La sanificazione in ambito zootecnico
Transcript
La sanificazione in ambito zootecnico
a cura di Massimo Cardini Morena Piumi Roberto Seghedoni Enrico Stefani LA SANIFICAZIONE NELL’INDUSTRIA ALIMENTARE E NEGLI ALLEVAMENTI Dipartimento di Sanità Pubblica Informo 1 LA SANIFICAZIONE IN AMBITO ZOOTECNICO QUANDO DISINFETTARE Lo schema classico mantiene la sua validità anche nella pratica veterinaria: • disinfezione finale: si attua al termine di un episodio di malattia infettiva, denunziabile o meno; possono essere interessate, a seconda dei casi, varie strutture da ritenersi infette, quali i locali d'allevamento, le attrezzature ivi contenute, gli automezzi che hanno trasportato animali o prodotti infetti, la concimaia, il depuratore dei liquami, i foraggi, i pascoli; • disinfezione continua: durante un episodio infettivo, per diminuire la carica di patogeni diffusa nell'ambiente dagli animali infetti e ridurre quindi il rischio di infezione dei sani; • disinfezione periodica: in una struttura dove si sono verificate la presenza di animali o un'attività produttiva che, pur senza essere state caratterizzate da particolari patologie infettive, esigano un risanamento precauzionale prima di nuove introduzioni di animali o di nuove lavorazioni: il mercato bestiame, l'allevamento con ciclo tutto pieno/tutto vuoto, il box parto, la sala di mungitura, il macello, il laboratorio carni, lo stabilimento di lavorazione di sottoprodotti, il mezzo di trasporto di animali o di carni o di avanzi. Infine, alcuni tecnici sostengono l'opportunità della cosiddetta disinfezione di precauzione, quella cioè eseguita in un allevamento di animali pur privo di evidenti forme patogene di origine infettiva e senza che si effettui la sostituzione della popolazione animale, allo scopo di abbassarne la carica microbica ambientale; questo tipo di disinfezione, tuttavia, pur richiamato e raccomandato in certa letteratura, ha spesso nella pratica dato luogo ad inconvenienti sanitari, probabilmente dovuti al fatto che la disinfezione stessa, riducendo o sopprimendo la carica batterica saprofita ambientale, modifica l'equilibrio biologico dell'allevamento, e forse seleziona forme microbiche che, prive della usuale competizione biologica, possono talvolta virulentarsi determinando quadri patologici prima inesistenti. MEZZI DI DISINFEZIONE Per una disinfezione più o meno radicale si utilizzano, singolarmente o in combinazione fra loro, mezzi di diversa natura, a seconda del grado di disinfezione che si vuole ottenere, dell'agente infettante da combattere, del substrato su cui si opera. MEZZI MECCANICI La pulizia meccanica consiste nell'allontanamento dello sporco e dei detriti che inglobano e proteggono gli agenti patogeni; già una pulizia ben effettuata asporta dall'ambiente una notevole quantità di tali agenti, riducendo in buona misura la carica infettante ambientale. E' un'operazione di primaria importanza soprattutto negli allevamenti, dove si devono allontanare la lettiera, gli alimenti, gli attrezzi, e possibilmente gli animali; indi si procede alla scrostatura dell'intonaco là dove presenta bolle o crepe, alla raschiatura dei pavimenti (corsie, poste, box di stabulazione), alla raschiatura o spazzolatura delle paratie divisorie; infine si dispone all'esterno il materiale di risulta, che verrà successivamente disinfettato o distrutto. 47 Altrettanto importante risulta pulire meccanicamente i macchinari e gli strumenti, i tavoli, i lavelli, i pavimenti, i contenitori, e tutti quei luoghi e attrezzature dove si formano depositi o incrostazioni di materiale organico. Si utilizzano raschietti, spazzole, stracci, meglio ancora acqua bollente ad alta pressione (idropulitrici). MEZZI FISICI Hanno lo scopo di devitalizzare gli agenti patogeni. Freddo: tranne rari casi, il freddo è da considerarsi un conservante anziché un disinfettante. Calore secco: si impiegano appositi lanciafiamme sui materiali da disinfettare o distruggere, quali piccoli mucchi di letame, vecchie attrezzature in legno da distruggere (ad es. conigliere o stie di polli), pavimenti in cemento o muratura o terra battuta, pavimenti di box (è il mezzo ideale per disinfettare box di canili infestati da zecche o uova di elminti), piccoli animali morti; da non impiegare su metalli verniciati o zincati, e ovviamente su oggetti di plastica o di legno che si vogliano salvaguardare. Un'azione sufficientemente prolungata del calore secco devitalizza i microrganismi patogeni altrimenti resistenti, i comuni artropodi e i coccidi. Evitare assolutamente di generare il calore utilizzando sostanze infiammabili (benzina o altro). Calore umido: si usa l'acqua bollente, oppure l'acqua surriscaldata (fino a 120-140°C) e irrorata ad alta pressione mediante pompe autoriscaldanti (idropulitrici). Determina sia un effetto devitalizzante, sia un effetto sgrassante e pulente. Radiazioni ultraviolette: in zootecnia (pascoli, paddoks all'aperto) si sfruttano quelle contenute nella luce solare. Quelle emesse da lampade a vapori di mercurio a bassa pressione e con vetri al quarzo devono agire a breve distanza (poche decine di centimetri al massimo) e su superfici perfettamente pulite, in quanto è sufficiente una leggera patina di polvere o di sporco per filtrarle e quindi neutralizzarle. In pratica si utilizzano solo negli ambulatori veterinari (nei periodi di chiusura: i raggi UV sono dannosi agli occhi), per evitare la ricontaminazione delle attrezzature già sanificate in precedenza. Luce gialla: sebbene sia totalmente improprio classificare la luce gialla fra i mezzi di disinfezione, si ritiene opportuno qui citare la proprietà in certa qual misura repulsiva di tale luce nei confronti di insetti quali zanzare e pappataci; pertanto la dislocazione in un allevamento di conigli di lampade gialle riduce la presenza degli insetti possibili vettori di infezione (mixomatosi), specie se nelle vicinanze vi sono sorgenti di luce bianca o, meglio, azzurra, che esercitano un potere attraente. MEZZI BIOLOGICI Vuoto sanitario: i patogeni - tranne i microrganismi sporigeni, le uova di artropodi e di elminti, le forme di resistenza dei protozoi - hanno bisogno di ospiti viventi per proliferare, e comunque di materiali organici per sopravvivere. E su questa base che si fonda il concetto del risanamento degli 48 ambienti di allevamento mediante il ciclo tutto-pieno tutto-vuoto, oppure mediante il cosiddetto vuoto sanitario: a seconda del patogeno in causa, un ambiente adeguatamente pulito può sufficientemente autodisinfettarsi se lasciato vuoto per un tempo idoneo, variabile appunto a seconda del grado di resistenza del microrganismo in questione; in assenza di patogeni, è sufficiente un vuoto biologico di una decina di giorni - dopo aver effettuato una buona pulizia per ridurre drasticamente la carica microbica ambientale. Competizione biologica: i patogeni presenti in un substrato ricco di saprofiti in piena attività biologica (concimaia, depuratore, fossa settica) vengono in parte sopraffatti e devitalizzati dai prodotti metabolici dei saprofiti stessi. MEZZI CHIMICI Sono i mezzi più comunemente usati per la sanificazione ambientale. Comprendono due categorie di prodotti dalle caratteristiche chimiche e biologiche le più varie: i detergenti e i disinfettanti. DETERGENTI DETERGENTI ANIONICI: non possedendo potere corrosivo né tossico, possono essere impiegati senza particolari precauzioni; costo limitato. DETERGENTI CATIONICI: i più comuni sono i quaternari d'ammonio. Sono privi di effetti negativi quali tossicità, causticità, corrosività, tanto da poter essere impiegati in presenza di animali senza particolari precauzioni. Sono dotati di forte potere bagnante, grazie al quale penetrano facilmente nelle crepe e nelle rugosità delle superfici trattate, e, dopo l'asciugatura, lasciano un sottile film batterio-repellente. Il potere disinfettante dei quaternari d'ammonio viene fortemente inibito dalla sporcizia, dalla presenza di detergenti anionici o di saponi, dagli ambienti acidi, dall'acqua ad elevato grado di durezza. L'ambito operativo d'elezione dei quaternari d'ammonio è: • nella disinfezione delle sale di mungitura; • nel lavaggio delle attrezzature d'allevamento al termine di un ciclo produttivo non caratterizzato da patologie specifiche (gabbie di polli e di conigli, box di parto, ecc.); Risultano invece inefficaci negli allevamenti con episodi di brucellosi, di tubercolosi, di malattie virali, a causa non solo della scarsa attività specifica dei quaternari sugli agenti infettanti in causa, ma anche delle condizioni di sporcizia generale che caratterizzano gli allevamenti. DETERGENTI ANFOLITI: sono prodotti con potere sia detergente che disinfettante, attivi nei confronti di gran parte dei microrganismi, però scarsamente sul bacillo tubercolare, e per nulla sulle spore. I più noti sono quelli della classe dei Tego, in particolare il Tego 51. Come si è visto, i detergenti – soprattutto i cationici - costituiscono una serie di prodotti di notevole interesse nella pratica zootecnica, a patto di non pretenderne prestazioni disinfettanti troppo radicali; la facilità d'uso e l'assenza di inconvenienti ne consigliano l'impiego negli ambienti caratterizzati da modico inquinamento batterico e dalla presenza di attrezzature danneggiabili per interventi di disinfezione drastici. 49 DISINFETTANTI CHIMICI Acidi forti (Acido solforico, nitrico, fosforico, cloridrico). • attività microbicida totale; • tossici, caustici, corrosivi ad altissimo grado; • vengono impiegati esclusivamente nel settore della mungitura meccanica (vd. pag 61); esempio di prodotto commerciale: PE4 (Henkel). Acidi organici (Acido citrico, acido lattico). • discreta attività disinfettante antibatterica; • non tossici, non caustici, non corrosivi; • costo elevato; • uso: 0,5 - 1% a 60°C; • l'acido citrico veniva utilizzato nella pulizia/disinfezione periodica degli apparati di mungitura, per ridurre o eliminare le concrezioni che si formano nei giunti e nei gomiti delle tubazioni (la cosiddetta "pietra del latte"). Acido peracetico • • • • • molto attivo su praticamente tutti i patogeni: batteri (compresi i micobatteri), spore, virus, miceti; non attivo sulle oocisti; non tossico, ma irritante; molto corrosivo per metalli anche cromati o verniciati, e per gomma; corrosivo per manufatti di cemento e calce; non corrosivo per ceramica, vetro, plastica; raccomandato per inattivare le spore carbonchiose nel terreno, alla diluizione del 2%; trova un impiego vantaggioso ed efficace nel trattamento delle stalle; nel trattamento dei liquami non si devono superare concentrazioni di acido peracetico superiori allo 0,9%, pena la formazione di schiumosità troppo intense. Per ulteriore precauzione è bene trattare liquami contenuti in serbatoi o fosse a tenuta non colmi. La concimazione di terreni coltivati con spandimento di liquami trattati con acido peracetico non crea alcun problema negativo sugli sviluppi vegetativi e sulle rese agronomiche. esempio di prodotto commerciale: Divosan (Diverseylever). Sali di Calcio reperibili presso i rivenditori di prodotti per l'edilizia; Ossido di calcio: CaO (calce viva) scarsa attività disinfettante; sciolta in acqua (1 kg di calce viva + 800 g di acqua) si trasforma, con reazione esotermica, in calce spenta. Dissolve il materiale organico sottraendo acqua, è indicata negli allevamenti e nelle strade di accesso per disinfettare le ruote degli automezzi. 