l`ipnosi che - Erickson Institute

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l`ipnosi che - Erickson Institute
PSICOLOGIA
L’IPNOSI CHE
NON TI ASPETTI
TROPPA CONFUSIONE E CREDENZE PRIVE
DI FONDAMENTO ALEGGIANO INTORNO A QUESTA
TECNICA. INVECE È UNA PSICOTERAPIA VERA E
PROPRIA CHE CONTRASTA L’ANSIA, SCONFIGGE LE
FOBIE E ALLEVIA I DOLORI CRONICI. E UNA VOLTA
APPRESA, SI PUÒ PRATICARE ANCHE DA SOLI
LO
SPECIALISTA
La dottoressa Nicoletta Gava
è psicologa clinica e direttrice
del Milton H. Erickson Institute
di Torino. Lavora con singoli,
coppie e famiglie e segue la
formazione di medici e psicologi che desiderano apprendere
l’ipnosi. È autrice del libro “Accompagnare. Ipnosi
ericksoniana e
malattia terminale”, Sublivion editore.
M
olti pensano all’ipnosi come a
una metodica
teatrale, quasi
da maghi improvvisati. In
realtà, non ha nulla a che
fare con pendolini, sguardi
fissi, suggestioni e pericolosi
viaggi nell’inconscio. È una
tecnica terapeutica vera e propria, basata su un razionale
scientifico, e utile in moltissimi contesti, dalla cura dell’ansia, della depressione,
delle fobie e persino nell’ambito di malattie più serie. Basti pensare che uno studio
condotto recentemente dalla
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dottoressa Piera Rosso, collaboratrice del Milton Erickson
Institute di Torino, ha dimostrato che l’ipnosi migliora la
qualità di vita dei malati
oncologici in fase terminale.
L’ULTIMO
STUDIO
La ricerca ha riguardato 30
pazienti di età compresa tra i
55 e i 72 anni in fase terminale. Tutti sono stati sottoposti per sei settimane a sedute
di ipnosi. Ebbene, al termine
del trattamento nel 41 per
cento dei casi si è registrata
una diminuzione del dolore
percepito, nel 60 per cento
si è verificato un passaggio
dello stato di ansia da grave
a lieve e nel 67 per cento la
depressione si è ridotta da
grave a moderata. Questi
risultati inevitabilmente hanno prodotto un miglioramento
della qualità di vita nonostante i limiti imposti dalla
malattia. «Nell’ambito delle
malattie oncologiche, l’ipnosi
permette di controllare le
sensazioni dolorifiche e di
ridurre il dosaggio dei seda-
È
DI TIPO
BREVE
L’ipnosi fa parte delle terapie
brevi, cioè che durano per un
periodo limitato. Dire a priori
quante sedute servono per ottenere i risultati, però, è difficile. A dettare i tempi, infatti,
non è tanto il disagio da risolvere quanto la persona: uno
stesso disturbo può richiedere
pochi incontri in un individuo
e molti in un altro. «Questo
perché si parte dal sintomo
per arrivare a lavorare sulla
causa. Ogni caso, dunque, è
a sé e la durata dipende dalla
risposta del paziente, ma anche dalla sua situazione» afferma la dottoressa Gava. Le
sedute sono effettuate a distanza di almeno due settimane (ma anche di tre o quattro)
e in genere sono al massimo
10-15. L’ipnosi è abbinata ad
altre tecniche psicoterapeutiche ed è utilizzata da professionisti dei diversi orientamenti teorici: sistemici relazionali,
cognitivisti, costruzionisti, comportamentisti, psicoanalisti, e
così via. Anche molti medici di
base, anestesisti, palliativisti,
pediatri, oncologi e molti altri
l’hanno introdotta nella propria pratica clinica.
BARBARA D’URSO
«Io l’ho provata
per vincere la paura
di volare
HAI
FATTO L’IPNOSI. COSA TI HA PORTATA
A SCEGLIERE QUESTO TIPO DI TERAPIA?
«L’ho praticata qualche anno fa per cercare di vincere la paura dell’aereo e l’ansia che mi impediva di volare. Così mi sono
rivolta a un neurologo bravissimo esperto anche in ipnosi».
