La mia, anzi la NOSTRA, PBP 2011 Prima parte, da
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La mia, anzi la NOSTRA, PBP 2011 Prima parte, da
La mia, anzi la NOSTRA, PBP 2011 Prima parte, da parigi a Brest : La bicicletta è lì , appoggiata alle transenne nello spazio antistante il grande edificio del Gymnasium des Droits de l’Homme” di Guyancourt, ha appena terminato di "scivolare” per 1230 Km di asfalto e colline e noi siamo qui all’interno, stanchi ma felici. :-> E’ incredibile come la bicicletta ti permetta di guadagnare energie ad ogni tornata, nel momento in cui scendi di sella e sigilli la tua “impresa”, sia esso un giro di poche ore o un viaggio di giorni, ecco che riparte quel meccanismo bio-chimico capace ogni volta sempre di più di ricaricare il corpo e la mente, si prova quella bellissima sensazione di aver messo a dura prova il tuo corpo eppure di sentirsi bene, questo benessere psico-fisico spinge la mente a desiderare altre fatiche, altre … "imprese" se vogliamo usare un termine un tantino esagerato . E' incredibile la “macchina” umana, la puoi stancare, la puoi logorare, ma se la rispetti” essa riesce ogni volta ad assorbire con sempre maggior velocità nuove energie . La “compagna” di ferro è la fuori , quasi a riposare pure lei, quasi la senti sbuffare , quasi ho l’impressione che mi sorrida, felice come me di aver viaggiato attraverso paesi e campagne, al buio profondo della notte con i miei ed i suoi "occhi" spalancati e luminosi nella fredda umidità della nebbia o al cocente sole dei pomeriggi agostiani, sempre alla speranzosa attesa di quelle carezze impalpabili del generale “vento” il quale sa a volte essere dolce e piacevole compagno di viaggio . Mi piace pensare che di tutto questo vive anche la mia bicicletta , agli occhi dei più, alla vista dei non "praticanti", un insieme di inerti tubi metallici , oggi spesso anche plastici, ma in realtà , grazie all'opera ingegnosa dell'uomo, creatura quasi vitale, "potenziamento" della macchina umana, meccanismi di quel cuore e quel cervello che si spingono a conoscere sempre un po’ di più il proprio limite ; questo è il fine del viaggiatore , lento ma attento a ciò che lo circonda . La mia bicicletta sta li , appoggiata a quella transenna, alla luce artificiale dei lampioni, sembra non chiedermi altro se non di portarla con me per il prossimo viaggio , dove mi porterà il cuore e l’entusiasmo . Son partito dalla fine per esprimere le sensazioni provate al termine di questa PBP, sensazioni simili ad altre occasioni, vissute lungo le strade giorno e notte , in solitaria o in compagnia , momenti belli e altri più concitati e nervosi ma che comunque hanno contribuito ad accrescere lo spirito di amicizia . La mente corre indietro a 78 (noi 73 ore) ore prima: è un pomeriggio infuocato di un agosto Parigino, l'attesa sotto il cocente sole mette già alla prova il nostro fisico finchè finalmente giunge l'ora di partenza del nostro gruppo; accompagnati dalle moto dell’organizzazione ci muoviamo nella ragnatela di incroci e cavalcavia del distretto di Saint Quentin per raggiungere strade più tranquille verso le sterminate campagne e foreste della regione dell’Yvelines. Quando la staffetta ci lascia inizia la nostra avventura ; non saremo mai soli perché lungo tutto il percorso ci sarà sempre un mezzo che passerà di tanto in tanto a controllare che tutto si svolga regolarmente. La notte arriva veloce, gli ultimi bagliori di questo tramonto rosso fuoco si vanno affievolendo dietro l'orizzonte , è tempo di indossare i giubbini ed accendere i nostri faretti ; c’è da arrivare al primo controllo di Villaines, al 220° Km, ma prima approfittiamo di una brevissima sosta a Montagne au Perche dove nella direzione di Brest ha sede il primo punto di ristoro. E’ velocissima la sosta, giusto per fare rifornimento idrico che per altro è il minore dei problemi trovandosi lungo la strada numerose persone, famigli intere a volte, che offrono acqua e dispensano applausi a noi ciclisti . Tutto sembra procedere regolarmente, son da poco passate le tre quando apponiamo il primo timbro sul nostro