50 Idrossido di calcio: Ca (OH)2 (Calce idrata o calce spenta) si ottiene aggiungendo 40 ml di acqua a 100 g di ossido di calcio. Tale preparazione deve essere utilizzata subito perché a contatto dell’aria si trasforma in carbonato di calcio inattivo. Ha una buona attività battericida e virulicida, ma non agisce sulle spore e sui batteri acido resistenti. Agisce meccanicamente bloccando i microrganismi sotto uno strato di carbonato di calcio. Utilizzata soprattutto per disinfettare liquami, pozzi neri, fogne; usata anche nell'interramento di carcasse e visceri; Inattiva il virus di Aujeszky nei liquami di porcilaia alla concentrazione di 20 kg/tonnellata;. Il latte di calce (idrato di calcio al 20%) viene preparato, al momento dell’uso, aggiungendo a 1 kg di calce viva (sminuzzata, spruzzata con circa 750 ml di acqua e mescolata per 30 minuti) a quattro litri di acqua. Possiede scarso potere battericida; usato per l'imbiancatura di locali non infetti. Calciocianammide: reperibile presso i rivenditori di concimi. Attiva su uova e larve di nematodi nel terreno, per trasformazione in cianamide libera, che a sua volta si trasforma in urea, poi in sale ammoniacale, con liberazione finale di azoto ammoniacale;uso: 150 - 200 q/ettaro; Carbonato di sodio (soda o lisciva del commercio) Na2CO3; come Soda solvay reperibile presso le comuni drogherie; dotata di minori proprietà caustiche rispetto all'idrossido di sodio. A temperatura ambiente è debolmente attiva, ma a 55-60°C ha azione rapida ed efficace. Buono il potere detergente, saponifica i grassi e scioglie il muco. Viene usata in soluzione acquosa alla concentrazione del 58%. Non ha particolari controindicazioni. Ha un notevole potere disinfettante nei confronti dei virus e particolarmente di quelli dell'afta epizootica; scarsa attività battericida (solo su batteri gram -); nessuna attività sporicida; Sali di metalli pesanti I sali di mercurio, rame, argento, zinco, ecc... denaturano le proteine microbiche a basse concentrazioni (1-2%) e le coagulano a concentrazioni più elevate (3-5%), mentre gli ioni (Ag, Hg, ecc...) si combinano coi gruppi sulfidrilici delle proteine microbiche. Tuttavia la loro azione è molto limitata dall'eventuale presenza di materiale organico o di sudiciume nel substrato. Il loro impiego è inoltre limitato dalla spiccata tossicità (particolarmente per i ruminanti), che è in stretto rapporto con il grado di dissociazione degli ioni dei metalli pesanti. Sono irritanti per le mucose e per la cute. Il bicloruro di mercurio (HgCl2) noto come sublimato corrosivo, è solubile in acqua fredda nel rapporto di l:15 e in acqua calda nel rapporto di l:3. Si scioglie in acqua molto lentamente, pur essendo idrosolubile; per accelerarne la solubilità si può diluirlo preventivamente in alcool. La soluzione acquosa di sublimato corrosivo si altera rapidamente, se esposta all'aria ed alla luce, trasformandosi in una molecola di ossicloruro e calomelano scarsamente attiva; è incompatibile coi disinfettanti o detersivi alcalini, poiché questi precipitano il bicloruro di mercurio come ossido di mercurio inattivo; è incompatibile coi saponi, poiché si formano sali complessi e inattivi di mercurio (stearati, palmitati, oleati, ecc...). Il sublimato corrosivo ha una buona azione antibatterica verso le forme vegetative batteriche, ma è scarsamente attivo nei confronti delle spore. Nella pratica “storica” era impiegato mediante appositi spruzzatori alla concentrazione dell'1-2%. 51 Solfato di rame: (CuS04) è solubile in acqua, glicerina, insolubile in alcool o etere. Viene generalmente impiegato nelle concentrazioni dell'1-3%. Esplica una buona attività verso molte forme batteriche vegetative e verso le alghe. Deteriora gli oggetti di legno, cuoio, ecc... e le pareti. Solfato di ferro: (FeS04) è solubile in acqua o glicerina, insolubile in alcool o etere. Ha modesta azione antimicrobica, ma viene solitamente impiegato per la chiarificazione delle acque luride oppure qualora si vogliano limitare fermentazioni sgradite nel letame o nel colaticcio (soluzione al 5-10%). Cloramine • • • le più usate sono la cloramina T e la dicloramina T; sono state usate con successo sul virus di Aujeszky (3-5%); concentrazioni d'uso: 1-2% di cloro; esempi di prodotti commerciali: Atiseptine (Ati) Clean (Scam) Cloramid (Soproma) Cloramina (Gellini) Cloromit (Formenti) Kloren (Anic) MinachIor (Esoform) Soclor (Socoor) Clorexidina • • • • • • • biguanide attiva nei confronti dei batteri, sia gram + che gram -; attiva nei confronti di tutti i lieviti e di alcune muffe; micobatteriostatica e non micobattericida; non attiva nei confronti dei virus e delle spore; non tossica, né irritante, né corrosiva; può sostituire vantaggiosamente i quaternari d'ammonio, specie nelle disinfezioni per aerosol; parzialmente inattivata dall’acqua dura e dalla presenza di detergenti anionici; uso: 0,5% dì sostanza attiva; esempi di prodotti commerciali: Alfablu (Alfalaval) Hibitex teat dip (Fatro) Rexiclor (Esoform) Teatcare (Deosan) Creolina Gli acidi cresilici costituiscono il principio attivo della creolina, che ne contiene circa il 75%, più 15% di saponi e 10% di acqua. • attività battericida e micobattericida; • scarsa attività virulicida; • nessuna attività sporicida; • tossica, irritante, corrosiva ad alte concentrazioni; l'odore penetrante e persistente ne vieta 52 • • l'impiego in presenza di animali in produzione di latte, di animali prossimi alla macellazione, di galline ovaiole (uova da consumo), di derrate alimentari, di mangimi; sia il prodotto commerciale che le soluzioni d'uso sono molto stabili; uso: creolina commerciale al 3-8%; esempi di prodotti commerciali: Cortek (Socoor) Creofina (Pearson) Cresolan (Scam) Hydrol (Rohm-Haas) Fenolo Acido fenico. • attivo su batteri gram +, compreso il micobatterio tubercolare; • non attivo su microrganismi gram -, spore, virus, miceti; • tossico, corrosivo per metalli anche verniciati, e per la plastica; • odore pungente, penetrante; limitazioni nell'uso come per la creolina; • non inibito dallo sporco; • uso: 0,1% di sostanza attiva; esempi di prodotti commerciali Drolcor (Socoor) Fenosept (Ati) Fenolsuper (Rigamonti) esempi di prodotti misti cresoli-fenoli: Alfacresol (Chimoco) Creofenolina (Sct) Creolina (Italtecnica) Cresofen (Norim) Cresofenina (Leica Cresolin (Esoform) Cresolin (Kollant) Tricreol (Sidus) Formaldeide E' il principio attivo della formalina del commercio, che ne contiene circa il 37-40%, nonché della paraformaldeide. • attiva su batteri, compresi i micobatteri, virus, miceti, alcuni virus; • non attiva su molti virus (fra cui quello di Aujeszky), uova di elminti, coccidi; • utilizzabile in soluzione acquosa oppure per fumigazione; • per l'uso in soluzione acquosa: bagnare abbondantemente l'ambiente e le attrezzature con soluzione fredda; • per fumigazioni: mescolare 200 ml di formalina del commercio e 100 g di potassio permanganato per 10 metri cubi dì ambiente; la reazione è fortemente esotermica, per cui è necessario adottare precauzioni personali e usare recipienti metallici o di ceramica; l'umidità ambientale deve essere di almeno il 60%, per cui può essere necessario bagnare il 53 • • • pavimento e i muri con acqua; la temperatura ambientale deve raggiungere almeno i 18 °C, la fumigazione deve avvenire in ambienti perfettamente chiusi (chiudere tutte le aperture, sigillare con nastro adesivo tutte le fessure comunicanti con l'esterno, chiudere gli eventuali aeratori), e vuoti di persone e di animali; i fumi non sono molto diffusibili, per cui il metodo della fumigazione ha scarsa efficacia in ambienti con piccoli anfratti, buchi, screpolature, ecc.; lasciare agire i fumi per almeno 24 ore, poi aerare abbondantemente; tossica, irritante, non corrosiva; parzialmente inattivata da materiali organici; diluizioni delle soluzioni d'uso: su batteri 1-2%; su micobatteri, spore, virus aftoso 5%; su miceti: alla formaldeide diluita al 2% aggiungere soda caustica 1 %; esempi di prodotti commerciali: Esoformolo (Esoform) Formocid (Leica) Formaldeide soluzione (Cari) Lauroform (Chimoco) Attenzione: recenti acquisizioni scientifiche sembrano dimostrare che la formaldeide sia in grado di esplicare effetti cancerogeni; per tale motivo questo prodotto viene via via abbandonato nella pratica delle disinfezioni ambientali. Paraformaldeide E' una sostanza solida, biancastra, ottenuta per concentrazione della formaldeide. Sottoposta a riscaldamento, si scinde in formaldeide e acqua. Viene commercializzata sotto forma di piccoli pani, a forma di saponette, nei quali alla paraformaldeide è stato aggiunto un combustibile tipo "meta" che, acceso, scalda la saponetta, emanando gas formaldeide. Caratteristiche e uso: vedi formaldeide gassosa. Esempio di prodotto commerciale: Esoform (Esoform). Glutaraldeide • • • • attiva su praticamente tutti i microrganismi patogeni, compresi gli sporigeni, i virus e i miceti; secondo alcuni Autori, l'attività anti-micobatterica è scarsa; utilizzabile anche su substrati sporchi; uso corrente: 2%. esempio di prodotto commerciale: Alquat (Scam). Idrossido di sodio • • ottimo virulicida, compresi i virus aftoso e pestoso; buon battericida; discreto sporicida; inattivo su micobatteri e miceti; caustico (usare solo in assenza dì animali, adottare precauzioni personali molto severe); corrosivo su metalli, anche verniciati; 54 • • • • l'attività su substrati sporchi, specie di grasso, è valutata discordemente da vari ricercatori; dopo l'aspersione e l'asciugatura, permane sulle superfici trattate lasciando una pellicola che mantiene nel tempo le sue proprietà disinfettanti; tale pellicola è però caustica e scivolosa, per cui conviene risciacquare a fondo i locali trattati; se usato a temperatura di 60 - 70°C, se ne esaltano le proprietà disinfettanti e si somma un buon potere detergente; uso: su virus 1-2%; su batteri 2%; su spore 5%; esempio di prodotto commerciale: SU 928 COLD CLEANING (Diverseylever). Iodofori Sono composti dello iodio coniugato a prodotti tensioattivi non ionici. • attivi su batteri e virus; non attivi su miceti; dati discordanti sull'attività sporicida; • non tossici, non corrosivi (solo scarsamente su metalli verniciati), odore penetrante; • non agiscono in ambienti sporchi; • poco stabili in confezione originale (3-6 mesi); instabili in diluizione d'uso (poche ore); • molto impiegati nella disinfezione dei capezzoli nella profilassi delle mastiti; • uso: 1-2% del principio attivo (iodio) esempi di prodotti commerciali per disinfezioni ambientali: Allosan (Sivam) Complesso iodio PVP (Fatro) Iodina (Italtecnica) Iosan (Chimoco) Iosan (Ciba-Geigy) Steriodina (Formentì) Venodine (Cooper) Wescodine (Leica) esempi di prodotti commerciali per la disinfezione dei capezzoli nella profilassi delle mastiti (prodotti a pH praticamente neutro, non lesivi per la cute) Complesso iodio ABN (Fatro) Izoiodina (Izo) Ipoclorito di sodio • • • • • attivo su batteri e miceti, ottimo su brucelle; dati discordanti sull'attività sporicida e virulicida; tossico, irritante, corrosivo, odore penetrante; non attivo sullo sporco; stabile nelle confezioni originali, instabile nelle concentrazioni d'uso (circa 7 giorni); uso: varechina in acqua 1 + 3. esempi di prodotti commerciali: Diversol (Diverseylever) 55 ATTREZZATURE PER LA DISINFEZIONE NEGLI ALLEVAMENTI Pompe manuali in plastica o metallo, spalleggiabili o trasportabili su carriola, sul tipo di quelle usate in orticoltura/frutticoltura. Si tratta di apparecchi estremamente semplici, dotati di un serbatoio di capacità di 8/30 litri, pompa azionata a mano, irroratore con ugello a spruzzo variabile. Sono idonee nelle disinfezioni di ambienti limitati, con disinfettanti non tossici per l'operatore, di facile trasporto e manutenzione. Il raggio d'azione è limitato (un paio di metri) e pertanto non consente la disinfezione di ambienti a soffitti alti. Attrezzature di costo molto contenuto. Pompe a motore con compressore a membrana, azionate da un motore proprio o dalla presa di forza del veicolo di trasporto. Si collegano ad un serbatoio, di plastica o di metallo, capace di alcuni quintali di liquido. Sono dotate di tubazioni flessibili molto lunghe e di lancia irroratrice a getto variabile ("mitra"). Erogano liquidi a discreta pressione (fino a 20/30 atm.) a grande