COM’È
ANDATA?
«È andata che per varie ragioni, tra cui i miei tanti impegni
professionali, non ho potuto andare fino in fondo e ho dovuto
interrompere le sedute. Così oggi la paura è minore, ma un po’
c’è ancora e infatti quando posso evito l’aereo e scelgo il treno».
TI
È DIFFICILE ABBANDONARTI A UNA PSICOTERAPIA?
«Mi è difficile lasciarmi andare in una psicoterapia e in molte
altre cose. Probabilmente non sono riuscita ad andare fino in
fondo e concludere l’esperienza dell’ipnosi perché non riesco
a mollare il controllo sulle situazioni e sugli eventi. Questo aspetto di me sul lavoro è positivo oltre che utile, ma se devo cedere
il timone in altre situazioni, resisto. È più forte di me e non riesco
a fare diversamente».
IN
GENERALE TI SEI TROVATA BENE
CON L’ESPERTO DI IPNOSI?
«Molto bene, mi fidavo moltissimo del terapeuta a cui mi ero
rivolta. Se non ho ottenuto i successi sperati non è certo per
l’inefficacia della tecnica, ma solo per il mio temperamento».
RIPROVERESTI
E LA CONSIGLIERESTI?
«Certo, se avessi del tempo da dedicare a me stessa mi darei
un’altra possibilità. E la consiglierei perché è stato dimostrato
che l’ipnosi è una terapia efficace per molti problemi fisici e
psicologici. E poi penso che apprendere le tecniche di autoipnosi possa essere di grande aiuto nel gestire meglio le ansie
e le paure che ciascuno di noi può avere».
Claudia Cannone
ENERGIA ALLO STATO PURO
Reduce dal successo di “Capodanno Cinque” andato in onda l’ultimo dell’anno su Canale 5, Barbara D’Urso (55 anni) continua il suo impegno
televisivo quotidiano con Pomeriggio Cinque e
domenicale con Domenica Live. Infaticabile, ha
trovato anche il tempo per scrivere “Ma credo ancora nell’amore”, edito da Mondadori. «È un libro
a cui tengo tantissimo» racconta Barbara. «È ricco
delle storie d’amore di tutte le mie amiche e include anche le mie. A modo mio ho cercato di parlare di amore. Nonostante gli uomini!».
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L’IPNOSI CHE NON TI ASPETTI
te le sue aspettative per il futuro, le sue risorse e le sue
facoltà. Concentrandosi su di
esso, dunque, si riescono a
PA livello
ER GESTIRE IL DOLORE CRONICO
fisico, l’ipnosi è un’alleata nella lotta al dolore
cronico, ossia che dura per lunghi periodi. Oltre a
quello di origine oncologica, ne esistono altre forme,
come il mal di schiena, l’emicrania, l’artrosi, le nevralgie, le artriti. Di qualunque natura e origine sia, la sofferenza fisica compromette la qualità di vita impedendo di svolgere le normali attività quotidiane, di muoversi in totale autonomia, di avere relazioni soddisfacenti. Con l’ipnosi si può lavorare su molti aspetti del
dolore cronico, per esempio riducendone la paura
anticipatoria, cioè quel pensiero fisso al dolore che
sicuramente prima o poi arriverà e che lo fa sentire
prima del tempo. Oppure si può giungere alla consapevolezza che il male che si prova al momento presente è un evento circoscritto che presto finirà e questo
atteggiamento di certo servirà a ridurlo. O, ancora, si
può defocalizzare l’attenzione dalla problematica, perché il semplice fatto di non pensare alla sofferenza ha
l’effetto di renderla meno intensa.
recuperare ricordi e vissuti, ma anche abilità e competenze che non si sapeva o
non si ricordava di possedere.
«Gli studiosi di neuroscienze
hanno verificato che durante
le esperienze di ipnosi le persone attivano numerosi cambiamenti a livello cerebrale
KEVIN COSTNER (58 anni) in stato di trance ha potuto vincere il mal di
mare che lo ha afflitto durante le riprese del film “Waterworld”.
