stato degli elementi dell`ambiente - Comune di Arzignano

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stato degli elementi dell`ambiente - Comune di Arzignano
Comune di Arzignano
Ufficio Gestione rifiuti, Tutela territorio, Ambiente e Paesaggio
STATO DEGLI ELEMENTI DELL’AMBIENTE
1 – ARIA
L’aria sulla base di analisi di campioni prelevati in zone lontane da fonti di
inquinamento, è costituita dal 78,09% di azoto, 20,94% di ossigeno, 0,93% di argon,
0,03% di anidride carbonica ed altri elementi in percentuali molto più contenute.
Sebbene le concentrazioni dei gas che compongono mediamente l’atmosfera siano
pressoché costanti, in realtà si tratta di un sistema dinamico in continua evoluzione.
L’inquinamento atmosferico è il fenomeno di alterazione della normale composizione
chimica dell’aria, dovuto alla presenza di sostanze in quantità e con caratteristiche tali
da alterare le normali condizioni di salubrità dell’aria. Queste modificazioni pertanto
possono costituire pericolo per la salute dell’uomo, compromettere le attività ricreative
e gli altri usi dell’ambiente, alterare le risorse biologiche e gli ecosistemi, nonché i beni
materiali pubblici e privati.
Le sostanze alteranti sono i cosiddetti agenti inquinanti, che possono avere natura
particellare, come le polveri (PM o Particulate Matter), o gassosa come il biossido di
zolfo SO2, il monossido di carbonio CO, gli ossidi di azoto NOX ed i composti organici
volatili COV.
Tra le attività antropiche con rilascio di inquinanti in atmosfera si annoverano: le
combustioni in genere (dai motori a scoppio degli autoveicoli alle centrali
termoelettriche), le lavorazioni meccaniche (es. le laminazioni), i processi di
evaporazione (es. le verniciature) ed i processi chimici.
Il Comune di Arzignano, in accordo con la Provincia di Vicenza, adotta i provvedimenti
utili alla prevenzione e alla riduzione dell’inquinamento atmosferico.
L´ozono è un componente gassoso dell’atmosfera, molto reattivo e aggressivo, che:
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negli strati alti dell’atmosfera terrestre (stratosfera) è di origine naturale e aiuta
a proteggere la vita sulla terra creando uno scudo protettivo che filtra i raggi
ultravioletti del sole. L’assottigliamento dello strato d’ozono nella parte alta
dell’atmosfera è definito comunemente “buco dell’ozono”;
negli strati bassi dell’atmosfera terrestre (troposfera) è presente in
conseguenza a situazioni d’inquinamento e provoca disturbi irritativi
all’apparato respiratorio.
L’ozono degli strati bassi dell’atmosfera si crea quando i gas inquinanti emessi dalle
automobili, dalle industrie, dalle raffinerie, ecc., reagiscono in presenza della luce
solare (smog 2otochimica). Le più alte concentrazioni si rilevano infatti nei mesi più
caldi e nelle ore di massimo irraggiamento solare (fra le ore 12 e 17). Nelle aree
urbane o industriali (dove è forte la presenza di inquinanti) l’ozono si forma con
grande rapidità, ma può essere trasportato da brezze anche in campagna e in aree
verdi. L’inquinamento da ozono interessa intere regioni o nazioni e sono poco efficaci i
provvedimenti locali o temporanei di limitazione del traffico e delle emissioni
industriali.
Consigli per la salvaguardia della salute
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nelle ore più calde della giornata evitare di rimanere all’aperto e non
intraprendere attività sportive o faticose per il fisico
i soggetti più sensibili (anziani, bambini, donne in gravidanza, persone affette
da disturbi respiratori) devono evitare di uscire all’aperto nella fascia oraria
dalle 12.00 alle 18.00
in caso di difficoltà a respirare, irritazione della bocca, un senso di pressione sul
petto o tosse, rivolgersi subito al Medico di famiglia per un consulto
In ogni caso i rischi dipendono dalla concentrazione di ozono e dalla durata
dell’esposizione. In caso di sforzi fisici, l’azione irritante dell’ozono per gli occhi e per
le prime vie respiratorie risulta più intensa. Occorre inoltre precisare che gli effetti
sono variabili da persona a persona e gli eventuali disturbi sanitari non hanno
carattere cumulabile ma tendono a cessare con l’esaurirsi del fenomeno di
concentrazione acuta di ozono.