distanza (10/20 metri), con una portata di 50-150 litri per minuto. La struttura pompa/serbatoio deve essere autotrasportata su rimorchio o sul cassone di un veicolo. Se ne raccomanda l'uso per grandi superfici, da bagnare abbondantemente. Pompe a motore con compressore a pistoni: sono le cosiddette idropulitrici, molto usate nelle stazioni di lavaggio per auto. Il compressore, capace di una potenza di 1-10 HP, è costituito da 2-4 pistoni (i più moderni ed efficienti sono di ceramica) ed è azionato da un motore elettrico monofase o, nei modelli più potenti, trifase. La corrente elettrica necessaria al funzionamento del compressore può essere fornita dalla rete (in tal caso assicurarsi prima dell'intervento della corrispondenza del voltaggio, della potenza della corrente in rete, della possibilità di connessione della spina dell'attrezzatura con le prese in loco), oppure da un gruppo elettrogeno autonomo; in modelli molto recenti il compressore è azionato direttamente da un motore a scoppio, evitando così le complicazioni derivanti dall'uso di generatori elettrici o gli inconvenienti per la scarsa potenza della rete elettrica. La macchina viene collegata ad una presa d'acqua dell'acquedotto (controllare la corrispondenza degli innesti) oppure, meglio, ad un serbatoio direttamente e stabilmente connesso con l'apparecchiatura. Il detergente o il disinfettante in soluzione originale, e quindi da diluire in acqua, può essere contenuto in una tanica collegata con la pompa e la miscelazione avviene automaticamente durante il funzionamento, previa regolazione con una manopola della percentuale di prodotto che la pompa preleva dalla tanica; questo metodo però non garantisce l'esattezza della diluizione: è meglio escludere il collegamento con la tanica e miscelare il prodotto da impiegare direttamente nel serbatoio dell'acqua. Generalmente l'idropulitrice è dotata di un bruciatore a gasolio, che scalda il liquido da irrorare fino a 90/100 °C, o anche fino a 140 °C (tale accessorio è indispensabile per una corretta disinfezione). L'irrorazione avviene attraverso un tubo molto resistente alla pressione e una lancia dotabile di differenti ugelli. La potenza dei getto è molto alta (in alcuni modelli fino a 200 atm.); la portata abbastanza limitata (10/30 litri per minuto). L'idropulitrice può essere montata su ruotini (soluzione ottimale se non si prevede di trasferire l'apparecchiatura, ad esempio per l'impiego in mercati, canali, ecc.), oppure su rimorchio o autocarro, in tal caso si può stabilmente collegare ad un serbatoio in acciaio inox o in vetroresina da trasportare con l'autocarro stesso. I vantaggi di tale apparecchiatura su quelle precedentemente descritte sono l'altissima pressione (e quindi la possibilità di detersione a fondo), la possibilità di irrorare liquidi ad alta temperatura, fino al vapore (con esaltazione del potere disinfettante, oppure con la possibilità di non usare disinfettanti ma solo acqua bollente); 56 Svantaggi: il costo d'acquisto e di manutenzione, la necessità di operare a non più di un metro di distanza dalle superfici da disinfettare (la pressione del getto si riduce drasticamente con l’aumentare della distanza dalla superficie) e quindi la lentezza del lavoro. Lavapavimenti, apparecchi dotati di una o più spazzole rotanti, di erogatore di detergente e di aspiratore della soluzione detergente sporca, utilizzate per sanificare i pavimenti di laboratori, macelli, depositi di alimenti, grosse celle frigorifere; ai modelli collegati alla presa elettrica si preferisce, per motivi di sicurezza e di facilità di lavoro, quelli azionati da batterie ricaricabili. Aerosolizzatori, utili ovviamente solo per i disinfettanti liquidi in soluzione (e non in sospensione), consentono di immettere in ambienti chiusi, in presenza di animali, blandi disinfettanti (es. i quaternari d'ammonio o meglio la clorexidina) che possono rallentare la diffusione di malattie infettive quali quelle respiratorie. L'effetto battericida dell'aerosol sui patogeni aerodispersi è massimo quando le particelle hanno un diametro compreso fra 0,5 e 5 micron; a diametri superiori il disinfettante tende ad aderire alle superfici solide, perdendo così la proprietà tipica dell'aerosol. Sono stati posti di recente in commercio aerosolizzatori costituiti da un motorino elettrico innescato da un temporizzatore, che con periodicità di alcune decine di secondi o minuti aziona una comune bomboletta spray che diffonde nell'ambiente insetticidi a base di piretrine; tali apparecchi - da bandire assolutamente nell'industria alimentare - sono ben utilizzabili negli allevamenti infestati da mosche, zanzare, ecc., o nei magazzini di derrate alimentari confezionate. Lanciafiamme, a metano o a cherosene, utilizzati per la sterilizzazione di piccoli ambienti in muratura contenenti attrezzature in metallo non verniciato o zincato, per la disinfezione di pavimenti, o di box all'aperto; per la radicale disinfezione (e distruzione) di conigliere o stie per polli in legno, operando all'aperto. Lampade UV, usate spesso nei laboratori carni e nei depositi di stagionatura dei formaggi, sono praticamente inefficaci data la scarsissima penetrazione dei raggi ultravioletti (è sufficiente un velo di sporco di pochi micron sulle superfici da disinfettare per filtrare e annullare le radiazioni UV). Discreta attività viene esplicata invece in ambienti ben puliti, quali ambulatori ecc.; devono però essere poste a pochi decimetri dalle superfici, e non essere utilizzate in presenza di persone o di animali. Stazioni di disinfezione: in alcuni tipi di strutture (macelli, grossi laboratori carne, magazzini di derrate alimentari o mangimi, allevamenti suini, canili, mercati bestiame, punti di lavaggio e disinfezione degli automezzi adibiti al trasporto di animali, carni o avanzi), dove è necessario provvedere alla disinfezione con una certa periodicità e per tipologie ambientali costanti, è utile se non indispensabile disporre di idonei impianti di sanificazione fissi, oppure (in funzione dell'ampiezza delle superfici da sanificare) mobilizzabili a mano o con un automezzo. Tali impianti saranno costituiti di preferenza da una idropulitrice autoriscaldante, da un serbatoio per liquidi (50-100 litri) in cui diluire i detergenti e i disinfettanti, da vari tipi di lance, da tubi di idonea lunghezza, il tutto o fissato o montato su ruote. L'impianto sarà completato da un piccolo magazzino contenente attrezzi per la manutenzione, pezzi di ricambio (lance, ugelli, tubi, innesti), prodotti detergenti e disinfettanti, contenitori per misurare e premiscelare i prodotti, stivali, tute, guanti, maschere per il personale operatore. Nel caso si debba operare in strutture molto estese, può essere conveniente montare la stazione di disinfezione su un automezzo a cassone. 57 Stazioni mobili di disinfezione: quando è necessario (per l'ente pubblico o la ditta privata) fornire il servizio di disinfezione a strutture del territorio, occorre un apparato mobile, autonomo, per l'appunto una stazione mobile di disinfezione. Questa è costituita da un automezzo, le cui caratteristiche di potenza e di trazione devono corrispondere non solo al tipo di attrezzature da trasportare, ma soprattutto alle caratteristiche dei luoghi in cui se ne prevede l'impiego e alla climatologia della zona da servire: in zone di pianura, con scarse precipitazioni nevose, sarà sufficiente un camioncino a cassone aperto, mentre in zone collinari e montane sarà preferibile un fuoristrada o comunque un camion a quattro ruote motrici. L'attrezzatura potrà essere dislocata su un rimorchietto (portata superiore ai 10 q.li) o, meglio, sul cassone dell'automezzo. Consisterà in una motopompa (a membrana o a pistoni, a seconda del tipo di lavoro richiesto); un generatore di corrente, se la pompa a pistoni non è autonoma (difficilmente nelle stalle si trovano la corrente elettrica e le connessioni elettriche idonee); un serbatoio possibilmente di acciaio inox, con capacità di 10-15 q.li di liquido; confezioni di detergenti e di disinfettanti; attrezzi e usuali ricambi per ovviare ad eventuali inconvenienti (giunti, tubi, ugelli, cinghie, fascette); una tanica di carburante (10 litri) per il generatore; contenitori graduati per effettuare le diluizioni; una pompa a spalla per eventuali zone di difficile accesso; indumenti protettivi per il personale; una cassetta di pronto soccorso. Manutenzione delle attrezzature Una corretta manutenzione ordinaria delle attrezzature consente: • minori probabilità di incidenti; • garanzia di efficienza: solo un'attrezzatura a punto funzionerà perfettamente in qualsiasi circostanza; • risparmio di tempo: la sostituzione in officina di un tubo usurato è più rapida che non sul luogo da disinfettare; • immagine di efficienza dell'ente o ditta: un generatore o una motopompa che non va in moto perché le candele sono sporche o vecchie induce a considerazioni negative sulla funzionalità globale dell'ente o della ditta. In particolare, a parte l'efficienza dell'automezzo, bisognerà curare: • che il generatore di corrente, o il motore della pompa, siano in grado di mettersi in moto in qualunque circostanza (anche sotto la pioggia o con temperatura molto rigida) e di erogare potenza sufficiente; fare attenzione ai prescritti cambi dell'olio lubrificante e alla frequente pulizia del filtro dell'aria; portare sempre carburante di riserva; • che le connessioni elettriche generatore/pompa siano ben assicurate, stabili, stagne; • che il generatore elettrico sia ben collegato a terra (portarsi un grosso picchetto di ferro zincato, collegato con la massa del generatore, da piantare sul luogo della disinfezione nel terreno bagnato); • che i giunti serbatoio/pompa/erogatore siano ben serrati, e non lascino filtrare liquido; • che il tubo, specie se ad alta pressione, sia esente da giunzioni e da screpolature (lo scoppio di un tubo che eroga disinfettante, magari bollente, a 100-200 atm. è in grado di ferire seriamente chi si trova nei pressi); • che l'ugello della lancia sia ben avvitato; • che il blocco di sicurezza della lancia (il meccanismo che interrompe automaticamente l'erogazione se si lascia la presa dell'impugnatura) funzioni a dovere (alcuni operatori incoscienti escludono ad arte tale blocco perché si fa meno fatica: se la lancia sfugge di mano, e il flusso non si arresta automaticamente, il tubo diventerà una sorta di frusta con l'estremità metallica, e falcerà tutto quello che si trova in un raggio di diversi metri); • che la quantità di soluzione disinfettante preparata nel serbatoio venga totalmente 58 utilizzata, evitando così di sprecare materiale e soprattutto di inquinare, al ritorno, il sistema fognante a cui fa capo il centro disinfezioni. Al termine delle operazioni tutta l'attrezzatura utilizzata dovrà essere accuratamente lavata con acqua pulita, il serbatoio ben sciacquato, la pompa azionata per qualche minuto per eliminare i residui di disinfettante; nella stagione invernale assicurarsi che nell'impianto non ristagni acqua, perché il gelo potrebbe rompere pompa, giunti e tubi. I recipienti che avevano contenuto i prodotti chimici vanno recapitati all'inceneritore pubblico, previo consenso dei Servizio di Igiene Pubblica della USL, e non gettati nei cassonetti per i rifiuti urbani o, peggio, abbandonati nell'azienda disinfettata. STRUTTURE ZOOTECNICHE Ricoveri con assenza di animali E' la situazione ideale, che purtroppo si verifica raramente: l'assenza di animali consente l'uso dei disinfettanti più efficaci, la durata dell'intervento può essere prolungata quanto necessario per ottenere il miglior risultato; è la tipica situazione dell'allevamento con tutto pieno/tutto vuoto, oppure del ricovero con più settori indipendenti vuotabili a rotazione, o ancora l'allevamento infetto in cui sono stati abbattuti tutti i capi, o infine la piccola stalla