PGliERstudiCOMBATTERE
L’ASMA
condotti hanno dimostrato che l’ipnosi può
ridurre anche l’ansia che molti soggetti asmatici provano a causa della loro condizione. L’asma infatti ha
un impatto negativo sulla vita di chi ne soffre, perché
causa ostruzione delle vie respiratorie, difficoltà a respirare, processi infiammatori, tosse, sibili. L’ipnosi
può agire regolarizzando il respiro e diminuendo l’iperventilazione caratterizzata da atti respiratori frequenti, rapidi e superficiali. Non solo. L’ipnosi è di
grande aiuto anche quando l’asma ha una componente psicologica-affettiva, cioè quando è scatenata o
peggiorata da eventi dolorosi o stressanti, come un
lutto, perché permette di trovare dentro di sé la forza
e il coraggio per reagire e ricominciare.
PLoERstudio
SUPERARE LA PAURA DEL DENTISTA
dell’odontoiatra è spesso associato a vissuti spiacevoli, perché non bisogna considerare soltanto il dolore fisico, ma anche il timore di essere in balia
dello specialista e la sensazione di disagio che si prova al contatto con gli strumenti odontoiatrici. La tecnica migliora la percezione sia del contesto, cioè dello
studio medico sia dell’odontoiatra stesso e rende le
persone più collaborative e serene nel farsi curare.
«L’ipnosi, oltre a facilitare il lavoro del dentista, può
migliorare il vissuto psicologico dei pazienti che imparano a controllare il dolore che possono provare
durante le procedure» aggiunge la dottoressa Gava.
PAnche
ER RAGGIUNGERE UN OBIETTIVO
chi è alla ricerca di coraggio, determinazio-
ne, forza di volontà, autostima per raggiungere un
obiettivo può trovare un valido supporto nell’ipnosi.
Lo stato di trance, infatti, aiuta a recuperare tutte
queste capacità e a portarle in superficie. Ecco perché può essere utile a chi vuole smettere di fumare,
deve perdere peso o vuole migliorare la propria
capacità oratoria. Facendo leva sulla motivazione
di base, l’ipnosi è in grado di aiutare la persona a
raggiungere la propria meta.
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e, di conseguenza, innescano
processi evolutivi per la propria vita» aggiunge la dottoressa Gava.
ESISTE ANCHE QUELLA
INVOLONTARIA
L’attore ORLANDO BLOOM
(36enne) ha superato con l’ipnosi
l’ossessione per il cioccolato.
La cantante trentasettenne FERGIE
ha curato la dipendenza dalle
droghe grazie a un ipnoterapeuta.
tivi, facendo recuperare ai
pazienti lucidità e tempo prezioso da trascorrere con i
propri familiari in un periodo
estremamente significativo
della loro vita» spiega la dottoressa Nicoletta Gava. Non
solo. Questa tecnica coinvolge attivamente la persona nel
progetto di cura, dandole la
sensazione di poter riacquistare il controllo sulla propria esistenza.
così come viene concepita e
utilizzata oggi, è stata fondata
verso la metà del 1900 dallo
psichiatra Milton Erickson,
uno dei più grandi innovatori
in ambito psicoterapeutico.
«L’ipnosi ericksoniana è una
metodica che consente di
È
UNO SPOSTAMENTO
DI ATTENZIONE
Ma che cos’è allora l’ipnosi?
Esistono diverse scuole di
pensiero. L’ipnosi moderna,
spostare la propria attenzione dall’esterno all’interno di se stessi,
nel proprio
inconscio, entrando in contatto con le proprie capacità e
potenzialità» risponde l’esperta. Secondo la filosofia e ricksoniana, infatti, l’inconscio è il luogo che contiene sia
tutte le esperienze passate e
presenti della persona sia tut-
L’ipnosi non è, come sostengono erroneamente alcuni,
uno stato di coscienza alterato, un termine che significa
irregolare, guastato, falsificato. È invece uno stato diverso di coscienza e di veglia.
