUPERFICIE TOTALE (HA) ANNO 2004 SUPERFICIE TOTALE (HA) ANNO 2005 SUPERFICIE TOTALE (HA) ANNO 2006 TABELLA 48. PROVINCIA DI PAVIA - SUPERFICI AGRARIE COLTIVATE IN HA PER TIPO 12.990 12.125 18.050 15.870 14.650 15.160 14.760 3.525 3.085 5.150 5.991 4.720 5.860 6.180 CEREALI (RISO) 77.269 75.580 76.604 76.624 80.998 - 80.357 CEREALI (MAIS) 32.000 33.170 29.075 28.335 26.550 25.770 22.250 LEGUMI SECCHI 385 1.372 2.800 1.850 2.070 1.811 2.254 PIANTE DA TUBERO 413 410 470 450 200 150 200 1.116 1.087 1.242 1.185 1.335 1.130 1.015 12.572 7.884 6.711 5.663 6.317 7.194 5.042 814 689 715 745 745 745 638 13.880 14.104 13.572 13.640 13.531 14.424 14.133 FORAGGERE TEMPORANEE 20.840 20.840 21.350 22.350 22.000 21.000 22.800 FORAGGERE PERMANENTI 4.850 4.850 4.850 4.850 4.850 4.850 5.600 180.654 175.196 180.589 177.553 177.966 98.094 175.229 COLTIVAZIONI ERBACEE CEREALI (FRUMENTO) CEREALI (ORZO AVENA) ORTAGGI IN PIENA ARIA COLTIVAZIONI INDUSTRIALI COLTIVAZIONI LEGNOSE FRUTTA FRESCA VITE COLTIVAZIONI FORAGGERE TOTALE (FONTE: ISTAT, DATI ANNUALI SULL’AGRICOLTURA 2000-2006) Di fatto la Provincia di Pavia si rivela come un’area dove la coltivazione prevalente è quella risicola, principalmente concentrata nella regione della Lomellina. La coltivazione del riso, come noto, è storicamente in effetti collegata al paesaggio agricolo lomellino.308 Tale coltura inizia in questa zona a partire dal Tredicesimo secolo, a seguito della progressiva bonifica di vaste aree acquitrinose, eseguita ad opera di appartenenti ad ordini monastici. Solo dal Sedicesimo secolo però la coltivazione risicola diviene estensiva, contribuendo al risanamento delle residue aree paludose e 308 Tradizionalmente la coltura del riso introduce elementi percettivi variegati nel paesaggio divisibili in base ai periodi di coltivazione: la sistemazione del terreno prevede il suo livellamento e la divisione in vasche molto basse, dette camere, mediante piccoli argini di terra alti 30-40 cm. In primavera le camere vengono allagate dopo la semina nel caso di semine in asciutta come fossero bagnature, oppure alle sommersioni delle camere segue nel giro di pochi giorni la semina del riso. In sostanza la semina si può effettuare con risaia allagata, o risaia sommersa,oppure con risaia asciutta, cioè priva di acqua; tutte le tecniche colturali prevedono una precedente o una successiva sommersione della risaia. Talvolta invece della semina si preferisce trapiantare le piantine di riso cresciute in un vivaio (si usa una macchina apposita). Nelle zone risicole lombarde trova impiego frequente anche la semina in asciutta, sempre antecedente a quella in acqua, mentre il trapianto è stato quasi del tutto abbandonato per la mancanza di manodopera (rari i trapianti di soccorso). Le spighe del riso sono mature a settembre, quando la pianta è alta da 80 a 150 cm: con una mietitrebbia si svolgono contemporaneamente le due operazioni di mietitura e di trebbiatura. Il riso è avvicendato col frumento o con leguminose foraggere; oppure viene coltivato per molti anni nella stessa risaia. PAGINA 174 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © malsane, e definendo l'aspetto caratteristico del territorio, perfezionandosi poi grazie alla costruzione di un articolato e diffuso sistema irriguo.309 A seguito di una continua crescita produttiva realizzatasi dagli anni Settanta ad oggi,310 al 2000 l’Italia è il primo coltivatore europeo di riso con aree a risaia pari a 220.000 ettari (228.000 nel 2006) in Italia, di cui 92.000 ettari (96.000 nel 2006) appartenenti alla Regione Lombardia, e 77.000 ettari (80.000 nel 2006) concentrati nella sola Provincia di Pavia. In sostanza oltre un terzo delle aree risicole nazionali (e la quasi totalità di quelle lombarde) si trova nel territorio pavese, e di queste i quattro quinti nell’area della Lomellina. Oggi più specificamente le aree coltivate a riso in Lomellina occupano mediamente oltre il 50% (la metà) della Superficie Agricola Totale SAT ed il 60% (ovvero i due terzi) delle Superficie Agraria Utilizzata SAU.311 Sempre con attinenza al settore risicolo in ambito pavese è necessario qui accennare, per inciso, al Regolamento Speciale per la coltivazione del riso nella Provincia di Pavia, emanato nel 1999:312 esso disciplina le aree in cui tale coltura può essere effettuata senza creare zone di insalubrità, determinando quindi le distanze minime e la zona di rispetto (o di arretramento) di questa dagli aggregati di abitazione (150 metri per i Comuni oltre i 2.000 abitanti, 100 metri per i Comuni dai 600 ai 2.000 abitanti), dalle abitazioni sparse (10 metri) e dai cimiteri (50 metri).313 309 Cfr. il sito web: http://www.lombardiacultura.it/. Inoltre cfr http://www.risoitaliano.org/: “Nel 1500 le risaie in Lombardia si estendono su 5.500 ettari diventati 50.000 secondo un censimento spagnolo nel 1550. Non è facile reperire dei dati sulla produzione e sulla superficie dedicata alla risaia nel corso dei secoli anche per le alterne vicissitudini di questa amata o vituperata coltura. Nel 1700 risultano coltivati 20.000 ettari; nel Piemonte di Amedeo II, nel 1710, il 9% del territorio di pianura è coltivato a riso. Durante l'occupazione napoleonica risulterebbero coltivati 40.000 ha fra Santhià, Vercelli e Biella e 120.000 ha in tutta Italia mentre nel 1860 solo in provincia di Vercelli sarebbero coltivati a riso 30.000 ettari. Il vero boom si ha solo dopo lo scavo del canale Cavour (1866), quando l'ettarato sale a quota 230.000 e il riso italiano diventa un prodotto d'esportazione, molto richiesto da francesi, svizzeri, tedeschi e austriaci”. 310 Cfr. Davide Bermano, Evoluzione dell'economia agricola lomellina nell'ultimo ventennio e le tendenze attuali, tesi di laurea, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, 1996-97. 311 Cfr. Provincia di Pavia, Settore Politiche Agricole, Faunistiche e Forestali, Piano Agricolo Triennale PAT provinciale, 2001, pag.8. 312 Cfr. Provincia di Pavia, Regolamento Speciale per la Coltivazione del Riso nella Provincia di Pavia, redatto in collaborazione con l’ASL - Pavia - Vigevano – Voghera, approvato dal Consiglio Provinciale il 22 gennaio 1999 (del. C.P. n. 3/26175) esecutiva per visto dell’ ORC il 3 febbraio 1999, pubblicato sul FAL (Foglio degli Annunzi Legali della Provincia di Pavia) il 10 marzo 1999. 