in cui, clima e disponibilità di spazio esterno e di manodopera permettendo, si possono allontanare gli animali per diverse ore. Schema di procedura: 1. sgombero degli animali e del letame; le attrezzature mobili devono essere smontate, e accatastate nello stesso locale da disinfettare o in uno adiacente; vuotare le mangiatoie e gli abbeveratoi, allontanare i foraggi e i mangimi; disinserire la corrente elettrica, schermare le prese di corrente; nel caso si utilizzi un disinfettante gassoso assicurarsi dell'ermeticità dell'ambiente, predisponendo il tamponamento delle fessure con nastro adesivo, ed aprire eventuali armadi, cassetti, ecc. (specie con l'uso della formaldeide, gas non molto diffusibile); 2. pulizia dell'ambiente, mediante raschiatura del pavimento, scrostatura dei muri dove l'intonaco è già parzialmente staccato; asportare le ragnatele e i nidi di uccelli (non in corso di riproduzione); paglia, letame e residui di mangimi vanno trasferiti sul letamaio o, in mancanza, ammucchiati all'esterno per essere poi irrorati di disinfettante o bruciati; isolare la canalizzazione di scolo della stalla da quella dell'eventuale depuratore. Le operazioni su descritte dovrebbero essere effettuate a cura dell'allevatore; ciò comporta difficoltà per la scarsità e il costo della manodopera, particolarmente nei periodi in cui le colture agronomiche richiedono il massimo impegno del personale d'azienda; 3. lavaggio con detergenti, a modica pressione (6-10 Atm.); lasciare agire i detergenti per almeno un'ora, risciacquare; 4. disinfezione con prodotti chimici adeguati; 5. risciacquo con acqua pulita, con particolare attenzione alle mangiatoie e agli abbeveratoi (rischio di intossicazione degli animali) e ai pavimenti (rischio di scivolamenti). Nota: nelle stalle di sosta dei commercianti usare in ogni caso prodotti sporicidi. Ricoveri con presenza di animali E' la situazione più comune: superamento di un episodio infettivo (disinfezione finale) o anche durante l'episodio stesso (disinfezione continua). L'impossibilità di allontanare gli animali richiede particolare attenzione: 59 • • • nella scelta dei disinfettanti, che saranno liquidi, eventualmente aerosolizzati, e comunque a freddo; nel modus operandi, per cui è necessario evitare rumori improvvisi e movimenti bruschi, nonché tenere bassa la pressione di irrorazione; nella durata dell'intervento, che deve essere la più breve possibile. E’ consigliabile, date le limitazioni sopra dette e quindi la non radicale efficacia dell'intervento, ripetere la disinfezione due - tre volte a distanza di qualche giorno. Schema di procedura: 1. sgombrare il letame, vuotare le mangiatoie e gli abbeveratoi; staccare la corrente elettrica, isolare le prese di corrente; 2. pulire il più a fondo possibile l'ambiente (vedi schema precedente); 3. assicurarsi che gli animali siano legati; se ciò non è possibile, spostare gli animali in box chiudibili, in modo da lasciare uno o più box vuoti che andranno disinfettati a turno; 4. disinfettare i box vuoti o le poste con disinfettanti liquidi tollerati dagli animali e ad azione rapida (es. iodofori, quaternari); evitare liquidi bollenti (possibilità di schizzi sugli animali) o surriscaldati fino al vapore (a parte le ustioni, gli animali si spaventano). Nota: tenere ben presente che tale disinfezione non può essere considerata radicale. Ricoveri all'aperto Sono gli ambienti più difficili da sanificare, in quanto è praticamente impossibile effettuare la pulizia preliminare, e l'attività dei disinfettanti è quindi drasticamente ridotta dallo sporco. In pratica, occorre rimuovere con una ruspa lo strato superficiale di letame e terriccio, che verrà sparso su un campo con idonea coltura agronomica (non su ortaggi); irrorare la palizzata e le eventuali pareti in muratura con disinfettanti forti (formalina, acido peracetico, carbonato di sodio caldo, idrato di sodio); spargere sul terreno calciocianamide in polvere o finemente granulata, in ragione di circa 50 grammi per metro quadrato, oppure calce spenta; se possibile, lasciare vuoto il paddock per 1-2 settimane, poi ricoprire di paglia la superficie del terreno e reintrodurre gli animali. Mercati, Fiere, Esposizioni Di norma non pongono problemi di natura infettiva, ma solo di sanificazione generica; in tal caso è sufficiente asportare il letame e i residui degli alimenti, da accatastare in concimaia, poi spazzare e pulire a fondo irrorando acqua a pressione. Se durante il mercato o l'esposizione si è verificato un caso di malattia infettiva, alle operazioni su descritte dovrà seguire la disinfezione con il prodotto più appropriato in funzione del patogeno in causa; infine lavare abbondantemente con acqua pulita. Negozi di animali, Ambulatori Veterinari In questi ambienti, in assenza di episodi infettivi specifici, è sufficiente una pulizia giornaliera e l'impiego di blandi detergenti/disinfettanti (es. i quaternari d'ammonio). Nel caso di episodi infettivi, alla pulizia dovrà seguire la disinfezione vera e propria, possibilmente con gas di formalina. 60 Canili, box per cani I problemi sanitari che più frequentemente interessano queste strutture sono dovuti alla presenza di zecche, uova di elminti, artropodi, pulci, dermatomiceti. Contro questi parassiti ben poco possono i comuni disinfettanti e gli stessi insetticidi non sempre devitalizzano le forme di resistenza; il mezzo ideale è il calore, sia umido che, meglio, secco. Perciò, a seconda dei materiali costituenti il box (manufatti in cemento o muratura, metallo, oppure legno, materie plastiche), dopo una grossolana pulizia a getti d'acqua per allontanare lo sterco, si utilizzerà un lanciafiamme e/o il vapore dell'idropulitrice. E’ importante che la temperatura superi abbondantemente i 100°C e che, a causa dell'estrema resistenza dei patogeni citati, agisca per diversi minuti; particolarmente lunga dovrà essere l'esposizione alla fiamma di pavimenti in terra battuta o inghiaiati; si consiglia di bruciare totalmente le eventuali strutture in legno, se economicamente non troppo gravoso. Se invece la disinfezione è richiesta per un episodio infettivo, o semplicemente per la normale sanificazione in occasione dei cambio degli animali ospitati, è preferibile ricorrere a mezzi meno drastici, quali l'aspersione con formaldeide (3-5%) o soda solvay (4-5%). Mezzi di trasporto di animali Generalmente - quando cioè non si siano trasportati animali infetti - è sufficiente un lavaggio a fondo con detergenti/disinfettanti (quaternari, lisoformio) sia del cassone, sia della parte inferiore del mezzo (ruote, passaruote, sospensioni, châssis): è qui infatti che aderiscono gli schizzi di terriccio e di sterco raccolti nei piazzali di carico e scarico, con la conseguente veicolazione e disseminazione di eventuali patogeni. Nell'impiego di automezzi in focolai di malattie infettive contagiose, la scelta dei disinfettanti dovrà essere mirata a quelli specificamente attivi; la disinfezione della parte inferiore del mezzo dovrà essere particolarmente curata, abbinandola al passaggio dell'automezzo stesso attraverso una vasca lunga almeno 3 metri e profonda20-30 cm, contenente una soluzione disinfettante concentrata almeno il doppio rispetto a quanto previsto per le disinfezioni ambientali, che ha lo scopo di ripulire e disinfettare le scanalature dei battistrada delle ruote. Mezzi di trasporto dei sottoprodotti Questi, subito dopo lo scarico, dovranno essere abbondantemente lavati con prodotti sgrassanti (saponi) possibilmente a caldo. Nel caso di trasporto di animali o di avanzi infetti o contaminati da sporigeni, si è dimostrato utile il cloruro di calce diluito fino ad ottenere il 5% di cloro attivo, e applicato per due volte. Mungitura Nella profilassi delle mastiti bovine e nei programmi di miglioramento della qualità del latte l'igiene della mungitura è l'aspetto essenziale, quindi l'uso razionale di adeguate procedure di detersione/disinfezione costituisce una delle componenti fondamentali dell'igiene stessa: pulizia e disinfezione dell'ambiente di mungitura, della mungitrice meccanica, della mammella, delle mani dell'operatore. Sala di mungitura. Dopo ogni mungitura effettuare un lavaggio con detergenti; disinfezione serale con cloramina o ipoclorito all'1% o con quaternari a bassa concentrazione (0,1%); questi ultimi sono preferibili in quanto lasciano sulle superfici trattate un sottile film batteriostatico. 61 Mungitrici meccaniche. Dopo ogni mungitura sciacquare bene i circuiti con acqua potabile fredda o tiepida, per asportare i residui di latte; non usare acqua calda, chè coagula le proteine del latte e le fissa alle pareti del circuito; poi far circolare per 10 minuti una soluzione detergente a 60-70'C (soda solvay 5%), e un disinfettante a freddo (ipoclorito 0,1%: la bassa concentrazione, sufficiente per completare la disinfezione del circuito ben lavato, è richiesta per evitare l'attività corrosiva del cloro sui metalli dell'apparecchiatura); infine risciacquare a fondo con acqua corrente potabile. Periodicamente, ogni 1-2 settimane, far circolare nell'impianto una soluzione acida (acido fosforico, acido cloridrico, acido nitrico, acido solforico) a circa 60 °C, per sciogliere i depositi della "pietra del latte". Mammelle. Prima della mungitura le mammelle, se molto sporche, vanno lavate con acqua potabile tiepida, indi accuratamente asciugate; si sconsiglia il lavaggio con soluzioni disinfettanti, perché una non perfetta asciugatura determinerebbe la contaminazione del latte di mungitura con i residui dello stesso disinfettante, con conseguenti problemi nella caseificazione; se le mammelle non sono troppo sporche, è preferibile massaggiarle con un panno ruvido e pulito. Dopo la mungitura. Si è rivelato essenziale disinfettare i capezzoli con vari prodotti: iodofori 0,5%, clorexidina 0,5-1%, cloramina o ipoclorito 0,5%; i quaternari d'ammonio allo 0,5% hanno mostrato risultati inferiori. La disinfezione può essere attuata mediante immersione (dipping), doccia, spray (da preferirsi); nel dipping non utilizzare contenitori troppo capienti, in quanto le ripetute immersioni di capezzoli ancora sgocciolanti miscelano con il disinfettante significative quantità di latte e soprattutto di sporco, che attenuano il potere battericida del disinfettante. I prodotti devono in ogni caso essere specificamente adatti all'uso post-mungitura, in quanto quelli per uso ambientale contengono impurità e residui irritanti e lesivi per i capezzoli. La conservazione degli iodofori e dei prodotti clorici deve avvenire a temperature superiori allo 0°C (il congelamento provoca la separazione dei vari componenti, con conseguente perdita del potere battericida e aumento dell'acidità), e al di sotto dei 40 °C (lo iodio e il cloro volatilizzano rapidamente); evitare assolutamente di riutilizzare o, peggio, reimmettere nella confezione originale le soluzioni già adoperate e sporche. Operatori Il mungitore deve lavarsi spesso le mani con sapone disinfettante, ad es. alla clorexidina. Concimaie Sono ancora oggi attuali le disposizioni contenute nella Circ. n. 55 del 25.6.1954, che al capo X punto 8 ("disinfezione del letame") prescrive: - l'abbruciamento, o in alternativa il cospargimento con miscela di Laplace, per materiali contaminati da microrganismi sporigeni; il mescolamento con calce viva in proporzioni del 10-15%, per materiali contaminati da microrganismi non sporigeni o da virus; l'interramento, per grosse quantità di materiali non contaminati da sporigeni Liquami, Effluenti I liquami di un allevamento o di un macello possono contenere microrganismi patogeni, nel caso 62 di malattie infettive in atto o di macellazione di animali infetti; è quindi necessario intervenire per evitare la diffusione dei patogeni, sia che dall'allevamento (o dal macello) fuoriescano i liquami tal quali, sia che gli stessi vengano trattati in