Approfondimenti:
PIANO D'AZIONE 2013
2 - PAESAGGIO
Su cosa sia il paesaggio dibattono più scuole di pensiero. Secondo gli scientifico - ecologisti
esso è l'insieme delle cose e delle relazioni fra di esse.
Secondo gli storicisti esso è il risultato dell'evoluzione della Natura e dell'azione dell'uomo.
Sarebbe insomma come dire che un'automobile è il prodotto di una fabbrica d'automobili. per
definire un'automobile bisogna invece dire che è un veicolo a motore con quattro ruote che
viaggia generalmente su strada per portare alcune persone e un bagaglio.
Secondo i percettivisti esso è l'insieme delle forme di un luogo e delle relazioni fra di esse. Essi
hanno ragione e questa è una buona definizione. Infatti quando una commissione edilizia
esamina un progetto di un edificio da costruire in una zona soggetta a vincolo paesistico non ne
esamina la pianta o i calcoli statici, ma la forma e la mette in relazione con l'aspetto del luogo
in cui sarà costruito.
Secondo Barocchi il paesaggio è la forma dell'ambiente. Ciò in quanto ne rappresenta l'aspetto
visibile. (BAROCCHI R., Dizionario di urbanistica, Franco Angeli, Milano, sec. ed. 1984).
Convenzione europea del paesaggio
La Convenzione europea del paesaggio, tenutasi a Firenze il 20 ottobre 2000, definisce il
paesaggio: una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui
carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni.
Va osservato che:
una determinata parte di territorio altro non è che un luogo. un territorio è una parte della
superficie terrestre soggetta a una giurisdizione (nazionale, regionale, provinciale, comunale, il
territorio di un parco naturale, il territorio che un animale delimita con la sua orina);
il paesaggio sia un luogo come percepito può andare bene, se con ciò si intende l'aspetto del
luogo, cioè quei caratteri che sono percepiti;
in ogni caso il termine popolazioni non può essere inteso solo nel senso di popolazioni del luogo,
poiché gli aspetto do quel luogo sono percepiti da chiunque vi sia , anche se non lo abita (ad
esempio i turisti) e l'immagine che ne ha un turista è generalmente un po' diversa da quella che
ne ha un abitante, per cui sarebbe meglio dire solo come percepito e non anche dalle
popolazioni;
il carattere di un luogo (da intendersi quindi in questo caso come l'insieme di forme e di relazioni
fra di esse) derivi dall'azione di fattori naturali e umani è vero, ma non è una definizione, bensì
una senz'altro condivisibile constatazione.
Codice dei beni culturali e del paesaggio
L'art. 131, comma 1 del DLgs 22 n. 42 del 2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio
riporta la seguente definizione: Ai fini del presente codice per paesaggio si intende una
parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o
dalle reciproche interrelazioni. La definizione è simile a quella contenuta nella Convenzione
europea del paesaggio, con la differenza che non vi appaiono le parole: così come è percepita
dalle popolazioni. Senza queste parole la definizione diviene puramente scientifico-ecologista e
non è quindi condivisibile. Il fatto che le parole reciproche interazioni siano poste dopo la
congiunzione "o" è un altro aspetto della definizione che non condivido, poiché è ovvio che fra
caratteri naturali e umani vi è comunque interrelazione, pertanto sarebbe meglio dire "e" nel
constatare cosa ha prodotto e modificato il paesaggio.
Molto importante è il comma 2 dello stesso articolo che così recita: La tutela e la
valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime quali
manifestazioni identitarie percepibili. Infatti, se il paesaggio deve essere bello, nel senso di
essere armonioso, ordinato o anche vario o singolare, un buon paesaggio deve essere anche
identificativo del luogo di cui è l'aspetto.
Approfondimenti:
Prontuario del Paesaggio Veneto
Paesaggi di Arzignano – Raccolta n° 1
Modulo di richiesta dell'autorizzazione paesaggistica
3 - SITI NATURALI
Oasi Baden Powell
L’”Oasi Baden Powell” è un’area di grande interesse paesaggistico e ambientale, per la
presenza di diversi habitat che danno ospitalità a numerose specie di animali e di vegetali.
Molti uccelli sostano nell’area per viverci alcuni mesi e riprodursi, oppure semplicemente per
sostare negli spostamenti stagionali, rettili e anfibi trovano gli ultimi spazi disponibili, piccoli
stagni e corsi d’acqua, a fronte della città che avanza e divora passo dopo passo le campagne
e ne altera inesorabilmente la fisionomia, piccoli mammiferi sopravvivono nascondendosi nei
boschi e tra le siepi che delimitano i campi. L’Oasi si estende su una superficie di 338 ettari in
Comune di Arzignano ed è una risorsa preziosa per la cittadinanza, quale polmone verde e
luogo di ristoro, educazione e ricreazione a disposizione pochi passi fuori casa. L’area
comprende:
- il Bosco di Costalta,
- l’area tra Monte di Pena e Calpeda,
- Le Rotte del Guà,
- i Fossi di Tezze,
- Villa Salviati,
- i Boioni di Restena.