313 Cfr. Provincia di Pavia, Regolamento Speciale per la Coltivazione del Riso nella Provincia di Pavia, cit., “Articolo 2 (Determinazione delle distanze minime e della zona di rispetto) Nella provincia di Pavia la coltivazione del riso è consentita alle distanze minime sottoindicate: comma 1 dalle città: Pavia – Vigevano m 300; comma 2 dagli aggregati di abitazione superiore a 100 e fino a 300 abitanti: m 30; fino a 600 abitanti: m 50; da 601 a 2.000 abitanti: m 100; oltre 2.000 abitanti: m 150; comma 3 dalle abitazioni sparse: m 10; comma 4 dai cimiteri: m 50. (…) Articolo 3. Ogni Comune nel cui territorio si pratica la coltivazione del riso deve provvedere, con apposita deliberazione, alla delimitazione della zona di rispetto, in base all’ articolo 2 del presente Regolamento, su planimetria catastale non superiore alla scala 1:5.000. La deliberazione comunale verrà trasmessa alla Provincia, per la presa d'atto da parte della Giunta Provinciale, accompagnata dal parere che il Comune avrà provveduto a richiedere alla Commissione TecnicoSanitaria di cui al successivo art. 7 che può proporre, se necessario, maggiori distanze. I Comuni, inoltre, sono tenuti a provvedere al periodico graduale spostamento dei limiti delle rispettive zone di rispetto, in modo che rimangano inalterate, in rapporto allo sviluppo edilizio, le distanze minime previste dall'art. 2 del presente Regolamento. Ogni variazione deve essere approvata seguendo la procedura di cui sopra. (…) Articolo 5 (Coltivazione del riso "in asciutta") (…) nelle fasce di rispetto dell’abitato è consentita la coltivazione del riso "in asciutta", previa dichiarazione scritta al Sindaco e all’Azienda Sanitaria Locale per conoscenza (…).” PAGINA 175 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Altra coltivazione che caratterizza la Provincia di Pavia ed in particolare la regione della Lomellina è quella del pioppo.314 Nonostante le superfici a pioppeto si siano progressivamente ridotte nell’ultimo periodo, con un dimezzamento nel ventennio tra il 1982 ed il 2000, passando da circa 45.000 ettari a circa 27.000 ettari in Regione Lombardia, e da circa 24.000 ettari a circa 12.000 ettari in Provincia di Pavia, ovvero dal 10% al 5% della Superficie Agricola Totale, esse rappresentano ancora una coltura importante soprattutto nel patrimonio agrario pavese. Si pensi che circa la metà dei pioppeti lombardi si trovano proprio nella Provincia di Pavia ed un terzo in Lomellina; inoltre nell’area lomellina i pioppeti costituiscono ancora grosso modo il 10% dell’intera Superficie Agraria Utilizzata SAU. E’ fondamentale infine ricordare che tra gli elementi che caratterizzano tipicamente il paesaggio agricolo lombardo e pavese sono da annoverare le superfici boscate.315 I boschi d’alto fusto o cedui,316 pur diminuendo costantemente la loro estensione dal 1982 al 2000 (da circa 300.000 a circa 200.000 ettari in Lombardia e da circa 15.000 a circa 10.000 ettari in Provincia di Pavia, con perdite di circa un terzo del patrimonio nei venti anni considerati) costituiscono ancora oggi una quota non trascurabile delle aree rurali regionali, ovvero più precisamente un 15% della Superficie Agricola Totale SAT in Lombardia ed un 5% di quella pavese. Oltre a quanto sopradetto è utile anche evidenziare gli alberi ad alto fusto che si trovano nell’area della Lomellina, sparsi o radunati in aree boscate, corrispondenti ai tipi di seguito elencati:317 314 La coltivazione dei pioppi richiede molta luce; inoltre vogliono un terreno fertile, umido a sufficienza, non amano il ristagno dell'acqua e i terreni troppo duri; con buoni accorgimenti in coltura e alcuni trattamenti antiparassitari la pianta avrà una rapidissima crescita. Nelle piantagioni, i pioppi vanno messi a dimora a una distanza gli uni dagli altri di 4 x 4 m. oppure 4 x 5 o ancora 5 x 5 a seconda delle specie usate, del terreno o della vicinanza o meno di fonti d'acqua. I pioppi prediligono crescere con i loro simili; tuttavia crescono bene anche con altre specie, come ad esempio i salici. Per scopo industriale vengono usati in prevalenza pioppi ad alto fusto di 10 o 25 anni; dopo l'abbattimento il terreno potrà essere usato per piantare altri pioppi oppure usato per altre colture. Per scopi ornamentali, vengono usati in filari e in gruppi di piante; si prediligono le specie a chioma ampia. 315 Si ricorda che, in Regione Lombardia, secondo la L.R. 28 ottobre 2004, n. 27 "Tutela valorizzazione delle superfici, del paesaggio e dell’economia forestale", si può riassumere così: sono da considerarsi boschi a tutti gli effetti di legge, i popolamenti arborei e arbustivi a qualunque stadio di età, con densità di copertura delle chiome a maturità non inferiore al 20%, di origine naturale o artificiale: con superficie pari o superiore a 2.000 mq e larghezza superiore a 25 m; i soprassuoli di neoformazione costituiti da specie arboree o/e arbustive che colonizzano terreni destinati ad altra qualità di coltura da almeno cinque anni; i rimboschimenti e gli imboschimenti; i terreni che per cause naturali od artificiali sono rimasti temporaneamente privi di copertura forestale; le radure e tutte le superfici d’estensione inferiore a 2.000 mq che interrompono la continuità del bosco. Non sono da considerarsi bosco: gli impianti di arboricoltura da legno e gli impianti per la produzione di biomassa legnosa; i filari arborei, i parchi urbani ed i giardini; gli orto botanici, i vivai, i piantonai, le coltivazioni per la produzione di alberi di Natale ed i frutteti, escluso i castagneti da frutto in attualità di coltura; le formazioni vegetali irrilevanti sotto il profilo ecologico, paesaggistico, e selvicolturale. Cfr. http://www.provincia.pv.it/agricoltura/riserve_foreste/boschi/main.htm. 316 Il bosco, a differenza delle foreste vergini, deve essere curato dall’uomo, e con il taglio l’uomo governa e tratta il bosco. In relazione al modo di governo si possono avere boschi d’alto fusto o boschi cedui. Bosco d’alto fusto: è il bosco costituito da piante nate esclusivamente da seme e quindi rinnovatesi per via gamica. Bosco Ceduo: è il bosco costituito da piante rinnovatesi in modo agamico cioè mediante polloni (fusti che si originano dalle ceppaie di latifoglie dopo il taglio). Cfr. http://www.provincia.pv.it/agricoltura/riserve_foreste/boschi/main.htm. 317 Cfr. Parco Ticino, Gli alberi, Biblioteca Parco Ticino, Fabbri Editori, Milano, 1982. PAGINA 176 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © - il gruppo arboreo dei Pioppi come: il Pioppo Bianco (o Populus Alba), il Pioppo Nero (o Populus Nigra), il Pioppo Cipressino (o Populus Nigra Italica), il Pioppo Tremulo (o Populus Tremula), l’Ontano nero (o Alnus Glutinosa), il Pado (o Prunus Padus), ed anche Pioppo Ibrido (o Populus Canadensis); - il gruppo arboreo dei Salici come: il Salice Bianco (o Salix Alba), il Salicone (o Salix Caprea) ed il Salice Ripaiolo (o Salix Eleagnos); - il gruppo degli alberi della foresta padana come: la Farnia (o Quercus Robur), l’Olmo Minore (o Ulmus Minor), il Carpino bianco (o Carpinus Betulus), l’Acero Campestre (o Acer campestre), il Ciliegio Selvatico (o Prunus Avium), il Melo selvatico (o Malus Sylvestris); ed anche il Castagno (o Castanea Sativa), il Cerro (o Quercus Cerris) e la Betulla (Betula Pendula); - il gruppo arboreo dei Frassini come: l’Orniello (o Fraxinus Ornus) ed il Frassino Maggiore (o Fraxinus Excelsior); - il gruppo dei cosiddetti alberi esotici come: la Robinia (o Robinia Pseudoacacia), il Prugnolo Tardivo (Prunus Serotina), l’Ailanto (o Ailanthus Altissima), il Platano Comuna (o Platanus Hybrida), la Quercia Rosa (o Quercus Rubra); - ed infine il gruppo degli alberi rari nostrani come il Tiglio Selvatico (o Tilia Cordata) e il Tiglio Nostrano (o Tilia Platyphyllos), ed esotici come il Gelso Biano (o Morus Alba) e il Gelso Nero (o Morus Nigra). Quanto descritto in sintesi fino a qui nel presente paragrafo fornisce un’idea generale della recente evoluzione e della conformazione attuale del paesaggio agrario pavese e lomellino, di cui il Comune di Ferrera Erbognone318 fa parte, suddiviso per comodità 318 Cfr. Comune di Ferrera Erbognone, Piano di Governo del Territorio PGT, Documento di Piano, Relazione, 2008, pagine 9-10 2. L’ambiente fisico Il territorio di Ferrera Erbognone è compreso in un tratto della pianura alluvionale posto a sud di una linea di fontanili e sorgive che assicurano grande abbondanza di acque irrigue, caratteristica dell' intera zona. Il reticolo idrografico è ricco di rogge e canalizzazioni ricavate nel tempo per l’esercizio delle attività agricole; i corsi d' acqua principali sono i torrenti Agogna ed Erbognone ed un ramo del Canale Regina. La zona presenta un clima continentale umido. Tale umidità, favorita dalla distesa delle risaie e dei prati marcitori, è causa di frequenti nebbie; la temperatura è relativamente mite, con minime invernali di 0-1° e medie estive di 23-24° gradi centigradi. La campagna è stata coltivata per secoli soprattutto a frumento, mais e foraggio; oggi è contrassegnata dalle coltivazioni di riso che fanno di questa regione una delle maggiori produttrici. L'intero comprensorio può essere considerato uno dei più importanti del quadrilatero agricolo padano, formato dalle province di Novara, Milano, Vercelli, Pavia. 