libretto di viaggio: siamo al controllo di Villaines, la notte è fresca , io stò bene , la “pesantezza” che personalmente provo sempre nelle prime fasi di partenza se n’è ormai andata , inizio come si suol dire “ad ingranare” , qualche sintomo di sonnolenza lo avvertono invece i miei compagni, non mio fratello Graziano che solitamente passa indenne come me la prima notte, ma piuttosto Massimo e soprattutto Barbara che più volte vediamo rallentare l'andatura alle prese con qualche iniziale crisi di sonno. Manteniamo il gruppo compatto rallentando anche noi, e le prime luci dell’alba non aiutano certo a dipanare la situazione. La prima notte passa così , attendendoci più volte fino a che il distacco diventa piuttosto consistente a tal punto da ricorrere al cellulare per accertarsi che dietro sia tutto ok. Barbara e Massimo si sono fermati per chiudere temporaneamente gli occhi nella speranza di scacciare la crisi. Immersi nel buio , di quest’alba che qui tarda a venire,io e mio fratello decidiamo di proseguire lentamente visto che il secondo controllo è ormai nelle vicinanze. Attenderemo i nostri compagni lì, a Fougeres, al Km 306. Sono otto del mattino, da poco s'è fatto chiaro, facciamo ingresso al cortile del centro sportivo di Fougeres, timbriamo e ci portiamo al self service per la colazione. Non passa molto tempo quando scorgo al di la del vetro del finestrone Massimo e Barbara che fanno il loro ingresso nel piazzale in sella alle loro biciclette. Squilla il mio cellulare: è Massimo che mi avvisa del loro arrivo e mi dice che hanno intenzione di ritirarsi, ... dice che Barbara ha rotto tre raggi ed ha la ruota completamente ovalizzata. Sono lì li per crederci accidenti, ma l’immagine che ho visto poco fa sembrava tutto fuorchè una scena di disperazione … ed infatti Massimo si tradisce con una risata … ahh , bene ! siete in vena di scherzi eh?! Ottimo ! il morale è alto, la crisi è passata, buon viatico perché oggi di buonumore ne avremo bisogno, ci attende una lunga e dura giornata, la prima di questo “viaggio” . Rifocillati e ricomposti, ripartiamo mentre il giorno avanza. Il cielo è nuvoloso, prevediamo di incontrare ben presto la pioggia , il meteo infatti prevedeva tempo instabile nell'area di Brest per la giornata odierna. Se tutto va bene dovremmo giungere a Brest questa notte ma visto l’andatura ed il ritardo accumulato finora credo sia più probabile ipotizzare alle prime luci dell’alba di domani. Ci sono una sessantina di chilometri da Fougeres al prossimo controllo di Tintenniac, la strada è un susseguirsi di salite e discese, mai un tratto di vera pianura a cui poter fare un gruppetto per riposarsi a vicenda. Spettacolare quando si viene superati dai cosiddetti "siluri", mezzi speciali che solo alla PBP si ha modo di ammirare, strane "biciclette" a tre ruote carenate e basse così da essere maggiormente aerodinamiche e che, sfruttando le lunghe discese, assumono velocità impressionanti: li senti all'improvviso raggiungerti da dietro col loro rumore sordo e superarti a doppia velocità, salvo poi essere noi a passarli lungo la successiva salita Il tempo passa, il cielo è sempre coperto ed è già ora di staccare i pedali per apporre il terzo timbro . Siamo a Tintenniac, sono le undici ed è anche tempo di riempire lo stomaco considerato che prima del successivo stop ci sono di mezzo novanta chilometri . Ciò che offrono i self-service dei ristori è abbastanza simile, per altro tutto è molto caro, ma almeno le tanto temute code ai banchi non ci sono , troviamo sempre poca fila e abbondante posto ai tavoli. Ci rimettiamo in sella, il tempo sembra migliorare ma è solo un'apparenza perché più tardi arriveranno delle coperture consistenti ad accompagnarci per tutta la serata . Diciamo che per il momento ci aiuta a mantenerci freschi ed a non patire la calura estiva lungo i continui saliscendi. Quando incontri facce conosciute è sempre un gran piacere, e nel nostro caso ciò avviene con gli amici della “Millenium” di Cairo Montenotte. Li incontriamo dopo un paio d’ore di strada da Tintenniac, procediamo al loro fianco, si chiacchiera