Si tratta di un’area per la maggior parte di proprietà privata, cui la denominazione ad “Oasi
Baden Powell” non aggiunge vincoli ulteriori rispetto a quanto già previsto dal Piano di Assetto
del Territorio comunale e dalla pianificazione territoriale della Provincia. Si legge infatti nella
delibera di Giunta [n.102 del 23/04/2008]: “…il termine “Oasi” indica la volontà di tutelare le
aree e di preservarne l’integrità dal punto di vista naturalistico, migliorandone la fruibilità per
una migliore qualità della vita, senza gravare il territorio di ulteriori vincoli rispetto a quanto
previsto dagli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale…”
Una risorsa insomma da valorizzare, da conoscere e da godere in tutta la sua bellezza.
Di seguito una breve descrizione di alcuni elementi significativi dell’Oasi Baden Powell:
ROVERETO Dl COSTALTA
Il bosco di Costalta copre tutto il versante nord della collina di Costalta, tra i "Tre Capitelli" e
Pugnello. Copre ininterrottamente una superficie di circa 57 ettari, composta per lo più da
robinia, accompagnata da acero carnpestre, carpino bianco ma per una certa estensione anche
da castagno. La parte più importante del bosco è senz’altro un'area di circa 2 ettari, occupata
da farnie (Quercus robur), che si trova su un'area poco pendente nei pressi della valle cbe
divide in due il bosco, a circa 200 metri di quota. Il bosco si apre e troviamo dei bellissimi
esemplari di farnia, con diametro attorno ai 50 cm, in parte avvolti da edera: piante ben
sviluppate con abbondante rinnovazione al piede.
FOSSI Dl TEZZE
L'area dei "Fossi di Tezze" si trova in prossimità del ponte delle Tezze sul Guà, a ovest di via
Restena, tra la strada e il colle che di lì sale verso Castello. E' un area caratterizzata
dall'alternarsi di prati e fossati circondati da filari di Ontano nero (Alnus glutinosa), con il
caratteristico portamento che soprattutto d'inverno richiama il portamento piramidale degli
abeti e dei lanci e il fogliame verde scuro che rinfresca d'ombra le rive, e antiche farnie
(Quercus robur) superstiti lungo le capezzagne.
I fossati hanno da tempo richiamato l'attenzione per la loro importanza naturalistica, ospitando
numerose specie di anfibi, rettili e uccelli. Anche per questo motivo l'area è stata considerata
una "Stepping stone" nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Vicenza e nel Piano
di Assetto del Territorio del comune di Arzignano, un’area nella quale gli animali e i vegetali
possono vivere, riprodursi e spostarsi con facilità, un'area in cui la pianificazione propone di
porre in essere interventi di tutela e miglioramento delle funzioni ecologiche e paesaggistiche.
La flora annovera specie tipicbe delle zone umide: Cannuccia di palude (Phragmites australis),
Lisca maggiore (Typha latifolia), Carici (Carex sp.), Giunchi (Juncus sp.), Ranuncolo acquatico
(Ranunculus aquatilis), Gamberaja (Callitriche sp.), Erba trinità (Hepatica nobilis), Anemone
bianca (Anemone nemorosa), Primula comune (Primula vulgaris), Viole (Viola spp.), Elleboro
verde (Helleborus viridis), Polmonaria maggiore (Pulmonaria officinalis), Pervinca minore
(Vinca minor).
Le siepi sono costituite da Biancospino comune (Crataegus monogyna), Fusaria comune
(Euonimus europaeus), Corniolo sanguinello (Conius sangminea), Farnia (Quercus robur),
Platano comune (Platarius hybrida), Ontano comune (Alnus glutinosa), Acero oppio (Acer
campestre), Olmo comune (Ulmus minor). Sono presenti numerosi anfibi tra cui: Rana verde
(Rana esculenta), Raganella italica (Hyla intermedia), Rospo smeraldino (Bufo viridis), Rospo
comune (Bufo bufo), Rana agile (Rana dalmatina), Tritone punteggiato (Triturus vulgaris) e
crestato (Triturus camifex), Salamandra pezzata (Salamandra salamandra). Tra i rettili :
Biacco (Coluber viridiflavus), Saettone (Elaphe longissima), Natrice dal collare (Natrix natrix) e
tassellata (Natrix tessellata). Tra gli uccelli si può osservare la Gallinella d'acqua (Gallinula
chloropus) e il Martin pescatore (Alcedo atthis). Tra i mammiferi interessante è la presenza di:
Volpe (Vulpes vulpes), Donnola (Mustela nivalis), Fama (Martes foina) e Tasso (Meles meles),
con l'avvistainento negli ultimi anni di numerosi Scoiattoli (Sciurus vulgaris).