6. L’assetto geologico, idrogeologico e sismico. Dal punto di vista geomorfologico, il territorio di Ferrera Erbognone, come l’intera Lomellina, risale all'era quaternaria. Il territorio, fertile e pianeggiante, è caratterizzato dai lunghi filari dei pioppi, che delimitano le grandi estensioni dei campi. In origine, l'area fu modellata da fiumane che depositarono sabbia e ciottoli formando dossi, conche e avvallamenti che si conservarono fino al Medioevo. Questo territorio di risorgive è stato per secoli una palude impraticabile: l'ambiente attuale è frutto del lavoro che l'uomo ha intrapreso per rendere queste terre fertili, trasformando e riorganizzando il paesaggio. Le comunità dei monaci nel medioevo bonificarono la zona introducendo la marcita, pratica colturale che si ottiene riversando per scorrimento sul terreno l'acqua delle fontane naturali, la cui temperatura si aggira attorno ai 10 gradi centigradi. I terreni beneficiati dalla stabilità termica delle acque che fuoriescono dal suolo a temperatura costante, permettono annualmente fino ad otto tagli di erba, fornendo anche nei mesi più rigidi dell'inverno foraggio fresco per gli allevamenti zootecnici. La colonizzazione feudale nel duecento e le grandi riforme agricole introdotte dagli Sforza, che sperimentarono la coltivazione del riso, hanno reso questa zona ricca di campi di cereali. Al servizio di questa estensione di coltivazioni, a fianco dei tre corsi d’acqua naturali che delimitano la Lomellina, è stato organizzato un complesso sistema idrico di rogge e canali, che hanno dato vita alla costruzione dei mulini, e sono sorte le cascine "a corte chiusa", tipici insediamenti rurali della pianura padana. Nell’ambito territoriale sono stati compiuti alcuni significativi passi nella conservazione delle aree di un certo interesse naturalistico e tuttora diverse zone stanno per PAGINA 177 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © nelle sue diverse componenti relative a: il sistema produttivo rurale (zona agricole aziendali) e le aree vegetali naturali (zone boscate e di tutela ed alberature sparse). Le aree agricole produttive occupano ancora la gran parte del territorio di Ferrera, concentrandosi in particolare modo nella parte occidentale del Comune ovvero sulla sponda destra dell’Erbognone, e sono coltivate soprattutto, meglio, quasi interamente, con seminativi, a riso e a granoturco. Le aree a pioppeto costituiscono una piccola realtà rispetto alle risaie, popolando solo limitate porzioni del territorio comunale. E’ importante anche notare che invece le aree boscate sono principalmente concentrate lungo il basso corso del torrente Erbognone ed ammontano complessivamente a circa 57 ettari, vale a dire solo il 3% dell’intero territorio ferrarino. Sono comprese, tra le suddette aree boscate, tutte le fasce alberate cresciute lungo i principali corsi d’acqua ed il sistema irriguo di Ferrera, soprattutto sulle sponde dell’Erbognone e dell’Agogna, configurandosi come vere e proprie foreste lineari e rappresentando corridoi ecologici di notevole interesse ambientale e paesaggistico. Non solo: è fondamentale rilevare che rispetto a quanto rilevabile dalla cartografia di cinquanta anni fa le aree boscate all’interno del territorio comunale di Ferrera Erbognone sono aumentate passando da poco più circa 40 ettari individuati nel 1952 (dove sono già segnalati boschi cedui di diversa tipologia –misti semplici, puri e misti matricinati e composti - e fustaie pure e miste di latifoglie – con alberi di rovere, altre querce, castagno, pioppo e altre latifoglie)319 agli attuali quasi 60 ettari, con un aumento complessivo dei boschi pari al 50% circa nell’arco del cinquantennio. SUPERFICIE AGR. TOTALE (SAT) SUPERFICIE AGR. UTILIZZATA (SAU) DI CUI SUP. AGR. UTILIZZATA A SEMINATIVO DI CUI SUP. AGR. UTILIZZATA ARBORICOLT. TABELLA 49. COMUNE DI FERRERA – SUPERFICIE AGRARIA TOTALE E UTILIZZATA IN HA 1990 1.444 1.331 1.331 12 2000 1.072 905 894 71 VARIAZIONE ASSOLUTA 1990-2000 -372 -426 -437 +59 VARIAZIONE PERCENTUALE 1990-2000 -26% -32% -33% +492% (FONTE: ISTAT E REGIONE LOMBARDIA UFFICIO REGIONALE DEL CENSIMENTO DELL’AGRICOLTURA ANNI 1990 E 2000 – SITO IN RETE: HTTP://WWW.RING.LOMBARDIA.IT/) essere recuperate dal punto di vista ambientale; il primo e più importante passo compiuto è stata la costituzione del Parco Fluviale del Ticino, di primaria importanza per la conservazione di molte specie di piante e di animali. Particolare attenzione è stata rivolta alla protezione delle diverse garzaie (luoghi in cui nidificano gli aironi e altre speci avicole), e sono stati conservati alcuni boschi con vegetazione autoctona della pianura padana. Nelle immediate vicinanze del territorio comunale, oltre il confine regionale, il Piemonte ha istituito il Parco Fluviale del Po, che dà protezione ad un vasto ambito territoriale esteso nelle province di Alessandria e Vercelli. Il territorio comunale di Ferrera Erbognone è classificato in zona 4, a rischio sismico minimo. 319 Cfr. Comitato Direttivo Provinciale di Pavia per il Piano Territoriale della regione Lombardia, La Provincia di Pavia nel Piano Territoriale della Regione lombarda, II, Tavole Grafiche, Amministrazione Provinciale di Pavia, 1960, Tavola 4 (Zone boschive della provincia di Pavia – Anno 1952). PAGINA 178 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Oltre alla componente vegetale, formata come già detto dalle superficie produttive agricole e dagli elementi naturali boscati, il paesaggio pavese, ma soprattutto quello lomellino, presentano una forte componente idrica. La rete delle acque è in questo ambito territoriale composta principalmente dal sistema primario dei fiumi e dei torrenti, come il Ticino, il Terdoppio, l’Agogna, il Sesia ed ovviamente a Sud il Po; in secondo luogo dall’insieme dei canali irrigui, di portata sovracomunale, che a partire dal Quattrocento cominciano ad innervare il territorio della Lomellina, come gli storici Naviglio Sforzesco, Roggia Mora, Roggia Biraga (tutti del XV secolo) e successivamente il Naviglio Langosco (del XVII secolo), o i più recenti il Canale Cavour (del XIX secolo) e Canale Regina Elena (del XX secolo), oltre ad una capillare rete di irrigazione locale. Quindi oltre alla rete fluviale, il sistema irriguo dei canali caratterizza ampiamente l’area geografica lomellina. La parte preponderante