Era il teatro simbolo dell`integrazione «Lo sarà di nuovo»

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Era il teatro simbolo dell`integrazione «Lo sarà di nuovo»
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Primo piano R La strage di Parigi
DOMENICA 15 NOVEMBRE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
italia: 51565055545555
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clic
NATO NEL 1864
ERANO 15OO ALLO SHOW
DEI METAL CALIFORNIANI
Sala di concerti
in Boulevard Voltaire
«Fuggito in taxi
grazie all’istinto
Intorno a me
c’era l’inferno»
Data di costruzione: 1864
Il nome si ispira a un’opera
di Jacques Offenbach: Ba-ta-clan
Capienza: 1500 persone
Venerdì sera c’era il tutto esaurito
INVIATO A PARIGI
L’ATTENTATO
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 Stanno tutti bene gli Eagles of
Death Metal, il gruppo che si
esibiva venerdì al Bataclan
(sopra la locandina). La band
californiana ha annullato il tour,
comprese tre date italiane
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La mattanza
del Bataclan
Marco Fallisi
INVIATO A PARIGI (FRANCIA)
I
l silenzio religioso con
cui Antoine e Lorena
percorrono Boulevard
Voltaire, ciascuno con
un mazzo di rose bian­
che stretto in un pugno, è lo
stesso che si posa sui quattro
angoli dell’isolato dove sorge il
Bataclan. Qui Antoine, Lorena
e centinaia di altri abitanti di
Parigi sono venuti ieri a far
sentire la loro solidarietà per le
vittime della strage del teatro,
dove si conta la maggior parte
(89) dei 129 morti degli atten­
tati che venerdì notte hanno
devastato la Francia e la sua ca­
pitale. Quel silenzio fa da con­
traltare agli spari e alle urla di
terrore di due giorni fa, ma è
racchiuso lì, sotto la facciata
variopinta della storica «sala
da spettacolo» simbolo dell’XI
arrondissement. Tutto intorno,
la vita scorre quasi prepotente:
al terrore Parigi ha deciso di ri­
spondere con il coraggio.
MELTING POT «Dicono che i
terroristi abbiano colpito il Ba­
taclan perché i proprietari so­
no ebrei? No, io la penso diver­
samente. Io penso che lo abbia­
no scelto perché è il fiore all’oc­
chiello di questo quartiere, che
è uno straordinario melting
pot», racconta Victoria, stu­
dentessa ventenne parigina di
origini spagnole. Lei non abita
da queste parti, ma conosce
ogni angolo della zona perché
è cresciuta qui e, in un apparta­
LA STRAGE
89
Il numero delle vittime,
nell’attentato al Bataclan
secondo la procura. Tre
gli assalitori morti dopo
il blitz della polizia
Ore 21
Inizia il concerto della band
Eagles of Death Metal
Ore 21.40
Un commando di tre persone
fa fuoco dentro al locale
89 le vittime
 1. Gli U2 portano fiori davanti al Bataclan  2-3-4. Immagini del video girato dal giornalista di Le Monde,
Daniel Psenny, che mostra la fuga dal locale: ragazzi appesi ai balconi, feriti portati via e corpi senza vita
Era il teatro simbolo
dell’integrazione
«Lo sarà di nuovo»
1Fiore all’occhiello di un quartiere multiculturale
E ieri la musica è già tornata: da “Imagine” agli U2
mento a cinquanta metri dal te­
atro, vive ancora la madre.
«Non c’è un ragazzo della mia
età che non conosca il Ba­
taclan, dai concerti agli spetta­
coli di teatro sperimentale,
questo posto è un mito, è po­
po­la­re! In questo quartiere
l’integrazione è la regola —
continua Victoria —, come del
resto in tutta la Francia. Dopo i
fatti di Charlie Hebdo sapeva­
mo che qualcosa era cambiato
e che non sarebbe finita lì, la
Francia era e resta nel mirino
dei terroristi e dell’Isis. Ma non
si può cedere alla paura, biso­
gna andare avanti e mostrarsi
più forti. Sono seduta qui a
qualche metro dall’ingresso
del teatro e ci resterò fino a
notte fonda, anche mia madre
ha capito». La grinta di Victoria
è la stessa dei ragazzi che han­
no affollato i bistrot dall’altra
parte della strada fin dalla tar­
da mattinata, chiacchierando
ai tavoli davanti a un calice di
vino rosso come fosse un saba­
to qualunque. Tanti, tantissimi
giovani. Perché queste sono le
loro strade, perché quel teatro
nato nel 1864 e con un nome
così musicale (che si ispira
un’operetta di Offenbach) è ro­
ba loro, nonostante sia molto
più vecchio di loro. Provate a
pensare all’Alcatraz di Milano
ma immaginatelo secondo le
coordinate di una città che pul­
sa di cultura e tradizione come
Parigi e avrete un’idea di quello
che il Bataclan rappresenta per
gli under 30 della capitale. La
Vicino al Bataclan, il pianista italotedesco Davide Martello suona “Imagine” AP
LA TESTIMONIANZA
Ore 00.20
Scatta il blitz delle teste
di cuoio per liberare gli ostaggi:
muoiono i tre attentatori
GDS
musica si è fermata venerdì
sera ma è ripartita ieri po­
meriggio, quando le note di
Imagine di John Lennon ri­
suonavano sotto al teatro:
Davide Martello, il musici­
sta italo­tedesco di piazza
Taksim, ha regalato attimi
di magia prima di sparire tra
la folla.