allegramente , ci raccontiamo delle nostre impressioni ed anche delle nostre passate avventure. Un bel gruppo quello degli amici della “Millennium”, sempre uniti, sempre insieme, ci ho pedalato la Sicilia No Stop lo scorso anno ed è una delle più indimenticabili randonnèe a cui abbia mai partecipato, grazie anche a loro con cui mi sono trovato meravigliosamente bene. La pioggia ci sorprende mentre percorriamo un territorio collinare, le cotes come le chiamano da queste parti. Dapprima una pioggerella leggera , poi via via più fitta e consistente: è il caso di coprirsi, fermarsi sotto alcuni alberi è il sistema migliore per recuperare dai nostri bauletti le mantelline da indossare. Barbara e Massimo vorrebbero attendere il passaggio della nuvola, ..attendere il passaggio della nuvolaaa?!.... faccio notare loro che la… “nuvola” , consta di una estesa copertura nuvolosa di cui non si ravvede fine e che c’è maggiore probabilità di uscirne da questa situazione avanzando, piuttosto che attendere sul posto; posto che per altro non mi ispira per nulla fiducia: sono gli unici alberi sulla cresta della collina e la perturbazione ha tutto l’aspetto di un temporale estivo . Che voi vogliate o no, io mi rimetto in marcia! ...dico ai miei compagni. E non c’è migliore tattica di convincimento che l’azione! Riprendo quindi a pedalare, seguito dal fido fratellone che di certo non si scoraggia per due gocce d’acqua ed a ruota i nostri amici . Ma intanto i “Millennium” si sono portati avanti, li ritroveremo poi a Loudeac, al controllo dei 450 Km, con la pioggia che, per l’appunto, sarà solo un lontano ricordo, per fortuna . Il clima si mantiene comunque incerto, il cielo sempre piuttosto scuro . Di questo passo giungeremo al controllo di Charaix, quello prima di Brest, con ancora la luce naturale, personalmente sarei propenso a proseguire ma considero che i miei compagni hanno un maggior bisogno di riposare e considerando anche il meteo piuttosto incerto forse è il caso di fermarsi lì per mangiare, farsi una doccia e dormire qualche oretta, magari passa anche il maltempo nel frattempo, visto che l’indomani si prevede tempo bello. Prima di arrivare a Charaix, c’è un altro punto di ristoro, senza timbratura, ci passiamo senza fermarci però, vogliamo arrivare il prima possibile al punto in cui riposarci e cambiarci. A Charaix, Km 525 ci arriviamo alle otto e mezzo di sera. Ceniamo, poi ci concediamo una doccia , ho così modo di cambiarmi la divisa ed indossare il cambio che mi sono portato appresso nel bauletto e col quale terminerò (spero) questa PBP . Ci sistemiamo poi nelle brande prenotate qualche istante prima all’interno della palestra dormitorio; chissà perché quando si deve pianificare qualcosa cosa chiedono sempre a me ?!... eh eh … ho il ruolo di spaccamaroni lo so !!! così dopo un brevissimo consulto si decide (decido !) di puntare la sveglia alle due , nella previsione di partire entro le due e trenta. In questo modo avremo buone possibilità di giungere a Brest , che dista da qui una novantina di chilometri inframezzati da qualche collina, alle prime luci dell’alba . Di solito non dormo profondamente durante le soste-sonno, pur essendo stanco e provato, così è un continuo destarsi, rigirarsi, ma tanto mi basta per rilassarmi. Certo non sono proprio tranquillo: sento la pioggia copiosa che batte sul tetto di questa palestra, ad un tratto mi scuote un rumore secco improvviso : un tuono ! Spero vivamente che questo temporale se ne vada alla svelta, per fortuna ho avuto l’accortezza, prima, di coprire il bauletto e la borsa sulla bici con dei sacchetti . Alle due sveglio i miei compagni, le mie operazioni sono veloci, dieci minuti e sono in piedi vestito pronto per saltare in sella se non che preferisco andare a prendermi un sorso di caffè al refettorio e nel frattempo che aspetto gli altri vado mi allontano, spinto anche dalla curiosità di vedere com’è la situazione la fuori: ahh!! Sollievo !! la pioggia è cessata, rimangono le strade allagate, ma la scelta di rimanere a dormire fino alle due si è dimostrata vincente, almeno fino a questo punto . Stando alle previsioni la giornata entrante dovrebbe essere migliore ma lo scopriremo strada facendo, intanto è impossibile capire nel pieno dell’oscurità se vi siano ancora nubi o meno. Riusciamo ad essere pronti per rimetterci tutti in sella poco prima delle tre. Lasciamo Charaix e ci mettiamo in marcia per questi 90 e poco più chilometri nel cuore della notte verso Brest . Non c’è pioggia ma nebbia si , e tanta !!! ben presto veniamo inghiottiti nella foschia salendo le colline delle Roc Trevezel e scorgiamo le luci dei ciclisti che già sono di ritorno; i primissimi li avevamo visti ieri sera poco prima di giungere a Charaix, ora è un susseguirsi di fari che nella nebbia formano una serie di fasci luminosi e tremolanti , a volte un urlo, uno schiamazzo, fende il silenzio della notte a salutarsi tra chi va e chi viene, a volte è il fruscio improvviso e sorprendendo di qualche “siluro” che giunge a velocità folle giù per la discesa ; stupendo !! Per raggiungere Brest dobbiamo superare un paio di salite piuttosto lunghe, intendiamoci .. nulla di eclatante ma in un percorso del genere ed a queste condizioni hanno comunque la loro importanza. E’ ancora buio quando improvvisamente intravediamo le luci della costa atlantica Ricordo ancora la sensazione alla mia prima over-mille, eravamo alla Madrid-GijonMadrid, quando in modo molto simile si scorgeva la costa oceanica proprio allo scollinare di un promontorio. Sensazioni grandi, intense, soddisfazione di vedere prossimo l’obiettivo . Umido, freddo, ancora nebbia mentre scendiamo al Pont-Albert, con la vista sull’insenatura della cittadina Bretone. E’ d’obbligo una foto, anche se c’è ancora poca luce , eppure sono già le sette del mattino. Per giungere al controllo di Brest occorre percorrere tutta l’area portuale e salire verso il centro della città ed ecco che finalmente troviamo l’impianto sportivo: sono le sette e mezza quando ci viene posto il timbro sul nostro libretto di viaggio. D’obbligo una foto ricordo e via subito a fare colazione ... stanchi un po di mangiare le solite cose ai ristori, per altro non certo a buon mercato, si decide di rimettersi in sella e tentare la buona sorte ad un bar lungo la strada, sperando nell’abitudine mattiniera dei francesi. Infatti, pochi chilometri oltre, ancora all’interno di Brest, troviamo una Patisserie aperta da poco dove facciamo man bassa di cornetti e paste di ogni tipo , poi all’altro lato della strada (guarda te , il caso…) c’è giusto giusto un bar: con i nostri sacchetti di cibarie ci rechiamo ai tavolini per ordinare qualcosa di caldo e questa è la nostra colazione all’alba del secondo giorno. Siamo al giro di boa, 618 Km percorsi, altrettanti da fare, ma essere già sulla direzione del ritorno ha tutto un altro sapore . continua..... Seconda parte , da Brest di ritorno a Parigi : Ancora un po di nebbia per uscire da Brest ma poi, appena intraprendiamo le colline il cielo si fa più sereno, ora ha tutto un altro effetto incrociare i ciclisti che ancora devono arrivarci a Brest: e tra loro ne riconosciamo alcuni . Quella che, però, stando alle previsioni meteo, doveva essere una bella giornata pare essere ben differente, il clima appare autunnale, almeno finora, speriamo che allontanandoci dalla zona collinare prossima alla costa il cielo volga al bello. Ora possiamo godere del paesaggio che all’andata ci era impedito a causa dell’oscurità della notte, una lunga discesa interminabile, si va veloci, siamo un bel gruppo, in compagnia prevalentemente di Spagnoli . Al controllo di Charaix l'orologio segna le 12,30. Pranziamo al self service, la solita carne, il solito contorno di riso o pasta che io snobbo preferendo invece un po’ di macedonia e quello che a primo avviso pare un vasetto di yogurt e che invece trattasi di composta di frutta. Quando ripartiamo siamo messi meglio per affrontare i successivi ottanta chilometri fino a Loudeac. Ripartiamo rifocillati per affrontare l'ottantina di chilometri al successivo punto di controllo di Loudeac , ove giungiamo che è tardo pomeriggio. Ci accoglie alla soglia del refettorio un volontario speciale ! Un bellissimo gatto fulvo che ha una coda mozzata ed è di un affettuosità disarmante ! Io che sono un gattaro me ne innamoro subito e voglio portarmi a casa un ricordo di lui, gli scatto qualche foto mentre il cucciolotto si lascia accarezzare da chiunque passi dinanzi a lui . Mangiamo e riprendiamo la strada per raggiungere il controllo di Tintenniac . Mi sento bene, nessun problema fisico, stò mangiando regolarmente, e questo mi aumenta l’entusiasmo, mi da buonumore; anche i miei compagni stanno bene, per fortuna l’amico Massimo si è calmato, nelle prime fasi ci ha un po’ tirato il collo , lui che è un grande agonista, ora inizia a soffrire un pò la stanchezza, è il momento della mia rivincita ! eh eh .... gliela faccio vedere io mò , questo qui è il mio “mondo” , qui si guadagna con la regolarità, la costanza e con la salvaguardia del tempo , in seguito tutto diventerà più difficile, il tempo sembrerà sempre più stretto, perciò fin che si sta bene bisogna approfittare . E l'ideale sarebbe stato completare la giornata con l'arrivo a Fougeres ma da Tintenniac, dove stiamo giungendo, sono altri 50 e più chilometri e arriveremmo a notte fonda. Dipendesse solo da me proseguirei fino là ma qui siamo in quattro e le esigenze vanno condivise, decidiamo quindi di effettuare la sosta-sonno a Tintenniac appunto. Quanto rimanere fermi? Stavolta anticipo tutti e chiedo io un consulto: stiamo ancora pedalando e c’è Barbara accanto a me ; faccio due conti alla svelta, coi Km fatti e quelli rimanenti, considerando che siamo giunti un po’ più tardi del previsto ipotizzo di allungare di qualche ora il tempo della sosta, butto lì un … due e mezza ?.... partenza alle tre ? …. Credo dall’espressione che è rimasta sorpresa positivamente... eh eh , sono trooooppo buono !!! ... ma siccome sono anche un gran rompiballe, mi spreco nelle mie raccomandazioni sulla ripartenza: raga ! alle tre significa essere in sella e muovere i pedali ! … In cuor mio so che non sarà così ! … ma faccio finta di crederci ! Arriviamo a Tintenniac quindi, sono le dieci e mezza di sera. Prima azione : andare a mangiare, così c'è poi maggior tempo per poter assimilare le calorie e digerire con calma, la fame è sempre tanta , almeno nel mio caso ! Seconda azione: Ci si avvia a prendere il posto letto , i miei "soci" però si avviano alle docce, personalmente preferisco dedicare più tempo al riposo e perciò saluto gli altri dandogli appuntamento alle bici alle tre ( ! ) e mi faccio accompagnare dai volontari alla camera da letto. Lì per lì noto che la camera non è niente male, quattro letti , addirittura un armadio a disposizione che però sinceramente non so che farmene, il letto è molto comodo, mi svesto, appoggio i miei indumenti sudici alla sedia accanto al letto e mi stendo contento di avere a disposizione più di tre ore per riposare. Ma è una vana speranza quella di riposare; mi rendo presto conto che la camera confina col locale docce il cui accesso è regolato da una porta a molla ed ogni qualvolta qualcuno entra, la porta sbatte violentemente contro lo stipite impedendomi di prendere sonno . Non solo, stò condividendo la camera con persone che evidentemente non conoscono la buona educazione se per sistemarsi non si fanno remore sul fatto di fare meno rumore possibile, così mi vedo costretto più volte a lamentarmi per poter ottenere un minimo di tranquillità ma non ottengo lo scopo e quando la situazione diviene insostenibile decido di rivestirmi e lasciare il dormitorio. Mi porto all’esterno, attraverso il cortile e salgo al piano superiore al ristorante, a quest'ora della notte si trovano "brandelli" umani ovunque, sotto i tavoli, le sedie , dietro le paratie, serve prestare attenzione per evitare di inciampare in qualche persona sdraiata per terra avvolta nel suo telo argentato, come cotechini giganteschi (in effetti cotti son cotti eh ?!) . Almeno qui c’è silenzio a quest’ora ed è anche bello caldo, posso appoggiarmi anch’io sul tavolo e provare a sonnecchiare un pochino. Mi viene però una gran voglia di prendere qualcosa da bere di caldo ed il solito caffettone può fare