di questa maglia appartiene al maggiore consorzio di irrigazione italiano, l’Est Sesia, che si configura con carattere interregionale, essendo il territorio di sua competenza per metà in Regione Piemonte e per metà in Regione Lombardia (più precisamente 87.000 ettari in territorio piemontese e 123.000 ettari in quello lombardo, per un totale di 210.000 ettari).320 Al Consorzio d’Irrigazione dell’Est Sesia appartengono i proprietari e gli affittuari dei terreni posti tra i fiumi Sesia, Ticino e Po irrigati o irrigabili con le acque in gestione al Consorzio, ed anche i proprietari dei beni che comunque utilizzano tali acque, per un numero complessivo dei consorziati che attualmente è di circa 25.000 soggetti.321 Oggi la rete consorziale dell’Associazione Irrigazione Est Sesia ha uno sviluppo complessivo di circa 9.000 chilometri, e però solo alcuni canali, cardini della rete principale, rivestono importanza fondamentale nel comprensorio dell’Est Sesia; questi in Lomellina sono per ordine di importanza: la Roggia Mora, la Roggia Busca, Roggia Biraga, il Roggione di Sartirana, il Naviglio Langosco ed il Naviglio Sforzesco; a cui si aggiungono nella parte Nord del territorio di competenza il Canale Cavour ed il Canale Regina Elena. Come già evidenziato in altre parti del quadro conoscitivo, per quanto attiene al sistema delle acque. il territorio comunale di Ferrera Erbognone è interessato dall’attraversamento di due corsi d’acqua principali, il torrente Erbognone e il torrente Agogna,322 il primo affluente del secondo e il secondo a sua volta affluente del fiume 320 Cfr. il sito web . http://www.estsesia.it/ (Deliberazione del Consiglio Regionale Lombardia del 26 marzo 1986 n. IV/213). 321 Cfr. il sito web . http://www.estsesia.it/ (Il Consorzio). 322 Il torrente Agogna, scorrente il tra Piemonte, nella zona compresa tra i laghi Maggiore e d'Orta, e la Lombardia, con una lunghezza di circa 140 chilometri e con un bacino idrografico di quasi 1.000 chilometri quadrati, attraversa tutta la regione lomellina. Si veda le notizie integrative riportate in Wikipedia. “ll suo percorso può essere suddiviso in tre parti ben distinte tra loro: la prima, che corrisponde al tratto montuoso, scorre in un alveo roccioso e non molto largo, delimitato da una valle stretta ed incassata, che si estende dalle sorgenti sino alla località di Bolzano Novarese; il tratto intermedio, che si conclude presso la città di Novara, che è invece caratterizzato dal passaggio del corso d'acqua in una zona collinare; il tratto finale, da Novara sino alla foce, caratterizzato dallo scorrere lento delle acque, che attraversa una zona prevalentemente agricola dove storicamente ha una grande rilevanza la coltivazione del riso. Affluenti. Lungo il suo corso l'Agogna riceve, oltre all'Erbognone (suo principale tributario), anche il contributo di numerosi canali e fossati che concorrono ad accrescerne la portata d'acqua. Prima di Novara interseca anche il Canale Cavour. Regime idraulico. Lungo il suo percorso di 140 km, l'Agogna riceve, in caso PAGINA 179 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Po. Questi formano una sorta di “T” rovesciata solcando il territorio comunale in direzione Nord-Sud (Erbognone) e lambendolo sul confine meridionale (Agogna). All’interno del Comune di Ferrera Erbognone si trova altresì una serie numerosa di corsi d’acqua minori che si ramificano ed estendono su tutto il territorio comunale: il Colatore Erbognetta, lo Scaricatore della Roggia, la Roggia Cavo Regina (che attraversa il centro abitato di Ferrera), il Cavo Malaspina, il Cavo Quintone, il Cavo Malandrana, il Cavo Quinto, il Cavo Leva, il Cavo Frati, il Canale Diramatore Gattinara, la Roggia Cavallero Cascinassa, la Roggia Cavo Balossa, il Cavo Cucca, il Colatore Riazzolo, la Roggia Caffarella, la Roggia Salaro. A completamento di questo quadro introduttivo riguardante il territorio agricolo lomellino, ambito di riferimento del Comune ferrarino considerato, si deve accennare ad un terzo elemento che caratterizza il paesaggio rurale, da aggiungere quelli che compongono il sistema vegetale e quello idrico; esso è costituito dall’insieme degli edifici extraurbani, ed in particolare dalle cascine. La presenza architettonica nel territorio agricolo è a tuttoggi ancora di una certa consistenza. E però è anche vero che, negli anni Cinquanta, come risulta dal Censimento ISTAT del 1951, nel centro abitato di Ferrara Erbognone risiede la gran parte della popolazione, circa 1.250 abitanti, ma una quota consistente pari a quasi 600 abitanti, corrispondente grosso modo ad un terzo dei ferrarini risiede nei nuclei cascinali (località abitate di Cascina Bosatra, Cascina Confallonera, Cascina Corradina, Cascina Crimea, Cascina Furiosa, Cascina Gallona, Cascina Gattinera, Cascina Gesù, Cascina Malandrana, Cascina Rivolta) o in case sparse nel territorio agricolo. Di fatto a fronte di una perdita complessiva di circa un quinto dei residenti (20%) avvenuta nel cinquantennio nel centro abitato, si verifica un secco decremento del meno 83% nelle cascine e case sparse: praticamente le località cascinali ed di forti piogge, ingenti quantitativi di colature che concorrono pesantemente nell'accrescere le sue piene provocando notevoli danni di erosione ai terreni. Secondo alcuni rilevamenti effettuati alcuni anni or sono, la portata massima si aggira sui 175 metri cubi di acqua al secondo alla chiusa di Agognate, in provincia di Novara, e sui 315 metri cubi al secondo alla diga per la diramazione del roggione di Olevano. Al fine di alleggerire la portata massima del torrente è stata studiata nel corso degli anni un sistema di sistemazione idraulica, tramite numerosi canali e rogge, che, oltre a sottrarre acqua all'irruenza del fiume, risultano anche determinanti per l'economia agricola delle zone adiacenti. Natura, flora e fauna. Diversi meandri e lanche abbandonate del torrente sono state recentemente valorizzate con la creazione di aree protette di particolare pregio come ad esempio: l'Oasi LIPU di Agognate (NO), situata lungo la sponda del torrente, che comprende un'area protetta di 12 ettari costituita da bosco di robinie, farnie e aceri, dove diverse specie di animali e piante hanno trovato un habitat favorevole; l'Agogna Morta, posta tra Basso Novarese e Lomellina, è un'area umida che comprende la lanca omonima, meandro abbandonato del torrente Agogna a seguito di opere idrauliche sull'alveo realizzate alla metà degli anni Cinquanta. Rappresenta l'ultimo ambiente di questo tipo lungo il percorso piemontese del torrente. Il torrente attraversa zone di vario tipo e pertanto lungo il suo percorso si possono trovare numerose specie di mammiferi (come la nutria), di anfibi, rettili e sauri oltre ad uccelli quali: lo scricciolo, il codibugnolo, il luì, la capinera, il pettirosso, l'airone cenerino, la nitticora, il tarabusino, la gallinella d'acqua ed il germano reale. Nelle sue acque sono presenti varie specie quali: il barbo, la carpa, l'alborella ed il vairone, non mancano il lucioperca, il boccalone, il cavedano ed il persico sole. Nel fiume, quando non era inquinato come ora, c'erano anche trote. Gli insetti che popolano le sue rive sono centinaia e concentrati specialmente nell'area umida dell'Agogna morta, che è situata tra Basso Novarese e Lomellina, nei comuni