I prati si stendono sulla pianura di tipo alluvionale e si presentano rigogliosi e regolarmente
concimati, capaci di offrire cibo e riparo per numerose specie di uccelli migratori.
LE ROTTE DEL GUA'
Si tratta di un grande invaso di circa 100 ettari di superficie, formatosi in seguito alla rottura
degli argini del Guà, donde il nome "Rotte", rovinosamente avvenuta nei primi anni del '900.
L'acqua invase la pianura circostante e ricoperse il terreno di una coltre di detriti alluvionali. Si
formò così una naturale "cassa di espansione", sviluppata parte nel territorio del comune di
Trissino, parte nel territorio di Arzignano. Nel tempo l'area rimase semi abbandonata e ritrovò
il suo equilibrio con la formazione di particolari habitat naturalistici. Le Rotte si trovano in un
contesto agricolo ben conservato, con splendidi filari di gelso che si stagliano sul piano
coltivato a seminativo e prato temporaneo. I filari in lontananza lasciano intravedere gli aceri
maritati con le viti, come d'antica usanza. Qualche pioppo si staglia e interrompe le precise
geometrie degli spazi. La campagna è stretta tra il fiume da un lato, la strada e l'area
urbanizzata dall'altro.
Gli argini ospitano cespugli di Primo selvatico (Prunus spinosa), Biancospino comune
(Crataegus monogyna), Rosa selvatica comune (Rosa canina), Fusaria comune (Euonymus
europaeus), Comiolo sanguinello (Cornus sanguinea) e qualche sporadico olmo campestre
(Ulmus minor) con l'immancabile robinia (Robinia pseudoacacia).
La prateria è un trionfo di graminacee, euforbie, leguminose, ombrellifere, che hanno occupato
aree localmente più fresche o più aride, a seconda della vicinanza col corso d'acqua o la
relativa maggior sopraelevazione. Sono state censite nel corso delle stagioni più di 100 specie
vegetali, dalle specie tipiche delle zone umide come Cannuccia di palude (Phragmites
australis), Lisca maggiore (Typha latifolia), Carici (Carex spp.), Lisca (Scirpus spp.), Ranuncolo
acquatico (Ranunculus aquatilis) fino alle specie tipiche delle praterie aride.
Certamente ad occhio non allenato sembra un unica prateria monotona e informe, quando
invece essa ospita una gran varietà di specie, che a loro volta nutrono e ospitano innumerevoli
specie di insetti (ortotteri, coleotteri, imenotteri, lepidotteri).
Non mancano i maminiferi, con il tasso(Meles meles), il riccio (Erinaceus europaeus), la volpe
(Vulpes vulpes), la donnola (Mustela nivalis), la fama (Martes foina) e gli avvistamenti
sporadici del capriolo (Capreolus capreolus). Poi gli anfibi e i rettili: Rana verde (Rana
esculenta), Raganella italica (Hyla intermedia), Rospo smeraldino (Bufo viridis), Rospo comune
(Bufo bufo); Natrice tassellata (Natrix tessellata) e dal collare (Natrix natrix), Saettone (Elaphe
longissima), Biacco (Coluber viridiflavus), Lucertola muraiola (Podarcis muralis), Ramarro
occidentale (Lacerta bilineata) e Orbettino(Anguis fragilis).
Gli animali senz'altro più facili da vedere e da osservare sono gli uccelli, soprattutto nel periodo
primaverile e autunnale, quando le migrazioni portano numerose specie a fermarsi qualche ora
o qualche giorno o talora a nidificare nascosti nell'erba o tra i cespugli. Si tratta di circa 130
specie, di cui 58 nidificanti, molti Limicoli, Trampolieri, Anitre e Falchi; ricordiamo: Marzaiola
(Anas querquedula), Moriglione (Aythya ferma), Alzavola (Anas crecca), Codone (Anas acuta),
Totano moro (Tringa erythropus), Pettegola (Tringa totanus), Pantana (Tringa nebularia),
Beccaccino (Gallinago gallinago), Piro piro boschereccio (Tringa glareola), Ajrone cenerino
(Ardea cinerea), Nitticora (Nycticorax nycticorax), Airone rosso (Ardea purpurea), Lodolaio
(Falco subbuteo), Falco pellegrino(Falco peregrinus), Nibbio bruno (Milvus migrans), ecc.