un depuratore. Abbandonati, o lasciati a casi particolari, l’ozono e le radiazioni ionizzanti, oggi si preferisce disinfettare i liquami o gli effluenti dei depuratori con cloro, sotto forma di gas o di ipoclorito, che va aggiunto in ragione di 12-40 mg di cloro attivo per litro, se si tratta di liquami, e di 2-8 mg per litro se si tratta di effluente di depuratore; in ogni caso è necessario un tempo di contatto di almeno 15 minuti. Più efficace si è rivelata la formalina, aggiunta in ragione di 7,5 litri per metro cubo e, in liquami provenienti da stalle infette da tubercolosi o brucellosi, l'ammoniaca liquida, aggiunta in ragione di 30 kg per metro cubo. Incubatoi Sia le camere di incubazione che quelle di schiusa devono essere disinfettate, al termine di ogni ciclo, con formaldeide gassosa in ambiente sufficientemente umido (60-70% di umidità relativa). Nel caso di contaminazione con miceti, e segnatamente con Aspergillus fumigatus, si è rivelato molto attivo l'emilconazolo sia come fumigante, utilizzabile anche in presenza di pulcini, sia come spray. Uova da incubazione Per ridurre la contaminazione delle camere di incubazione e di schiusa ad opera dei gusci delle uova incubate, queste vengono preventivamente lavate in acqua corrente e poi disinfettate mediante immersione in clorexidina allo 0,02%; in aggiunta, molti Autori consigliano un ulteriore passaggio delle uova in soluzioni di antibiotici (generalmente tilosina) in camere bariche che, attraverso successivi momenti di pressione/depressione, facilitano la penetrazione dell'antibiotico all'interno delle uova. Pascoli La disinfezione dei pascoli riguarda, nella pratica, soltanto quelli contaminati da larve o uova di parassiti intestinali; in caso infatti di contaminazione con spore batteriche non vi è praticamente nulla in grado di risanare il pascolo stesso, mentre per contaminazioni con microrganismi patogeni non sporigeni è sufficiente attendere un certo tempo, variabile a seconda del grado di resistenza del patogeno, e delle condizioni ambientali (temperatura, insolazione, umidità). Nei pascoli contaminati con parassiti, specialmente con nematodi gastro-intestinali, buoni risultati si ottengono con la calciocianammide, sparsa in ragione di 150-200 kg per ettaro (in pratica, la stessa quantità usata come concime). 63 MALATTIE INFETTIVE DEGLI ANIMALI Tutte le disinfezioni in applicazione dell'art.10 del Regolamento di Polizia Veterinaria debbono essere eseguite sotto la responsabilità di un veterinario pubblico, è pertanto necessario, come d'altronde è raccomandato da varie circolari ministeriali, che il suddetto veterinario abbia sufficienti cognizioni tecniche sull'impiego dei mezzi di disinfezione nelle varie malattie infettive ed infestive di cui al Regolamento, in quanto dovrà lui stesso decidere quali mezzi usare, in quali condizioni, con quali modalità, con quali precauzioni, e fornire le relative istruzioni al personale operante (allevatore, squadra di operatori addetti). Analogamente il personale operativo deve possedere sufficienti cognizioni di base (caratteristiche positive e negative dei vari prodotti chimici, soluzioni e diluizioni, nozioni di malattie infettive degli animali, riconoscimento della tipologia del substrato su cui è chiamato ad operare, ecc.) per poter intervenire con sicurezza ed efficacia. Afta Epizootica * ricoveri di animali: il disinfettante d'elezione è la soda solvay (carbonato di sodio) al 5%, in soluzione calda (60°C) aspersa su tutte le superfici sia interne che esterne; molto attive sono pure la soda caustica al 2%, e la formalina al 2,5-5% (quest'ultima da usarsi solo in strutture ben pulite). * automezzi: gli automezzi che circolano nell'azienda, sia quelli adibiti al trasporto degli animali che quelli di servizio (proprietario, veterinari, polizia, ecc., che però sarebbe bene non circolassero affatto) devono essere accuratamente disinfettati all'uscita, sia nei cassoni o nei contenitori (per i camion) che soprattutto nelle ruote e nelle parti inferiori (tutti i mezzi); è quindi necessario disporre all'uscita della azienda una motopompa con lancia erogatrice ad ugello angolato in grado di irrorare disinfettante (soda solvay) nella parte inferiore della scocca degli automezzi. Non fare affidamento sulle sole fosse piene di disinfettante, perché questo agisce (finché non è troppo sporco) solo sulle gomme, e neanche a fondo, lasciando inalterato il materiale infettante raccolto sul terreno dell'azienda (terriccio, sterco). * carcasse di animali: le carcasse più o meno incenerite nelle apposite fosse devono essere cosparse, prima dell'interramento, con abbondante soda caustica. * liquami: i liquami contenuti nella vasca di raccolta o quelli in uscita dall'eventuale depuratore possono essere veicolo di virus, per cui devono essere trattati con acidi forti in modo da raggiungere un pH di almeno 4, oppure con alcali forti per ottenere almeno pH 10- 12; * paglia, letame, attrezzi di legno, cordami vari: combustione completa. Peste Bovina Sono sufficienti i composti clorici (ipoclorito, cloramine), oppure gli iodofori. Pleuropolmonite Essudativa dei Bovini Come per la peste bovina. Peste Suina Classica La linea da tenere è analoga a quella già descritta per l'afta epizootica. Il disinfettante d'elezione è la soda caustica al 2%. 64 Rabbia Incenerimento degli animali; disinfezione con soda solvay calda, oppure con soda caustica. Vaiolo Formalina 10%, oppure soda caustica 2%. Agalassia Contagiosa degli Ovini e dei Caprini Disinfettare a fondo gli attrezzi d'allevamento con sodio carbonato 2% molto caldo; bruciare la lettiera. Affezioni Influenzali degli Equini Formalina 10%, oppure soda caustica 2%. Anemia Infettiva Formalina 10%, oppure soda caustica 2%. Influenza dei Bovini (gruppi IBR-IPV-BVD-MD). Formalina 10%, oppure soda caustica 2%. Tubercolosi Il miglior disinfettante in assoluto è l'acido peracetico allo 0,3-0,8%; bene anche il cloruro di calce con il 5% di cloro, o la formalina al 5% lasciata agire per diverse ore. E' in ogni caso indispensabile operare in ambienti vuoti di animali. Brucellosi In ambienti sporchi usare formalina 2%; in ambienti ben puliti sono efficaci gli iodofori (2,5% di iodio attivo), o l'ipoclorito (1015% di cloro). Mastite Catarrale Contagiosa dei Bovini Si applicano le indicazioni indicate nello schema di disinfezione per le operazioni di mungitura Carbonchioematico - Carbonchio Sintomatico Gastro-Enterotossiemie Attivi si sono dimostrati la formalina 4%, l'acido peracetico 0,25% (sul terreno: 2%). In caso di cremazione e seppellimento di carcasse, bagnare il terreno abbondantemente con creolina o acido fenico, che non hanno alcuna efficacia sporicida, ma impediscono il disseppellimento dei residui delle carcasse ad opera dei cani randagi. Salmonellosi Usare composti clorici, sia negli allevamenti che nell'industria delle carni; trattare i liquami o l'effluente del depuratore Pasteurellosi Soda caustica 0,5%, oppure iodofori, composti del cloro, quaternari d’ammonio. 65 Mal Rossino Quaternari d'ammonio, iodofori, composti del cloro. Morva Quaternari d'ammonio, iodofori, composti del cloro. Farcino Criptococcico Formalina 3-5%. Morbo Coitale Maligno Pulizia dei personale di stalla; lotta alle mosche. Tricomoniasi dei Bovini Sterilizzazione dello strumentario utilizzato per le fecondazioni. Febbre Q Formalina 2,5-4%; composti clorici. Distomatosi Risanamento dei pascoli mediante drenaggio delle acque stagnanti. Strongilosi Vedi risanamento dei pascoli Rogne Le uova degli acari sono notevolmente resistenti; è consigliabile l'uso del fuoco per risanare gli ambienti infetti, o anche ripetute fumigazioni di zolfo. Malattie Dei Polli Per colera, pseudopeste e diftero-vaiolo sono efficaci formalina 2%, soda caustica 2%, composti clorici. Per tifosi aviare e pullorosi: come precedente, ed inoltre iodofori. Malattie delle Api Peste europea L'arnia va lavata con soluzione 1 + 20 di soda caustica e acqua bollente, risciacquata, sterilizzata a fiamma. Gli attrezzi vanno lavati con acqua e sapone, alcuni Autori consigliano anche l'aspersione e l'immersione in formalina 20%. Peste americana Eliminare le api con vapori di zolfo, distruggere api e favi mediante combustione in una fossa scavata nel terreno, da ricoprire poi accuratamente. Applicare poi i trattamenti descritti per la peste europea. 66 Nosemiasi, acariasi Trattare l'arnia e gli attrezzi come per la peste europea; per i favi: fumigazioni con acido acetico (immettere in un piccolo ambiente, es. un'arnia vuota, i favi insieme a stracci imbevuti con acido acetico, chiudere ermeticamente e lasciar agire i vapori per almeno una settimana). Attenzione alla corrosività dell'acido acetico sui metalli. Covata a sacco Combustione dei telaini con covate infette. Restanti materiali: come per la peste europea. Malattie dei Pesci Inutile disinfettare. Per la plerocercosi: profilassi della malattia nell'uomo mediante congelamento delle carni ittiche. Mixomatosi del Coniglio Prevenzione mediante la lotta agli insetti ematofagi; dopo la malattia, usare possibilmente la fiamma sulle attrezzature infette, oppure immergerle in soda caustica 2% molto calda. Ipodermosi Bovina Insetticidi. Idatidosi Distruzione mediante bollitura prolungata dei visceri infetti, previa esecuzione sugli stessi di profondi tagli (al fine di esporre al calore anche l'interno della massa dei visceri stessi); incenerimento delle feci dei cani trattati con antielmintici. Peste Equina Lotta agli insetti ematofagi. Peste Suina Africana Vedi alla peste suina classica. Encefalomielite Aviare Formalina 10%, soda caustica 2%. Febbre Catarrale degli Ovini (Blue-Tongue) Lotta agli insetti ematofagi. Malattie Virali Respiratorie degli Equini Formalina 10%, soda caustica 2%. Malattia Vescicolare dei Suini da Enterovirus Formalina 2%, acido peracetico 0,3%, glutaraldeide 2%. Morbo di Teschen (encefalomielite enzootica dei suini) Come per la malattia vescicolare. 67 Laringo-Tracheite Infettiva del Pollame Iodofori, composti clorici. Leucosi Bovina Enzootica Non è necessario disinfettare. Malattia di Aujeszky Negli ambienti: formalina 10%, soda caustica 2-3%, cloramina 5%; nei liquami: aggiungere per ogni metro cubo kg 20 di calce spenta, oppure kg 10 di calce viva, oppure kg 3 di formalina, oppure kg 6 di soda caustica, miscelando molto accuratamente; il cloruro di calce non è sempre attivo; l'acido peracetico genera schiuma. Varroasi FOLBEX va in strisce fumiganti, da lasciar agire nell'arnia perfettamente chiusa per almeno un'ora. Leptospirosi animali Iodofori, composti del cloro, quaternari; derattizzazione. Paratubercolosi Sodio ortofenilfenato 0,5%. Sono stati usati con buon successo i prodotti difenilici già utilizzati per la conservazione degli agrumi, allo 0,5% di sostanza attiva. Micosi Acido peracetico 0,5%, formalina 2-4%, Pasteurellosi dei Conigli Talvolta si è rivelato utile aerosolizzare nelle conigliere infette una soluzione di quaternari d'ammonio; fare attenzione ad agire con molta prudenza, dato che i conigli si spaventano facilmente per la nebbia di aerosol che si diffonde fra le gabbie, causando evidente agitazione e rischio di schiacciamento dei piccoli. TSE Le attrezzature e gli utensili che sono entrati in contatto con materiale a rischio specifico devono essere decontaminati con uno dei seguenti metodi: 1. ipoclorito di sodio in soluzione al 2% per 1 ora 2. autoclave in idrossido di sodio 2 molare a 121° C per 30 min 3. autoclave in idrossido di sodio il normale 1 132° C per 1 ora 4. autolavaggio a 132° C per due cicli consecutivi di 1 ora ciascuno 68 TRATTAMENTI INEFFICACI PER INATTIVARE GLI AGENTI INFETTANTI NELLE TSE AGENTI FISICI AGENTI CHIMICI Calore umido Congelamento Radiazioni ultraviolette Radiazioni ionizzanti Etanolo Formaldeide Acqua ossigenata Iodofori Permanganato AGENTI ENZIMATICI DNAsi Concentrazione, tempo, temperatura 