di Borgolavezzaro (NO) e Nicorvo (PV). Qui è presente anche un coleottero, il Carabus clathratus, che è ormai raro nella Pianura Padana.” PAGINA 180 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © extraurbane abitate riducono di ben oltre i 4/5 i loro abitanti, passando da circa 600 a meno di 100 residenti dal 1951 al 2001. Nonostante questa notevole perdita in termini di funzionalità delle cascine, evidenziata dai dati demografici sopraesposti, nel paesaggio rurale della Lomellina, come anche di Ferrera Erbognone, spicca ancora, tra gli edifici extraurbani, la fondamentale importanza delle cascine. Queste, come è noto, in tutta la parte di pianura della Regione Lombarda hanno caratteristiche definite ed assimilabili, sintetizzabili principalmente nella tipologia a “corte” e nelle sue varianti.323 I tipi cascinali possono essere comunque distinti, solitamente, nelle seguenti tipologie: a corte chiusa, a corte aperta, a “L”, a impianto irregolare e a monoblocco.324 Le numerose cascine ed i nuclei extraurbani appartenenti al territorio comunale di Ferrera oggi ancora esistenti sono quelli qui elencati (e seguiti da codice identificativo alfanumerico): 1. Cascina Erbogna (C01); 2. Casa Crimea (C02); 3. Cascina del Travacchino (C03); 4. Cascina Confaloniera (C04); 5. Cascina Bosatra (C05); 6. Cascina Pastorella (C06); 7. Cascina Gattinara (C07); 8. Cascina Corradina (C08); 9. Cascina Rivolta (C09); 10. Cascina Furiosa (C10); 11. Molino Nuovo (C11). Peraltro l’area che maggiormente impera sul territorio comunale di Ferrera Erbognone è comunque indiscutibilmente quella della Raffineria che occupa le aree al confine con il Comune di Sannazzaro de’ Burgondi ed ha numerose aree non ancora utilizzate verso i margini rurali ad Ovest e a Sud degli impianti attuali. La tavola di riferimento per le argomentazioni e gli approfondimenti qui e nelle pagine successive svolti è rappresentata dall’elaborato del presente Piano di Governo del Territorio (PGT) contrassegnato come Elaborato DP06 e intitolato “Quadro conoscitivo del territorio comunale. Il sistema del paesaggio agrario e l’ecosistema - scala 1:10000”. 323 Cfr. AA.VV. (Società Storica Vigevanese), Le antiche “corti” lombarde. L’origine, le tipologie, l’evoluzione delle cascine lomelline, Diakronia, Vigevano 1994. 324 Cfr. AA.VV. (Società Storica Vigevanese), Le antiche “corti” lombarde. cit., pag. 83. PAGINA 181 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © Una componente che incide con particolare evidenza sul paesaggio agricolo del Comune di Ferrera Erbognone è rappresentata dalle cospicue attività di cava, che insistono oggi nella parte meridionale del territorio comunale, lungo il corso del Torrente Agogna, e più precisamente nelle zone comprese tra la Cascina Corradina e il Molino Nuovo. Le suddette attività estrattive sono confermate presso quei luoghi in base ad una autorizzazione della Regione Lombardia. Poi, successivamente all’approvazione della Legge Regionale sulle cave del 1982 (LR n.18/1982),325 nel 1993, con l’entrata in vigore del Piano Cave della Provincia di Pavia,326 esse vengono precisate dal punto di vista dimensionale, per complessivi 78 ettari, e, ricadendo entro un’area di rilevanza ambientale, sono assoggettate, per i progetti di coltivazione e di recupero, a “specifiche valutazioni di compatibilità ambientale”. La destinazione d’uso finale prevista da questo Piano per tali ambiti di estrazione è univocamente quella agricola. Dopo l’approvazione della Legge Regionale del 1998 contenente le “Nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanza minerali di cava” (LR n.14/1998),327 nel 2001 la Provincia di Pavia provvede alla revisione del proprio Piano Cave328 confermando la perimetrazione e le indicazioni delle aree estrattive precedentemente indicate nel Comune di Ferrera, e dividendo queste in due grandi porzioni: la prima, di maggiori dimensioni, a Nord, sotto Cascina Corradina (Ambito 65/a); la seconda, a Sud, sopra il Molino Nuovo (Ambito 65/b). E’ però solo nel 2007,329 con l’ultimo Piano Cave della Provincia di Pavia, che gli ambiti di cava di Cascina Corradina (rinominato come Ambito Territoriale Estrattivo ATEg20, corrispondente all’ex-Ambito 65/a) e di Molino Nuovo (rinominato come Ambito Territoriale Estrattivo ATEg21, corrispondente all’ex-Ambito 65/b) vengono maggiormente definiti. Qui, infatti, sono specificate non solo l’ampiezza delle aree di estrazione (rispettivamente di 52 e 26 ettari), ma anche l’estensione delle aree di rispetto e di recupero (per complessivi ulteriori 28 e 24 ettari); parimenti, sono messe in luce le prescrizioni per il recupero ambientale dei medesimi ambiti, con destinazioni d’uso finali di tipo agricolo e naturalistico per il primo (ATEg20), e agricolo, naturalistico e ricreativo per il secondo (ATEg21). 325 326 327 328 329 Cfr. (1982) Legge Regionale n.18 del 30 marzo 1982 (Nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze minerali di cava), pubblicata nel BURL n.13 del 4 aprile 1982, 1° Supplemento Ordinario, e s.m.i. (in seguito abrogata dalla nuova LR n.14/1998). Cfr. (1993) Approvazione del piano cave della provincia di Pavia ai sensi dell’art.7 della legge regionale 30 marzo 1982, n. 18 (Deliberazione del Consiglio Regionale del 30 giugno 1993 – n.V/844, pubblicato nel BURL n.36 dell’11 settembre 1993, IV Supplemento Straordinario, pagg.20-21 (Ambito n.65). Cfr (1998) Legge Regionale n.14 dell’8 agosto 1998 (Nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze minerali di cava), pubblicata nel BURL n. 32 dell’11 Agosto 1998, 1º Supplemento Ordinario. Cfr. (2001) Revisione-variante del piano delle attività estrattive di cava, adottato dall’Amministrazione provinciale di Pavia, ai sensi della Legge Regionale dell’8 agosto 1998, n.14, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale 6 febbraio 2001, n. 177, pubblicata nel BURL n.15 del 10 aprile 2001, 1° Supplemento Straordinario, pagg.12-15 (Ambito 65/a e Ambito65/b). Cfr. (2007) Piano cave della Provincia di Pavia – Settori merceologici della sabbia, ghiaia, argilla, calcari e dolomie, pietre ornamentali e torba, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale 20 febbraio 2007 – n.VIII/344, pubblicato nel BURL n.13 del 29 marzo 2007, 2° Supplemento Straordinario (ATE g20 e ATE g21). PAGINA 182 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © E’ importante sottolineare che l’insieme dei due Ambiti Territoriali Estrattivi individuati da questo Piano Cave del 2007 (ATEg20 e ATEg21) è incluso nel perimetro di un vasto Giacimento sfruttabile (classificato come G/L12), con una superficie di estrazione complessiva di oltre un milione di metri quadrati (110 ettari). Esso, come è noto, costituisce elemento vincolante per la pianificazione urbanistica comunale ai sensi dell’articolo 10 della già citata LR n.14/1998.330 Ciononostante, è bene notare che tale area non appare evidenziata nella stesura definitiva del primo Piano di Governo del Territorio di Ferrera, oggi vigente.331 Nello stesso Piano Cave del 2007 risulta anche delimitata, all’interno del territorio comunale di Ferrera Erbognone, una Cava di recupero derivante da ex-attività estrattive (classificata come Rg01), posizionata a Sud-Ovest della Cascina Gattinara. Per essa, attualmente destinata ad uso agricolo e per alcune porzioni