Lo dimostra il fatto che tutte
le persone vi accedono saltuariamente nell’arco della
giornata, pur non rendendosene conto. Per esempio, si è
in uno stato di ipnosi tutte le
volte che si guida “con il pilota automatico”, cioè si arriva alla meta senza neppure
rendersene conto e senza ricordare la strada percorsa, i
semafori incontrati, le condizioni del traffico. Oppure
quando ci si ostina a rileggere più e più volte la frase di
un libro o di un giornale senza mai riuscire ad afferrarla
e comprenderla davvero, perché non si è concentrati su
ciò che si sta facendo ma
l’attenzione è spostata all’interno di sé. Tali stati di ipnosi sono fisiologici e funzionali: permettono, per esempio,
di recuperare le energie in
Utile pure in
ambito sportivo
È ormai dimostrato e riconosciuto
che la prestazione di un atleta, oltre che dalla preparazione fisica,
dipende anche dallo stato mentale
con il quale affronta l’allenamento
e la gara. «La condizione ideale è
spesso descritta come uno stato in
cui le sensazioni sgradevoli come
il dolore o la fatica rimangono sullo
sfondo, la performance viene ultimata quasi senza sforzo e l’azione
sembra svolgersi più lentamente
del normale» spiega la dottoressa
Gava. L’ipnosi promuove un elevato livello di concentrazione sulla
prestazione sportiva, aiuta a mettere in secondo piano la stanchezza, a superare blocchi fisici e mentali, a gestire stress, fallimenti o
mancati successi e a intessere
relazioni più efficaci con i compagni e l’allenatore.
GIORGIO
ROCCA (37 anni)
deve all’ipnosi
la motivazione
dei suoi successi
sciistici.
TIGER WOODS (37 anni) ha usato
l’ipnosi per migliorare le sue prestazioni
sportive sui campi da golf.
L’ex pugile MIKE TYSON (46 anni)
grazie allo stato diverso di coscienza
tipico dell’ipnosi ha potuto liberarsi da
molte paure e inibizioni.
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alcune immagini non statiche, tipo scendere dalle sca-
le, passeggiare in riva al mare o addentrarsi in un bosco.
Una stessa rappresentazione
può scatenare reazioni diverse: alcuni soggetti possono
rilassarsi, altri agitarsi o impaurirsi. Per evitare di suscitare effetti non desiderati, il
terapeuta invita il paziente a
pensare a un luogo specifi-
L’IPNOSI CHE NON TI ASPETTI
PImparare
ER RIDURRE IL DOLORE DEL PARTO
a modulare la percezione del dolore grazie
all’ipnosi può aiutare anche le donne in attesa terrorizzate dal dolore del parto. Le ricerche effettuate
hanno dimostrato che la preparazione al parto attraverso le tecniche ipnotiche consente alle future madri di sentire meno dolorose le fitte del travaglio e
della fase espulsiva, di ricorrere più raramente all’analgesia epidurale e di abbreviare la durata del travaglio. Questi benefici hanno anche un effetto positivo oltre che sulla donna anche sulla salute del
neonato alla nascita. co in cui si è sentito veramente bene:
ciascuno può
evocare il ricordo che preferisce e l’ipnosi comincia.
COME
UN VIAGGIO
DI ANDATA E RITORNO
«Il metodo ericksoniano classico utilizza domande preci-
PER RECUPERARE ENERGIA
Le persone che stanno attraversando un momento
di esaurimento psicofisico possono trarre beneficio
dall’ipnosi. Entrare in contatto con il proprio mondo
interiore aiuta a capire quali sono le proprie priorità
e a eliminare dalla mente e dalla propria vita tutto
ciò che è superfluo o non necessario. Questo significa razionalizzare le energie ed evitare le dispersioni in modo da contenere la stanchezza e non lasciarsi sopraffare dal disagio. L’ipnosi consente anche di
migliorare il rilassamento a tutti i livelli (fisico, mentale, emozionale) e di ridurre l’attivazione fisiologica
spesso presente quando si è preoccupati per qualcosa. Ecco perché risulta utile in tutte quelle situazioni in cui si è tesi, allarmati, agitati, inquieti e anche contro le forme di insonnia che ne conseguono.