100°C per 1 ora Forti dosi 100µg/ml TRATTAMENTI IN GRADO DI INATTIVARE GLI AGENTI INFETTIVI DELLE TSE AGENTI FISICI AGENTI CHIMICI AGENTI ENZIMATICI Calore umido (autoclave) Calore secco Autoclave in soda caustica 2M Ipoclorito di sodio Acido formico (su tessuto cerebrale in formalina) Soda caustica Urea Fenolo 136°C per 18 min 160°C per 24 ore 121°C per 30 min 2,5% per 1 ora a 20°C 1 N per 1 ora a 20°C 3-8 M 100% Proteinasi K 100µg/ml Tripsina 100µg/ml 98% per 1 ora 69 SICUREZZA EFFETTI CRONICI I tensioattivi asportano il film idrolipidico della pelle predisponendo alla disidratazione e, dopo azione prolungata, all’insorgenza di: dermatiti irritative da contatto determatiti allergiche da contatto orticaria e fotodermatiti EFFETTI ACUTI I prodotti utilizzati presentano generalmente bassa tossicità. Gli inconvenienti sono legati ad un uso scorretto dei prodotti irritanti e/o corrosivi Particolare importanza ha la conoscenza dei mezzi di protezione personale da impiegare caso per caso: tuta in tela spessa, oppure tuta impermeabile; guanti e stivali di gomma; copricapo; maschere di vario tipo, da quelle più semplici costituite da un cupolino filtrante, a quelle che proteggono tutto il viso, compresi gli occhi, e dotate di idonei filtri, a quelle infine a casco integrale munite di erogatore a batteria di aria filtrata (autorespiratori). Ovviamente la scelta dei mezzi di protezione sarà in funzione della tossicità/causticità dei disinfettanti usati e del tempo di esposizione. Nell'esecuzione di una disinfezione occorre considerare la possibilità di incidenti, con danni alle persone, agli animali, alle attrezzature, alle cose in genere: non si dimentichi infatti che si utilizzano prodotti più o meno tossici, con mezzi meccanici potenzialmente pericolosi, in ambienti con animali o derrate alimentari sensibili agli insulti sia tossici che meccanici. Occorre pertanto adottare una serie di precauzioni (non dimenticare che il responsabile della disinfezione risponde sia della efficacia che della sicurezza delle operazioni) da valutare caso per caso, e che devono tener conto dei seguenti elementi: • sicurezza delle attrezzature impiegate (vedi al capitolo "Manutenzione delle attrezzature"): le pompe devono essere efficienti, dotate di manometri affidabili, i motori ben protetti; tubi e giunti in perfetto stato; le taniche di disinfettanti e di detergenti dislocate in modo da evitare fuoriuscite accidentali o rotture; • sicurezza del personale operatore (vedi più sopra); • sicurezza degli animali: far allontanare gli animali, oppure, se si opera in presenza degli stessi, agire in modo da non spaventarli; • precauzioni generali, quali: disinserimento delle linee elettriche, copertura e isolamento dei motori elettrici (mungitrici, attrezzature varie) in caso di impiego di prodotti liquidi, allontanamento degli animali da cortile, allontanamento degli estranei, • isolamento dell'eventuale depuratore (in modo che il disinfettante non vi confluisca); • adeguata polizza di assicurazione R.C. per danni a persone, animali e cose. 70 GLOSSARIO Aerosolizzazione: metodica con la quale si generano e si disperdono nell’ambiente particelle di diametro inferiore a cinque micron. Il veicolo più utilizzato è il glicole etilenico. Le particelle permangono a lungo sospese nell’ambiente e al loro depositarsi sulle superfici non le bagnano. La scelta da privilegiare riguarda l’aerazione forzata degli ambienti. Antisepsi: processo finalizzato alla riduzione degli agenti patogeni sulla cute o su altri tessuti viventi mediante distruzione o inibizione della moltiplicazione. Antisettico: agente chimico dotato di proprietà battericide o batteriostatiche e di un buon indice terapeutico destinato ai tessuti viventi. Può essere usato anche in disinfezione, mentre non si può dire il contrario. Asepsi: si intende l’assenza di microrganismi, nel significato corrispondente a sterilità. Battericida: agente chimico o fisico in grado di uccidere i batteri. Batteriostatico: agente chimico o fisico in grado di bloccare la moltiplicazione batterica. Biocidi: principi attivi e preparati contenenti uno o più principi attivi, presentati nella forma in cui sono consegnati all’utilizzatore, destinati a distruggere, eliminare, rendere innocui, impedire l’azione o esercitare altro effetto di controllo su qualsiasi organismo nocivo con mezzi chimici o biologici. Biofilm: si intende “una comunità batterica aderente a una superficie, spesso circondata da una matrice extracellulare”. Contaminazione: si intende la presenza di un agente infettivo su una superficie oppure su sostanze alimentari. Detergente: sostanza che diminuisce la tensione superficiale tra sporco e superficie da pulire, in modo da favorire l’asportazione dello sporco. Detersione: consente l’allontanamento meccanico di una elevata percentuale di microrganismi e del materiale (organico ed inorganico) che funge da substrato. Deve essere sempre seguita dal risciacquo. E’ indicata, da sola, in situazioni a scarso rischio infettivo ed è operazione preliminare rispetto alla disinfezione e alla sterilizzazione. Disinfestazione: procedura finalizzata alla distruzione degli insetti, piccoli animali, roditori, etc. Disinfettante: prodotto atto a distruggere i microrganismi patogeni quali batteri e muffe in un determinato ambiente o substrato, non può essere applicato sui tessuti viventi; se il prodotto è formulato con l’aggiunta di specifici coformulanti ad azione detergente, abrasiva o decalcificante si potranno avere disinfettanti dotati di specifiche funzioni. Dispositivo di Protezione Individuale (DPI): qualsiasi dispositivo destinato ad essere indossato e tenuto dall’operatore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza e la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. Fungicida: agente che uccide i miceti. Germicida: agente in grado di distruggere tutti i microrganismi in fase vegetativa (batteri, miceti, virus). Nebulizzazione: metodica con la quale vengono disperse nell’ambiente particelle di disinfettante di diametro superiore ai cinque micron. Il veicolo maggiormente utilizzato è una soluzione acquosa. Tali particelle, in virtù del loro peso, precipitano presto sulle superfici orizzontali bagnandole. Preparato corrosivo: prodotto che, a contatto con i tessuti vivi, può esercitare un’azione distruttiva. Preparati irritanti: prodotti non corrosivi il cui contatto immediato, prolungato o ripetuto con la pelle e le mucose può provocare reazione infiammatoria. 71 Pulitore per forni: prodotto che rende possibile l’eliminazione di residui organici o carboniosi dalla superfici interne dei forni. Sporicida: prodotto in grado di agire come sterilizzante se il tempo di contatto è abbastanza prolungato da permettere la distruzione di tutte le forme di vita microbica, oppure come disinfettante ad alto livello se il tempo di contatto è più breve. Sterilizzazione: processo fisico o chimico in grado di distruggere tutte le forme di microrganismi viventi. Tensioattivo: composto chimico che presenta attività superficiale il quale, disciolto in un liquido, in particolare acqua, ne abbassa la tensione superficiale per adsorbimento preferenziale all’interfaccia liquido/vapore o ad altre interfacce. Tensioattivo anionico: tensioattivo che si ionizza in soluzione acquosa per produrre ioni organici carichi negativamente, responsabili della tensioattività. Tensioattivo cationico: tensioattivo che si ionizza in soluzione acquosa per produrre ioni organici carichi positivamente responsabili della tensioattività. Tensioattivo nonionico: tensioattivo che non dà origine a ioni in soluzione acquosa. La solubilità in acqua dei tensioattivi non ionici è dovuta alla presenza nella molecola di gruppi funzionali che hanno una forte affinità per l’acqua. Validazione: procedura documentata per ottenere, registrare ed interpretare i dati necessari a dimostrare che un processo risulterà sistematicamente conforme a predeterminate specifiche. Virulicida: agente in grado di uccidere o di inattivare i virus. 72 BIBLIOGRAFIA 1) Cappelli A. “Disinfezione e disinfettanti” Igiene Alim. – Disinfest. & Ig. Amb. – Settembre/Ottobre 2001, pagg. 7-8 2) Marino M. “Ruolo della sanificazione nell’ottenimento di prodotti alimentari salubri” Igiene Alim. – Disinfest. & Ig. Amb. – Gennaio/Febbraio 2004, pagg. 4-8 3) Brugali G. “Parametri funzionali dei disinfettanti usati nelle industrie alimentari: significato e comparazione degli spettri d’azione (parte prima)” Igiene Alim. – Disinfest. & Ig. Amb. – Luglio/Agosto 1999, pagg. 18-20 4) Brugali G. “Parametri funzionali dei disinfettanti usati nelle industrie alimentari: significato e comparazione degli spettri d’azione (parte seconda)” Igiene Alim. – Disinfest. & Ig. Amb. – Settembre/Ottobre 1999, pagg. 18-20 5) Brugali G. “Biofilm e protocollo di detergenza e disinfezione delle superfici ed attrezzature in ambito alimentare” Igiene Alim. – Disinfest. & Ig. Amb. – Maggio/Giugno 1999, pagg. 13-16 6) Bacci C., Paris A. “Biofilm microbici nell’industria alimentare” Igiene Alim. – Disinfest. & Ig. Amb. – Luglio/Agosto 2002, pagg. 7-10 7) http://www.casaleinforma.it/pcivile/index.html 8) http://www.hobbybirra.it/ihbvarie/sanitizzazione.PDF 9) http://www.comune.cavaso.tv.it/socideabira/Le%20birre/Disinfezione/disinfezione.html 10) Seymour S. Block “Disinfezione e sterilizzazione” Librerie Cortina – Verona 11) Finzi G., Sassoli V. “Disinfezione – antisepsi. Pulizia e sterilizzazione in ospedale.”CIBAGEIGY 12) Reale R., Abbate E. –Barberis D. – “Aspetti pratici della disinfezione: esiste una alternativa ai mezzi chimici?” Associazione Nazionale Infermieri Prevenzione Infezioni Ospedaliere; www.anipio.it/doc/doc/doc4.doc 13) Costardi G.F., Rocca G. – “Disinfezione Disinfestazione Derattizzazione nella Sanità Pubblica Veterinaria” Ed agricole 1989 14) Mrozek H., - Dt. Molk.-Ztg., 103, n. 12, 348 (1982) (trad. Selezione Veterinaria) 15) Ricci Bitti G. - “Sanificazione zootecnica” Bologna Ed agricole 1992 16) Aghina C., Maletto S., Maletto R. – “La gestione igienico-sanitaria degli allevamenti” Reda 1986 73 INDICE Premessa .............................................................................................................................................................................2 Introduzione ........................................................................................................................................................................3 DETERSIONE ....................................................................................................................................................................5 Fasi della detersione........................................................................................................................................................9 DISINFEZIONE ...............................................................................................................................................................10 Fattori che influenzano l’efficacia di un intervento disinfettante..................................................................................10 - tipo e concentrazione del germicida........................................................................................................................10 - numero e tipo dei microrganismi. ...........................................................................................................................10 - durata dell’esposizione e temperatura della soluzione............................................................................................12 - pH della soluzione. .................................................................................................................................................13 - natura della superficie e presenza di