rinaturata spontaneamente, il vigente Piano Cave prevede il recupero ambientale, rurale e naturalistico, in rapporto al limitrofo contesto fluviale del Torrente Agogna. Lo stato di fatto delle cave esistenti nel Comune di Ferrera Erbognone, siano esse in attività (cave attive) oppure dismesse o abbandonate (cave cessate), viene evidenziato dal Catasto regionale delle cave,332 istituito presso la competente struttura della Regione Lombardia, ai sensi dell’articolo 27 della già menzionata LR n.14/1998, il quale risulta aggiornato tra il 2003 e il 2006 (e quindi non contiene i recenti adeguamenti e le nuove perimetrazioni del Piano Cave della Provincia di Pavia approvato nell’anno 2007). Tale Catasto regionale delle cave riporta, nel territorio comunale ferrarino, le seguenti due cave attive: - Cava attiva in località denominata “Cascina Corradina” (classificata come “ex 65a” e con la sigla “C16/g20/PV”), inserita nel Piano Cave della Provincia di Pavia (2001), appartenente al settore merceologico della sabbia e della ghiaia, con tipologia a cielo aperto e a terrazzo, segnalata con una superficie complessiva di 80 ettari (inclusa come area “ATEg20” nel vigente Piano Cave del 2007, con un’estensione di circa 80 ettari); - Cava attiva in località denominata “Cascina Rivolta” (classificata come “ex 65b” e con la sigla “C17/g21/PV”), inserita nel Piano Cave della Provincia di Pavia 330 Cfr. Legge Regionale n.14 dell’8 agosto 1998, Articolo 10, comma 2: “Le previsioni del piano (delle cave provinciale) prevalgono sulle eventuali previsioni difformi contenute negli strumenti urbanistici approvati dai consigli comunali e sono immediatamente efficaci e vincolanti nei confronti di chiunque” Inoltre si veda il Piano cave della Provincia di Pavia, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale 20 febbraio 2007 – n.VIII/344, citato, Articolo 7: “Nell’Allegato (…) sono individuati i giacimenti sfruttabili (…). Tali individuazioni costituiscono prescrizioni del piano cave agli effetti dell’art.10 della l.r. 14/98; prescrizioni difformi rispetto alle previsioni del Piano Cave (anche successive allo scadere dell’efficacia di quest’ultimo) dovranno essere suffragate da valide motivazioni che evidenzino l’incompatibilità tra esigenza locali e esigenze generali di sfruttamento della risorsa”. Cfr. Comune di Ferrera Erbognone – Provincia di Pavia, Piano di Governo del Territorio, ai sensi della Legge Regionale n.12 del 2005 e s.m.i., avviato con Deliberazione del Consiglio Comunale n.49 del 16 marzo 2005, adottato con Deliberazione del Consiglio Comunale n.21 del 25 luglio 2007, approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n.6 del 20 marzo 2008, pubblicato nel BURL n.18 del 30 aprile 2008, Serie Inserzioni, pag.894. Cfr. Catasto regionale delle cave, inserito nel seguente sito dalla Regione Lombardia, Settore Qualità dell’Ambiente: http://www.cartografia.regione.lombardia.it/gis_cave2/cartelle/home. 331 332 PAGINA 183 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © (2001), appartenente al settore merceologico della sabbia e della ghiaia, con tipologia a cielo aperto e a terrazzo, segnalata con una superficie complessiva di 34 ettari (inclusa come area “ATEg21” nel vigente Piano Cave del 2007, con un’estensione di circa 50 ettari); e inoltre l’elenco completo di cave cessate, che di seguito è riportato: - Cava cessata in località denominata “Cascina Rivolta” (classificata come “Cascina Rivolta” e con la sigla “R1075/g/PV”), non inserita nel Piano Cave della Provincia di Pavia (2001), appartenente al settore merceologico della sabbia e della ghiaia, con tipologia a cielo aperto, segnalata con una superficie complessiva da 10 a 30 ettari, e attualmente schedata come cava dismessa (non inclusa nel vigente Piano Cave del 2007, con un’estensione, per la parte afferente al territorio comunale di Ferrera Erbognone, di circa 17 ettari); - Cava cessata in località denominata “Confluenza Roggia Solaro – Torrente Agogna” (classificata come “Solaro” e con la sigla “R1079/g/PV”), non inserita nel Piano Cave della Provincia di Pavia (2001), appartenente al settore merceologico della sabbia e della ghiaia, con tipologia a cielo aperto e a terrazzo, segnalata con una superficie complessiva da 1 a 10 ettari, e attualmente schedata come cava dismessa (non inclusa nel vigente Piano Cave del 2007, con un’estensione, per la parte afferente al territorio comunale di Ferrera Erbognone, di circa 27 ettari); - Cava cessata in località denominata “Cascina Gattinara” (classificata come “Cascina Gattinera 1” e con la sigla “C1112/g/PV”), non inserita nel Piano Cave della Provincia di Pavia (2001), appartenente al settore merceologico della sabbia e della ghiaia, con tipologia a cielo aperto, segnalata con una superficie complessiva da 1 a 10 ettari, e attualmente schedata come cava dismessa (peraltro inclusa come parte dell’area di recupero “Rg01” nel vigente Piano Cave del 2007, con un’estensione, per la parte afferente al territorio di Ferrera, di circa 16 ettari, comprensivi dell’area di cava successiva); - Cava cessata in località denominata “Cascina Gattinara” (classificata come “Cascina Gattinera 2” e con la sigla “C1113/g/PV”), non inserita nel Piano Cave della Provincia di Pavia (2001), appartenente al settore merceologico della sabbia e della ghiaia, con tipologia a cielo aperto e a terrazzo, segnalata con una superficie complessiva da 1 a 10 ettari, e attualmente schedata come cava dismessa (peraltro inclusa come parte dell’area di recupero “Rg01” nel vigente Piano Cave del 2007, con un’estensione, per la parte afferente al territorio comunale di Ferrera Erbognone, di circa 16 ettari, comprensivi dell’area di cava precedente); - Cava cessata in località denominata “SW Ferrera Erbognone” (classificata come “Ferrera Erbognone 1” e con la sigla “C1118/g/PV”), non inserita nel Piano Cave della Provincia di Pavia (2001), appartenente al settore merceologico della sabbia e della ghiaia, con tipologia a cielo aperto e a terrazzo, segnalata con una superficie complessiva da 1 a 10 ettari, e attualmente schedata come cava PAGINA 184 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © dismessa (non inclusa nel vigente Piano Cave del 2007, con un’estensione di circa 2 ettari); - Cava cessata in località denominata “Molino Bosafra” (classificata come “Molino Bosafra” e con la sigla “C1114/g/PV”), non inserita nel Piano Cave della Provincia di Pavia (2001), appartenente al settore merceologico della sabbia e della ghiaia, con tipologia a cielo aperto, segnalata con una superficie complessiva da fino a 1 ettaro, e attualmente schedata come cava dismessa (non inclusa nel vigente Piano Cave del 2007, con un’estensione inferiore a 1 ettaro). Quindi, grosso modo, il 10% (un decimo) del territorio comunale di Ferrera Erbognone è interessato da attività di cava già effettuate o in corso di realizzazione (193 ettari); di queste i due terzi (130 ettari) sono cave ancore attive (Ambito Territoriale Estrattivo ATEg20 di Cascina Corradina e Ambito Territoriale Estrattivo ATEg21 di Molino Nuovo); e a queste vanno aggiunte le superfici dei giacimenti sfruttabili determinate dall’ultimo Piano Cave provinciale e messe a disposizione per il prossimo periodo ultradecennale (per una superficie di ulteriori 33 ettari). TIPOLOGIA SUPERFICIE (HA)* C.NA CORRADINA ATTIVA ATEG20 EX-65A C16/G20 SABBIA GHAIA CIELO APERTO 80 C.NA RIVOLTA ATTIVA ATEG21 EX-65B C16/G21 SABBIA GHAIA CIELO APERTO 50 STATO CAVA LOCALITA’ CAVA MERCEOLOGIA ID. CATASTO 2006 NOME. CATASTO 2006 ID. PIANO CAVE 2007 TABELLA 50. COMUNE FERRERA ERBOGNONE – CAVE ESISTENTI 2007 C.NA RIVOLTA CESSATA - RIVOLTA R1075/G SABBIA GHAIA CIELO APERTO 17 SOLARO–AGOGNA CESSATA - SOLARO R1079/G SABBIA GHAIA CIELO APERTO 27 C.NA GATTINERA CESSATA (RG01) GATTINERA 1 R1112/G SABBIA GHAIA CIELO APERTO 16 C.NA GATTINERA CESSATA (RG01) GATTINERA 2 R1113/G SABBIA GHAIA CIELO APERTO (“) FERRERA ERB. CESSATA - FERRERA E. 1 R1118/G SABBIA GHAIA CIELO APERTO 2 MOL. BOSAFRA CESSATA - CIELO APERTO 1 BOSAFRA R1114/G SABBIA GHAIA TOTALE (ETTARI) 193 (FONTE: CATASTO CAVE DELLA REGIONE LOMBARDIA - 2006 - E PIANO CAVE DELLA PROVINCIA PAVIA – 2007; NOTE: (*) LA SUPERFICIE IN ETTARI - HA - È RICAVATA DALLA CARTOGRAFIA REGIONALE DEL CATASTO CAVE, AGGIORNATA CON LE VARIAZIONI INTRODOTTE DAL NUOVO PIANO CAVE PROVINCIALE) Considerando quanto sopra esposto, le attività estrattive nel territorio ferrarino risultano consolidate e di notevoli dimensioni. Esse, come per tutte le cave è stato da più parti evidenziato,333 costituiscono certamente un’attività economica di rilievo nel 333 Cfr (2003) Agenzia Regionale per l’Ambiente (ARPA), Rapporto sullo stato dell’ambiente in Lombardia, Anno 2003, Capitolo 15, pag. 163 e seguenti; e anche il più recente (2008) PAGINA 185 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © panorama produttivo locale e provinciale, e però, nel contempo, inducono modifiche determinanti e definitive nel paesaggio, e in generale sull’ambiente. In effetti, le stesse agiscono attraverso la sottrazione irreversibile di elementi sedimentati, anche di valore naturalistico. Tale duplice aspetto, economico e ambientale, è da tenere costantemente presente nei progetti di estrazione perché, se da un lato non va aprioristicamente impedito lo sviluppo produttivo connesso alle attività di cava, dall’altro è fondamentale la salvaguardia delle aree di pregio, e anche il successivo contestuale recupero dei valori ambientali e paesaggistici che tali usi estrattivi deformano in modo irrevocabile. Quindi l’attenzione imposta dalle recenti normative alle problematiche di recupero ambientale delle cave va considerata come sostanziale per il governo del territorio, soprattutto ai fine della tutela del paesaggio e dell’ambiente a livello comunale. Nel caso del territorio comunale di Ferrera Erbognone, solo nel periodo attuale, si comincia a introdurre tale principio innovativo di gestione del settore estrattivo, basato sulla sua necessaria compatibilità paesaggistica e ambientale. Ad esempio: in corrispondenza dell’avvio procedurale di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), il progetto gestionale produttivo dell’attività di estrazione in località Cascina Corradina (ATEg21), presentato dalla società Inerti Rivolta s.r.l. di Casalpusterlengo (LO) nel novembre 2008,334 ha individuato le attività di cava considerando e definendo diverse componenti, quali: gli impatti e le mitigazioni, le opere di riqualificazione e di compensazione, il recupero delle aree ai fini agricoli, naturalistici e ricreativi, nonché il monitoraggio degli interventi.335 334 335 Legambiente, Il punto sulle cave in Italia, I numeri, le leggi e i piani, le buone e cattive pratiche (Rapporto di Legambiente sulla gestione dell’attività estrattiva nel territorio italiano), Anno 2008. Cfr. (2008) Inerti Rivolta s.r.l., Casalpusterlengo (LO), Progetto di gestione produttiva ATEg21 in Comune di Ferrera Erbognone (PV), Studio d’Impatto Ambientale, Sintesi non tecnica, novembre 2008, Paragrafi 3, 4 e 5, pag.25 e seguenti. Si veda anche (2007) Inerti Rivolta s.r.l., Casalpusterlengo (LO), Progetto di gestione produttiva ATEg20 in Comune di Ferrera Erbognone loc. Cascina Corradina, 2007 (chiusura regionale in data 24 ottobre 2007). Cfr. (2008) Inerti Rivolta s.r.l., Casalpusterlengo (LO), Progetto di gestione produttiva ATEg21 in Comune di Ferrera Erbognone (PV), citato: 4. Opere di riqualificazione e compensazione. 4.1 Recupero Agricolo. La destinazione agricola verrà mantenuta nell'area di rispetto dell'ambito estrattivo, dove gli appezzamenti sono tutti irrigui (…) 4.2 Recupero a fine naturalistico. Le azioni previste sono: a) Formazione di zona palustre (…). b) Piantumazione di vegetazione arborea ed arbustiva nelle fasce esterne. Sulle scarpate è previsto l’inerbimento e l’imboschimento con essenze arbustive autoctone. Si prevede l’impiego di specie (…) a rapido sviluppo (…); le più adatte sono: nocciolo, sambuco, salice cenerino, salicone, spincervino, lantana, sanguinello, ligustro, biancospino, prugnolo selvatico, rosa selvatica, olivello spinoso, pero cervino. Nella zona pianeggiante è prevista la realizzazione di un prato stabile, nell'ambito del quale saranno realizzati sentieri, piazzole attrezzate e nuclei alberati. Nella zona in prossimità del lago è prevista la realizzazione di una prateria naturale ripariale (…). Per quanto riguarda gli alberi, specie idonee sono: farnia, pioppo bianco, frassino, acero, carpino bianco, ciliegio selvatico, olmo, ontano nero. c) Creazione di ambiente a scarpata arida; nella zona a nord del lago è previsto il mantenimento di un tratto di scarpata senza inerbimenti e impianto di vegetazione, (…). d) Micromodellazione della scarpata nella zona a nord est del lago al fine di creare microhabitat di interesse naturalistico (…) e la realizzazione di un'area umida. e) tutela dell’integrità dell’ambiente naturale creatosi; è opportuna l’istituzione di un "fondo chiuso", vietando l’attività venatoria all’interno dell’area recuperata. 4.3 Recupero a fine ricreativo. La tipologia di fruizione a fini ricreativi non sarà di grande impatto; l'area potrà essere frequentata per pesca sportiva, jogging, passeggiate a piedi a cavallo e in bici, escursioni didattiche. Per permettere questo tipo di fruizione sono previsti sentieri in terra battuta con piazzole di sosta dotate di set tavolo/panche in legno trattato. Si è previsto inoltre di installare un pontile per l'attracco di natanti di servizio e soccorso. La struttura prefabbricata in legno utilizzata per gli uffici verrà mantenuta in sito e diventerà parte integrante del sistema di fruizione dell'area. Per il supporto logistico delle attività di fruizione dell'area sono disponibili edifici alla C.na Rivolta, ubicata a circa 200m a nord est dell'ATE. La proprietà della PAGINA 186 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © In conclusione, assecondando la positiva tendenza in atto, è necessario che il nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT) del Comune di Ferrera Erbognone, tra i propri obiettivi generali, inserisca testualmente quello di: promuovere una gestione del settore estrattivo compatibile con il paesaggio e con l’ambiente, soprattutto individuando le parti di territorio dove escludere le attività di estrazione e specificando l’obbligo del contestuale recupero ambientale delle aree di cava, con destinazioni d’uso finali di tipo agricolo, naturalistico, ricreativo o a verde pubblico attrezzato. E’ da notare che il vigente primo Piano di Governo del Territorio (PGT) di Ferrera, approvato nel 2008, nella sua Tavola delle