I diritti dei bambini dell`agire educativo
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I diritti dei bambini dell`agire educativo
i t t i r i D e A Z N A N CIT T ADI di Bianca Maria Ventura, Counselor filosofico e docente, Università Politecnica delle Marche diritti dei bambini a fondamento dell’ agire educativo I I l diritto all’infanzia All’inizio degli anni ’80, quando Neil Postman1 portò all’attenzione di educatori e pedagogisti il problema della presenza – o assenza – dell’infanzia all’interno della civiltà occidentale, una scossa profonda attraversò la riflessione pedagogica. La domanda fondamentale era: qual è l’identità di quell’età della vita che si denomina infanzia? Quale la sua natura, quale la sua origine? La tesi avanzata da Postman fu per i più sorprendente e destabilizzante: l’infanzia non ha fondamenti di natura, ma di cultura; nell’Occidente è la stampa ad aver inventato l’infanzia ed è la televisione a decretarne la scomparsa. Essendo la comunicazione televisiva – nella sua veste spettacolare più che nella sua funzione informativa – entrata prepotentemente nell’esperienza di tutti, adulti e bambini, occupandone gli spazi vitali e quotidiani, le età della vita si sono contratte, la loro evoluzione si è semplificata e banalizzata. 1. N. Postman, La scomparsa dell’infanzia. Ecologia delle età della vita, Armando Editore, Roma 1982. 12 12 Nuovo Ad una primissima infanzia, dunque, nel tempo presente fa seguito un lungo periodo abitato da bambini-adulti e da adulti-bambini i quali, poi, tutti insieme, approdano alla fase estrema della vita, la senilità. La riflessione di Postman va collocata in un ambito culturale particolarmente attento al fenomeno della comunicazione massmediale, al suo potenziale educativo, ma ancora di più alla sua deriva seduttiva: la letteratura al proposito fu allora, ed è tuttora, copiosissima, frutto di una vivace indagine sul destino tecnologico dell’uomo e sulle sfide dei nuovi media. Quello che interessa considerare qui, però, non è la ricostruzione degli esiti di un così ampio dibattito, quanto piuttosto l’insieme delle conseguenze che derivano dall’ipotesi avanzata da Postman, secondo il quale l’infanzia è “un prodotto sociale, News n. 142 settembre 2012 non una necessità biologica2”. Sostenuta da illustri studiosi, ma anche soggetta ad altrettanto illustri smentite, l’ipotesi pone in primo piano la questione della responsabilità sociale dell’educazione: “[…] l’infanzia è qualcosa di analogo all’apprendimento del linguaggio; essa ha basi biologiche, ma non può realizzarsi se l’ambiente sociale non la stimola e alimenta […]3”. Se questo è vero, è sociale la responsabilità dell’accoglienza – o negazione – del primo fondamentale diritto dei bambini: quello di vive2. Op. cit. p.175. 3. Op. cit. p.176. Wojciech Gajda © Fotolia