sporco............................................................................................................13 DISINFETTANTI FISICI .............................................................................................................................................14 CALORE.......................................................................................................................................................................14 Fiamma diretta ..........................................................................................................................................................14 Calore secco ..............................................................................................................................................................14 Calore umido.............................................................................................................................................................15 RADIAZIONI ...............................................................................................................................................................15 Radiazioni ionizzanti.................................................................................................................................................15 Radiazioni U.V..........................................................................................................................................................16 FILTRAZIONE.............................................................................................................................................................17 DISINFETTANTI CHIMICI ........................................................................................................................................17 Cloroderivati .............................................................................................................................................................17 Iodio ..........................................................................................................................................................................21 Sostanze che liberano ossigeno .....................................................................................................................................23 Acqua Ossigenata......................................................................................................................................................23 Acido Peracetico .......................................................................................................................................................25 Permanganato di Potassio .........................................................................................................................................25 Quaternari d’ammonio (Quaternari o QAC) .................................................................................................................26 Alcoli.............................................................................................................................................................................28 Tensioattivi anfoteri ......................................................................................................................................................29 Acidi e Basi...................................................................................................................................................................30 Acido Acetico ...........................................................................................................................................................30 Acido Salicilico.........................................................................................................................................................30 Acido Lattico.............................................................................................................................................................30 Acido muriatico.........................................................................................................................................................30 Acido solforico..........................................................................................................................................................31 Idrossido di Sodio .....................................................................................................................................................31 Aldeidi...........................................................................................................................................................................32 Composti fenolici .........................................................................................................................................................34 Biguanidi.......................................................................................................................................................................35 Il problema dei residui ..................................................................................................................................................38 Il problema della corrosione..........................................................................................................................................38 Il problema del depuratore ............................................................................................................................................39 PROTOCOLLO DI SANIFICAZIONE DEI LOCALI.....................................................................................................40 Esempi di protocolli di sanificazione di particolari attrezzature ...................................................................................41 Ceppi in legno ...........................................................................................................................................................41 Celle frigorifere.........................................................................................................................................................41 Armadio frigorifero in acciaio...................................................................................................................................41 Affettatrice ................................................................................................................................................................42 Tritacarne ..................................................................................................................................................................43 DILUIZIONE....................................................................................................................................................................44 Cause più comuni di un piano di sanificazione inadeguato...............................................................................................46 LA SANIFICAZIONE IN AMBITO ZOOTECNICO......................................................................................................47 QUANDO DISINFETTARE ........................................................................................................................................47 MEZZI DI DISINFEZIONE .........................................................................................................................................47 MEZZI MECCANICI ...................................................................................................................................................47 MEZZI FISICI ..............................................................................................................................................................48 Freddo .......................................................................................................................................................................48 Calore secco ..............................................................................................................................................................48 Calore umido.............................................................................................................................................................48 Radiazioni ultraviolette .............................................................................................................................................48 74 Luce gialla.................................................................................................................................................................48 MEZZI BIOLOGICI .....................................................................................................................................................48 Vuoto sanitario ..........................................................................................................................................................48 Competizione biologica ............................................................................................................................................49 MEZZI CHIMICI..........................................................................................................................................................49 DETERGENTI..........................................................................................................................................................49 DISINFETTANTI CHIMICI ....................................................................................................................................50 Acidi forti..................................................................................................................................................................50 Acido peracetico .......................................................................................................................................................50 Sali di Calcio .............................................................................................................................................................50 Carbonato di sodio ....................................................................................................................................................51 Sali di metalli pesanti ................................................................................................................................................51 Cloramine..................................................................................................................................................................52 Clorexidina................................................................................................................................................................52 Creolina.....................................................................................................................................................................52 Fenolo .......................................................................................................................................................................53 Formaldeide ..............................................................................................................................................................53 Paraformaldeide ........................................................................................................................................................54 Glutaraldeide.............................................................................................................................................................54 Idrossido di sodio ......................................................................................................................................................54 Iodofori .....................................................................................................................................................................55 Ipoclorito di sodio .....................................................................................................................................................55 ATTREZZATURE PER LA DISINFEZIONE NEGLI ALLEVAMENTI...................................................................56 STRUTTURE ZOOTECNICHE...................................................................................................................................59 Ricoveri con assenza di animali ....................................................................................................................................59 Ricoveri con presenza di animali ..................................................................................................................................59 Ricoveri all'aperto .........................................................................................................................................................60 Mercati, Fiere, Esposizioni ...........................................................................................................................................60 Negozi di animali, Ambulatori Veterinari.....................................................................................................................60 Canili, box per cani .......................................................................................................................................................61 Mezzi di trasporto di animali ........................................................................................................................................61 Mezzi di trasporto dei sottoprodotti ..............................................................................................................................61 Mungitura......................................................................................................................................................................61 Concimaie .....................................................................................................................................................................62 Liquami, Effluenti .........................................................................................................................................................62 Incubatoi .......................................................................................................................................................................63 Uova da incubazione .....................................................................................................................................................63 Pascoli ...........................................................................................................................................................................63 MALATTIE INFETTIVE DEGLI ANIMALI..................................................................................................................64 Afta Epizootica .............................................................................................................................................................64 Peste Bovina..................................................................................................................................................................64 Pleuropolmonite Essudativa dei Bovini ........................................................................................................................64 Peste Suina Classica......................................................................................................................................................64 Rabbia ...........................................................................................................................................................................65 Vaiolo............................................................................................................................................................................65 Agalassia Contagiosa degli Ovini e dei Caprini............................................................................................................65 Affezioni Influenzali degli Equini.................................................................................................................................65 Anemia Infettiva ...........................................................................................................................................................65 Influenza dei Bovini (gruppi IBR-IPV-BVD-MD). ......................................................................................................65 Tubercolosi....................................................................................................................................................................65 Brucellosi ......................................................................................................................................................................65 Mastite Catarrale Contagiosa dei Bovini.......................................................................................................................65 Carbonchioematico - Carbonchio Sintomatico Gastro-Enterotossiemie .......................................................................65 Salmonellosi..................................................................................................................................................................65 Pasteurellosi ..................................................................................................................................................................65 Mal Rossino ..................................................................................................................................................................66 Morva............................................................................................................................................................................66 Farcino Criptococcico ...................................................................................................................................................66 Morbo Coitale Maligno.................................................................................................................................................66 Tricomoniasi dei Bovini................................................................................................................................................66 Febbre Q........................................................................................................................................................................66 Distomatosi ...................................................................................................................................................................66 75 Strongilosi .....................................................................................................................................................................66 Rogne ............................................................................................................................................................................66 Malattie Dei Polli ..........................................................................................................................................................66 Malattie delle Api..........................................................................................................................................................66 Malattie dei Pesci ..........................................................................................................................................................67 Mixomatosi del Coniglio...............................................................................................................................................67 Ipodermosi Bovina ........................................................................................................................................................67 Idatidosi.........................................................................................................................................................................67 Peste Equina..................................................................................................................................................................67 Peste Suina Africana .....................................................................................................................................................67 Encefalomielite Aviare..................................................................................................................................................67 Febbre Catarrale degli Ovini (Blue-Tongue) ................................................................................................................67 Malattie Virali Respiratorie degli Equini ......................................................................................................................67 Malattia Vescicolare dei Suini da Enterovirus ..............................................................................................................67 Morbo di Teschen (encefalomielite enzootica dei suini)...............................................................................................67 Laringo-Tracheite Infettiva del Pollame .......................................................................................................................68 Leucosi Bovina Enzootica.............................................................................................................................................68 Malattia di Aujeszky .....................................................................................................................................................68 Varroasi.........................................................................................................................................................................68 Leptospirosi animali......................................................................................................................................................68 Paratubercolosi..............................................................................................................................................................68 Micosi ...........................................................................................................................................................................68 Pasteurellosi dei Conigli ...............................................................................................................................................68 TSE ...............................................................................................................................................................................68 SICUREZZA.....................................................................................................................................................................70 GLOSSARIO ....................................................................................................................................................................71 BIBLIOGRAFIA ..............................................................................................................................................................73 76