previsioni336 recepisce le aree identificate dal nuovo Piano Cave della Provincia di Pavia del 2007; e però non evidenzia la grande superficie del Giacimento sfruttabile, classificato come G/L12 dallo stesso Piano Cave, il quale, come prima evidenziato, è elemento cogente nei confronti della pianificazione comunale, ai sensi dell’articolo 10 della LR n.14/1998, a meno di evidenti e verificate incompatibilità. Inoltre il medesimo vigente PGT non specifica particolari indirizzi o prescrizioni per le aree estrattive, rimandando laconicamente a quanto specificato dal Piano Cave provinciale del 2007 e prendendo semplicemente atto della situazione in itinere.337 Invece, nel nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT) comunale di Ferrera Erbognone, sotto la voce “cava”, oltre ad identificare non soltanto gli Ambiti Territoriale Estrattivi (ATEg20 e ATEg21) e le Cave di recupero (Rg01) corrispondenti a Cave cessate, ma anche i Giacimenti sfruttabili (G/L12), sarebbe importante ribadire, specificamente 336 337 Cascina è la stessa dei terreni inglobanti l'area estrattiva, che hanno ceduto in disponibilità i terreni della cava alla "Inerti Rivolta srl", e che potrebbero essere interessati a gestire l'area di progetto a recupero attuato. Il progetto prevede già la formazione di un sistema di piste e strade di collegamento tra il lago, le gradonate della scarpata in asciutta e la cascina. Anche il Comune di Ferrera Erbognone potrebbe essere interessato a prendere in carico l'area una volta completate le opere di recupero ambientale. Cfr. Comune di Ferrera Erbognone - Provincia di Pavia, Piano di Governo del Territorio, approvato con Delibera del Consiglio Comunale n.6 del 20 marzo 2008, PGT - Elaborato 2 - Tavola delle previsioni (scala 1:10000); e inoltre: PGT - Documento di Piano (art. 8 L.R. 11 marzo 2005, n.12), Relazione, pag. 16: “La Regione Lombardia ha infine approvato con DCR 20 febbraio 2007, n. VIII/358 il Piano Cave della Provincia di Pavia, che individua due ambiti di escavazione per sabbia e ghiaia a sud della Cascina Corradina, oltre a un ambito esaurito (…) in corrispondenza della Cascina Gattinera, con attività residua di estrazione in occasione del progetto di recupero ambientale.” Cfr. Comune di Ferrera Erbognone - Provincia di Pavia, Piano di Governo del Territorio, approvato con Delibera del Consiglio Comunale n.6 del 20 marzo 2008, PGT - Rapporto Ambientale (art. 8 L.R. 11 marzo 2005, n.12), pag. 19: “Il Piano Cave della Provincia di Pavia, approvato con DCR 20 febbraio 2007, n. VIII/358, individua due vaste zone a sud della Cascina Corradina per l’escavazione di sabbia e ghiaia; per una porzione attualmente in via di dismissione, con la restituzione all’attività agricola della maggior parte delle superfici, sono in corso di studio forme di riuso e di riqualificazione ambientale delle porzioni residue tuttora soggette ad escavazione e in via di esaurimento.” E inoltre: ibidem, pagg.21-22: “3. Valutazione delle scelte di Piano. 3.1 Qualificazione ambientale del territorio (…) g) aree di cava (…), corrispondente agli ambiti di cava individuati dal Piano Cave Provinciale nella porzione meridionale del territorio comunale.” Infine si consideri la parte normativa del vigente PGT, ovvero quanto scritto nel seguente atto: Comune di Ferrera Erbognone - Provincia di Pavia, Piano di Governo del Territorio, approvato con Delibera del Consiglio Comunale n.6 del 20 marzo 2008, PGT – Piano delle Regole (art. 10 L.R. 11 marzo 2005, n. 12), articolo 33: “Art. 33 – Cave. Le aree destinate all’escavazione di sabbia e ghiaia sono individuate e disciplinate dal Piano Provinciale Cave. All’esaurirsi dell’attività di escavazione sono soggette a interventi di recupero e riqualificazione ambientale.” PAGINA 187 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE (PV) – PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – RELAZIONE TECNICA © nella normativa connessa al Piano delle Regole, le successive prescrizioni stabilite per legge: 1. All’interno del territorio comunale di Ferrera Erbognone le attività di cava sono attivabili esclusivamente nei Giacimenti sfruttabili, negli Ambiti Territoriali Estrattivi e nelle Cave di recupero, individuati dal Piano Cave provinciale in corso di vigenza, secondo le modalità previste dalla legislazione vigente in materia e come di seguito specificato.338 2. All’interno dei Giacimenti sfruttabili, per ogni Ambito Territoriale Estrattivo deve essere redatto un Progetto di gestione produttiva dell’area. Questo deve essere studiato in relazione all’ambiente presente e circostante. Oltre a quanto previsto dalla vigente legislazione in materia, lo stesso deve contenere, in particolare, le previsioni generali e le fasi temporali del contestuale recupero ambientale e dell’assetto finale dell’ambito estrattivo. Tale Progetto di gestione produttiva è assoggettato ad Approvazione da parte della Provincia.339 3. Per l’esercizio dell’attività di cava, successivamente alla Approvazione del Progetto di gestione produttiva, di cui sopra, deve essere predisposto un Progetto attuativo. Oltre a quanto previsto dalla vigente legislazione in materia, lo stesso deve contenere, in particolare, il Progetto di recupero ambientale dell’area, secondo le disposizioni del Piano Cave provinciale, da attuare contestualmente all’attività di cava e finalizzato agli usi naturalistico, agricolo, ricreativo o a verde pubblico attrezzato.340 Tale Progetto attuativo è assoggettato ad Autorizzazione da parte della Provincia, nella quale sono fissati in via definitiva i criteri per la mitigazione dell’impatto connesso all’uso estrattivo dell’area.341 4. Il rilascio dell’Autorizzazione, di cui al precedente punto, è subordinato alla stipula di una Convenzione con il Comune. Oltre a quanto previsto dalla vigente legislazione in materia, la stessa deve contenere, in particolare, l’impegno a realizzare gli interventi del Progetto di recupero ambientale, secondo le modalità concordate con il Comune e comunque entro il termine dell’attività estrattiva.342 5. Per le Cave di recupero deve essere redatto un Progetto di recupero ambientale, come sopra specificato, il quale è soggetto ad Autorizzazione della Provincia, nel caso sia prevista ulteriore asportazione di materiale dall’area in oggetto.343 338 Cfr. Legge Regionale n.14 dell’8 agosto 1998, citata, Articolo 2; e inoltre Piano cave della Provincia di Pavia, approvato con DCR n.344 del 20 febbraio 2007, Articolo 1. Cfr. Legge Regionale n.14 dell’8 agosto 1998, citata, Articolo 11, commi 1 e 2; e inoltre Piano cave della Provincia di Pavia, approvato con DCR n.344 del 20 febbraio 2007, Articoli 3, lettera a, e 8. Cfr. Legge Regionale n.14 dell’8 agosto 1998, citata, Articolo 6; e inoltre Piano cave della Provincia di Pavia, approvato con DCR n.344 del 20 febbraio 2007, Articoli da 44 a 56. Cfr. Legge Regionale n.14 dell’8 agosto 1998, citata, Articoli 12, 13 e 14; e inoltre Piano cave della Provincia di Pavia, approvato con DCR n.344 del 20 febbraio 2007, Articolo 9. Cfr. Legge Regionale n.14 dell’8 agosto 1998, citata, Articoli 15, 16 e 21. Cfr. Legge Regionale n.14 dell’8 agosto 1998, citata, Articolo 39; e inoltre Piano cave della Provincia di Pavia, approvato con DCR n.344 del 20 febbraio 2007, Articoli 3, lettera b, e 6. 339 340 341 342 343 PAGINA 188