PER VINCERE UNA PAURA
L’ipnosi agisce sui traumi ma anche sulle paure che
questi e altri eventi della vita scatenano. Avere timore di qualcosa è normale e fa parte della natura
umana. Non è naturale, invece, che si trasformi in
terrore e prenda il sopravvento, limitando la vita di
una persona. Se, dunque, la paura si trasforma in
una preoccupazione persistente e irragionevole, è
bene intervenire. L’ipnosi consente di imparare a
regolare rapidamente ed efficacemente i propri stati interni e infatti di fronte all’oggetto e alla situazione che scatena il timore eccessivo, aiuta la persona a non entrare nel panico e a modulare le proprie emozioni.
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L’ipnosi può essere
anche autoindotta,
cioè provocata e governata dalla persona
stessa e non da un
terapeuta. Prima di
essere in grado di autoipnotizzarsi è però
necessario imparare
la tecnica rivolgendosi a dei professionisti.
Si può scegliere fra
lezioni di gruppo o
individuali: nel primo
caso si impara a usare lo strumento nella
sua totalità gestendo
tutti gli stati emotivi,
mentre nel secondo
ci si concentra sulle
proprie problematiche specifiche. Serve
molta pratica, esattamente come per l’attività fisica, e all’inizio
è necessario allenarsi tanto. Poi, una volta appresa la capacità di accedere allo
stato di trance in modo volontario, è possibile rifugiarvisi in
qualunque situazione
della propria vita, in
pochi istanti. L’accesso al mondo interiore
può essere utile per
rilassarsi, per trovare
la concentrazione prima di una riunione o
di una prestazione
sportiva, per combattere l’insonnia, per
gestire meglio il dolore e così via. Per entrare nello stato di
trance si può evocare
l’immagine di un momento felice, che sarà diverso da individuo a individuo. Non
è necessario chiudere gli occhi. L’utilizzo
dei nastri registrati è
sconsigliato: non si è
infatti mai uguali a se
stessi, quindi anche
per raggiungere un
obiettivo apparentemente simile, per e sempio recuperare la
calma, in due giornate diverse potrebbero
essere necessarie
risorse diverse. Nelle
situazioni più complesse, tuttavia, l’autoipnosi può non essere efficace: per e sempio, in presenza
di traumi, disturbi
consolidati, shock bisogna affidarsi a un
terapeuta che associ
l’ipnosi ad altri dispositivi terapeutici.
se e un linguaggio simbolico con cui il terapeuta aiuta la
L’attrice 39enne EVA MENDES soffriva di aracnofobia ma, dopo una serie
di sedute di ipnosi, i ragni per lei non rappresentano più un problema.
PDiER
SUPERARE UN TRAUMA
fronte a un evento traumatico, di natura fisica o
psichica, spesso la via d’uscita più facile è la fuga,
che viene messa in atto cercando di inabissare l’episodio nefasto in un angolo remoto della memoria.
Così facendo, però, non si risolve nulla, anzi senza
saperlo si complica la situazione, perché la sofferenza messa come in stand by si radica sempre più.
L’ipnosi può essere di grande aiuto a tutte le persone che hanno subìto un trauma, perché consente di
avvicinarsi e di accedere progressivamente a quel
vissuto traumatico chiuso in un cassetto, di esprimerlo e di vederlo sotto un’ottica diversa. La conseguenza è che il dolore e le emozioni negative ad
esso legate progressivamente si sciolgono.
C’è anche l’autoipnosi
La modella KATE MOSS
(classe 1974) ha iniziato
l’ipnosi per smettere di bere.
Si è affidata all’ipnosi (per vincere la
paura del dentista) anche la duchessa
di York SARAH FERGUSON (53 anni).
un momento in cui si è stanchi, di ritrovare la lucidità
mentale dopo una giornata
densa di riflessioni, di allentare le tensioni accumulate
a causa dei ritmi frenetici. In
questo stato particolare, detto anche stato di trance,
infatti, è più facile rilassarsi,
regolare i propri stati emotivi,
prendere decisioni, rinvenire
energie fisiche e mentali.