al caso . Prendo una scodella di caffè “americano” , ma va bene lo stesso, ci metto abbondante zucchero e piano piano,seduto al tavolo, sorseggio la bevanda. Sarà il tepore del locale, sarà la bevanda , fatto è che mi mette un certo stimolo tanto da farmi battere in "ritirata" … Risolto i miei problemi torno al locale ad ingannare un po’ l'attesa osservando l'andirivieni dei ciclisti. Ancora un po’ di tempo prima che i miei compagni si sveglino, prendo un dolce. Quasi le tre, chiamo mio fratello al cellulare e mi rassicuro che siano tutti insieme e che stiano preparandosi. Infatti da li a qualche istante mi raggiungono al refettorio; anche loro si prendono qualcosa , anzi, si spingono oltre preferendo anche del latte insieme al caffè . Non mi pare una buona idea ma se va bene a loro…..… Dai dai !! che si fa l'alba, ci attende una lunga giornata in cui ci avanzano circa 370 Km , un buon randonneurs sa bene che si guadagna tempo prezioso proprio nelle piccole cose, nel ridurre al minimo i tempi morti nella preparazione . Ed anche quì purtroppo un’altra mezzora se ne va. Sono quasi le quattro del mattino quando finalmente saltiamo in sella , in marcia verso Fougeres . La notte non è molto fredda, mi sono premunito di Goretex ma avrei quasi voglia di toglierlo . Ed al controllo di Fougeres ci arriviamo prima che faccia chiaro. Alle 6,30 siamo a timbrare . Ancora qualcosa per colazione mentre ci rincuoriamo che la giornata stà volgendo al bello ; finalmente !! I saliscendi si susseguono, il sole è ora dritto nei nostri occhi, stavolta sono io ad accusare sonno ; del resto non ho chiuso occhio, a differenza dei miei compagni , ora la crisi mi assale trascinandomi qua e là dove vuole lei . Faccio tratti in cui la traiettoria lascia un po’ a desiderare, credo se ne siano accorto anche mio fratello che mi sta a ruota, un po’ più indietro Barbara e Massimo. Percorriamo lentamente questo tratto che ci separa dal controllo di Villaines, una novantina di chilometri per cui arriveremo ad ora di pranzo, visto il procedere lento propongo di fare una breve sosta per riposare qualche decina di minuti. Troviamo un posticino in cima ad una salitella , al sole , qui sostiamo per una mezzoretta o quasi e quando ripartiamo siamo decisamente più energici. Incontriamo ancora gli amici della Millennium coi quali è sempre piacevole pedalare a fianco, trovo anche Salvatore, un ragazzo siciliano, di Patti, conosciuto lo scorso anno alla Sicilia No Stop . Egli è l’italiano più giovane a partecipare a questa edizione della PBP . Con loro i Km passano più velocemente e ci ritroviamo così a Villaines sul far del mezzogiorno. Stanchi però delle solite cibarie dei self-service decidiamo di concederci qualcosa di meglio e fatto il timbro ci rimettiamo subito in marcia cercando lungo la strada qualche posticino dove pranzare. Non dobbiamo per fortuna fare molta strada perché un ristorante lo troviamo proprio nella piazza del paese, per di più effettuano un menù a prezzo fisso, con , udite udite, Entrèe a buffet, Plat a base di carne alla griglia e contorno e pure il dessert . Dentro al locale, ancora senza clienti vista l’ora, ci sistemiamo in un angolo tutto per noi. La signora è molto gentile , sembra addirittura contenta di ospitare alcuni ciclisti della PBP, immaginatevi invece da noi : quale locale accetterebbe così entusiasticamente quattro ciclisti non certo in tenuta impeccabile ed il cui desiderio principale è sedersi al tavolo , riempiendo anche le sedie adiacenti di caschi, guantini, e scarpe levate dopo ore di sella, con l’impazienza di mettere mano al cibo e trangugiare un boccale di birra? Eppure alla PBP questo è possibile ! La gentile Madame ci consente pure di portare le bici all’interno del cortile, in bella vista ai nostri occhi mentre siamo seduti a pranzare. Di meglio non potevamo certo trovare oggi. Quando s’è fatta l’ora di ripartire, con coraggio , lasciamo il fresco locale e ci mettiamo a testa bassa sotto il cocente sole del primo pomeriggio, per fortuna rimane un venticello se pur lieve ma tanto sufficiente per non patire l’inferno . Occorre