Per la maggior parte dell'anno il corso è ricco d'acqua e sono presenti pesci come la
Sanguinerola (Phoxinus phoxinus) e la Trota fario(Salmo trutta trutta).Certamente l'area
fluviale di Arzignano non va considerata a se stante, ma un continuum con il territorio
trissinese dove si trova la parte più grande e più suggestiva delle Rotte.
PERCHÉ OASI BADEN POWELL?
Il richiamo al fondatore degli scout “Baden Powell” vuole stimolare al rispetto, alla fruizione e
alla conoscenza dell’area soprattutto da parte dei bambini e dei giovani, con l’aiuto anche
dell’AGESCI che opera ad Arzignano da oltre 80 anni e si adopera da alcuni anni alla
manutenzione e cura dell’area di sosta “Ai bojoni” di Restena proprio al centro dell’area.
Cento anni sono passati (Luglio 1907 - Luglio 2007) da quando si svolse tra le bianche
scogliere della baia di Poole nell'isola di Brownsea, il primo campo scout con solo venti ragazzi.
A distanza di un secolo si vuole ricordare il fondatore del movimento scout Baden Powell che
con le sue intuizioni diede vita allo scoutismo in tutto il mondo. La scelta di intitolare l'Oasi a
Baden Powell è un auspicio perché l'area possa essere luogo ricreativo e formativo nel rispetto
della natura, polmone verde e patrimonio vivibile per tutta la città, perché tutti impariamo ad
ascoltare l'invito di B.P. «Lascia il mondo un po' migliore di come l'hai trovato.»
MA CHI ERA BADEN POWELL?
Sir Robert Stephenson Smyth Baden Powell, generale inglese, nato il 22 febbraio 1857 a
Londra, ufficiale in India e successivamente in Sud Africa, eroe della prima guerra angloboera,
una volta congedatosi dall'esercito si dedicò all'educazione dei giovani. Partendo dalla propria
esperienza nell'addestramento delle reclute ideò il metodo scout, un metodo che asseconda la
naturale propensione degli adolescenti verso l'avventura e lo spirito di "banda". Scopo del
metodo era quello di recuperare i giovani di strada educandoli ad essere cittadini responsabili.
Grazie alla notorietà raggiunta e al suo grande ascendente personale in pochi anni lo scoutismo
ebbe grandissimo successo diffondendosi anche al di fuori della Gran Bretagna.
Robert Baden Powell si congedò dall'esercito inglese nel 1910 con il grado di Luogotenente
Generale e dedicò il resto della propria vita alla diffusione del metodo e del movimento scout,
ponendovi allabase, lui che aveva prestato servizio come militare di professione, la ricerca
della pace tra i popoli e le nazioni. Morì l'8 gennaio 1941 in Kenia. Oggi il movimento scout è
presente in oltre 200 diversi paesi e regioni del mondo, ed è una vera e propria fratellanza
mondiale che si riconosce negli stessi valori di pace e solidarietà.
«Il modo vero di essere felici è rendere felici gli altri. Prova a lasciare questo mondo un po'
meglio di come l'hai trovato e, quando arriva il tuo momento per morire, tu puoi morire felice
nel sentire che in ogni caso non hai perso il tuo tempo ma hai fatto del tuo meglio.» (dal
testamento di B.P.).
Piste ciclo-pedonali
Sono 17 i Km di piste ciclabili che corrono lungo gli argini del torrente Chiampo e del
Guà e si snodano poi all'interno del territorio comunale attraverso via Palladio, viale
Vicenza, via Santo, via Cadorna, via 4 Martiri, C.so Mazzni, via Volpato, via Bonazzi,
via Trento, via Stadio, via Chiampo e lungo la salita a San Bortolo.
Il progetto si arricchisce ogni anno di nuovi tratti, per formare una viabilità dedicata
alle biciclette e ai pedoni, per una mobilità "dolce", più sicura, non inquinante,
accessibile e salutare. I tratti maggiori delle piste ciclabili si connettono ai tratti
realizzati dai comuni confinanti, per formare una rete più ampia su scala provinciale.