ANCHE GLI U2 «Quando ho
sentito le esplosioni e gli
spari ero dietro al bancone
— racconta Sharon, pro­
prietaria del Cafe a la Folie,
a pochi passi dal luogo della
strage —. Non ho chiuso il
locale, ho abbassato le ser­
rande a metà e ho aperto le
porte a chi scappava in pre­
da al panico». Avrebbe volu­
to lasciare un fiore anche
lei, ieri, sui marciapiedi cir­
condati dalle transenne e
dalle decine di poliziotti che
dal giorno degli attentati
piantonano la zona, ma ha
preferito continuare a servi­
re chi si presentava al ban­
cone. Come Alessia, che cin­
que anni fa si è trasferita
dall’Italia a Parigi ed è
«sfuggita» all’ondata di fol­
lia di venerdì perché ha pre­
ferito cenare sotto casa, al IX
arrondissement, anziché
spostarsi da queste parti co­
me fa di solito: «Stavolta è
diverso, stavolta hanno col­
pito i giovani e i loro simboli
— dice —. Andare avanti,
come facciamo in queste
ore, è la miglior risposta che
si possa dare. Perciò ci sarò,
al prossimo concerto del Ba­
taclan ci sarò anche io». E
chissà che non ci siano gli
U2, su quel palco, fra qual­
che mese. Bono&Co. avreb­
bero dovuto suonare a Pari­
gi proprio ieri: hanno annul­
lato il concerto e in serata si
sono presentati alla porta
della sala da concerti dalle
pareti di tutti i colori, con un
mazzo di rose bianche stret­
to nel pugno. Come Antoi­
ne, Lorena e il resto di una
città che non vuole saperne
di abbassare il volume.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
U
na pedalata in più, e sa­
rebbe finita in tragedia
anche per lui. Carmelo,
31enne di Spoleto, davanti al
Bataclan, in Boulevard de Vol­
taire, ci passa più o meno tutte
le sere, tornando a casa dalla pi­
scina. Stesso tragitto da febbra­
io, da quando è venuto a vivere
a Parigi per lavoro. «Abito a Re­
publique, a duecento metri dal
teatro — racconta Carmelo —.
Venerdì la polizia mi ha fermato
poco prima che mi spingessi fi­
no alla zona degli attentati. Non
avevo idea di cosa stesse succe­
dendo, quando ho capito la gra­
vità sono tornato indietro».
IN TAXI La sua sliding door si
spalanca proprio lì, a pochi pas­
si dalla strage. L’istinto ha fatto
il resto: «Ho lasciato la bici per
strada e ho cercato aiuto. Ho in­
crociato altri due italiani per le
vie del quartiere e abbiamo pre­
so un taxi». I tre provano a rien­
trare nelle loro zone, ma è im­
possibile. Scatta una corsa al
buio, senza una meta precisa,
fino a quando Carmelo e i due
connazionali non decidono di
lasciare l’inferno, dirigendosi
verso Nogent sur Marne, a circa
15 chilometri da Parigi. «Abbia­
mo passato la notte in un hotel,
mentre la mia famiglia mi
aspettava a casa, in preda al pa­
nico».
MI SENTO PARIGINO Carmelo è
rientrato in città ieri mattina,
dopo aver aspettato che la cir­
colazione attorno alla capitale
riprendesse regolarmente. Ha
trovato è un campo di battaglia:
«Hanno sparato anche sotto ca­
sa mia, in un panificio e in un
bar, c’erano fori di proiettile e
macchie di sangue ovunque, un
incubo». Poco dopo, insieme al
padre ha voluto rendere omag­
gio a chi è stato meno fortunato
di lui, tornando sulle strade del
Bataclan e seguendo l’esempio
dei suoi concittadini: «Io non
sono parigino e non amo parti­
colarmente questa città, ma og­
gi mi sento francese e parigino.
ma.fa.
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NON AMO QUESTA
CITTÀ, MA ORA MI
SENTO PARIGINO
E FRANCESE
CARMELO
LAVORATORE ITALIANO
LA SOLIDARIETÀ DEGLI ITALIANI TRA MAZZI DI FIORI, CANDELE E SIT-IN
Il Colosseo si spegne, il David porta il lutto
 Anche l’Italia è sconvolta
per quanto accaduto a Parigi.
Il lutto è soprattutto nei
silenzi della gente, ma anche
nelle bandiere a mezz’asta,
nei minuti di raccoglimento,
nelle piazze lasciate al buio e
in quelle tinte di bianco, rosso
e blu. Il Colosseo e la Fontana
di Trevi a Roma sono rimaste
senza luci per cinque minuti
ieri sera, mentre decine di
monumenti, da Monza a Bari,
da Genova a Pordenone, hanno
preso i colori della Francia.
Mazzi di fiori hanno riempito
lo spazio davanti all’ambasciata
francese a piazza Farnese,
nella Capitale, accompagnati
da messaggi come «Io sto con
Parigi» e «Io non ho paura». A
preoccuparsi è invece il prefetto
di Roma Gabrielli, che ha subito
vietato le manifestazioni a piazza
Farnese. Una fiaccolata è stata
quindi organizzata ieri sera in
piazza del Popolo e centinaia
di candele hanno illuminato
anche i tanti sit-in organizzati
a Milano, presenti Emergency
e pure giovani musulmani.
E mentre in tutta Italia
risuonavano le note della
Marsigliese, sul braccio del
David di Michelangelo, in
piazza della Signoria a
Firenze, ecco apparire una
fascia nera, con una bandiera
francese ai suoi piedi.
QUESTO NON
È UMANO, È UN
PEZZO DI GUERRA
MONDIALE
PAPA FRANCESCO
IL DOLORE DEL PONTEFICE
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