ripartire con calma, ci attendono un’ottantina di Km prima della prossima tappa a Mortagne au Perche che, a differenza dell’andata, è anche punto di controllo oltre che ristoro. Prima però ci imbattiamo in un controllo segreto, timbro e via subito , il desiderio di arrivare stanotte è forte . Poco dopo le cinque siamo al controllo di Mortagne au Perche. Anche qui non spendiamo troppo tempo , mancano 140 Km a Parigi e più strada percorriamo con la luce naturale e meglio è . Ci si avvicina al Distretto dell’Yvelines e il territorio si fa meno ondulato; passando per Allainville le distese della campagna si mostrano in tutta la loro maestosità, ma come faranno ad arare questi campi che si perdono a vista d’occhio? Quale genere di trattori useranno e quanti giorni occorreranno per preparare queste distese alla semina? La strada attraversa questo paesaggio che per Km non presenta un’abitazione, rettilinei lunghissimi dall’asfalto sempre molto ruvido, ne risentono le braccia, le gambe, ne risente l’andatura che nonostante la fatica cerchiamo di mantenere a buon ritmo perché la sera avanza inesorabile. E’ il caso che ci prepariamo per la notte, ci fermiamo ad indossare i giubbini riflettenti e accendiamo le luci, ci fosse un controllo lungo la strada potremmo subire delle penalizzazioni altrimenti. Arriviamo a Dreux , Km 1165, alle ore 21,30 . Fame!! mancano “appena” 65 Km all’arrivo, questo numero ci da entusiasmo, energia, forza . Fa raschiare dal fondo del barile le ultime forze per ripartire all’istante. Mando un messaggio a “casa” : ci siamo! Ultimo controllo, tra qualche ora siamo a Parigi !! Siamo al Gymnasium di Guyancourt. Prendo un croissant, ho ancora qualcosa nella borsa nell’eventualità che mi venga fame durante questa tratta; non va dimenticato che per giungere a Guyancourt occorre, sulla via del ritorno, oltrepassare alcune colline , una sorta di “accanimento” ulteriore su questi “poveri” ciclisti già esausti, chissà qual è il senso di farci scorazzare su e giù , in lungo ed in largo per le alture intorno alla sede d’arrivo…. Boh ! A questo punto però tutto quello che si ha ancora viene fuori, non c’è sintomo, dolore, sofferenza che tenga, la voglia di raggiungere la meta è tanta e si raschia tutto ciò che nel “barile” è rimasto . . E’ davvero interminabile questo tratto, incontriamo diversi gruppetti su e giù per le colline, ormai c’è odore di arrivo, le luci dei centri abitati si vedono sotto di noi, discesa veloce alle porte di Trappes, riconosco la rotonda ed il vialone dove si trova il nostro hotel, mi si apre il cuore !! Anche la PBP è in saccoccia, cinque chilometri, cinque chilometri indica il cartello a bordo strada. Non c’è traffico a quest’ora ma i semafori lungo il vialone per Saint Quentyn funzionano regolarmente anche di notte. Meglio non rischiare, sarebbe davvero sciocco combinare qualche casino proprio ora. Una rotonda, due rotonde, la terza, ed ecco quella dinanzi al Gymnasium. Io, mio fratello Graziano e gli amici Barbara e Massimo entriamo al palazzetto alle 00,53 di giovedì 25 agosto 2011, dopo 78 ore e mezza dal via . Felicissimi perché tutto è andato bene, ci son stati momenti difficili ma son di più le gioie ed il divertimento passato, e poi la felicità di aver portato massimo all’arrivo della sua prima over-mille ! Il timbro finale , del Km 1230, suggella la nostra avventura. Andiamo a farci una birra, la tanto sospirata birra dell’arrivo, un “must” per festeggiare il raggiungimento del brevetto . Pochi minuti prima di noi sono giunti anche gli amici della “Millennium”, così prima di salutarci facciamo quattro chiacchere anche con loro. Le bici sono là, appoggiate ancora alle transenne, il faretto a dinamo va ora a spegnersi, quasi come cascasse nel sonno meritato , ma non è ancora tempo di riposare !! ancora dobbiamo tornare all’albergo ! Risaliamo in sella, ultimi cinque chilometri in terra francese, non ricordo bene quanto ci abbiamo impiegato a fare questi cinque chilometri dal palazzetto all’albergo, ma so quasi per certo che a qualche semaforo abbiamo atteso ben più di un verde prima di ripartire !!!