IN
TRANCE
GRAZIE AL DIALOGO
Se questi stati di veglia diversa sono involontari, invece
l’ipnosi indotta, così come la
s’intende comunemente, è
voluta e cercata. Ma non certamente con metodi irrazionali e di effetto scenico come
si vede nei film, bensì con
strumenti codificati dalla
scienza . Esistono diversi
modi per indurre l’ipnosi: in
alcune situazioni il soggetto
è seduto e il terapeuta di
fronte a lui, in altre è disteso;
qualche volta la persona è
meno attiva, qualche altra
invece è invitata a fare delle
visualizzazioni mentali. Per
esempio, ci si può servire di
persona a entrare in contatto
con la propria realtà interna, a
recuperare le sue risorse, ad
ascoltarsi in modo più accurato e ad attivare nuovi modi di
percepire e quindi di rapportarsi con se stessa e con l’ambiente» spiega la dottoressa
Gava. Fra terapeuta e soggetto
s’instaura una relazione particolare, una sorta di dialogo
fra due inconsci, che in gergo tecnico viene definita “rapport”: è in questo spazio relazionale basato sull’empatia e
la fiducia che si svolge la seduta. In alcuni momenti le richieste all’inconscio sono più
esplicite, in altri momenti prevale il dialogo e lo scambio fra
i due interlocutori. Uscire
dallo stato di trance è semplice: è possibile farlo ripercorrendo a ritroso la via che si
è utilizzata per accedervi, per
esempio il sentiero attraverso
cui si era entrati nel bosco o
risalendo uno dopo l’altro i
gradini, in una sorta di viag-
Durante la seduta, si crea una
profondissima empatia e fiducia
tra il paziente e il terapeuta
gio di ritorno. Per uscire dallo
stato di trance si può anche
spostare l’attenzione dal luogo
in cui si è stati durante la trance alla propria realtà interna,
riportandola nel qui e nell’ora,
al proprio respiro, alla percezione del proprio corpo.
sofferenza insita nella persona; per questo si lavora su
tutti quegli aspetti che di solito hanno avuto origine nella
storia personale e che hanno
concorso all’instaurarsi del
disagio che viene alla luce»
ALLEVIA QUALSIASI
SOFFERENZA
GLI INDIRIZZI*
L’ipnosi può essere uno strumento prezioso sia in presenza di disturbi fisici sia di
problemi psicologici. Infatti, permette di individuare e
sfruttare appieno tutte le proprie risorse fisiche, mentali
ed emozionali. «È una metodica in grado di aiutare a gestire in modo più efficace
qualsiasi dolore. Nell’accezione ericksoniana, qualunque
sintomo è un’espressione della
conferma l’esperta. Molti vi si
avvicinano per contrastare
ansia e stress, altri per usare
al meglio i propri stati emotivi, altri ancora per gestire il
dolore o per migliorare la
qualità del sonno. In generale, l’ipnosi può essere utile a
chiunque desideri vivere meglio e con una maggiore consapevolezza di sé.
Silvia Finazzi
L’ipnositerapia, ossia la terapia che utilizza l’ipnosi come strumento di intervento clinico, può essere utilizzata solo da medici con una laurea in medicina e chirurgia, psicologi e psicoterapeuti. Al di fuori del contesto clinico, invece, l’ipnosi può essere indotta e utilizzata anche da non medici, ma comunque in ambiti ristretti e specifici, per esempio da istruttori sportivi esclusivamente per preparare gli atleti. Occorre sempre rivolgersi a persone che
abbiano un’adeguata preparazione, altrimenti si possono correre alcuni rischi, come insuccesso della tecnica, impossibilità di accedere nuovamente
allo stato di trance, traumi, scompensi, turbamenti.
Per scegliere a quale professionista affidarsi e avere maggiori informazioni
sulla metodica, ci si può rivolgere alle Associazioni o ai centri specifici. Ecco
qualche esempio.
MILTON ERICKSON DI TORINO, CENTRO DI RIFERIMENTO
DELL’IPNOSI ERICKSONIANA IN ITALIA: www.ericksoninstitute.it/it
ASSOCIAZIONE MEDICA ITALIANA PER LO STUDIO DELLA IPNOSI:
www.amisi.it
SOCIETÀ EUROPEA DI IPNOSI: http://esh-hypnosis.eu
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